Skip to main content

Full text of "I manoscritti italiani della Regia biblioteca parigina"

See other formats


I  MANOSCRITTI 
ITALIANI  DELLA  REGIA 
BIBLIOTECA  PARIGINA 
DESCRITTI  ED 
ILLUSTRATI  DAL... 

Antonio  Marsand 


Oigitized  b/Goògle 


■Diginz  ed. by  Google 


I  MANOSCRITTI 

ITALIANI 

DELLA  REGIA  BIBLIOTECA  PARIGINA 


OigitizM  Dy  Google 


PRESSO  GIUSEPPE  CROZET,  LIBRAIO, 


DigiiizM  by  Google 


I  MANOSCRITTI 

ITALIANI 


DELLA  REGIA  BIBLIOTECA  PARIGINA 


HAI.  IMIT'I'DHK  WMIMO  ÌIAIISVMI 


PARIGI 

DALIA  STA MP EHI  A  REALE 
autohì/.zat.iise  dai,  he 

m  licer,  xwv 


DigiiizM  by  Google 


A  SUA  MAESTÀ 

LUIGI  FILIPPO  PRIMO 

RE  DE'  FRANCESI. 


SIRE, 


Un  Italiano  che  melle  in  luce  tesori  scientifici  e 
letU'rarj  italiani  posseduti  dalla  Francia,  a  chi  poteva 
egli  meglio  offerire  in  omaggio  l'opera  sua  chi-  a 
Vostra  Maestà,  al  protettore  illuminato  delle  scienze 
e  delle  lettere,  e  con  ciò  stesso  al  promotore  zelan- 
tissimo della  nazionale  prosperila?  Egli  era  appunto 
questo,  o  Sire,  il  mio  voto;  e  la  sovrana  Vostra  in- 
dulgenza degnò  di  farlo  pieno. 

Del  quale  amplissimo  beneficio  Le  ne  rendo  quelle 


grazie  i-h'io  so  c  posso  maggiori,  u  prego  il  Ciclo, 
clu;  in.Ti'iinuiju'iitc  feliciti  pcrVoitni  Maestà  la  Nazione. 
«  la  Nazione  in  Vostra  Maestà. 
Sono  col  più  profondo  ossequio, 


SHUi. 


Di  Vostra  Maestà, 


A.  MAE3AND. 


PROEMIO. 


Ef;li  fu  Dell'alino  nulli'  otlocento  venlollo,  eh'  io  me  ne 
venni  in  Parigi  avendo  in  animo  di  collocare  sotto  la  pro- 
I'-zicjik-  dulia  Fraiu;;  :  ili  fp.ii.'lia  FijikÌj  iWCjui'  (iolni. 
che  colle  sue  virili  e  le  suo  graite  inspirò  nella  mente  e  nel 
cuore  di  Francesco  Petrarca  i  versi  più  soavi  e  leggiadri 

stampate  e  manoscritte,  tutte,  appunto  ronr.crnejili  li: 
poesie  volani  di  lui,  f.'  li.1  illustrazioni  che  si;  ne  fecero  in 
ogni  tempo,  e  le  memorie  letterarie  elio  la  beata  eoppia 
(li:_'li  amanti  ris^naidano:  riuniti  avendo  oltre  novecento 
volumi,  indefesso  frutto  di  ben  treni'  anni  di  fervorose 
'une  indagini.  Ma  ognuno  ben  vede  il  destino,  clic  a  questa 
min  liildioteca  nserhavEisi  dopo  di  inu:  destino  o  presto  o 
lardi  irh'i  inm  ilahili-  ad  fidili  \>ns  ala  eulle/.iiirie  o  sneiililica 
o  letteraria,  sia  essa  pur  rara  e  preziosa,  sia  pure  allidala 
a  ricchi  e  a  potenti;  ed  egli  fu  per  ciò  eh'  io  mi  adoperai 
quanto  fu  in  me  e  da  me,  il  confèsso,  anche  pei  soddisfare 
alla  debolezza  del  mio  amor  proprio,  nel  procacciarli' 
possibilmente  la  perpetuità.  Rivolgimi  quindi  nelle  do- 
nile forme  all'Intendente  generale  di  questa  Corona.  La 

'  tVIUsopraildrtUnmilla,  sotin  il  lilnln  >li  —  Hìtilmltra  /'limitimeli.  <li«li 
sù  in  ln.f  in      ii  il.  io  ih-  la  j  182*  fn'i  le  ari-iti'!ili<*i  lami"'      "6-  fml°- 


oigitizM  by  Google 


ii  PROEMIO. 

l'uri  mia  un  arrisi.-;  la  mia  proposizione  fu  pi  ni  ita  meni  e  e  ^ra- 
ziosanie.nl  e  arcuila;  ci]  i  mini  libri  fi  quali .  per  alcune 
noi)  prevedute  pcrcliù  i  eramtnlt1  straordinarie  dirns- 
Unse,  non  giunsero  in  Parigi  che  nel  cono  dell'anno 

niiilc  (■.■itoi't.'iilo  Irenta.  Dio  pervenir  ni!  dolevano  il  pii'i 

tardi  mese  ai  novembre  dell"  anno  mille  ottocento  ven- 
tolto)  formano  adesso  parte  del  galli  nello  della  particolare 
biblioteca  di  Sua  Maestà  Luigi  Filippo  1°  re  de'Francesi. 
Ho  premesse  queste  poche  linee  estranee  all'  argomento, 
di'l  ipinlo  .sono  ora  |>cr  render  conio  j  lettori ,  a  line  eh' 
es-i  sappiano  uoine  a  mr,  loivsliere.  suddiln  dì  Sua  Maestà 
I'  hiipi:rnliiiv  il' A  usi  ria  l'enl  inani  lo  !'.  i:  pensionano  della 
'■atledra  di  Statistica  nrllu  itl'Ìu  l'uiier-nia  tii  l'ai.lu'.a.  -iasi 
olTerla  l'opportunità  d'imprendere  e  di  rondone  al  suo 
termine  il  presente  letterario  e  liibHouTali'O  mio  lavora. 

Pre<\  nei  itami  i>  io  iliinipii1  allora  secondo  il  mio  tosliime, 
e  sempre  e, m  :mìieihil  p:,nne.  In  reeia  puSdilira  l'ihlin. 
leea,  e  massime  il  gabinetto  de'niaiiosi.Tilli  ;  oteupundomi 


utilità  alle  scienze  e  alla  ri-pnliblira  letteraria,  e  special- 
mente alla  storia  e  letteratura  italiana,  non  che  di  onore 
alla  illustre  Nazione  posscdilrice  ili  laute  ricchezze. ,  il  dare 
una  descrizione  eenerale  e  particolare  di  lutti.  Non  mi  spa- 
vento il  loro  numero  elle  pur  ascende  a  più  li'iiu  mi  eli;,  in  ; 
né  mi  sgomentai  punto  della  mia  eli,  la  quale  se  non  è 


grave ,  dirà  col  mio  poela ,  |iur  cerio  è  grande  ;  ed  in  quell' 
anno  medesimo  mille  ottocento  ventolUi.  se  117' averne  avuto 
dapprima  0  consiglio,  od  invilo,  o  comandameli  lo  da  chic- 
chessia (ciò  dico  soie  perche  vo'  clic  si  sappia),  spontanea- 
mente io  mi  accinsi  e  risolutamente  all'impresa.  11  diletto, 
eh'  io  m'ebbi  sempre  in  cosi  Tatlo  genero  di  travagli,  ed 
obbediente  alla  ina?siiua  milk  dhs  sin:-  Unni:  dopo  di  essermi 
ritornalo  in  Italia  noli'  anno  mille  ottocento  Irentailne  per 
ritrarne  alcuni.'  pai-titolari  notizie,  eli' tramili  necessarie, 
consultandone  spoi'ialiiiciilc  Ir  f  1 1 1 1 1  ;.=■  I ì r.- J- n_-  biblioteche  ili 
Milano  e  di  Vene/in  ,  lidi  finalmr.nle  il  tumpimcnlo .  ed  ora 
la  pubblicatone  del  mio  lavoro1.  InLonio  al  quale,  e  coni' 
esso  sia  sialo  per  me  condollo,  egli  è  poi  tempo  die  il  Jet- 
tori;  possa  e  deliba  pienamente  chiari  incile.  Parlerò  franca- 
mente, com'  è  di  mia  natura. 

Due  giuste  dimande  qui  subilo  mi  si  faranno;  rispon- 
dendo soltanto  alle  qiiali  io  penso,  che  avrò  soddisfatto 
pressoché  in  [ulto  lo  studioso  lettore.  La  prima  è  questa  : 
F,  forse  clic  In  regia  liibliolcca  non  aveva  di  già  il  cata- 
logo de' manoscritti  italiani?  La  seconda  è  questa  :  Essi 
manoscritti  sono  poi  tali,  che  general  melile  mediassero 
una  sì  lunga  e  penosa  fatica,  «  questa  si  utile  da  reputarsi 


Priiiii|»'  r.ii.  iilin'i  K.i'iiiTi  ,.ir!'i>>  il.'l  ridili.  I .  .mli.  i.lu  Vh'lii-i,.  ili  f.Tlii.ir  ijil'i . 

-11  lo.-il||'Lm  iti  1         i.  ili: .1  itini       ■  ■  ■  : -. 1 1  -  |";'n        I  1.1  il.  i. li-        I. iv  ?  .|.|", 

mi.,  if  ti.l  .rji'i  L  illudi.»  I.lv  ..■•i  <■  ji:  [.■  ■li  1  iciy.i  [Juj  1 1 ■? U-  II'  >euliUmv  .'.1 

:l,  ".■.li  -<  lliniuilir.i  ili  LI'  <■  \ ^-1.' 'il  il  i  ai  l'.,  .-ni.,  i  .  j  l  .i  ili  Si  jl  UL.'ll. 


tutti!  le  notizie,  lo  quali  ne' diversi  addali  lempi  furono  dall' 
intorno  -a*  codici ,  die  sono  nella  Biblioteca  de]  re,  si  come 
da'  signori  de  RocLefort,  Va  uv  il  li  eia,  de  Sacy.  du  Theil.  de 
Keralio,  de  l'Averdy,  de  SatDte-Croix  e  d'altri,  non  si  rife- 
rirono mai  a' codici  italiani ,  ma  soltanto  a' greci,  il' latini, 
ed  agli  orieotali.  Sappiasi  pure,  «Lo  nella  grand'  opera,  di 
cui  dovrò  Far  menzione  uni  appresso  —  Nolices  ci  exltnits 
dusmanascritsdeta  labHol/ièt/ue  ibi  Hai,  non  sì  parla  adatto  di 
manoscritti  italiani;  ma  sappiasi  altresì,  che  fra  tanti  dotti 
e  lellerali.  i  quali  prestarono  l'opera  loro  per  illusi  rari' 
cotale  preziosissima  parte  del  tesoro,  che  rincliiudesi  in 
essa  liiblinlcra,  l'ovvi  eziandio  chi  in  qualche  modo  volle 
prestarla  a' manoscritti  italiani,  e  questo  hi  don  Bernardo 
MoiilGmr.on  nella  sua  —  Bibliolhcca  bibttalhimrum  manm- 
diplomili  nomi,  stampata  in  Parigi  l'anno  1739  in  due 
volumi  in  foglio;  proponendosi  In  essa  di  far  conoscere 
anche  luti'  i  manosa fili  italiani  della  regia  Biblioteca  l'a- 
ngina, cioè  a  dire  tutti  quelli  eh' era  [ivi  al  tempo  suo; 
molti  e  ragguardevoli  acquisti  essendone  stali  fatti  di  poi 
da' zelanti  e  ben  avveduti  conscrvalori  della  biblioteca  ine- 


■    itigli  ocelli  r  51  rr.un'  in  un  <|nadin.  il 

,'.:,<.;p  felli  iviri  |,i.;lif.l:t:i  Hi  , I i,  .1 n  i : s  li" 
te  Cark  V,  compoiiewi  ili  911.  volumi;  atV!  ani 
di  iBipo  volumi;  iicll'  Dmm  itin,  ii-»iioili  Liuti  ni™  XJIlMli  1         :  nel 
n^uodi  l.iilinii-.,  \U- .  ili  jo.ó.in  1  1 1  ■_■  I  i;lio.  11-jiii  ili  Li.iìi.iii  i.  .\V'",iìi  hjc 
en(li7B5,  n^pn  di  Lodovica  XVI'.  di  oro  aw.000.— Oggidì,  dei  nel  Cffl 


Vediamo  adesso  quale  utilità  ne  risulti,  generalmente 
parlando,  alla  repubblica  letteraria,  c particolarmente  alla 
letteratura  o  alla  storia  italiana  per  questa  parte  del  suo 
cataJogo,  che  consecrar  volle  il  Montfaucon  a' manoscritti 
italiani.  Diciamolo  con  francherà,  poiché  la  verità  deve 
sempre  aver  il  suo  luogo,  ma  compiei  insieme  ili  (|in-l 
ri.Hpetlo,  ehe  ime  dobbiamo  ad  un  si  beni;  me  ri  lo  letterato; 
nessuna,  l'ere  mri:|iè  Drilli  li  sa  .  eli  e  dove  Ira  Itisi  di  un  libro 
stampato;  datasi  la  [letizia  ilei  (italo  doli'  opera,  della  liuina 
del  volume,  del!  anno  e  del  luogo  dell'  impressione,  e  del 
mime  dell'  autore  e  dello  stampatoli,  india  più  manca  all' 
intera  cognizione  del  libro,  I.^.ldoic  licitandosi  di  nn  co- 
dice, e  soprattutto  necessarie,  oltre  la  notizia  della  sua 
fonila,  c  della  qualità  della  carta  ed  altra  materia  su  cui 
è  scritto,  e  della  natura  de' caratteri  co' quali  è  scritto,  e 
del  tempo  a  cui  può  attribuirsene  la  scrittura,  ove  ciò  non 
apparisca  dal  codice  stesso;  c  della  quantità  de' fogli  di 
cui  è  composto;  e  della  sua  legatura;  e  degli  ornamenti 
interni  od  esterni  de' quali  per  avventura  tosse  fregialo: 


ile  ccopinìirhr: ,  ■  rti  iiii'd.lpJiL- .  0  di  mencie,  0  di  nielli, 
li,  ad  opini»  didls  più  rinomalo  MiliolecLc  di  Europa. 

ria  cogli  ocelli 


«iij  PROEMIO. 

egli  é,  dico,  soprattutto  necessario,  clic  se  ne  dichiari  ii 
pregio  suo  hi  iniisico,  «  sommariamente  se  ne  dia  il  conte- 
nuto a  fino  clic  io  studioso  lettene,  volendolo,  possa  gio- 
varsene. Ed  in  ciò  appunto,  o  per  mancanza  di  tempo  o 
per  altra  cagione  che.  ih;  avesse  il  Moutlaucon  ,  certo  è  che 
torna  d:  ben  poca  utilità  il  ino  catalogo.  Dcn'  ei  scontra  vasi 

mento,  che  vi  si  trattava,  non  Iacea  che  notare  riempi 
grazia  cosi  :  Anni"  GX-j'i,  i  Trinn/i  ilei  l'elnaro;  linai"  7003, 
la  Commedia  di  Dalile,  e  nello  flesso  modo  intomo  ad  altro 
opere  d' importanza  ;  il  che  veramente  è.  troppo  poco  anche 
per  un  catalogo  ili  libri  stampati  trai  [ondosi  di  autori  clas- 
sici; ma  io  fine,  vogliasi  0  no,  conveniva  contentarsene, 
(•■.-.ch'Io  pur  meglio  giusta  1"  antico  pnn  «rimi  aver  qualche 
cosa  che  niente.  Ma  ciò  clic  ronde  il  sopraddetto  catalogo 
adi  Studiosi  pressoché  inolile  e.  elle  venendo  egli  a  rogis- 
Irare  quo'  rodici ,  i  quali  coni  olirono  piò  scrini  di  diverso 
,1  ironie  rito.  di  Jh  dìo  tempo.  e  dt  di\ci>o  ao'orc .  ne  dà  la 
notizia  con  parole  si  conerà  li  ed  ii  idei  .-'i  ioin.de ,  clic  io  line 
nulla  ti  dicono,  li  perchè  il  lettore  non  dubiti  punto  delle 
mie  asserzioni .  portel  o  in  esempio  sullo  de'  sooi  ocelli  due 
soli  codici .  trascrivendo  ciò  elle  il  Monlla  11 00 n  ne  dice  nella 
lor  desciizione.  Consideri  1:11  puro  il  codice  seduto  nella 
liililiotc.ca  sotto  il  num"  10070  (pagina  del  presento 
volmnc),  e  sappia  elio  onesto  codice,  il  (piale  contiene  ben 
olire  ad  una  ventina  di  scritti  di  diverso  argomento,  e  di 
diverso  autore,  e  nel  .iopraddoLlo  citologo  annuncino  sem- 
plicemente così  :  (Vum°  10070,  Divcrses  inslraetiuns  el  reh- 
lìmis  italkitiìet  furi,  nin'eiises;  e  veggano  un  alito  registrato 


PROEMIO.  ir 
sotto  il  num"  della  Biblioteca  10/178  (pagina  5oq  del  pre- 
scnte  volume],  il  quale  non  vi  si  trova  indicato  che  con 
queste  sole  parole- —  Num°  10478,  Pièces  diverse!  itatiennes, 
e  giudichi  quale  sia  il  vantaggio,  che  per  essi  titoli  risul- 
tarne possa  alle  scienze  c  alla  repubblica  letteraria,  c  spe- 
cialmente alla  letteratura,  alle  scienze,  o  alla  storta  ditali». 
Il  vantaggio  più  grande,  poiché  dobbiamo  sempre  esser 
giusti,  l'ebbi  io  solo  dal  sopraddetto  catalogo;  perciocché 
sema  la  necessaria  guida  de'  numeri  era  a  me  impunibile, 
ed  alle  persone  medesimo  che  all'interno  ed  immediato 
servigio  Ari  Kiiliiiifìlo  pn'.iiiEin  l'opera  loro  estremamente 
difficile,  in  quell'  immenso  mare  di  codici  d'ogni  specie 
e  d'ogni  natura  rinvenir  quelli,  s  quali  soltanto  mirava 
l'intento  mio.  Del  resto  parmi  aver  soddisfatta  a  bastanza 
la  prima  delle  due  dimando,  ciò  e  a  dire  se  aveavi  0  no 
presso  la  Biblioteca  del  re  il  catalogo  de'  codici  manoscritti 
italiani. 

Ed  eccomi  ora  a  soddisfar  la  seconda  sul  pregio  loro  in- 
trinsico,  0  letterario  o  scii'iililico;  e  si;  quindi  meri  lasserò 
il  lavoro,  quale  egli  si  sia,  ma  certo,  H  ripeto,  lungo  e 
penoso  eh'  io  volli  imprendere.  Intorno  a  che  io  credo  di 
averconvcnicutcìiifiili'  risposto,  ricopiando  soltanto  alcuni 
di  que'  passi,  che,  nella  prefazione  della  bell'opera  testé 
nominata  che  ha  per  titolo  —  Aulirci  et  extrails  des  inurcus- 
crih  de  la  UiUii^tiieijin-  da  Rai.  si  leggono  su  lo  scopo,  me- 
todo, e  divisione  dell'  opera  stessa;  poiché  tutti  0  presso- 
ché lutti  parmi  si  possano  applicare  appuntino  a  questo 
nini  Lmm  sui  nt.i  11  os.c filli  iliilhu!  (Min  liiblsult'cii  iiifde- 
sima;  ben  cerio  che  la  cortesia  del  lettore  vorrà  essermi 


,  PROEMIO. 

d'aiuto  qui  e  là  ne.ll'.ipyilicaiìnrii*  uppnrtiiim  ili:'  passi  mede- 
simi. 'Ce  travail  {cosi  luciamo  m'Ha  sopraddetta  prcl'a- 
»  zione),  ce  trincili  n'a  rien  d,'  ci  mini  un  ii\ec  eclui  quia  lien 

■  Miict  des  ridi esses  doni  lontre  nr  seri  qua  iiispiror 
»  io  desir.  Lo  catalogne  dea  roanuscrils  du  Roi  ne  pcut 

■  elleelivemeiil  qu'ipidiqncr  le*  ouvrages  par  leurs  tilres  et 

-  leurs  numéros,  et  ii  in;  fai)  proprcinenl  qu'assurcr  l'eiis- 
»  tence  de  ecs  ouvrages,  et  lai.we  au.\  persoiinc.-.  olili^ees 
«  d'y  avoir  recours  Icssoinsde  les  consullrr,  d'y  rccherdier 

■  ce  ffuc  le  titre  semole  lem1  prorneltre  il'intércssant .  et 
«  soli v cut  le  desespoir  de  pouvoir  l'aire  tei  exaiuen  par 

leur  doigiicment.  (lei  ouvragc  t'era  disp.-irailre  Ioni  incon- 
»  véuieni.  L'ti  sai  ani  eira  :i  uè-  pouri  li  déserniius  proli  Rt  des 
»  tresors  qi»;  reiil'cnlu:  re  dópèt,  et  saura  ce  que  les  ina- 
li miserila  quoti  y  consone  conlienncnt .  ol  d'csscnlicl  eli 
»  om-mèllles  i;l  ii'ii|i|)lie;dili  -  ;i  ses  I  invaili,  à  ses  rcclierclies, 

■  à  son  goùt,  et  roème  à  sa  savantc  curiosili;.  —  Mais  quels 
«qui'  soicnl  Ics  avanta^cs  quoti  peni  -e  jjioiiiel In  di.  col 
.  guvrage,  il  faut  cepondant  se  gallici'  de  eroire  que  lous 

-  ics  manti  scrii  s  que  rcnlermc  i;i  liibliotlieque  du  lìoi  soient 
■■  ctìalemciil  di^ncs  dèlre  eoniius,  et  puisseiil  donnei'  ruu- 
«  liére  ii  des  extrails  c<>alcmi'nt  ciirieui,  égalomcnl  inté- 
«  cessini ts,  C  est  une  mine  où  l'eli  Irouvei'a  des  purrelles 
«  d'oc  mèlees  à  des  mcitaiu  inoins  pi-éeieux  el  à  ime  plus 
■i  grande  quaiitlte  de  salile  et  de  terre  sterile:  mais  quand 

mème  il  s'en  reucoulrcrait  un  granii  [umilili:  doni  il  n'y 
«  aurait  aucim  parli  à  tiier,  ce  serail  encore  rcndre  un 


PROEMIO.  ij 
n  nsscz  grand  service  quo  d'en  bien  constater  l'inutilité,  ei 
•■  J'ii pai^'i iti]1  u  d'uulies  drs  LLLliL'i-chea  penibles  ei  infruc- 
■  taeuses.  ■ 

Seuil  >r  li  [jii  pero  i  ii'  rgli  sia  rissai  di  (li  ri  le  nel  mio  caso  il 
|niU-r  delerunnare  l'assulnla  mutilila  il!  imi'  ci[icm-;i  qual- 
siasi Ira  quelle  clic  mi  l'arò  a  (lesevi vere.  Perciocché,  come 
se  n'avvedranno  i  lettori,  se  potrà  giudicarsi  inutile  tale  o 
[al  altra  opera  (pianto  al  suo  argomento ,  o  quanto  al  modo 
di  trattamelo,  potrà  forse  nini  esserlo  quanto  al  nome  del 
suo  autore,  o  quanto  alle  circostanze  o  tempo  in  cui  fu 

quanto  al  nome  di  qucll'  amanuense  che  ta  ricopiò,  l'cr 
conseguenza,  allorach'io  mi  accinsi  a  questo  travaglio  liij 
Inslo  cniiviiiln  della  neressilà  ili  estenderlo  a  tulli,  ninno 
eccettuato,  i  manoscritti  italiani  delta  Biblioteca;  e  molto 
più  elle  iiileudnsrue  pur  l'are  una  scelta,  n  questa  non 
avrebbe  inni,  a  parer  mio .  il  giusto  mìci  limile,  o  questo 
potrebbe  desiderarsi  ed  aspettarsi  d'allri  più  valentiili  me. 

Ora,  allineili''  il  lellore  possa  vie  maggiormente  chia- 
rirsi di  tutto  quello  che  concerne  l'eseguimeli  lo  dell'opera 
mia,  dirò  in  breve  di  ciò  che  riguarda  non  solo  gli  studj 
che  ho  fatti,  c  le  ricerche  e  le  sollecitudini  eh'  io  adoperai 
onde  conoscere  se  quello  o  tal.'  ulivo  si-ritto,  s;iecialmei:U: 

leriab  dell' opera  slessa  ;  povriorclic.  parlare  de'  suoi  difetti, 
benché  inevitabili,  o  rie'  suoi  menti  se  pur  ne  avesse,  è  con- 
tro natura  di  ehi  la  compose,  non  appartenendo  che  a'  soli 


Oiajiized  by  Google 


■ij  PROEMIO. 

lettori  il  giudicarne,  fluaiil'  è  dunque  al  far  conoscere  «e 
quello  o  tale  altro  scritto  di  cui  do  notizia  sia  edito  o  me- 
dilo, altro  noi)  dirò  -e  non  che  io  ho  l'atto  quanto  Ilo  potuto. 
Oltre  clit;  mi  giovai  rie'  (inni  de'  più  dolli  bililiugL  ali ,  r. 
specialmente  in  Milano,  in  Venezia,  in  Padova  de*  nostri 
enidilisdini  Gironi,  lltlliu,  Fiancosconi  ,  r  Gamba,  dell' 
amicizia  do'  quali  veramente  io  mi  onoro,  consultai  pur  ad 
uno  ad  uno  gli  scrittori  lutti,  che  intorno  alle  cose  italiane 
più  parti  cola  ito  ente  consacrarono  gli  sttidj  loro,  si  come  il 
Mazzuchelli,  1'  Haym,  il  Tiraboschi ,  il  Quadrio,  il  Fosca- 
riiii,  il  Creschnhe.rii.  il  ("itili;! i,  ii  Moreni,  il  Farsetti,  l'Al- 
lacci ed  altri  molti,  non  esclusi  i  cataloghi  delle  più  cos- 
picue prlioolari  biblioteche .  ciò  o  del  Pinchi .  dolio  Sinilh. 
del  Capponi,  del  Thott,  del  Poggiali,  e  in  somma  io  ho 
fatto  tutto  consciencicusement  ;  e  valgami  di  questa  parola 
francese,  che  mi  è  cara  oltre  modo  perché  sola  rende  in— 
tura  il  mio  concetto.  Chi:  se  ii  soprallodntcì  -Ìli.  Gamlia  par- 
lando della  sua  importantissima,  anzi  nel  genere  suo  clas- 
sica opera  della  Serie  dei  Testi  di  lingua  italiana  non  dubita 
dì  dichiarare  nella  sua  prefazione,  eh'  egli  è  un  libro  che 
ninno  forte  arrischierà  mai  di  leggere  da  capo  a  fondo,  tanto 
più  debbo  ciò  asserire  del  mio,  com'  é  ben  per  se  ma- 
nifesto. Quindi  volendo  io  pure,  eh' ci  aggiungesse  allo 
scopo  per  cui  fu  fatto,  cioè  clic  per  esso  se  ne  avesse  una 
qualche  reale  utilità,  deliberai  di  comporre  tre  tavole,  per 
le  quali  potesse  chiunque  facilmente  giovarsi  di  lutto  il 
contenuto  del  presente  volume ,  cioè  di  tutto  quello  che 
fosse  conforme  alle  particolari  sue  indagini  ed  alla  natura 
de'  suoi  studj  ;  ed  imitando  l'esempio  di  qualche  antico 


PROEMIO.  >ìij 
scrittore  piacquemi  ordinar  esse  tavole  copiose  cosi  nelle 
lor  citazioni,  die  queste  fossero  bensì  al  di  sopra,  ma  non 
mai  al  di  sotto  delle  occorrenti. 

Ed  eccomi  al  fine  di  questo  proemio,  o  più  veramente, 
come  dirà  taluno,  di  questa  lunga  dicerìa.  Ma  dicasene 
pure  tutto  ciò  che  si  vuole,  io  non  farò  mai  fine  seni'  aver 
dapprima  soddisfatto  ad  un  obbligo  strettissimo  eh'  io  con- 
trassi verso  tutti  indistintamente  questi  signori  conserva- 
lori  della  regia  pubblica  Biblioteca,  i  quali .  incominciando 
dai  chiarissimu  Ymi-lYaet,  io  non  ne  so  il  perchè,  essi  siri 
veggano,  ma  certo  per  generosità  loro  e  fortuna  mia  .  ado- 
perarono sempre  verso  di  me  tali  e  sì  fine  cortesie,  che 
quasi  io  n'  era  per  essi  considerato  più  qual  loro  collega 
o  confratello,  che  <maì  forestiere.  De'  quali  tratti  di  bontà 
ognuno  vede ,  che  più  particolarmente  io  ne  abbisognava 
al  gabinetto  de'  manoscritti;  e  fu  là  veramente  dove  mi 
furono  largamente  profusi,  non  solo  per  l'estrema  genti- 
le/./a  (II*'  chiarissimi  cunsei'valori  Cliiiiiipollioii-Fiijeiii;  i'tl 
Hase,  ma  altresì  da  tutti  que'  signori  che  all'  interna  dire- 
zione del  gabinetto  medesimo  prestano  l'opera  loro.  Ira' 
quali  il  sig.  Paris  ha  certo  un  diritto  vero  alla  mia  memoria 
ed  alla  mia  gratitudine.  Ora  fo  fine. 


DigiiizM  Uf  Google 


AVVERTIMENTI  E  DICHIARAZIONI. 


il  numero  ch'o  so|ira|iiH*tu  all' 1,13.1  ii^„  ili  .-ij»  ..lict  .■  ijm'Nii  «Ita 

,  ili  il  ti-ilii'i:  fla  hl;^[i,i[ij  iti-Ila  IlibNoli'La. 


-I;ip,i;iI.i  SHUniliianitiil''  la  |ia'ii-i,'a         Irll'i.i.  i  .[Mali  ji.'i...  rimi,'  ui'.uiui 

 '.!'.■:■  ,111'.  .  |i-  ■  I  -llirji,    li  l1.-  I:-  I  r.,ilr  !  i  .Sin!,,  ,!i-l.lra  !■■ 

In  li  la  i:  ;i  ilirkiarj .  i-bn-  «■  jii-iIli  i  r-irnii  i  '  i  li  <[.■'  ioirli  !'u  j<lr.|ii:iau  I;,  |.||.  panili- 
■I:li",n.;  .  ri-i  :u  |:r  inili-viiii.-.  I  ri|.-..l.i:  i-  ì  |-:,--:  'lidi  t-ÌIImi.  r  Ila  |,nr  i,, 
fcrip  il  tptlnre  eli?  l^li  '|iu  -i  I.-^imi.i  ■.■  ■  -.Ln  Trilli  ne  rodici. 


DESCRIZIONE 


DE'  MANOSCRITTI  ITALIANI 

DELLA  UlltLIOTlìCA  DEL  RE. 


i.  La  Divina  Commedia  di  D 


Allighici.  Il  lesto  vi  è  dispaio  a  due  colonne,  a'  margini 
libile  ij'juii  iin'io  ali-imi  lire  vi  i-cincrili ,  o  pini  lo^.tn  lutino  iri- 
ttrprctaiiom.  Leggeri  in  -ni  principio  in  caratteri  rossi:  «Qui 

■  comincia  lo  primo  cuoio  della  prima  come-dia  di  Dante 

■  ili  l-'i:-™?.!'  n-;  I  qual  la  proliemin  di  tutla  la  sua 
-  opera  et  tracia  dell'  anime  clic  vanno  in  inferno  ordinala- 
«  mente  et  delle  loro  pene  si  conio  appare  per  li  capitoli 
«  inS'rasmpli-  ■ —  K  nel  fini»  ilei  codice  li'g^i'.si  così  :  ■  Kipiicit 
..  Ubc-r-  Danila  Alli'-hi'rii  ilr  rinri'iili...  Amen.  Di'ti  griilias. 
.  Amen.  •  Quanl'  e  al  cemento  (scritto  con  caratteri  sì  minuti , 
eli'  b  quasi  abbisognava  della  lenlc  per  leggerlo)  non  potei 


i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

reputarla  fatica  di  multo  studio,  o  di  grandn  ingegno.  Per 
esempio  :  .Nel  mezzo  del  eammin  di  nostra  vita . —  hi  medio 
durami  haitiana  vita.  —  ■  Mi  ritraisi  in  una  selva  oscura  ■  — 
In  eia  tenebrosa,  ce.  Quant'  è  poi  al  lesto,  parvi'ini  geueral- 
mcntc  parlando  di  buona  lezione;  anzi  notai,  che  i  famosi 
versi  del  canto  xsxm  dell'  Inferno: 

Riprese  il  tftschio  misoro  co'  denti 


ia  quale  lezione  ò  orinai  ricevuta 
la  forza  de'  denti  d'un  cane  non 
accingersi  a  forare  e  stritolare  u 


accadde,  ebbesi  talvolta  ,,l  ioiralienere  cor,  Innube  e  diuturne 
meditazioni  quaìclic  illustre  letterato.  Essendo  a  me  affatto 
iuipoHMlilie  di  l'are  .'dlrrlhnto  intorno  ai  coprono  numero  di 

iinliclii  n.iilin,  din'  flcllii  Oiiiiiii  Gj  li.i  ii  i-iistodiscomi  in 

questa  regia  biblioteca,  non  che  intorno  ad  un  solo,  mi  de- 
terminai a  tenermi  contento  dello  trascrivere  (se  non  di  tutti , 
almeno  di  quelli  die,  fattone  no  po'  di  studio,  parevumi  il 
ni  cosi  i-i. oh-  vi  si  limono  sciite  le  din;  c.eli:ti:i 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE 


3 


tli:'.  nr.o  ì  hr.lltoliii-  Spvra  ciascuno. 

I;.  duo  'I:  ii  dii.i'ini  dacché  Fair  niortii 

Poiché  '1  dolor  potè  più  clic  'I  digiuno. 

Quand'  chlic  delio  ciò,  con  gli  occhi  torti 

Ilipir-e  'I  te.-rliio  misero  co'  denti. 

Clic  forar  l'osso  ooms  d'un  con  Forti. 
]  due  ultimi  versi  specialmente  dello  quali  lenirle  danno  an- 
cora incentivo  alle  quistioni  fra  i  letterati;  i  quali  potranno 
ricorrere  ad  UDO  o  tal  altro  codice ,  che,  anche  giusta  il  saggio 
daini»',  liiM-e  a  lenersi,  seiamdn  il  Imi:  pildifiu,  in  iinigf(inro 
pregio,  e  perciò  a  se irnij-:;  od  al  memi  a  consultarne  la  livaone 
ani  lumini  spriaii7.ii  ili  t ranni  [rutto  maggiore  sopra  degli 
.ilh  i.  Mi  -.rullila  intimici  jH'l'T  :illi  r  v  rs.'ero  il  I i i>>  pre- 
sente uno  de'  migliori  chi;  della  Divina  Commedia  si  conser- 
vano in  questa  biblioteca. 

6875. 

:i.  ).  Trionfi  (li  Francesco  Peli  urea  comerr.ati. 

Mfailiranoceo.  jeculn  il",  in  foglio  grande,  caratteri  tonili,  ili  snffirinili- 

Senni  in  questi  i  liei  (  ori  ire  i  Trioni!  ilei  IVliareii  col  collidilo 
ili  Beili :i rilo  lllicinio,  adorni  tutti  di  una  miniatura  della 
grande-™  .Irl  loglio  ;  e  In  nel  ir  non  possa  dirsi  opera  d'  urte  Li 
più  squisita  quanto  ai  disegno,  pur  n'  è  assai  commendevole 
la  composizione,  ed  il  e.ulorìlo.  l'eccatn  die  la  prima  minia- 
tura sul  trionfo  d'  Amore  non  è  più;  e  eertamente  vi  sarà 
itala;  ina  tal  è,  generalmente  p.irlmnlo .  il  ilesino  ricali  an- 
tichi cniliei  ornali  ili  Indie  miniature.  Ir  quali  damili  ucci- 
sione spesse  volte  agli  amatori  di  cedere  alla  tentazione 


Digiiized  oy  Google 


4  MANOSCRITTI  ITALIANI 

d'impossessarsene.  Il  cnineiilo  dell'  llliriiiio  è  tradotto  in  frau- 
c.i'si!,  et!  Il  tcflij  t!i']  («mi.1!  è  nel  suo  ori  cimi  le.  l'rcci'de  un  proludo 
del  Irati  a  111)  re.  e  ,ippv!'.^:i  emiimcla  il  piolo^o  del  ffiH'.enlali  -tv. 
eh'  c  seguitalo  ilal  suo  computo  come  leggesì  in  lutici  i'  edi- 
zioni, che  lo  pubblicarono.  La  scrittura  a.'  è  tanto  accurati 
quanto  yiMndt'  In  la  par.ifuia  rie!  Ii'adutlore  di  un  COmento. 
rlie  oggidì  certo  non  si  riprodurrebbe  più.  Ma  quanto  al 
lesto  del  poeta  dico  il  veni,  maravigliai  non  poco  nel  rico- 
noscerlo cosi  bini  corretto  come  potrebbe  desiderarsi  se  scritto 
fosse  da  un  Italiano  e  studioso  amatolo  e  coltivatore  della 
lingua  nostra.  La  lezione  è  buona  pressoché  da  per  tutto, 

6996.— 6097. 


Il  primo  volume  (con  qualche  parte  dei  sccoudo)  contiene 
il  vecchio  Testamento;  il  secondo,  il  nuovo.  Ogni  libro,  anzi 
<ii;iii  capitolo  di  n;i«-im  li  Imi  di  ■:!.'■'  Uihliia  e  pivi.(  (|Ulo  da  un 

pilolo  stesso.  È  questa  ia' traduzione  della  Bibbia,  posto  in 
Ime,  del  M.dri  ini,  ed  ìm|iiI  -cri: la  i;it.ni!n  I>:i.-.i.i  dd  urentemente. 
An/.i  iti  ledendone  i|iij  l,i  alcuni  passi  potei  conoscere,  che 
.i.i-i.ii  più  fi  ondi1  e  il  ii!iiin::  'j  di'eji  errori .  li l ■  occurr-ero  nelle 
vecchio  iidi/.iiiui  della  jiir-cnte  opera,  r.be  non  sono  in  questo 
endice;  il  [piali'  nel  ca-o,  però  miti  probabili' ,  clic  si  volesse 
ristampare  questi  vtil';-.irii'.janifn,i)  mi  -emina  die  potrebbe 
consultarsi  con  qualche  Trullo. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  KE. 


G998.  — 6999. 


4.  La 


Bibbia  tradotta. 


[>...■  .,:l:i:nì  mr'inbranam,  in  foglia  granile.  curali.,  i  l'Urli.  -:i^ln \:".  eli  In  .1 


antecedei]  le,  3;  ma  qui  è  scritta  coi:  magiMm'  diligenza.  In 
line  del  primo  volume  lesesi  tosi  :  »  Completimi  est  hoc 

■  opus  p.  me  liiilii'iii  Micolauni  de  Ncrittmo  ordinis  pia'dr- 

■  caloruin.  Anno  do.  lifili  di.;  ultimi  ncli:!iris.  indici,  xv.  » 
Ed  in  line  del  secondo  volume,  compiuto  il  libro  dell'Apo- 
calisse, segue  una  tavola  contenente,  alcuni  vocaboli  ebrei 
tradotti  in  latino,  e  dal  latino  in  italiano.  Dopo  dì  questa 
tavola  ne  succede;  un'  altra  degli  argomenti  de'  libri  tutti  si 
dui  vecchio ,  che  del  nuovo  TfiHliiuu'iihi,  e  cori  (piemia  invola 
si  dà  fine  all'  opera. 


5.  Volgarizzamento  della  terza  Decade  di  Tito  Livio. 

.  ;ll  :';t3ìo  ^mvlp,  n  iUi^     1 1  ■  1-.11  e :  i  1^-jlIj  ,  -im!m  ^^  ■.  jil.l 


Si  dà  principio  al  endice  cosi,  come  v-^ii:  :  •  [nc:.-uuit;.:i;i 

■  il  primo  libro  de  la  terza  Deca  de  Tito  Livio  Padovano 

■  dello  guerra  seconda  stata  tra  li  Romani  et  lì  Cartaginesi. 

■  Et  primamente  il  proemio  de  l'autore.  ■  Dirò  in  pure  ili 
questo  volga  ri  izamenlo  ciò  che  trovò  scritto  1'  Andifmli  in 


della  qi 


7000. 


fi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

torta  c  quarta  Deca.  Roma  appresi»  (d  Palatìo  di  ttm  Marca  1I76; 
'«>'  ('In'  qnoslo  |iri]]ii)  liln  u  d i'l Ìjì  le™  llorado  conleriiilo  nel 
presento  endice  è  assai  bone  voi  j.'arir,  iato,  e-  sembra  esso  pure 
prima  dei  Villani,  Do  un  piccolo  sa^io  (lei  rommeiamento 
rial  capìtolo  XIV°,  onde  se  ne  possa  giudicare: — .  Mentre  citelli 

■  r.um.im  i!  i.Tiipo  mllc  lciralioM  concimavano,  le  quali  in 

■  lina  parte  et  ora  in  un  altra  mandavano  Cannibale  perciò 
-  elicili  suoi  cavalieri  faticati  aveva  nelle  battaglie  et  nelle 
"opere  diede  loro  riposo  per  akpianii  di  avendo  io  guardia 

■  dolio  vi ;ì r«!  "I  ilei ì.i II  ri;  i:|).'r.'  ili.pitìlii  sia t ioni,  oc.  Peccalo 

die  questo  bel  codice,  dico  bollo  quanto  alla  sua  denatura, 
sia  mancante  nel  line! 

7001. 

6.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Allighieri. 

Membranaceo,  in  foglio  grande,  élnUeri  seniigolici,  molo  >t*.  e  forse  siv".  di 

Per  lo  stile  coti  cui  sono  condotte  le  miniature  elio  ador- 
nano la  prima  pagina,  sembrami  poter  asserire  essere  forse 
.ila  in  scrii  In  il  pie  ioni  e.  codilo  a'  lem  pi  del  pocla,  0  poco  dopo 
i  tempi  suoi.  Principia  in  questo  modo: — ■«Incomincia  la 
Comcdia  ili  Danio  Alloeliiiri  noda  Morcnlino  nella  quale 

■  tracia  de  le  pone  ci  prinimonii  ile  vilii  o  demeriti  e  premii 
■■  de  lo  virludi.  Canio  uno  do  la  prima  pale  la  quale  si  (dilania 

■  Inferno  ne  la  quale  laUtore  fa  probemio  a  tutta  lopera.  a  E 
termina  cosi,  corno  leggi'*)  in  fine  dell'  ultima  pagina:  — 

■  finito  illiliro  di  Danto  Allo^iìeii  pocla  Morcntino  d  quale 
.passo  di  questa  vita  ne  la  eilti  di  Ravenna  il  di  di  Santa 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  - 
■  Croce  adi  imi  del  mese  di  siatcmbre.  Anni  diii.  m.cocasi. 
•  Ladini  anima  requicscat  in  pace.  Deo  yratias.  Amen.  Aiiicii..n 
—  Ho  Itilo  qui  là  allentamenti'  alcune  terzine,  e  polei  co- 
noscere che  il  codice  fu  scritto  con  da  un  amanuense  soltanto 
'li  professione,  ma  da  persona  letterata,  c,  se  pur  non  era 
tale,  con  somma  diligen/.ì  e  pa/.ieu™  spiandolo  da  quel 
manoscritto  eh'  ci  teneva  sotto  degli  occhi,  e  che  certo  era 
ili  buon.'!  denatura ,  poiché-  timi  accaddrini  di  trovar  in  questo 
il  jiii'i  piccolo  eniirc  di  scrittura  ;  e  quanto  ad  ideimi.'  Ic/.ioni. 
le  quali  danno  ancora  die  dire  a'  letterati  fv.  cii  che  s  è 
detto  del  codice  a"  i],  sono  qui,  |n essocliè  tulle,  come  si 
leggono  ne'  più  famosi  manoscritti,  e  nelle  moderne  edi- 
zioni le  più  accreditate.  Credo  per  tanto  poter  a  11  e  miai  e 

de'  più  corretti  codici  di  Dante  di  questa  biblioteca  i  e  ris- 
tampandosi,  si  come  accadi;  ben  Ice  qnrn  teme  lite,  la  Divina 
Commedia,  vorrei  consigliare  l'editore  di  consultare  anche 
il  presente  codice. 

7002. 

7.  La  Divina  Commedia  DÌ  Dante  Aditili  ieri. 

Ciirt.ir        ìli  filali:,  iir  h-,  H  1 1      m ' .  i  .r.el.Ti  ..mi  '.i'.Li  1 .  ]■<■[!   i.nv.iW 

Comprende  questo  codice  la  Divina  Commedia  di  Dante 
Alighieri  con  qualche  comento,  però  non  nuuvo,  intorno  ai 
primi  dicci  capitoli  dell'Iuferno.  La  lezione  generalineiile 
parlando  6  poco  sona,  e  si  conosce  in  vista  die  la  scrittura  e 
di  un  amanuense  poco  insiniifo  e  quasi  all'alio  ieriuraule 
della  lingua  nostra.  Principia  senza  più  ;  •  Nel  mezo  del  camiti 


8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«ili  nra  vita-  e  termina  col  verso  ultimo  ilei  Paradiso: 

Lamor  clic  movclsole  e  laltre  sielle, 
«■ni'  alcun'  altrii  inilii'aiitmc  iif  ili  eòi  scrissi;  il  codice,  sic  del 
tempo,  o  del  luogo  in  cui  fu  scritto. 

7002'. 

8.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Alighieri. 

V-Tjil.r:.i:ùii':..  i:i  l.-^li..  ^rl.i:.l  c-.ln         .-.irùll.Ti         I  L'Hill,  ili  i.n.,nj 

In  sul  coni  ine:.-,  meniti  di  i-iasi-ona  rifili;  !re  cantiche  ò  una 
grande  niiiiialura  ad  oro  f  colmi  allusiva  all'  i.rgMiiif ulu  p,ir- 
titolari;  d'  ognuoa  d'  essi:  cari  tic  In;.  Ma  a  dir  vero,  dall'  essere 
tpiestc  miniature.  ì>en  conservale  in  fuori,  non  può  l'arsene 
lode  alcuna  riè  quanto  alla  «imposizione,  nò  quanto  al  di- 
segno ,  né  quanto  al  colorito.  Tutto  le  grandi  iniziali  dei  prin- 

nin  c.i i-allori  flimrsi  ih  quelli  con  cui  e  senile  il  codil  i',  fjuc.slc 
.iiiiiiilii'/ioni  :  —  Miu-flli  Muli  il  umininuu.  I!  appi-esso  un  po' 
al  di  sotto,  i:  con  altro  car-allerc  :  .Yri'ii:  .ìmiuii'n  lìissaigha  Ca- 
umiilì.  Situi  (iiniui  Cf/.si  '/  Julwni  il"  Urla:.  Comincili  il  codice 
i  oli  in  la  limila  ni:  ili- li  ci  ile  gii  iirciunenli ,  uni  lindissimi  perei  lè 
ili  una  linea  o  poco  più  ci  nidi  cileni: .  di  tu!:'  i  Ciipiloli  rifila 
Divina  Commedia.  Dopo  di  essa  tavola  t  un  indice  de'  primi 
versi  d'ogni  capitolo;  ed  in  fine  di  essa  tavola  sono  in  com- 
licnilio  li:  uotiiie  storielle  sulla  nascita,  morte,  c  scpultura  di 
Dante.  11  testo ,  preceduto  da  un  prologo  iti  Ialino,  i  scritto 
in  una  strettissima  colonna  nel  mezzo  della  pagina,  no'  cui 


DELLA  ISIUL10TLCA  DEL  RE.  „ 
margini  sono  de'  ben  lunghi  conienti,  essi  puro  lutti  in  la- 
tino, sì  come  nel  codice  n°  1,  dove  perù  s'  è  velluto  essere  assai 
brevi.  Omeltcndo  (li  far  parola  intorno  ad  essi  conienti,  i 
quali  veramente  mi  parvero  tanto  noiosi  quanto  scipiti ,  6  più 
importante  dir  qualche  cosa  intorno  alla  Iciiono  del  lesto. 
Aneto  qui  trovai  quel  verso  scritto  si  come  nel  sopraddetto 


Genera  Ime  11  te  parlando  riscontrai  pur  in  questo  codice,  non 
diro  pressoché-  (lille,  fc.nn'  mi  coi!iec  ci"  fi,  ci:.1  lieusi  limili» 
e  multe  di  quelle  linone  e  sane  Iciioni,  die  orinili  universal- 
mente sono  siale  rici-viiie.  Sccuiuloclic.  leijgi'si  nel  fine  di 
questo  coi  lice,  ci  ilovrebiie  riferirsi  al  sccolj  \i",  ma  uvvcrinemi 
di  scoprire,  come  farù  adesso  vedere,  che  non  al  iv°  ma  al 
xn°  secolo  delibasi  iillribuirne  la  scrittura.  In  fine  dunque 
del  codice  ìcggousi  ir.  caratteri  cessi  queste  parole:  liipliat 
liber  Danti,  si-4  unni  Dni.  MCCCCWIVniI,  die  vidimo  unto  mmù 
fibntariì.  Chi  non  direbbe  per  tanto  essere  questo  un  codice 
del  xv°  secolo?  Ma  il  fatto  si  è,  clic  svolgendolo  io  qua  e  là 

nel  li  lei  eneo. ■din  sopra  'a  scrollila  eanVea,  cioè  su!  Pur- 
gatorio, col  earullere  stesso,  •■  tenia  dubbio  l'identico  dei 
tomento  mede.- inni  questa  aoiioLiiioiie  :  dose  ci.  liìni  dic\  marcii. 
iWcrlcucui  Itrlttt .  commetti,  sii/).  ■)..  mille.  cf/ìHtittid.  V'ugliaum 
dunque  dire  clic-  questo  cimienlainrc  abbia  spesi  45  anni  nel 
r.on  lei  ilare  la  ter/a  cantica  ilei  Paradiso,  o  l'amanuense  nel 
trascriverla?  Ciò  -arelilie  rìdìrolo.  Oppine  ohe  il  fomento  sul 
Purgatorio  sia  stato  fallo  e  compiuto  nel!'  anno  i3o.i,  e  che 
quello  sul  Paradiso,  fallo  d'altro  cementatore,  abbia  avuto 


io  MANOSCRITTI  ITALIANI 

caratteri  del  lomento  sul  larari™  e.  i  conienti  stessi  fossero 
[li verni  da  quelli  sul  Purgatorio,  Ma  cosi  È,  clip  la  penna  e 
per  (igni  riguardo  la  iliwi  rial  principio  (Ini  codice  sino  al 
line  :  ti  li  il  r[  li.-  nini  rimani'  il  poter  [lini  se  non  i:.lii'  la  sopraddetta 
snlliisiii/.inm':  li'.ijiii.  il  HI;  r  Dmilis /uh  mimi  Dui.  in.ri  i. ru  llìi,  co. 
sia  siala  illuminila  posterioi  niente  'li  proprio  arbitrio  ila  [inai- 
mi accorsi  ]>prtt>  che  Il  carattere  .li  essa  sottoscrizione  imllii  lia 
i-luì  fare  con  jjli  altri  caratteri  tu;;  i  usi  oli .  olle  si  scontra  tiri  nel 
endice  sileni  se  si  (osse  anoihit'i  delia  urijiirsjilc  rrl  autentica 
[lata  uri  finn  del  Pureatorio,  non  sarcbk'si  posto  in  si  aperta 
con  trai  Idi  iione.  \  olii  un  |in'  il  il  rattencrmi  su  questa  scupcrla 
clic  aweiiiiemi  dì  fare  della  vera  dala  del  presente  codice, 
perc.hù  in  tujini  sempre  oltre  modo  cara  tjuelia  sentenza,  che 
■inalilo  pili  l'atipia  f';  vii. ina  al  .suo  l'unte  Ijnto  più  pura  esser 
ilcliiia.  i:  ii  in  !■!;[■  i;^nl  ri^nl.-i  patisce  i  navanni'i  e  si  mia. 
un  anpu  anelli.'  vicinissima  a;  propri»  tonte  può  esseri;  per 
ipndclie  aeeiilente  latta  torbida  ,  eosi  un  endice  de'  pili  vicini 
al  tempo  deli'  amor''  pur.  essere  malmenato  da  uno  sciocco 
amanuense.  Ma.  iteiieralmciitc  parlandii.il  latto  È  per  noi . 
e  I' esperienza  A'  ordinari»  eel  la  \edoro.  Panni  dunque  poter 
coiichiurlero.  special  nienti'  per  1'  esame  eh'  io  no  ho  fatto, 
che  riporsi  dc^ba  pur  questo  fra  1  bulini  [salir  i  di  Dalile,  de" 
quali  i  ricca  la  liiblioleea  Parigina. 


DiqiiizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE. 


7003. 

9.  Il  Canzoni t'ii:  ili  Fisotoro  Petrarca. 

Leggcsi  in  su  la  prima  pagina  tosi  :  Cominci,!  ,1  prime  Uhm  di 

Francesco  Petrarca  col  exposllioM  di  Francesco  l'iaklph».  Smetto 
primo,  ce.  Circa  al  cemento  niente  io  dirò,  essendo  ben  nolo 
per  le  molte  impressioni  che  ne  sono  slate  latte  -penalmente 
verso  la  line  del  secolo  If  '.  Quanto  al  testo,  non  è  veramente 
de'  più  corretti,  e  chi  scrissi!  sa  pei  a  ben  [meo  di  lingua  e 
meno  di  poesia.  i\i>t.ii  però  che  d  coiricnlu  l"n  ricopialo  dir: 
vie  maggiore  alten/.ione  del  lesto;  per  cui  in'  indurrei  a  cre- 
dere che  forse  ii  codice  sia  stalo  scrino  a'  giorni  ilei  riiello 
medesimo.  Mancano  alcune  carte  in  line. 

7004. 

10.  Il  Decamerone  (li  Giovanni  Boccaccio. 

Cnrl.nn.        (■<!.•  r:r..iiilc.  *r<7«ia  '.r.  .  dm-  n'Irmi'  h  .i-HL-.r-  c^-À  I  'u.  :l: 

Incomincia  il  rodicr  tedia  lavaLi  de'  l  il  oli  ed  arsomi-riti  de;  li' 
novelle.  Si  di  principio  al  proemio  con  le  seguenti  parole  : 
hchonància  illibro  chiamato  Dcchamcmn  principe  tjlmicviiu  uri 
ijunir  si  r7(iui(rjiipni)  citi"  iiuri-lie  é-lU'  Jn  setti  Jniine  e  (re  giovani 
nomini,  ec.  Non  posso  dire  che  generalmente  sia  scorretto 
questo  codice,  ma  non  mi  parve  rhe  meritar  possa  min  studio 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
particolare,  t.  stato  copiato  con  molta  fretta;  cià  die  facilmente 
desuntesi  non  solo  dal  carattere  stesso,  che  poco  a  poco  va 
impicroli-iiiloii  e.  divenire  nini  chiaro  e  piacevole  all'occhio, 
ma  altresì  perdio  verso  la  line  accaddero  spesso  emissioni  im- 
portanti di  parole,  ciò  che  ne  rende  in  molti  luoghi  se  non 
affatto  iliìutelligiliile.  reili,  assai  oscuro  il  senso. 

7005. 

Il,  11  Filocolo  di  Giovarmi  Boccaccio. 


La  prima  p;i<riii;i  è  or  ini.:  d'  min  miniatura  a  eol'iri.  i:  nella 
gl'ini,!  granile  iniziali!  è  il  lilraUn  ilei  llor'.neeio  clic  tiene  il 
Dccamcronc  aperto  fra  lo  sue  inani.  V,  vestito  si  come  costu- 
matasi a'  suoi  tempi;  e  quanto  al  lavoro  del  pennello  «in- 


Egli  è  ben  vero  che  cinesi'  opera  del  Boccaccio  non  è  che 
frutto  de  primi  suoi  studj,  o  che  pochi  giudicheranno  hene 
speso  il  tempo  per  darne  con  I  aiuto  di  questo  codice  una 
novella  risLampa,  ma  è  vero  altresì  clic  degli  uomini  grandi 
lievi-, l  riiasetili  lavino  li-nere  io  pregio ,  se  rimi   per  nitro  per- 


DliLLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i3 
chè  ci  fa  conoscere  i  progressi  della  lor  mente.  Termina  il 
radice  cor.  queste  parole  ;  l 'ìn\;.--;  i!  r/aintc  ci  ullinia  liliru  di 
l-'ìlocoh.  Dro  ijraiiiu,.  <\mm.  Dopo  le  quali  parole,  da  penna 
differente  ma  con  carattere  di  quel  tempo  (  semtiraiitLuiii 
scrilto  il  codice  verso  i.i  line  del  incoio  siv'J,  loggonsi  questi 
brulli  e  misteriosi  versi  ; 

Ben  a  la  testa  vota 

Chi  sen divota 
Dove  so  volgo  ruota.  Nola. 


12.  Lezioni  di  geometria  e  di  forti  fica  doni  militari;  opera 
di  Giovanni  Scala. 

<_.ir:a.v  ..  lil  l-.^i.:-  filili.- :  'r.v.-.tlrii  r^r.'ni .  ■  ■■iik-  nr.  -.-.n  k  Ii::ie  r     1. 1 1 !  jì  .  In- 


Fu  scritto  questo  codice,  come  vedremo,  nel  secolo  svi", 
0  seni  lira  veramente  esH'>/i<  I'  ini  libraio.  Sul  |  n  i  nei  pio  >'  ili  Li 
seguente  semplicissima  ti.Hli.-.ìti'i ■;■  :  ,U\  ìw.s  dr  ina  hi-lh  mai- 
tresse. i568.  E  nel  lìce  del  volume  leggesi  così:  Finis.  Jeanne* 
Scala  matienuUicos  ferii  liomv.  Aimo  Domini  mblmxyiii.  L' opera 
è  tutta  concernente  1'  arte  militare,  e  segnatamente  sulla  cos- 
truzione e  difesa  delle  forteize .  si  come  il  dimostra  nella 
prima  pagina  questo  titolo  :  .  Operalioni  bellissime  di  geome- 
■  cria  appartenenti  alle  cose  che  scfr-jit.n:o  pur  lo  fortezze.! 
[.'accuratezza  con  cui  sono  slate  eseguite  le  ligure,  la  fran- 
chezza con  cui  sono  esposte  le  lezioni,  la  sottoscrizione  nel 
fine  del  volume  qui  poco  sopra  riportata,  e  possiamo  anche 
aggiungere  quella  dedicatoria  che  pur  è  dello  stesso  carattere. 


,4  MANOSCRITTI  ITALIANI 

e  die  non  pare  probabili;  isserò  fatta  e  inciirilta  da  mi  ama- 
nuense, iii!|i>  f.ic'i  mi  purla  .1  crederi:  clic  il  codice  sia  .slato 
scritto  di  inailo  propria  dell' autore,  dei  qnair  è  «ìà  nota  l'opera 
stampata  in  Roma,  clie  liaper  titolo:  Delle  fortifica  sioui  marma- 
tili,, .  ri-i  (|iiaìclLr  altri:  lavorìi  citato  rial  Marini  nella  ina 
Biblioteca  delle  fortifiauioni. 

7006'.— 7007". 

l  'i.  Trattato  di  Vitale  Giordani  stille  acque  correnti. 

Il  primo  di  («si  codini  lia  qiirslit  lil..iii.>  :  't'ntUnr»  ildll  anturi:  . 
moto,  e  misure  dell'  acqua  coirmi!,  l'arie  prima,  ec,  di  Vitale 
triul-iltliii  Jti  /ipriti,  ;  dnlic.audiiM  l'opera  —  All'  Ulna,  et  Eucll' 
5if  Gio.  finti".  Calbrri.  e  contenendo  i  primi  quattro  libri 
dell'  opera  -.lessa.  Il  .secondo  comprende  gli  altri  quattro,  e 
termina  con  un  iodiee  generale  delle  materie  trattate  in  tutti 
due  i  volumi,  ì'u  questo  Giordani,  come  risolta  dalla  trillerà 
de.dicalnrin,  nominalo  IiiUoit  di  maleoiatira  urli'  Arcadi-min 
francese,  eretta  il.  IW  da  Luigi  XIV"  per  l'istruzione  della 

che  di' Roma  fu  mandato  dall'  autore  al  Colbert,  e  tutto  mi 
vorrebbe  lar  ci  ri  le  w  esser  qucito  codice  l'autografo,  non  solo 
per  la  sottnscriiione  dell'  autore  io  line  della  dedicatoria,  eli' è. 
della  mano  nu-dcMimi  di  tutta  l'ojn-ra,  ma  air,  resi  perché,  il 
(Ijiii-dani  ,n  n  i ii a'  i-nlto  un  ani. imi;  use.  mi^liorr.  tioiimnipir 
sia  di  eio,  pare  the  il  personaggio  slesso  cui  fu  offrirlo  questo 
lavoro,  eh'  io  non  conosco  a  stampa,  si  come  del  medesimo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  I\E. 

ammisi  mluwi!  uh  ni  opera  aitala  dall'  llajut,  possa  [in  na  ine 
l'imporlao/a  ni  li  oiuiiUi,  ma  i  dotti  ne  eimlii  lieraiinn.  Quaul' 
è  poi  a  ciò  clic  concerne  lo  stile  con  cui  è  scritto,  posso  dir 
IVaiir.aiiiiijitd  clic  non  v'  Ila  |iuiilo  di  lassuoiigliaur.a  allo  scri- 
vere elei  Galilei. 


i4.  Epistole  di  san  Girolamo  volgarizzate. 

Principia  l'opera  i  oli  la  (avuti  dell'  rpislele  in  tp  lesiti  inocki  : 
Comincia  la  tamia  Me  miriche  delle  pistole  (clic  sono  108)  del 
bealo  messere  sunto  (.'t  io  fu  .'!■■■>  tru'iotn!:- ili  ialino  in  riieyctrt  />.  noli! 
inumo  sor  .YiV/iufiu.  Diberto  ilo  San  (iimininno  oitUidiioi  joneuiiioi. 
li  finisse  ìl  volume  con  le  pai  olo  sezioni!  :  Qui  veipsil.  serilml. 
et  semper  cnm  Domino  riY.-.f.  l'eo  •irulins.  Amen,  miuius  stripluns. 
siili-etur.  omnibus,  bori,.  Amen.  Dea  tjiatias.  Sii.  La  prima  epislola 
ma  urlala  ila  .-.iti  liirolaiiii!  ad  E  111  aio  re  sul  dispiego  di'!  mondo, 
e  Indù  della  vi  la  Militarla,  comincia  cosi  :  -  Cimi  quanlo  amore 
-  io  mi  sfonai,  clic  tu  ed  in  insieme  dimorassimo  urli'  eremu, 
«salto  il  petto  della  tua  caritelo;  e  con  quali  bruenti,  e  dolore, 

■  e  concile  pian: u  io  il  armili pannai  uu  poco  tpiando  In  liilipar- 
.tisti  da  me,  queste  lettere  testimonio  sono  le  quali  lu  vedi 

■  bagnate  di  lagrime.  ■  Per  questo  cominciameli  lo  può  ognuno* 
olio  allo  studiti  delia  lingua  nostra  si  dedica,  conoscere  la  va- 
lentia dui  Iradutloiu,  e  posso  assicurare  -li  amatori  dol  belìo 
scrivere,  clic  il  culliti  noti  stilo  ([minto  .d  iiiriito  iit'.iinsico 
dei  la  di:' ione,  ni  ri  ,il  trust  ipiaulo  alla  1:1  ■!  r.f-.i  t  mi'  .  e  ali'.i  dili- 
KOHiil  dell'  anntniiense,  è  sisiij|iri;  ili  ti  l'unno  dal  princÌ])ÌO  al 
line.  Confrontiti  la  tradur.iu.nu  della  sopraddetta  lettera  ad 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


Lìiuiif.ivj  col  l'ilo  stampalo,  f liei  pur  è  ri  p  unitissimo ,  dello 
lettere  mlijiii-iiznli'  (I:  .-.-ni  liirolanni,  rmblilicati;  in  Ferrara 
I'  limili  I  /(()-,  e  potei  convìncermi  ili-I  !.i  ma::;.-ii:r  le;,  :;  hi  ri  ria  elle 
olire  il  proseiitc  wil-ai  i/./.iiiirrilù.  lo  non  60  so  sia  inai  staio 
posi"  in  lime.  .Sé  il  (lanilia,  né.  il  ISruuet,  un  altri  ile'  nostri 

]>ib!io,;r.ili  ih-  (Ianni:-  ront<'7/.a.  Ma  certo  è  clic  specialmente 

il  primo  (il  (po'  due.  uomini  v:.toi)ti  s'  iiilfrlrrichlic  assai  vo- 
buEiori  nella  lelliira  di  rjiirst'  ijpcj-a,  elio  o  mìo  credere  ìioii 
ni:  ineril'TeUi'1  U.  1  Llfil ,  L  i  ii'li  h'li  oi  cosi  ili.  non  lìev..'  htv]|;:i) 
a'  lettorati,  od  a  coloro  altresì  elio  noi  sono.  E  nel  caso  che 
(inetta  traduzioni;  los.-e  ;;ia  .-(ala  |ml>l  irata  .  supini  inficile  vo- 
lendosene fare  una  novella  ristampa,  dirvrcLbc  l'editore,  per 
operare  roti  buon  frutto,  tenersi  per  i-.r-.tjj  L:i  II  pre-onl;-  eodìei'. 

7242. 

i5.  Solino,  del  Sito  del  mondo;  volgariiiamento  di  Joan 
Marco  Cynico. 

Cartaceo,  in  foglio  piccolo,  caratteri  tondi,  secolo  IV  e  ione  in  lui  priati[ijo 


Comincia  il  codice  nel  nudo  Menenio  :  -j-  JC  f  Epilhoma 
de  Salino  del  Site  del  manda  ri  de  le  mirahìlr  ru.-c  in  :ji:,a  sene  ;  l'Ji.'- 
ijiirii:tila  da. lima  Munii  C.ynira  nllu  Mia.  del  S.  ili:  l'rramlah,  ne, 
L'anlore  oc  fa  la  ile  dilatoria  al  Min  principe,  ma  non  risulta 
elii  .-i  fosse  (|iie..tu  suo  principe,  nulla  piu  dicendo  in  sul  prin- 
cipio olio  ipie-tc  parole  :  per  ehi:  decidi  ni  V.  M.  riimprnidu  sua 
ji.Ar.-_- a;  .'(Lei  libro  -  lì  Sedino  ]  .  dirà  jir  aldine  d,  Inali  l,rre.,lri  et 
maritimi  miranti  ni.  tee.  caie  imuminciundo  dalla  origine  de  Roma 
Domina  del  mondo,  ec.  E  finisce  così  :  Quale  elpiii  «lire  cektre 
et  mirande  cose  contiene  il  copioso  et  fiaamk  isterico  Solino  de  mi- 


DELLA  rìJJSLlOTECA  DEL  RE.  i7 
re'e/r^rti  <!;>it<t!<  ee'  U<:!tr:i>.tno  Ì!i\p.r.ih>r?  Aìt'iu:'''  ìr,:-,r/i-l'>  ir.n'/i.- 
lui".  Si  mei  posti  ne'  margini  riatta  pagine  con  ima  o  due  pa- 
ro.r;  gii  argomenti  nuli  u-allali  'H'U'  operi.  !)i  q'.icsla  versione, 
clic  certo  i;  (hi  -ii|ipi>r>i  ini  dica  ,  m  ir:  liwaii  ffiimi  air  unii  né 
iit'ir  A  [gelati,  uè  nel  Failoiii.  QiiiiuUi  alla  favella,  essa  a  dir 
vero  non  mi  sembra  mollo  ncturaia,  e  si  conosce  che  il  tra- 
rliitloii!,  coiilento  di  nmdi'r  i invi  al  lelliiri'  l'iddi  dir  veni- 
vagli  in  inculo,  poco  si  curava  dulia  frase,  o  dulia  scella  del 
vocabolo. 

7245. 

16.  Volgarizzamento  della  tetta  Decade  di  Tiio  Livio. 

jil  nr.i         uri .  :|  il  Nv  ||I,,:]|L.' .  ,!i  ].ii;iiji.  [■•[..  .•  li.'ll.  jiiii  -..|Lii.il,i  1. 
l)à  la  sLcwa  le/in  un  che  rji.i'lla  del  crii  lice  ri"  fi,  ina  culi  quesiti 

differenze  :  1°  Che  il  codice  presente  è  scritto  con  molto 
ma^-ioi'C  diligo  dell'  altro:  :;"  eli'  esso  porge  colla  la  data 
del  lanini;  3°  che  di  più  esso  è  purfullo  in  tulle  lu  slip  parli. 
Termina  il  volume  in  qne-ta  me dora  :  (Jui  /in  iste  il  decimo  e( 
udii™  litro  de  la  Una  decadi  Tito  Livio  padovano.  M. ecce. unti. 
Finito  neh  macie  Allunilo.  Velari  ciò  i:lic  s'  è  detto  dell'  opera 
stessa  nel  sopraddetto  codice  n°  5. 

72Ù4. 

17.  Volgarizzamento  della  ijuarta  Decade  di  Tito  Livio 
sulla  guerra  di  Macedonia. 

Uemliranaceo,  in  Ioli  I  i  li.  M  .:■>■.,  v.'l  ,1  .1  li i-  ii.Ii.lliii-.  ..il. i:1.  iv  l.irL-.l.i.  ili  L i ri ■■.  L.'ir.. 
ornala  di  gniijoK  Diiiiialiiiv>ecDiiKrvau»Ìmo. 

Inromiticiii  il  todici:  cosi  :  i'fiJ-.tmiù  tii  i:al:jtitti:?darcdi  l;!;l'ì!:l 


vìi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

quarti  drrti  di  Tito  Uiw  pattuino .  la  nanfe  tracia  ife  beìh  ma» 
tbi'ain.  VA  A  principi»  (L'ir  ni  l'i-.i  ii'^i'-i.  Qui  rumini  ut  il  /imi.* 
libif  ili  Titn  I. a  in  tl^'n  i/iurm  mw,iln,,„„  ,  ed  iti  fini:  ilei  volume: 
Qui  finisti-  In  ijiì,n1,i  Urtili:  'lì  Tìtu  l.i'-i"  pittavi/m  ili  brilli  mnrrilo- 
itirn.  \on  sa f irci  lodar  a  liasinn/.a  li  ln'i  k'7.-/n.  ili  questo  endici- . 
i-  quaiilo  alla  iwillura  sua  malerisle,  e  quanto,  ciò  die  piò 

importa  .  alla  unir/i  ■.  ;illa  .-[ili ^i-lira  ,  al  a  ci' uni  Ionia  su  ia 

fon  ini  e  suri  ti».  San  risulta  -I'  alcun  limi)  ilrl  aulici-  chi  sia 
stai»  il  ™lHanmal»re  ili  quesla  qnai'l.i  deoaile,  ma  sembrami 
i-.lic  nieritiTcUlie  il'  i-^i'ti'  cotiiMÌulr)  tale  suo  laguro.  Trascrivo 

l-ilir.ltl'  li'-^l-si  ili  li  r:  e  il  ri  vip  C.ld  del  I  o  |  111  H- 1 1  lil  i.  ululi'  |H>  .-a  loisr 

I. elevisi  cosi  ;  .1  E  si'  ili  colmilo  e  tale  allan no»  [cioè  ili-Ila 
grandi'  lalica  eli'  cUioa  durali:  il  I  rati  ni  leu-i-  in  quesla  versioni^ 

•  ma  a  colui  i'Iic  a  ciii  mi  indusse-,  irioò  al  nuliilc  r.a\alierc 

•  mestiere  Ostatili  ila  Polonia  .speciali  ss  ini»  mio  signora.  Ad 

-  iiislantia  ili-I  ijiiali'  ad  opria  cesi  granili-  in  ini  ili.spnsi  :  nini 

■  la ulii  della  mia  poca  n-ilù  coulidauiloiui  i|niiiitn  della  gi  alla 
.  di  rullìi  clii'  lilierauiimle  e  senta  ri mprov erari'  a  iulti  (lana; 

-  il  quale-  io  supplichevolmente  priore  ,  clic  poi  eh'  cfjli  non 
.  ]ier  mio  merito,  ma  per  sua  pi-opia  lii-ni^nilii  in'  ani  concc- 

■  dillo  di  TOviirlfi  a  line  doliito,  i-li' osso  rosi  lei  i-oine  mi!  ila 

■  morsi  della  invidia  ildeurla  se  i>li  piare.- 

72A5. 

lo.  Vite  degli  im|iera(ori  i-umani. 

M>i pili,. un,-,  hi.  In  l'ii^lb^  .  h.-.iiI.i        riunii- -il  tinnii .  nitorri..  il i  i:il;I;.-  ili jiki  ri-,  e 

Le  lite  die  si  contengono  io  qursio  codice  sono  quelle,  di 


Digitized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTKCA  DUI.  DE.  ,,j 
Giulio  Cesare,  di  Caio  Caligola,  di  Claudio  NeroDC,  Calba, 
Ollu.  \  ile]  1  ili.  Man  o  Aureli:.-  Antonino.  Lucio,  Comodi >  An- 
tonino, Pertinace,  Giuliano,  Severo,  Caracalla,  Macrino 
Opilio,  Elingahalo ,  Alessandro  Aurelio  Manico.  Massimino 
secondo,  Gordiano  Imo,  Aurelio  'l'auto ,  l'robo  Aurelio, 
Costanzo,  Calerlo,  Costantino,  Giuliano  joniano,  Valenliniaim, 

è  eli' esso  è  copiato  d'  altro  antico  codice;  il  clic  risulta  da  ciò 
che  verso  la  line  della  vita  di  Valeiiliniano  terzo,  ultima  del 
volume,  l'amanuense  fa  sapere  elio  irli  inanc.Da  il  ciinaiicnle 

quel  codice  da  cui  fu  questo  tratto,  leggendosi  in  fine  le  se- 
polenti  parole  :  il. tote. ini.  die  pmnitiiKO  Martii  finitimi.  Pioli  fi 
può  dire  clic  non  fosse  buona  la  dettatura  di  quel  codice ,  die 
a  questo  servi  di  esempio,  ansi  io  la  reputerei  buonissima  ,  ma 
lo  presente  copia  è  piena  di  errori  :  ibi  quali  però  da  elli  ue 
avesse  il  tempo  e  l.i  pa/.ien/a,  polrt'hbesi  facilmente  pui-irare, 
e  quindi  ridimi!  .din  prima  uncinale  Ic/icnc.  La  prima  vita, 
eli'  é  quella  rie  Giulio  Cesine  ,  incomincia  ci  ini  ;  n  .lidio  Cesali) 
-  quando  ebbe  scileci  anni  mori  suo  padre.  Lo  ;  o  seguente 

■  fu  fatto  prete  di  Jupiter.  ■  E  1'  ultima  delle  vile  die  ii)  questo 
ci  h  lice  e  quel  hi  ili  Valrntinianii  IH',  i  min  ni  nei  il  cosi  :  ,:  \  aìeil- 
.  liuiaiio  ter/o  Cesare  iiu|ieriilore  Angusto  fu  ilojipo  Cesare 

•  Julio  I.XV  imperaiore  In  occidente  ei  imperatore  in  tutto 

■  anni  XXUll.  •  K  terni  in»  con  qiicslc  pinoli:  :  ii  Questi)  oilonaeer 

■  tenne  qiiatordere  anni  lo  ini  pei  io  cimi  grande  pace,  poi  venne 
«  unoThcodorico  re  ili  Colti,  et  tolse  lo  imperio  et  oc.risc  queslo 

•  odonacer.  iDopodi  che  Ingiunsi  le  parole  poro  sopra riportate- 
Qui  meateka  In  evi  timi!'  :  colie  quali  si  dà  line  al  codice.  ■ 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


72Ù6. 

i  i).  Traduzione  dell'  opera  di  Ve^e/io  sulle  inl'eiuiilà  del 
cavallo. 

o  1  i  ^  5  l  :  ; .  1 1  ■  ir.  lia..ilia  ['.inno  ìlisH,  por  le  stampi-  (li  Giovanni 
Emmco.in  4% col  titolo:  l'ublii  Renati  Vestii  arai  veterinaria, 
sii  e  muliwiHaiìie  libri  i/iialuur,  eie.  Sulla  in  dirò  inloruo  al 
pr^^io  scientiiiro  di  qnosL'  opera,  ch'i:  ben  conosciuta,  oche 
meritò  non  sobdi  fi.serc.il  a  la  riprodotta  in  lla.iilca  l'anno  1374, 
e  di  più  traslatata  più  volle  in  francese  dal  signore  Bernard  du 
l'ov-Monclar,  0  e i ;  1 1  si  finire  S.ibourcu.v  ili-  la  llonnelcne,  ina 
dirò  solo  elle  quanto  alla  Iradiniimc  italiana  di'  t  in  questo 
endice  .  pi  1  Lei  faci  linci  ili:  com.wi.cr.-  r.lic  il  Ir  ìi  il  ultore  era  l'uomo 

rlell'arlr  ■sua.  11  1  della  lingua  no.-lia.  Mi  pare  pi-ió  clic 

curi  [luca  fatica,  pnirliè  Li  ni;,g_'ii;ic  e  falla,  |!otrcliln'  ridursi 
il  pi  c^ntc  collie..!  a  miglior  dolomia  .  e  renderne  r.o.ii  un  utile 
servibili  agii  ainatiirl  ilcll'aite  veterinaria  ,  i  (piali  non  liissftru 
a  bastanza  esperti  dello  lingua  Ialina. 

7247. 

■>.o.  Volpai  ti,,  a  ni  onto  del  lihro  di  Mascalcia,  già  composto 
da  Giordano  Rullò. 


In  due  parti  è  divisa  l'opera.  Sì  parla  nella  prima  della 
I1vj.i1  del  cavallo,  della  sua  utilità,  di  alcune  sin;  infermità. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  il 
e  dei  rimedj  loro.  Il  codice  incomincia  così  :  "Questo  libro 

■  foce  donlauo  linwo  ili  Calaliiii ,  cavaliere  e  IVi miglio  dolio 
■■  impera  dire  l'eilenoo  secondo  :  lo  ijuaìo  fu  insidi] adi  (la  lui  : 
« peroooUc  lo  iloti!  uno  ijr.'iiiili;  icmpo  no  Li  manescalcia  del 
■■  ili' Ilo  signore,  .i  [.a  scrunila  parie  ilei  codice  Ira  Lia  dello  ma- 
lattie de'  cavalli  ,  Ìii.-.ol.'ii.mii1..i  li  inoi'o       I :i  e-.iari[>iono  loro. — 

■  Questa  è  la  memoria  »  (così  sul  principio  di  essa  parlo  se- 
conda) .  la  ijiiali'  missere  .loanno  lù  noi  I  pò  rie!  ro  Ilario 

:  Manlio  i  rupe  ■-alo  io.  Qoaio  minori  Joaune  s.lpca  la  eoiullidon 
»  et  lobro  tu  Ite  el  nitro  inlirniitato  olio  se  generano  ne  li  curpi 
ii  didli  taiaìli.  Tu  adrci'li  maestro  eL  intendi  licne  le  possi 

■  adoperare  parte  per  parte.  »  Non  è  dunque  quost'  opera  so 
non  clie  il  volgarizzamento  della  Hippintria  .Umkui  Hu§  (  .'«/«- 
bn-ìiii.-,  olio  dai  valente  prò  few  ne  della  univcisità  di  Padova 
Girolamo  Molin  si  pubblico  in  Padova  l'anno  i8a8  in  8°  con 
veramente  dodo  illu-trnzioni ,  tra  In  quali  non  è  di  poca  irn- 
poil.irizn  'quella  di  fam  noie  auolio  io  [raduziinu  italiaiie  a 

di  presure  una  lioii  inutile  notizia  ad  r.n  oolle^r..  olio  taotc-  io 
slimo  pel  suo  saper',  ipianlo  amo  per  le  UelU  iloti  dell'  animo 

72ii8. 

ai.  Scrittori  antichi  di  Mascalcia. 

Questo  codice  lei  por  [dolo.  Muhiiii::ìi::ìn.n ,  od  è  una  raccolta 
di  quelito  ili  più  i 1 1 1 ] ioi  t.i nttj  l'u  dotto  ilnoji  autielii  scrittori 
intorno  alle  diverso  inak'ttie  e  diletti  cui  so^iaciono  i  cadili. 


il  MANOSCRITTI  ITALIANI 

e  ilo'  var]  modi  clic  sono  s'ali  o  Migrili  o  adoperati  a  line  ili 
averne  la  lor  guarigione.  Lo  raccolta  certo  ò  imperlante . 
pi  tirili;  luilit  quello  dir  .[ni  e  scrino  non  è  che  tradotto  da 
dassic.i  autori.  Gii  sia,  o  sieno  siali  i  tradoiioei  nuli  si  mani- 
festa in  alcun  luogo  ilei  codice,  ina  non  c  traduzione  da 
spregiarsi,  massime  rmisidoi-ala  la  maleria  di  cui  si  Iratta  in 
tutto  il  (.'Uiliee.  l'orse  gli  srii'iiiiiili,  Ira'  (piali  ii  (|tii  |HD  sopra 
lodalo  prol'essurc  Molili ,  avrebbero  in  grado  di  poter  farne  un 

iji;à  la  inorili'  ila  ipiaiebe  dotte,  nell  arie.  Intanto  è  bene 
(dir  si  sappia  dell'  rsi-len/.a  di  questi i  codice,  in  lini;  del  ijiiale 

-coTiiposla  da  più  anturi  greci,  e  Iradoltn  dal  greco  in  ud»ar 
.  italiamt.  (Ili  animi  elio  hanno  composlo  il  greco  vino  li  ìn- 

•  frascripti  :  Absyrlo  il  principale;  H  i  eroi:  ics  ;  Theomnìsto; 

■  l'olagnino;  Anatolio ;  Tiberio;  riumcl.i  ;  \n  liidruio:  Ilippo- 

■  reali';  l'idilli]  llìspimu;  l.iit.mio  llejievenl.'mo  ;  lleliieteio  e! 

•  alcuni  altri.  •  Li  scrittura  i  diligente. 

7250. 

25.  Volgarizzamento  del  lihro  de  Arie  amandi,  di  Ovidio. 
Membranaceo,  in  liij  tondo.  jkoIo  tir-. 

Comprende  questo  codi™  tutto  il  lihro  de  Arie  amandi  di 
Ovidio,  traslalato  in  lingua  volgare.  In  alcuni  luoglii  sono 
riportati  ne'  mariiiiii  i  princioj  di  qualche  leeso  dell'  originale. 
Precedo  un  proli  >;ji>  del  iraduUm-e  ;  ni  quale  si  rende  conio 
dell'opera,  intorno  aleni  autore  leggesi  cosi: .  Publio.  .Nasone 

■  Ovidio.  Poeta  nobilissimo  scrisse  questo  libro  in  versi;  il 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  *« 
.  ijiiaif  I  li  iu!»  i!i  l,in>p.li;i;.i  :  In  liciimn  vi  iUium.i  v  lumrij 
•  nullo  avesse  impalilo:  studiò  in  Grecia       Alitene;  fi"'  a 

■  )loin;i  al  ti'iuji:>  d'Ottaviano  Au-u-.n  im | .rr.irl in ,  tifi  quale 
»  q;li  l'ut'  liiiiiiliarissiiiii).  SA  f | Ltn. I  li:nipi;  il  |ineglii  ■  T li I tj;  1 1 i i j ■  ; ■ 

■  Immani  -iniiini  ili  «ninni'  nubili  mtÌw  [|iit>sln  liliru  ili-  lariv 
.  de  ornare,  •  ce.,  eo.  Ho  veduto  qualche,  alitici  stampa  della 
versioni:  diri  dello  iihro;  ma  niente  lui  ci»'  lare  col  presente 
m>I ìv.j^Ki.'itlu.  I\  se  «li  \ctiiileuiici  della  Cruva  eilatttlti 
quest'opera  Li  ri i [c .11  a  ,  .-i  sono  sen  ili .  mine  min  e  a  dululaiw 
de'  più  buoni  lesti  a  pernia,  io  penso  clic  sccurain™le ,  .se  lussi- 
stalo  a  loro  noiiiia,  anche  di  questa  avrthbero  potuto  lait 

7251. 

ni.  La  Divina  Commedia  di  Danle  Allighi  e  ri. 

'.[.■iul.:;i]i;,.-.  ■..  m  I'.i.;li.  ^i  ;■  r;.li- .  ,1  ■>■■■■  !■. limili' .  <*r  li  ^. ■  i p 1 1 ■  » L^- r ,  »'i.ili,  tv. 

di  ottima  cnnwif aziona. 

.Nini  ;i.miiriit'  i|iu>lti  i.  udite  tlie  i.  ;ulo  >.-..|u,  senti  imlit-a-- 
itone  alenila  né  del  luogo,  ni;  del  tempo  in  cui  In  scritto. 
Esso  c  veramente  scorretto,  e  quindi  nulla  più  delibo  ag- 
giungere. 

7251'. 

a(.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Allighieri. 

S.'li^i'  lli-l  Jll-ir  ^  i;ih- J.-l  v,.]:javi'-..-  ,iiv  ■1„|L':]L..  ]  I  —  -i.'.  .Il  -  I.;:lJi  <i  i:i  l'.l:.-  ,  l"'.|  ' 

Quanto  alla  cornatone  ilei  lesto,  benché  te  due  leriiuc  del 
canto  min  dell'  Inforno  non  si  no  qui  riportale  appuntino  si 


là  MANOSCRITTI  ITALIANI  ' 
conio,  nel  codice  u"  i,  pur  dove  (.irsene  qualche  lode;  e  ili 
ciò  io  m'avvilii  in  indi'  prima  ili  conoscere  il  nome  ilell'  antii- 
uuenso,  ainaiure  >;•.  mi  insù  1 1  o  ■  [ .!  uoslra  lingua,  quale  certa- 
Incillo  ossee  ilmi'U  Meniti  l.iiinti  iipp,l]'loiioillc  ari  min  fajlli- 
-lia  (ioioiiiinn  si  I  emocita  delle  lettore  Il  suo  nome  è  nel 

lillO  ili  tllti.O  0  IrO  lo  ■:  aniiihc.  I  )■;;(>■>  l[llr! i.i  l'oli'  hi].  ]  III.  lojLTi]  : 
Chi  sreii.w  tir/min  nini  Damimi  n'iupee  fiori.  ;\iìilg  ili  Cintila  tj. 
[air.  ijtitlias.  Ai».  —  V  dopo  Ih  cantica  ilol  Purgatorio  ■- 
Lxptiiil  /.email»  limititi  cataeiltt  Dittili!  AUiijhtfii  ite  Fhirenlitl. 
Dea  t/ratins.-  A».  eS tritala  di  (Unitili  ehe  scrissi:,  ec,  ec  E  cosi 
rio  [io  1'  ultima  del  Paradiso;  per  le  quali  villo.-:  ri  /.inni  ci  lib- 
rameli le  risulta  ole  piò  ni  ooini  noia  inni  l.<>  ilol  xi  J"  secolo  che 
lilla  lino  ilol  \\"  l'Unirsi  iloliba  la  scrittura  di  questo  codice. 
Ilo  :lato  queste  uoli/ie  por  olio  «m  ivr::j  di  f;ir  cosa  piatii  agli 
amatori  della  ]  instili  lei  loia  lina  ,  elio  mia  lino  l'agili  il!  studiale, 
ove  occorra,  e  consultare  anelli?  quesiti  enrlioe,  il  quale  (.lire 
all'essere  serrilo  eoo  la  più  granilo  il  ÌÌÌl'i  ium  .  olfro.  gcncral- 
uienle  parlando,  una  hiiona  loidono,  e  dà  pur  luogo  a  jiro.n- 
uicre  oli'ei  sia  stato  tratto  so  non  ila  un  autografo  (ciò  che 
non  e  certi  in  nule)  a  In  inno  da  qua  (elio-  esemplar?  de'  più  cor- 
rolli,  poti']]  ilo  !  Hill  u  il!  In  ine  la  scolla  ,  direi,  a  mio  piacimento, 
specialmente  in  |-'ircn/e.  dove  è  prolialiilo  i  più  linoni  l'orlici 
della  Divina  Commedia  si  Iriivassorn  anclie  allora  ,  se  ci  sono 
pure  allessi  Ile  pili  il  il  ielle  e  pari  irolari  Ili  hi  lui  or  Ilo  di  quella 

floridissima  capitale. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  aS 


7252. 

■i  5.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Alighieri. 

Vi  ::k.r;LLi;:..:i.  in  l'i  j:..  -i  .ai.]  •.  i  .ì:i.:  n::.  .],::■■ .  i  iirll.  ii  'i  miiaeiri .  grulli  iv\  ili 

dice.  Non  solo  le  iniziali  tutte  di  ciascun  capitolo  delle  tre  parli 
della  Commedia  .-orni  linamente  miniate  in  ohi  e  eolori,  ma 
nel  principio  a  luv.-i  d'ugni  canti:-  r  un,:  ;;rauil  ni, ti   allu- 
siva ali'  argomento  del  canto  medesimo,  la  quii  le  e  per  l' im- 
pastamento de'  colori,  e  per  l'c^renia  finitezza  delle  figure,  e 
iiienlc  menu  pel  loro  disemio,  forma  un  pregio  non  tenue  di 
questo  Cadice.  Esso  pure  è  birillo  eon  grande  aecuratezia  per 
ciò  clic  concerne  la  penna,  ma  il  lesto  non  fu  ricopia  tu  da 
e -empia  re  curivi  lo.  numi  l'ama  il  ni  ti-ji'  ne  :<  er  <|  lui  III  ir  «1310 
.'dLeraziiMie  in  ineauivemluln.  Ciò  ii  pao  ili-umece  da  quel  m.Ìo 


per  cui  rìiiimsfrasi  elnaia  I'  imperiai!  i1"llu  Mintimi-  eusi  della 
linjjna  rlie  della  poesia.  Termiiiii  il  eoiliee  con  quiete  parole: 
(''l'ril.'a  flim  rrfmitnus  ifni.  A/'.J.  /Ini  ijr'as.  Aia. 

7253. 

26.  La  Divina  Commedia  di  Danio  Alligbicri. 

Membranaceo ,  in  toglili  |;r;,rali'.  ■-  .tu.'  u  leni*  ,  :.  ::-ilo  .1.  '.  i:u;.e..-:i  .a  !]!]-■. li.  : . 

È  in  questo  codice  il  solo  testo;  e  quanto  alla  sua  corrciione, 
non  può  veramente  l'aliene  lode  ulama.  Uopo  l'ultimo  capitolo 


ili  MANOSCRITTI  ITALIANI 

(lo)  Cimili  (lei  l'ar.liliso  leggi-si  rosi  :  Iiirijiil  ijunhim  Ufiltyiilu- 
super  loia  mmmnlii,  Dumi.'  .Mlvjhn  ii  farla  a  filili  riiis. 

0  voi  clic  siete  ilal  verace  lume 

Atyuanlo  illuminali  nrlla  melile,  ec. 

chè  già  i  nolo  a  tulli  il  resinile  dì  questa  poesia.  E  in  fino 
dell'  Epilogo  Iugulisi  .le  seguenti  paroì<-  :  Qui-  sentii  scriiai: 
.intoiiiam  <fe  (.Vtom  Dominili  L-ixdiad.  Por  U  quale  sottoscri- 

l'amanuensB,  ovverà  mente  quelle,  elle,  bevagli  ordinata  ia 
|ne-i:nle  copia.  Ma  noi  lasti-reinu  a  chi  può  ii rifmiiiiic  hi  scio- 
glimi.'!) In  di  questo  dubbio. 

725/1. 

■IT.  La  Divina  Commedia  di  Danto  Alighieri. 


Istanza  lodare  l'accoratela  e  ia  dilige™  somma.  Olire  le 
,,-iglie  iui/.iuli  in  uni  e  ciiui'i  tlipiiile.  in  luti'  i  c.i]jtl(ili  Hella 
Commedia,  è  al  principio  di  ciascliodun  canto  una  miniatura 


Oigiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  37 
allusiva  ,il  suggello  ilei  caritè  medesimo.  1.1  r.|iule  non  solo  pel 
riti  ori  ho ,  iiin  |if'l  disiano  nllio.i  inorila  nj*!li  li  irli'.  Oliarli»  alla 
lezione,  io  In  riconobbi  pie.-^ubé  ctisitorjm-  a  quella  del  co- 
dice n°  3i;  e  qiiant'c  allo  sialo  ni, delirile  tini  volume,  esso 
non  invidia  pillilo  quasi  direi  mi  codici!  scritti!  a'  giorni  nott- 
tn;  tanto  è  nitido  e  pulito  il. il  priiioi pio  ili  fino;  ed  in  questo 
riguardo  è  uno-  de'  più  bei  rodici  aiilirlii  di  Danio,  eli'  io 
m'abbia  veduti. 

7255. 

i&.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Alhghitri. 

\1.-,iJiL..r   mi  Palili  ,.M..l!.ii  -i  mi-., li.  I  .  mT..Ì<i   .V.  .li  Imi-IIII 

È  ornalo  di  belle  <:  grandi  iniziali  dipiule  in  ogni  oapilnln 
de'  tre  canti:  e  nel  principio  il'  ou"'d  'auto  u'de.-i  nella  iui/.ialc 
il  ritrailo  di  I ìnule  rissai  brìi  coni I olio,  ina  sempre  nello  Messo 
a  Medili  melilo,  tenendo  cioè  un  libro  fra  le  inani.  D'iti  tomo 
al  testo  è  un  lungo  comeuto,  ch'io  non  saprei  a  chi  attribuire, 
non  essendo  pur  quello  dell'  Incerto,  di  cui  la  menzione  il 
.ignoro  ("intuba  nella  sua  .Sem  Testi  ili  /rn.yrie.  Se  merita  ogni 
Inde  il  radico  anlccedente  11"  37,  egualmente  pur  ne  ine- 
rita qiieslo,  il  quale  pud  11  urbe  dirai  ,  olire  elle  bello,  magli  i- 
lico.  lì  ciò,  sì  come  panni,  esser  doveva  per  poco  che  si 
i  niisidi  ri  alle  pi.r.ile  riie  liggon-i  in  line  del  minine,  e  1  li'  iu 
sono  ndesso  pei'  ri  pollale.  Qnonl'e  ali  ri  lezione  del  testo,  debbo 
dir  altrellanlo  elie  ne  dissi  dell' alilo  rimi  del  dello  endice 
ti'  17,  il  quale  ami  sembra  copiato  da  questo.  In  fine  leggesi 
rosi  :  F.rplieit  tenia  et  ultima  L'aelrV.i  oéi,ìr;Jii  Danti.  Mltiji-rit  de 
Montili.  !)•>.  tjTits.  Finiti!  ifta  libra  refi-rama.'  i/ralìas  X/iei.  Am. 
Scripto  per  maini  ili  me  Paula  ài  Diie.ea:  Tufi  di  l'isti,  titilli  aliai 


iS  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Dammi  HCCGCiu.  a  di  ih  ottobre.  Et  e  il  ietto  libro  del  Nobile 
Imeni',  l-ì-Miccsm  di  Ikirtk'.diirmii  dr.  t'ctnicri  dn  SU'nu.  :\el  Irmi», 
rhiyti  «k  himoniulf  ravi'ìiierc  dritti  t  ildi  ili  Pitti  lo  fece  scrivere.  La 
■  lili^-uia  ,idi...peia(a  tini  Tosi  ù  in  vtq  < [t i ì l n '.0  inni  possa  pen- 
sarsi -r.uiili'  in  nuoto  lavoro. 

7256. 

i<f.  La  Divina  C.onmietlin  ili  Dante  Alligìiirri. 

Ginlieue  ipiesln  endice  In  siila  prillili  ]i,nli-  della  lliwiin 

Coni  ili;] ,  tini:  l'In  li' ino.  Non  .si  può  dire  rwrf  [[ili  esalla- 

mente  Iroscrilto  il  i:otiiì!iiIo  comi;  lesesi  nel  codice  anler.c- 
tlentc  11°  28,  ma  fattone  di'  io  n'ebbi  il  «infralito  in  alcuni 
passi  puffi  cu  riuscì' ri;  iscnic  lo  slesso  niilorc  in  amliidnr. 
.selihenr  ([ni,  (orse  pur  altra  mano,  sia  stalo  un  po'  compen- 
dialo. La  Ii'EÌout  dui  testo  non  mi  presentò  nulla  d' importante, 
SpOcÌBlineDlc  in  cjuc'  luoghi  pe' quali  si  corre  avidamente  a 
conati  I  la  re  i  leirlii  cmlici;  miti  general  mente  vi  si  drsìiler-J 
una  correy.ìiini;  ma  ingioi'''.  Ma  ci  ó  die  ri'inlr'  veramente  preiiuso 
ipieslo  endice,  sono  li;  miniature  ili  cui  è  adorno,  e  spedii  I- 
llHlllle  la  prima,  clie  Va  immuni  litio  scrino,  l'issa  è  granile 
comi-  Ini: il  il  ìoii-lio.  ■„■  i  :i;i|,r,'-i'iiia  l' liili'nio  eu  1  vjrj  toriin.'iui 
che  vi  si  soffrono  in  pina  ile' dillercuti  peccati  couirnessi.  La 
r  i)iii[io-i/.io;u'  a  dir  vero  è  un  pn  bi/./.arra,  ma  è  piacevole  a 
u'dcr.-t;  e  puhl'ln'ocdi.li  pi'i  le  slam]':'  'I  uit.iijiu.  :u  pen-u 
rlie  sarelilir  benissimo  accolla,  rum  erede  di  esagerare  in  di- 
cendo, elicvi  sono  dipinte  pimli  renio  liirure,  e  tulle  inalle^iiia- 
meu;i  diversi.  I  llii  elilie  la  cura  'li  far  legare  ili  liei  unnici  questo 


DigiiizM  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DF.L  RE.  tg 
codice,  ebbe  altresì  la  cautela  di  salvare  dalia  perdita  un  brami 
i!i  giurila  per^aiin'iui  die  S h >  ricopriva  ionicamente,  i'  sopra  la 
<pudc  cuii  caratteri  Indubitatamente,  almeno  a  mio  e i -ed ere, 
del  secolo  sir'  e  l'orse  un",  legnisi  rj  li  t  -  :  parole,  clic  ',rasci-iw> 
perche  ci  sone  :  Hiyitm  r.mts/i'mrr'w  ani  iw/.'j  fs.se  uni  refluiti  Nin'inoi 
SaÉrre  ojjorKre. 

7257. 

30.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Aliijdiien. 

Mi'HiIm;  ri'..,  ili  Iii^Il...  .,        ,,.|  ■.  '  i.i IL  ':  -  ^:iil^..1Ìi  n ,       ili;  i'",  .1!  I>ib,,,.i 

Ciò  die  sodo  per  dire  del  codice  seguente  ti°  3  I  può  ap- 
plicarsi a  questo.  Termina  con  queste  parole  :  ExpÙàt  liba- 
Comedie  Dantis  Ji;  AlUijìmriis  ili-.  l'iairniia.  Dea  <;i™n.  E  di  poi 
con  altro  carattere:  I.ihen  Geurtjii  Automi  Dcspaalf.  La  sola 
liUlonvii/a  rìie  può  notaci  Ira  il  codire.  presente  ed  il  ti"  3 1 , 
-la  m'Ha  m;i!i-na!il;ì  li  IL   |.™n,  i ■. 1 1 . ■  il:  [|iiesli>  e  |i!i'i  ricalili' 

che  nell'altro. 

7258. 

31.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Alligliieri, 

fiirlv  i.  in  I'i.^Ipi.  -i  :h  I  H\  i:...:;ir'v  -■iiii^iiL.-.i.  mt,.1ii  -,v  ,  I  hji  i.ii;s,n  .ilii. 

Principia  il  cedu  i'  [ht  li;  segui  uli  prole  :  Comincia  la.  Oi- 
media  di  Danio  Alighieri  di  Fina;e  nella  ijimle ,  ec.  indi  :  Cominciti 
il  canto  primo  della  prima  parte,  la  qaalc  si  chiama  Inferno ,  nel 
tpial.  capitalo  fa  t'alitare  pl-dciaia  n  latin  l'api  ni.  l'ai  in  lille  del  vo- 
lume lesesi  cosi  :  Lrplail  Mei  cena  Hi:  Dantis  Mìiajiitiii  ■ 
Fkrenliaetc.  eie.  iji-i  di.e::i.<il  iini.ilaie  /fanne  (  una  IMaùnke  mir- 
nalionìs  »CCC\\l".  Ha.  anima  cnjas  rrijiiineal  in.  pam.  Amen.  Istilla 


3o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Sbrani  itnjntL  A.  5;  MnoncOTurjfio  Sirti,  flro  grónuj.  Amen,  il 
codice  ò  nitidissimo,  e  brillo  con  molta  diligenza,  e  sembra 
veramente  elio  l'amanuense  fosse  pur  buono  coltivatore  delle 
lettere.  Non  ritrovai  però  cosa  alcuna  che  in  quo' luoghi  ne 
quali  la  lezione  e  ancora  suggello  di  quistioui,  possa  essere' di 
giovamento.  Fu  questo  codine  proprìoia  di  uh  Agostino  da 
(j;i^Iiniio.  .si  ronu'  lesesi  sprillo  sul  principio,  ma  con  ca- 
ni lini'  di  htm  i  da  (jiiclln  con  cui  i'  mi-ÌINi  il  rudi  iv  :  ili  \ijtM\iio 
da  Gagliano  c!  (lelli  Amici. 

7250. 

3s.  La  Divina  Commedia  di  Danle  Alliirliieri,  romentala 
da  Cristoforo  Landino. 


Non  contieni'  qiir-fo  codice  se  inni  t-lie  il  limerò  i-omento 
della  Divina  roiiiiiii'ilin  ronijiosln  (hi  f  ivisliilfiro  I  .ululino;  rn- 
nicnto  ben  nolo,  clic  apparve  alla  line  con  pianile  magni- 
llmui/.a  li  podalica  ed  ornalo  ili  ligure  di  li.irrio  libidini, 
l'anno  ii8i,  in  Firenze,  per  le  stampe  di  Nicolò  di  Loreoio 
della  Magna.  Quanto  fu  tenuta  in  pregio  la  lezione  elio  del 
testo  dà  la  detta  edizione,  tanto  si  sa  essere  all'atto  decaduto 
della  sua  stima  il  comenki,  del  quale  io  non  diro  più  oltre,  se 
non  elio  mentali  iodi'  i  bei  curatici-i  co'  quali  fu  qui  tras- 


Diginzed  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


7260. 

33.  Il  Dccamcrone  (li  Giovanili  boccaccio. 


■inliidii  cullici  che  del  Occ.illicnille  lui  ledili!  in  (jm-sln  liilili,,- 
tcco.  E  adorno  di  ben  condotti  disegni  a  penna,  e  talvolta 
rinfuriati  eoli'  acnnc-rello.  Qiwsli  disili  sono  slati  fatti  al 
tempii  medesimo  clic  in  scritto  il  endici';  ciò  clic  io  desumo 
non  tallio  penile  Inumo  il  [in i| n  ii.  lor  lin.e_-inli  già  [in '| invilii, 
quanto  perché  ricordano  versine  li  li;  i  liei  tempi  della  iv.sLui- 
raiioiic  deli' ani,  e  special  ine.nlr  ilcllii  pittura.  Quanfc-  ai 
sn^-i'lli  de'  distili  incdcinii ,  suini  già  lutti  allusili  iigli  ac- 
^oiiii'iili  (Ielle  iKiii'lle,  uni  la  lece  ''ii[ii|iL>-i/.miii'  e  lien  dillr- 
rcntc  da  quella  che  vedremo  nel  endice  ir  35.  Senza  più, 
principia  l'opera  cosi:  (  .'inimici  a  ne  !■■  fatiti*  ttv  Jcilu  jiin*\  iji*itiit*lii 
de!  Kameron  nella  quale,  ce.  ;  si  come  pur  senza  noia  o  indica- 
zione alenila  o  ili  luogo  o  ili  leinpo,  termina  il  volume  nel 
limilo  neenenle  :  Qui  jiliisi*-  In  «Vinai  ti  ultima  ijinumta  diìliiuv 
rl*i,;a:*it"  l>!:  -im:-f.m  :-*i:ila*f:i.i:inVi  il  j.nt,*  uà/™.',1'.  :  e  può  netsr.'l 
il  vocabolo  Dtrumtniii,  itti  Cauittim  ,  e  /lame™/!  adoperato  di- 
versamente in  tic  Inolili  nello  stesso  codice. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


7261. 

fi  Derauiertmfi  (fi  Giovanni  Boccaccio. 


eit-itte  murili-         Cumini  ui  il  lilnn  i-hiiimnW  De  C.tunertu!  i.illra 

ilivcrsilà  ueìUi  tci-iuTv  ipie.sli>  vuralxil.);  v.  il  codi™  antere— 
i  Ionie  n°i.'i  j  iiomiiitWi  principe  galeotto  nel  ipml  .ii.  iniitfirjim  •  rendi 
niiri'lle  tinte  7.  \.  giunti  tlit  fette  ilnnne  et  ire  buotiiint  '/iorntii. 
l'raetnio,  re..  Gra lidissima  diligenza  Fu  adoperala  in  questa 
inauriseli  Ilo,  il  linaio,  esaminalo  ch'io  l'ebbi  in  varj  ìuojjlii, 
^'nilirauii  poter  dirsi  ;i  li  ristai  iz.a  correlili. —  «Colui  liiunile- 
■i  niente  ringrazio  dm  dopo  si  lunga  fatica  cnl  suo  aiuto  nha 
-  al  desideralo  line  t'ondili  tu  :  et  vili  piacevoli  ritmili' T  pace  vi 
■  rimanete  ili  me  ricordandovi  se  ad  alcuna  forse  giova  ilaverie 
i  Ielle  :  Deo  goalias.  Amen.  «  l'i  cosi ,  .senza  pi  l'i,  fri  lisce  il  vi  illune, 
di  cui  volli  trascrivere  i|ucsto  ultimo  lince,  mule  passa  giudi- 
caci ilei  mento  delia  scriCura  in  tutto  il  resto,  clie  parvomi 
j»ener.iliiicnle  uniforme. 

7262. 

35.  Il  Dccamei'one  di  Giovanni  Boccaccio. 

Ini  Idii...  il.  '". ., -1  i  r  -  :  ■  t  1 1 1 .  b  -  _  --i  .li..  ...Ili  ■.  1..1  11  .!■  -,  ili;'.  I  il  i.  .  ■!■!  |.:  i..|  ,iii  il,| 

cetile  natomi;  ii-i-.ll.  |ih  .-  U     i.^tì-.ì.iiil'  in  Ime. r.i;  Inuma  i.i^u-i.munr. 


Incomincia  al  .solilo  il  collier  culla  lamia  degli  argomenli 
de:  Ir  novelle,  li  car.iticie  è  costantemente.  imiiViniio  dal  nnn- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  33 
cipio  al  line  di  tutto  l'opera,  nello  quale  nero  si  desidera  una 
maggior  correzione.  —  ■  illumina  cosa  allinei'  a  e  tinnì  |>;issioii<; 
■  agliairitti.  • —  Per  le  quali  sole  parole,  che  danno  il  comin- 
ciameli to  al  proemio ,  si  può  dedurre  quale  sia  la  scrittura  di 
tutto  il  rimanente,  e  massime  verso  la  line  del  codice,  quando 
venne  a  stancarsi  lo  pazienza  dell'amanuense.  Il  volume  ter- 
mina in  questo  modo  :  Qui  finisse  la  decima  el  attinta  o  /omnia,  ec. 
t/ui  nri/uil  iiescrìbat!  séper  tura  Domino  vwat.  Amen.  Traxripto  p. 
munii  di  me  Lodovico  di  Satecitro  Hojjìni  :  per  me  propio:  et  compialo 
ad  3  doilobrt  1&2T.  Deooratias.  Amen.  Palientiau  iuiheas  et  umniu 
rcliittm  tì'iì.  Ciò  che  ili  sìuire-lave  io  tidlai  nei  presente  manos- 
critto e,  ch'essendo  egliornolo  di  molti  disegni  colorali  allu- 
divi agli  argomenti  (Sfili;  limette,  nini  seni!  lincojilii  per  imo 

che  offender  possa  l'occhio  il  più  casto;  ciò  cha,  come  ognun 
vede,  non  era  cosa  la  più  facile  a  potersi  eseguire. 

7265. 

36.  II  Decamerone  di  Giovanni  Boccaccio. 

Caruso,  in  foglio  grande,  a  due  colonne,  uratlerì  Bemigolicj.  di  ottima 
coqaeirexione,  del  «ecolo  xv"  c  forse  in  sul  principio  de]  secolo  in4. 

Comincia  !!  Ridice  colla  sul i hi  Turi-In  ■l-A!r  i-wl:riil,L  -  e  [iiiisce 
scoia  più  con  l'ultima  novello  del  Marchese  di  Saluzzo.  Esa- 
minai qua  e  là  Cjucsto  codice ,  ma  il  riconobbi  assai  scorretto; 
ed  oltre  a  ciò  sembra  anche  scritto  con  negligenza,  avendovi 
io  notata  in  alcuni  passi,  e  non  pochi,  la  mancanza  di  qual- 
che parola,  per  cui  rendesi  oscuro  il  senso  o  logliosi  affatto. 
Niente  più.  dunque  io  dirò  sopra  i)  presente  volume. 


34  MANOSCRITTI  ITALIANI 

720Ù. 

37.  Il  poema  de  l'Acerba  di  Cecco  d'Ascoli. 

del  li*",  di  luOkieDte  consemiioae. 

•  Incipit  acerba  ctas  magr.  cechi  d1  Asolilo  libcr  primus;  el 
■  capitolimi  primimi  de  ordine  celorum.  ■  Così  incomincia  il 
codice.  I  primi  sei  capitoli  ili  questa  ben  nula  poesia  di  Fran- 
cesco de  Stabili,  la  ipialo  vide  la  luce  più  volte  ne' secoli  Wé  ti" 
sono  comentali  ovveranicntc  interpretati  in  lingua  latina  ;  dopo 
de'  quali  0  sino  al  fine  del  codice  non  v'iia  clic  il  solo  teslo, 
ch'io  riscontrai  a  bastai]  la  corretto,  e  scritto  con  la  più  grande 
diligenza;  di  guisa  che  colendosi  riprodurre  (ciò  che  por  altro 
uon  è  lorac  molto  probabile)  questo  antico  lavoro  poetico,  del 
quale  abbiamo  già  buon  numero  di  codici  e  [ielle  pubbliche  e 
nelle  privato  biblioteche ,  io  credo  sarebbe  utile  il  consultare 
iinr.be  II  presente,  nel  qnnle  dal  principia  ni  line  li  la  mani- 
festa la  periiia  dell'amanuense  : 

Qui  non  si  canta  al  modo  della  rane; 

t.Jni  il'  i  i;.i:ta  ri  !  mo:le  .:i:l  eoal.i. 

Che  finge  iniaginando  cose  vane; 

Olii  non  si  Hijjna  |]i>rln  selva  olisco™,  ec. 

Kiporuu  cosi  come  stanne  quelli  quatro  versi ,  ehe  mi  caddero 
sotto  flesrli  ("■(■  Li .  min  perr.lié  siem.  ile'  più  li  alenili  dell'  opera, 
ma  solo  per  poter  far  conoscere  che  tutto  il  codice  è  strino 
collo  slesso  grSdo  di  correzione.  Certo  t  clic  Celso  Cittadini 
fu  ben  contento  di  possederlo,  avendo  lasciale  scritte  di  sua 
propria  mano  in  fine  del  volume  queste  parole  :  Comprai  amilo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  35 
/lira  io  Celta  Cittadini  in  Siena  da  tiio.  Moria  piziicarìok  nei!' 
anso  161 3  per  giuìj  V  A' nostri  pomi  gli  amatori  de  buoni 
libri  fjritiono  lini  dillieiltoenle  di  -.i  iattc  lorLinie ,  o,  fonie 
dirimo  ,  j.'liinll(i[  iiii!  leher  io  ie. 

7701. 

38.  Traduzione  de'  liln  i  del  vecchia  Testamenlo. 

Cirti.vi,   in  l.i^li  ,.  ,-d-i  LL.tv  ::.        .liin.  SMfllo  ir",  bea  conservilo. 

lucomìnciu  il  codice  dalla  Genesi,  e  finisce  col  lihro  di 
Giosuè.  Do  il  princìpio  riella  prelazione  al  libro  della  Genesi, 
le  prime  lince  di  questo  libro,  e  le  ultime  del  codice,  e  per 
tal  modo  si  potrà  giudicare  del  merito  di  quest'opera,  che 
sembrami,  quanto  alla  purezza  dello  scrivere,  dover  tenersi 
in  pregio.  La  prefazione  comincia  cosi  :  ■  Ytus  Deus  adiutor 

■  meni.  Prefatiooe  per  cu  irsalimie  del  vocali  calore.  Li  liuo- 
.  mini  si  dileliiino  più  di  raluinniare  le  opere  daltri  che  di 
■1  r.oniendare.  I!  se  li  sancii  Dot  Lori  ''1  li  doe'.issimi  nomili i  seno 
«stati  morsi,  die  sarà  di  eie  pei>oin.ftla  indotla?  Certo  sarò 
u  ripreso  iin.i-iljniciilt' ;  iinperorlié  mulo  [«iinriniic.  Et  confesso 

•  eliio  posso  nei  traslatóre  di  questo  libro  mere  spesso  errato. 

■  El quando  deliilamenle  sarii  ripreso,  -aio  presto  a  portar  ciò 
.  con  patientia.  Ma  ben  vorrei  non  essere  cai  11111 11  iato  ove  non 
..  .IVi'SM  fallito.  ,  er. —  l.e  prime  liner  ile  II  il  l.i'nci  .sono  qiifMr  : 
-  lo  principio  creò  Din  il  i:ìehi  et  la  terra.  Ma  la  terra  ora  vana 

•  etvuola.  E  le  tenebre  erano  .sopra  la  faccia  dei  abisso  i'i  lo 

■  spirito  del  Signore  si  portava  [era  portato]  sopra  laque.  Et 
.disse  Dio  sia  fatta  la  luce.  Et  fu  fatta  la  luce  [et  fatta  è  la 

■  luco].  Et  vide  Dio  la  luce  che  sarebbe  [che  fusse].  Et  vide 

•  Dìo  che  la  luce  sarebbe  buona.  Et  divise  la  luce  da  le 


ìli  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  tenebre,»  ce.  —  Per  queste  podio  linee  scorgesi  ben  chia- 
ramente che  non  Tu  un  amanuense  il  quale  abbia  material- 
mente fatta  la  eopia  di  questo  codice,  ma  ebe  il  codice  è 
oniiiuale  ;  si  trulli?  pur  si-mlirami .  pili-  l'esumo  elicne  ho  fatto, 
die  la  dij.iono  sia  ila  perlnllo  mollo  ('libatile.  Tonnina  il  vo- 
lli tir  i'oii  le  seguenti  paiolo  :  »  l1' in  ilo  è  il  libro  di  Josuc.  iic?,  ui  M 

■  il  libro  Judicum.  In  feste-  beali  Apostoli  Andra?,  laus.  Deo. 

■  fusillo  a  qui  sono  l'ulti  li  cinque  :  il  tri  ili  \Ioyst  ut  il  libro  ili 

•  in  uno  altro  volumi!  slmili!  a  quoto  pulii!  lutti  insieme  la- 

■  rebbero  troppo  disadatto  ii  libro.  Deo  gratias.  Amen.  ■  —  Il 
secondo  volume  di  cui  qui  si  parla  ,  se  il  vniy.niv./.iitoir  i!  com- 
pose, si  desidera  nella  Biblioteca  reale, 

7702. 

3<(.  I!  libro  de  Gvi tale  Dei  di  saut'  AgosLiuo,  tradotto  io 
volgare. 

Cartaceo  in  ptrtó  ti  in  parie  membnniceo .  in  foglio,  «nitóri  ipuui  luridi,  de) 
Brolo  tft  forse  <raitcnelempoprini>.  e  di  boom  consemiiime. 

É  opera  di  diverse  pinne  il  presente  codice  quanto  alla 
materiale  serittura.  Con  l'i.  miai  que-la  tradu/.itine  con  quella 
che  abbiamo  alle  stampe  del  secolo  xv'  in  piccolo  foglio  scnsa 
data ,  e  conobbi  essere  la  medesima  ;  sia  .  poi  essa  dì  Nicolò 
Piceoluiuim  Sanese,  0  sìa  di  Jacopo  Passavanli ,  conio  inclina 
a  credere  ii  d'araba ,  lasceremo  a  lui  ed  a'  suoi  amici  fervorosi 
roitiisiori  dcllii  lingua  n.islia  la  cura  ili  «cii.jj  li-re  qoislii  quis- 
liene,  die  pur  susiiiteva  tra  Isidoro  !."::;■  ;i r  i  e  .lampo  Cot- 
binclli.  Quello  ch'è  certo  quanto  al  codice  presente  è,  ch'ei 
non  può  molto  giovarci  nel  caso  di  una  novella  ristampa  di 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  37 
qoest'  opera,  la  qaale  davvero  meriterebbe  che  la  fortuna  ci 
donasse  un  codice  più  corretto  e  più  puro  dì  quelli  che  lìnoi-.i 
servirono  di  esempio  alle  fatte  impressioni.  Non  solo  é  questo 
assai  intralciato  ed  oscuro  in  moltissimi  luoghi  per  cagione 
della  strane  e  barbara  abbreviature,  clic  vi  si  rincontrano 
frequentemente,  ma  potei  anche  conoscere  che  in  alcuni  passi 
i  mancante  di  parole,  per  cui  talvolta  riesce  inintelligibile 
affatto. 

7703. 

io.  Volgariizaroeuto  del  Dialogo  di  san  Gregorio. 

Incomincia  il  codice  con  le  seguenti  parole  :  Questo  e  lo 
Dynlico  ik  lancio  Gregorio.  Non  e  in  line  la  vita  eli  san  (!reg.:uiu. 
si  come  leggesi  in  pressoché  tutte  le  prime  edhioni  di  quest' 
opera  poste  in  luce  nel  secolo  IV*.  Che  la  traduzione  sia  del 
Cavalca,  o  del  frate  Leouardo  da  Udine,  o  d'altro  autore  ciò 
forse  potrà  risultare  facilmente  dal  confronto  de  testi  dati  alle 
stampe,  che  non  però  tutti  potei  vedere,  col  saggio  ch'io  sono 
per  dare  del  codice  presente,  ciò  è  del  principio  ilei  prot'iuio 
ossia  prologo,  che  in  tutt'  i  manoscritti  e  le  vecchie  edizioni 
precede  qiiiSt' !>pcra.  Ne  ti-.m-.rivji  ri  il  i  gerì  leu  ionie  le  primo  lineo 
a  fine  che  lo  studioso  lettore  possa  con  buona  fedo  ii istituire  i 
suoi  esami.  >Lo  intendimento  de  chesta  opera  e  recontare  la 

•  intentionc  de  sondo  Gregorio  papa  in  lo  libro  eh'  chiama 

•  dialogo  e  dato  eh"  èo  no  dita  in  vulgaro  le  proprie  parole 
■  £och  ilio  dita  per  ledere.  Tamen  sforiaro  me,'  ce.  Cosi 
contìnua  la  dinone,  così  l'ortografia  e  le  abbreviature  dal 
principio  al  fino.  Le  ultime  parole  in  line  del  volume  souo 


38  MANOSCHITTI  ITALIANI  . 

queste  :  ■  Dio  no  lu  concéa  n  Imenti  de  èco.  G.  H  libro  de  )o 

■  quale  si  e  finito-  ciplicit  liber  dialogorum  Iteli  Gregoni 

■  pape.  Dea  gracias.  Amen..  La  romena  dell'ortografia:  il 
insto  elio  spesse  -volto  manca  di  costruzione;  il  non  esservi  1* 
vita  di  san  Gregorio,  che  leggesi  in  latte  l'edizioni;  il  dover 
confessare  elio  questa  versione  fu  fatla  certamente  ne'  tempi 
favorevoli  alla  purità  della  nostra  favella,  tutto  ciò  m'induco 
a  credere  clic  il  presente  volgarizzamento  sia  quello  stesso  che 
fu  posto  in  luce  l'anno  1475  io  Venezia  per  P.  M.  F.  in  4*. 
V111  -t  i-.i'.n:  Irl- :  mi  di  vedere  quieta  eruzione,  eh' è  molto  rara,  e 
che  non  conobbe  pure  monsig'  Bottari. 

7706:. 

4i .  Volgarizzamento  del  libro  de'  morali  di  san  Gregorio. 

Cart.'i  i'U.  ìli  l'urli'.,  n  dui'  ciglimi'.  riiTjiltfir  sinii^'.liio,  ^inliiW.  ili  tnnin.i 

E.ii  lriidni.il       è  quella  dello  mirata,  e  non  soni)  in  (jueslo 

codice  che  i  primi  diciuollo  libri,  ed  una  sola  parte  dei  libra 
decimonono  si  lui  al  cipitoio  den  mudavo  del  ilitlo  mio  velpa- 
rizzameulo;  ciò  che  corrisponde  perfettamente  anche  alle  no- 
tizie dateci  nel  proposito  dal  siff  Gamba  alla  pagina  1 1 3  della 
pi*  volte  lodata  sua  opera  della  Serie  Tuli  di  lia3na.  Posso 
accertare  il  lettore,  per  lo  attento  esame  che  ho  qua  là  ius- 
tit.nito  di  ijin'sto  bei  codice,  che  dal  principio  al  line  fu 
sempre  eguale  la  diligenza  dell' amanuense  si  nel  condurre 
inii'eriatiiii'iilo  !:i  -ini  pelila,  clic  nei  trascrivere  uccurata- 
inr-nl..'  ,-  ied  ri  turni  r  tulio  il  libro  -  e  {ho  vera  melila  è  un  codine 
da  pregiarsi  ,  non  essendo  nè  con  barbaro  ortografia  scritto, 
uè  <f  infinite  e  strane  abbreviature  carico,  né  soprattutto 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  39 
scorretto  cosi  coma  fu  quello  che  servi  di  esemplare  a  Nicolò 
della  Magno  nella  sua  edizione  pubblicata  in  Fireme  l'anno 
i486,  die  confrontai  in  più  luoghi  con  onesto  codice.  Ami 
soggiungo,  cìie  volendosi  ristampare  questo  bel  testo  di  lin- 
gua ,  io  consiglieri  in  buona  fède  il  novello  editore,  non  ba- 
ciando di  fare  i  suoi  studj  sopra  l'edizione  datane  in  Napoli  da 
Giovanni  ci!  Simone  negli  anni  ij/iS-&G,  in  &  voi.  in  4°,  ili 
consultare  altresì  il  codice  presente. 

7705. 

Sermoni  divario  argomento. 

Drl.irr.,.  m  pirr.".[n  f<rlin  .  cr.ml  Iol  i  ll:i:di ,  :cc--'lc  IV,  lIl  l.'l^iir.  ron^n  nTinrr. 

Gli  argomenti  de'  sermoni  contenuti  in  questo  codice  si 
riferiscono  intorno  alle  principali  solennità  dulia  Chiesa.  11 
primo  sermone  tratta  del  sacramento  dell'altare;  e  nell'  ultimo, 
t-h'ii  il  fjiisdrajri'simu  sesto,  si  park  de  le  sublime  aatSmtU  M 
Patriarca  de  poveri  Francisco.  Siccome  il  codice  e  scrino  per 
diverse  mani,  c  con  molla  differenza  "elli?  iililiruvwlnrc  t:  nella 
ortografia,  cosi  jiiiri-viLini  Ir,  vista  clic  fossero  pure  di  diversi 
autori  queste  prediche.  Ma  fattone  un  po'  di  studio  conobhi 
eh' è  sempre  lo  stesso  autore  di  tutte.  E  perchè  abbiasi  un'idea 
del  modo  con  cui  sono  dellatc,  che  a  parer  mio  non  mi  sem- 
bra di  poco  pregio,  penso  di  trascriverà  qui,  come  sia,  il 
principio  i;ì.'1  primo  sermone  sul  sagramento  dell'altare,  eli' è 
una  trndoiione  di  ciò  che  intorno  a  Gesù  Cristo  scrisse  Lcntnlo 
officiale  romano  in  una  sua  lettera  Ialina  a  Til-ei  m  impci-nierc. 
lApparuil  temporibus  istis,  etc.  F.  apparso  in  questi  tempi  et 
.  ancora  si  vede  uno  huomo  di  gran  virtù  nominato  Jesu  Cristo 
■el  quale  e  diclo  de  le  Genti  profelade.la  verità  et  lì  suoi 


So  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«discepoli  lo  chiamano  figliuolo  di  Dio  peroclie  resuscita  li 

■  morti  et  sana  tutte  1  infirmila  |  e  homo  di  statura  menane 

■  e  spettabile  et  la  sua  lana  e  venerabile  la  quale  a  chi  la 
.  guarda  da  timore  et  amore  |  lì  suoi  captili  sono  ad  modo  de 
.le  nocelle  ben  malore  |  un  poco  biondi  rivoltati  indietro 
«  alle  spalle  la  fronte  sua  e  piana  e  serenissima  e  nella  faiza 

■  non  e  groppa  ne  macula  alcuna  la  quale  e  molto  venusta... 
-nuli  e  n-prt'iiiìmm  alcuna  nel  naso  e  ne  la  bocca  |  ha  fa 
■.limila  copiosa  del  n.lnre  ile  «pilli  non  lunga  nei  iiiruti 
h  biforcuta  o  spartila  [  ha  lo  aspeclo  siniplice  et  maturo  co  li 

■  occhi  chiari  et  lucenti  |  nello  riprender  e  terribile  ne  lo 

■  ammonire  tutto  blando  et  amabile  |  E  allegro  servata  la 

■  gravita  et  mai  e  slato  veduto  ridere  ma  pianger  si  |  nella 

■  statura  e  levato  et  diritto  et  ha  le  mani  et  lo  brezze  ddet- 

■  tevoli  ad  vedere  |  nel  suo  parlare  e  grave  raro  modesto| 

■  beffo  in  fra  tutti  figlinoli  de  li  nomini, .  Ognuno  cui  piacesse 
paragonare  insieme  questo  volgare  col  latino  uvvedrebbeei 
della  esattezza  e  fedeltà  della  traduzione. 


43.  Considerazioni  sopra  diversi  punti  di  religione; 
giuntivi  i  Fioretti  di  san  Francesco. 

O.vU^ii .  i:i  É:.:'\i.-.  ,|  .].:■■  !•■.>!.'■  il  11.  .  <\i:-,il  !<':■:  riu^i  li  -ni.: .  ci',  di  .m.jii:. 

Hoc  epos  (così  sta  scritto  sul  principio  di  questo  codice  con 
caratteri  differenti  da  quelli ,  con  cui  è  scritta  l'opera ,  ma  però 
non  affatto  moderni)  est  idem  cam  7283 - 7584-7189,  «1  /ni! 
compositum  gallici  afratre  Laarenlio  ordini!  predicatoram  Philippi 
Audaci)  nyii  f'rnncoruw  confessarli  et  dicci/alar  lune  cufjo  fa  Somme 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  &■ 
le  Roj.  Aalìo  1378  de  isto.  confettatili  fit  mentio  ili  testamento 
Pelli  Doris...  in  Vita  5.  Lniliwiei  11  !..  Ai  Cn.'i.je  aUecla.  Ciò  elio 
contiene-  il  presente  codice,  lutto  scritto  in  lingua  italiana,  si 
fa  manifesto  per  quelle  parole,  clic  leggonsi  nel  fine,  e  sono 
le  f  elini::  :  Krr-ìicit  hlcr  Ih  a  ijiatiiis.  Amai,  in  iiuMu  .';iVe  ì;i;;i 
i dieci  comandamenti,  hit  i  mi.  aiwvliitimc  si  di  li  un  inumare  partì- 
ruliinntnUi.  F.  da  imi  ijlieili  si/jllissf  i  V E r.  /i.vinn  morliiìi  i-  i;JJ(>!;  11'c- 
rrixint  ;  n.T-ffi  uVemr  il'1».-.,  r'  ■/:■(  irai  11  jliuiji  i  vii.  (foni  ;/e  /o 
Spirilo  Sondo  s  come  i  ir  ™™  ;  <pm'ij™ri  n  riptr.io  de  i  vii.  p«- 
i-iiii  «urtniìi.  IN 1 1 1 3 ;i  in  dirò  sui  pn^iy  intriusico  di  quest'opera; 
ma  certocdiequcstc  prime  scritturi'  italiane  meritano  di  essere 
sempre  riguardate  con  molta  revereiua.  i'  tifi  tm'tierclilie  miche 
utile  la  pubblicazione. 

In  questo  stesso  codice,  e  per  la  stessa  mano  scrini,  leggonsi 
i  Fioretti  di  snn  FrimiTsi:!-:  F,  benché  l'amanuense  dia  a  veliere 
qu.iif.lic  imperizia  o  almeno  negligenza  nel  trascrivere,  pur  mi 
sembra  aver  da  per  lutto  riconosciuta  assai  bella  e  pura  la 
lezione  del  testo.  E  credo  che  se  il  P.  Cesari  avesse  avuto  sotto 
dee;  li  incili  questo  101  ì  tri-,  [.di  rivivili,  ,1  drilli  h  pi  rlcreii/,;!  snpr.i 
il  te-io  ri p<ir  t;i r  1 1  d.i  quella  edi/lone.  i:ln'  in  Vcne/i.i  pnh'lili- 
afoiic  il  Bindoli!  e  d  l'asini  r.nnu)  1  .Vili  in  li".  V.  poi  eli1  j  1 1- 1  ■ 
l'utilità  dee;li  studio.:  nincque  ai  sii;"  (iainlin  di  ricopiare  le 
prime,  linee  si  della  edizione  veiie/.iuim  10,'ifi.  the  della  vero- 
nese 1  Bai,  darò  in  pur;'  le  medesime  uonii-  ;i  ir  fr.'C'iirj  111  qui  sin 
codice,  le  quali  a  mio  parere  mi  sembrano  più  pure  e  più 
chianti  dell' ril;n;  :  d'i  cosi  san  Fra nrc. co  elessi!  al  principio 
■  del  fondamento  de  l'ordine  dodici  compagni  professori  de 
l'altissima  povertà.»  —  Lascio  a'iettori  far  il  dovuto  con- 
fronto. In  somma  io  tengo  per  fermo  che  un  novello  editore 
de'  Fioretti  di  san  Francesco  potrebbe  trarre  molto  profitto  dall' 
esame  del  codice  prosente,  il  quale  termina  cosi:  Qui  finisce 


ij  MANOSCRITTI  ITALIANI 

il  libro  dei  Fioretti  di  san  FramsMon.  Amen.  Seguono  di  poi  dodici 

pagine  contenenti  il  racconto  ili  alcuni  miracoli  del  santo 

ihfdfiimo. 

7707. 

fi/,.  Trattato  sopra  il  Credo,  composto  da  Giordano  da 
Pisa. 

(  :.|  :-|.ii-...p_  in  fucili.  .1  (lui-  .■.]  ■  .  -..r.l'.^i  l..nr!i ,  h-  .ilo -,  .li  |.a|;mc  !Ì:>.|.  l' jli 

A!  nome  di  Dia  ci.ìm  pimripia  il  endice  ;  c  delia  \'eri/iite  M:  c 

11  Credit  il  Ijtltlle  full.-  Il  in  id.jn:  da  l'iyl  de  j tati  j-r:  rVr"  TI  (ilei  j-eeiUai 

in  Firenze  Ialiti  una  qnareiima  nel  quale  si  contiene  la  nostra  fede. 
La  .patte  Jetle  e  utilissima  a  noi  perocché  la  fedi  e  fondamento  di 
ittita  li  ìifttia  spiritatile,  ec.  Kon  trovo  che  il  sig*  Gamba  faccia 
menzione  paiticuia  re  di  ijucs-.u  lungo  trattolo,  clie  servì  ali' au- 
tore dì  argomento  per  tutta  intera  una  quaresima.  E  sì  come 
accadeva  a'  sani  oratoli  ili  quel  tempo,  le  cui  prodielic  ve- 
nivano dagli  uditori  raccolte  dalla  viva  voce  del  predicatore, 
indi  privatameli  II  trascritti;,  lom  pur  avvi 'ime  di  questo  trat- 
tato, che  bea  sì  conosce  e  per  ciò  die  se  ne  dice  nel  prin- 
cipio, f.  pel  mudo  rou  cui  iu  compilili'!  a  il-trctLo,  non  essere 
stalo  lasciato  scritto  si  coni'.'  qui  k'L^e.si  dal  proprio  autore. 
Parendomi  però  [adopero  le  pan.ic.  dei  .Sa Iv iati  ne' suoi  avver- 
linienti,  Iti)  Il,  e.  su)  che  questo  lavino  .-ia  casa  finissime!, 
opera  di  parità,  1  di  scmidLe  Uvaiiulria,  do  il  principio  della 
ciilnpilii/.ioii''  dui  Imitai»  iiinlesimn.  onde  se  ne  giudichi  del 
lucrilo ,  ed  o'.:cui  :y mio  di  pubblicarlo  sappiasene  quanto  basta. 
Incomincia  così  :  «001110.  La  quale  parola  non  e  articolo  di 
*l'ede  anzi  e  articolo  degli  altri  articoli.  Cosi  dicendo  Credo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  43 
«  questa  parola  a  grande  materia  in  se.  La  fede  e  convenevole 
d  e  necessaria  allanima  rationalo  som  malamente  daquatlro 

■  porti,  p  la  necessito  :  p  io  merito  :  p  la  granile  virtude  ;  e 

•  j)  la  iri'itndi!  cerliiuiìine.  Prima  dunque  dico  elio  la  fedo  ne 

■  mestiero  p  necessita  o  po  no  convenevole  la  fede  ìichcHa 
»  ni!  mestiere  e  rieressaria  iti  tutte  le  riHe,  •  E  per  ]ii[L<rj;i(>r 
lume  di  chi  forse  crederi  utile  il  giovarsene,  do  eziandio  le 
ultime  linee  del  codice.  Termina  così  i  .Insegnati  fare  il  di- 
.  giano  buono  accio  elio  tu  meriti.  Poi  apresso  (insegna  come 

•  tu  dei  lare  thesoro  in  cielo,  li  mostrai:  le  cose  elio  ti  danno 
.  ini  pili  mie.  n  lari-  quc-ld  illusorii,  lil  iimstrali  il  unirli,  corni! 

•  se  de  fare  il  thesoro  come  detto  odielro.  Dco  [>rJitias.  »  !"ion 
trovo  pur  ricordato  questo  trattato  o  quaresimale  neU'  indice 
de'  testi  a  penna  dejjli  A.Tiidenici  della  Crusca  ;  eppure  i-eiii- 
brami  importante  a<l  accrescere  il  tesoro  degli  esemplali  ili 
bello  scrivere. 

7708. 

/i5.  Lo  Speculilo  ili  (,>!«  ti:  opera  del  fiale  (Cavalca. 

Si  rLi  II  tiioio  .-II'  iipr  iv,  per  le  «e^iicnii  panile  ;  Questo  libro 
e  spechio  di  Crnee  depilati!  per  fiale  dionnai  Citar  alca  Jn  l'ini 
dellordine  di  lancio  Domeniche.  E  termina  il  codice  cosi:  Putite 
n'i'rijru  i  tannati:,  spettai-  ili  l'.tt,ir  fritto  in  i-olttuTC  fhonvptìnln  /in- 
fra te  Domenttlta  Clairaltlta  dn  Pisa  delltirdtìi,  di  saliti:  ik.me:iit:h:. 
Amen.  —  Quatti  libro  iscriue  Piero  di  Jacopo  Pintegli  a  hoaort  di 
Dio  e  della  Vernine  Maria  e  dcllarcantfiofo  lìaffaetto.  mio  imH>. 
Amen.  Io  non  so  se  alcuna  delle  molte  edizioni  che  furono 
pubblicate  di  questo  nostro  testo  di  lingua,  sia  stata  fatta 


44  MANOSCRITTI  ITALIANI 

sopra  dei  codice  presente;  intorno  alle  quali  edizioni  rimetto 
i  lettori  a  ciò  che  m;  ilice  il  eli"  Gamba  ai  n"  a5i  della  sua 
Serie  lesti  ili  lingua.  Credo  a  buon  conto  e  conveniente  ed  utile 
trascrivere,  come  qui  stanno,  le  prime  linee  dei  codiai  (che 
ni  verità  sembrami  pre7.io;o  nulla  sua  lezione)  n  line  i-|;r  idi 
.-ludiosi  della  nostra  l'avella  posano  instilune  i  confronti  e  gli 
esami  opponimi  ;  o  io  stesso  si  gf  damila  eli' ebbe  a  consultare 
111:11  suli  1  li'  vi  -cj-.il  ii-  1  il  iv.ii  11  li .  ma  altresì  al  ni  ni  un  in- hi  rodici, 
(lari  il  giudicio  suo  anche  intorno  a  questo.  Reco  per  tanto  il 
comi  nei  amen  Hi  dell'  opera.  .Narrai!  santo  Vangelo  d  sinu- 

.  alli  suoi  sui  certa  pecunia  colla  quale  dovessono  guadagnare 
s  e  ad  uno  diede  cinque  talenti  e  ali  altro  tre  c  ali  altro  uno. 
•  Et  disse  a  ciascuno  rie  inve.stis-se  e  guadagnasse  ì  talenti  in- 

■  fino  alia  sua  tornata.  E  tornando  e  ricercando  la  ragiona 

■  ileilelli  talenti  cumossi.  ■  ce. 

7709. 

46.  Il  libro  elle  eliiiiniasi  :  Fiate  ili  virtù. 


Lecitisi  in' 11'  ultima  fu  cria  del  ci  ni  in;  i|ui;s1e  ji.iiule  ;  Vitato 
iftu-ski  iihiv  ad  honore  di  Dìo  et  di  sua  maire— -in  l'anno  (475  a' 
vii.  di  Warto.  tifisi  preziosa  operetta  qual"  è  rerlaiiiente  il  frarc 
dì  virtù,  più  volte  pubblicala  colle  stampe,  non  si  vide  mai 
scevra  (V  errori  ;  e  specialmente  nelle  prime  «li/ioni,  che 
vennero  in  luce  in  Venezia,  in  Yic.ciiv.a,  in  Bologna,  in  Tre- 
viso ed  in  altre  elmi  dell'Italia,  lo  non  dirò  clie  ijmilclie  menda 
non  si  rincontri  anche  nel  presule  codice,  ma  non  dubito 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  46 
altresì  dì  affermare  che  s'esso  fosse  slato  noto  al  Boltari,  vi 
1'  avrebbe  studi. ilo  e  i;uiLsuli.jt.j  con  mollo  frutto  pi.']1  la  romana 
sua  edizione  elio  pubblicò  l'anno  17J0,  edizione  c.htj  cerio  nel 
merito  ilei  la  le/.ione  e.  su  umori'  a  [ulto  le  altre,  l'enso  quindi 
far  cosa  grata  ajli  studiosi  amatori  delle  nostre  lettere  col 

trascriverne  qui  alcune  li  ■  quali  11  raso  svolgendo  il  eudiee 

mi  vennero  sotto  degli  occhi ,  a  fine  che  potendosi  fare  per 

dicendo,  che  volendosi  ristampare  ipu-sto  losorcilo  ilelia  nos- 
tra IjveHa  sarebbe  assai  util'  0  lorse  nrii'ivin'i  il  consultare 
il  codice  presunto,  IVr  tanl»  alla  pagina  'j'  leggesi  cosi  :  •  Lo 
«quarto  amore  si  chiama  innamoramento  0  Vito  dilettami  :  vi. 

•  è  di  tre  maniere.  Lo  primo  si  è  amore  di  conciipiscentia.  ilie 
iè  quando  loliuomo  amala  douua  perdileclo  che  volo  da  essa 

■  et  non  per  alLi'ii,  eotoe  latino  la  maL^iore  parte  delie  per.-nn;-; 
.fit  la  ilili-Llau/a  ili  questo  alunni  tillla  è  nello  corporale 

■  ledo.  Perchè  secondochè  proya  santo  Thomaso  niuno  ama 

■  mai  alcuna  cosa  se  uno  per  lo  bene  elie  inde  aspella  di  avere; 

•  et  ciascuno  amore  muiieue  elle  sin  con  delectntinne  corpo- 

■  rale,>  ce.  Tengo  fra  le  unni  ima  bella  e  rijiuSutu  cdiziiiuc. 
moderna  di  quesl'  opera,  nella  quale,  ricopiandosi  al  solito  [e 
altre,  leggesi  cosi  :  Il  quarto  amore  si  chiama  iniiamuramealu .  0 
veni  LHTESD.if/i.  (Capisco  benissimo  che  una  abbreviatura  al- 
i]uautu  strana  può  essere  slata  la  cagione  d' hileiprtifine  e  quindi 
scrivere  <rdcni!anza  in  luogo  di  dilettanza,  ma  non  so  darmi  pace 
del  pi'i-elié  liilvolla  si  p i-eli ■ii.e.,i  ioliiidiirv  una  mei'  rlie  nienti- 
Ila  che  fare  nel  proposito  piuttosto  elio  lasciarla  in  penna;  e 
mollo  più  nel  e.-iso  nostro  ehe  pini  (arsene  seni,!,  nuli  essendo 
che  una  spiega/arine  della  voce  in  a  rimi.™ mndii,  spiegazione  elie 
vico  subito  dopo  per  quelle  parole  ;  Lo  primo  i  qnanilo  lo  /inumo 


i&  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ama  ia  donna  per  diitcb).  Ju  sono  ccrtii-imo  clic  \iìì  Acc.idc- 
111  ì ci  della  Crosci  avessero  potuto  consultare  questo  codice, 
adi  esempi  ti  si  1  i  cu.!  nuda  voce  ililrìum:u  avrebbero  aggiunto 
auclic  questo,  e  quindi  poi  omesso  quello  clic  ci  danno  alla 
voce  intendenza ,  tolti.  appunto  nel  dello  lungo  dal  Viarc  di  virtù. 
Spero  che  i  mici  lettori  ne  converranno, 

7710. 

!,-,.  Consigli  spirituali  del  P,  Antonio  Francescano. 

Lesesi  in  £"1  principe)  (!cl  codice  :  »  A!  magnifico  ronsor- 

■  valore  et  cavalieri  lenerahdi  ei  fievoli  Cittadini  ilei  lìorgodi 

■  Saocto  Scpultro  frale  Antonio  professori»  del  ordine  e  regola 

■  de  frati  minori  manda  mille  saluti  cuoi  pace  sciupi  leena. 
•  Avendo  io  fallo  alcuni  sermoni  in  forma  di  predicanone... 
■'  i-t  predalo  io  ila  la  ìn.i^^ioi- pan.'  di'  li  Cittadini  principali  clic 
N  io  per  opera  ili  cai  i1.ii  ci  ma '-■.imi'  per  uliliui  ci  salute  de  le 

■  anime  me  digiiamo  mler  solili  lireve  epilogo  et  compendio 
«in  sermone  vulgarc  componcrc  et  scrivere  li  cnnsilii  di  sa- 

■  Iute...  io  come  sili  ini  lido  ili  -a:  i-la  ir  ad  n;;ni  sa  lieta  et  liunesta 
-  jietidoiiii  el  domanda,  «  ee,  ce.  Si  conoste  per  questo  modo  di 
scrivere,  e  per  la  sol  tose  ri  ri™  e.  elle  riporterò  qui  appresso,  clic 
ii  detto  frale  Antonio  era  al  suo  tempo  tenuto  in  grandissima 
estimazione;  ed  io  penso  dio  non  già  a  superbia  ma  a  vera 
seiuplifllà  evangelica  nllcilmirni  delibatili  alcune  delle  -o- 
praddeMii  parole,  le  ipiaìi  coi  wvii  150110  pi'o  pria  melile  al  pas- 
tore riguardo  al  suo  gl'eie,  Kiniscc  il  codice  in  questa  guisa: 
fa/ilicil  lilier  de  caiisìhis  1  wraliilis  in  I  .'/irtiiu  patrisfratris  AnlQnii 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  07 
de  (qui  fu  cancellato  il  suo  cognome  )  ordini*  fratrum  minora» 
ad  honorem  et  laudari  Dei  omnìiMuuii,  «<■■;  ivj»  ,  de,  eie.  :  qaodcom- 
pìelam  fmt  anno  Domìni  a  nativilate  millesimo  qaadrinqenlnimo 
JiUYJf/fjR'i'i  vyi.'n.'if  i  :.-i,'i .';)■'< r.'n.'j i  pvr  mi-  ìiìrrnijnin  de  Saxonia  die 
et  mense  predici»,  eie.  Paro  die  il  frati:  Antonio  scrivesse  nel 
secolo  11V,  poiché  quiiiiiniiqno  il  Ritardo  die  ne  trascrisse1 
l'opera  abbia  forse  inolio  faticato  por  ridurla  il  più  eh' ci  poteva 
in  vul^n'e  pii'i  chiare-  e  -covro  do'  ooii'.ioiii  hiliiiiniui  ebe  molli 
de'  nostri  scrittori  adoperavano  a  quel  tempo,  pur  ne  sono  an- 
cora non  pochi  (li  per  tu::o  il  codice,  clic  lcj:f;eii  quindi  non 
senia  stento.  Sembrami  però  clic  ridotto  ch'ei  fosse  a  buona 
dettatura,  ciù  che  non  sarebbe  punto  difficile,  potrebbe  me- 
ritarne la  pubblicazione. 

7711. 

48.  Spiegazioni  del  Vangelo. 


Questo  codici'  noi  la  prima  pelimi  porla  il  titolo  di  Leggendario 
de  Stinti,  ma  benché  di  alcuni  sunti  ■:  Aiuto  ledali  visi  lo  vite, 
pur  queste  occupano  la  minor  p;  r:o  dei  volume,  il  quale  con- 
tiene principalmente  la  spiegazione  del  Vangelo  incorninoli  è 
in  scrini)  ila  tutti  0  quattro  [rli  cvaiio,eK;ti  Tonnina  il  coilioe 
nel  modo  seguente  :  Lara  sii  Dea,  gloriai/.  Xìo  Domino  ara.  Amen. 
F..ri;ì'n.iS  ir<i<:mi  s<iiivl„v:;ii  ó'f'rof; U>inin-      ,;et..-!!mtissimiE  domina 


ilapcrme  keclorem  marmimm  de  Agr.ta 
indltjnasìmnm  trrra.11  sua:  lU  mirv.Umii-,  su!,  iiKTia  t),imiwm  hiuir- 
natioriis  miilciòmifnntriceiituimo  lecinageiimo  quarto.  Non  parvemi 
ili  ritrovare  in  questo  codice,  né  quaolo  agli  argomenti  che 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


vi  si  discutono,  ni'  quanto  ni  mollo  mn  cui  vi  sano  trattali, 
ne  quanto  concerno  ia  nastra  favella,  tosa  alcuna  che  meriti 
li'  sollecitudini  de"  teologi  r  ile'  letlerali.  Quindi  non  ne  dirò 
più  oltre. 

7712. 

/io..  Antiche  operette ,  e  iej^mdi-  (li  arpiini'iilo  religioso. 
Cartaceo,  in  dn.  carnieri  li-  ili  .■  nnrri .  .  :li.i-  i-.ilonne,  lettolo  il*.  hen 

.Sì  da  |iriiir-i|iio  ii  questo  [im'/.Iiimi  codile  con  le  .svjimiuli 
parole  :  Omini-in  In  Vita  de  In  beato  sancio  Geronimo  et  lo  transito 
Min  san  nuair:  et  h  miracoli  clic  Din  (ne  per  essi.  :  et  come  apparse 
nxmete,  Augustine,  et  a  lo  Veseoco  Cirillo:  et  come  manifestò  la  am 
sanctissima  gloria  ri  loro,  ce.  In  ili  in  cornili  eia  cesi  :  .-.  livemnimo 
iti  fu  figlinolo  <lc  uno  uomo  clie  liavea  nome  Eusebio,  et  fu 
•  nubile  Iinonio;  ri  fu  naie,  de  un  casli-ìiii  rlie  si  liiiamaia 
■Stridono  tra  l.laliualia  ni  l'anuniiia.  Kt.  essendo  lijeroilimo 

■  fanciullo  .si  andò  il  Rollili  i:t  fu  |>iruaiiienle  ammaestralo  de 
ìc  letlcrc  irrsclic  ebraiche  e:  latino,  ■  ce.  Dopo  di  quieta  vita 

di  Siili  (iìruliiiiii),  scrina  prr  la  -Ir.wi  iiiiino  e  uii'operolla  l'Iu- 
rta il  titolo  SCgucnlc  :  Iic  i/'it  w,- (ferii.-.  ■■■,:iynl<i.<.i,;hi;  c.nintr  et  -or 
para  :  introducilo  et  producilo  inlec.itl  inidilationìs.  io  co  tenere  il 
modocke  tengono  ijodli  II  r/Wr  lonritnno  alimi,  ec.  E  in  fine  ili 
i's.-j  opere  LI."  lesesi  :  i  Dea  si-iilij!..  Amen.  In  ho  ìr.lslal.-j  ([iicsl.i 

■  liislorla.  Dipo  eli'  io  la  trovili  in  uno  filini  aiiliquissìmo  cri-rio 
.  dir bavea  più  ile  anni  ln'r.-1-nloi.-ln  -  f-i-ii  scrijilo:  li1  quali- bi-loria 

.inl.i  •iplanaint  1 1  ■  r-  ■  in  annoi,  si,- 1  ivi  la  Ir  [  li  mi  ini  Millio.l  ..x".  ■■ 

Traila  quesl'  opera  (  clic  chiamasi  Meditazione)  della  vita  di  santa 
Maria  Maddalena ,  la  quale ,  si  come  e  manifesto  por  le  sopra 
riportata  sottoscrizioni',  fu  sellila  in  latino,  c  did  traduttore 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  àg 

scrini  per  la  stessa  penna,  seguono  i  Soliloquj  di  Sant'Agostino. 

 Qui  tori)  lucrino  li  Si.l  U  i  .  [1 1  ì  i  <!'■  Sjìicto  A  l  :  1 1 7. 1  imi  et  prima 

■■  Iti  prologo:  import  Locelió  Irn  (ulti  li  divini  libri  dio  si  trovano 
»  lo  libro  ile  li  SuliltKjiij  de  Salirlo  Angustino  me  pare  ile  sin- 
■■  ^liLir  doi  olionc  ti  Ilo  pinsj'.o  ilo  i  tlp;:ii-i/./a:-lu,  r  ce.  L  torni  in,. 


■  fetta  in  secala  scculorum.  Amen.  Esplirit  liher  Soliìoquio- 

per  la  Slesia  mano  e  la  s lessa  ortografia,  eonlengoiisi  lo  oporelte 
sepirnti  ,  dello  quali  L'ascrivo  or, mi:  vi  pi  leggono  i  titoli. 
I" .  Queste  sono  le  un.  revelationl  clie  revcló  la  Vergine  Maria 

■  ad  sanota  Elisabeth,  per  le  quali  fu  perfeeta  amica  di  Dio 
■'nostro  Similoro. 1  li"  i-  '.hieslo  '■  lo  scrimino  olio  iVcfi  snnctn 

■  Bernardo  ali  uno  elle  volea  fare  penitenza  :  per  la  quale  de- 
■•  ventò  Siro:  ride  a  ni  ito  (io  Dio  rostro  Similoro.  '■  111'  l'i  11 11"  operolli 
di  santa  Catlcrina.  la  quale  incomincia  cosi  :  •  Carissimo  parile 

■  in  7\  irj  dolce  Jesi!.  Io  Cailiriina  sor,  ,1  ri  sellini  a  ri  olii  stivi  ili 
i.lesn  Clirislo.  Scrivo  adunque  il, dio  profuso  sangue  suo  con 

'  desiderio  ile  ledere  In  Um  I  lo  Foto  ili-  In  Spirito sancto »,  et. 

bi  lormina  ron  queste  pai  olo  :  <  Altro  nmi  1I100  imianole  110  In 
.  sta  et  duìce  ililettione  di  Dio  Xfo  dulce  Jesn  amore. .  IV"  Ed 

Francesco  d'Assisi.  00:1  Li  quale  lioi.-oo  li  mìmne.  l'onso  elio 
i  nostri  aitialori  dolle  primì/ie  rlidln  volgrir  l'avella  trarrebbero 
buon  costrutto  risii'  o.s.:ri;o  dol  prcseiilc  iodico. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


7713. 

5o.  Vita  di  san  Patrilio. 

li  iil,.<hii.  in      f.:lo  idilli,  ì  1:1 1 li ■  .m!  .  i.tmllnv  •'■m'.<'H':-  i.  mv.mii  IV.  I .r- 1 1 

PaiinlitolarsiqaestocodiceiVitffoLe^andadisaii  Patrhio 

ratiere  È  si  brutto,  l' ortografia  sì  binarra,  le  abbreviature  si 
insolite,  la  limone  .-i  con  011:1,  1  l ■  :  ridiii.'derrbliesi  £rai]  tempo 
ni  altrettali!.!  pa/àrim,  a  jioter  trame  una  copia.  D'altronde 

iu-ii  hml~i. li-i"       i.i  1  ira  ili  H'uper.1,     la  poca  abilità  il, -Ilo 

urrittoriMui  pare,  di'.'  il  tempo  u  la  fatica  sarebbero  male  spesi. 
«  In  questo  loco  Fermio  le  Ir tv  ut  la  di;  sa  ceto  pa  tritio  111  iiiquetu 
«  inolio  facto  nel  suo  piicipio  del  miscr  santo  patritio  «narra 
■'  h  storio  ilo  salirlo  patnlio,  »  re.  ce.  Cos'i  in  comi!)  ria  il  codice, 
e  gii  r*i  avviale  il  letture  por  queste  primi;  lineo  rli  ebe  e  come 
si  tra:ta.  forse  soll:m!o  idi  slcionliiinij ,  ;in;i  ili-ai  acuiti  mi- 
racoli, che  vi  ti  raceoiihno  posreldiero  intrattenere,  se  non  la 
devozione,  la  curiosili1!  de'  lellori.  lumia  ÌArn  sii  luta  Xio;  cosi 
termina  il  volume,  e  noi  pure  facciamo  fine. 

7714. 

.il.  I  Fioretti  di  san  l'Yaiircsco,  giuntovi  un  aulico  viaggio 
ne'  paesi  Orientali. 

i;arl,n.:i..  in  1".  .1  ihir  cito"»': ,  ci™  I  Uii  M  in i;;ii i i: i .  <i  iot.j  \r,  di  ouiEcien  le 


«  Al  nome  di  Xto  crocifisso  et  della  sua  gloriosa  Madre 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  Si 
.  Vergine  Maria.  In  questo' libro  si  contengono  i  certi  mira- 
■  choli  del  glorioso  poverello  di  Xto  messere  santo  Francicsco 

o  esposti  diilqminti  simi  e  pagni.  ,\ui«n.  «  Cosi  inr.oinin.cia 

questo  codice,  il  quale  termina  con  le  seguenti  parole:  Qui 
fauste  la  i.'.  ri. la  ki)\-:n-ìti  il-.'  i)U.n-.s.a  misuri-  .snnl'.-  l-'r-u-.r jr.se  jurii 
Oli  filili  inaili  .'7  pi .)  (issi  «in  i  le  sia.  fa- ,-  in-i  'in-iicnj'i  innanzi  n  Cristo 
benedillo.  Et  da  lai  sia  a  noi  falla  graffa  di  saltare  lanima,  ce. 
Benché  ne'  registri  dulia  biblioteca  abbia  altro  titolo,  pure 
conobbi  nidl'jiliro  essere  questo  codice  ebe  una  ripetizione, 
salve,  alesine  pìccole  illutazioni,  de!  codice  coiìtcricnlc  i  ì'ìi.it.Ui 
ili  san  /'Vjrjirrjn.  ctiilii  giiiiri,!  in  l'ini:  dr.'  ini;-,ieoli  ri'  i'ìs.i  santo, 

sotto  ii  n°  à3.  —  Ma  altra  opera,  scritta  però  per  la  slessa 
inailo,  comprcndesi  ird  jircfeiili?  codice,  i:  ni;  tju^.-ln  il  ti- 
tolo si  clinic  risii  lo  Inscrivi!  :  ,  il  filini  del  Ih  peregrinatione 
°  di  irate  rinlialdo  dcìlordine  de  frati  predicatori  e  in  qui- io 
■■si  contengono  tolto  brevità  parlando  tutti  i  lesini  e  le  leggi 
•  e  io  proviiicie  e  gli  ordini  e  le  sepie  e  le  rcsic  e  le  maravi- 
.  die  le  quali  :o  trova:  orile  parti  di  Oriente  ;sruo  che  i  loti 
,  i  ipnrli  volessnrid  p'i'iirl',i,i  -  :.ilie:i  p:  r  ',,  .sinore  -li  Xto  e  p  stc- 
crescere  la  Fi/de  \hsi  -appisolo  rpii'llo  che  si  Ioni  fu  mestiere  e 

elle  in  VÌSU1  si  union™  essere  stala  Mu-itlii  qllest'  opera  tuo 
liuooa  fmle;  in  -lice  ri  (hi,  che  le  brevi  notizie  clic  vi  si  danno, 
benché  non  lutti:  nuove  dopo  tanti  vi.i^srj  die  sono  stali  felli 
in  quella  parie  del  mondo,  pur  sono  tulle  pili  o  meno  di 
qualche  importanza;  la  terza,  che  sebbene  non  sia  scrina  in 
modo  da  poter  l'arse  ne  gran  Indi',  pine  con  molla  Ijcilit.'i  po- 
trebbe ridursi  a  buona  dettatura.  E  forse  sarebbe  gradita  la 


Sa  MANOSCRITTI  ITALIANI 

|nil>l>lica?.ionc  di  questa  operetta,  ia  quale  non  abhrncda  the 

trenta  colonne  dì  scritto. 

7715. 

■ti.  Le  Vito  di  Gusii  Cristo  i:  di  S'M'  MjiLìIqIì-iih,  con  JÌLiv 

leggende, 

l.hrbu-'-  in  Ii.-Ilmi  l.  ilj!'  ci-]  jiljIi'.  i  1 1 r,- ; L-.-u il L-  h;.il.:i,  Liti  spillo  iiv. 

Unii  (ioni:  il  presente  end  in'  in  vi  la  iti  (icsi'i  Cristo  divisa  iu 
molti  capitoli  ;  indi  distesamente  la  vita  di  santa  Maria  Madda- 
lena; mi  appresso  viri-.;  legende,  ili  san  La  Orsola,  di  sari  Glo 
Italia,  dì  filila  lloroLea  e  di  santa  Menta,  con  la  quale  linisce- 
Il  volume.  Peccato  eli' l'i  manchi  di  multi  fajdi  nel  principini 
La  vita  della  Maddalena  e  pre.eedulj  da  un  lavoro  poetico  in 
lode  di  essa  santa,  del  quale  do  qui  un  saggio,  poiché  panni 
essere  un  lavoro  de]  quale  inerii!  [".irsene  eamor 


Lavando  i  piedi  dia  lavi 
—  Legata  eri  si  forte 
A  pie  del  tuo  Signore ,  t 


Digiiized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  .lì 

■  divina  andò  a  stare  in  luogo  molto  diserto.  Et  quel  luogo  fu 

■  facto  pei-  le  mani  dolli  Angeli.  Et  stette  che  non  fu  psona 
«  clielLa  conosci'»!-  por  trenta  anni.  Et  in  quo]  luogo  miri  ora 

■  ne  aqua  ne  erbe  no  avWi  clic  jiolossero  ossero  a  sua  oonso- 

•  lalioilC  ;  accin  elio  si  r>i;ni!  Ics  lasse  olio!  11 K  Irò  rode  oq  itole  c::il 

■  Cibi  celestiali,  i  tx.  Por  l|oesli  piccoli  n  ;;;:]  v  odivi  uno  l'osi  gli 
slmlicfi  a  lor  agio  se  lo  vile  e  lc;;-oiLde  comprese  in  questo 
codice  corrispondano  a  quello,  clic  stanno  nello  Vile  de  salili 
Padri,  eitato  nel  vocabolario  degli  Accademici  della  Olisca 

77153. 
53.  Specchio  della  Croce. 

Curari"',  il]  Inaili,  ;i  UiiL-  intontii',  rus'.kiv  ([uhm  lamio.  m.',.iii[, -iij  |.liv 
I  ]jLÌni.i|iio  duljifcolii  uV  e  forse  intuì  finire  del  un",  ben  conservalo. 

Sono  il  sopraddetto  a"  77  1  .Vò  inni  unciniti  questo  codice  si 
corno  con  lenente  la  h;,t  ili  Htm  i.V'ff-;;  ma  noi  line,  come  ve- 
dremo, e  come  pur  risiilla  dalla  lelluin  stessa  dell'opera,  è 
aperta  nenie  dichiarato  esj-ore  (ruc-tu  sevi  Ho  Ili  Sputi,!:-  .  ii  1 .1 
% 1 1 1 J a  però  Ila  eh'1,  lare  ii  prosonle  cooioe  con  I  nitro  cb*è  ri- 
trascrivo il  principio,  eh' e  questo:  «Inter  Inltre  verbi  che  se 

■  narra  do  sia  Cecilia  verdino  si  0  questa  gradissimn  0  l'olla 
veitn  eiii  e  elicili  pollava  -empie  lo  evap'Ho  di  \'..u  ci -li- lo 

•  nel  suo  pccto  e  0  quesiti  =;:  deve  cussi  infedero  cose  più 

•  devate  de  la  vila  ile  .\to  elio  se  logorio  nel  suo  slo  evaoolio 

■  nel  quale  pensava  di  e  notte  con  tutto  ci  so  core  et  spirituale 
«  lorvorc  et  colo  pillici  ione,  »  oc.  Uopo  due  0  !rc  pagine  di  pro- 
logo comincia  la  vita  di  Gesù  Cristo,  la  quale  «  scrina  cosi 
come  abbiamo  veduto  nel  piccolo  saggio,  che  ora  s'è  dato  del 


SA  J1AK05CR1TT1  ITALIANI 

principio  ilei  codice.  Ed  i"  lino  sì  chiude  Top™  con  queste 
parole  ;  'Or  heue  ad  ti  rtq  ut:  i  [in-.-iUi  opera  e  elicla  specchio  de  la 
-croce  ini  pere  io  clie  Xto  in  croce  ne  mastro  la  stia  pci-fiictioiie 
■  io  quale  jp  suo  eiemplo  devetuo  assoni  In  re.  Kipìicil  opus. 
■Deo  gratina.  •  —  Forse  cbi  compose  questo  scritto  volle  imi- 
lare  anche  nel  titolo  lì  (lavalra.  Orto  è  ehe  può  essere  opera 
molto  opportuna  per  lo  studio  della  favella. 

7716. 

5A.  Prediche  del  padre  Toledo. 

Cirino». in  IT,  caratteri  toocti.  Meato  ITI-,  di  bum  coMHYutotte. 

Prediche  del  liner.  l'vdr,:  Tn\,i!<>  jiiiic  ttlh  prcxnza  del  l'apa,  et 
Cardinali.  Così  incomincia  il  codice.  In  qualche  predica  è  no- 
tato l'anno  in  cui  il  Toledo  la  recitò,  si  come  ptr  esempio  in- 
nanzi 11  ipn-llj  ili.'  1  )■.-.:  n  le  paiole  ili  Cristo:  (Jais  et  militi  arijuel 
me  de  peccalo?  leggesi  cosi:  Predica,  falla  fanno  »dlxxdi.  Non  È 
a  mia  notizia  ci  111  (piesl-.'  nir.ilir.lit  .-ieno  itale  posi  e  allo  stampe. 
Ne  ho  letto  alcuni  tratti  qui  e  là,  t:  a  dir  veni  rimusi  maravi- 
gliato cerne  in  ([nel  knipu,  nei  quali;  pressoché  tutti  1  predi- 

e  serietà  di' è  loro  comandala  dalla  natura  medosimaidel  lor 
ministero,  in  questo  prediche  dei  padre  Toledo  nulla  si  rin- 
eonlri  clu;  niictidtr  po.ssn  l'II  orecclii  i  più  'Muli  e  nuiil'-Mi  pur 
il' 111: ridi,  li  perclie  si  sappi. 1  .sltivsi  coinè  smisi  esse  scrìtte,  ne 
rio  qui  un  piccolo  saggio  che  ho  tolto  appunto  dalia  sopra  ddetla 
predica,  nella  quale  volendo  l'autore  provare  clic  i  (niidei 
non  credevano  in  Gesù  Cristo  se  non  per  malizia  ed  iniquità 
loro,  dice  cosi  :  «Per  una  di  tre  ragioni  non  è  credulo  quel 
•  che  uno  dice:  0  per  mancamento  di  colui  che  dice  :  0  per 


DELLA  BIBLIOTECA  REL  HE.  bb 
*  mancamento  di  quello  che  dice  :  o  per  mancamento  di  clii 
■  lo  ascolta,  ■  ee. — Svolge  la  prima  di  questo  tre  raduni 
sì;.ii ideili  di  fhi  parla;  [a  sei-onda  per  ir:  falsila  che  s' iri.%e«iiii!n>; 
e  la  terza  per  la  Mila  malizia  ili  chi  asolila.  Indi  segue  in  questa 
maniera:  •  Vediamo  .".desso  anni:  Xto  convince  li  Giudei;  »  e 
jirm.i  die  111)11  viiLidi'.iiioi'iedi  ri.'  n.'il,-:  sua  iloUvìna  «din  per  ma- 
lizia '  il  infedeli.:'!  limi.  Guise.!-  ■u/.r..-  /ri.ycr-l  ni-.'  <!*■  iiwuta'.' kc.  ludi  : 
Si  writatem  'lieo .  ce. .  n  cuncliiude  colla  l'orza  la  più  chiara  del 

erano  malvagi  per  se  medesimi,  lo  non  diri  chi'  tutti  questi 
iliiior-i  possano  menlare  la  luce.  e.  massimamente  a' tempi 
nostri,  ma  dirà  limisi  essere  desiderabile  che  da' nostri  pre- 
dicatori ne  fosse  imitata  la  semplicità,  ch'i  la  qualità  ]:  ri  ma  ria 
ed  essenziale  del  Vangelo.  (Veggasi  il  codice  n°  f>G.j 

7717. 

55.  Prediche  del  fiate  Girolamo  Savonarola. 

Ila         i.  Ili  |  [..'-ilii  ii-.^lia.  ci:-.ill.:ii  ■■:ia:;.-i  I.ll ,  .."il  \,  .  .Il  |i:i-:iii'  mi...  . 
bto  commutò. 

È  il  codice  scritto  con  un  carattere  sempre  uniforme  dal 
principio  al  fine,  ma  egli  è  si  minuto,  e  le  abbreviature  cosi 
[requisiti,  die  non  può  leggersi  l'opera  sen/a  milita  dilmo'ia. 
M.so  ('(.ni  tieni)  li'  [irvi!  irli  i-  ili'l  liuim-o  Irato liiiulaiii'i  Savonarola 
ili  Ferrara.  Sono  precedute  queste  prediche  da  due  prociii]. 
l'uno  è  di  un  frale  Luci  Bettoni  fiorentino  dell'  ordine  de' 
predicatori;  l'altro  di  un  Lorenzo  Vinnoli  notaio  pur  fio- 
rentino, lo  non  farò  parola  alcuna  intorno  al  merito  in  tri  usici, 
di  queste  prediche,  poiché  di  molte  altre  opero  anche  italiane 
di  questo  scrittore  se  riè  gii  dato  il  giudizio.  Noterò  soltanto 


56 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


clic  a'  jiiar-jrinì  delle,  sc.rhlo  il  trovami  qui  e  là  ri?'  pjssi  latini 
tulli  or  dal  Vii  n^iil,  invi  da  srri  Uni-i  el assiri  prolaili  .  e  clic  vi 
si  rav\  isano  assai  opporlii  Memento  ridlucall  .si  colili:  in  confer- 
mazione di  ciò,  cliedice  il  -Savonarola  nel  curio  della  sua  predirà. 

7717". 

.16,  Contini  in  zi  "in'  delle  predirliedc!  padre  Toledo,  puntavi 
una  predica  del  Monopoli  cappuccino. 


\  i-^gn.si  il  codice  ti"  cui  quale  ledisi  ipicsln,  clic  ctlll- 
tii'ii!'  hi  |i.i:li!.'cci.nnl.i  di  IL'  j:  n.  li  ci  unici  padre  Toledo.  Forma, 
caratteri,  e  tempo  in  cui  in  scritto  il  codice  presente,  tutto 
corrisponde  all'altra,  che  contiene  di  esse  prediche  la  parte 
prima.  Incornine,  ia  questo  con  le  predica  .-opra  l' in  cara  azione 
ilei  libinolo  di  Dio,  e  lei-, -si  nella  prismi  l'ardii  (piiiulo  ,c;:m-; 
Concioni  hiic  itjnj'nil  PituinuvUt  mia  aliif  Theohtjis  CfkUrrimis 
in  Asia  Conslaulimi  turata  i.iinjuriv  sm°.  Sono  pure  in  questo 
stesso  codice  alcune,  cosi  ivi  riette,  tarmile,  die  d'una  o  d'altra 
predica  del  Toledo  andava  facendo  qualclie  suo  devoto  uditore 
a  religioso  a  .seco  In  re  ;  cii'i  che  dimostra  di' egli  era  un  predi- 
catore che  godeva  di  una  prende  ostinazione.  Ed  egli  pare  al- 
tresì, die  l'ossero  pur  tenuti  in  pregio  i  .sornioni  d'un  Frate 
Miiiiopoli  cappuccino,  del  ipiale  è  in  line  del  presente  codice 
la  Predici  dulia  pattume  di  N.  S.  Gesti  Grufo  delta  dal  frale  cap- 
puccino Monopoli  alla  pranza  di  A'.  S.  Clementi  VIil.d  £io.  Car- 
dinali il  limali  sai/lo  l'  ntit\n  i  "iip.  Tìenclió  lo  scrivere  di  questo 
riqijiotf.ini.),  quali t'  è  alla  eh^.n/a.  sia  un  po' inleiioie  a  qu.-:ìn 
del  padre  Toledo,  pur  quant'e  alla  evangelica  semplicità  del 
va  cucia  me  n  lo  I'  ,i^L!-i.-:Hia.  e  l'orse  il  vince.  Do,  poicli'è.  breve. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  57 
tutto  l'esordio  eli  questa  predica,  il  cui  argomento  è  della 
massima  importarmi.  Incomincia  così  ami' era  il  costume 
d'allora:  ■  Proponilo.  P;i»ì<i  Dniuiui  im.slri  Jcsn  Cìirisli.  Tre 
i  cose  si  con  Ini  punti  in  quesTS  iirtvi  parole  :  Pascione:  Cristo: 
«  et  unioni;  li  ìi  ipifsln  due.  Pastinile  ut  (! risld  mimo  due  cose  li; 

■  più  contrarie  clic  si  postino  imnin^ii.-.ii'.  Che  ha  da  far 
«  Cristo  con  la  Passiono,  che  n'ò  più  lontana  che  non  è  il  ciclo 

■  dalla  terra?  Cristo  figliuolo  ili  Dio?  dunque  gli  si  deve  gloria, 

■  onori;,  jrrandczic,  ridili,  !  icneumoni.  Pa-sionc?  ilmn|ue  e 

■  pssiouc  d'uomini,  e  d'uomini  elle  haimo  in  se  colpe  e  pec- 

•  cati  de' quali  è  propria  la  pena.  Gran  cosa  Insogna  dunque 

■  che  sia  stata  questa  che  ha  unite  fra  se  queste  due  cosci 
«  Bjij;ioii,;i-ò  nulla  prima  parte  delle  due  prime,  nella  seconda 

■  dello  Amore,  ch'tj  ;l,it<j  luulo  pulente-  in  Cristo  clic  lui  unite 

•  queste  due  cose  tanto  contrarie  et  lontane  tra  di  se.  ■ — Questi 
due  codici,  cioè  n'  54  e  5tì,  contenenti  le  prediche  dui  padre 
Toledo,  sono  stati  di  proprietà  particolare  di  un  arcivescovo 
di  Reims  in  sul  finire  del  secolo  su",  come  leggesi  nel  prin- 
cipio del  codice  presente. 

7717  ''*. 

&7-  Tutte  le  Prediche  del  padre  Toledo. 

CarUcto,  in  i",  caratteri  conivi,  il!  pginc  Soo,  scoilo  mi',  di  buona 

Contiene  questo  codice  ciò  tutto  ch'i  nek'allro  sinuato 
n°  54,  e  nell'altro  pure  col  11°  SG,  vale  a  dire  le  Prediche 
del  padre  Toledo;  intorno  alle  quali  puù  U  lettore,  se  cosi  a 
lui  piace,  conoscere  ciò  che  s'È  detto  nella  descrizione  di  essi 
codici  contenenti  le  prediche  stesse.  Se  a  taluno  però  cadesse 


58  MANOSCRITTI  ITALIANI 

in  .Kiiiixi  di  L'i; .'.iti;,;  '[ualelieduiu!.  io  ]n  Lerci  ad  atte- 

nersi al  codice  presente,  clie  certo  è  scritto  pii'i  diligentemente 
e  pili  corre  IU  me  il  le.  degli  allri  due. 


">K.  Discorso  di  Tommaso  Campanella  contro  i  Luterani, 
e  contro  i  Calvinisti. 

Discorso  politico  cantra  i  Luterani  e  Cufoinuti  £«a  fera  reti- 
li discorso  clic  vi  si  contiene  è  ridotto  il)  un  dialogo  Ira  un 
Girolamo  del  Tufo  ed  un  Giulio  Cortese,  ed  è  dedicato  « 
\lm.'iijimr  Vmorn  il' Aliami  f'.aidm a!,-  d  Irsfamlriao. — Per  ragioni 
naturali  e  divino,  e  por  Is  storie  si  dimostra  in  quest'opera, 
ilio  i  principi  dell'eresi,!  luterana  e  calvinistica,  per  necessità 
della  loco  credenza  Mino  <>  diventano  tiranni;  i  loro  pupoli 
sediziosi;  e  certa  la  loi  roviiiii  filiera.  l'I  di  pili  ni  sngKerifce 
ij  modo,  elio  l'nif  turi-  dice  c.^ore  s/inlila,  fm-ih,  ni  rjfuu:e ,  ili 

■■..I I  m  I"  L  e-  li  rieini  11:1.  C.:o  ci  li'  ila  di  iiin^.ilii  l'i  qit'.'ii'.;;  cui  ice  v.  limi 
I  i'iter.1  a  n  Ingrata  ilei  (  !a  in  panel  la  ,  che  sia  in  line  dei  volume, 
e  indìritla:  Al  limo,  l'ir  l/iiesfm  F.  Alh,rli>  Tnajatjliyì;  di'  l'rt- 
Jinttori,  Oimissari^  ihim.vitìi-!  ,■(■■.'  S"  /■  .ij  (,';  li/iimi.  Incomincia 
la  lettera  in  questo  modo;  «  Conveniva ,  clic  questi)  mio  primo 
d:!.rii:'S:i  l;-".0  ileiiiciito  :i]i"llli[;(i.  et  i'.iiinii.  C. mlin.de  Ak'ò- 
•sandriim  per  le  ragioni  nella  -.ini  .illegale,  ina  non  andar,  a 
■  Ini  senza  passar  per  maini  di  V.  S. .  si  perclié  ella  feee  ufficio 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


■  di  pietosa  madre  con  me  presentandomi  fi  rai'foinaudaiulunii 

■  ad  esso  lllfiio.  Padre  colmine  della  tira  religione,  sì  pcr- 
.  chè,  ■  et.  È  scritfa  questa  lettera  di  S*  Subii*,  a  din.  Dicem- 
bre ]595;  e  vi  si  parla  appunto  della  presente  copia  .lei  dìs- 

sopraadettb.  Nella  raccolta  di  Lettere  mt&b  di  «omini  Mastri, 
pubblicata  in  Eircnzc  gli  anni  1773-7!),  in  line  volumi  in 
per  npera  e  studio  .lei  aulire  Angelo  Eal.ro.ii,  meritarono 
pur  luogo  alcune  lettere  del  padre  Tommaso  Campanella,  au- 
tore di  questo  discorso;  esosi  attenesse  la  promessa  già  fatta 

'li  f  1  n  !  !  È 1 1 1      1  l  1  ■  un  ler/u  sul  .' ,  fnj!  n  '!  ibi  '  ri  ■.  al  ; n  ■  r;i  :!  novelli 

editore  ,ì  questa  llildmlecit  ri-ale;  clie  del  medésimo  Campa- 
nella,  e  ri'  altri  pur  in  quella  racrolla  compresi ,  ed  inedile, 
|iuà  dirsi  ben  ricca.  Questo  codice  intanto  È  scenramente  ine- 
dito, ami  tra  gli  inediti  il  trovo  registrato  anclic  nelle  addi- 
zioni, che  sono  state  falle  iilln  biblioteca  napoloiana  del  Toppi. 


.rj[j.  Uietirdi  politici  di  Lelio  .MiiM-elll. 

\:  dedicata  qeesr'  opera  del  Carrelli  .1  Cosimi!  ^i  an  duca  ili 

Tosca  il  il  ,  f  le^ge-i  in  sol  pei  oc  i  pili  ile!  pri        voi  11  ine  la  de. 

diraloria,  elie  indirizza  l'autore  al  gran  duca.  Dopo  la  quale 

■■elle  lisi ie.  le  Lie.e  ::er:lle  1I.1  L.'ravi  e.  Janit'si  :cr:l t-jii  di  si  cric 
.  cavarne  avvcrlìmcnli  e  ricordi  da  servirsene  in  tulli  gli  affari 
■  di  considerai  io  ne,  che  nonni)  accadere  nello  ationi  umane  po- 
•  li  lidie  ■  ce.  ce.  E  più  oltre  :  •  Sono  1 11  Ili  questi  avvertimenti 


DigilizM  Dy  Google 


60  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«e  ricordi  fondati  sopra  particolari  ^Ui  accaduti;  ni  di  mio  altro 
■  vi  si  ri-'ouaa  fjiCjio,  clic  1'  applicazione  ci.  ii  dorimi,  ■me.  tu- 
li pra  cosa  da  svilirsi  o  fuggirsi.  »  Dopo  questo  proemio  segue 
la  tavola  dei  Ricordi,  i  quali  nino  lutti  indirmi  al  principe,  a 
line  eli'  ci  sappia  come  lime  condurre  se  sfosso,  ed  il  governo 
de'  suoi  popoli.  Kon  so  su  sia  mai  stala  data  rilli'  slamili;  questa 
opera  (della  quale,  come  vedremo  al  n'  G4,  non  ne  compren- 
dono questi  tre  volumi  elio  la  parie  prima  )  elio  sebbene  non 
sembri  scrina,  quaul'è  alla  dmono,  da  mi  gentiluomo  Sa- 
nese,  pur  contiene  alcuni*.  odiisidiTa/.ioni ,  li*  quali  mentano 
veramente  esser  lette  e  ponderale;  sì  come  per  esempio  il 
capitolo  nel  quale  si  dimostra  clic  un  principi'  potrà  regnare 
tranquillo  auruiclié  jivc.-i*  qualche  calliia  qualità  0  fosse  di 
poco  valore,  ma  di  sten  il  esse  da  un  principe  valoroso  e  che 
lussi*,  stalo  in  multa  graiia  del  popolo;  ove  pel  contrario  non 
potrà  durare  so  non  con  grandissima  dillicollà  nel  suo  regno, 
beoeir  ei  fossi-  vaioloso,  ma  soffri  lesse  ad  un  ^cniLorc  ™u  avuto 
in  oiliu  dalla  najioue.  In  tutti  questi  ca|iil.oli  pur  tallio,  co- 
muni pi  ;  senile,  pur  lo  riodo  semluaiii:  cui:  Irne:;;  ridi.;  lui  Ir 

scrittori  non  sooo  stati'  |irupnslc  sello  quel  pillilo  di  vista,  in 
cui  le  propone  il  Marrclli.  Non  vcnneuii  fatto  di  trovare  di 
questo  autore  menzioni;  alcuna  ne'  nostri  bibliografi. 

7719'. 

So.  Lettore  di  Lorenzo  Magalotti. 

Lettere  Jnnuijti.tr  '.  in  mah  riti  ili  i-:litiiui>.i  del  ccnli  !.:ma:ti  Ma- 
ijitUli  Ciinsitjlic.ia  di  Stata  ili  sua  Aliati  Retile  il  Gran  Duca  tli 


DELLA  BIBLIOTECA  DEI,  RE.  Oi 
'i'iuntm.  Parte  primit.  Cosi  i':  intitolato  questo  codice,  che  la 
Jiibliotrca  muli!  clihc  il.i  l'ircu/.c  l'unno  1701 ,  si  come  risulla 
(la  una  noia,  ch'i  sulla  prima  pagina  del  codice  slesso,  e 
dice  cosi  :  Entoyó  de  Florence  cn  1 701 ,  par  M.  L.  D.  L.  —  Il 

lettere,  fu  scritto,  secondocho  scorgesi  per  la  dedicatoria  del 
Mn«iilo!-:i  li  ma  veliche  Cario  Tcodoli,  J'simo  1(190  ;  e  fu  scritto 
con  tanta  ddi^i'iiy.a  ,  chi  si  linda  in-ln^ralìa  1:  niliile/ta,  eli'  io 
noulio  diirtcoltà  ili  eludere  L's.-er  questa  la  copia  medesima,  clic 
fu  mandala  in  ilono  al  siipi-aiidell'i  mn  ivm.se  Ti  mi  eli.  ila  in- 
torno a  queste  lettere,  elle,  come  si  sa,  hanno  per  argomento 
l'Ateismo,  rimetto  il  lettore  a  ciò  ch'io  ne  dirò  nei  codice 

n'  56i. 

7710*. 

Si,  lustrazione  del  do:lore  l'asipaìout  sui  processi  del 
minami  t li I ■liliali'  di-'h,  lii'/u':si:i<,nr. 
Cartacei,  in  i*,  carall-:ri  nu-l.  i .  "ini  mi  e.  ili  !jliuuii  i-nri;,-i i-iniiku,-. 

Il  codice  incomincia  tosi  :  llreec:  instraltioiie  generate  per  fab- 
bricare li  Processi  nelle  nin.ii'  spinanti  ni.  Trìl'imale  Jelk  S"  ìi.ijiu 
sitimi':  di  /iu'iin,  rvWT.esfa  li::!  li-  -.  I.h:t  (Ho.  /Viene  !(,;.'!  DaUwi 
dell  una  e  l' altra  leipjc,  e  filiate  del  iia-i!'-siiir>  Supremo  Tribunale. 

Nulla  io  dirò  intimo  a  questa  instruzionc,  lasciando  a 
quo'  lettori,  cui  piacesse  di  conoscere  come  si  fabbrichino  1 
processi  riellc  emise  spettami  al  romano  tribunale  ib  lhi  in-juiudunc, 
il  giudicai*  del  mento  ili  raso  lavoro  del  i'asqualoni. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


rutiic  lagosi  nella  primi,  pagina  :  hstrattìoni  <W  <.'««ipm-'«« 

CnJaireje  a  In  Manti  &  «e  Caitoii'm  po'  amVar  atta  mannrefoo 

unitcrsalc.  11  personaggio  .il  ("piale  sunti  ini  li  ri  Uff  quesiti  histra- 

/inili  ,  ci  Hill]  liaslil  il  poter  dedurre,  M'Ii/.l  leggere  11'  seri  Ilo  . 
.1   l'ili    il  fiale  (.!ai]ip.l(l('ll:i  VOlTrllllC  (btiv  t.i   almeno  |ires:igili' 

la  monarchia  universale.  Mou  san  petti  discaro,  come  credo, 
a' lettori,  ch'io  h'anscriva  qui  aleniti;  lince  eli' esaminando  qua 
r  Lì  il  codice,  ini  vennero  oppirlumuiiciile  s:.ilLa  dei/li  ocelli. 
Nel  capitolo  i'  leggeri  cosi  :  u  Uor  veniamo  alle  rosi;  partico- 
lari di  Spazia.  Se  sì  ]xj|]-j  tra'  Cristiani  e.-ser,'  monarca  uni- 
versale altri  noi  potrà  che  il  Papa.  E  come  si  deve  trattar 
con  lui;  si  come  provai  con  ragion  divina,  ora  proYO  eoo 
r.:-ion  poliika  rlic  Ìli  tiri  stia  t:i  ti',  non  può  esser  monarca  che 

remili  con  sola  religione  non  che  ani  anni  come  il  Papa,  mai 
non  polrà  arrivar  alla  monarchia  universale;  [leielté  ogni 
cosa  che  tenterà  yli  verrà  rotta  in  mano  dal  supcriore;  pcr- 
eliè  la  religione  o  vera  o  falsa  sempre  ha  vinto  quando  è 
civilma,  perche  lega  -li  mitili  iiinie  (hneiiil'inn  i  roriii,  e  li- 
spaile  cosi  eonie.  le  lingue  suini  insIniTtietiLi  ti'  imperio,  ■  ec. 
T  eoneliitttli  si  con  queste  parole  :  ■■  Questi  scrini  si:ino  scritti 
.perché  quando  gii  rinnovarti  saranno  di  più  conto.  Seti  ho- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  fi3 
■  beni  sua  fata  libelli;  e  a  V,  S.  con  questo  baccio  le  mani.  > 
—  L'opera  ù  radicata  ai  signor  Don  \  tonfo,  r  chi  scrive,  come 
si  sa,  è  un  Frale  donihiirano.  l'Iella  laule  opere  composte  'la 
questo  famoso  novatore  napoletano  si  trova  ii  catalogo  indie 
addizioni  alla  hi  a  li:  il. 'cri  napoletana  ilrl  'l'oppi,  dove  ita  re 
gistrata  anche  ia  presente  fra  le  inedite,  e  allora  posseduta 
dal  cardinale  Sangiorgio. 

7719\ 

63.  Discorso  di  Olimpio  Ricci  su  gli  abusi  della  città  di 

Cartaceo,  ìd  à".  caratteri  tondi,  :l.jjIu  v,:r.  ili  I  r:.i  ..iiiiscnaiione. 

La  gloria  de'  Princìpi  elettivi  c  naturali  che  siano:  Discorso  po- 
litico, erudite,  et  histurìco  d'Olimpio  Ricci,  dato  a  (Vro.  Signore 
l'ape  ìiniKiMo  A/J.  per  ly.-rrajijer,:  r.i.V  uh/ni  d-.r  v/ia;  n:'.«  li 
Rama.  —  Tal  è  il  titolo  e  l' argomento  del  presente  codice. 
Che  Olìmpio  Ricci  sia  Romano,  non  risulta  d'alcun  luogo 
ilei  codice;  ma  ciò  pur  sembra  dall'ossei-  egli  assai  bene  ins- 
Irulto  delle  faccciuh  economiche  e  poliliclie  le  più  segrete 
ed  interno  di  Roma.  Certo  è  che  quanto  al  modo  suo  di  scri- 
vere non  è  a  ri  porsi  tra  i   Itici:    lindi   Mirlielao;;el(i,  u 

Pietro.  QHarìt'  e  poi  alia  tra  Ita/ione  del  mio  argo  nio.  In 

non  vi  rinvenni  cosa  che,  o  per  esser  nuova  o  almeno  in 
novella  guisa  esposta,  meritar  possa  l'attenzione  del  lette- 
rato, o  del  dotto.  Quindi  se  questo  codice,  come  credo,  è 
inedito,  poco  ciò  imporla  alle  scìciim  e  alle  lellere.  Ciò  solo 
che  potei  notarvi  di  singolare  è  la  franche™  somma  ami  li- 
bertà con  cui  l'autore  park  al  Papa  intorno  a' suoi  obblighi 
non  che  intorno  agli  abusi  del  governo  romano.  Che  poi  questo 


6i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Olimpio  Ricci  abbia  veramente  mandato  a]  Papa  il  presente 
suo  scritto,  clie  il  Papa  l'abbia  letto,  e  quale  sia  sialo  il  ri- 
«i  il  in  io  della  lettura,  ciò  resteri  a  sapersi. 

7719"". —  7719". 
(i'i.  (ioni  umazione  de'  liicordi  potilici  di  Lelio  Marretti. 

Formano  questi  due  codici  In  parie  li" e  la  parte  IH'  de' 
Ricordi  pulitici  (li  Lidio  Mirrati  Lriitilnonio  Sancsc,  de'  quali 
colili  l'usi  In  parte  I'  no'  Ire  codici  al  n"  .r.g,  a'  quali  [■inietto 

il  l'I  tuie.  Niente  più  il  uni  [  vivi  il'  iippinitsrijri!  su  questi  rlue 

a  ciò  che  dissi  de'  primi  tre.  Esaminandogli  perù  qui  c  là  potei 
nolare,  che  qualche  argomento  vi  è  trattalo  in  guisa,  che  sem- 
bra aver  un'aria  dì  novità  a  quo' tempi;  sì  come  esempigrazia 
il  capitolo  miv  della  pardi  UT,  (ivo  si  dimostra  elle  —  -Chi 
,  [.'iierri'i^ierà  e  mpi/ierà  con  uoiiiini  barbari  non  si  potrà 
«  valere  per  l'appunto  di  quelle  arti  deile  quali  sì  varrebbe  con 
venti-  ili  miglior  Lm  1 1  pur-ii  ;  n  iiu  l.i  ti  <:i  istilli  io ,  e  per  ordinario 
«  quello  chi"  piemie i. -blu*  questi  iri  ileià  quelli.  '  Dissi  novità 
di  dottrina  a  quo'  tempi,  poiché  essendo  questi  cangiati, 
enneLo-imu  ii|iiiiioui  .ni  cangia  r.-i  i Ielle  esperienze,  i  Francesi 
l'anno  ]  839  conquistarono  Algeri  vincendone  tranquillamente 
ami,  direi,  pae.ilitainenle  loci  gli  ostacoli. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


65 


7720. 

65.  Statuii  della  città  di  Firenze. 

Alia  raccolta  ricordala  (hi  eli"  Ab.  i  adornllo,  di  provisioni. 

dici  ria  la/inni,  leggi,  decreti  emanali  iniiirj  I  [li  e  in  rliiciM? 

materie  dal  governo  e  da'  niagi-l  rali  ili  l"i  ren/c  :  al  voi  ri  hip  di 
leggi  e  bandi  ris^u  arda  uh  la  '/.reca,  r  \r  monde  ili  Firni/.e  pns- 
si  al  ri  In  dal  -  il.''  Il.irlolnminen  Gamba;  (di' a  lira  raccolta  jiui1  con- 
cernente la  città  di  i''ironzr  sopra  ari;omenli  diversi ,  la  quale 
liova-i  ru  lla  liiiil  io:-ca  ri:  sloi  ii'  parlieolari  1 1 . ■  J  sigr  Glieli  In 
Vc-ne/.ia;  all' altra  rifili  ordirli  ed  in.tru/.ioid  date  ni  ministri 
tlelleportedi  essa  città  di  Firenze;;  ed  in  fine  alla  Tariffa  delle 
gabelle  toscane,  già  pubblicala  in  Firenze  lamio  1781  per  le 
stampe  del  Cambiogi;  devesi  pur  aggiungere  questo  t-odii.v,  il 

Inopi  sono  siale  pubblicale  io  Firen/.r  sui  dtuori.  clic  special- 
ninni  e  concernono  i  coni  marnali  li  non  mio  riguardo  a  quo'  di- 
ritti, ebe  ne  ha  il  governo,  ma  riguardo  altresì  a  quelli  della 
buona  ledo  e  della  lt.ro  coscieii/a.  Chi.-  se  giosta  il  saggio  rorisi- 
glin  1 1n: I  Gamba  debbono  ;l vc-rsi  in  pregio  Irriti:  le  sopraddelle 
raccolte  potendosi  trarre  da  esse  (Itili  ■  buone  ieri  .-ri  quegli  argo- 
n  ino  li  parli  cola  ri  die  I  r.iltano.  mi  sembra  che  per  questa  ili:-;i 
ragiono  farsi  deliba  gran  nullo  aurlie  drl  codice  presente,  e 
mollo  pili  ci  le  '  1  ài  troi  ano  dist  US!C  in  lori  10  al  commercio  ni  ni  le 
mercanzie  alcune  (piislioni,  e  vi  si  stabiliscono  alcune  dottrine, 
che  forse  non  sono  in  lulte  Talli  e  opere  ,jin  poco  >o:ir.i  omni- 

nate.  I.ir  più  aulirvi  delle  legr^i  rarmili:  in  rpac:!..  codice   

monta,  clic  al  Tanno  1  /di/,  e  la  più  recente  è  dell'anno  >5ii). 


UH  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Trascrivo  il  (itolo  si  comi'  Icpgi'si  in  latino  in  sul  principio  ili 
ijiscsifi  codici',  perché:  merita  in  1 1  ■  : U: }  i  ■  ■  inaniem  di' ei  si  tn- 
■usc.i  :  i  II  ir'  li  I  :  ■  ■  i  .SI  ii  lui  di  uni  esl  uni  Luiirnlii  l'r  t!lin:i!ih:i.- 

■  eivi.  noi,' i  li  pulililiei  rlorciiliiii ,  iicc  non  |irocn]Éiti.ris  in 
•  Curia  msjrcmitìii:  c.ivilalis  Klorenlne,  (jucm  somptibns  mois 

■  scripsil  llvmmimus  de  Miliis  Nol.lrius  l'I  omo  li  11  US,  cui  prò 
.qui  latore  solvi Jiliras  scptem  :  bibliopola!  autem  prò  ìiga- 

inento,  per  cui  ne  riesco  assai  diil'icilo  la  leiuna.  esso  generili  - 
mente  fi  scritto  assai  bene. 

7721. 


più,  (lo  tutta  imci-a  la  soli  rise  ri/.uuie;  .nule  avendosi  so  Ilo  ricali 
ocelli  ili  mi  «pura  i' edizione  di  Vcne/.ia  i  .'i.Si  per  Antonio  da 
Alessandri:!  della  Paglia,  e  ([nella  <li  Napoli  i(itii)  per  Egidio 
Long»,  possa  giudicarsi  del  nierilo  di  questo  volgariwaini'iilo, 
ed  a  clii  attribuirsi  debba,  od  almeno  a  ([uale  sia  conformo  fra 
i  molli  codici,  die  sonii  stali  velluti  ed  esanimali  dal  licnci,  dal 
Gamba,  e  (l'aliò  uomini  di  lettere. —  Qui  conine™  il  prnioijti 
sripra  la  Storia  ili  TVnjn  ctmijiaslti  prr  In  i-iibiiic  ri  J'Ii'lu  Htltrstni 
tiniilo  Ciarlio;  delle  colmile  rie  I  «ntiai  Mrssina.  le riynrtrlir  ,-nnli- 
JlHnmeHfc  le  cu»'  n-nliie  tnpni  nijinndn  Ir  nnurt  oupjii.m  per  tttntn 
allumile  cose  terrine  eia  prr  ehi/dm  sono  jininilc  (e  quali  per  In 
lue,  seirntia        «  do/re  di  eira  memnria,  >•<:.  ec.  Indi  si  dà  prin- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  e, 
cìpio  al  testo  cosi  :  <  Nel  regno  di  Tcssalia  ciò  e  no  ìa  detta 
ii  provincia  di  Romania  li  abilaiori  de  la  quale  soli  rietti  Mir- 

■•  immillili  il  [piai:  imi  ul^Ì  elimini          i  eliminin  oli'  prr  mime 

■'  S;ilotìit|[:  j,  re-pnrn  ìi  in  i[iielln  I  empii  uno  Ile  jnslo  ol  geni  ile 
«che  aveva  nome  Pelco,  ■  et.  E  termina  il  lesto  con  queste 
parole:  «Et  ebbe  molli  figliuoli  et  maschi  et  femmine  die 

■  appresso  lui  regnarono  c  quando  vivuto  fu  ottanta  anni  si 

■  iranassu  :li  (|ne.sla  vila  iì!  fu  sepellilo.  Qui  finisce  il  libro 

■  Tii:  j;.iin. .  iodi  li.'c^.'^i  I.'  M>i li isci  i/.i iji le  Manente  :  «  Finito  il 
.  libro  Trojano.  Et  questa  e  lo  verace  storia  di  Troja.  Et  trovato 
<  fu  questo  libro  nel  armare  ile  san  Paulo  in  Grecia.  Et  santo 
■■  Pan  tu  In  preti.  Va  molti  libri  si  trovavano  ili  questa  istoria  per 
■■  i-I  il  in  l'I  in  piun-a  11  (|ii;iìi  ai  e  va  hi.  imitili  !ihti/d};iii.'.  Mli  questo 

■  e  il  diritto  libro  de||;i  Sturi::  ili  Trnpi  mn/.n  nulla  gioma  et 
.sensa  nulla  mancanza.  Et  Iddio  iibbin  guardia  et  mi.serirur- 
-  dia  di  colui  (dir  questo  li  lini  iscrive.  Amen.  ■ —  Mi  pare,  clic 
gli  amatoli  ■■tr.dinsi  della  nc-Htra  favella  pi.tirbòrro  trarre 
binili  li-n'ln  iinelie  dalli:  -tiiilio  di  qiies:o  eulne;  non  avendo 
finora  la  li  t'erutnra  indiana  una  bella  e  cunetta  edizione  di 
un  i-oii  cebdiratii  veliiiiiiz'ianienlo  i.MaUi  più  iclir  dagli  \cca- 
deini'i  della  Crusca  sopra  testi  a  penna  stuiti-UÌ  assai  più  che 
non  mi  pare  il  presente. 

7722. 

67.  Volgarizzamento  della  prima  Decade  di  Tito  Livio. 

Cirlacco.  in  fofilio  liiiv  ili:.  lUrr.'.luj  l.l;l:li ,  ri'i'jli.  ìv".  mi]  1. 1,.,-iv ilo.  [it.Iil 

Principia  il  collier  0011  la  spi  e  gazi  One  ile'  ninni  delle  dignità 
ile' Romani,  cÌ6è  Consoli,  Dittatori,  Tribuni,  Imperatori,  ec. 


68  MANOSCRITTI  ITALIANI 

—  i Questi  sono  li  nomi  (cosi  incomincia)  delle  dignità  de 

-  Rumimi  sopra  la  cri  mica  di  Tiln  Livio  padovano  la  quale 
■■  racconta  li  falli  della  aulici  l'ionia.  ■■  ce.  Kri  io  fine  ili  questa 
spicga'/.ione,  ch'c  compresa  in  tre  pagine,  l'igeai  cosi  : .  Inco- 
.  mincia  il  proluso  di  Tito  Livio  della  prima  Deca  sopra  il  suo 
.  libro  do  le  istorili  antiche  romani!  il  quale  Tito  Livio  fu  dot- 
.  (ore  in  leggìi  et  fu  cittadino  di  Roma  et  nato  in  Padova  come 
i  che  racconta  la  istoria.-  -  lo  non  so  a!  midi  bene  coni  aie  s'io 
«l'arò  alcuna  utilità  scrivendo  le  istorie  del  popolo  di  Roma 
■  dal  cominciameoto  della  citta  et  so  io  lo  sapessi  io  noi  lo 

cara  edizione  fattosi  u/venezia  per  maestro  Antonio  da  Bo- 
logna l'anno  1  478,  o  quella  di  Fi  reme  pel  Bon  accorsi  l'anno 
i  :>o,  ambedue  ni  foglio  eli  io  non  potei  avere  sotto  desìi  nerbi 
\  buon  conto  m-.ia  pei  ina  le:' io  elle  la  1:  il  Io-ri  i/.ione  di'l  rodi- 
tore dataci  dal  (lambii,      tolta  il;          s'.io  proprio  .■seinpiari', 

può  dirsi,  almeno  per  rio  die  più  importa,  pretorile  conforme 
a  quella  clic  leggesi  in  fine  di  quesiti  codice,  ed  è  la  seguente: 
Qui  (ice  (/A.  AV'oi  iltHn  prim/t  Lh-.-ha  di  Tito  Uria  Padovano  delle 
Asdinr  rumimi-  il  lyjiu/c  r  fritto  et  t'impilai»  y.tr  me  M.ìl-.iu  di  fj'w- 
iilimiili  lìnrtiiti-eiltndiiiii  ji'iieidin-'  et  eia-  uimpiAlu  ili  ieiviee  mi  i  p" . 
ottobre  iii7,  eiscudo  godala  ili  CktateUo  Fiorentino  per  io  comune 
ili  l'inmie.  Da  i/mfnu.  Amen.  F,  vero,  clic  nella  edizione  veneta 
sopraddetta  1  editore  '/i  ile  tal  in  ina  Minho.  e  ipp  Mi  ì-.l-i;  ni;i  ijientc 
più  liliali;  di  questa  alterazione  ili  cognome  accaduta  nella 

stampa,  (litva  poi  idi  li/.i;  li  i'iri  n/.e,  della  (|liale  dice  il 

(iamba  aver  aiuto  qualche  indizio,  nei  non  sapere  ben  ren- 
derne eonln,  mancando  il  ine  pure  1'  occasione  di  confrontarla 
con  questo  codice  ne  lascerò  la  cura  agli  studiosi  ;  eh'  io  posso 
intanto  accertare  essere  esso  scritto  con  molta  diligenza  ;  pre- 


Digiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA.  DEL  RE.  lig 
g'.inr  lugli  u isii ■  rtLf  ili  inni  ditticrilicaro  essate  mi  codice  lioren- 
tino,  e  .urino  e  compilato  il.i  itti  t:ì ti.nlìiio  fiorentino.  P,  simili 
pur  quindi  permesso  'li  soggiungere,  elio  nella  circostanza  di 
pubblicare  una  novella  edizione  di  questa  volgarizzamento , 
non  dev'essere  negletto  il  presente  codtce,  poiché  avvicinan- 
dosi egli  a'  bei  [< m - . i  ridia  nostra  favella,  si  coni'  è  iiianiji'slo 
per  la  data  dell'anno  in  cui  fu  compiuto,  richiede  eli  ci  si 
riguardi  con  molta  reverenza. 


G8.  Libro  della  prima  guerra  punica  Ira' Romani  e  Carta- 
ginesi composto  da  Lionardo  Aretino  (Bruni). 

Membranaceo ,  in  i>kfub  ftclin.  eira  lievi  leniti,  secolo  11*  di  non  beili 

Incomincia  il  codice  cosi  :  ■  Parerà  l'orse  a  molti  clie  io  vada 
■  drieto  a  cose  troppo  antiche,  »  oc.  ec.  Essendo  stalo  tagliato 

fuori  il  primo  foglio,  ili  cui  ri  in, oigi  uhi  ancora  io  I  racco,  il  quale 
ilmevr.  pvobaliibieire  i/oiilcurre  il  .?oli:o  litologo  n  proemio 
del  Untili,  aoloin,  rome  ognun  s.i,  e  in  latino  e  in  volgare  di 
quest'opera  (benché  il  suo  nome  sia  qui  taciuto],  non  può 
l'Ooosi'.'rsi  se  il  presente  rodo  i-  corrisponda  o  no  alla  prima 
edizione  ripina:ia,  ridia  iju.ilr  di  inno  oi'l  segni  ni  [e  ')■'  liei.  Certe 
intanto  sono  due  cose:  la  prima  elio  tpiesìo  co:  li  re  è  assai  dif- 

|*>riVil<    ••-  M"  1°  '."I.-    -I  é  .|t|«l]..,  i  li  ->  .il  d-ll-'  r."  i  -,  ,  ,|-,  -  I,- 

t-isul':i  soiiiiu  per  ÌP  sole  ileo  linee,  cìie  ne  lui  date  qui  poco 
sopra.  Aggiungo  poi  che  questo  è  molto  superiori::  n  queiiu  per 
la  diligenza,  eri  accur.i  ic/./.i  giiiiiili-.sitiia  cuti  cui  Fu  scritto,  lo 
clic  vedesi  fiicilineiile  esaminandolo  qua  e  là  sino  al  fine. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


7724. 

69.  Della  pniim  guerra  punica  Ira'  Romani  e  Cartaginesi, 
libro  di  Lio-Dardo  Bruni. 

Carino:»,  in  CurIìii  pinoli,,  .1  lini:  c.Ili:i:i:,  Ljijllcif  loado,  secolo  IV. 

Si  dì  principio  al  codice,  con  queste  parole  ;  Della  prima 
u\>t:<ru  pili  ree  Ir.t  lint.'uitr.  ■■  (.t;rliu;il\<ìi  i/i  Ia  -..'k.-.'.'h  /i'.'-.'Jm'  <e-  .Irvrn.. 
Noli  mi  acculile  di  poter  avere  sette  (ledi  occhi  l'cdilione, 

in  Roma  nel  secolo  xV,  senz' alcuna  data,  in  forma  di  à\— Ma 

i-  | j  1  ciò  elle  il  (lami.,  mei  lesi  nei  (lice  e-see  quello  (di  lìoma) 
un  ottimo  K)i^,-[[Ì2Ziiiiit;tu.  e  per  ciò  che  il  principio  die:  ne 

(hi    del    liti. In   tirila    MljUMildeltil    l-(!i/.i(jl!<!    111.11    ti  ujeu  r- 1.1    ri, Il 

quello  ili  1 1 ui'-'-ti.h  cullici-,  trai»  clic  m'ii/ìi  liniere  alcuno  ili  sba- 
glio si  possa  comi  limi  eie,  clic  l'opero  preseli  le  sia  bensì  quella 
del  Bruni,  11111  In  qualche  Jiiojju  alterata,  ni  in  molli  barbara- 
mente svisala  dall'amanuense.  Do  le  prime  lince,  onde  possa 
giudicarsi  m-  heneo  male  io  mi  apposi. —  ■  Proemio  ilei  autore 
■■  cioè  miss  liuiianlo  ilo  Arem,  l'arca  Torsi  a  molli  che  io  vadi 

.  -ei  iieic  ee:  la  [iiinia  guerra  jniliirha  la  quale  pi  e  Inr.Hic/-/;, 

•  doncie  molle  cosi:  moderno  et  nuove  da  potere  con  dimoila 
.  slruiarc  et  producierc  in  lucie, .  ee.  E  cM  sa  clic  il  Giunti 
nella  sua  rbl.unpa  di  quest'opera  l'anno  listi  in  Firenze  in  8* 
nini  dicesse  il  vero  atnmririaiiilo  eh' è  una  traduzione  falla  da 
un  amico  di  l.ionardo  Arelinol  Coloro  che  potranno  avere 


Oigitized  D/Coogle 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  71 
l'opportunità  ili  conico  11  la  ir,  pel  saggio  eli'  io  nr  diedi,  1" edi- 
zione di  Roma  con  questa  di  Firenze,  ne  [dm  bolleranno. 

7725. 

70.  Volganz/ninenlo  de' Comentar]  ili  (!.  (ìndio  Cesare. 

I.,..l.*  v...  in  /|:  i^-l-.h :  1  - 1 . ■ .  1-r.1l Ih-m-  liv.li,.  *  I..  IV,  .Ir  1  rj.i  imi-i'n H 'LO'h  \ ■ 

Il  codice  principia  <■■>-!  :  ltunntiiu-i«  lo  prologo  hi  li  t'.omi-.nlnrli 
Ji  Crsare  trinbulì  in  co/yrirc ;  e  terni  iiia  col  Finii,  0  nulla  più. 
Il  nome  del  traduttore,  di' è  pur,  seconrloclio  mi  sembra,  l'au- 
tore del  detto  prologo,  non  e  dichiaralo  in  alcun  luogo  del 
cullici-,  ^ij  ipiesta  ìli  v. 'telone  ri:  Dante  Popolici li:  pillili] li" al  1:1 
In  prima  vi  il  1,1  in  l'i  milze  per  le  >  1  ;i  1 1 1 1  n  ■  ili  Sii-iano  ili  Carlo  da 
Cavia  l'unno  i;"n8  in  4",  inverameli  lo  sia  quella  di  Francesco 
Baldeili  die  per  la  primo  volta  vide  la  Iute  in  \  enezia  pe'tìiolili 
l'anno  i57o  in  la',  ciò  potrà  facilmente  conoscersi  pel  saggio, 

presente  c  eli i. ira,  lo  siile  ;i lei  11  a» di  semplice  imi  poro;  e  panni 
in  somma  elle  ad  essa  appropriaci  possano  le  piirnle,  clic  nella 
preiaii.  1  t  1  ■  ■  a'  lettori  scrisse  Carlo  Aldobrandi  intorno  al  volga- 

iletw  qui  por.u  sopra;  Li  q.iali  parole  sullo  iip.irl.it  -  dal  ti. 11 11  Ìli 
alla  pugiua  3S1  delia  sua  Stiìr  Tnli  ili  lìiii/na.  Trascrivo  per 
tanto  alcune  linei'  si  del  principili  die  del  line  dì  questi >  endice, 
per  le  quali  gli  studiosi  ornatori  delle  lettere  ne  giudicherà  1. 

■  Tutta. la  Gallia  (cosi  incomincia  l'opera)  In  tre  parli  è  divisa: 
«delle  quali  l'uno,  è  abitata  ila  li  Heìgii ,  l'altra  da  gli  Aqui- 
lani!, la  terza  ila  quelli  cln1  in  iu ri >  linoni  (adii  se  diriiim . 

■  imi  ■  la  mistia  fi-.illici  -.1  a ppelliinn.  Hnesti  |iti|iuii  fra  se  de 

■  parlare.de  costume,  ci  de  ie^e  sono  dìilereuli,  ■  ce.  V.  termina 


■p  MANOSCRITTI  ITALIANI 

nel  modo  seguente  :  ■  Et  noi  il  un  li'  qurslr  virlnrio  ad  Roma  per 
.sue  lìtlcre  le  processioni  per  giorni  trenta  (Ini  Senato  ortlì- 
«  naie  furono.  Finis.»  Volendosi  riprodurre  questo  classico 
libro  trasportilo  in  lìngua  italiana,  potrebbe  ben  meritare 
d'essere  consultali)  anelte  il  codice  presente. 

772G. 

-,  i .  Volgarizzamento  della  storia  di  Alessandro  Magno 
scritta  da  Q.  Curzio  Ruffo. 


Contiene  questo  prezioso  codice  ia  storia  di  Alessandro 
Militili  sel  lila  da  Oninlo  Curii»  llutlii,  e  posta  in  volgare  da 
Pietro  Candido  ;  /j ivi  e. fu  Julia  etmsp<iriiti<iiir  Ji  Caia  lalk  Cesare 
/lìijwatujv  Wuinw  1 1  de  .1 '<  ,;'Ma'™  Mu./no  He  de  MxecJnnia ,  crili- 
mtla  ti  l'ann-^la  JiJh<  ;!e.;v.  IraJuKuie.  Qnesl'  i  .pera,  coni'  e  ben 

;ic  cium  li -uà  somma  fon  ini  è  scutlodal  principio  al  fine,  la  data 
rbe  porla,  ola  coii-eiione  ^i-.indis-i  ina  della  seri  dura,  tiiltutn' in- 
duce a  credere  die  sia  1'  esemplare  medesimo  clx  il  Candido 
oll'erse  a  Filippo  Maria  \  isconli  duca  di  Milano,  al  quale  ap- 
punto è  dedicata  l'opera  sì  come  ìeggesi  in  sul  principio  del 
volume.  Trascrivo  disi  esani  i-ti  te  la  rollosf  n/ione  eli' è  in  line, 
perla  quale  io  penso  [mi  noi  no  i  lei  lori  eoi  (venire  nel  parer  mio 
intorno  alla  preziosità  ilei  codice  slesso.  ■ —  >  M  nume  di  Dio 


DELLA  MliLIOTECA  DEL  HE.  fi 

•  onnipotente,  finisce  il  duodecimo  et  iu] timo  libro  de  la  Uto- 

•  ria  de  Alexandre  Magno  figlio  cip  f'ilippo  Ile  ili  Macedonia 
«scrini a  da  Quindi  Tiu/iu  lìuilii  .'rnditis.inin  el  fariniili-siino 

■  auiorc:  et  traditola  In  utlgaro  al  sentnissimo  principi-  l'hi- 
.  lippo  Maria  loj'lio  Durila  di  Milano  di  Pavia  e  Angina  l'onte 

•  e  di  Genova  Si  suore-  o.  I'.  Caudillo  derenibre  suo  servo. 
.MMcsimoCXCCXXwm.  Adi  xxi. del  mese  d'Aprile  in  Milano.. 

quale  cri-In  essa  min  fu  Irai:  a.  |  ir  «die  i  [ni  non  m  trovano  di  (pie' 
«rossi  cri-ori,  elio  Mino  orcor.-i  m'Ha  fili/àmie.  Per  l'in  volendosi 
riprodurre  quieto  vc-ljanziamemo  in  cot'.sidterei  di  buona 
fede  l'rditm'r  a  voler  pur  [rimarsi  del  maiinsr.rittn  pirsonle. 

7727. 
7 a.  Il  libro  dell' Aquileida. 

>T.  ■■■  1 1 .  i-   in  fina-  ''in  parte  cartaceo,  in  foglio  [linnln.  «.sralki-i  M-iiii^ilin . 

Incipit  proltìtfut.  /.it«  di-.  t.it<i<iili-iifa.  Do  il  principi  I  it  line 

di  questo  prologo,  por  cui  potranno  conoscersi  le  iiiati.'riij  elio 
miiio  tra  Ibi,-  imi  presoli  le  I  il  ini,  ci  I  il  modo  con  cui  sono  ..ori  Ite.. 

■  la  metafisica  tutti  li  lui  orni  ni  mi  tuia  Imeni  e  desidero  no  di  sa- 
.  pero  in.-,  tulli  [pianti  1        di'fiil.-iano  ni  sapere  ad  inni  lini': 

•  clic  conte  dice  -auto  lienianlo  altri  desidi-iaiin  di  sapere  por 
■■  ersero  saputi  ohi  c  roitoifiuli  si  vii  r  tenuti  :  r  di  questi  cotaìi 

•  dice  il  poeta  :  lo  too  sapere  È  nulla  se  altro  non  sia  clic  tu 
■■sappi.  Altri  sono  i  rpialt  desiderano  di  sapere  per  giriilam 

.  liiare  ilei  quali  liito  il  poeta  :  ciascun  vuol  il  sapere  ma  il 


7Ì  MANOSCRITTI  ITALIANI 

-  inai'slriì  non  uiol  paguro  :  a  11  ri  sono  dio  violinilo  sa]it:ri?  per 
'  ;illrui  ani  ri  laesl  un1  ri  odilioare  por  dir  .mìii^i  scieii/u  u  infili,! 
-i>  aequi.ilala  non  [uni  riniuuio  a  in  in  arsirai..'  et  cdificaro  al- 
<  trui,  >  i>c.  L  ni'!  line  di  queslu  [iriiln^o ,  dandosi  in  compendio 
ie  ma  te  ne  tu  Iti  [ut  quali  compoiii'si  l'opera  pi  fibule,  Iri^csi: 
.Noi  primo  lihro  Iractareino  di-I  pi'indpiii  dol  mondo  dcscfiii- 
n  dt'iido  por  la  stirpo  di  Giovo.. .  imi  socundti  trac Laroiiiu  dol 

■  pari  inumili  di  LuiM  d.i  Tniia  ri  de  lo  Imlnin:  dioljlxr  por  lo 
■■  cullimi...  iii'I  li 'i/o  ìiaolarruio  'lo!  li  ni  li  l'ali  i  ol  il  ir  li  ili  .Sol  io 
i.  Cosa rr  ri  di'!  mio  oaMuiiioniii  lino  iilln  .sua  morii'...  noi  rjuarlo 
»  Iraclaromo  dei  dosconilt'iili  ilo  lo  lignaggio  ili  Cosare  ilo  lur 
i  ha  il  il -d.il'  i;(  foi'tiuie  .  .  siilo)  .dia  morii'  ili'l  idi  imo  imperatore 

■  do  lo  li^na^ii)  di  Cosare  olio,  por  sua  dill'alta  tulli  ìi  suoi 

■  parenti  furono  mandali  Ìli  oidio  di  fuor  di  Fioma.i  II  co- 
dici Ila  noi  (ino  la  snlli.iioi  i/.iono  Menenio  :  l'tittlu  Itimi  sir  lutti 
\  u.  itateli.  Sali  ti.i,tttt  Dtititiin.  milli-tititn  tjitn h  iì  t  t: lfii.tn.ti  ijtlitlrit  <: d'un. 
«■;./. ','jiii.  Qoaoliui([oc  il  ilo  ilo  ili  ((cosili  uiaiiDM- rido  sia  .lyn/i-a/ii. 
Ili  11  il  ti  il  a  libra  ed. 1  juc.-.in'lió  HU.'.a  qui  U'opor.i,  olio  Millo  il  iirjnic 
di  l'iurìln  il'ÌUtlitt  viono  i.ilata  sopra  Io-li  a  piuma  noi  vocabo- 
lario) lidio  Crusca  .  od  ima  porzione  (lolla  (pialo,  olio  riguarda 
i  latti  di  Lima  (dio.  noi  presente  o.odito,  conio  s't  veduto,  con- 
lougonsi  nel  si'iondo  librili  si  pubblici  sopra  un  lesto  a  penna 
ildla  Marciana  por  la  prima  volta  dal  Gamba  in  Venezia  l'anno 


DELLA  BIBLIOTECA  DEI.  UE. 


75 


7728. 

73.  Il  libro  del  Segreto  de' si 


È  l'opera  stessa,  della  quale  diremo  nel  numero  seguente  74, 
cioè  del  Segreto  dei  segreti,  di  cui  la  traduzione  altresì  è  la  me- 
desima; con  questa  sola  diflerema,  che  noi  presente  codice  la 
lettura  u'è  assai  più  tacile. 

7729. 

74.  Il  libro  de!  Segreto  de' segreti. 

-  .Liiu  11  ;imi colico  ma  *  .■  ra  inen  Li'  ballalo. 


Contiene  questo  codice  In  traduzione  111  lingua  italiana  di 
tpi  eli' opero,  (■!)■■  'iil  Mi|ii":di:cM-.:'itli:  li',,  .l-i  del  .SV'irere  di'  st<:relì 
falsamente  viene  attribuita  ad  Arislotile:  ed  il  traduttore  di' è 

in  eli]-."  ir  11  ;  1  i  3  ■.  ■  i:l:li  dall'  ebraici!  iu  I  ir-.- pei  in  lui  mi);  da 
questo  in  lingua  oalnlfuin  ;  ed  in  line  per  lui  (iiu ninni  in  rulty.u.- 
itaìiuno.  Creda  chi  può  rotali  asserzioni.  Quello  ch'i  eerto  si  è, 
che  alla  harliara  scritturo  materiali;  corrisponde  pure  la  più 
barbara  Iradu/.uine.  Iiieoniincio  il  codice  da  una  specie  di 
proemio  coi)  ipiesle  parole:  «(lussi  conio  la  piamo  desidera 
,  Li  rosala  di  Ni  eie.lo  el  In  lerro  la  fon'..:  dehiqua  ci  lo  pircnlo 
»  infami'  le  niainenlc  de  sua  inaìre  cussi  jo,  ■  ce.  ec.  F,  perchè 
abbiasi  unapiù  giusta  idee  dello  Induzione,  don  leggere  alcune 


7li  MANOSCRITTI  ITALIANI 

parole,  che  Irovo  senile  al  IV  capitolo  cb' è  l'ultimo  dei  V  libro. 

—  :.  rutilili  ili  i!  rollili  .limi  man  gin  lo  il»  In  ina  ni  ani  ili  ivi  re  fi  11  l? 

■  ijiii'  :iit>  vnliiiilalc  adue  cui  no  In  jiriniii  vivanda  surs  debutila 

■  la  quale,,  ce.  — Vede  per  ciò  il  lullorc .  clic  volunilo.si  ri- 

II. ululili  (Lilla  lincia  —a  lidia  |u  i'..i  i'n  tradoUo,  clic  -l'in- 
inam:  ] 1 1-: i:-i i .  b  vid^.ii-'  .il ni:  la  plrU-.i  :ia  p- il  ciana  ;  ciò  die  in 
deduco  al  Irosi  dalla  seguente  sulliiMTi/.iinie,  die  sta  in  line  del 
milite  :  l^llif"  111  Kivi  a  ijiU,  fi  rainjìntu  /iir  JKr  (j  (Mini!  Oiìtl  de  Ir 
mani  ile  \iij.aii  Ann  lìiil  Mcccn.wvilll. 


7ft.  Boezio;  della  Coii.sola/ioiie.  della  Filosofia. 

Non  è  questa  dell' npern  sopraddetti!  ili  llue/io  la  irai  Ingioile 
l'alia  ila  iiui^iru  Allunili  ,'si  come  veri  renio  esser  (]  nel  In  del  co- 
dice seguente  o°  76),  e  uè  pur  è  quella  del  Varclù,  ma  deve 
riporsi  Ira  le  sconosciute  del  secolo  xV.  —  lissa  ò  lulla  corre- 
dala d'illuslraiioni  e  noie  ne'  margini, 

l'iL.-l'ilci  lume  lihruns  \i'.'il:ii^  ik'aiijii'.-  ■ui|':i:. 
Iste  lìoetius  liberile  toboribus  auctus; 

i  il.l  uri  line  di']  rolliti',  li   perclic  >1   pnsvi  (Il  qucUl  Mirsioilc 

dar  quel  giudizio  die  si  melila,  Irasen  ierò  airioiu  linee  dui 
(-iioiiiiriaineiilo  11  del  line  f lf  1 1' i)|ii'r;i .  e  vcdiìiiinn  gli  studiosi 
essere  questa  una  Iraduziorie  terlainente  posteriore  a  quella 
di  maestro  Allerto  1  dulia  quali:  pero  si  ritengono  alcune  voci 
e  morii  di  dire,  so.stiluenilux'iie  poi  (li  dillcrenli  in  più  luogbi. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  77 
Ver  lanlo  dopo  i  soliti  versi,  de'  quali  l'ultimo  è: 
Colui  clic  calie  non  ha  fermo  stalo, 

principia  ii  rullici;  cosi  :  ■  Uu.-iuilo  1  ! i < .  1 .  qm      cose  tacito  pcn- 

■  sava  ci  lacrimosa  lauieiitaii/a  cullo  stilo  se  mei  a  sopra  il  mio 
■'  capo  essere  slitta  da  me  1  ed  11  la  una  lem  mina  ili  volto  multo 
.  a  revcrire  con  ocelli  ardenti  et  oltra  In  comuni;  possanza  de 
'li  Immuni!  ciliari,"  ec.  co.  l'i  Unisce  così  ;  ■  Coni  l'amie  duu- 
«  epe  li  vilii  :  liuiioratc  le  virlutì  ;  alle  dirille  speranze  le  a  ni  ine 
•  SU  levate  ;  homi  li  preghiere  a  l'alio  Dio  porgete;  grande  ne- 

■  cessitele  di  prudi  ma  è  a  voi  ingiunta,  se  infingere  non  vi  vo- 

■  leti;  rpnmiln  vi  i  ariuperale  di  ria  riti  li  ocelli  del  imi  ice  eie'  vede 

■  (lille  e.  111'.  ,  —  Seni  lira  ni  i  ri  11'  del  pvevnle  eulhei'  potei:  lihr.M 
far  uso  in  più  luoghi  che  in;  parvi'in  niol'.i'  più  rlunei  che  nella 
traduzione  di  maestro  Allun  ili,  la'  annotazioni  in  jjrau  copia, 
delle  quali  s'è  dello  di  sopra,  sono  seri  Hi:  d'altra  penna. 

7731. 

76.  Boezio;  delia.  Consolazione  della  Filosofia. 

Cartaceo,  in  4\  caratteri  tundi.  iwolo  iV,  di  boom  conKn'uioflr. 

Ponendo  mi  ad  esan  ii  oar  questo  codice,  pareva  mi  dapprima 

di  quelle  Laute,  clic  si  fecero  rleiia  eeli'liro  opeia  di  lloc/.io. 
qui  sopra  descrìtta ,  ne' secoli  iv",  ICTfO  MI",  e  clic  forse, 
quantunque  molto  scorretta,  almeno  pciclié  noi;  conosciuta, 

meritassi:  darsene  1111,;  partir,, Pir  lizia;  ma  inslitnitoue  di 

poi  un  confronlo  eoo  alcune  delle  principali  udizioni,  che  ci 
diedero  di  essa  opera  ii  voi gari;ia:iu:iilii.  mi  avvidi  essere  questa 
la  traduzione  già  nota  di  maestro  Alherlo  della  l'iageiilina  di 


78  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Firenze,  che  fu  per  in  priin.i  valla  pubblicala  in  Firenze 
l'anno  1 735,  per  cui»  di  Domenico  Maria  Hanoi;  ami  in  questo 
cDiiir.r  si  Infuno  in  ^i\ir:  copia  ili  quegli  riTmi,  dir  per  i!ili- 
ifetna  e  studiti  '1.1  Mulini  nuli  fumi  nel  In  fila  i-dmuiie,  i>  inrsr 
non  erano  in  quel  teslo  a  penna  ch'esso  alluperò.  Termina  il 
presente  volume  colla  s-otloscn/idiin  firn  segue  i  II  litro  ili 
lltiicin  e  qui  Jìtiitti.  —  L'alati,  sin  Dm  the  uve  infinita:  Amen.  — 
li.  ile  Ititjitijl-.eiiis:  il  quali'  salvi  slatti  i)  ì'uiuaiiiit'iisf.  od  il 
pnssutlikire  del  codice. 

7732. 

77.  Discorso  iniomo  allo  arti  pili  nobili. 


Il  tìtolo  o  l' argomento  di  quesiti  liei  codice  si  dichiara  sui 
principio  nel  modo  seBumlr  ;  Disenna  di  tutte  kpiù  nobili  arti, 
il,  ìli  ùuttrine  inorali,  tt-'lh  il  ien;?  ;p,::,::ti<ii:'\  i!  ileìlt  jaoil:,i  di  lui- 
tmmmtttU,  dimottrondo  astile  sia  il  laro  siiggctto  et  il  lur  fine,  as- 
51  i;(i  idi 'i'ì'  jiiirimiiitt  il  liuti  timi  In  tati  jirefyitl  tleftrihiolit ,  el  fìnit!- 
mwitc  litiiitulr/iiitlti  1  A.  Pilline  v  «ra  :ì rado  si  cùiitmya  a  ciascuna  in 

discorso  lli'llii  ci'viislaiua  i I ■■  I li-  lurrn:  leu  un  ilinu  r 3 . ■  1 1  li  fami- 
glia Medici  ni  una  pnnciprssii  (1  \ustiin;  ch'i  dir  panni  rifili- 
la 1-  possa  min  siilaUit'Iil.'  ria!  pi  ini  ipiti  il  ri  tlisrors  et  lesiniti, 

111.1  in  isp'v.i.il  unititi  'lui]..-  ]"arnk'.  di;-  le^ousi  :n  !  ii:ie,  11  sono 
ijliM-.lt':  «  l'arti  li  11  il  Ini  Mule  lliiii-i.  .Si"  imi  IViiiripr  ri  Si  11:11  issi  imi 

•  lìcina,  ([iianlc  et  quali  siami  le  arti  ,  lf  quali  servono  al  corpo 
<  umano  ;  le  doli  ri  ne  morali,  le  quali  mesi  rimo  coinè  si  moderi 

•  lo  appctilo  sensitivo  :  Ir  Minine  sjiecuìalive,  per  le  quali  si 


Oigiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  JB 
.fa  adorno  ci  perfetto  io  intelletto:  e  le  facoltà  inslromenlali, 
«Inoliali  a  queste  servono...  Li  perche  V.  Kccellenzii  lllina. 
.signor  Principe  et  V.  Allena  Screi)  issi  ma  Reina  le  favoris- 
«  euiio  et  defemìono,  per  ciò  ogni  homire  el  lode  si  conviene 
■  |iri  ne  ipal  melili  il]  la  Minia.  l'à-.ta'Henza  ili'  l'unii,  ni  Sonili  Lviìlllcl 
■'  \  Itemi  tle  l'  altra. .  La  quid  cosa  arnioni  in'  mostra  Iddio,  il 
«quale  non  può  errare,  poi  che  inspira  al  presente  io  Mino. 
.  S'.  Duca  el  lauti  nitri  Signori  et  Cittadini  ad  honorare  supre- 

■i  liane  le  Divine  urinili  ile'  l'inn  i  ci  ili'  le  ÌLiiSri  el  ricali  nitri 
«antecessori  de  l' lllma.  famiglia  de'  Medici,  el  de  la  Reale  et 
•  Imperiale  casa  d'Austria,  a  cagiunc  clic  in  quelle  sia  sempre 
■■  lui  Lite  el  lioiii'i'Jlo,  hi  j  ut  ria  In  i  rista  -empir  ili  niclà,  di  jjins- 
■■<  tizia  ri.  ili  Milli'  l'allrn  virUnli,  l'I  elleno  vivimi)  gloriose  rosi 
»  ne  suoi  successori  come  ne  le  memorie  ile'  buoni  et  de' 
«savii.  ■  —  .Stimai  bi.'oe  trascrivere  tutto  ciò  :  fine  clic  nel  caso 
che  questa  operetta  non  fosse  si. ita  dala  alla  Iure,  ciò  che  non 

sia  stata  composla  l'operetta  medesima,  e  chi  ne  sia  slato 
l'autore;  notizie  ci  in  non  apparisi  ooo  in  .il  con  Inopi  dei  co- 
ilice.  Del  cesio  la  Siellcz'a  rielle  |  uvea  mene,  la  loro  eslerior 
doratura,  le  molte  iniziali  anzi  pur  le  molte  paride  dili^ente- 
I  in  ■!!!■'(  li. Ci  te.  la  1 1 i;:  g  i  li  :iri:n 7;.  i  iella  Voltura  secondo  I'  ii.se  i  di 
ime'  leiupi,  l'armi  d'ainhedne  le  nobili  famiglie  impresse  so- 
pra lo  coperto  del  libro,  tutto  ciò  induce  a  far  credere  che 


8o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

questo  codice  sia  (jiicll ti  stesso  che  fu  nHerlo  o  v'olitasi  offerire 

dall'aulore  a  gli  sposi. 

7732'". 

78.  Compendio  ili'llii  Storia  del  Mondo,  di  Giovanni 

C.LilLiui'.  in  i^i^li'j  |]i"ì'l'f.  ■■■"'l'J  v',  t?iriiLfii-i  .Lui  n]ir.i  [.irkiri  f  quìu 

Questo  manoscritto,  il  coi  litolo  sul  principio  è,  Tesoro  di 
jilusiijitt,  esaminato  ch'io  l'ebbi  il  meglio  che  polei,  riconobbi 
IliouLe  più  essere,  clic  lina  succinta  storia  del  mondo,  divisa 
in  altrettanti  atliculi,  e  i[in\ili  (ni  li  un  ti  per  <■  pn<-(n-,  [11  coni  ilici  ji 
dalla  vila  di  Àbramo,  e  termina  con  quella  di  Cesu  Crisi», 

queste  parole  :  i\.rplirit  lili-r  Th-muri  filtiujL:  Dm  ijrniins.  Amen. 
Iste  lihcr  ctiiiipnsitus  j'iiit  ptr  «11  Jaliitnncm  ltuh:uiu...  sui  omin 

Dui.  «Drenili,  itir  prima  intirtii. —  l'or  ip  I»  in  ninnisi  pel 

pieci  d»  si  iidin  eli' io  l'iiii»  sopra  di  questo  end  ite,  non  mi  sem- 
bra di'ti  presenti  t<™  aleni:,!  ri'  importai:/.!  tj  nari  tu  alle  ma- 
terie elicvi  si  espongono,  né  quanto  allo  stile  con  cui  vi  Simo 
esposte, 

7733. 

70,.  Traduiiono  del  trattala  di  Simone  l'onio  Milla  mente 

i:.,r:nr.'n.  i:i  l'n-liii  |.ii  rr:L.,.  e,  r.ill.'ri  :r,[;,li.  :  ìli.  v,  ■.  rli  nlli'nr,  condri  .ni uri-. 

La  prima  volta  che  comparve  alla  Iure  il  sopraduello 
trattato  di  Simone  Porzio  nel  suo  originale  latino  si  fu  in 


DELLA  BIBLIOTF.CA  DEL  RE.  81 
Firenze  l'anno  i55i,  in  — Vario  operette  e  dispute  <lì  esso 
Porzio,  tutte  di  qualche  impoi  tair/,t,  .muo  Ht.it'.1  u'iii  posie  a  su» 
tempo  in  volgare  dal  Celli,  si  rome  il  Tndtido  di'  ruturi  degli 
«echi  stampato  in  Firenze  pel  Torrentìno  l'anno  i55l,  in  4°i 
la  Disjillln  su/ini  il 1  r.- "'i'.'ì  fmii-iaHii  drilli  Mdijmi ,  /u  truffi-  crisi'  Jw 
unni  e  pili  sei,:tt  niuiu/iiiir  ;  fallili  Dispaio  n  i' 'mimo  dimili  lutami 
"  '-ittiro  tt-iìntaittunt  ut.: .  ed  li  ii-.it^.tti  ìiv  p.i!  ni'^io  di  rr/irr  i  n.-tia- 
n  11  mi- N /e,  rose  l.utli',  chi;  si  pulililiraiono  in  l'ìi  eiiì-.i-  l'anno  so- 
praddetto i  jji.  Della  pirsroto  ,  J)«  Immusii  mcii.tr  dispu- 
tatiti, rom'e  noi atu  m'Ha  prima  .mi  la  liei  rod  i  1  ■ ,  io  noti  rotm-ro 
traduzione  alcuna  in  volgare  uè  antica  nè  moderna;  e  se  il 
Gamba,  che  giusta  il  suo  costume  di  accuratezza  novera  tutte 
le  sopraddette  traduzioni,  non  fa  menziono  alcuna  di  questa, 
possiamo  quasi  esser  ceni,  clic  il  presente  codice  è  inedito.  Ed 
essendo  l'a  rgoni  iti  lo.  come  optimi  vedo,  ili  più  fraudo  impor- 
tanza di  tutti  "li  altri,  preso  rhe  re  riderei)]  lesi  un  vero  ser- 
vigio alla  .sci  1:11  in  (usi  chimi;  alla  Irli  ria  torà  ponendolo  in  Iure. 

■  poca  lorliin.'n.  tuo  padre  Giovanni  llattista,  nonio  illustre 

■  d'ogni  nohiltà,  prudenza,  ci  fortezza  d'animo,  già  tempo 

■  m'aveva  nella  sua  amicizia  riceuilo,  non  di  meno  per  la  tua 

•  singolari;  umanità,  salititi  dr'  costumi,  et  grande  inchma- 

•  zionoa'  nosl ri  studi i  Unto  veggio  alla  nostra  stretti-/-/..!  esserli 

■  aggiunto,  che  con  una  certa  forza  d'amicizia  ti  sono  grande- 

■  mente  debito;  e  questo  perchè  principalmente  ohm-acci  la 
«  nostra  fdosolia.  IVr  tanto  cuiicios.sia  di'  io  comprendessi,  die 
«tu  hai  deliberalo  approssimarli  con  perfettissimo  consiglio 
.■alla  I  lallazione  dell'anima,  i  pi  ale  ap|  nesso  InLti  i  Peri  patri  i  ri 
"  e.  stilla  sempre  iiol.nl  i-..-  ima.  ri  ali  resi  opi.diiieiUe  o.sf  iiris.siiiia 


Sa  MANOSCRITTI  ITALIANI 

•  e  spinosa,  lio  pensalo,»  oc.  oc.  \~,  senia  data,  e  senta  più 
Ii^jiiiw  in  lini:  tjni'Me  ..11  li'  paniii'  :  Dilli'. \,.-<ulriii>-:i  f'rsnlui.  Dopo 
ili(li:e.-trj  1  :'lti'ra  dedicatoria  .srp;i]<  1:i  !  'rt /azione  ci  .Vmore.  J'er--iV) 
rM/«  m:n((!  timitnti.  —  «  IScnclie  gli  mi ii lini  cri  iliiim  clie  l'animo 
■■umano  sia  elenio  por  -vii rial:  consenso  ili  tulle  lo  genli, 

■  appresso  le  [pulii  o  ipialrlii'  pi'iMuiiimie  i ! i ■  I  li  llii,  n  più  -usili 

■  por  certa  voce  di  natura,  non  di  meno  Aristotile  uomo  di 

■  mirabile  (li  il  trina,  e  (1:  similori  piHri,  rivolli)  min  pei  li  olissimo 

•  consiglio,  »  oc.  oc.  .Smino  «Li  1  ilul.ii .  elio  il  Ponili  nelle  suo 
opero  non  fa  che  seguire  appuntino  le  dottrine  tutte  d' Aristo- 
tile su  l'anima;  e  quindi  non  ne  dirò  più  oltre, 

775/1. 

So.  Il  libro  degli  Ammaestramenti  degli  antichi. 

iì  codice)  ktpeJy.  Delle  nalurulì  disposizioni  dei  corpi.  Ma  la  ve- 
rili  è.  elio  tjin'.l.a  i-  l'opina  si  ^itis  tanionlo  coni  mondala  per  le 
iii'lliv/i'.  r!io  ili'llri  l'rur  llri  nostra  essa  contiene,  ciò  È  B  diro, 
JJeijii  wrjiwsirittM  hit  i/i-y/:  ui.n".''u.  L' amanuense,  che  certamente 
era  un  letterato,  e  giusto  «stimatore  de'  pregi  di  quest'opera, 
la  trascrisse  cosi,  elio  bendi' egli  stessi)  non  si  denomini  clic 
scrittore,  pur  rincresce  il  vederne  torso  per  sua  modestia  celato 
il  nome.  Pertanto  ipirintiinijiie  seeondo  il  «iinlieio  del  Poggiali 
sia  buona  l'cdiiiouc  datano  dal  Marc-scotti  in  Firenze  l'anno 
lÓBó,  in  1 1°;  e  miglioro  reputarsi  dolili:!  quella  clic  per  cura 
o  studio  del  canonico  Francesco  Midolli  fu  pubblicata  pur  in 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  83 
Firenze  all'  insegno  della  Stella  l'anno  1661,  in  11°,  dedicala 

a  (j)siino  granduca  il!  Toscana;  •■  pre-so  l'Ilio  poiielta  { pr.ii-ln' 
il  Gamba  la  chiama  oltima]  quei  la  altresì,  eie  in  Firenze  diede 
iu  luce  Domenici)  \l.uia  Marni!  l'ai  imi  1  7  in  /]",  pur  avendo 
in  letto  i|uii  là  in  varj  luoghi  questo  codice,  e  non  essL'jirlorni 
mai  scontrato  col  più  piccolo  sconcio,  0  dtfetlo,  od  errore 
alcuno,  mi  pi.-  die  voli-uitosi  ii|inntiiire  ir.ini.sto  prezioso  leste 
di  lingua,  avendo  puro  sotto  d.^li  (■celli  le  sj  orali  del  le  edi- 

frullo  in  que'  possi,  che  tuttavia  sembrar  potessero  □  duibii  od 
oscuri.  La  sottoscrizione  che  leggesi  in  fine  ilei  volume  è  la 
seguente  :  Finita  il  lììmt  1LII.1  timmtit-slrtimrnti  tintitln  tmlintttu  et 
niifian::n:i-  ptr  frdii  Ihrtholommco  da  Pisa  de frati  predicatori;  ri 
st  rittu  per  me  scrìpture  die  hm.  jnuwtirli  fjJt.v.j  /lai.  M1IIXLI,  in  ua- 
iir;"!  e,:i::,i:-tiidiiì':m  l'isuemnin;-  Amen.  —  ■  Dopo  di  ciò  succciioiio 
nel  medesimo  codice  due.  operette  scritte  per  la  stessa  mano, 
ma  non  se  ne  tildi  in  ni  l'iiiitoie:  rumi  è  munì  le.  ed  è  imi  loia  la 

ogni  uomo  per  /mima  exi'inpln  ;  l'altra  opero!  ta  è  morale  insieme 
e  religiosa .  ed  lui  qnc-il.o  :  itolo  :  .4  umani  tramenìi  di  molti  sanai 
/)'..■  ,'urr.  fi'M  .'(■■■  y,.-irul-J  sana  tra  !i:  di  umile  l' t-.it  t:tt-.  di  :.ti\ii  et  i'ijrit 
le  altre  cole  dice  il  maestro  guardati  di  tatto  le  extremitadi ,  ec.  oc, 

e  termina  come  sopra  negli  nnimaot.r  eoli  rleijli  antichi. 

die  mi.  jiinunrii  unni)  Piti.  Ul.ccCl.l.  miuidum  ettnsitetildi  t/i  In  l'isti- 
nonxm.  Sembra  per  tanto  che  l  amanuense  abbia  voluto  racco- 
glici,- In  qile.-tn  rodici-  ijirnnlo  j  mi  III  ri^rrnai.i  ili  ilolliiim ,  ili 
cousÌL'ti,  ili  .iniiii.'iL'.jtraiiieiiii  eli'  nano  stati  scritti  sui  modo  di 
bene  condursi  nel  nostro  vivere.  Queste  due  operette,  che, 
come  abbiati!  veduto,  seguono  la  prima  di  fra  Burtolommeo 


U  MANOSCRITTI  ITALIANI 

da  Pisa  sono  scritte  osse  pura  con  molta  eleganza,  a  non  dubito 

udite  (i  inolile;  (li  tulio  ciò  potrà  lorse  venirne  a  capo  chi  con 
i|<]<'ll'a}>Ì!>  tli'io  Inni  Ini  ìi ut!  pur.si  ini  nislitnirne  li!  nppor- 
liiiii!  ri  cerei  in.  e  iliiiL'niori  ili  ([in/Ile,  cli'ii)  poli  i  l'ere. 


Si.  Due  Tratlaii;  l'uno  di  Mascalcia ,  e  l'allro  della 
Fisionomia,  dell'uomo. 

terileni,  in  4*.  laratlim  cuniii,  scoilo  xvfo  tnf.  di  linoni  mnu^aziimi., 

I:  1 1 1  I i i~ i ■  ii.com inria  cosi  ;  .S, li  ci  /(.min/i  di  i,W.vrj;«.  Indi  : 
Tamia  n  trovar  ogni  sorte  ili  Sentii  et  Rimedio.  Rimedio  a  qaal  il 
ivyfm  ji-ni  ™  fin  II  e  (fi  iMiijr ,  c/tc  ti/l'e  f/r.sfit  putisse!:!  venire  peri  he  si 
i  «Jis'inu  /.Ti"  Jil'li  wi'fi  —  ej  i7  ivmn/m  è  panili  ri  ruffe  1 ,  ac. ,  e  COSÌ 
ruutinin  la  Tal  ola  de'  mali  e  ile'  rlmed].  H  lini-;':::  il  codici;  In 
questa  ^uiea  :  Medìatui  ii (fu  /i  /,('.'■<■  sarà,  /'f/iiii  i  anco  (f  acqua 

/■"('il  i'i.  /.ni.'i  Veti  saaj.rr.  Imtn.  'l'ulto  (jii'.');o  codice,  eli'  io  clami- 
li.u  culi  qualche  iiltcll/.iuue,  inni  hallii  da  capo  a  limilo  mi  Udii 
clic  delle  ina  la  ti  le  de'  cavalli  .e  di  l]lie'  ninnili  (die  -i  Miseri  •.- 
cono  per  jjuarinicle.  l'uò  dunque  inlilolarii  un  trattato  pra- 
tico dì  mascalcìa,  il  quale  pero  niente  ha  che  l'ara  con  lì  codici 
m'iti  iati  solio  i  numeri  li),  iti,  ai.  fili,  fio,  ■••fi;  e.i.senilo  ,i  riatto 
iliirercnli  il  suggello,  il  modo  di  scrivere,  e  l'autore  di  qncst' 
opera,  sul  merito  intriniico  della  quale  ne  diranno  i  professori 
dell'  arte,  se  per  la  speranza  di  rilrovaie  qualche  cosa  di 
nuovo  in  questo  mam.i.crillo  uascrs.se  in  loro  il  desiderio  di 
in ■  ne  un  esame.  —  Ma  ciò  ci)..'  seniliimiii  di  iiia^^Lor  impor- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  85 

tarj/3  ili! i  prc-nìlci  i-.<>: 1 1 ch-  è  il  il  Vivifici  >nl7.i  /i.MiHM.'im  drit' mimo. 
clic  sfa  in  line  del  corlic.e  Mes-o.  Né  lo  scritture  jdn',  quaul'è 
alla  penna  materiale,  c  in  stesso  dell'  altro  trattato  che  lo  pre- 
riirle  nulla  ]]iiJM-;ilc.i.-i  J  si  anrsl.n  ri  ili]-  Milo  (Ili'  lineamenti  del 
volto,  ma  corniiifiiiiiilo  iljll.i  fiorite,  da  He  cìl'Hìi,  daìle  ojl- 
p^bre.  discoiTe.  per  tutti'  le  parti  del  empii  lino  alle  gambi?, 

parte  morale  o  spirituale  dell'  uomo.  Chi  sia  ì' autoradi  questo 
trottato  IIOll  è  ilello  in  alcun  lunjio,  ina  wi  ld  non  e  qni'lì.> 
iti'ihi  l'isiimiimtn  di  lì'  f,/Ji;  r.-A-.^c,  lilin  IV,  stampati  in  Ve- 
nezia r  anno  1 65a,  in  8°.  —  È  vero,  che  dopo  tulio  ciò,  che  fu 
pensa  Lo,  SI  ri  I  li  i,<-  pili  ibi  ica  In  mi  questo  ai  gorneulo  da  dnUisninii 
in;inii)i:  Mirili!  a  tempi  nubili,  purmi  ln.'u  rUllicile.  elio  rinve- 
nire si  possa  in  questo  codice  rnsa  alenila,  che  sfuggita  sia  alla 
n  ieri  ita/ione  e  pcnelray.ionr  li  un;  ma  in  avrò  .seni  pre  in  animo 
la  sentenza,  che  non  v'ha  libro,  per  poco  importante  eh* ci 
sia,  dui  quale  non  ȓ  pi  issa  impariti1  (jiialcln:  cii-ri. 

7736, 

82 .  Aiuti  delia  medicina  nel  caso  di  pestilenza  proposti  dal 
medico  Nicolò  di  Engegne. 

La  pestilenza  in  genera  le  cil  in  particolare  11  il  Irislo  argo- 
itienlo  di  questo  codice,  nel  quale  pur  si  dichiarano  gli  aiuti 
gaucrali  e  particolari,  ebe  la  medicina  suole  proporre  per  le 
diverse  pestilenze,  e  di  verni  tur  gradi.  lHilxi  eontenlarini  di 


S6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

h i  : i -, i - h  I \- . ■  1 1 ■  il  tili.ilu,  ij-.L.i  li'  | :f  i un-  lin^n  i:ìiv  -pillano  ili  l  ìu-  <1 
traila  in  questo  cullici;  ;  Incomincia  il  libretto  di  palili  <iti,i  ™m- 
imilu per mwiv  Xi'nlìi  ili  ijyriiiiL-iìiuilinvet  inntirv.  Ahuv  ijh,ri,ao 
S'.'jin'iì-  Julitwn."  Aiitunw  ili  ihiiu-ii.  il,  Crtìiti  I'riw.i]K  ili  Janni»  ci 
«■(era  nio  singultir,:  et  spii-i'il  Sir/mire  urlìi  anni  ih-l  Signore  1Ì48 
liti  iiifii-  Jt  1/iuTo.  /■>  firmi*  si  medi-  /n  /((lini  »i  mnJ*  i»  Prologu. 
ììMn  ìetliu-.-t  ili'l  quale  pnilogri  sembra  chi-  il  sopra  ili  lotto 
principe  avesse  invitalo  l'EnRi  pne  n  scrivere  iniomo  a  questo 
lo,  il  quale  se  sia  bene  o  no  trattalo  ne  potranno 
quelli  ilell'arle  «ululare,  ma  a  dir  varo  è  molto  bar- 
e  trattato  in  ciò  r.lie  ri^uai.b  non  solo  lo  siile,  ma 
ì.  I  bibliografi  non  ne  fanno  menzione. 

■  ■  ■  7737. 

S'i.  li  libro  di  Vcgeiio  sulla  medicina  delie  bestie.  . 


h:r:in  ;.\  lìrr.o'^iti1  nvlin-  fiorii  :o  ne  ^cri.'.^i  jitl  codice  .-''^uato 
col  n"  l  rj,  il, il  (|si;i!c  -ni:  Inumi  -in  (jiicstd  Malo  rupia  lo.  Ma  se 
turi  poca  latici  unirebbe  ridursi  fj ut-Ilo  a  buona  lezione,  la  ci 
vorrebbe  ben  grande  per  questo,  elle  fu  assai  maltrattato  dall' 


7738. 
84.  Trattato  di  Mascalcia. 


Intorno  .i  (jueilo  rollici;  l'imet'o  il  lettore  a  quanto  io  diro 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  S7 
della  parte  II"  del  codice  n°  88,  della  quale  è  qui  la  copia 
esattissima  nucln:  per  ciò  dir  romerno  l.i  parte  inai,::!;. lo  della 
penna,  e  non  saprai  dire  se  questa  o  quella  sia  stola  ia  prima, 

1  7538". 

85.  Trattato  su  l'arte  della  Mascalcìa,  scritto  da  DinoDini, 

Cariaci*),  in  4".  :-.ir,tliTÌ  n'r--vi  .  'li  [.v.m..  ì,,n,  r.tiiI.]  hi",  .li  burnì.) 

eoucnruiqae. 

Tu Itu  questo  codice  «  eo esecra  lo  alla  [j i ii tlr.ii  dell'  erte  della 
maliscalcia,  o  mascalcìa,  o  bestie  medicina,  o  ma  mascalcia,  o 
mulo  medicina,  o  con  altri  nomi  analoghi,  si  rome  abbiamo 
veduto  in  malti  codici  di  questo  biblioteca,  i  quali  trattano 
dello  slesso  a  rimiri!  lo,  <>  segnatamente  i  eodici  sotto  i  n'  'JO, 
1 1,  86,  88.  11  presente  però  sembrami  pel  suo  aulore  debba 
meritare  la  preli-ieii/.o  sopra  InSli  gli  idlri.  I ,'hi'mi-  ne  In  Dino 
di  Pietro  Dilli  iimliscaìco  della  città  di  Firenze,  e  compì 
quest'opera  il  di  in  pernia  io  del;1  anno  i  Sin  ;  In  die  tulto  si 
fa  manifesto  oel  proneio  delì\>|HTa  .-lessa.  t\>uatit'i  a  ciò,  che 
eoo  cerni.'  la  pra:i<-.a  deli' arte,  è  indi  ili:  tato  elie  dopo  quel 
ì i -i 1 1 [li.)  essa  l'ei  e  tanti  piovessi,  elle  loi^i'  -arehlie  l'irliroie  di 
proporre  questo  scritto  iti  utili  La  dcyli  studiosi  ed  esercenti 
l'arte  medesima;  ma  considerando  i  ineriti  dell'autore,  elle 
certo  visse  ne'buoni  tempi  della  nostra  favella;  clic  ci  è  datu 
di  poter  conoscere  lo  .stato  dell'arti!  a  qui;'  tempi  medesimi; 
e  quindi  insti  taire  i  confronti  pe"  tenutivi,  clic  dopo  il  Rosso 
o  Ruffo  si  fecero  per  farnela  progredire;  tutto  ciò  rende  cer- 
tamente di  molla  importanza  il  presente  codice.  Ma  fu  egli  ìn 
alcun  tempo  dato  alle  stampe  ?  —  Nella  dotta  prefazione  alia 


S8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

flippiniria  di  tiinril.ir.ii  I  in  Ilo  poi  iMirala  li.  1 T  originale  Is- 
tillo dal  professore  Girolamo  Moli»  in  Padova  l'anno  180K, 
pagina  54,  si  ricorda  rjm -ita  Mascalcia  dì  Pietro  Dini,  clic  tro- 
vasi pure  inediia  nella  biblioteca  Leopoldi  na-LaurciMÌana  di 
Firenze,  f  di  cui  rondi:  editto  il  B.indjiii  nel  calalo;;'!!  della 
biblioteca  medesima,  l'i  benché  quanto  all' arsmmeTllo  sog- 
giunga il  Molili  die  —  parimi  britn-t  alilil-tlis ,  t/auni  nihil  aliati 
'tu: lincili,  tinnì,!  imi-t-r:mi  dt.tUÌ!>/<:  ncl-if  jam  nolisnnt,  — 
1 1 1 1  Invidi  anelli'  pei-  li'  vini  proprie  tlell'ailt'  M'iiiliranii  àie  lol- 
iiiir  potrebbe  utilissima  la  pubblica /.ione  ili  questo  codice,  di 
cui  do  lo.  prime  e  le  ullime  Muro,  onde  se  nr  giudichi.  In- 
l'nm incili  com  :  »  Da  poi  elle  in' è  vernilo  pensiero  ili  essere  ilare 
■  il  mio  debole  ìh^c^ihi  in  voler  dichiarare  la  scurità  de  la 
•  medicina  ilo'  «rajirli  unii  11,1  li  usa  [il  eri  issa  niente  i  el  ve  ::!:■.■  lido 
:.  ne  jr[i  ih|)er,iLon  lenlo  ili  poca  discnliuii.'.  Ini  voluto  sostenere 
«  l'allea  d'  animo,  i>  ce.  er.  Terni  in. i  poi  il  vii  In  ine  col  Miseri  re 

I  liiiersi  nieilir;  ■nti  da  timer  usarsi  m/Ile  varie  maialile  cui 

soggiacciono  gii  animali,  e  le  ultime  parole  sono  queste  :  ■  Et 

.  et  se  non  è  iudegnato  non  vi  mettere  olio.  H  fine.  —La  co- 
pia di  questo  scritto  fu  latin  da  due  diverse  penne ,  e  a  quel 
che  pare  altresì  in  tempi  diversi. 

7759. 

8tì.  La  Mascalcia  di  Maestro  Facio. 
ClrUKTO,  in-V,  1-aratSiTÌ  l'unii,  si  fili'  vi",  ili  fiLIimi  riiiuraraiiono. 

■  Mnjfro  Fatiti.  IJrr'ii. <■■.(£■  ira  di  mmtn  Fano.  »  Sono  queste  le 
prime  parole  del  codice ,  le  quali  ci  avvisano  dell'  autore 


Oigiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  89 
dell'opera;  intomo  olla  quale  peri  rimetto  ì  lettori  alla  parte 
prima  del  codice  segnalo  col  n*  81,  di  cui  e  il  presente  un 
compendio.  Noterò  soltanto,  clic  per  in  siile  con  cui  ù  scritto 
può  credersi  il  l'arni  l'untore  di  quel  trattato. 

77Ù0. 

87.  Trattato  siigli  animali:  od  il  lih™  del  Scfp'Cto  de 

msl  ccnicmlo.  |i.  1 : 1  (  .1  ._;r../:.il?.i[.i  1,!  umilile  di  alcuni  fogli  io  più  luoghi. 

Une  opero  si  contengono  in  questo  codice.  La  prima  lin  il 
seguente  titolo  :  Qui  si  cumincia  il  Uhm  de  i/li  /mimali  ri  de  gli 
ureelli  ei  de  le  loro  nature  per  Ulti  esempli.  Per  verità  i  racconti 
eli.:  m  lanno  per  iliniovr.tie  il  grande  iiilendiiiiriilo  'li  aliami 
animali  Mino  spesso  favolosi,  conio  panni,  o  almeno  incredi- 
bili: e  cosi  il  mudo  con  cui  ò  scritto  il  codice  non  dà  molto 
piacere  nel  lecerlo,  perché  triualniciite  ami  Ivi  il  iaculi  ente, 
scritto.  Ma  ciò  clic  il  rende,  secondo  il  mio  avviso,  assai  pre- 
zioso sono  i  dìseL-m  a  penna,  e  rtiilor/.n[i  eoli' acquerello,  de' 
quali  è  adunili,  rappceviilanti  l'unii  0  l'ai  Irò  anìiiiide  di  cui 
si  park.  E  per  ciò  dissi  die  11  codice  è  di^Tii/.ialamciito  man- 
.-.mie  ili  ideimi  logli  .  niellile  sema  il  idillio  inaura  di  molli  di 
essi  disegni,  de'  quali  alcuni  vedisi  cbiuraiuellle  essere  stali 
tagliati  Fuori  nel  bel  nie/.io  del  loglio  per  impossessarsene,  ed 
altri  furono  crudelmente  traforati  colla  punta  di  un  ago,  onde 
trarne  la  copia  con  qoel  metodo  ch'eia  allora  il  solo  conos- 
ciuto della  polvere  ili  carbone;  ciò  che  per  altro  Torma  argo- 
mento del  pregio,  in  cui  siti  d'  allora  lencvansi  i  disegni  me- 
desimi. —  La  seconda  opera  ,  clic  con  tic  tisi  in  ipir.-lo  codice, 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
È  la  traduzione  ili'l  Uhm,  aiti-duiiio  ad  Aristotile,  del  .Voltiti 
de scarr.ti,  e  primipia  m-ì  :  Orri  n™i»™  fu  ìV'h»  Jb  (i  roitumi  ci 
rrijilHY»ln  di-Ili  .S(r,'iwj;.  fu  eim/o  m  rt/fm  m.-Ji/v  ss  afflila  k  scerete 
de  It  secreti  eia:  fu  .viìfUi  ci  fiata  ci  •  emp.Kiln  d  A  ri  statile  la  quale 
ma.iul->  al  \!ia/li.ifica  tic  Alaamlra.  Indi  rlujic  alarne  pai  ole  (lolla 
dedicatoria,  Ai. Questi.,  attissime  el  in  cultura  (Wfc  Aia.  rcligianc 


.  lo  Sole  è  più  splendente  do  la  chiare™  de  la  Luna,  tanto 
"  la  chiarori  del  min  Signore,  et  la  proiinidilà  della  nostra 
»  sdentisi  Inni  li  inni  Inni  in  lillcrstur.i  avanza, .  ec.ee.  Non  ri- 
sulta d'alcun  kiugo  dell'  iiy.<  ia  c--ii  .-la  l' n:ifur l-  (li  questa  'Ri- 
duzione, e  eerto  non  è  quel  Givranni,  di  cui  s'è  delta  nel  codice 
li"  T.'i;  ma  esso  è  imi)  dirò  piò.  di  ini  espello,  ina  botisi  memi 
inesperto  della  lingua  nostra. 

7740"'. 

Nȓ.  'l'iellato  delle  euro,  clic  nwi  si  debliono  i  1  di;'  Falconi  : 
■i°  de  Cavalli. 


suge  e  ri  sr  rmo  i  i-micdj  opportuni,  l'm  i  diversi  argomenti  clic 
vi  si  Iraltanu,  v'ha,  pur  quelle  del  cancro  cui  li  falconi  vanno 
talvolta  soggetti;  e  dal  rimedio  clic  si  propone,  ed  a  chi  vicn 
proposto,  ed  iti  qual  tempo,  può  trarsi  la  con segii Cina  della 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  9, 
grande  stima  in  cui  sono  siati  sempre  tenuti  questi  animali, 
die  formavano  in  nitri  tempi  il  divertimenti),  e  quasi  la  de- 
lizia de' principi  stessi.  iì,y, <p la  ij,-l tissi ni u  (cosi  verso  lo  line 
di  quest'operetta  leggiamo  scritte)  da  pillale  umilili  il  cnurm  data 
per  hi  Piinripe  ili  Siiirrnn  n'  sS  jiniiiirii  1470. 

La  seconda  parie  di  questo  lanlicf:  contiene  im'opeiicrinola 
ili  mascalcia,  e  non  tratta  clic  delle  -ole  malattie  di-'  ['avalli, 
pi('p:)Tii.'ii[lo'ji.-iic  le  meditine,  'l'inerii  e.  il  titoli  :  »  Onesta  e  la 

■  memoria  la  qnnle  messere  Joliamic  fè  ne!  tempo  del  Ite 
'•ili-I"  M;-.j;r.(i  Imper.iJoie :  quale  messere  Joiiniiiii  sapeia  ile 
■.  le.  i,-iii-ri:ieiii  de  Ielle  le  lelire  i;t  altre  inlirraitale  che  genc- 

■  tendi  bene  le  possi  adoperare  parie  per  parte,  n  Si  rlr.seriv.iiLij 

titolo,  che  ne  ho  trascritto. 

La  ter&ì  parie  del  ['.ridice,  lieurlie  continui  la  stessa  materia 
sulle  malattie  [le  cavalli,  pur  la  parte  da  se,  perchè  non  è 
copia  d'altro  codice,  ma  sembra  cosa  allatto  nuov:i  in  quel 
tempo.  Cosi  incomincia:  <  Questo  è  un  altro  capi  tulo  utile  più 

■  di  tutti  gli  altri  iid  [iL'iii  ^eneriitione  di  lei  ire  rlie  avesse  ca- 
«  vailo  o  mulo.  ■  Quanto  poi  allo  stile  con  cui  sono  scritte  le 
Ire  operette,  che  si  contengono  in  questo  codice,  mi  sembra 
non  possa  meritar  molta  lode. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


77/1 1. 

89.  I  libri  deH"  Architettura  di  Vitruvio. 

Comprendi!  questo  codice  la  traduzione  di  lutt'i  libri  di 
Vitruvio  su  l'architettura.  Chi  tic  sia  ì'outorc  non  risulta  d'al- 
cun luogo  ilei  codice.  Uopo  il  proemio  legjresi  cosi  :  Di  ijml 
cosa  è  composta  In  :miililli:'ii'.'  /'  aniàlictliìni  i  nmpusn  di  ordina- 
mniln  [fmm]  In  tynu/c  tft  i/ivi  è  dilla  T.IMS;  e!  ili  ili-jimiliimi-  ti 
i/acst»  rhi,imM:n  !  tìrcci,  ec.  ce.  He  trascritte  queste  sole  due 
linee  a  fine  clic  sì  cnin.i.-ee  c  i  1 1  il  endice  probabilmente  o  ò 
l'autografo,  oil  è  coiti' (in  da  nonni  il  .irle  e  letterato,  niellilo 
un  amanuense  non  è  d'ordinario  cos'i  bene  ì  ostruito,  uè  si  in- 
discreto (ii  poi-  mano  all'opera  die  gli  In  (bla  a  trascrivere 
enrror;i;o[idouele  voci,.-!  ci  ime  accade  l'r  equon  tei  nenie  in  questo 
codice,  nel  quale  ii  veggono  spessissimo  non  già  tolti  soltanto 

gli  errori  di  orlograln.  1  -angiali  i  vocaboli,  sì  come  nell' 

esempio  ijiii  poco  sopra  rijiuitato  all' e; '.Via ((memo  in  cos- 
tituito il  vocabolo  urtliaalietu:  Ilei  resto  dopo  la  pubblica  rione 
del  Vitruvio  illustrato  da  Sion, ne  Stiatieo,  e  con  tanta  magtii- 
licetiia,  clic  ben  pi  meritava,  prato  in  luce  in  a  volumi  in  à°; 
dopo  i  Milgru'i/.v.iinniiili  ri  i  questa  ri  assira  opera,  ilei  quali  bruno 
iirfiecbita  ed  anacrlnseotiu  l'Italia  tanti  benemeriti  letterati. 
Ira  i  quali  prinripalnienle  i  (ieìialii,  gli  Amati,  i  Viviani,  é 
da  reputarsi  ebe  di  pnen  giovamento  risnllar  [«issa  l'esame  de 
codice  presente,  di  cui  tuttavia  come  forse  ignoto  nou  sarà 
discucii  questa  notizia. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  93 


90.  Regole  di  Archi  lei  tura  esposte  da  Pellegrino  de* 
Pellegrini. 

E  iti  su)  principili  j!  litolo  ohe  .11  il.ì  .iì  presente  manoscritto 
eolle  seguenti  parole:  Are!, i.v.'fc™  ili  i'i-ìtiyiun  tir  l'ciktjrini 
Pillare  ci  Architetto.  In  due  porli  i  divini  quesiti  codici.- ;  nella 

pini  M  sono  1  Sicilia  ni  lo  dui]'  mi  lo  ri-  io  rosolo  jr  Tali  drl  I  '.  ■  I  ..— 

bricare.,  e  parili  i  ni  ciascun.!  l.ililinc:i  ;  nella  seconda  e 
una  traduzione  i Liliana  de'  libri  di  Vilrnvio.  La  prima  di  queste 
due  opere  sembra  vcramonio  hcriua  per  mano  deli' autore 
medesimo,  lo  clic  risulla  non  solo  da  quegli  indizj,  che  d'  or- 
dinario dà  la  pollini  di  un  nierconario  amanuense  0  da  quelli 
che  ne  dà  V  autore,  ma  al  (rosi  por  lo  formi  ti  ni  o  ponti  inni  ti 
dì  vocaboli,  anzi  più  di  cose  che  di  vocaboli,  che  qui  li  si 
rincontrano.  Non  mi  sembra  meritar  lode  alcuno  la  dizione  e 
lo  stile,  e  quindi  dovrò  contentarmi  di  dare  gli  argomenti  di 
alcuni  de"  primi  capitoli:  i°del  modo  di  fabbricare  una  ba- 
silica; a"  la  curia  ecclesiastica  .  0  quid  la  del  sonato;  3' la  li- 
braria; V'olio  nel  fabbricalo  i  leiupli  devesi  l'aie  ogni  sforili 
di  iniipruilicujiM.  e  ;;:!  nitri  cdili:ij  secolari  costruirli  con  molla 
parsimonia  ;  5°  il  teatro,  oc.  00.  Ilio  pini  bastare  onde  conos- 
cere so  ipiost'  opera  di  iiicliileltiira  del  de'  ì'ellii^i ini  da  -.luta, 
pubblicata  0  no,  e  nel  caso  negativo,  gli  scienziati,  esaminan- 
doli!, pnlraiino  giudicare  del  luorito  suo  seiontilioo. —  Qnaiit'ò 
alla  porte  II'  eli  questo  codice  eli' è  sonila  poi-  la  stessa  mimo, 
i-  dispil/iiitamento  inaurante  di  niellilo  curii:  sul  principio, 
rime'.'.o  i:  ielloro  a  rio  oli'  io  ut  dissi       codice  antecedei!  f 


ga  MANOSCRITTI  ITALIANI 

11°  89.  e  credo  ìnulik'  fnr  piò  parola  alcuna.  Stipali  iti  sol- 
tanto, che  nella  KUictcca  iti  Anltitrtlvra  arile  pubblicato  da 

Angelo  dimoili  in  Roma  l'anno  1 788,  in  a  voi.  in  4°,  non  è 

fatta  punto  menzioni'  uè  di  Pellegrino  di'-  IVllegrini,  nè  della 
sujuaf hit'!  lu  sua  opera. 

7765. 

ni .  Raccolta  di  T l'aliali  siili'  Ariliilcltura  mililarc-. 

r:.1firn-  ■'  .  Ili  E1L1-1.-.  -In  l'j^lr..  H.u.ill.  I  i  •  i.  iti  |"'  I  i  ^  ■  '  ?  — I  ' .  m  V 1 1 1 .  \  I  l'.  ||i:i| 

consertato,  fl  dueUqo  in  wj  lunghi. 

Diversi  sono  gli  aulori  de'  trattali,  che  sì  «imprendono  in 
i]ui:stu  endice;  e  la  più  parlo  «ino  in  lonna  di  lettere  a  prin- 
cìpi, a  cardinali,  0  ad  altri  gran  |n 'rsniiii ggj  ;  ma  non  v'ha  il 
nome,  nè  degli  scritturi,  ne  di  cobra  cui  sono  inilirilte:  dal 
che  può  dnrlursi,  die  a  colui  clic  le  Ira  se  ri  su-  nulla  più  im- 
portasse se  nun  che  averi!  per  propria  islnuiune  la  copia  (li 
esse  lettere,  e  quindi  degU  .'ìl'ouhtiIì .  the  vi  si  di.sc.ntoiH,. 
poni  rnrumbsi  ile'  loco  anturi,  né  de'  lur  nnreimli.  Sembrami 
pero  di  <[n;ileli(>  importanza  hi  p  reseti  le  collezione,  della  quale, 
considerali  i  Inumili  e  le  tiltà.  che  più  parlicolarnientc  br- 

lic.i/.ioni  e  l'arcliilcllura  miniare,  credo  che  pe.lrebbc  riiiM'irne 
utili»  lo  ^tlnl io  si 1  nun  pei-  la  scienza,  allucini  per  la  storia  dì 
quel  tempo.  Oirirnii  c.-cinpiiria^m  nun  cadercblie  in  animo  a 
nessuno  di  dimostrare,  che  la  città  di  l'arma  possa  rendersi 
iuespn^iìtliilc;  ma  nell'anno  i55i,  nei  quale,  o  spontanea- 
mente o  per  autorevole  eccitamento  lo  scritta  su  questo  punto, 
si  come  lediamo  Ira  1' al  Ire  cose  in  questo  codice,  non  la 
si  pensava  cosi;  ciò  chi:  ben  chiaramente  dimostra  0  il  poco 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  95 
valore  ile"  nemici,  od  il  granili-  iiira^m  ili  rolnro,  elle  dove- 
vano sianone  su  In  difesa  :  »  \veudo  io  rousirlernto  (cosi  in- 
comincia uno  di  questi  piccioli  trattateli!]  .lapilli  di  Tamii. 

.  L.r.5i,^ni  parve  clic  I»  si  pc4iia  fc-rlilieare  bendino  et 

■  facilmcnlc.  per  molte  bone  qualità  clic  Dia  in  se  prima 

■  clic  li  nemici  non  si  possano  accostarsi  n  le  mura  da  bornia 
«  nessuna  per  fari'  batteria  rbe  siano  a]  coperto  so  non  fanno 

■  li  ripari  rnfliiovalinciiio  !i  quali  sogliono  costare  eh  ari  in 
.  diversi  modi  ancora,  ■  ce.  ce.  Ma  ciò  basti  su  questo  codice, 
'■  passiamo  a  clan1  notizia  d'un  allro,  elio  panni  di  ma^-ior 
linaio  nell'argomento  medesimo. 

77hh. 

():;.  Trattalo  delle  I''ort!Ìie,:iioi]i  militari. 

Chi  sia  l'amore  di  questo  codice,  c  se  sia  edito  o  inedito, 
ciò  potrà  risultare  trascrivendone,  si  come  io,  alcuni'  lince, 
per  le  quali  gli  studiosi  potranno  cliiunrsono  l'alti  i  couironli 
con  tutti  quegli  autori.  11'  cui  opere  nei  sopraddrscritlii  argo- 

pernlone  ora  resisterli,'!.  |.  |I  imii.  ii  -.  i-Miur. Ir. li  -indir  nul- 
li codice  e  diviso  in  due  partì.  La  prima  (ratta  delle  regolo 
generali  delle  iorlifii-Miom  ;  Li  soronda  delle  l'urli lira/.ioili  in 
pratica.  La  prima  incomincia  cosi  :  .  Pai*  che  1'  Arcliitettur.i 


g6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  militare,  cht'  noi  !o l'I si'icM ioni'  aildiiiiandiann 

•  quantità,  sarà  per  ciiiiscs/imtiiKn  nrnsiriii,  clic  prima  delle 

•  quantità,  dir  d'essa  Andiitcl  tuia  Iraniani».  Ma  perchè  le 

•  quautità  son»  di  dm'  specie,  cine  discreta  e  coulinua;  prima 

■  dell"  mia  i-I  poi  di' II'  alir,i  per  indilli'  parlar  doli  Inaino.  I  .'lille 
.  prima  alia  i  lisi' [  eia  M'Iii'ndi),  cosi  laremo  clliaro  clic,  ■  CC.  ce. 

—  La  seconda  parte  die  tratta  di-Ile  fortificazioni  in  parlìcolare 
incomincia  cosi:  .11  fine  della  guerra  è  la  vittoria;  la  quale 

•  si  olliouo  dalli  pitc  pili  |::il!'it[..\  (.lilirsla  me;;L"ioir  pollina 

■  UDII  consiste  soli  moni  e  in  muli  il  urline  d!  vassalli,  et  ili  de- 

■  uari,  ina  in  una  niulliludiiie  (piasi  inliriila  di  cose,  le  quali 
i  si  riducono  a  due  rapi,  l'rrcio'ché  alcuni'  sono  rose  appar- 
.  lenenti  al  corpo,  come  l'eli,  la  sanila,  et  le  folle;  e  altre 

■  appaiteli  goiio  a  l' anima,  coni  e  il  cornicio.  l' indegno  de  stra- 
.  «gemmi,  eia  cognitionc  dell' arte  militare;  et  tanto  quelle 

-  cose  quanto  queste  sono  di  due  sorli,  alcune  naturali,  allre 

•  die  s'imparano,  ■  cu.  ce.  Tutto  il  codice  c  corredalo  delle 


0,3.  Libro  di  Aritmetica. 

iLiTolo.  .iiratlm  unii  inolici,  ni  assai  brutti,  del  «mio  iV. 


Il  titolo  die  lia  il  previile  nnlim  è  ili  Aiutai.  Ma  esso  e  un 
libro  antico  di  aritmetica  formata  e  dettata  in  Firenze,  nel 
quale  si  trattano  alcune  quistioui  intorno  alle  monele,  intorno 


DiQitlzM  D/CoOglc 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  97 
alle  diverse  Ifdii'  ri' ori  o  .i'n i^nln,  ni  nitri  simili  argomenti 
sempre  aritrae ticamcn le  proposti  e  discussi.  Nelle  due  prime 
pagine  sono  dichiarati  ì  pesi,  il  pregio,  ossia  come  dicono  la 
hnnlii  intristiti,  ri I  il  valore  ossia  io™  ili  alcune  specie  di 
monete  d'oro  n  d'aiponin  coniale  e  pubblicate  nc' principali 
stali  d'I  lai  ia,  ÌTiro:)i  ilici  noi  Io  di  quello  ili  l'i  re  ni'1,  clic  aii'.iu- 

poi  a  stabilire  le  sue  regole,  e  calcoli  d'aritmetica  sulla  boat» 
e  sul  cono  dell'  altro  monete  d'Italia,  finito  questo  lavoro,  si 
insti  tu  iscono  pei'  appendice  alcuni  onnlVnnli  ilcllr  monete 
d'Italia  con  quelle  d'alici  stati  Inori  d'Ila:  ia .  e  iiiccijlmciite 
della  Francia  e  dell' Inghilterra,  Potrebbe  forse  in  vista  sem- 
brar quasi  imitili.-  lo  studio  di  questo  codice  dopo  tanti  pro- 
gressi l'alti  sino  a"  giorni  nostri  dell'arie,  e  dobbiamo  anzi 

dirla  sci"n;a  (  n.Mnatiea,  e  iikuiim  ria.  Ma  ,,.  si  consideri  in 

pi  imo  luuiio.  eli'  esie  tulo  scritto  il  codice  in  Firenze  e  per  la 
penna  e  studio  di  un  Fiorentino,  come  sembra  indubitato 
pe' molli  ìndizj  che  nel  comprovano,  polrel>l>i'  la  lingua  nos- 
tra trine  qualche  militi  dal:'  uso  proprio  e  conveniente  di 
alcuni  vocaboli  italiani  in  una  materia,  i  cui  classici  autori 
non  trattarono,  che  in  lutimi,  o  in  lijilesro,  o  in  francese-;  se 
si  consideri  in  secondo  luogo  iì  vantaggio,  clic  le  notizie  de' 
calcoli  di  quo  tempi  in  cosi  latto  a  ironie  nlo  monetario  po- 
:  re  bl.i  evo  recare  aidi  sludj  nostri  nel!'  argomento  medesimo; 
ed  in  fine  il  piacere  di  ritrovare  io  questo  codice  quasi  la 
storia  ed  i  progressi  dell'  arte  monetaria  [nesso  di  noi,  lutto 
questo  potrà  forse  indurre  qualche  dotto  o  letterata  a  voler 
porsi  all'esame  del  presente  manoscritto,  di  cui  ho  data  no- 
tizia. Non  v'ha  nome  di  autore,  e  non  v'ha  pur  in  fine  sottos- 
eriv.ii >ne  .1  Icona,  por  cui  cor  certe//...  riosvi  determinarsi  l'anno 
in  cui  fu  composto;  ma  per  alcune  leggi  0  regolamenti,  che 


DigjtizM  by  Google 


9B  MANOSCRITTI  ITALIANI 

(rovai  sparai  qua  ìà  nel  codice,  segnali  colla  data  dell'  anno 
in  cui  furono  pubblicati,  posso  francamente  asserire  non 
essere  stalo  scritto  il  presente  codice  uè  molto  innanzi  riè 
mullo  ilo]>:)  il  coni  in  eia  mei:  lo  del  sodilo  quiiilodi'eimo. 

7740. 

<)/\,  Tradato  di  *iiov,iimi  Ambrogio  da  Pesaro  sull'arie 
dei  danzare. 

tarliceli,  in  V  ubluiifiu.  anidri  militi,  s«(ilo  11*.  di  burnii  comi:  n  .Mimi,-. 

11  titolo  del  pivi.'iitc  eoditc,  c  1 1 1?  leseti  Tll'l  pri n-cipici  della 
[ii-iniii  jiairiiiii.  >':  questo:  Dninon  .luiuinuis  Aihhtviìi  l'imuivnsis 
ile pria -lira  nv«il<-  ì'rip'jdii  v,i ■:  yiisatlunlfielicitcr  incipit.  Dopo 
il  .quale  titolo  segui-  mi  wmollo,  ben  pino  felice,  mila  soda; 

nel  quale  si  esponi!  l'arco  ni",  che  l'autore,  imprende  a 

trattali:  ;  ini  li  c  un  proemio  '-ull'  ■■risiile,  uso,  e  lino  della  ins- 
tiliiv.iono  <lt:  balli;  alle  quali  nw  Itilte  precede  una  tavola 
de'  capitoli,  de  quali  ciascuno  È  consccrato  alfa  spiegazione  di 
un  diverso  genero  di  ballo  nello  varie  nazioni  del  mondo. Ed 

in  lini'  di-!l'<i|M'r,L  -oiiii  Ir  noi  usioali  iMn-is|ioi]denlÌ  a  quel 

ballo,  clic  nel  tale  o  tal  aitro  ile'  capitoli  lo  dioiibva'o.  \:'.  ciò 
che  forse  per  la  storia  ili  quest'  urlo  del  damare  può  ri  uscire 
di  qualche  imporla nza  è  In  notizia,  dieci  dà  appresso  l'autore 
di  tutt'i  più  solenni  brilli,  rh'egli  •.tesso  aveva  veduti;  la  quale 
notizia  è  preceduta  da  queste  panili':  »  Io  Glohanno  Ambrosio 
■  iIj  l'e::aro  me  so  animalo  a  tuele  ipies:...  lesi-.:  sue  tosi:  fiele 
.  de  Inqieralori  et  de  Re  et  de  Marchesi  et  de  gran  Signori, 
net  anelu'  me  soli  attrovato  a  molte  altre  feste  de  Citatimi  le 
.quale  elio  io  ne  fo  menziono.'  Lasciamo  a  parte  il  modo 
con  cui,  quanto  alla  dizione  e  allo  siile,  è  scritta  quest'opera, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  99 
polche  pel  piccolo  saggio,  ciie  se  a  è  dato,  pu&  facilmente 
conoscersi  la  poca  perizia  dello  scrittore  nella  nostra  lingua; 
e  d'altronde  si  come  li:  belle  parole  non  dicono  sempre  buone 
cose,  cosi  le  buone  cose,  come  pur  sembrami  averne  questo 
coditi',  possono  dirsi  anche  senza  belle  p.-rule.  cei'hic  chi;; 
l' argomento  ciie  non  fu  trattato  da  molti,  e  ebe  ci  move  na- 
turalmente a  farne  im  inaine;  Ir  noie  musicali,  ebe,  il  con- 
fesso, è  la  prima  voli»  eli'  io  vidi  «con  pugna  lo  rie  i  balli  del 
secolo  xv";  e  k  notizia  e  descrizione  do' più  iamosi  balli,  die 
nelle  solennità  specialmente  di  nozze  de'  più  grandi  personaggi 
di  quel  tempo  sono  stati  eseguiti;  certo  è  io  dico  ebe  tutto 
questo  sembrami  dare  al  presente  codice,  il  quale  per  le  in- 
dagini che  ne  bo  fatte  è  inedito,  un  pregio  ed  un'  importanza 
non  comune.  Di  questo  (iiovanni  Ambrosio  da  Pesaro  non 
ll'OVO  fa  Ita  11  /.ione  re  por..-  ri;,;  Mii/.iocilndl:. 

7747. 

o5.  Teorica  dell'arte  del  Ballo,  di  Domenico  da  Piacenza. 

Orlati»,  in  i",  raroltoi  tondi,  xcolo ni",  di  sufficiente  tonscmiionir. 

L' argomento  del  presente  codice  è  quello  stesso  del  codice 
antecedente  n°oi;  ma  con  questa  dillrrcoia.  elle  quello  tratta 
dell'arte  del  ballo  in  pratica,  e  questo  dell'arte  del  ballo  in 
Inori ca,  dime  sia  scritto  il  endice  risultar»  daiir  prime  linee 
del  proemio,  elio  incomincia  cosi  :  *  Ilenia  timido  ci  grande 

■  et  Iriumfantc  Idio  de  li  intelecli  che  por  grafia  da  lui  sono 
•  infusi,  et  a  lui  solo  dato  li  sia  bonore  t-t  gloria  de  tutte  le 

■  operationc  inteleeluale  e  murale.  V.  vociando  ci  special» le  •■ 
1  nobile  Cavalieri)  Mcss.  Domenicano  Piacentino  tracio  re  dei 

■  moto  corporeo  cum  grande  reverentia  impetra  a  quello  ebe 


MANOSCRITTI  ITALI AM 


dcsimo  del  li-;ittrjti>,  rumi-  riMtlta  dallo  seguenti  parole:  «Le 

i  Ì!lf|-;iM.TÌ|)li'  (li'  lliv  OlìlUJKisIr  cuti  il  Cil[itli  finir  11'  |iati>Itl  per 

■  iij  succiat-il'  i  i  'io  Ci vaglie ro  mif jlt  UojiujiiÌio  da  Pi.t- 
•  senia,  salvo  elio  II  calilo  de  la  l'i j^ic^uilit'lniiiio,  ■  (e  altrove 
Bagnislmina,  o  fia-guilmin  )  ■  clic  è  ballala  francese;  et  sopra 

■  esso  conio  el  dillo  Giva  alici'  Isa  composti  i  h  lui  balli.  ■  Kon 
so  clie  uè  pure  questo  codice  sia  mai  stato  pubblicato;  i  dotti 
urli' arte  (.!(■]  dan/aii'iio  pLidiidiumimis  dd  murilo,  esaminando 
i  principi  ™'  1ua''  51  fondano  le  dottrine  dell'  autore  sul  molo 
corporeo. 

7748. 

if'.i.  t  (ridinne  drl  Ilijiii  in  U  ii  I .  ■  di  Allignilo  i  li  Rirhidìcu. 


11  Idilli!  di  ipuslo  rinuinsr.iilli.  «  i:  M—'ii'ilìi' :  il  l-'ihsnh  in- 
ili/f-n-iUe  ui  piedi  di  Armiiin.lv  il  i/mudi:  di  llicluAieo.  Pimi  fruii  rii 
P.  Ripa.  Tutto  intero  questo  codice  non  comprende,  ebe 
un'  orazione  continua  e  ben  lunga,  di  aoo  e  più  pagine,  in 
Iorio  ilei  sopraddetto  Armando  di  II icliclieu.  Quanto  allo  siilo 
con  cui  è  scritta,  e  quanto  al  modo  con  cui  l'elogio  è  (-«ridotto 
ne  giudichino  ì  lettori  dalle  seguenti  linee,  per  le  quali  si  dà 
cominr.i.lriii-ir.oal  L-,:(|jci::  t  Air  ira  ri  ri;:.  Ktxo  ;i  i  vosi  ri  ]:ii;i;i  latti) 
.  T  r<ili  i>  rlrllii  viisli-a  sii]iii!ii/..i  (ju.'l  li  limolo,  clic  scni|iv(!  vini,' 
»  rii'irim:.(jrli';-/.a  ili  pokT  ira'  nioi-[;di  li  li  ^ini-iin  adorar- ■  snizj 
velo  dell'  opinione  la  vera  e  luminosa  iniagine 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  io, 
i  della  virtù.  Ecco  finalmente  ai  vostri  piedi  convinto  dal  vero 
rdclìc  vostre  (:io:io  quo:  savio  indi  Gerente,  the  avendo  oci- 
»  roto  questa  Dr.-i  h I.- 1  -iij.or-!-  Unito  tempo  I"  vano,  l'ba  ritro- 

■  vaia  nel  vostro  di\  ino  sembiante  1 ia  più  Incelile,  elio  non 
«  si  vide  udì '  ;;ra  mariolo  d'Alt  ne...  A  ciie  ÌTiips-i;s.i  io  mi 

■  accinsi?...  Penetrai  gli  occulti  significati  degli  Egiij; osservai 

■  sili  oscuri  simboli  (li  Pilato!'.) ;  investigai  eli  ascosti  cubimi 

■  di  Empedocle;  t  sensi  mistici  di  l'ialoiii:;  i  diihcnllosi  roiu- 
•  menti  di  Protagora;  le  fallacie  acutissime  di  Gorgia;  gli 

■  impossibili  di  Y.t  none;  e  l  i  dillicile  Acroamalita  rialto  S:«- 

■  girila  ;  e  pure  non  feci  altro,  clic  salutar  come  da  lontano 

■  alcuni  rapidissimi  lampi  di  questo  dono  degli  Dei,  confu- 

■  samente  sparsi  (Va  Uniti  varie  sette  rie'  I  i  1  uso  la  il  ti.  Fu  mia 

■  fortuna,  0  Grande,  nuli  \oslra  -li aia,  clm  non  può  più  tres- 

■  serena  del  vostro  aspetto  Reale,  «  tx.ee.  Ed  in  questa  guisa, 
anzi  sempre  crcseciido  ne'  sensi  di  lode,  di  devozione,  di  ma- 
raviglia, continua  l'elogio  sino  al  line.  Coloro,  che  non  solo 
dissero,  ma  scrissero  e  pubblicarono,  clic  reputar  dovevasi  di 
esagerazione  e  quasi  di  scandalo  ciò  die  fu  detto,  scritto  e 
pubblicato  il!  inde  di  Mapolcoiu-,  io  leie;o  pur  (eleni  elle  bi'n 
d'altro  avviso  sarebbero  stali  se  letta  avessero  questa  orazione 
che  molto  tempo  innanzi  era  stata  composta  in  lode  del  so- 
pctdifel!,,  A  ri  e, il  ul  il  di  il  irli  elle  e,  i  cui  unii:;  io  per  me  reputo 
assolutameli  Le  nulli  posti  in  confronto  eoe  quelli  di  Napoleone 
E  quasi  i  piasi  ic  aldi  mi  di  Migrai  usuiti-,  eli  e  riuscir  potrebbe  di 
4ii,>lHie  vauiac^'io  la  ìuibblira/inne  di  questo  scritto  a  fine  elle 
si  conoscesse  sempre  pio  quanto  «rande  Ma  Li  connine  nostra 
miseria,  e  conie  l'uomo  talvolta  o  per  finzione  vile,  o  per 
ignoranza,  o  per  ambizione,  o  per  interesse,  o  per  pazzia 
elimini  si  possa  verso  d'  un  proprio  simile.  Nienlcpiù  mi  rimane 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
se  noi)  clic  implorare  1' itnluli;eii7.i  do'  lettori  se  gli  Lo  di 
troppo  intrattenuti  inforno  al  presente  codice. 

7749. 

97.  Leiiooo  politica,  di  Scipione  Ckiaramonti  sulla 
educazione,  de'  fanciulli. 

'         i  .in  'e.  cinturi  rr-.f=i.  L ,  secolo  ivng,  mal  consonalo,  e  maculile  di 

Contiene  questo  codice  mia  le/ione,  politica  aopra  un  passo 
ili  Cornelio  Tacilo  ove  dice  :  Non  lumen  tubo  viriate  sterile  tm- 
cn/arra,  etc.  _\ella  cpialc  lezione  discori  e  principali!]  cu  le  della 
l'ulti  {■TaiiV.ij,  iimIj  ÌiiIiimiii  alili  edniaif.ioiic  de'  limili  Ili.  ni 
in  generale  si  vanno  investigando  le  cagioni  della  bontà 
umana.  Non  apparisce  né.  in  sul  louimciamciite  né  in  .su  la 
lino  del  codice  chi  ne  sia  stato  l'autore;  ma  nella  carta  che 
precede  il  plinti  pio  della  le/ione  é  strillo,  con  un  carattere 
elle  seinlirami  eguale  a  ipiello  ili  Inlla  l'opera;  ch'essa  <'■ 

Leccdcotc,  e  tuttavia  liella  stessa  penna,  lesinino  sfi'iUo: 
1618.  die  1."  Martii.  Imlkt.'  prima.  VÌbshU  Sermo.  D.D.  Cesari 
fair/ir.  l.'v.c  tU'-rr.t  ci  Mntiv.t.  i..i  ne^Jìip:c]]7a  «Iella  ■cntlura.  la 
lirulta  forma  rie'  earallcii,  la  irregolarità  di  dis|irjsi/.iiiiie  delle 
pagine,  e  sopraltolto  le-  eoe  re  7.  io  ni  non  di  octojjritlia  odi 
punteggiamento,  ma  di  voci,  che  rraà  e  là  si  rincontrano,  e 
le  cancellature  di  alcune  linee,  e  la  sostituzione  dì  altre,  tutto 
ciò  m'induce  a  credere  cver  questo  codice  o-i^i  ili  le  cioè 
l'autografo  slesso  del  Cliiaramniiti.  Kon  so  sei  sia  stato  pulj- 
blicato;  e  benché  io  non  ne  trovi  fatta  menzione  da'  princi- 
pali bibliografi ,  pur  io  pino  uhi  dirlo  seenra  mente  né  erti  In  né 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  io3 
inediio.  li.coiiunr.i.i  cosi  :  -Tre  sono  le  cagioni  (lolla  honla 

■  nostra  secondo  Aristotile  :  la  natura,  la  persuasione,  e  la  dis- 

■  Ciplillil  O  CLfttUlllC.  f.os'i  etli  (lire  ;  Li  te]  LI  E  bulli  '-|  .stll'liusi  Illlll-t 

«per trio.  Sunt  autom  Iure  (ria,  natura,  iiios,  ci  ratio:  la  quale 
.  dottrina  da  Platone  non  parie  come  da  multi  luoghi  in  Ini 
.■sì  i-amiidie.  To  dunque  secondo  l'ordine  |)i-c>|ic i^iu  di  Ari.- 
-lutila  d'ognuna  di  ipicslc  scparalamriitri  prima  discorrerò. 
■■  IVr  ci.',  il. .11  luca  iriiMuiìuMiiinlo,  due  cose  a  me  pare  che 

■  si  debbano  di qncst»  dapprima  conriderare}  quale  sin  lu  bontà 

•  e  la  virtù  che  per  natura  in  noi  s'ingenera,  e  si  cultiva;  e  in 
.  1°  luogo  quale  sia  e  in  chi;  cunsi.sta  particolarmente  questa 
«natura,  che  imi  n'pognìamo  )V;i  le  cagioni  dulia  umana 

•  virtù,  ■  e-c.  Per  quanto  i  caratteri,  per  la  frena  somma  con 
cui  furono  stesi  in  moltissimi  luoghi,  pressoché  ininlelligi- 
bili,  mi  periiti-ero  ili  far  un  ipi  alche  esami'  ili  qne.slo  scritto, 
mi  pare  ch'ei  meritar  possa  i  riguardi  de'  dotti  e  de'  letterati. 
Non  può  dirsi  uno  senti»  italiano  elegante,  ina  ne  pur  basso 
11  trascuralo,  come  inni  ^indicarsi  pel  Mir^io  dal»  epiì  sopra. 

l'autore  da  qnaMic  dollrina  liir-i-  mi  pn'  Iroppo  inetjilisica  in 
liinrì,  sappia  assai  bene  dell'  argomenti!,  cln-  ]ia  pi.'r  le  intuii . 

7751. 

98.  H  Panegirico  di  Caio  Plinio  Secondo  in  lode  dell' Im- 
peratore Trajano,  volgarizzato  da  Lippo  Brandolino. 

Cartaceo,  in  d°  piccolo,  cani  III' ri  lumi;,  m-ulu  11",  ili  nllimii  1. 11  ne  ria  1  ione. 

È  contornata  ia  prima  pagina,  ove  incomincia  ìa  traduzione 
del  testo,  da  una  miniatura  ad  oro  e  colori  colf  armi  ili  Don 
Ferrando  d'Arragona,  cui  é  dedicata  l'opera,  la  quale  ha  il 


■  od  MANOSCRITTI  ITALIANI  ■ 

principio  seguente  : .  Incomincia  il  (ji-oomio  di  Lippa  Brando- 

■  liuo  fallo  nella,  traduci  ione  ilei  panegirico  di  l'Iiniu  al  So- 
»  rriiipsiiiid  lii'  ["lini  l'errando  d'Aragona,  ■  et.  Indi  :  «  Molte 

-  ci  prohatl5.i1  m  0  si-ri  l'ore,  f  iloi  io.sis.ìiino  l'u' ,  ma  di  tutte  la 

•  principale  et  potissima  è  l' Amore.Altentocliò  l'altre  cose  tutte 
.  souoal'obedientiact  comandamento  del  Principe  sottoposte: 

-  ni  si  possimi)  0  violentamente  romaiidair  o  conica  la  voluntà 

■  ,■!  disposinoli  Mia  fare.  L'annui'  .-olii  no»  è  a  comandamento 
■■  .1 1 nino  subietto;  nò  può  par  1  iolcntia  ri  for/a  alcuna  e-serc 

•  cantra  la  vnlnn  là  ma  runstrel  In.  Imperocché. ..  oc.  ce.  Finito 
ij netto  | ii f  1  : <  l  1  j i  1 1 .  toc  non  è  breve,  leggest  cosi  1  lixoiiiiiitia  il 
■■  panegirico  o  iero  orati  une  latta  ila  (i.  l'I  imo  Secondo  in  laude 

■  di  Tra]  a  no  Ini  pera  loro  et  trai  Ine  la  in  romiti  uno  el  vulgar  lin- 

■  gua  da  l.ippo  L'u;  mini  ino  al  SÌltiovO  lii'  flou  V'errando  d'Ai  a  - 
.  golia,  lnvocatione  allrnvc  latta  per  polore  le  laude  di  Traj  ano 

■  la- 11  dire.  —  Hanno  li  noti  ri  maggioi  i  bene  el  sapii-n  Irniente 
.  ordinalo,  Padri  coescripti,  clic  come  nel  fare  l' altre  cose,  cosi 

»  liito  ordì  I  providciilia  principiare  sona  lo  aiuto,  et  coii- 

1  sibilo,  el  venni  alionc  itegli  ini  tali  Idilli,  la  (piale  ronsuO- 

■  indine  da  ehi  più  presto  elio  da  un  Confuta,  o  quando  più 

■  prestasi  debbo  in  uso  et  in  onore  riduccrc,  die  [piando  siamo 
.  per  rniuandc lunilo  dei  Si  nato  et  per  autorità  de  la  liepub- 
.  Mica  invitati  a  liugr.ii.iare  un  ollimo  l'ilucipe?  privili:  (piale 

■  è  più  bello  0  più  prestante  domi  degli  Iddìi,  clic  un  casto,  et 
■■salirlo,  et  ad  cf=i  Idilli  limile  fi  i:u.-.=i  a p pareggialo  l'iin- 
.cipe?-  ec  ce.  E  termina  II  collice  col  solo  finii.  —  Penso 
che -e  (piiMa  trr.dimonr  lo.-..!,  darà  1  luce,  iiieri'.ei'i'lilie:!:  gii 
clogj  de'  lelloi  ati.  lo  ne  lui  trascritto  un  passo  piuttosto  lungo 


Oigiiized  oy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,n5 
a  fine  elicsi  pos=a  ^intlsc^ro  se  bene  o  nule  in  mi  apponga, 
i'  se  lotlfvoli*  »  mi  sia  iì  iiiki  desiderio  ili  vedere  un  eli  pub- 
blicalo questo  volyin i^-.ini'i'ii'u  del  liiniiKolino.  Uó  ili  clic 

tinta,  rlir  Ini  il  snidili  fili'  ne  Ini  dillo,  dal  piiuripiù  ai  (il'.c. 
si  (-oidi,  pulì'  dai  principio  al  fine  è  M  in  |.ri'  e;;ualf  la  d  Mirre  ili- a 
ridi'  a  ma  ir  licite;  per  cui  ordina  lascile  ani  buona  orlOL'ralìn  ed 
opportuno  piiiitiM'L'iarnerito  la  lettura,  lavoro  Imo  fucile  ad 
escanosi,  nuca  fai  ics  avidi!  ic  a  (1  -,j  ■  l'editore  di  questa  tra- 
dazione finora  ignota,  0  almeno  a  me  ignota,  e  certamente 
non  ricordata  da'  principali  nostri  bibliografi,  tra'  quali  il 
Mniiucclicll). 

7752. 

<((,.  Vol^ariiMnieiito  del  Panegirico  di  Plinio  in  lode 
dell'Imperatore  Trajano. 

\o!i  v  in  fjiinsln  endice  :a:  non  che  ima  copia  lellciT.li'  ilei 
codice  antecedente  n*  oS,  cioè  del  volga  rizza  mento  fatto  dal 
Brandolino  del  panegirico,  clic  in  lode  di  Trajano  compose 
Plinio.  La  sola  diflerensa  tra  questo  c  quello  e,  che  la  dili- 
genza dell' amanuense,  e  la  corrciiono.  dell'opera,  sono  più 
tmiiinicndcvoli  in  quello,  clic  in  questo.  Ilei  resili  il  romincia- 
menlo.  il  progresso,  ed  il  line,  lulloc  pei  1elt:linentc  uir.foi'iue 
in  ambidue  questi  codici. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


7753. 
100.  Lettere  dell'  Arcella. 

Cariar»,  in  fagli»  pit-z-nlo.  raiall.ri  luridi,  h.rnlfl  i>".  di  ollinia 

Comincia  il  codili:  in  i|in.:srj  insisi,  :  .  Diibiluv,!  ili:  non  in- 
.  correre  mniorc  del  mio  honorc  chinilo  :  che  de  fuma  cele- 
.  hrato  nomi'  arquisLnv.  Volendo  alami!  inepte,  et  più  tosto 

■  piieijhe  de  amici,  clic  da  incitala  voglia  ci  perita  arto,  pu- 

■  blicare  mei  iiclerule.  Ma  le,  mìo  afiècluoso  fratello  Francisco 

■  Arcuila,  de  lo  quale  non  manco  ine  con?!  ri  il}"'  precaria 

-  amichevole,  clic  indimi-  In  consiglio  prudente!  acroplo  et  prr 
«  consultatore  mi  (ni  ardire,  et  per  iinpetraclore  de  tale  ado- 
•  niaiido!  Troverai  mio  Frane- bai  alcuno  liete.™  de  passione 

-  de  amatori...  alarne  de  donne  in  simile  causa  fiele,  più  tnslo 
■■die  per  passione  rospi  indimi  e  laole...  desti  n^o  mio  operetta 
"  In  (re  lilirr:  lo  |  ni  uni  con  li  d  li  ci  era  I.  don  oc...  .Ili  pri-gliom 

-  ile  alcune  mei  .■.incile  inaioi-oso;  lo  secondo  |ioin'c.i  lic.tere  de 
-amici...  lo  terzo  sono  lictcre  con  propone     respinte:  rinvi'  ile 

■  jimiiT  Icu^eiai  oi;ni  allertu.  Logo  con  frlicilà  el  piacere.  ■ — 
Indi  seguo:  ■  Listerà  a  la  illustrissima  ili  va  Madonna.  Helyouora 

■  da  Ragoui.  dei  felicissimo  Ferdinando  Re  Sicilia  figlia. .  Per 
queste  lineo,  clic  i]in  Ini  tcasciitle  si  colloco  io.slo  di  che  (ratta 
tutto  il  codice,  chi  rìi  l'aotorc  [sotto  il  nome  di  Tonfilo  odia 
sottoscrizione  delle  scie  lettere],  il  modo  scio  di  scrivere,  ed  a 
chi  suini  ìiidtntlc  alcune  delle  lettere  stesse.  E  ciò  forse  è  anelili 
di  I coppo  pei1  sali  Minia  re.  il  doliilo  mio  ili  dar  noli/in  di  tult'i 
ma  il  usiti  iti  italiani  della  ISililioti  ea  del  Re.  \ggimigo  soìl.anlu, 
clic  il  codice  non  contiene  quanto  l'autore  promcllc,  poieliè 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  io, 
termina  inriiiriv.S  lii  fini'  1 1 ■_■  1  riivoiuìo libro,  e  quindi  manca  del 
tono,  cioè  dell'ultimo. 

775A. 

101.  Voigaruaamento  delle  Metamorfosi  dì  Ovidio. 

i..lriJo:.i.  i:;  l.f::li.i  ].][.■. I  i.  oj :  j l Ili":  'i  ;  L,i ,  i:col<.  \;v\  lU  brilli 

UDKTTUtose. 

Compari  nlcii  in  (pirsln  ned  ice  min  versione  ualiatia  de'  quin- 

dioi  lllm  dello  Mei  nrl'usi  ili  Ovidio,  i-  coiiiìiuia  dalla  Invola 

delle  materie,  che  sono  divisi.1  in  altrettanti  capitoli  quanti 
sono  essi  libri.  Onesta  favilla  e  preei'ilnlii  da  un  lire  ve  iirologo 
> I i- 1  traduttori»,  eliti  principia  cosi  :  «  .\e'  quindici  1  ilici  Mclnmor- 

■  phofces.  Ovili  io  [ii  ine  opera  nvv  e  n  tu  ratamente  et  con  raaravi- 

■  j^liosa  arte  rioonliiiiiln  li  sui  pi  unitati  dal  r.mi  linciameli  lo  del 
.  inoilu  in  sino  a' mi  te  ni  pi.  ~  ce.  ce.  E  termina  in  questo  modo: 
•  La  vcrogna  iiiedu.iima  di  rullìi  ilie  confessa  la  colpa  basta 

■  al  perdono,  e  non  e  lecito  rieliiedeci1  più  cose.  *  — Dopo  ia 
sopraddetta  tavola,  le  piarne  linee  sono  questo:  ■  L'animo  mio 

■  desidera  di  dire  le  forme  mutate  in  nuovi  corpi.  0  Iddìi  date 

.  quelli.  Deli  late  mciinrc  cutiIìiiiivo  verso  dal  primo  coiti iu- 

-  ciiimerilo  ilei  mondo  in  fino  n  miei  tempi,  prima  che  fosse 
■  •  d  mare  e  la  terni  e  il  cielo  i"  quale  tuiiprc  luti  e  le  tuie.  »  ec. 

—  Non  so  quale  ninnoscrilln  abbia  adoperalo  Ilio,  fiosso  \  cr- 
cellese,  allora  elio  pei  la  prima  mila  pose  in  luce  in  Venezia 
l'anno  ii!)7  il  i  oleari /./ni  uenio  ili  Giovanni  de' Hoiisigiiorì, 
essendiuie  r  iusi-ila  asini  .-.n  .n  ella  l'eili/ainio,  e  ili  maniera  eli.' 
gli  Accademici  della  Crusca  nou  ne  hanno  fatto  alcun  uso. 
Ma  io  sono  certo,  che  grande  profitto  ritrarrebbe  dall'esame 


ioti  MANOSCRITTI  ITALIANI 

(Irl  [Hì-Sflilr  ciidiiv,  :  [  1 1 .1  ]  i  !  1 1  ni  1 1  II'  11011  M'il/.a  ([tlilltlie  l'ITOH.'.  In 

li  in:  (1:11'  ultima  faccia  l'iiriti'si  cdsi  :  <jn:  u-ripai,  itn'irif  :  ic.'ii/'cr 
rum  Ihiuitia  rimi.  l'iVrif  in  tii-irs  senior  min  liumirto  jAìs.  ludi 
rou  ora  di-ri  tinnii  sia  .scritto  quanto  soglie:  Die  isVI."  melisi 
Septrml-rii  uri.'  iaii''.  M.ctcc.xvsvi."  (;i,''.y;(  ,':(■.•<■  tuafunch  ifonal  per 
nniiliiviul  Castrila  ili  I  insidi.  \uli.  Utili  tic  Ntapoio.  a  mi  JWlOTt 
1,'c  rWi«  :  mimo  ppa, 

7755. 

102.  Storia  del  Mainili,  ossia  di  duenuo  il  uiesdiino. 

line  del  ut*,  scritto  «in  lltntlgttU  rarjlteri  chignon  polrci  dir  ni  purgolicì, 
ma  <|iiasi  iuìutcllijjlljiiii  l'ili  lumini  comma  itone. 

Il  titolo,  clu;  porta  qucf  tu  cedice  ili  jh.ii.  la  prima  palino  è  — 
Stiu-iH  di  I  jiì(iiii/i);  in  i  fatti,: ii'  un  | io'  di  c-aiiie  conobbi  iiir-ulc  piti 

lainittcralo  ilei  (im'rriiw  Ji  Duratiti,  o.ssi;i  il  fj'umno  irtt-iiliiiti, 
die  vide  la  luce  |ier  la  prima  volta  In  Padova  l'anno  1  4?.1  in 
loglio,  pur  li:  stampi.'  ili  lìartoloinmeo  di  Val  di  Kocco,  e  del 
cui  testo  si  fa  autore  un  Andrea  tiorenlino.  l'id  i  pur  vera,  che 
dalli  pi'im.'  linci:  iliuVilnicnle  può  f;iinlirarM .  elio  questo  m- 
ilirr  contenda  il  Mi|)!adili'tl:.i  ninnino;  poiché  tali  ne  sono  io 
1,1  ui  piai  un:,  e  le  alterazioni  si  ili  viM'ahnli,  diodi  cose,  lille  atti- 
llandosi il  Icllnri'  a  quelle  [il  i j i hr:  linci'  soltaulo  nuli  pulrclilir 
più  indovinare  I'  ;i  viri  ni:  culo  "ci  coiiici'  sIcmki.  Ne  ti'.isriivu  al- 
cune, onde  abbiasi  un  saggio  della  sua  Iciioiie.  —  «  In  nome 
.do  l'anlisòmo  Dio  et  de  la  vergene  Maria.  Qui  compia  il 
..pulii  !  ili.  i.  chili  malli  il  Mi  chino  ilidluario  (plcsto  nomi'  fu  su 
.pra  nome  clic  suii  pino  din-eclo  nome  fu.'  iiiicrimo  del  sangue 
i  de  reale  de  I''  lane  la...  et  tracia  tic  tucte  parte  del  ninnilo  ciò 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  109 

■  e  asia  africa  et  europa  et  de  multi  grandi  facti  de  arme  et 
n  rapinilo  j  11  no.  11  Tonnina  il  coditc  senni  sottoscrizione  nìcuna. 

7756. 

io3.  Voi  farina  me  11  lo  della  Storia  della  guerra  di  Troia, 
già  scritta  da  Guido  Giudice  dalle  Colonne. 

Queslii  eodiee  eonlierie  unti  Ira  I:  l.inli  iuedili  i  ulr/rl'ia- 
1 1 1  f  11  ti  dulia  Storia  dulln  guerra  di  Tiuìa  di  Guidi)  Giudice 
dalle  Colonne,  c,  fattone  un  attento  esame,  pare  che  non  con- 
cordi punto  uè  pure  con  alcuno  di  quelli,  elle  si  trovano  re- 
iristrati  dal  Gamba  nella  iVrir  Triti  di  ImjBÓ  al  u°  ap,5.  Il 
testo  incomincia  cosi  :  •  Fue  ne  lo  regno  de  la  Tlicsalia  citi  e 

■  delle  pertenencie  de  la  dieta  provincia  de  Romania,  de  lo 
-  quallc  li  aliilatuii  se  cliamavano  mirniihiiies  sirici  1  e  rifiniva 
»  in  eli  il  lo  tieni  |>o  inni  re  nubile  i'l  Iniono  ci  justu  lo  quale  per 
«nome  se  clamava  Peleo,  •  ce.  ce.  Lasciamo  a  parte  lo  voci, 
l'ortografia,  e  ii  punli'LjLik-uiieiilo,  ri  ';  clic  luti,)  1 1 1 1 1 r h ■  i ti  11  ■  iacil- 
meilte  accomodarsi,  ina  lo  et  .se;  animile,  le  amjiUjiaitàtti  die 
qui  si  trovano,  possono  mai  indurci  a  prestar  lede  al  presente 
eoi  liei'?  Siin  lille  lume  quesia  una  copili  della  trarhlliìoilt ,  che 
nell'anno  i3sn  foce  Bmdwxio  dello  .Snìio;  traduzione  però 
(come  ce  no  avverte  il  eh"  Henri,  le  cui  parole  sono  ripor- 
tale dal  Gamba  al  sopraddetto  11"  sii  5  della  sua  Si-rie]  ciie  non 
da!  lati  ilo  si  deriva,  ma  da  itti  i  dà;,!  ri.-.- firn.  ,i(.i  ifw  j,at«  etili  umili 
amjdijuazmiù  m  FmiKia!  Ciò  veramente  non  è  al  tolto  impro- 
babile. A  lume  ile'  iellori  per  ta.'ilo  dovrò  conteotarmi  di  porre 
loro  sotto  degli  ocelli  la  sottoscrizione,  elio  leggesi  in  fine  del 
codice,  ed  è  in  questa  guisa  :  Quesiti  p'fsi-Me  tftt  jìy  pjccla  ncU\ 


j.o  MARO  SCRITTI  ITALIANI 

rimi.'  drilli  riimini.  ,1  •iKiiriìatiiiat:  !!.«:. I.MiWIS.  l'i-llt  pian  iiutkùme. 
Amen.  Qui  finisci  Io  libro  della  oWtKf»n«  ile  troya  a  Dio  Ita 
afa  :  Aia.  Qui  scripsil  scrii/al  :  semper  cam  Domino  rivai.  Viva!  in 
calli.  Joha  de  incoscia  nomine  felix.  Amen. 


Nini  din'),  elio  questo  curii  ce  ,  eli'  ic  trascorsi  in  varj  !  in  isrli  ! . 
possa  ir  pillarsi  di''  più  oim-fli  ode'  più  li  i;;ii  ilei  m'ir  le  sprilli, 
avendovi  IO  notala  qualche  slorpiatura  e  non  picciolo  anche 
per  omissione  di  parole,  ma  dirò  tacisi  cui  imstro  (iamba,  che 
non  «  certamente  un.i  liiinmain,  quale  si  lii  quella,  clie  ci  pre- 
sentò Feditore,  il  cui  uomo  a  quel  vocabolo  consuona.  Non 
l'i  indio /.ione  alcuna  in  lutto  il  endice  ni:  di  clii  scrisse,  ni 
del  tempo,  né  del  lucido  io  cui  scrissi' ,  e  termina  con  queste 
sole  parole  :  Qui  finisce  il  hhm  di'  r  A-tio  l-'ihstruto  composto  per 
io  magnifico  di  turante  pvrla  messi':,:  Cannimi  Ikccacci  ila  Cer- 
laidi:  Vvjivntino.  Dcn  gratini.  Forse  non  si  penserà  pili  a  ria- 
lamp.in:  quost'  opera  (  clic  già  fu  posta  in  luce  cinque  o  sei 
volte)  la  lettura  della  quale,  dalla  utilità  iti  fuori  della 
lingua  nostra,  e  dell'uso  di  alcune  voci  gii  dagli  Accademici 
della  Crusca  citale ,  reca  più  noia  clic  dilello  ;  ma  comunque 
ciò  sia,  non  è  male  clic  si  sappia  pure  della  esistenza  di  questo 


DELLA  BrBLIOTBCA  DEL  UE. 


7758. 

i  o5.  Comento  della  Teseide  dì  Giovanni  Boccaccio. 

Peccalo  ,  clic  altrettanta  lode  darsi  non  possa  alla  parte  Sur 
male  di  tpiesto  codice,  quanta  ben  giiistamenle  nello  data  alia 
inanimir.  Clic  se  il  Gainha  parlando  del  Passi,  il  fui  fomento 
sopra  la  Tcsridr  si  pn  Idillio  In  prima  volta  in  Ferrara  lanini 
i  .'i  j  j,  in  foglio,  per  Ir  -lampi'  di  A  gustino  Ciri  rumo,  dice  che 
imbrattando  co' surii  perpetui  conienti  i  margini  di  tutto  i>  li  Uri' 
nienle  fere  per  rrnrìn-e  miche  .-li  mali  ile,  rli'é  pure  si  rara  la 
sopraddetta  cilii-.ioiie;  cor.  liircbli'  epii  del  roiin.iTito  infinito  non 
elio  perpetuo,  eli' e  in  questo  codice?  Io  non  V  lio  letlo  che  in 
porli!  passi  ij-iri  poieliò  !:i  pa;nii/a  iiii  nid^andoiio.  Cercai 
di  conoscerne,  ma  inni  il  meo  Ir  ì'  ni  il  ore.  'l'i 'mi  lori  il  cor  lire  con 
i|ucste  pai-ole  :  hw>  ìli  /Vi'  firjr"  i.'I.iiii  ijin.l  '.flit  h«:  jicrficititr 
hodic.  Dea  gratili*.  Amen.  INulla  dunque  più  nitri!  dirò  sul  co- 
ntento. Ma  poiché  talvolti!  dove  unni:'  si  m-prlta,  si  trova  il 

buono  ed  il  hello,  debbo  far  noto,  che  il  testo  vi  i  riportato, 
per  quanto  mi  sembrò,  con  molta  diligenza  e  correli i me ,  e 
elie  siiMirameiils»  è  flato  copiato  se  non  d' niili'pafo.  aìrnroo  da 
esemplare  scritto  con  la  più  grande  accurateiia.  Dico  per 
quanlo  mi  seni  lira  ;  poiché,  per  hen  ne  r.eilarsi  della  sana  lezione 
dì  que' posai,  che  tuttavia  sono  dubbj  od  oscuri  (e  non  sono 
pocbi|  con  ver  ioli  he  avere  sodo  dridi  occhi  il  testo  datoci  dal 
Carnorio,  dal  Pendio,  dalla  rarissima  .-di/.ir.ne  sema  dala  iles- 
crilta  dal  F'ossi,  ria  rpir.lto  ilei  .Sii  resici,  dalla  novella  edizione 
fiorentina  di  tutte  le  opere  del  Boccaccio,  r  d'altri  manoscritti. 


in  MANOSCRITTI  ITALIANI 

che  si  potcs-sern  avere,  ci]  ini.tituirr.e  quindi  C.l'.i  lune.0  studio, 
illi  opportuni  rniilrooli.  (iió  potrà  [ani  ria  tjiicl  Olivello  edi- 
tore flie  pubblicar  volesse  Ìei  ristampa  della  Trseide,  In  quale 
por  si  ilesideiii  1 1  j  i  :  :  i  ridotta  alia  sua  vera  lezione;  e  per  ciò 
spero  non  sarà  per  essergli  nè  discara  nè  inutile  la  notizia 
ibi  pre-nilc  codici:. 


106.  La  Tcscidc  di  Giovanni  Boccaccio. 

lembranicco;  kpmp'.iin'ii,..  l,,li.  ,■/  ,ni  ik.l.j  pi-ima  all'ultima,  inno  tutte  Kelte 
neccio  I  nino 


Clic  se  molte  iodi  date  si  sono  all'antecedente  codice  na  io5 
contenente  un  eomcnlo  sopra  la  stessa  opera  della  Tescide  del 
B.i.-cnt!- io:  li  irli  p.(  e  l'i  clic  l'iii  [..irli  ci  th  ni  in  ile  si  riicnscoDC,  lilla 
penna  ili  t-.hi  trascrissi',  ninh-i  uiu  darsi  delibono  alla  Splendi- 
dezza ilei  endice  presente,  eli' è  non  ile'  piò  lielli  e  magnifici, 
eli'io  m'abbia  velluti.  >on  cntitiene  clic  il  solo  testo.  Nella 

sparse  qui  e  la  ;  ci  io  brevi  parole  li'aluee  io  questo  codice  da 
per  tutto  il  litiun  ^uslii  e  la  diligenza  sujuiua  dell' amanuense, 
e  ili  colui  che  oc  ordino  qufsta  capi.-,.  Ouanl'c  alia  correzione, 
cioè  alla  puriliì  della  lezione,  per  die  vero  non  mi  pare  in 
lista  die  sia  piò  da  |uee;i.iisi  io  questa  clic  nell'antecedente 
ci  ni  ice  ìoi.  G.m'.oltiajo  noi  i  ilnvi.i  certamente  trascurarsene  lo 
studio  nel  caso,  di  cui  s'è  detto  di  sopra. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  nE. 


7759. 

107.  11  Deeunif  rane  di  Giovanni  Boccaccio. 

F*  III  J\Tói  oUbu gnHn«m 

Nella  prima  pagina  il  codice  i  adorno  di  una  bella  minia- 
tili'.. i'.>|.i|)i«r'ril.tiLlr  1]  ritrailo  t].-:  l(o<  t  accio,  e  le  munii  fino 
dipinte  a  colori  diversi  sul  rniiuuriniiiciil»  di  i-iafiflimluiia  no- 
vella, lo  non  din'),  cli  ni  meriti  la  più  alta  lode  per  la  sua  eor- 
re/.ionr.  Li  quali-  vera  monti:  1:1  alcuni  Inoliti  vili)  desideraisi 
tilacini.-;  ina  cerio  è  ch'esso  È  mollo  pili  cornalo  degli  ali  ri , 
che  sono  posti  sotto  i  num'  io,  33,  35,  36  e  io»!  benché 
quanto  al  l'aiiticliità  deliba  ([inatti  imputarsi  inferiore,  .il  se- 
condo de'  Menati  qui  poco  sopra,  cioè  tini  unni'  33,  Ciò  che 
di  singolare  parnii  notarsi  possa  nel  presente  codice,  ri  è  il 

seenne  queste-  lindo  :  jrit,.eiì.;j,:'u;  il  iibto  ddii  imo  Murili  ciiiuiRtt!» 
Dechamaone  cognominalo  Principe  Galeotto,  ce.  ce.,  si  come  in  tulli 
gli  altri  codici;  indi:  Compitalo  cifrilo  peb  he  M.  Giovanni 
BtKotcch  ila  lUrlaìdu  poeta  incoronalo.  Ed  in  line  dei  volume 
leggesi  :  Qnifinistxta  X'  ti  ultima  giornata  de!  libro  chiamate  De- 
ihumiri'ia  r  e;;  n, mi,';.', ito  l',ii\i:ipr  (inl,-;'ii.  et  compilato  PER  ME 
(1/.  < Umilimi  lima:';  iti  piedi  ila  t. r Ida.  Amen.  Ileo  'jmtitts.  Cul- 
lami (irT  tarilo  in  animo  di  ledere  9  è.  qui  nel  proemio  delia 
V.  novella  della  giornata  V'.  il  posso  —  ■  Sicuramente  se  tu 
■  ieri  ci  aflligesli,  tu  ci  hai  oggi  tanto  diliticate,  •  come 
ha  iì  testo  Mannelli.  0  vorace:)  te  dilatati-  come  porta  li  ven- 
ti sell.,11  in  ;e  I  li.  vai  miri  .'ira  maraviglili  e  piaci 'ir,  ilic  non  è.  in 
questo  codice  !i«  1'  una  né  I'  altra  dì  esso  due  le/ioni.  Il  passo 


iU  MANOSCRITTI  ITALIANI 

vi  ij  esul lamenta  cosi  come  ([ili  lo  trascrivo  :  ■  Scema  niente  se 
■  lu  ieri  ci  fediti  piagnere,  tu  ci  lini  oggi  tnnlo  dilettalo.  ■  Dico 
coli  piacele,  |if.'M:lii':  davvero  die  I"  antecedenti'  novella  al 
pian  tu  piii  fin;  all'  a  llliii'  eie  tcixliicc  ;  e  ilieo  con  iiijruviejia , 
poiché  non  e  né  probabile  riè  verosimile ,  clic  un  amanuense 
jnre  propri»  cane.i,  udii  che  un  \  uditolo,  un  modo  di  dire  in 
un  altro,  e  trai  Uni  ilo-i  speciali  limili:  ili  uno  scrii  loie  ili  si  lilla 
rinomanza  a'  suoi  (empi  medesimi.  Panni  dunque  poter  con- 
cludere, che  e  per  lo  solenni  varianti  ebe  si  rincontrano  in 
questo  codice,  e  pel  singolare  suo  comincia  mento,  e  per  la 

esame,  e  secondare  cosi  i  sa  vii  suspnimenti  del  nostro  Ugo 
l'osculo,  ebe  nel  suo  dolio  discorso  intorno  al  Decamerone  ha 
fatto  conoscere  quanto  importi  'li  non  i-l  linearsi  indio  studio 
de  codici  antichi  onde  pei-vcnire  a  pnler  dai..'  a  perfetta  li-- 
r.ioiie  ridotta  ijiiesia  elastici  opera.  Mi  resta  d'avvertire  die  il 
presente  codice  è  altresì  scritto  con  tanta  diligenza  e  con  ca- 
ratteri si  chiari  e  nitidi ,  che  niuna  fatica  avrassì  a  sostenere 
per  leggerlo. 

7760. 

108.  Il  DecaEnerone  di  Giovanni  Boccaccio. 

li.li  LJi.  r  ,  il]  1ni;li.i  .  ijull,:i  i  s<  iiii-.,iii:i .  in  Mil  in  i:ni[,i<.  <li'l  m>.hjIi-  ml, 

di  (sunna  nmvrvazionr. 

Quali  l'è  all'  online  ■■■■  ili^|iisi/inoi'  f  I .  ■  1 1 1.'  lunlerie,  ed  ni  me- 
rito deila  lezione,  vedasi  ciò  ch'io  ne  dissi  del  codice  se- 
gnalo col  n°  io,  di  cui  sembra  queslo  tuia  copia.  Quant'é  poi 
alla  materiale  serillura,  quella  del  presente  codice  e  un  po' 
più  nitida  dell'altro  n°  io,  ed  è  pur  sempre  uniforme  dal 
principio  al  fine. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


7761. 

109.  ]]  Fìlocolo  di  Giovanni  Boccaccio. 

Carlitco.  ìd  fojliu  (miuln.  a  . I m-  cui™™,  raralleri  jemignlici .  del  «culo  ti*. 


li  litnlo  è  i|i].'slo  .  chi'  i.'-M-r-i  hcIm  j i ri i i h  pagina  :  /n.Yimm- 
ein  litro  chiamalo  filacelo  il  quale  narra  della  vita  ili  Florio  el 
Biancofiore  comminiti  ri  fatto  prr  mislrr  (jim-anni  ili  lìorenrcio  ila 
(frinitili.  E  ìentiina  ii  volume  elisi  :  Finito  il  ijii'uitii  ,'l  oìtimo 
hlrn  -ilrl  !'  iìorotr,.  ere!.!^.  Aio:!!.  N 1  j  1  ". -:■  più  per-so  tiire  ^ìil  mi- 
rilo del  presente  colliri  so.  nini  rli'è.  eompiiitn,  e  scritto  con 
multa  rlilì:ji  ii;:i  :  m:  L|n;inlo  albi  le/.u)nc  essa  è  ululili  e  limilo 
ni  (li  sotio  nella  correzione  a  quello,  che  ci  dà  dello  stessa 
Filocolo  il  codice  n°  1 i. 

7762. 

no.  Diverse  operette  religiose,  e  leggende  antiche. 
Membranaceo,  In  If,  cantieri  piroocM  tondi,  «Mio  ii\  di  bue™ 

Parmi  che  di  questo  cealiee  dehlia  lui-sene  molla  stima, 
tifi"  contiene  li'  spienti  operette;  —  1.  Dn  In  mimmi  ilo-  sono 
ah  Paradiso  lerrealro  ;  e  nel  fine  di  questa  leggenda  si  suggeris- 
cono a  ehi  desiderava  sa  [ieri  e  (clic  fu  santo  Alberto  Vescovo 
d'Alemanno  ;  quali  sieno  quelle  cose,  che  sono  necessarie  per 
adempiere  iii  volontà  di  Dio;  e  lermiiia  imi  le  seguenti  pa- 
role: -Ora  Dio  per  me  poverello.  Amen.-  —  If,  Epistola  de 
lancio  Hìenmyntf  a  morta  Paolino,  de  In  umore  eìie  porla  Dio  a  U 


i.G  MANOSCRITTI  ITALIANI 

serti  diluì  ;  <  Lei  quaf'  vtjl^;irÌ7./,ji!H'uti>  non  timi.  l'alia  inni /.inno 
alcun:!  ria"  nuv.n  lulilii.^r.ili  e  letterali.  —  111.  Imoniiiiiiii  tu 
liijiji-niln  tir  stintiti  (,'iry/iV/m.r  jttiìada  ite  tu  Ite.  ti  l.'.mjlii-fiit  ;  il-dla 
r|i;;li;  i  e  _"!.■<' I><  la  pinv,  l'Ii'e  Ìjl'H  [irrida,  rilcflnli.nienll-  scinta. 
«  che  contiene  cose  mollo  importanti  intorno  alla  storia  non 
solo  dell*  Ungheria,  ma  altresì  della  [''lancia  e  dell' In  gli  il  terra, 
HOU  so  che  alcuno  abbiane  fatta  parola.  —  IV.  JVrf  nome  del 
nasini  Silicatare  messeli'  Jesn  Aln,  ■  innaraiii  /ir  cifri  ormo  leijtjenda 

t!:  -.'r.         ni-lai:  ii.-jiiwilì  ittita  iic  d' ll'J.ilt  ,  C  ffllll  /ri  t'ilitl'i-rtìlo 

aliti  jiik  Ami  /«e  /u  n  mimi  ri  (Mirri!  ri /u  d'imo  M/iffo  /mino  eremita 
i  /iiciiKiii-  '«rr.Vwni.  I".  ili  <ii:i  li  il..'  si  a  ri:  pi  !  i  pillila  livellila  il  strilla, 
lidia  qnalo  è  conosciuta  un'  antica  edizione  senza  data  alcuna, 
in-4*,  che  serbasi  nella  famosa  biblioteca  del  marchese  clic  fu 
Ilio.  Giacomo  Teli  nl/.io  in  Mila  mi;  e  clic  nel  succili  scorso  fu 
|iulililicata  in  Koina  |ier  li!  cure  del  llollari,  e  per  le  stampe 
del  Salvioni  l'anno  i  in  ri",  indi  nelf  anno  181G  riprodotta 
jiur  in  lìoma  pel  .Mini  Iaculi  mi,  in-8".  —  Io  ho  letti  alcuni  passi 
ilei  presente  codice,  e  il  riconobbi  ili  Inuma  le/ione,  e  scritto 
con  grande  accuratezza.  Tonnina  rn.i  :  Unita  tallii  che  tene  ui- 
.MTrcra  ti  unir  il'a  li  esempli  di  i;n-.ln  trjipndn.  l'ha  ijralitis.  Aliteli. 

  V.  Al  nome  liti  nasini  Stilralait:  mister  liisìi  \fr.  ftijUaiv  de 

Dia  mVo  el  rem.  incomincia  la  kamda  di  sancir:  Eufrosina  Ver- 
nine. Et  in  prima  de  In  siiti  niilieilalr.  El  tamr  rssemln  pai  murila  hi 
fugi  a  uno  mondile™  di  mimati  in  al.-ilu  -f  Inaino  el  fresi  monaca. 

—  VI.  Al  nome  sia  de!  nostro  Salvatore  miuer  Jcsit  Aio.  Fistiato  de 
Dio  vivo  c  vero,  incomincia  la  %1-niiii  iti  Sanciti  Marma  Venjine. 

—  VII.  Incarnitola  la  vita  d,  Sonetti  Pcllagia  ìaauakfn  convertila 
ilei  Vistoti!  itami.  Seni  Ina  mi  clic  con  multa  utilità  potrebbe  con- 
-uitai'ii  quertii  collie.',  e  clic-  la  li.lie?atma.  italiana,  perciò  che 
particolarmente  spetta  alla  lingua  ,  dm  ri'libe  miniarsi  ili  ipiesfe 
operette  scritte  ne  buoni  tempi,  dandone  alcune  alla  luce.  Sion 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  117 
debbo  omettere  clic  un  maggior  pregio  acquista  ii  presente 
r.oilie.e  |>i-'  «vuiÌom  riiwpni  n  prlilhi.  'li  cui  è  adorno  iqieoi si- 
monie nella  stona  di  Giosafetle.  Che  se  Blenni  di  essi  furono 
guasti  W  secoli  successivi  per  l'impernia  di  ehi  volle  colorarli, 

anche  per  queste  produzioni  <!'  arie  non  abJj:;i  un  merito  insa- 
pora. 

7765. 

111.  Volgarizzamento  dell'Eneide  di  Virgilio. 

Cari  Sem.  in  piiTi.l.i  filala.,  a  dui- n:tiji[ii-,  l  a  ratle  lì  semigoticì ,  secolo  II',  eira»; 
in  jul  finire  ilei  In",  Ji  buoni  toiBcrvaiioDC. 

Contiene  questi)  codice  un  voi -mi;/ limonio  in  pn&i  ili  ■Mo- 
dici lilni  dolì'l'.iicide  di  Vii-dio.  I.'npeia  è  precedili?  ils  In; 
brevi  capitoli  o  proeuij  de!  traduttore,  de'  quali  il  primo  ha  il 
seguente  titolo:  «  Incomenia  In  libra  de  Virgilio  poeto  man- 
«  Inailo  lo  quale  e  elii.-iiii.Hii  litieida  però  che  parla  de  li  Isoli  di; 
■  quello  l'ine.!  I min 00  ligliulo  de  A u eluse,  il  quale  volume  de 
»  libro  è  di-liulo  l'I  partito  in  \u  libri,  iiicoinenia  el  primo.  » 
—  li  <[ui  non  incomincia  eia  l' lineiile.  ms  il  ir.Mntliji'.'  ila  io 
breve  un'  idea  dell'  opra.  Stiglio  di  poi  un  secondo  proemio  , 
che  ha  questo  titolo  :  «  De  la  [(«alitate  et  con  diti  une  dì  Enea 
li!» linìo  (I:  Vin  hi'-r  IVojano.  '  Indi  seguo  il  terzo  proemio  ,  il 
quale  traila.  —  "  De  la  i|nalit.'ile  de  \  iridio  ci  ilei  ordene  de 
questo  libro.  ■■■  Nel  line  di  quesio  >.r.-:i.o  pi-i:en:iu  ri  (a  nolo  il 
nome  del  volga  linea  toro  in  questa  guisa  :  ■■  il  quale  libro  io 
»  frate  Anastasio  do  l'ordine  de'  li'ati  minori  .  biioino  discreto 
-et  ìitlcrato  cura  multa  fatica...  l'il  non  multo  lievemente 
.  translatai  di  grammatica  in  lingua  vulgate.  ■  È  pur  piacevole 
;  IfjVii-UJ-t-ì  0  Liei  la  .-peci  e  di  elogio,  che  ti:  il  Irate  di  se  sii  sso, 


)iB  MANOSCRITTI  ITALIANI 

p  non  dubito,  esaminando  anche  la  natura  della  tradendone , 
sì  come  ho  fatto .  eh*  eì  parli  cosi  di  se  medesimo  in  buona 
fede.  Riesce  senza,  dubbio  di  granile  importanza  il  presente 
codice,  che  va  annoverato  fra  i  volgari  zza  meo  ti  in  prosa 
rie!!'  IJc.t-i i.: t? .  fin-  lonnano  ie.iki  di  ìinejia.  —  Dm:  ccisc  però 
debbo  far  osservare;  prima  che  nella  rarissima  edizione  Vi- 
centina 1Ì76,  in  !\° ,  del  compendio  dell'Eneide  citata  dal 
(lamiia.  la  traduzione  è  attribuita  ad  Altmasio greco,  ed  in  questo 
endice  a  fruii-  Anastasio,  il  che  per  altro  pnlrrlih  essere  un  equi- 
votu  dee,li  amanuensi  ;  la  seconda  è  che  la  lesione  riportata 
dal  Gamba  del  cerni  inda  meo  In  ch'I  libro  1"  corrisponde  perfel- 
taniriilc  a  quella,  che  di  esso  lihro  1'  lesesi  in  questo  codici', 
cioè  —  "Delle  aspre  battaglie  Io  Virgilio  narro  i  faeli  di  quello 
•  huoino  ,  il  quale  fucili™  pi-ima  venne  rie  le  contrade  di 
1  Troya fatatamente  in  Italia.  ■  Il  tili.  Ani. mio  licnci  nella  An- 
tologia ili  fiien/.c,  nia^gid  18?],  ci  ha  dato  HI!  dolili  disrurso 
intorno  a  v."V(  lin'iclii  ml^iiriziiimculi  di-li'  F.uelde.  che  giac- 
ciono tuttavia  inediti,  e  quindi  io  credo  che  non  meno  a  lui, 
che  a  tutti  coloro  1  quali  intorno  alle  cose  della  lingua  nostra 
sii  it:idj  loro  eimsici'Lino  ,  riuscirà  col  amen'. e  utile  il  eonos- 
cere  l'esistenza  del  presente  codice,  esanimando  più  matura- 
mente ciò  clic  concerne  rn.-i  ii  Yiik":iri«au>ri',  clic  la  dizione. 
i''ii]i-co  il  Mihime  culi  le  sei;nenLi  parole  ;  I .i:n,b-l\ir  Dnis.  /'.':t- 
plùìl  Hixr  Vinfilii.  Dea  jraii'as.  Ama. 


Oigitized  D/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


7704. 

112.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Alighieri. 

Comprende  quelli  codia;  lullii  iiilorii  hi  D:v'iiiìl  Commedia, 
data  o  sotloscii/.ionr  finis™,  l'orse  inni  suprrbbe  desiderarsi 

diligenza  imiL'L'LOnj  lll.]r.im::[3Lit:il^\  <  s-etìdo  dui    principio  al 

line  scrìtto  tutto  il  codice  con  carattere  sempre  uniforme .  e 
bullo  e  delineato  limiiuenk!  cosi,  che  sembra  più  presto  opera 
d'impressione,  die  di  penna.  Ma  altrettanto  io  vorrei  poter 
dire  sulla  correzione  del  testo,  il  quale  è  varamente  mal* 
concio  per  ogni  riguardo. 

■    ■■  7765. 


1 1 3.  La  prima  parte  della  Divina  Commedia  di  Dante 
AHighìcri,  commentata  do  Jacopo  suo  figliuolo. 


Onesto  i-lidio'  iioo  rimi  irne  deìl.i  Divio;,  Commedia,  dil- 
la sola  prima  parti-,  ciò  >■  !'  Inferno.  Il  testo  vi  è  scritto  ron 
grandissima  cura,  ed  in  varj  luoghi  eh'  io  mi  posi  uuà  e  là  ad 
esaminarlo,  non  vennemi  latto  di  riucorilrarvi  di  <|  negli  errori, 
o  goffaggini,  o  storpiature,  che  d'indinano  ,ii  Irmano  in  (pirsti 
antichi  coditi  scrìtti  la  più  park'  per  solo  mestiere.  Ediricresce 
\  eminente,  die  nel  fine  del  codice,  (e  non  saprei  indovinarne 


no  MANOSCRITTI  ITALIANI 

il  perchè  ^  .  dove  in  quattro  Iìiit  flava  feriamoli  li-  notato  ol- 
ili' Il  tempii  e  II  luridi  in  cui  111  scrittili  proiialiihni'nle  anche 
il  nome  dello  scrittore,  queste  quattro  lince  sicuo  state  ras- 
chiate enn  ferro,  c  non  vi  rimangano  clic  le  parole  —  Finito 
di  scrivere..,  Quant'c  dunque  al  testo,  mi  pre  clic  potrebbe 
eoi  isnl  tirsi  con  frullìi  in  qnr  iuue,:ii  specilline:)  le.  che  lull.i  ■ 
via  .Unno  ohe  dire  e  clic  fare  a  letterali  appunto  nella  parte 
prima  di  essa  Divina  Commedia.  Ma  ciò  clic  rende  più  prezioso 

Il  carattere  è  diverso  da  quello  con  cui  fu  scritto  il  testo  me- 
desimo, ma  non  n'  è  poslertore .  ami  n  è  scuramente  con- 
temporaneo. Questo  ci>iin-iii(i ,  couii'  vedremo  iti  qui  a  poco, 
è  di  Jacopo  Allighici  figliuolo  di  Dante,  il  quale  fu  l' autore 
della  ben  noia  poesia  divisa  in  sessanta  capitoli,  già  citata 
da^li  \o:  .idem  iri  ilulin  (  Irusca,  e  eli  e  liapcr  lilolo— il  Dottrinale, 
data  in  luce  per  la  prima  volta  nella  H'im.lui  ili  l'ime  anù>he 
Toscane,  pubblicata  in  Palermo  per  le  stampe  dell'  Assenzio 
ramni  1  Si  7,  in  '1  i  ni.  in  /.'■.  -fu  e;;l:  pure  anime  del  capii  olo, 
elle  vi  l'n  iijrjriunki,  snpia  Milla  Li  Co  usi  ned  in  ili  lì.mle  suo  pulire, 
il  quale  capitolo,  sccondochè  ce  ne  ..istruisce  il  Gamba,  tolse  l'As- 
senzio dalla  edizione,  clic  di  essa  Commedia  fu  fatta  in  Venezia 
Panno  11Ì77,  in  loglio,  per  \  in  de  li  110  di  Spira.  In  una  epistola 

ilmilerrulo,  (i  die  lineai  m  ila  pregiala  edizione  clic  della 
Divina  (ioiniucdia  in  posta  in  luce  in  Mil.mo  negli  anni  1Ì77- 
7K  In  inolio,  file  cniiliiiieuienle  dilaniasi  la  N'Mnliliiiu ,  ili 
essa  epistola,  dico,  si  annoverano  otto  commentatori  della 
grand'  opera  di  Dante  sino  a  quel  tempo  conosciuti,  e  tra 
questi  si  nominano  Francesco  e  Pietro  suoi  figliuoli,  ma  non 
i  nominato  e  quindi  non  eunosciulo  fi  come  cornine  aia  toro 
anche  Jacopo  altro  %liuolo  di  Dante  iiiedesiiuo.  Ora  si  supplii, 


Digiiized  tei  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  .11 
che  i!  tomenìo  die  ìcltltoì.ì  io  questo  codice  è  appunto  dì  Ja- 
copo! e  poiché  ne  allora  dal  Nidobealo,  né  appresso  d'altri 
ne  fu  fatta  men/ìone  parlirùlai'e  ,  spero  sarà  assai  graditi! 
questa  Ictterarin  scoperta ,  drilli  quale  non  dubito  vorranno 
alcuni  giovarsene.  Dissi  menzione  p-.irli,  ohm- ,  poiché  general- 
ninne  ne  p.'i  ri  ninno  aìrur.i  seritlori  tra'  quali  lì  air»'  Gm;;uriié 
(■.recisi  r.irtlr,)l.>  llivi;-:  nella  ( ! j e,; ,-, ij, li i <;  •mietes-'df ,  ~ 1 . 1  r r 3 1 1 . 1 1 : 1 
in  l'in  izi  pc'  IViUelli  Mirlniuil  .  uni  non  r luce™  dove  sin  conin 
dei  sopraddetto  comeuto,  la  quale  notizia  non  sarebbe  certa- 
mente Mula  omessa  ri;:!  dotto  ed  erudito  tiniln  .piai,  lo  dil  ip-nl' 
Gitigucné  se  to;«£ÌL  vcii'.ito  tri:  le  moni  ii  ;irrsrinc  codice. 
I  conienti  sono  hrevi  e  Mirrici,  ed  incoili  inclini  cosi  ;  »  l'er  ciò 
«che  il  fructo  universale  nnvellmnente  dato  al  mondo  per 
.  lo  illustre  Filosofo  et  Poeta  Dante  Alleghici-!  Fiorentino  con 
«più  iijrìuKih'iM  si  possa  rntnisccrc       Io  Jacopo  mio  figli  uni  ri 

■  dimostrare  intendo  parte  del  suo  profondo  ri  ameni  iclio  in- 
»  tendiuu'iifn  incominciainlo  in  prima  11  quello  che  ingiorir- 
«volmente  pare  che  si  convegna....  d  idi  ima  mio  ove  bisogna  et 
»  quella  parte  del  libro  ]i  re  udii  lido  per  titolo  che  a  ciò  si  ton- 
fi iene,  uri  quale  incoili! nei  In  rosi  procedo  :  ,Yi7  iìut_-i>  tifi 

•  cammin  di  nostra  vita....  mi  ritrovai....  Avvegnaché  questo  per 
r  se  medesimo  assai  sia  aperto,  niente  meno  vuole  dire  l' autore 
1  che  in  quel  tempo  cimali  enniimiò  questo  trattato  era  pec- 

■  cfltore  et  vitioso,  et  era  quasi  in  una  selva  di  1  ilii  et  il'i^no- 

■  ranta  si  che  dalla  via  di  virlude  et  di  veritadc  errava , .  et. 
Io  non  dirà  che  perché  Jacopo  fu  figliuolo  di  Danle,  debba 
perciò  esser  bello  il  suo  coiuenlo,  ma  certo  è  ch'ei  beu  merita 
d'  esseri:  conosciuto,  poiché  l'orse  vi  si  posimi 0  rinvenire  rose 
non  più  dette  0  pensate  d'altri.  Invito  per  tanto  qualche  stu- 
dioso ,  che  può  averne  l'agio,  a  farne  un  maturo  esame. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


7700. 


della  Divino  Commedia  di  Dante  Aìlighieri.  Quant'è  alleato, 
altro  non  posso  dire  si-  non  che  per  onici  poco  clic  vi  si  trova, 
sembra  vera  mitri  li;  sia  -Min  trai  Li .  ria  Imi  hi  pm-ìii  piare  Di™  |F  r 

l|!li]l  |HH:riclnil  isi  tl'OVil,  JJl' iridio  II  i'IIO!  I  v'  lui  d:  ciascun  cu  pillilo 

si  dell' Inferno,  che  del  Purgatorio  r  di-I  Paradiso,  se  non  se 
che  la  prima  temila,  supponendosi  quasi  che  il  lcllorn  serbar 
debba  in  un- un  in. i  lui  in  (]  uri  lo  clic  segni.-,  l'i  ciò  di' e  (li  più  sin- 
golare è,  ci"!  le  parole  del  lesto  clic  .si  commentano  non  sono 
scritte  in  guisa  clic  rimangano  distinte  dal  comento ,  ma 
soni,  con  esso,  diminuii,  impastale.  Quanl'é.  poi  al  toiucilUi. 
ei  non  è  ne  quello  del  Tcrago ,  ne  quel).,  del  Landino,  nè 
tpiello  chi.'  ali'.uiii  aLd'ihuiicoiio  a  Hcnu'iiniii  d  Imola  ed  altri 
a  .Iacopo  della  Lana,  lo  ne  ho  letti  con  grande  slento  alcuni 
passi,  ma  non  pai-Mimi  di  riconoscervi  per  coirò  nè  quanto 
alla  Irattay.iniie  degli  argnuicnli  ,  or  (pianti,  allo  stile  ed  alle 
paiole  più  spesso  Ialini'  clic  italiane  ,  un  inerito  lalc,  clic  in- 
vogliare ne  possa  allo  studio  del  codice.  Chi  ha  più  lempo 
eli'  io  non  ho,  vedrà  se  bene  o  male  io  mi  sia  apposto. 


□igiiized  li/ Google 


DELLA  DIM.IOTECA  DF.L  RE. 


7767. 

1 15.  Raccolta  di  rime  antiche. 

Cu  lari...  in  lucili  pilli  I-i.  li:] ^3 1  Lui  li  I  ili .  :.rr..li,         r  I'him:  il,  M]|  priruijiii. 

il  titolo  lii  rpicsto  codice  i;  (.Vmmiir  ili  Danti-;  ma  è  vera- 
mente una  raccolta,  come  vedremo,  copiosa  mollo  e  prege- 
vole dello  rime  pii'i  rrlrornto  ricali  antichi  ponti.  La  raccolta 
noti  ò  preceduta  da  aleno  prologo ,  <>  prela /.ione,  e  Invola  delle 
rime;  non  v'  ha  indicazione  alcuna  ni  ili  lurido,  ne  ili  leinpo. 
riè  ili  chi  scrisse;  e  nel  line,  finn  tpicsti'  panili'  :  Omnium  nram 
virisskailù  est.  Il  codici'  princìpi»  così  ;  Qui  iiimineiimo  le.  eunione 
illi  ■:!ii«m  Pu  tii  l'uni:  .1  ó',,'.''inri  -li  i'ircì:c;  e  dopo  qncsln  cair/jini, 

l'In'  sdì  io  Ili  III- iji  ir  III',  clic  no  j       .,',1  qhb  .il  Ir  Mimi  |ir .  sci;  

i  sonetti  dt'll' Ali  nidi  ieri  un  ilesini'.;  in  ili  le  ciir/njii  ed  i  sondi  i 
di  Guido  Giti  nizclli  ;  e  dopo  di  ciò  le  canzoni  rli  Guido  d' Arci/o; 
le  cannoni  e  sonetti  di  Guido  ili  M.  Cavalcante  de  Cavalcati  li; 
le  poesie  di  Cino  da  Pistoja;  di  Dino  Fresco-baldi:  di  Franco 
di  Henri  Sarrlirlli;  ili  Nicolò  tacco  da  Firenze,  di  llennlello 
di  Michele  d'Ariv./ij;  ili  Mulinilo  d' Ami^rj  Tluvanzati  fioren- 
tino; di  Francesco  (V  \  I  te  liia  ino  tirali  Al  he  ili;  ili  \  ottimo  degli 
Agli;  di  Cinti  di  Francesco  Hiiiuccini  ;  di  lloniuiecorso  da  Mon- 
teniogno;  di  Fazio  degli  t'berti;  di  Antonio  da  Ferrara;  di 
Smoccio  lli'iiui-i-i  ;  di  Giovanni  lloceaccìn  ;  di  Silurine  Serrimi 
da  Siena;  di  Fi'ini'e-cli!  no  degli  Allii/i;  ili  l.ioiiarrto  d'Arezzo; 
di  Piero  delle  \  i«ue:  di  Lapo  Salterello;  di  Lapo  Gianni;  di 
HonaggioutaOiliicci.nii  ila  Lucca  ;  rli  Giacomo  ila  Leu  tino;  ol- 
tre a  varie  altre  rime  sparse  qua  o  là  nei  codice  di  Bernardo 
da  Bologna,  di  Guido  Orlandi,  di  Onesto  da  Bologna,  dei 


Ii4  MANOSCRITTI  ITALIANI 

V  piceli  ino ,  di  Mastro  liartolommco  da  Castel  della  Pieve,  e 

d'iillii  umili  i-ii'id  Inscio  per  lii-cvitj.  E T 1. 1 ■  ■  rn«-  mi  rimaritimi) 

e  S[>ci:iiiiniuiil«  ili  quegli  anturi,  die  sono  i  omo  conoscimi  ; 
la  seconda  multo  importante  è.  clic  il  codice  fu  trascritto  da 
un  letterato,  e  die  l>en  sapeva  ilei  In  lingua  nostra.  Pie  viene  da 
ciò,  die  con  grande  utilità  potrcli!)' c-scrc  consultato.  In  fine 
del  volume  leggìi  :  i'nrtiufum  (  i  hriosissimir  Laurcatianii  Do- 
mini Fraudici  Petrarca  Fiorentini  Laureati  Palm.  E  dopo  tutta 
intera  la  trascriiìonc  di  questo  ben  noto  privilegiti,  ii-iitcsi 

di  ilare  dell'  sole  cose  italiane  che  si  contengono  ne'  coditi  di 
ijiiesta  regia  llililiolcca  ,  pure  risguanlaiuli)  ipiel  prii  ilrgio 
(eli' tu  penso  però  non  essere  ivi  stato  introdotto  per  caso)  il 

mi,,  diletto  l'ianicsi  o,  mei  seppi  rimanermene,  r         il  seppi 

in  altri  codici  iliiìiaiiì,  i  (piatì  seihilno  cose  lutine,  o  francesi, 
o  d'altre  lingue. 

7708. 

1 16.  11  Convivio  di  DanLe  Allighieri. 

Da  chi  sia  scritto  questo  codice,  da  chi  posseduto,  ed  in 
qiial  tempo  scritto,  niente  ili  tulio  ciò  risulta  d'alcun  luogo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,-jò 
del  codice  stesso.  Incnmincia.it  Contro»  «fi  DtOM  P.  Fiorentino. 
iJ™.'u.;o  :  i.ilf?  n'  è  il  principio  :  Deo  orulmj.  jinten.  finito  i!  Con- 
iti.'iu  ,/r  /linde  /'Vius ;  e  lille  n" ù  il  line,  Pensando  io,  tenen- 
domi salto  tifali  ocelli  il  piV-i'll'.i:  manoscritto,  allo  grilli  i'  LI  li' 
e  fatteli!'  i-In:  SOM.  :i  111  CITI  ili  Milano  il  lllill'liesC  Ilio.  lii.1CI.IIHI 

Trivuli.ii i ,  il  cavaliere  \  ineein'.n  Monti  j  tulli  e  (ino  ili  lìvscu 
rapiti  agli  ameni  studj  delle  lettere,  ed  alia  gentile  società)  c 
l'erudito  tanto  quanto  modesto  Sig'  Gio.  Antoni"  Maggi  per 
rendere  tali?  classica  prosa  possi  liìlniente  purgata  da' tanti 
errori,  di  cui  nelle  veeeiiie  edi/ioui  In  liailiarameule  iiuliral- 
lutn  ,  ini  posi  a  l.iiue  un  allento  esimi, ma  in  line  nm  dispia- 
cere debho  dichiarare,  che  i  sopraddetti  letterati  non  atreli- 
bono  forse  pollilo  mollo  ;;iu\ arsene,  percli'esso  pure  di  gollag- 
gini  e  storpi;^ Ime  ripieno.  Fi  dico  |«k,  perchè  ov'eì  potesse 
somministrare  il  vero  seoso  pur  d'un  luogo  solo,  elio  alcune 
volte  que' dotti  editori  dovettero  coiileularsi  direi  d'indu- 

>inare  ,  saiv]>!ie  s  [ire  premei  ole  ,  trattandosi  di  lui' opera 

dell'  Allìgliicri. 

arenisi  di  aver  omessa  la  ik-serti'.ionr  di  un  allr'.i  ct'tlice  poss'.'- 
doto  dal  In  regiii  hililiii're;i  ,  inolio  pili  ini  pul  lulili'  di  I  .-oprud- 
descritto,  e  toutetiente  .'s;o  pure  l'opera  stessa  ilei  Compio  o 
Convito  di  haute.  .Non  jìi>lnid<i  io più  riporlo  ,d  luogo  suo  pro- 
prio  \  rio  elle  sal-.-lilii'  iuliiiediatainente  dopo  il  ir'  I  i  .1  penso 
che  appunto  qui  darsene  possa  upport imamente  la  uoliiia. 
Egli  è  segnato  nella  liililiolera  eoi  n"  77<i4J. 

mem  tivr  11  nei  a .  in.  piccalo  ,'Ìa|,';i'.  pT.yru.-ii  ik  l.rtHiiiinc.  kihiJ- 
leri  tondi  e  nitidi,  di  pagine  a36,  terso  la  fine  del  ictofo  m', 
ma  distjraziatttina'.U:  inamariti  ili  yruii/.e  fallir.  Comincia  con 
mi  lolg.uìf jrneiil.o   del    liliro  delia  Monarchia  di  Dante; 


uri  MANOSCRITTI  ITALIANI 

vois.-ari/;.anicntn  bi'ii  dcr-no,  secondo  clic  ini  pare,  cip'  più  bei 
tninpi  (LnLla  nostra  favella,  e  certamente  inedito;  indi  si  dà 
principio  al  Convivio.  Clic  s'io  tlissi  qui  poco  sopra  dell' 
altro  criilv..'.  di'vi  ..iFvòlir  ■  1 1 1 1 1 1 1-  pregevole  ancnrar.Le  11(111  CI 
somministrasse  vliv  la  Iv/.imii'  originale  ili  un  solo  passo,  pre- 
levo! issimi!  dovrà  reputarsi  il  codice  presente  perchè,  ollrc- 
d>o  scritto  assai  dilij>eiileiiicr,t(\  pel  hrew  studio  die  potei  farne 
mi  .o  vidi  ,  dir  l,<  in  ili  min  ina  ili  rimiti  passi  sari!  |>rr  "Hin- 
di essere  in  h'iitjxi  di  aniiini/iare.  dn'  il  nostro  distinto  ceneraio 
Sii:/  (iinscppo  Campi,  il  (piale  ]wi  grande  suo  amore  olle 

colla  edi/ioue  datane  dal  Munti  e  pubblicata  in  Milano  pel 
l>Ogiiani,  faiiiio  iSifi.  mi  confermò  nel  mio  avviso  della 
sminila  utilità  clic  potrà  risultarne  dall'  esame  di  questo  ma- 
noscritto, uri  c piali',  coni' edi  me  nv  assi r si rò ,  non  solo  alcuni 

legnisi  alcune  succose  noteirlle  autografe  di  Jacopo  Corbi- 
nelli  già  possessori'  ilei  codile  presente,  ctmi'ei  lasciò scrillo 
di  propria  inani  in  sul  principili  edla  prima  pagina.  Si  de- 
vino |H'r  ionio  gii  sliulinsì  lettori  di  tali  nriliiie,  e  molto  piò 
e  con  miglio r  frollo  poti  ami n  dovaci  ili  ([nelle  v-serva/àmii . 
ohe  il  Sirg'  Campi  pubblicherà  in  una  edizione  ch'egli  ha  in 
animo  di  pon  e  iti  Iure  di  tulle  le  opere  minori  di  Danto. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE. 


7769. 

i  ]  7.  Il  Canzonimi  del  Petrarca  col  tomento  di  Francesco 
Fileno. 


Ai  verso  del  primo  foglio,  adorno  d'  uuli  i;ra£Ìo^i  minia  tura, 
lesesi  il  f j^i n ■  ri (■  ■  tìtolo  irnlln  co»  raralleri  Incelimi:  C'flffl- 
l'iltl  fi  svarili  ili  iiMiir  I-'iiiih-i-mIiii  l'rlritirn  Pula  :injli:iUÌssimii 
rum  l  ri:pi,sitìoa.:-  ili  inas-.r  /-V-.f.'it  Pili irly.j,.,  ,i.,...i,r  Uii:n  il.. ,  .■: 
rjm(!.r,'  pnilanlissiiitìi.  Imi!  .1]  m  [mici  secondo  tigli»  incomincia 
i!  canzoniere  ni  solilo  col  solitilo —  1W  ri'  nscollnic,  ec.  Ele- 
gante, fina,  e  lini  condona  miniatura  occupa  la  melò  di  questo 
foglio  nella  sua  parie  su  pe  ri  ore.  Essa  rappresenta  una  starna 


ymjB'.  ec.  )  Questi  due  persc-iigggi  stanno  al  di  sotto  di  una 

l'altro,  ch'è  nel  niei/ii,  <r|i  scocca  mia  livrrin.  Tutto  il  primo 
sonetto  è  umilio  all'  insonni  di  ars 1 1  ■■-:■-] l i  pur  vagamente  mi- 
niati ad  oro  e  colorì.  IV  quali  arabeschi  miniali  ne  sono  altri 
molti  spaiai  imi  codici?,  clic  Ici  iuiici  con  ipiestc  panili1  :  Amai, 
i'ìttiumas  III  unii»  i.-ripsii.  Ma  flup.i  tante  lodi,  clic  nutrita  munte 
sono  dovute  alla  bellezza  esteriore  del  presente  codice,  nullo 
dicendo  del  cemento  eh' è  ben  nolo,  debbo  pur  dichiarare 
mio  malgrado,  die  quanto  alla  lezione  non  è  a  consultarsi, 


■  i8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■^sspiiiIo  siala  guasta  dall'  Hemola,  o  copiala  da  un  manoscritto, 

chi1  srunstuLi  l'aveva. 


7770. 


H.  I,f  Poesie  l'ilari  ile!  l'elr.-iira. 


■i  tondi,  «™  U  fine.  KciindocLÉ  mi 

ll.cnm,  lii  qnaìrin-  lii-ìlj  [iLiibj aliLrù ;  * 
i  tutto  quello  dell  Elumili. 


Trascrivo  il  c  om  ilici  amen  lo ,  non  comune,  del  codice,  ed 
è  questo  :  frimai  libcr  Jonerlfiiim  tic  mvrnlìum  aintiìaitinim  cx- 
irllenlissiilli  viri  /''.  l'elrnrar  putta  laureati,  filini  ididit  tinnì  ila- 


ali  hot  steatiti  ili.'i.r,  ./.(  Ui.  Srtintns  prima*.  Il  mi  unii»  è  divino  in 
due  patti;  la  prima  è  preceduta  d,i  una  finissima  miniatura  iti 
ruii  n colori,  of  II ìi  [piale  ó  r;i|i[j]i'.i'iitiiii)  il  poeta  idir  sta  scri- 
vendo, ed  mi  amorino  clic  scendendo  dall'alto  pli  .«cocca  una 
freccia  ;la  seconda  parie  è  pur  preceduta  d'altra  lina  e  graziosa 
miniatura  ilivijj  in  the  fp.t-.dmlli,  ri'l  .M]|)cri(irt  de'  ijiiali  e 
rappresentata  (.aura  mori  enti'  ns.si.s(it;i  ili  1  Ir  misi  amirlic  olir  ne 
eli  roiidaiio  il  lotto,  etimi'  li^-iiinio  nel  Tnoulo  della  morie,  e 
noli'  inferiore  è  il  poeto  pensoso  con  un  libro  chiuso  fra  le 
mani.  Non  si  può  dire  clic  il  testo  nel  presente  codice  sìa 
guasto,  ma  nà  pur  ben  corretto.  Termina  la  prima  parie  con 
queste  paiole  :  tCiflidtml  sonati  il  cantileni?  morula  qaos  etiidit 
prtcjaUti  rir  ehiipicnttsuaius  l\  l'etrann  tempori:  iyno  Limiti  i  in  tal. 
\iuiu:  (iiifem  scijiicnturit'i  foof  edvìtt  posi  wurlcm  cinulaii.  l'eccato 
elle  il  codice,  come  dissi ,  inanelli  nel  line;  elié  forse  avressi  ni  o 


DigiiizM  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  lag 
iella  qualche  noia  im  p  or  lame,  ed  allusiva  al  poeta,  oda  Laura, 
od  a  chi  scrisse,  od  a  colui  che  ne  ne  ordinò  la  scrittura. 

7771. 

i  19.  11  Canzoniere  ed  i  Tri on li  del  Petrarca. 

I.ir-.v:  il,  ■■iti  IK.il  prilli  f.-.jli'i  rV  ,■  :;u,;ic(  i .  n,  lineili,!!  31  ,  .;-.r.,1  K  ri 

T'.iriH  il  Ci  11 /.'lille  IO  fll  i   TlilUll'l  I  !  I  ■  I    l'i'Ir.UlM  fi  C(.l!l!i'rl<[lUUi 

in  quieto  codici;.  Dopo  il  tr-sco,  e  li  e  verainen'c  e  poco  corretto, 
s«j;ui!  la  mila  Virgiliana —  Laura  rosi,  e  nini  l.iiarai  coni' es- 
ser dovrebbe  j  pmpriis  i-ìriiitiitu  Minti is,  ce;  Ìtk!!  li  frammento 
di  quella  rpiMola  ialina,  clic  il  poeta  indi  ri  rn-,  a  Jacopo  Co- 
lonna vescovo  ili  Lombes  intorno  alla  natura  e  qualità  del 
suo  amore  verso  di  Lanca  ;  di  poi  q ne' ben  noti  versi  —  7'a/fc 
locus  clmisa,  ec.  ;  ed  in  fine  la  vita  del  Petrarca ,  quella  cioè 
che  per  la  prima  volta  fu  pubblicala  nella  rarissima  edizione 
del  Canzoniere,  che  vide  la  luce  in  Roma  l'anno  1A71.  La 

glia,  essendo  la  prima  volta  che  ciò  accatldemi  di  vedere  é, 
die  i  componimeli!!  fono  scritti  ina  con  c.iralleri  verdi,  ora 

melile  ,  il' ni  ri,'  dai!'  ,im:ii]ueine  ,  eli'  i  I  nei  lo  il  ni  m  a  In  da 

si  sublime  sentimento,  ne  si  hene  insculto,  ma  bensì  da 
colui  eie'  jr[i  ordino  quesla  coni.,  aiibinn.i  voluti  quc'dille- 
rcnti  colori,  do' quali  appunto  abbigliava? i  Laura,  ed  a' quali 
allude  il  verso  primo  del  sonetto,  che  incomincia  —  ■  Verdi 

■  panni,  sanguigni,  oscuri  0  persi  — non  vesti  donna  un- 

■  quanco.  • — Non  risulta  d'alcun  luogo  del  codice  il  tempo  in 


■  3o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

cui  fu  scritto,  ma  parmi  certo  niente  scritto  io  sul  principio 

del  secolo  IV". 


Millo  derido  cui  caratteri  rossi,  mi  assai  pili  bolli  ili  quelli 
con  cui  fu  scrillo  il  ciiiuouln;  ma,  sia  lidio  in  pace  ilell" 
anima  de]  Sacconi,  elio  l'orse  ne  fu  I*  amanuense,  la  scorre- 
zione vi  k  assai  «rande,  «  coni  rbe  vi  si  scontrano  i'rnqurnli:- 
1 1 m- i l I >■  ''i  l  i»  i  ;;nll'iii;;.:ii.i  li'li,  |>er  cui  min  nulo  rimane  stor- 
piato il  verso,  ma  ne  lol^omi  il  senso  .  si  come  per  esempio  ■ — 
u  1"  la  fanciulla  ile  tilonc — i.irrca  ^i^iiala  .illusalo  su»  giorno.  ■ 
Termina  il  endice  culla  ^itlnscii/.ione  seguente  :  Qui  impii 
pifat  jclix:  sl.txcc.l.x.'.v.vlll,  ind.  die.  vili.  Julii.  Filmanti*  Sm- 

7773. 

ili.]  Trioni!  ilei  IVIiMrxa  commentali  ila  lìeniaiito  I, a  pini. 

Cadaceli,  in  II",  i-.v.iII.t!  ^-|jlì_t:iIl.-ì  .  ^  ■.  ,11  l:,-..M1  r.uH.Ti  ai.icmi'. 

Contiene  questo  cmliee  il  lungo  e  noiosissimo  comento 
dei  Trionfi  del  Petrarca,  scrillo  da  Bernardo  Lapini,  o  Bcr- 
inn.lo  da  Mi.nlc-lllii-iiun  da  iiena.  .Viti  laro  ipiinili  paiola  ili 
tale  eoiuenlo.  eli' è  ben  conosciuto;  ma  dirò  bensì  clic  il 
insto  vi  e  ripjri.113  con  la  pin  grande  diligenza,  e  lattone 


DELLA  BIBLIOTECA  DEI.  I 


eh  io  il' clihi  ijii.i  i-  ìà  attentai!]! -li v  qii.ildir  studio,  mi  avvilii, 
ch'esso  èil  test»  medesimo,  che  ci  diede  Bernardino  Stagliino 
in  Venezia  l'anno  l5i3,  alloradtè  pose  in  lime  lutto  il  Can- 
i  Trionfi!  quello  commentato  da  Francesco  Filclfo, 


questi  dal  sopraddetto  Lap 
lesto,  sopra  un  ir 


formata,  quanto  al 
sagralo,  o  tolto  da  un  autografo 


e  qualche  tacclierella  qui  si  rincontra,  cj 
IO  (Itila  edilione  sopraddi'-r  ritta 


7771. 

.  Poesie  i  oleari  'li  Francesco  Petrarca. 


1)  codice  porta  nella  prima  faccia  questo  tilo 
ria  l'i  Ui  e.  l'utili  Ir  por-i'!  |irtó,  che  in  'pira"  endici 
gono  sono  del  l'eira  i-iti  ,  ih  m  soiiii  strilli'  e  disposi 


volume  termina  colla  cari  in  ne  indi  ritta  a  Maria  Vergine,  la 
quale  incomincia:  .■Varglne  lidia  die  di  Sol  vestita,  —  ed 
indi  frolle  min  tavola  ridir  pnrne;.  1  Tnntih  ]uir  non  ri  muri. 
Ciri  die  importa  di  sapere  in  oiirirc  della  verità  e  del  codice 
t,  che  avendone  io  fai  tu  un  attento  esame  potei  conoscere,  clic 
l'amanuense  ne  avea  tratta  la  copia  so  non  da  mi  autografo, 


Oigitized  by  Google: 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


pi.'SSCCilC  '.[  1 1 'l'  pilSid  .    l.L   CUI    Icy.ioiH!   (il    ili    tìllllllio  pCf 

molili  Ioni | tu  ,  ctiiiloinii  pi  mei  ile  il  In  lesinile  (hi lime  i] il  Ile 

In'  i>.-!..'l..i  l  i(li;iior:i.  clic  limino  felli;  sopra  m  Jìioscritli  aiilo- 

grali,  cioè  Padova  1 S73,  Veneiia  Alilo  i5oi,  e  Stagnino  i5i3, 

.sul  fondameli  lo  dello  quali  in  pubblicai  l'cdizion  mia  in  Pa- 
dova pur  le  stampe  di  cruci  Seminario  l'anno  ìBao,  in  3  voi' 

7775. 

123.  11  Biltamùndo  dì  Fazio  do^li  (.berli. 
Carmen,  in  fnjliu  |iirn,l.i .  (armieri  limili .  lini  sui'olu  iv,  ,1  moie  mi  pire,  etti 

Non  hnvvi  siillose  ri/ione  alcuna  in  (ine,  111'  in  .sii  la  | .ti su  i 
pagina  alcuna  mila  inloiiio  all'  iiu1r.i  i'  ili'lf  opera  ,  nr  iiiloriKi 
a  nlii  trascrissi.!,  si  tempo  deiia  ti  ascri/iuiie.  11  titolo, 
.scrii  tu  ■■"il  m rat  lei.'  diverso  ila  1;  li  l'I  Indi  lutili  l'oiicra,  è  i|in--l.i 
in  sul  principio  'lei  cullici'  :  Giaintujritftii  in  riniti.  Lettine  peni 
Ì  primi  versi  m'accorsi  ben  insci  imi!' altri)  contenere  il  pre- 
sidile cullici'  .sotto  quel  1  irLcrìf >  ?.i ■  inni  che  il  nolo  poema  com- 
posto ila  Fazio  ili'uti  I.'bei'li,  clic  dilaniasi  il  Uhlamvni.li,  clic 

ed  mone,  e  pii'i  o  meno  ili  prcssoclié  tutte  le  susseguenti ,  nie- 
llami -sempre  giuste  ipicielc  i  lellerali  per  [a  so  incili  une-  filili- 
dissima  con  cui  fu  per  esso  pubblicato  il  testo  di  Patio  degli 
liberti,  altrcllantc  e  più  pulrclilirin  mi  schi1  di  cnleslo  codice  . 
inlorno  al  quale  non  dirò  più  oltre. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  .33 


ii/i.  Volgarizzamento  della  tragedia  .d' Ippolito  e  Fedra, 
già  composta  da  Seneca. 

Principia  il  codice  collo  seguenti  parole  :  Qui  imnincia...  Ut 
finirti!  tniijntiu  ili  Sciirrhn  (m  i  /in  li  d  Ijhifihì  i  l  de  Fhalra,  ei 
aimin-.-iii  In  vki:if\i»ie  jn-r  rhe  riicsii..  lira,'-,  il  lil ■[,-! -lui  ili-  (  tir.  ne.  stl/nilo 

H  ddtibom  andarne  a  Tkeseo  et  cwife  p&  mvnt/uhtarla.  Dopo  di 

rimati  a  teraiiie,  che  sono  dui'conlo;  delle  quali  trascrivo  le 
due  prime,  e  sono  queste: 


lo  creilo  medilo  il  presente  vulifini^iiueMo.  e  se  no,  cailde, 
si  cium1  panni,  non  iirgiiistaiiiinile,  io  tobfe  diini'iilirariia. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


7777. 

isft.  Fasli  del  Re  Carlo  Magno. 

Qnlaciii,  in  pkti'l»  rarjilrri  scniifi^tL^-i .  ili  pcinc  '^o.  ^tcolo  *v.  .Li 


I!  Minio  del  presente  codice  e  conio  scgur:  /vui;  j.'W  /;,-  <.7u7.i 
Mmfiiu,  e  (fcr  JViWmr'  del  imi  tem/«/i  e  n'è  pili1  <|iif.slii  l'ai-gn- 

ffirò,  r-lie  su  il  suo  autore  non  fosse  stalo  anteriore  al  lferni, 
cmiii?  ] i t ■  l; I" i f n K j  'Ijli'iii  diii  curilo'  [iosvli  aderire,  si  iliroblic 

clie  in  qualche  luogo  e  sarebbevì  riuscito.  Fu  però  sfortunato 
fautore  qual  si  sia  dì  questo  lavoro  quanti  all'amanuense, 
olii'  n«  fece  la  prrsi'iili!  copili;  j ini t  i i r  ledendone  io  alcune 

jji'iitf*  nello  Mia  profi'reioiif;  (li  (j(]])ii1!L.  \  cv.i  clic  /Jjppicaim 


scritta,  de!  poema,  e  potranno  foria  giudicare  oltre  clie  del 
merito  suo  letterario,  del  nome  altresì  dell'  autore: 


i\lli.-lfLHi  ^IpiOl'  Kl.'I  lHI  lllllll? 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i35 
O  Divina  luslilia  r>  gran  volume 
Ultra  ulule  do  l'anime  beale 
O  via  di  Verità  o  ben  disturne 
Da  cuy       lode  le  toso  create 
O  Stimma  Pitre  n  Re  de  lo  Universo 

Crii  s'avvede  il  lettore ,  clic  Ìli  colai  modo  noi)  Tu  cerio  scritta 
dilli'  .jKlm'ij  (|iio.?|j  .?t;i!i/:;,  (;  kroiiil-;  con  h  |  Li  ;■  n  t.i  l:iciiil;i 
Irchlicro  togliersene  le  storpia  ture.  Nella  Bibliografia  di''  llo- 
manzi,  Milano  i8ag-3i ,  io  8°,  ove  stantio  registrati  alcuni 
poemi  relativi  a  Carlo  Magno,  non  ve  n'ha  alcuno,  il  quale 
corrisponda  al  presente. 

7778. 

i  y.  li.  .HaULolla  di  opero l tu  .niliuliu  di  vailo  argomento, 
e  di  autori  diversi. 

Molte  opciflli'  coiitoiijj.m-i  in  questi)  pnv.io^i  iodici-,  prcv 
suclii;  Itilte  ili  Miiilloii  di'l  Imori  Minilo,  h I . ■  1 1 . ■  (piali  lieo  lo- 
loutieri  do  la  notizia,  c  sono  :  1.  Canio/»'  morafi  di  Biado  Bonkhi 
da  Sima.  Confo  alla  oente  comprata  d1  avaritia.  Cmtf  I'.— Sonoao 
le  unii/.oni  di  vario  .ti  yomcnto ,  c  terminano  cosi  :  K.tplii  inni 
C.niitileiie  «ii.n  !.'(.<  Hindi  retatiti  di-  Sititi.  Amen,  il.  t'ntsir  tlilrist: 
di  Lappo  Gianni,  cioè  canzoni  e  madrigali.  III.  La  camene  ili 
(iilidoCiivalianli  ,  uln'  incomi  nri.i  .--  limine,  mi  pttetjh,!  p:'-  li'  ni 
nitjiiti  din.  IV.  Ini ululiti  iitlm  li'  HÌh-ijiiri'.'  ile!  iit,ir*!n-  lubimiii  I  i-rt/iliti 
filini  !t:!'iiij-A::d'l..>i:iAiii  !d/:t!iamiii-iiiis;ui  (ìii.-nst-:  Irkrcracat*:  in  r-it-n 
et  in  tersi".  Mil  per  siti  elle  i  ceni  dietimi  ijitil.  m::ileiitnt.i  tlelltt  finivi, 
et  sono  alquanto  corrotti  per  vitio  iktjlì  ianoraiitt  implori...  non  curo 


MANOSCRITTI  ITALIANI 

iteti  tini;  con  ciò  sia  cosa  die  basti  Sem 
ore™.  ìvon  sono  qui  però,  che  le  soli 


ile]  puiiii'ficr  in  A  vibrioni-.  «  E  su  Iridio  ito-i  leggesì  verso  il 

■  memi  della  lettera)  non  av esso  prestato  a  Italia  un  rinomo  a' 

■  ni  nostri,  il  paese  tutto  et  gli  abitanti  ambivano  in  Ischia- 
-  vonìa  ec.  oc.  E  veraititnic  si'  questo  gli  viene  facto,  bas- 
»  turi  a  Dio  a  metterlo  in  l'insilisi)  ;  m  i  quale  niuno  (li  loro, 
.  o  osso  più  agevolmente  che  gli  altri  suoi  entrerà.  Quanto  il 
i  min  Signore  l'ossa  i  nnti'iitu  ili  quieta  impresa  io  il  so  et  voi 

■  il  s.ij:r;h;  y;  I        ire!  ■.<  tu:  suiji  -:>i;i'tli  .  rimi  il'  il  il  n  ire  monda  no, 

■  ma  d'amore  di  Dio  et  di  dolore  et  di  sancto  sdegno  dectati, 

«  Fonlanu  ili  dolore;  il  terrò.  Fiumani  tini  tiri  ;  i  <|uidi  vi  prego 

.1  liliale.  Kt  se  in  iili:llllil  rosa  rum  --ii  i  n  lindfssi  ,  ■<   rosi;'. 

.  molti  ebe  sanno  loro  ilisposiiium'.  VA  str  Insognerà,  io  di  qua 

■  manderà  il  testo  et  lo  chiosa,»  ec.  ce.  È  inutile  ch'io  qui 
appalesi  il  piaceri;  iiunii'uso,  di' io  in' idilli  nidi' incontrarmi 
con  questa  lettera  scritta  in  lode  di  colui  eh'  e  pur  mio  Signore 
per  la  somma  reverenza,  in  ch'io  l'avrò  sempre.  Del  resto 
non  può  negarsi,  die  i|iiai!t\'.'  alla  pnrilii  didhi  nostra  favella 


Oigitized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i37 
questo  lettera  non  rechi  mollo  c  molto  diletto,  si  corno  ben 
cJiiar,i:ijcii!f;si  conosce,  dir  il  ira  In  l.iiijji  era  noni  ito,  0  almeno 
non  amico,  de' cortigiani,  ami  della  inliirn  corte  di  quel  ponte- 
fico.  Certo  è  elio  il  ino  scrivere  non  potrebbe  anche  proporsi 

in  esempio  ili  inotlerajioiie  a-Uls;i  ■■  religiosa.  —  VI,  Pis- 

tùlu  ili  Mvrlmsìam  PrìnrijK  de' Turchi  a  Papa  Clemente  VP  Tanno 
ili:!  S\,-; no-;  m.ùx.slv.,  uri  line  di' I Li  quale lesesi  :  Dalai' anni,  ili 

qm.i  siane  l'autore  :  vcramsn  le  piacevole  a  lecersi.  Si  t|  uè  re  la  ii 
princijii',  i:lie  il  Papa  siaai  r.oì ! i' ti .  t. ri'  Vìtuv.Ììitiì  oiiili!  minac- 
ciare e  por  tur  la  rovina  —  ■■  ai  nostro  f  >  i  >  j  j  o  1    turchese»  iniio- 

■  conte...  imperocché,  voi  vi  stimato  essere  migliore  eli-  In  Ili  -li 
■i  ah  il  |  n]  a  ili:  la  (piale  M-.Ineia  m  i  ]  :i  ■  ri  ii  :e  con  Valuto  de' m  Mei  li  Idi  i 

■  et  del  sommo  Giove  a  lino  re  duce  rei  no;  iikrimctiti  se  dalle  ense 

■  incominciaLe  la  vomirà  |iniilenlia  minsi  leva,  procureremo,  ■  ec. 
VII.  Pittala  di  CuLi  di  ffen.-e  Ti-ibimù  del  paolo  dì  Roma,  lu  aitale 
(■:...■  mandù  al  DiaiiiiK  ■:!  a  lii.-i.-iri  ile  la  i:ill't  d.  Vili  t  ini ,  del  mese  di 
Maggio  h.ccc.jlyii.,  in  fino  della  quale  lcggesi  cosi  :  Dola  nelle 
nostre  sedie  di  Campidoglio  a  dì  arali,  di  Maggio.  A.  H.CCCxlvji. 

Collodi  Cola);  edè  singolare  cosa  ilVlere  co^ic  scritta 

ma  non  abhìa  per  fondamento  che  le  massime  del  Vangelo,  e 
le  dottrine  dì  S.  Paolo.  — Vili.  Diceria  che  fece  Pandolfuccio  di 
(iuitlo  di  l'aml-djn  di-'  /''rej.i-À;  di  llumii  ambasciatore  insieme  con 
altri  di  Cola  di  Rn::--i  Tribun»  del  jmjndo  Jl  /furari  nel  loiisìijtm  di 
Fhtnzt  adì  n.  di  Luglio.  An.  Di.  m.cCC.slyii.  La  diceria  inco- 
mincia così  :  ■  Fra  ter  e  n  ini  et  caro  nostra  est.  .Signori  l'iiireiitim. 

■  Tutte  le  cose  che  sono  state  dal  principio  del  inondo  in  fino 
i  ad  ora,  si  sanno  0  poasonsi  .sapere  per  Ire  ragioni  principal- 
.  mente  :  perscriptura,  per  pintura  et  per  viva  parola.  Si  che 


i38  MANOSCRITTI  ITALIANI 

iHjriuTiiitil.ui'jni:  elle,  l'oratore  la  col  popolo  fiorentino  per 
la  libertà  eli'  esso  va  a  riacquistare ,  ■  di  quella  liberi!  (così  si 
'legge]  eh' è  si  cara,  come  il  sa  chi  per  lei  vita  rifiuta  cioè 
per  opera  del  gran  Cola  ili  Renzo,  ili  cui  conseguentemente  si 
fanno  gran  dissi  ini  elogj.       Diivrìa  che  fere  Francesco  chiamali! 

10  schiavo  de  Baroncclli  di  Roma  ambasciatole  insieme  con  altri  di 
Cola  di  Renza  Tritano  del  popolo  di  Roma  nel  amtiglio  di  Fintine 
u  di  li.  di  Lnijlm.  u.cte.M  1 ,'  argomento  di  io  u  ■sin  diceria 
mollo  pili  lunga  deli  aiiler.rden'.o ,  ti  i:  il  medesimo;  ma  è 
moiri;  più  ['ranca,  pienii  di  rnei  g'ia,  e >r [i Ila  assai  l'ieganlenieoli'. 
X.  Rispostale  fece  i'andotjhecìo  Ji  Guido  di  Pandoljo  de  Franchi 
di  Roma  wnhiysi.intiire  insieme  .un  nitrì  di  ('ola  di  lirica  Trihuiv. 
ile!  jiop:,h  ili  Riimii  ni  I  fiiiaiijliii  di  Firenze,  il  di  HI,  di  La/jliv. 
M.CCC.ILVI1.  alla  jiixiji'rtu  clic  -ni  m  fu  in  Mi/.!.-ire  7'o'iimiJso  Corniti 
per  la  Comune  ifi  Firenze.  XI.  Regole  à°  amore  date  per  una 
donna  a  im  Brettone  secondo  li  un  inerì  d'nni'.-rc.  Sono  in  vero 
piacevoli  a  leggersi  ;  e  benché  niente  ollYaiui  di  nuovo,  pur 
ne  sono  alcune  dichiarate  in  guisa  elle  sembrano  nuove, 
MI.  A'r(  nume  del  iinslro  Siijntiri  ■Imi  (.'.ris'.n.  Umilili  liiiìmymn  '.risi 
sceiee  di  Semra.  net  lihin  t  hinainlo  l  '.ulnloijti  -le  Santi.  Parole  dì 
santo  Girolamo.  È  questo  u:\  non  li  lek':.!;  [ile  volgarizzamento  di 
ludo  ipiello,  clic  S.  Cimiamo  la.e'ió  srrillo  intorno  a  .Seneca. 
XJ1I.  Qaesln  ì  la  Fistoli,  ehi  San  Rernartk  mandò  ad  ano  Cristiano, 

11  tinaie  l' mera  pregato  che  /ammaestrasse  del  modo  del  t  iccre  et  di 
(premure  se  et  In  'Un  {munitili  ne  In  stili  elisa,  ('.usi  ine.otilineia  il 
voi  gan/./:i  mento  di  questa  leìlera  :  .  Al  gratioio  -j'  lieee  avvrn- 
.  turato  Messere  Itaiiiii.mdo  Signore  di  Castello;  Demanio  ri- 
.  do'.lo  in  \e(:(iiii'i/.a  «dille.  Tu  Imi  niidiMiia  rida  lo  des-eie  am- 

■  niaestralo  da  noi  come  i  padri  de  le  famiglie  debbano  piu 

■  utilmente  adoperare  il  mollo  et  la  cura  di  loro  et  le  loro 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  i.lg 
■■  hi  alluni  governare  pi  dispone  ;i  la  quali1  L'osa  noi  cosi  ti  ris- 
i  pomiiaino.  i  re.  XI \  .  iini-nln:  if/  :u;!>i-:,  iin;a.s.,,7  il,  'più  ro/iiiU 

/■V.'uji./i.  Siimi  o-.se  Lralln  ii;i  Ut'  operi'  ili  \i  i.lol  ile.  (li  (acri  , 

ili  S'euecl.  ili  Socrate,  ili  Platone,  ili  I'ÌUiltuih,  di  Ciiiliu  (te- 
sare, di  Stazio,  o  d'altri  molti.  IVo/.iosa  t'accolla  per  tull'ì 
riguardi.  i\ulla  pero,  lui  che  laro  con  quella  olio  fu  posta  ìli 
luco  ili  .Milano  pur  Ir  stampe  ili  Antonio  fortunato  Strila  e 
li;;  li  l'anno  ]  K-j  ■;.  in  fi",  per  opera  e  slmili)  ili  Uimri/.ìo  Mosi- Ili  ni. 
XV.  Il  (lira  <ft  Cura,  ossia  if  libro  de  Cosinoli  di  Dionhk'  ('n!mi,: 
volgarizzalo.  In  varj  tempi  fu  posta  io  tolga  re  questa  Lolla 
operetta..  Si'  il  volj;nri™iiii,iito  contornilo  noi  presente  colliri' 
sia  stato  dato  in  luco  o  no.  o  so  sìa  una  copia  conformo  a  ipinl- 
clio  altro  già  noto  ni  a  ni  iscritto,  non  saprei  dirne  secura  monte, 
benché,  non  podio  indagini  io  no  aliliia  l'alti1;  ni  a  ne  m'uil  iti  io- 
ranno  facilmente  i  posseditori  o  di  qualche  rara  edizione,  o 
di  qualche  manoscritto  dell'opera  stessa  facendone  il  confronto 
collo  primo  lineo,  elio  qui  loóvln  ionio  uasrriio.  Ini':  no  in  eia 
cosi  :  "  'iato  in  vulvari'.  Non  san/a  man  in  coma  ci  liirliaiionc 
.  di  mento  pensando  quanto  i  fanciulli  et  giovanetti  che  al 
.presente  crescono  sono  pronti  a  lascivia  et  al  parl.no  diso- 
«  tieslo  prendendo  no'  mali  costumi  più  ardire  che  non  si 

•  conviene,-  ec.  ec.  E  termina  in  questo  modo:  «Quando 
»  (interverrà  por  ii  Iodio  molte  oose  co^no.-ceiv. —  fa  dappararo 

*  molle  cose  et  schifa  non  volere  essere  insegnato.  — Tu  ti  ma- 
<  ravigli  con  nude  parole  me  scrivere  versi.  —  Questi  versi  pic- 
■  coletta  di  senno  fece  congiuntele  a  duo  n  due.  —  Finita  é  la 
.  sposinone  di  Cato  riducta  di  latino  in  vtilgare,  >  Ed  essa  è 
l'ultima  operetta,  ohe  trovisi  in  questo  bel  codice,  del  quale, 
dico  il  vero,  assai  voloniieri  di  molte  e  molte  cose  inedile 
avrei  voluto  offerire  un  sarjrìo  a'  noe!  lettori,  ma  troppo  più 
tempo  ch'io  non  hosarebhcmi  slato  necessario;  e  quindi  dov  ró 


\ùa  MANOSCRITTI  ITALIANI 

esser  contento  di  aver  data  la  notizia  di  tulio  ciò  die  condensi 
nel  codice  stesso,  lasciami"  la  cura  a  qualclic  nd.mti:  amatore 
delle  lettere  e  dulia  nostra  fiurlla  di  Iran»;  e  pubblica  in  e  un 
d'i  •■i.ì  eli.'  u; : i ; 1 1 i h . :  1 1 ■  1 . .  piò  oppi.ri  uno  .1  comune  utilità.  Non 
lascerò  pur  di  far  notoció  clic  riLrovai  scrino  nell'ultima  delle 
Ire  facce  bianche  dopo  il  fine  del  Culo,  e  con  caratteri  del  se- 
colo .\rv":  —  (Ji.'i-s(ii  Wir.i  <■  di  V'unì Aid,  n,Hy  ■  illudimi  /irjn-n- 
(ùm  Ghonfahne. 

7779. 

1^7.  La  Tcsciilc  di  Giovanili  Boccaccio. 


Dai  brevi  argomenti  io  Inori ,  die,  scritti  In  rara  II  eri  rossi  , 
.mio  apposti  a  ciascun  libro  e  canto,  non  contiene  il  presente 


ikl  theseyda  Copulata  per 


il  quale  ó  preceduti 
■  ckoàmeia  Itprohgho 


lutò  rrlun  vai  ili  l-~,tt:i:;  fuieiu  S-i!fii\itÌ!ii:iti>.  A  Mai,  lo  io  percorso 
qua  e  là  questo  niaiiosriillo,  benché.,  griieiahnenli'  parlando  , 
non  sia  spregevole  all'alto  io  ciò  clic  concerne  la  correzione, 
pur  in  questa  parte,  che  certo  è  la  più  importante,  esso  è 
molto  al  di  sotto  del  coilire  posto  al  nulli"  lotì,  intorno  al 
quale  vedasi  ciò  che  s'è  detto. 


Oigitized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE. 


7780. 

128.  La  Travide  di  Giovarmi  Koci  ai  ^io 


[■epoche  linee  clic  in  co  ritte  ri  rossi  procedono  li  testo  sono 
l|UGSle:  incornai: ti  el  Uhm  ilei  Tkestytlti  ile  le.  no:;e  ili  Emiliti 
tintesi!  per  messere  J.ìhiiin  J:-  /'V'jivrcti  tilde-  ij'm;/,«;;u.  Dopo  il 
prologo,  olirò  il  sonetto  cogli  argomenti  do'  mi  libri  gii  ri- 
portato in  una  edizione  rarissima  della  Tescidc  sema  data  e  del 

secolo  nV,  in  /(",  ili'se.ritSii  inii-uv.it  e  ri  ir  dal  (iamba  nella  Mia 

Serie,  v'ha  pur  uppostn  a  ciiistimo  di  ewi  ilodici  libri  uri  so- 
netto nel  quale  si  contiene  uno  argomento  particolare  del  Uhm.  Il 
-i.ni'Ni)  clir  jsren-.l.'  il  libri)  ['  imuuiijiria  i:iim  : 

La  primo  prte  ile  questo  libretto 
A  eli  il  riguarda  mostra  apertamente 
La  cagion  ci]  e  Ti  lese  n  feee  li-n  unir; 
De  le  Ammoni  ,i  ici^ihi  il  ilil'i-.-li.. 

Alcuni  codici  mancano  di  quieti  rlorliri  sonetti  o  argi  'iili 

rie' libri.  In  fine  ilei  presente  endice  leggesi  :  Fucilo  et  dmk- 
cimo  et  ultimo  libro  del  Thcsajda  et  de  le  uoze  de  Umilia.  Gracias 
Deo.  Amen.  E  puir.be  sembrami  tra  lnll'  i  nunoscrilli  coiile- 
nen'l  la  Trseitle  del  Boccaccio,  die  suno  iu  questa  regia 
Biblioteca,  essere  il  presente  il  più  antico  dì  lutti,  mi  ac- 
cinsi con  maggior  attenzione  che  non  ho  adoperata  negli 
altri  ad  esaminarlo;  tua  riconobbi  come  ali  antecedente 
11°  157,  cosi  anche  a  questo  superiore  nella  correiìone  ilei 
lesto  quello  eh'  è  posto  al  n°  1 06 . 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


7781. 

i  ag.  Il  DiVuiiMiuli;  di  Fazio  degli  liberti. 

Cnrliicco.  in  t'ijlìn.  mulli'ti  '"lidi,  d  <\;i\:  t..J:j  ,  M'ioli,  \\\  di  l.urnia 

11  titolo,  che  'li  rpioslo  collier  lcggesi  in  Milla  prima  fac- 
eia  i-  il  seguente:  ^'™!"™  '''""  iliiitini.au  taciti  d  Alberto. 
Ut  nel  presente  primo  capitelli  tln  iiinm  Ut  empirne  eliti  masse  ti  com- 
ijp'fdv  Iti  pri'Sf'tite  i ferii.  Et  rome  in  soi/ttio  ridi-  h  nrtii.  Della  qua! 
opera  dei  Dittttmondo  ili  l;a/.io  dogli  (berli,  qualunque  sia  il 
murilo  Ini:  i ns.it n  [•■.  torlo  è.  clic  per  ciò  elio .-.poLla  alla  purità 
eri  eleganza  della  nostra  favella  gliene  vinile,  e  ben  giustamente, 
attribuito  non  poto),  fu  grandi;  la  sfortuna,  aìloracliè,  coni- 
perendo  ella  luce.  In  sfili |irc  ìii.iltraliala  o  '.lidia  ignoranza 
degli  editori ,  o  dalla  negligenza  degli  stampatori.  Rice  il  eli. 

«imi  di  meglio  oggidì  si  è  la  ristampi/atta  ì!d  Silvestri  in  Mi- 
in  quali  in  vero  ridonarono,  almeno  in  parte,  allo  strillo  la 
primiera  eil  autentice.  sua  lettone.  Mi  risuvviene  con  piacere 
di  qualche  ora  ch'io  m' iutraiii'imi  eoi  Monli,  allorachu  ap- 
puntu  dedieavasi  euli  allu  studio  del  Dittamondo,  facendomi 
iiisUutto  colla  consueta  Mia  gentilezza  di  quelle  correzioni, 
eh'  ei  pensava  di  suggerirli,  e  del  suo  grande  contento  di  poter 
ciò  fare  con  irannvUli'ti.  roto'ei  dieevaiui,  di  cose:eri:n.  (.Hic.'.lc 
mie  poche  prole,  non  pero  affatto  estranee  nel  proposito, 
sieno  pur  accolte  in  argomento  dell'  alta  mia  stima  verso  di 
quid  chiarissimo  ingegno.  Lussi  io  per  lanlo  molli  passi  dell' 


DigittzM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  .43 

opera  in  questo  codi™,  e belici/ et-,,  [inn:  non  sia  privo  d'errori, 
alenisi  de'  quali  però  sono  ili  tal  natura  clic  solo  io  leggendo 
corivggoiisi ,  r-if.lo  dm  su  il  Munii  !'  avessi-  avuto  per  le  mani 
non  avrebbe  forse  durata  tanta  fatica,  o  almeno  ne  avrebbe 
risparmi, ih  i^aii  pari.'.  1 .'  opera  è  preceduta  da  una  tavola  i  li 'Ile 
materie,  ossili  d-'i^li  ar^ijMH-ii-.i  di:'  capilo:!:  i;d  in  fine  è  un  in- 
dice (idle  persone,  i:  de'  luoebi  -mulinali  IleU' opera  slessa. 

il  quale  per  tuli'  i  r  ispetti  è  ben  superiore  ne]  merito  della  le- 
zione all'  altro  ch'è  posto  al  n"  ia3,  di  cui  s'è  detto. 

7782. 

]  3o.  Il  sacro  libro  della  Genesi ,  poelicainenli'.  volgarizzili» 
da  Pietro  da  Napoli. 

fjlrlMiii.  in  %li,i  piccolo,  rari  I  Ieri  inndi.  srcoìri  11",  ili  ultima  roiwrvii.mrw  . 

Contiene  questo  codice  una  traduzione  volgare  in  ottava 
rima  del  saprò  libili  ridia  (ìenrsi.  !\ipo  il  proemio,  scrillo  pili 
in  ottava  runa,  leccesi  rosi  :  imipi'.  Ul:r  (i^r-jl'u  p:i  ili.  ì\ irmn 
ih  iVi'n/ie/r.  ['.  nel  line  ilei  o.irlir.e,  lesesi  ;  Finisse  ri  Genais 
divulgato  et  limala  p.  M.  Pelro  da  Napoli.  In  Cremona.  EafUcii 
tiberG etesii,  hdjiit  A'.W  Er.rìi.  CI:  sia  ipirsln  l'iclro  da  Napoli, 
che  scrisse  in  Cremona ,  non  saprei  dirne.  Sembrami  però  die 
taie  iij-ooiaoin  inni  redii  ejuu  (hi inni.  1  lo  la  prima  slama,  per 
la  quale  si  potrà  giudicare  del  merito  dell'  opera,  la  quale  è 
composta  niente  meno  che  d' ini  migliaio  di  ottave  : 

O  celsilurao,  ìi  lume,  o  t  la  ti  lì  ile 

Che  illuminisi]  fluid  superbo  Saulo 

Collo  (no  lume  picn  di:  vcriudc 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


Poi  bapljiato  se  tè  dir  Paulo 

Offe»  la  infinita  lui  bonUdo 

1:1  eri  ni]  la-.Lal:'  ]jr<ii|il.  i  l  haiilo 

Ma  non  guardasti  a  iu  sue  granili  offrir 

Monstianuli  la  luce  ri  lui  la  inlese, 
l'are  che  mc?5cr  l'iei™  Ii;;m-  Manco  per  Imita  sua  fatica,  poi- 
ché del  volgarizzamento  promesso  del  libro  dell'  Esodo  non 
sono  in  questo  codice  se  non  clic  le  parole  clic  riportai  qui 
sopra  :  Finiste  il  Geacsis,  ce. 

7783. 

■  3 1 .  Poesie  di  fri  Jacopone  da  Todi,  ed  alcune  antiche 
leggende. 

Comincia  il  codice  con  queste  parole  :  Inàpiunt  inudes  aaas 
jkit  sanctus  /rate-  ./nraius  il,-  Twlnio  vntinis  j'mtrum  minonim  ad 
w!i:it:i<r^i:<:..-:ir'i:ì-i!i:i:i!y:;r,wii;ii::i:,,-i!-.i':!i!iam  /lerdam  [Tifili il  i-ìrtil- 
tum  Dominion  imil'iii...  i-vr-'libjm  !.  (Jtfs-ir  laudi  di  fri  Jacopone 
da  Tildi  gii  pubblicate  la  prima  volta  in  ì'irenze  nell'  anno 
14^0,  in  i°,  pel  Bonaccorsi;  indi  pio  volte  ristampate  in  Ve- 
nezia ed  in  [Ionia  nel  secolo  svi",  e  da  ultimo  pur  in  Venezia 
l'anno  1617  ,  in  /f,  pel  Mi -He  ri  ni ,  Mino  itale  sempre,  più  0 
111. 'no.  e  •peei,i:mer,te  in  ([in;.;!.' illuni,!  limone,  lieiirhé  la 
sola  citala  dagli  Accaibmiici  della  Crusca  ,  barbaramente  11  lime 
d'orrori,  e  i  più  grossolani.  Sembrami  per  tanto  elio  molte 
lodi  ami  ringra  zi  amenti  aieno  dovuti  al  cavai*  Alessandro  de 
Mortara,  il  quale  per  far  tenere  nella  stima  ebe  si  meritano 
((neve  poesie  di  Irà  .laroponc,  consideralo  mas-ime  il  tempo  in 
cui  furono  scritte ,  ne  trasse  alcune  di  inedite  da  un  codice  del 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  P.E.  ii5 

secolo  nv",  e  lieo  correli!!  piilil)lii:nlle  io  Luco  ramni  iNiy, 
in  'tn,  por  le  stampe  rìel  [ieri ini .  invitando  rosi  1  letti; rati  a  fari- 
altrettanto  intorno  a  quelle,  clic  già  rider  la  luce,  io  ho  esa- 
minato in  molti  luoghi  il  presente  codice  ,  e  posso  accertare 
gli  studiosi  amatori  delle  nostre  lettere,  che  le  sopraddetti' 
laudi  ci  rime  vi  sono  riportili!!  r.mi  molta  diligenza  ci!  accura- 
tezza, e  che  il  manoscritto  ier.'iiiionte  merlierebbe  d'essere 
consultato  nel  raso  i  non  però,  coni' io  penso,  assai  facile  ad 
arridere)  olii'  si  wilosse  [li  Ivi  mirivi)  |in  lililii-iirle.  \..n  e  im- 
probabile ehc  in  queitc  codice  Steno  alcune  poesie  inedite 
ilei  nostro  autore,  con  tea  cu  il  otte  esso,  per  ciò  (die  in  vista  mi 
pare,  molte  più  di  quelle  che  sono  alle  stampe;  ma  ciò  di 
lepori  potrà  tedlicio'iì  ila  chi,  v olendo  occupacene  più  par- 
ticola nnente,  ne  insliluirà  gli  opportuni  confronti.  1  cantici 
contro  il  papa  Bonifacio  vili',  e  gli  altri  contro  la  corte  di 
Moina  Muro  tutti  io  questo  volume,  ii  rpirik:  seminami  multo 
prezioso  per  ojriti  rispetto.  Senz'  alcuna  sottoscrizione,  eccetto 
che  filatoi  nel  fine,  terminai!  codice  con  una  serie  beo  lunga 

Cristo.  — Dopo  di  ciò  vi  ritrovai  le  seguenti  operette.  —l.De 
'Hill  l^ijcusi:\n  ((  prima  r.vKn  Sri  a  nulivilalr,  ci  anni-  pia  seni!'.' 
nutritala  fuggi  in  un»  manasteriii  in  haliito  smilnre  ci  maschile  ci 
ferisse  monaeri :  delia  (piale  storia,  ri'  altro  scrittore  però,  ab- 
binimi esempio  in  nitro  eoilirc  ili-Ila  ISililintera.  —  11,  Ih- Su:,' la 
Marina.  —  III.  De  Sdutte  Maria  Egypliam  :  ci  in  prima,  ilei  M/atc 
Zooma,  et  de  la  vita  ma.  —  IV.  De  Sanela  l'eiagia,  latita  de  la 
<ltiatc  scripse  Janni,  Diluvila  ilei  Vcsiiico  Maia,  la  limile  fu  convertila 
lai  presente.  —  V.  lixempìi  ile  vera  paticntia  dei  Abbate  Pafintio. 
—  VI,  De  uno  monaco  solitario.  —  VII,  De  Margarita  dieta  Pel- 
logia.  Le  quali  operette,  che  mi  sembrano  scritte  con  molta 
eleganza  di  lingua,  &  assai  probabile,  che  sicno  tutte  inedite  ; 


ii6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

0  le  indagini,  elio  ne  ho  fotte  nel  proposito  mi  confermano  io 

questo  avviso. 

7784. 

i3a.  Il  poema  de  {Acerba  di  Cecco  d'Ascoli. 

CoidVonlai  questo  cui  codice,  clic  segue  qui  appresso  n"  l  'ó  'ì, 
e  concilili  die  imo  servì  all'alilo  di  copia  in  tutto  e-  da  per 
tutto,  ed  anelli'  nulla  juili-iivi/ii'ii!-  n<-ì  line.  Ma  per  la  nota 
(il  ivi  vriiivinij,  !■  ci  li'.  qui  mei  e  i  del  (V.'V.'i  Mar-.li-i  puii  giu- 
dicarsi ebe  questo  sia  stato  traltu  da  quello.  Quant'è  poi 
al  merito  del  manoscritto,  possono  i  lettori  appropriargli 
ciò  ch'io  sono  per  dire  del  codice,  clic  qui  immediatamente 
succede.  . 

7785. 

1 33.  11  poema  de  l'Acerba  di  Cecco  d'Ascoli. 

Cariano,  in  foglio,  caiatlcri  [ul.Ji,  liii.I  ù:o;crvato .  e  amila  di 

qoalclio  parta. 

Comincia  il  codice  con  le  seguenti  parole  :  Incipit  ìiber 
Acerba  vita  factum  pri  urtati.  Mw/ufum  l-'rnitciscuni  de  Aicaìo. 
Liber  primus.  E  termina  così:  Amen.  Finito  iibiv  islo  nfcramus 
gratin!  Xìo.  Dm  tjmiitis.  V.  iln|in  I'  ultima  carta  leggesi  con  ca- 
rattere contemporaneo,  ma  diverso  ili  quello  dell'optila: 
iJiii-Mi'  ì\i.:v  fu  ■::.■)  ;>i,'i'j(j  "tintio  M.CCLC.iXXVim.  per  .Ignazio  de  la 
Muli  In:  jiim-iitinn.  \mi  jiusst i  l'uri  i:ii[iie-tn  rullil  i  ijiielT  ''Litio, 
che  lio  stimato  poter  Lue  deh'  akro  ni  ri'  Ì7,  che  comprende 
l'opra  stessa.  Gli  errori,  gli  strafalcioni,  i  barbarismi,  e. in 
somma  Li  scorrezione  è  qui  -raudixiiina. 


DELLA  BIBLIOTECA  REL  RE. 


7786. 

i34.  Poesie  amorose. 

CarlKCO,  in  foglio,  caffltcri  «craigoiid.  secolo  ITf.il  hurma  coniervaiione,  ili 
pagi»  300. 

Si  contengono  in  questo  codice  sì  coni!?  nel  seguente  n°  i35 

rrmiHini  ••■  SHIIflii    llltii  rl'lilture;  e  si  appllclli  pule  citi  eli  i" 

dirò  di  quello  al  presente,  i)  quale  non  e  pur  fregialo  d'or- 

7787. 

1 35.  Sonetti  e  Canzoni  d'amore. 

Incomincia  il  codice  con  una  tavola  de'  sonetti  e  delle  can- 
zoni; t lo | >r>  la  quale,  preceduti  da  una  vaga  miniatura  (quanto 
:<i  colorito,  non  jierù  ijium'.o  al  ili-e^imi  rM|!|>i('«vitai]tc  ini 
giicr  riero,  clic  sia  intfrteneudosi  in  colloquio  con  una  doma, 
ambulile  in  piedi  sotto  d'un  albero,  principiano  i  componi- 
menti, i  quali  sono  tutti  amorosi,  f ".li i  ne  sia  l'autore  noi  so, 
poiché  ciò  non  apparile  in  a  Ir  mi  luogo  del  codice;  uni  sia  detto 
sempre  in  onore  della  velili,  ciò  fu  ed  è  per  lo  suo  meglio; 
chè  non  potendo  acquistar  Inde  delle  mi?  fatiche  sarà  cosi  al- 
meno al  coperto  dalla  censura  e  dal  biasimo.  Ei  cerca  sempre 
d'imitare  d  Petrarca,  copiandone  spessissimo  ile' versi  interi, 
i  quali;col  loro  lume  non  fanno  in  fine  che  accrescere  l'os- 
curità de'  suoi.  —  E  benché  io  non  mi  occupi  in  questo  mio 
lavorò  se  non  clic  di  codici  italiani,  e  di  sole  opere  italiane. 


■  48  MANOSCRITTI  ITALIANI 

pur  11011  so  rimanermi  anelli;  per  questa  mi  Li  ili  render  nolo, 
die  ili  line  (II  I  presento  codice,  è  mia  elisia  Ialina  imliritta  al 
Papa  Paolo  li";  la  quale  sembrami  di  mwiio  non  comune  Ad 
Divani  Puntura  II.  (cosi  nò  dichiaralo  l' nr^omi-nio)  l'oaiifit-.t-m 
Maximum,  ffti  rum  imitm  piiniiutt  (.ritritali,,  \a/mìeoncni  Urli- 
nam,  voto  omnium,  Dactorem  dclegit  ob  ejus  incredibUem  mrttxtcnt, 
jiikmijin;  ut-  remai  ifettiiram  giunoni,  indi  incominci»  ; 

Jnni  video  Antonia  inclus.  I.h-IIm)ih'  tutto 

Semina,  ole; 

ed  ò  por  lauto  piacevole  a  leggersi  il  discorso  del  Papa  a 
.Napoleone,  quanto  l'allocii/.ioneili  questo  all'annata.  Or  siami 
qui  permesso  di  soggiugucre,  che  so  a'  tempi  di  quel  gran  Ca- 
pitano, che  fu  puro'  tempi  unii  a'  giorni  nostri,  ii  quafeporlava 
lo  slesso  nome  dell' Orsini,  si  fosse  -tu pu  tti  in  (juesta  bibliolei-a 
la  copia  della  preseti  lo  elodia,  e  della  fop™ldo!la.  allocuzione, 
non  dubito  ohe  ant-lu:  pn  la  loro  singolarità  si  sarebbero  poste 
in  luce;  e  certo  i!'.'  avn.Miero  ottenuta  un' approvazione  mag- 
giore sopra  tallii  alili  ruut] n,ri imi' liti ,  che  l'orono  pubblicali  in 
sua  lode. 

778  8. 

1 36.  Poema  sui  Mondo  creato. 


É  in  questo  endice  un  picciolo  poema,  che  non  porla  in 
fronte  alcun  titolo,  e  ch'io  vorrei  chiamare  Poema  ini  mondo 
citato.  Tratta  dapprima  della  natura  in  generale,  indi  delle 
creature,  della  Ioni  costituzione,  del  lui'  essere  individuale, 
dello  lor  qualità,  delle  lor  condizioni,  diritti  ed  obblighi; 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i4g 
discorrendo  altresì  intorno  :i  pi mieli,  alle  varie  costellazioni, 
ed  alle  diverso  parli  della  terra.  Il  quale  poema  noli  mi  sem- 
bra cosa  di  alcuna  importanza  per  ciò  che  concerne  la  scienza 

giudicherei  di  annoiare  il  lettore  dandone  un  Nii^eio.  Ma  ciò 
che  rendo  vci'amenli'  [inviu.-d  il  presenti'  codice,  sono  ìe  mi- 
molto  spinto,  li  qua  ir  egualmente  traluce  ii  nel  rapprese]  il.ìn- 
le  montagne,  i  mari,  le  navi,  le  stelle,  le  fabbriche,  gli  animali, 
l'erbe,  i  fiori,  i  frutti,  che  nelle  figure  umane,  le  quali  mi 
paiono  tanto  maestre  voi  lunule  composto,  quanto  ben  colora  Le. 

7789. 

107.  Poesie  di  t'elidano. 

CirtlMO.  in  B",  liei  rarall.ri  limili  in  pati,  n,,!  ni  i,[  parte  iLircLiai,  [li 

r'u  conosciuta  la  penna  del  l'elidono  la  prima  volta  allora- 
cbè  Gregorio  ile'  Gregorj  stampatore  in  Venezia  pubblicando 
ivi  l'anno  i5a7  le  Vite  degli  nomini  famosi ,  già  in  parte  attri- 
buite al  Petrarca  ,  e  die  innanzi  vider  la  luce  l'anno  1 476 , 
inserì  nella  sua  edizione  alcune  terzine  (li  esso  Fcliciano,  inti- 
tolale, Btim  Raccoglimento.  Queste  terzine  però  non  sono  nel 
presente  codice,  il  quale  non  contiene  elio  canzoni  e  sonetti  so- 
pra varj  argomenti.  Sembrami  un  manoscritto  di  qualche  pre- 
gio, e  che  meritarne  potrebbe  la  pubblicazione.  Leggesi  sul 
principio  cosi:  Fdiciama  Antiquaria!  Danieli  Fahra  Argentarvi 
S.  P.  D.  Non  v'iia  nel  fine  alcuna  sottoscrizione.  Il  sonetto 
contro  la  mala  lingua  principia  in  questa  guisa  : 


iBo  MASOSCBITTI  ITALIANI 

Non  è  si  acuto  '1  losco  de'  serpenti, 

Né  li  strozza  d'un  cunei  più  arrabbiata 

(.inalile,  dir  i|iu  «li  bigini  ili:pielatn 

Clu;  inci  de  c  sli-ittij  con  rabbini  (Irmi,  ne. 
fi  scritto  con  tanta  accuraiena  qucslo  volume,  clic  sembra, 
nielli'  conia  de  rata  la  sua  legatura,  essere  slato  offerto  in  dono 
,i  qualche  alto  persoli  a ygio  di  quel  tempo.  Tra  i  codici  già 
posseduti  dall'  abaie  Canonici  ili  Vnne/.ia  m'assicurò  l'amico 
min  sig'  Gamba  di  aver  veduto  (il  cfso  Fd'.aano  due  leggiadri 
mai  inscritti  (ora  in  mano  privata  d'un  \  mediano),  uno  de' 
[itali  contenente  poesie,  c  l'altro  qualche  novella  in  prosa, 
scritta  perù  con  pota  decima  di  lingua  e  con  qualche  frase 
rirl  vitnviiini.i  di  dello.  Wirunimiiii  prue,  clip  ì  caratteri  d'  essi 
due  codici  erano,  si  come  nel  presente,  in  parte  rossi  ed  in 
parte  turchini, 

7790. 

1  38.  Uraniano  innamorato,  poema  del  Buoninsegni. 

Cartaceo,  tn  4°,  caratteri  corsivi,  autografo.  MCflla  ivuMicn  conservata .  di 
pigine  joo. 

Il  titolo  di  que.-o  eoil ire  <■  il  M'^uen le:  Drnsiano  innamoralo, 
con  la  vendetta  di  Unno;  composto  da  M.  Muri/:  Bnoniiutgtiìiì  Sfitta, 
miti-  mil'  alma  tifili  ili  l'infima,  dedicalo  al  Ckristiamssimn  Hcnrici 
Quarto,  He  di  Francia  et  Natami.  —  È  queslo  un  poema  di 
io  canti,  ciascun  de'  quali  non  ha  meno  di  sessanta  a  settanta 
ottave.  11  sopraddetto  tìtolo  del  codice  è  preceduto  in  primo 
luogo  da  una  lettera  in  diritti,  e  sottoscritta  dall'autore —  Al 
ChriitiatiitsiniB  Enrico  Quarto  mio  principale  Signore;  in  secondo 
luogo  d'altra  lettera  pur  sottoscritta  dall'autore,  e  intliritta  — 
Ai  Cristianissimo  Lodovico  XIII',  dopo  il  padre,  principale  Signore; 


Digitized  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,Bi 
e  da  ultimo  d'attr.i  lettera  indirittà,  agguisa  di  proemiu,  Ai 
yiudUiasi  lattari;  dopo  la  <|iiale  ù  il  ritratto  disegnato  a  penna 
del  Buon  insegni.  Non  trovo  ricordata  d'alcun  bibliografo  i|ucst' 
opera,  clic-forse  non  vide  mai  la  luce;  e  dico  forse  perchè  chi 
può  over  percorso  tutto  il  mare  delle  cose  stampale,  e  poi 
perdute  0  diiue!ilie.n!e i  S'essi  ]iui  iiieriln-.se  d'essere  pidilili- 
calii  o  no,  ne  vii  nel  li,  il  gì  mi  ir  iu  ri'  lei  lori  ;  e  si  amie  iu  fan1!  de! 
poema  dello  Mottida  del  PaschaU  al  u"  lio,  così  ft>  di  questo 
dandone  il  seguente  saggio  : 

Argomento  dol  primo  etnto. 


He  Organlin  s'accori!' a  ciò  si  spegne 

Il  valoroso  Re  Carlo  di  Francia. 

Por  lui  viengent'armat'  aspidi  e  hn.ci.i- 


I  (ieri  assalti  e  si'diilri  aspri.  e  proferhi, 
Uccisi on,  e  strage,  crei  pensieri, 
Tradigion  Magamcse,  c  i  rorì  ncerhi 
De  ila  Cùlllraiin.  lode  atroci  e  fieri 
Le  degne  imprese ,  ce.  ec. 

—  poiché  ciò  sembrami  possa  bastare.  Le  ottave  sono  in  tulle 
3o83.  In  fine  del  codice  leggisi  :  —  H  fine  ,ht  libra  delta  Dni- 
arano  innamoralo  compilo  da  me  Mario  di  Mariano  di  Zìnnie.  ;:  .(m 
di  Siena,  nato  nella  Reale  Città  di  Fiorenza,  lentia  di  mnnrc  del 


,55  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ileilo  antere  incita  di  primo  £  ottobre  1 6 1 7  a  f  nso  fiorentino.  E  così 

termina  il  codice. 

7791. 

i3g.  Collezione  di  pn^sic:  di  diversi  autori. 

fin  in  ijm'.slo  codice,  clic  è  una  collezione  di  poesie  di  varj 
.uitoH,  udii  [Ti:npiv.n(l ascivi  alcuni  componimenti  di  scrii- 
turi  il  'Il  11  li  ili  i.-limil  1)  pi'l  S'i'lcgilllia  llf'lllj  sLillMl  pt'I'l.i  bcllciia 

delia  dizione,  si  crani:  dì  Pietro  Aretino,  del  cavaliere  Marino, 
e  (l'altri,  non  l'aivì  pur  inen/.ioin'  di  lui,  mitalone  soltanto  il 
mingerò  c  il  '.itolo,  l.s  più  p:a  1-1  ■  ■  « I ■  - 1 li-  pec-ie  nel  predille  vo- 
lume raccolte  sono  in  dialetto  veneziano,  0  sono  tutte  di  sì  vile 

i>m:ciiÌIì'i,  (piani  jn  seppe  o  non  ■.olii'  iinagiuunie  li  celebre 

lì.ìlTo.  >on  v' lui  noia  alcun:,  né  ilei  lo  scrittore  veneziano,  né  del 
iMrcoiJioji'r  -  e  -oliiuienle  nella  priMiii  pagina  è  l.i  h.'gnenle  di- 
chiara/.ione  jeriiia  pei  la  mime  medesima  rji  elii  scrisse  o  tra- 
scrisse il  codice  :  Vincentk  Panhtio  donavi!  Balthasar  Panklias. 
Tra  le  famìglie  veneziane  v'iia  pur  quella  de'  Paolucci, 

7792. 

lAo.  La  Moseida  del  Pascliali. 

Cartaceo,  la  piccolo  loglio ,  caratteri  corsivi .  secolo  ivi*,  di  buona 

IVielie  ibbiasi  chiara  idea  del  presente  codice,  stimo  oppor- 
tuno trascrivere  tulio  ciò  ciie  leggesi  nella  prima  faccia,  ed  è 
come  segue  :  Mvseida  del  sìaaor  Giuli"  Cesare  Pnschali  Messinese. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  1 53 

Al  molto  illastre,  konoratiisìmo ,  et  pCissimo  Signore,  il  Signor.... 

,»}«;!.    zsìh  mi,  su*  «»r'i,.«  r.™',, 

..  m  «  .  ,.,«/,  ^Hij.  «  „,»,„M,  „;„,„ 

contro  fé  ostinate  et  ne  dottrine  di'  diaila.  e!  ih  lutti  gli  altri  falli 
inlinfireii  ,ìi  ! jiiiia  e. vu.  I lupo  di  ciò,  scritta  nm  carattere  diverso, 
lesesi  questa  nota  :  5ur  (e  rapport  fui  a  età  Jailda  fiere  da  ici- 
ijitear  Julia  Coesore  Faschaii,  il  "iu<!  t!t>  n  qiiiì  .i  timi  in  minimi - 
taires  de  M.  Calvin  ut  its  «wmfafiiins,  in  ampuijnii-  n'a  paini  Iromv 
il'rmpiiiii-niehl  H  !'iuipr,-;iit;h  i!'i::,-iui,  virrii  k  (:,.■;;  pUmirdr  ,1/rjjrc rirs 
—  Aier J  Unj-lenx,  avnnt  cAarjt  ifc  Hetleur.  ludi  segue  un  proe- 
mio di  —  Grafia  Cesare  Paschali  allettare  ftdeh  et  pio; dopo  il 
quale  proemio  incomincia  il  poema  della  Mmeida,  il  quale  si 
compone  di  3i  calili  in  ottava  rima  preceduti  dall'argomento, 
i!  più  breve  de'  quali  cauti  ha  circa  un  centinaio  di  stanze.  Qui 
puri' sul  principi»  ilrl  peci  i  in,  chimi'  ahliiani  veduto  nella  prima 
facci,)  del  codice,  si  rinnova  ìa  dedica  —  All'  illaslnssimo,  ce.,  ma 
è.  sempre  taciuto  il  nome  del  Mrrennlr.  [[  i  ndili  è  seccamente 
l'anlo^rafo,  poiché  Li  natura  rifili'  corre/.ionì  e  mutazioni  non 
solo  rii  voraWi .  ina  d'i  uteri  v..:jsi ,  clic  spessissimo  si  rincon- 
trano, dimostrano  ad  c\ ideila,  eli' esso  è.  l  ' esemplare  medesimo 
clic  1'  autore  predilo  a  ijui'll'  :uiUn\la  od  itili/io  incaricato  dell, 
revisione  e  censura  ile'  manoscritti ,  die  vnlevansi  dar  alfa 
luce.  Non  so  se  ipic.-to  poema  .-ia  di  poi  sialo  pubblicato,  o  al- 
meno per  le  indagini,  die  ne  ho  fatte  celle  principali  opere 
di  bibliofilia  non  mi  riuscì  ili  ritrovarne  l'alia  menzione  al- 
cuna. Meritava  e^li  però,  o  meriterebbe  clic  si  pubblicasse?  A 
me  rum  pare;  ina  poll  ile  del  ;'in.':/.io  mio.  r  i i'  io  tengo  assai 
da  poco,  non  può  contentarsi  il  lettore,  cosi  penso  clic,  tras- 
erivcntlo  qui,  sì  come  l'o,  l' argomento  del  canto  1°,  e  la  prillili 


Oigiiized  by  Google 


i£4  MANOSCRITTI  [TALUNI 

iill.ua  dd  canto  mrdi'Mm<>,  j^li  limò  ila  tu  ivi  in  pi  i  iiiillioicnlc  onde 

pater  giudicare  <]i'l  mentii  iiilrinsii'ti  rli'l  pueriiii  in  l'i  Urinili. 


A  parte  quanto  uom  basso  si  allo  «fc, 
Dm  lo  sci  di  era  :  pori  fine  alla  beli'  urie 

Ad  Adam  dallo,  e  donno  il  la  del  tulio: 
(ili  vieta  solo  l!  non  gustar  d'un  frutto. 


L'altiera  mole  in  satin  stilo  io  canto 
De  l'Universo,  e  'I  gran  sommo  Fattore, 
Clic  Trititi  ci!  un  sol  Din.  iniraliil  tallir, 
La  creò,  e  rogge,  e  serva  a  tutto  loro, 
t'oi  srguirij  del  pi  etnici  nani,  idi'  al  sant'i 
Signor  suo,  inlido  caddo  in  gravo  errare; 
Onde  e  se  slesso  e  sua  progenie  astrinse 
A  doppia  mone,  e  in  mille  mali  avvinse. 

TiTiiiiui!  ii  cuilio.'  culi' uhiuiii  Miin/.a,  e  sema  più. 

7793. 

i  Ai .  Annotazioni  sul  poema  della  Moseida. 

Cai-tacci,  ili  termiti  In-M.i  ci  lì  ;  1 .7  ri  'v.i-i.i,  'rfili,  wr,     manca  ni-l  lìnir  di 

Il  codice  è  autografo;  ciò  clic  in  vista  si  riconosce,  ed  i  miei 
lettori  ne  stieno  in  fede,  Ili  contiene  le  Annotazioni  sopra  il 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE,  iSS 
poema  intitolalo  la  Mostiiìa,  di  cui  s'è  dello  un!  codice  antece- 
dente Mollai"  col  u"   i/io.    Onc-lr  ainmla/.ioni  ahhracciaon 

molto  contento  d'I  lucrilo  del  poema,  lo  mia  pazienza  non 
potè  disporsi  all'  esame  delle  sue  note. 


La  Gallili  trionfante,  e  l'Italia  militante,  di  Antonio 
Testa. 


trionfante,  e  l'altro  1' /Iorio  militante.  Sono  tutti  e  due  in  terzine, 
come  fece  il  Petrarca  ne  sani  trionfi  :  panili'  din  Cantore  [e  vera- 
mente non  ne  ve^o  il  p'Trlic)  mise  in  nota  sul  principio  del 
primo  componi  me  nlo.  Questo  e  (lei  liei  lo  al  cardinale  Antonio 
Barberini,  e  Tallio  al  cardinal.'  Ma/.arino.  (ilii  sin  il  Testa  io 
noi  so.  SciiiIjit.hu  peni,  cli'ci  fosse  mi  romano,  non  solo  per  la 
qualità  de'  suoi  Mecenati ,  ina  al  tirsi  |ier  alcuni  indizj,  eli' egli 
ne  ili  ne'  suoi  profilili  ;  si  come  pur  «emhrcmii  autografo  il 
presente  codice  ed  essere  per  avventura  quella  copia  .stessa, 
che  l'autore  offerse  al  cardinale  Barberini,  le  cui  armi  gen- 
tilizie impresse  in  oro  veggonst  sopra  le  coperte  del  codice 
stesso.  Furono  dali  alle  stampi'  questi  due  lunghissimi  rompo- 
lomenti?  Noi  .su.  ma  per  le  rieerelie  che  ne  lio  liilte  noi  credo. 
Meriterebbero  essi  la  luce?  Per  dir  il  vero,  mi  sembra  clic  no. 
Dei  resto  ciò  che  l'autore  per  modestia  disse  in  line  del  secondo. 


■  50  MANOSCRITTI  ITALIANI 

cioè  iciY  Italia  militante,  0  proprio  la  nuda  e  schietta  verità, 
avendone  io  spi  inu'ii'aii  ■■l'i  eliciti  nel  leggerne  alcune  te™  ne. 
Chiude  cosi: 

Mentre  che-  ondi'  io  100  giunto  d  pino  amiilo. 

El  lio  visto  la  guerra  estinta  e  morta. 

La  penna  riporrò,  benché  sii  stato 

Luogo  con  il  mio  dir,  che  Tedio  apporti. 

fo  pure  riporrò  la  mia  peana,  e  non  ne  dirò  piò  oltre. 

7795. 

i  '[3.  Agrippina  madre,  Irag-edia  dì  li  arto  lori]  meo 
Torlolelti 


Bartolommeu  Torlolciti  l'autore  del  poema  intitolato  la 
l  ì  i'uhtut  >.\t''ir:i-ni ,  di  cui  :;i  ili  ri  nel  seguente  n°  l44,  è  pur 
I'  autore  della  tragedia  eonleuuta  in  ijiieslo  endici!  (  che  sem- 
brami l' autografe  '; .  la  ipiale  ha  per  tilido  —  A-jripf  iiin  Minivi: 

L;i  tragedia  e  (Ieri!  caia  al  cari  liliali'  Maia  ri  mi  i  r:nppia  lettera 

indirittagli,  una  cioè  io  lingua  Ialina,  e  l'ali  ri  in  lingua  ita- 
liana. Dopo  queste  due  dedicatorie  segue  un  lungo  proemio 
o  avviso  a'  lettori,  eh' è  preceduto  dalle  seguenti  parole:  Filone 
/tommio  n  ili:  .'iiì'/ì.-  l'er  que.-tn  pruetni'.i  si  conosce  ben  chiaro 
quante  critichi',  ami  aspre  censure  lurono  divulgate  contro  la 
' riniii !!«  :  ila]  che  si  (In ho  v  di'  os.-a  In  epor.i  aul'.'ri'in.'  a  questa 
dell'  Agrippina.  Si  con  ir  non  laro  di  i|uelb,  poic.1  ni  t'u  tiata  a  ile 
slampe,  cosi  fu  di  quella  iraMri-ivendune  alcuni  de* primi  versi, 
pe' quali,  oltre  il  merito,  elio  sembrami  noti  comune,  della 
tragedia,  si  potrà  più  lacihnenle  conoscere  s'essa  sìa  stata  o 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  1S7 
no  dalain  luce.  Abuon  conto  l' Allacci  nella  sua  Drammatunjm, 
elio  cita  ninnili  altri  ci  imbuii  riuniti  fSriiiiini.it  ii-i  fli  (jurslu  Moli- 
tore veronese,  no»  Fa  parola  dell'  Agrippina.  —  Incomincia 
Agrippina  così  : 

O  de  le  mie  sventure  unica  speme, 
Roma  inni» ria i,  madre  [li  Dei  l'eremi:], 

Di  cui  non  vede  il  Sole, 
Fra' gran  termini  suoi  d'orto  e  d'occaso. 
Maraviglia  maggior.  Sento  la  fona 
Del  natio  cielo,  e  le  liniuglie  intendo 
De  l'aura  amira,  onde  la  vita  io  trassi! 

Benché  lassa  e  cadente 
Parlanti  allanni,  onde  fui  scopo  eterno 
D' una  crude!  e  disperata  sorte. 
Pur  la  tua  dolce  et  amorosa  vista, 
Roma  mia,  non  può  far,  die  non  in'  inslilli 
Dn  litui  50  die  (li  deliralo  a!  eorr, 
Che  l'amaro  mie  lacrime  conlcmpra,  et. 

7796. 

La  Giuditta  vittoriosa  del  TortokUi;  le  iNoiie  di  Po- 
lonia del  Fabri;  il  Favorito  del  Principe  del  Colletti;  e 
la  Vita  del  Duca  Valentino  di  Tommaso  Tornasi. 


Lo  optimi  Li;,  chi:  di  .nilori  divisrsi  conteiiOTii.i  nel  im^enlr: 
codice,  sono  le  seguenti;  la  prima  ha  tpieMo  [itolo  :  (ìhilìita 
vittoriosa,  poema  eroico  di  Bartolommco  Tortobtli  alia  sacra  Maestà 
llristianissiimi  ili  Mudumii  Arnia  d'Assiria  di  Corion  Regina  di 


i58  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Finir'  niltri/iji'nii:  Dopo  la  ilcd  ir. ni  min  in  lena  rima  .il  cardinale 
Ma/arimi,  si  fJTin'  I'  .Inumidì  iti  ponnui  i-mini  delia  (jimtittn  rilln- 
nosa.  eh' e  una  pus'uliia/ìone  tli'U'  autori-  intorno  ad  alcuni 
cosluini  allrilinili  ni'l  poema  alle  perniile  inlrodfillevi  ;  inili 
iit  aìtivllaiit'.'  oU;lm'  l;IÌ  arpomoiili  (h.'l  pui'ina  medesimo,  sul 
(piali1  lio  lalle  anr.lir  troppi'  parole  es*.i'iu1i>  <:iii  stali'  p'.ilihli- 

'  I.iiiim  per  .pir.-ti;  )i!nji'h  >ù:<"  Iri^i'si  in  Mil  principio  :  Le  ?>t>:zt! 
di  W™;«  nello  fymsrìizio  di  Utadisko  IV.  Re  dì  Polonia  e 
Svezia,  e  di  Mudarmi  Ludoriea  Maria  di  Mvtrs  Gonzaga.  Dramma 
dedicalo  air  Emo.  e  RdMo.  Sig.Cardin.  Mazzarino.  Aalorc  Alberto 
h'atiri.  [lupo  II  i[ual  litolo  serque  ta  leiicra  dedicatoria  data  a' 
di  adusto  l(ij(>i  indi  un  lungo  Discorso  intonili  all'opera 
iitvmrm.tliia  ;  [mi  I'  an;tniii'ii  tu  del  il  lanini  a,  il  (pi  do  o  rompo*!  ti 
ili  ire  il  Iti.  Mei  i  pili  li'  dia  il  1111  ;i,  l'Ili'  in  rifilo  inodilo,  u  alnii'iio 
min  mi  riusci  di  poter  accertarmi  del  contrario  .  penso  di  tra- 
scrivere il  principio.  La  scena  prima  è  rappresentata  dalle  ire 
(traile,  una  dille  quali  iuromiuoia  rosi  : 

t lessi  la  maraviglia 
Oggi  a  tutt'  i  viventi 
Di  far  arcar  le  riglia. 
Se  nel  stellato  Ciclo 
Donde  piovono  d"  or  prodighe  stelli! 
Prepose  procelle,  ec.  ec.t 

ciò  che  panni  sia  bastati  tu  a  polcr  jrindie.ire  tli'l  mi'rilu  di  citi, 
che  viene  appresso.  Non  credo,  come  dissi,  die  sia  sialo  dato 
alle  stampe  ijm  .lo  dramma,  poiché  olire  tutt'i  nostri  biblio- 
grafi, che  consultai.  I'  Aliarci  medesimo  non  ne  fa  menzione 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  ibi 
alcuna.  —  La  terza  operetta  ha  il  tilolo  cbe  seguo  :  11  favorii 


si,/.  Oliatiti» 
e  dedicato  ali 


Amor;  qua]  [ia  di  me  dubbioso  line? 

[ìn.-.-l  L  ;  i[M!il  ni:  |'Ot^i  .ini ? 

Onor;  perché  m'offendi?  A  <[uai  rovine 

Elioni  un'  :ifn>:i  ['liquidi  t  -Munii;,:' 

Al  ilo  '.li  •      lli'uiriu.  ti. 

i'nr  indagini,  che  ne  ho  fatte,  uon  credn  pur  che  ifueslo 
dramma  sia  sialo  dato  ìn  luce.  —  L'ultima  operetta  die  con- 
liensi  nel  presento  codice  6  —  La  vita  tifi  Dani  Valentino  drs- 
crilla  da  D.  Tomai»  Tumasi  Crociferi:  alla  Maestà  i'.ristiiitiisstiin: 
di  Litigi  XIV'.  Uj:  ili.  Frantili  i'  di  Anrarrri.  Sc^vn.'  !n  dedicatoria, 
poi  uu  proemio  Al  Lettore,  Termina  il  racconto  della  vita  tini 
queste  parole  :  E  i/n.i  jumetulu  fini-  al  prime,  Uhm  iva  le  cine  ac- 
.inlntc  in  Italia  per  rispetti  'id  V  niellimi  ;  j:  aia  l'Olio-  nei  so:  ■■.'lei.  :( 
ninirii'/ii  in  Frantili.  Questo  scemili"  libro  di  rui  i]ui  parla  l'au- 
tore, non  ò  in  queito  conici.',  l./opc  reità  perà  venne  pubblicata 
in  Roma  colla  data  di  Montcchiari  l'anno  i(i55,  in  tf. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


l       Discorso  sopra  i  selle  peccati  mortali. 

L'argomento  iii  ;  ;  ■.  i  ■  .■  i  r j  coi)  iti1  ó  prc^oclié.  lo  «lesso  'li  quello 
clic  ha  il  seguente  al  n"  i  dfi;  con  la  sola  differenza  ohe  quello, 
di  cui  diremo,  riduci:  tuli'  i  u/.j  i\-AY  nonio  ai  sette  peccati 
mortali  e  tic  padri  più  cristianamente  elio  lilosolioaiiieiile.  od 
il  presente  parla  di  tutti  i  vii)  dall'uomo  anche  i  meno  gravi 
clic  dai  sette  peccali  mortali  derivano,  fin:  :i.'-rla  più  filoso- 
ficamente che  cristianamente.  Per  esempio  :  dopo  di  aver 
trattato  tleila  superbia,  viene  a  dire  particolarmente  della 
jnttnnj.n,  poi  della  presuli /.ione ,  indi  della  pertinacia,  della 
(list-oitliii .  ■Ii-'1:  i H'n-i  i^i/i ,  dell'  ii-i!in;i,  liinioslcaiiilo  clic  tolti 
questi  vizj,  per  ciascuno  de'  (piali  Sa  un  capitolo  separato,  ti  a! 
i  ilio  rapii. ili' liti  superimi  (!■■!  il  ano.  ]\  parlando  dell'  ultimo 
cioc  dell'  ironia ,  dice  :  •  Uno  altro  peccato  alla  jactantia  su- 
«  pradie.tn  rimira  rio  ó  In  ironia  ,  la  i  pia  lo  non  conosco  essere: 
«ili  se,  o  vero  nega  essere  ìn  se  alcuna  limile;  ci  fa  questo 
■i  per  essere  tenuto  vile;  e  pur  i  peccato,  però  elio  è  contea 
<  la  vcritate,  ■  ec.  DÌ  poi  fa  vedere  die  tutto  quello  che  noi  di- 
rimilo coni  ro  ili  noi  il  sempre  i  ionia  tpiaijdo  ili  riamo  il  falso,  e 
che  il  viiio  della  iconia  non  si  commette  verso  (lugli  altri,  come 
con  eia  Ime  ii  le  si  credo,  ma  lerso  se  slessi  inlonio  a  ipiel  diletto 
che  non  si  ha,  od  intorno  al  hene  clic  pur  si  fa,  e  si  nega;  dove 
qualora  dicesi  d'altrui  il  contrario,  cioè  o  negandone  )  difelli 
che  Ita,  o  promulgandone  le  virtù  elio  non  ha,  uou  ironia  ma 
adulazione  deve  chiamarsi.  Questo  pure,  come  il  seguente, 
-emina mi  no  huon  codice,  bcncliò,  ionie  vedremo,  sliardi 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  iC> 
un  po'  al  di  sotto  nella  eleganza  dello  scrivere.  Termina  cosi  : 
Dai  finitila.  Amen.  —  5fri;.<t.'  iit  L'eie:..  I.i.hw  cjtitit  itti,  (jiiii/iuic 
—  Jn  Patria  nulli s  fon  dittiti  di-  Xrrilune.  11  discorso  per  le  in- 
dagini, t;:ir  Ilo  latte,  può  reputarsi  medito. 

8091. 

■  46.  Trattato  intorno  ai  selle  peccali  mortali. 

lip.i  t;i.v:..  iu  8".  caratteri  pressoché  poucL . secalo  sibili  buono  ec-naaiAaiiaiH'. 

11  titolo,  dato  però  d' dira  perir.::  a  questo  «ni ir..:-,  è  il  se- 
guente :  Trattalo  licite  eirttì  e  drì  ti:).  Non  può  negarsi,  c!ie  non 
parli  rosi  di  rpielle ,  eiir  di  questi  ;  ina  lidie  estimo  iiuid:i 

sul  principio  ni  sul  fine  chi  abbia  scritta  quest'opera,  e  ut 
pur  avvi  indicazione  alcuna  di  tempo,  di  luogo,  o  di  ama- 
nuense, lo  non  dì™  eli' Win  sia  strilla  non  In  più  grandi.' 
eleganza  che  alla  nostra  lavelli  possa  desiderarsi,  ma  dirò 
bensì  essere  scritta  con  quali'  aurea  semplicità ,  per  cui  ne 
mesce  funi:  .Inilie  più  di  lette',  ole  hi  lettura.  Fallasi  dunque  la 
divisione  de'  tre  mali,  clic  al  nostro  nascere,  e  nel  nostro 
vivere  ci  accompagnano,  cioè  il  peccato  uri  finale,  il  peccato 
in  urla  le,  et!  il  veniale  ;  e  .pi,  j.-a!u  eli  e  sia  il  prilli»  mi  i/inl, 
nasciamo  in  questo  mondo,  venendo  al  secondo  dice  cosi  :  -li 

•  peccato  mortale  si  «immollo  por  alcuna  operaliono  ne  la 
«quale  ì'buomo  si  parte  del  bene  immutabile  che  è  Iddìo, 

•  et  si  converte  al  bene  clic  è  mutabile  ciò  è  a  la  creatura  : 
«  fallo  degno  di  molti  flagelli  temporali  :  privalo  de'  beni  della 


,tìa  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  (  iliios.i  :  ri  ne  di' hi!  il.  1  li'  |n  ili  ■lille,  ..  re..  l'r.-iinHi!  nuli  mi  In,  elle 
panni  ben  inerileii'lilie  la  slainpa  se  pur  non  Cu  pnlililiratn , 
ciò  die  limi  credo;  ma  i  nostri  bibliografi  e  lettorati  per  le 
poche  linee  ([ili  poro  sopra  lipni'lalo,  ^iinlirlieiMUTlo  a  lor  agio 
e  dell'  una  cosa  o  dell'  altra. 

80<J2. 

i  17.  SI  ori»  della  l'anione  ili  Gesù  Cristo. 

Contiene  questo  cudiia:  la  storia  lidia  passione  (li  Gesù 
Cristo.  Essa  è  divisa  per  capitoli.  E  Iratta  dn  tutti  e  quattro 
gli  «viiiigcIiMi,  e  comprende  si  ira  dnpreiilo  pagine,  fi  strili» 
tori  mollo  buona  lede,  e  Ir  massime  Moto  clic  qua  e  la  si 
Iranno,  suini  intiodnlfe  assai  (ipprirlitnanietitr.  Ma  quanto 
allo  stile  e  alla  lìngua  non  può  laiM'IH'  ludi'  alenila;  e  volen- 
dosi pubblicare  questo  lavoro  converrebbe  rifarlo  tutto  da 

ii  ile  mcsser  Jcsu  C  li  risi  0  si  lo  1  pie;  lo  ri  ir  virando  li  pontifici 

■■  '■"mini  IO-.-':  in  divinilo  :    Noi  iloti  Inno  [limile.  ..  el  questo 

■  ChristO  fa  tanti  segni  et  miraculi  et  tanto  chosse  sovra  de  la. 
«nostra  Ir.":  hjiul.-  lìi-ljiainr.  pii.vrdcr  coiilia  ini  in  lai  mudo 

■  diri  sia  morto,  •  ec.  Girilo  possano  bastar  questo  linee  per 
poi  in1  giudicare  del  resto.  \nn  v'ha  in  line  del  curila;  snltnsmi- 
/.ione  alcuna,  e  termina  al  solito  col]'  Amen. 


DigilizMDy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEI.  RE.  if.ì 


8093. 

]48.  Vita  di  Gesù  Cristo  scritta  dal  Brasavola. 

Compivi  li  le  quesiti  coditi.',  come  in  imo  foggisi  in  sul  prin- 
cipio, la  —  Vita  di  Gesa-Crisu  irritili  per  Antonio  Maia  Brasanob, 
dedicala  alla  lllma.  et  Colma,  signora  Eleonora  Estense.  Non  vi  si 
trova  però  clie  la  sola  seconda  prie  di  essa  vita  di  Gesù 
Glielo,  li  i-';i  mi  dm  ih.'!  !:i  [i  i-i  111:1  pagina  del  i  uhmie  co'  turai  feri 
stessi  di  tutta  l'opera:  /iirWu  /«irle  della  V1I11  ili  Vtsù-Cristii;  ciò 
die  fa  supporre  ch'essa  lussi'  divisa  in  due  volumi,  de' quali  in 
consctruema  ìa  lliliìloteca  inanelli  ilei  prillili.  — Di  questo 
Antonio  Musa  llosavoio  11  llrasavola,  clic  fu  inedito  rinoma- 
ti.^: ino  rie'  mi oi  leni  [>i.  e  (li  roi  i'csl:inn  molte  o[M  ir  a  slampa, 
leggo  nel  Mamiccliellt  quanto  segue  :  «  Questa  vita,  (di  Gesù 
Cristo)  «si  riferisco  fra  le  opere  del  Brasavo!;!  da  Jacopo  An- 
«  tonio  buoni  nella  sua  pi'ela/ione  premessa  all'indice  del 
.  nostro  autore  sopra  le  opere  ilei  Galeno,  come  altresì  si  re- 

■  iri'ti'ano  le  ser;li  .iti  ,|al  liarnlhlili ,  Coniment.  liist.  erudit. 
«cit.  pag.  l3.r>  e  sr.-(j}j. ,  ma  sen/.a  aei'euoanie  alcuna  edi'/.ioue. 
«  Sappiamo  tuttavia  clic  la  detta  vita  sta  mantisci'iila  nella 

■  libreria  di  S.  Domenico  ili  l'crrara,  e  die  autografa  pur 
1.  esisteva  in  renili-.:  presso  ali  Oiiu.inlii  V  Laidi  ni  ili.  •  l'orse  elle 
di  poi  sarà  stata  stampata,  ma  ciò  non  è  a  mia  notizia.  In  fine 
del  codice  è  1111' attraiamone  che  sembra  pur  l'autografa  (/nrler 
Ar.dria;  Jiiuiwfotsi!  prncJh  ini-ria:  unni,  t'hc'iiriyii'.'  ledine  Dite.  An- 
tonio ìlrasacotar  Mini.  yVrWi'/ir's  i-Wrnriae.  weil/ce  )  per  ìa  quale 
lodaci  a  di:  lo  la  Manali  ile  Ita  vi::i  iii  Gi-m'i-C  iì>t;i.  ut  rerum  futi  or, 
rome  i\i  loggcsi,  prima  fronte  incredibili  r-ix  afficicbar  toluptatc, 


Oigiiizod  &/ Google 


,U  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■■ma  nMiiatiikmertin  ijesUi  Saldissimi  Si'rrutoris  nastri  a  te  mira 
murilate  tir  clcgantìa  ilusrripta,  ce. 

8094. 

ì.'iy.  Stanze  sopra  la  Passione  di  Gesù  Cristo. 


me  dì  Gesù  Cri; 


Di;  Ha  passi  oii  sa  ne  la  cJ  cor  m  accende. 

Finita  la  passione  .  li-i^rsi  cosi  :  (Jiku-i  si  t  ti  pater  nostro  dis- 
putili p::<  H'hjtur  crim  dm  inriiiifi-  de  pili  <ti.<.tnri.  Kt  ipù  comenca  la 
iiitiinhii  tium:.  Sibili  I)!  Mini  i.l le  le  fii(.1ii.ii-.i/.Ì!.uii  dnM]iii  si  fanno  in 
prosa  sul  l'atcr  noster  sicno  indubitatamente,  chiunque  ci  si  sin. 
risilo  stesso  autore  ilella  Passione  in  versi.  Terminano  così: 
lixpl'p  il  l'alar  niiskr.  Lka  tir.ihtu.  \irci\-  Indi  in  sestine  :  QitrsUi 
si  t  ri  Te  Denm  Itindtimns  <i7s/j(U1>;  hi  rulipirt  per  ritkma  ci  qanle  Je 
smitn....  Questa  reticenza  clic  non  jiuó  cerio  riguardare  il  fa- 


Oigiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,65 
moso  santo  clic  lu  l'auliin-  ilell' inmi ,  ngunr-rlcrà  forse  il  Ira- 
duttorc,  che  noi  quindi  venereremo  come  santo,  ma  non 
potremo  lodare  come  lettorato. 

8005. 

i  So.  Componimento  poetico  sulla  Passione  di  Gesù  Cristo. 

Membranaceo,  La  SBh  c&iatleri  goliei.  a  due  coloni*. .  scolii      .  ,11  nrlinia 

Comprende  questo  codici;  la  storia  della  passione  di  Gesù 
Cristo,  descritta  in  ottava  rima.  L'opera  viene  attribuita, 
M!coudui:liì:  li™.'-!  ru'll.i  |i]iin;i  jin^ilta.  sellilo  pe-i'ó  ti'  altri! 

uegarlo,  poieh'é  la  prima  poesia  che  di  lui  vennemi  .sodo 
degli  orchi.  Cii>  die  libicamente  pi;. in  allarmare  si  è,  che 
per  citi  che  concerne  la  parie  letteraria  cioè,  il  merito  ìntrin- 
sico  dello  scritto,  esso  mi  par  nullo  cosi  quanto  alla  poesia, 
corno  quanto  alla  lingua.  Trascrivo  a  buon  conto  i  quattro 
primi  versi,  e  sono  questi: 

Passio  Domini  Nostri  Jesu  Cimati 
Secondo  disse  ci  beato  San  Johanni 
Ne  nr  ree  orili  ne-  li  salirti  Evangelisti 
Adlale  che  lo  Demonio  non  te  nuanai,  ce. 

In  fine  del  codice  è  una  traduzione  in  prosa  francese  di  questa 
stessa  opera. 


166  MANOSCRITTI  ITALIANI 

8096. 

1 5 1 .  Trattalo  sulla  brevità  dei  tempo. 

r..„r.„,-i.  In  li',  fa  li  M'iuigr.li.'i .  h.ir.t,  n".  ili  l.invn  ciiiiMTiai.ifirii'. 

I.'argt-iiiento  ili  cui  si  tratta  in  questo,  dime  sembrami, 
piijiiiso  eodiee.  r  dui  li  ara  lo  uri  i,in  luoio  clic  Ira-I  rivo  :  iQui 
.comincia  il  trar.talo  de  la  brevità  rio I  tempo  :  ri  come  so- 
li lauieiife  Iddio  sì  deliba  amare  et  temere  et  honorare  e!  re- 
i  verire  et  adorare  :  et  tutte  le  cose  terrene  et  transitorie  et 

■  caduche  si  debbano  lasciare  et  abbandonare  et  fuggire  et 
■vilificare.  Kl  sopra  questo  irridati)  comincia  Salomone  di- 
dm.  r.i  culiii  clic  lenii'  Iddio  non  pone  dira  ne  solleci- 

■  Indine  nelle  rose  terrene  el  tran  .borie  ma  sempre  pensa  ol 

■  leinjvi  fitturn  a  Li  gloria  del  paradiso  a  le  pene  dellonferno 
-'In  la  brevità  di  questa  vita.'  liti  in  Servendone  quii  e  là 
alenili  passi,  dico  il  vero,  io  ne  sperimentai  inolio  piacere 
nei-  h;  Mimimi,  semplicità,  ed  insieme  vero  purità  ili  Imbuii 
roti  cui  sono  scritti  tUtt'i  capitoli  die  compongono  l'opera. 
Ksempii:nr/.iii  il  capìtolo  deliri  Cimila  iute  min  eia  cosi  :  -Cas- 
»  lila  serondodic  disse  Tullio  si  e  una  verlule  per  la  quale 
.  laiiinia  e  fatta  una  cosa  con  Iddio,  iil  pulissi  assimilimi'  la 
»  easlila  a  la  tin  tura  la  quale  non  fa  mai  l'alio  al  suo  compagno: 

•  acqua  chiara  el  non  si  pone  mai  in  su  albore  verde,  -  ec. 
Chi  sia  l'autore  di  ipieslo  trattalo  io  noi  so,  ma  cerio,  com'è 
ben  manifesto,  In  scritto  ne'  buoni  tempi  della  nostra  Livella. 
Credo  ferinamente,  die  se  qualcbe  studioso  amatore  del  bello 


Oigitizad  &/ Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  ifi7 
scriverò  ne  facesse  Irai  copili  "oli  rimanrlibesi  eli  darlo  in 
Iul'C.  I-i'  ull  imi'  parole  rlic  i'l]  in  ili  :■!]!!  il  I  rallilìrllri  -din,  r  |  -.  i  e  -Ir  : 
Expiìcit  UUr  bimtv  iliftriim.  Dimnius  ijrnlias.  Amen. 

8097  ». 

i5a.  Lettere  di  Celso  MarLiuengo  di  Ginevra,  e  di  Angelo 
Castiglioni  Carmelitano  di  Genova. 

Cariai....  in  f".  ranlli.ri  |,r  In-   li .  .11  j.rtiriiii-     ■ .  vini..  \\i°r  .li  li  la 

Collimile  quesiti  preeulo  ro[lii:i!  un  eomuiiTno  epistolari'  Ir.i 
Celso  Marliui'iigu  prole  aiutante  in  Ginevra,  ti  Don  Angelo 
Casliglioni  di  (.innova,  rannclitano.  La  prima  li'llera  del  \lar- 
tinengo  è  ilala  di  Ginevra  a'  1 3  a]irile  i  558  ;  e  la  risposta  a 
qui/ita  i.l'.'l  C;i;'ii.-iioni  e  dei  nn'ii'  ili  «ìiiìipki  < I i ■  I T . i i i - h h  i i i ■  - r I i ■  - 
silllo.  Sembra  i-hc  il  Mari  incubi  [urie  caltulieo  si  fossi*  l'alio 
protesta  ole,  u  Don  avesse  mai  uè  parlalo  ni'  scijlto  al  Casti- 

non  che  ad  uu  cristiano,  e  frati;.  Ma  lardando  a  parie  l' arma- 
mento delle  loro  dispute  e  delle  laro  q  eie  certo  è,  die 

l'uno  cosi  che  l'altro  di  questi  due  scrittori  ne  sapevano 
mollo  bene  della  lingua  nnslra,  e  sullo  questo  punto  di  vista 
ò  un  codice  da  tenersi  in  pregio. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


8105'. 

1 ó3.  Arte  dì  guarire  le  infermità  del  corpo  umano. 

Carlaceo,  in  4\  cantieri  seminatici  .secolo \f.e  forse  in  sul  principio  del  nv, 

Il  titolo  di  questo  codici',  conio  Ìci;l.to;ì  sul  princìpio  della 

•li:  innrniiiadc  del  curpo  secondo  brio  pliysicale.  El  quale 
»  dividesi  in  doy  parte.  La  prima  parte  tracia  de  le  inlirmi- 

n  laile  parlicnlari.  La.-  inda  tracia  di'  le  infinuitadt' uuiver- 

.  sali  comi'  fcliri.  \donca  la  primi  parti'  tracia  di'  le  inliiiiii- 
.  ladc  parliculari  da  la  lesta  per  tino  a  li  piedi  in  tanti  capiluli 
«  quanti1  sono  le  in  li  nuli  ade.  Comencando  a  la  testa.  El  primo 

■  capì tuia.  De  dolore  capitis.  Capìtolo  1°.  »  Indi  incomincia 
così  :  'HI  primi'  dire  t impiantino  e!  dolore  de  la  testa.  Al- 
.  cuna  fiada  si  e  por  causa  del  cembro.  Alcuna  fi  a  da  per  causa 

.lìada  per  vitto  de  liumori.  Alcuna  fiada  e  con  reuma.  Alcuna 

■  e  questa,  •  ce.  Pensai  ili  ti-a.urìicre  queste  primi!  linee  del 
capitolo  a  line  die  i  (lotti  nell'arte  salutare  veggano  se  quest' 
oprra  di  coi  unii  rimila  d'asmu  indirò  il  nume  dell'autore) 
sia  una  tradii/.!  mie ,  o  veiauionie  originale,  e  so  sia  iuoilil.i. 
Ben  poco  e  forse  nulla  in  qur.-l'  ni  li  ino  cimi  potranno  sperare 
di  apprendi  it  dal  preseiile  eodire  dnpo  d' immensi  pi.  pressi, 
cln;  foce  l'arte  medesima  ;  pure,  io  spero,  non  mi  sapranno 
mal  grado  di' io  abbia  loro  data  la  notizia  di  un  endice,  che 
per  ipialclie  tllrn  ri. pelle,  pi  eM  itidolliln  da  quello  della  lus- 
trazione, potrà  forse  loro  importar  di  conoscere.  Io  fine  del 


Digiiized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  iGg 
volume,  divìso,  come  ahbìam  veduto,  in  altrettanti  capitoli 
quanti  sono  i  mali  ili  cu  vi  si  traila,  è  una  specie  (li  farma- 
copèa teorica  c  pratica,  la  quale,  considerato  il  tempo  in  cui 
fu  dettata,  può  essere  suggello  di  qualche  studio.  È  intitolala 
cosi:  Qui  li  conieaai  d  lilru  iL  li  ùmidi:  a  jiroprirlatlc  de  le  mc- 
ikcine  rumpirli'  ni '  !,(/■.  i'i'  ii .-il. 'i.< lnh i; n  tir  Mnin-  if  </<■  ùiaitao,  ce. 
Esse  medicine  sono  qui  noverale  per  online  aìl'aliclico .  <■ 
comprendono  cinquanta  pagine. 

8107. 

i5i.  Trattato  intorno  alla  trasmutatone  de'  metalli. 

Carlino,  io  i;  ar.lt«i  conivi.  kcoIoih*.  di  pagine  3oo.  ben  coMcn.lo. 

il  titolo  del  presente  codice  è  come  segue:  Trilogia  della 
di;  .■;;)!( /.-ir  k,w  i.'i'  mc'ii/i'i,  Ira  il  l-'iloy.ftì ,  il  7ii.iii.-5,  if  J'raiU';. 
Non  V  li  a  nome  d'autore.  11  trattato  è  diviso  in  Ire  libri,  die 
sono  preceduti  da  un  proemio,  nei  quale  1'  amore  dichiara  di 
attenersi  sempre  alie  dottrine  insegnale  ila'  più  j-'ian  filosofi. 
In  fine  del  codice  è  un  indice  di  tutti  que'  filosofi,  la  cui 
autorità  o  sentenw  sono  allegale  nell'opera.  Nulla  io  posso 
dire  sul  merilo  scìeulifico  di  questo  lavoro,  e  i  dotli  e  spe- 
cialmente i  chimici  ne  [nudici)  era  nno.  Quant'e  a  ciò  ciie  con- 
cerne la  lingua  nostra,  cioè  al  modo  con  cui  è  scritto,  non 
può  veramente  farsene  lode,  ma  ove  ia  còsa  il  meriti  può 
ben  facilmente  ridursi  a  buona  lesione.  D'altronde  sappiamo, 
che  i  Redi  ed  i  Galilei  sono  assai  rari. ■■-    ■■  :  i-bi'  ,  ,' 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


8107'. 

r5&.  Discorso  intorno  alla  pietra  filosofale. 

'-■'<■    .1-  >         di  huutia  oaamrmkae. 

Compre  n  desi  in  lutto  questo  codice  un  discorso  filosofico 
intorno  alla  pietra  lìlosofiilr.  Non  v'ba  nume  di  autore,  ma 
sembra  cerio,  come  vedremo,  die  lo  scrittore  sia  un  Italiano.  La 
difficoltà  di  leggerne  i  brutti  cara  Iteri,  e  più  quella  della  mi- 
di! dir  un  mio  qnalsisia  parere  intorno  ..  quest'  opera.  I  dotti. 
0  più  tosto  gli  studiosi  amatori  di  cosi  fatti  argomenti,  s'essa 
non  fu  data  in  luce  fra  le  molte  clic  sopra  la  pietra  fdosofale 
in  diversi  tempi  apparirono,  ciò  the  per  le  indagini  fatte  non 
mi  riusci  di  superi'.  poi nihhu,  avendone  la  imli/.ia,  ^iovan.cne 
od  almeno  apparve  la  lnn  curiosità.  In  un  lo  per  dar  a  co- 

comiuria  rosi:  «Al  tempo  die  ivgnava  ilenrico  Terzo  Ite  di 

•  Francia  et  di  Pulunia  :  fi  .piando  lutto  il  populo  ora  in 
-  sirainlifsinii)  tumulto  il'.'  la  città  de  l'sri^i.  dove  io  starnava 

■  con  la  mia  famiglia  :  el  alli  svi.  del  mese,  di  Maggio  per 
«passare  mal  inculi  i.i  n  anditi  nel  giardino  del  Duca  di 
«NevcTs,  olla,  contemplando  la  ingeninsa  el  artificiosa, et  bella 

■  lontana,  et  comparsero  dui  Pliilosopbi  l'uno  .Spsgnuolo  el 
.l'altro  Inglese  :  et  corno  f  una  parola  tira,  l'altra  ci  nccos- 

•  lamino  insieme,  ci  cominciammo  a  ragionare  della  stagione 

■  et  della  occorreva  del  tempo,  ■  ec.  Termina  il  discorso  con 
un  Sentito  dell  autore,  l'iucemi  ripoiliirur  la  prima  tellina, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  ,7, 
i:ìi"  iiir.tr  in  i\vs,i  iT.'iniiRr  tutto  il  .-.no  uii.^riosn  ed  oscuris- 
situo  dottrinale: 

li  j;:-.iu  s.T  i  i'to  i  r:- usi-1- 1 r-  nel  Marte, 

iJlKillil"  SI  Illudi  .:  Ioni  insililo  foco 

Et  che  il  solli)  del  grosso  si  diparte. 

8108. 

i56.  Problemi  di  Aritmetica. 

Carlnceo.  in  8".  caralleri  «ejni^olici.  fit^h  \.n  <  li™-  in  mi  In  n,- li  il.'l  ui".  di 
-|  ni"  |^-liiiil'i.'  ci.--  li  -  "jei Hdih. 

.Non  t'Oli  tiene  il  presenti!  codine  da  i::<ik>  a  l'ondo  se  non 
che  problemi  aritmetici  d'ogni  genere  colla  rispettiva  loro 
■otn/.ione.  Chi  ne  sia  l'autore  non  è  detto!  ™a  la  diìi^iiij 
somma  cosi  coi  In  strillo,  l'r.5;illc//..i  di  lli'  figure,  la  egualità 

derc,  clic  fin  d'allora  in  grandissimo  pii^in  (rilevasi  fjucstu 
lavoro.  1  dolti,  se  accadete  diti  imprender  \ugli,iiio  a  farne 
un  esame,  dandone  ii  giudizio  del  inerito,  vedranno  forse 
con  piacere. fin  dove  era  giunta  la  scicma  deli'  anduelii ;i 
pratica  nel  secolo  rpiartodecimo. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


8113. 

107.  Vocabolario  marittimo. 
Cartaceo,  ju  tv.  oaiatlLii  l''t.liì.  .-  *luu  n>t,.mi.\  setolo  T.vr\  di  buona 

Il  contenuto  di-I  presente  codice  !•  liti  \o  ìli  Imi  a  Ho  marit- 
timo, iì  quali;  è  preceduto  il  1  discorsi:,  elio  lia  (picsio  titolo  : 

Ih-':  mietili  «.sufi  ini  mmli-mi  mi  unir.'  im-ilit,-inmn>  al  «cenno. 
Dopo  il  quale  discorso  segue  —  II  Vocabolario  marittimo  0  nero 
pulitini,  fin:  s'usa  ìu-ìlii  di.v.ipliiin  Ulani  li  ma  fj/rii  in  noi  mulinili. 
Non  avvi  indica /.ione  alni  11:1  il:  tempo  0  limici  in  cui  In  scrii  Ifl, 
ne  da  chi  Fu  scritto.  Kon  e  dubbio,  che  dopo  tutt'  i  vocabo- 
lari, c'le  'jussla  materia  si  p obli  1  ita  101 10 ,  1!  specialmente 
dopo  di  -[Urlio  clic  l'antico  mio  cullerà  c  gran digiuni  amico 
che  fu  il  chiarissimo  .Simone  fitratico  diede  in  luce  in  Milano 
in  tre  volumi  in  4"  l'anno  181 3,  non  ó  dubbio,  dico,  che  il 
presente  codice  sia  pei  tsi'ri!  ili  poca  ulilila.  tao  non  oslaul.: 
io  tengo  per  fermo  dietro  un  qualche  esame  che  ne  ho  insti- 
tuilo,  die  se  lo  Stralico  l'avesse  avuto  sotto  degli  occhi 

noscerne  il  perdio  quando  lucono  intrudnlli,  ed  il  perchè 
furono  di  poi  .1 1)  ha  11  don  ut  i  ;  quisliouc  bollissi  ina  11  solvente  di 
utili  r.oiise^iicn/.e  .  Ma  inlaulo  è  bene,  che  gli  .scienziati,  all' 
occasiono  di  voler  dare  nuovamente  in  luco  il  vocabolario 
marittimi),  sappiano  ile.:'  esistei!/.'!  di  <|iu'.sln  .-ici  illn,  che  pei 
le  indagini  che  ho  fatte  è  inedito. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  .73 


8114. 

to8.  Discorso  sull'esercizio  dell'arti  belle  nella  città  di 
Genova. 

CiniMo,  in  8",  caratteri  conili,  idolo  ivi-,  di  buon»  tonstruiiaiw. 

In  due  parli,  ovvero  in  due  libri  è  diviso  questo  codice, 
clie  sembrami  di  qualche  utilità.  11  primo  di  essi  libri,  prece- 
duto da  un  dotto  discorso  in  generale  sulle  sili  (Iella  sculiiii-a 
e  della  pittura,  comprende  i  capitoli  delle  dette  arti  in  parti- 
ciilaiv,  i  In:  si  esercitano  nella  città  di  Genova,  insieme  con  le 
iiiiilricnli',  pi  iviL'Liii,  oìihliglii  i:  ilirilli  ili'Lili  artisti.  Il  secondo 
libro  tratta  specialmente  della  pittura  esercitata  nella  città  di 
Genova,  e  concerne —  una  lunga  c  seconda  lite  seguita  tra  li  ieri 
jitllmi  ,il  i  ,  Limili  il,'  ilinuU-ri,  min  In  il,jii:i:iìi:n-  ili  I  siwiiissiWj  .S'r- 
rtaio  a  favore  de  pittori,  e  con  la  confermazione  de'  prìiìleqii  a  lom 
prima  cuncesli.  Ho  letto  con  mollo  piacere  pressoché  tulio  il 
codice,  11  quale,  secondocbt!  mi  pam,  non  sul  a  mentii  pe' 
Genovesi,  i  quali  credo  bene  ne  serberanno  la  copia,  ma  per 
tutti  gli  amatori  dell'arti  belle  potrebbe  riuscire  di  qualche 
importanza.  Vederi  per  esso  in  quanta  stima  in  tutti  tempi 
e  |i  ressi  i  lull'i  ■jmcrsji  l"n  remi  I  fini  Ir  |.-  Jjr-Jic  arli  .  r  ri.  1 1 1  r.,'r-.t  1 1 
per  lino  i  pili  alti  jiiaL;i.-,l[a1.ì  ail  irij;eiii'i  een  ^i-alidissimo  zelo 
nelle  più  piccole  cose,  che  in  qualche  modo  avessero  potuto 
il  diminuirne  il  dee-uni,  od  iiilemmipenie  l'esercizio  ed  1 
progrossi.  Le  due  che  furono  repubbliche  di  Genova  e  di 
Veneria  ci  diedero  su  questo  argomento  degli  esempj  solenni. 


i74  MA*vOSCRITTI  ITALIANI 


8115. 

i5i).  lustrazione  data  a'  Bombardieri  di  Bologna  dal 
Pasquali. 

Cariaci»,  in  Nu.  caiallEiri  limili,  Berolo  ivrr\ di  buona  coDaervaiiane. 

11  titolo  del  presente  codice  è  come  segue: —  fonatone  de 
Itomluinlii-ri  fiuiu-iiul'i  in  I/rei;-  ndk  atii:  utili  ila  stiprnì  per  lai  estr- 
■  i:in.  Studili  ili  l'enliiiatnlii  l'asaaali  Cupi)  Bombardiere  della  fortezza 
t  il.n-n:.  lUiiirnt'j  ila  tHrniami,  l'aseu'jli  ;un  jitjliuafo  ■:  Ì::.mhvn!:i rt 
ili  essa  fortezza,  aWIlimn.  e  /im«.  mnntitfnot  Nerii  Viceltyato  di 
lialogna.  È  adorno  il  codici'  ili  alcune  ligure  allusive  ali*  arge- 

niriilu,  itI  r   |ii-uli;.l)i[iii.'Piìr  1  rHc:npl;itv   Ir.-ilnii  ,   clic  il 

l':i.-..|uali  ulTt'i-si!  ;il  \i('f'l['^iiio.  l'cr  hi  lettera  dedicatoria  al 
Norli,  la  quale  ha  la  data  dell'anno  itiSb,  risulta,  che  questa 
ìiirUruv.ioue  min  doveva  pubblicarsi,  e  quindi  ]iu('i  fi^jnitarsi 

radice.  ?  F 

Al  n-  119  del  catalogo  a  stampa  di  libri  e  manoscritti  rari 

•  ■  preziosi  (provenienti,  c.  •  ilirevasi .  d'una  roiiiiiiiii  hililin- 

teca)  venduti  pubblicamente  in  Parigi  il  mese  di  luglio  1 833, 
-hi  repstijilii  unii  copia  11111  numeri  Ila  ili  essa  (ìpei.'i  lini  l'.iKjiiali. 
lo  la  vidi  e  la  riconobbi  conforme  al  presniln  endice,  salvo 
che  l'anno  è  del  1670,  e  ebe  minora  fu  la  diligenza  che  vi 
fu  adoperata  si  nello  scritto  cV  nelle  figura. 


DiginzM  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  EIE.  i75 


Silfi. 

1G0.  Discorso  di  Galileo  Galilei  sul  flusso  e  riflusso  del 


pai  riflusso  del  mure  fallo  dal  sig.  Galileo  Galilei  al  Cardinale 
Orsino.  Finisce  iì  codice  così  :  E  qni  baciandogli  miermhmtate 
la  naie  umilmente  me  li  nuxoutaiuh  in  grazia.  In  lloma  dal 
Gnirdi'ut  './-■  Mt'ùt\  li  ri  Gertìtr.  l 'l'ili .  II  manosi-rillii  è  i l I  — 
quanto  scorretto.  Ma  fu  mai  stampalo  questo  discorso?  lo  noi 
credo;  ed  cccone  le  ragioni  che  posso  addurre.  Nel  tomo  lai, 
tir'  (lassici  italiani  slam pilli  in  Milano  leggesi  le  Vita  del 
Galilei,  per  la  quale  alla  pagina  si  cimosa,  clic  trovan- 
dosi il  Galilei  in  liotiia  strine  nd  tnsUmza  nel  amliimk  Omni 
un  aisai  lungo  discorso  sopra  il  fiosso  e  riflusso  del  mare.  Era  in- 
dirireitn  questo  disiMiiMi  al  soni'iKlil^lin  rai-diualc,  e  andata 
in  eolia,  comi!  dice  il  hiouTjfij,  piitnlntutiile ,  cioè  come  cmsa 
non  ancor  fatte  pubblica  per  lo  stampo.  Ma  siccome  vi  In 
tallitili  il]  li:  appropriarsi  sul  il  VII  il  il  ni  trilli!  1'-  strilli  ri  li  ila 
fondalo  quel  discorso,  cosi  pensò  il  Galilei,  anche  per  con- 
siglio de' suoi  amici,  di  rifonderlo  tutto  in  un  dialogo,  ch'é 
appunto  quello  della  ititi'  giornate.  É  ben  probabile,  clic 
(lujio  (air  illusione  nessuno  abbia  più  avula  una  d'essi)  dis- 
corso, del  quale  io  non  Uovo  falla  iiienv.iune  alcuna  da'  nostri 
bibliografi ,  nè  si  conosce  fra  tutte  le  opere  del  Galilei ,  che  in 
diversi  tempi  si  posero  in  luce.  Possiamo  dunque  essere  certi, 
che  il  supi'f.ildrlli;  ilUiiurso  lai  quale  fu  scritto  dui  Galilei  ;id 
insteina  del  cardinale,  e  come  leggesi  in  questo  codice,  è 


i76  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ilici! ilo.  Mi  In  (leti  n.  Hi  e  in  (jiuldir  jadiliili'S  liililioliira  ri'  Italia 

se  ne  trovi  altra  copili,  ma  non  seppesi  dirmi  quale  sia  la  I li— 

tiliotcca. 

8117. 

1G1.  Dell'arte  del  navigare. 

I>it.n.-i.  in  ■tin,  uiall-ii  Lcisivi,  secolo  sui",  ben  conservalo,  cil  iilm  Libili  „l.:u  lu- 
tigli» allusive  al]' argomento. 

Questo  elevarne  codicetto  porta  ìq  fronte  il  titolo  clic  segue: 
L'arte  di  navigare  con  il  rcqaimexto  Ma  Tramontana,  e  dei  Sofe;  e 
(n  l'era  rojofa  del  jlasso  e  reflusso  delle  aci/ue  sotto  Imi  i  r  lumpi-ndw 
almamente  ridalla  da....  Fa  cancellato  il  nome  nell'autore.  La 
scrittura  n'e  di  li  putissi  ma,  e  semplice  tanto  quanto  graiioso 
In  siili;.  l'are  a  ino  che  il  rompmriio  mj  .italo  l'ormato  filili- 
dottrine  del  Cialilri,  ma  yli  si:ieii-/.iali ,  voli'iido  porsi  allo 
Mudili  ili  quiitii)  coilii;'.:,  nu  giudicheranno  ben  tosto. 

8118. 

1G2.  Trattali  su  l'arte  di  fabbricare  la  seta. 

i-i  •  ■   ..imi  11  :■:  |:r..;. 1.,ii.:l  nin  :li  :iMri  viiliin  .  p  poi  r.n 

ilie  ini  pam  awli|.  p.ir  In  fiirma  ili?'  reraUeri  steai  scritlo  ìli  .111  la  metà  del 
MToln  un',  n  di  ottima  couKrvariniie. 

Contiene  questo  codice  molti  discorsi  e  trattati  su  l'arte 
della  riduzione  ed  usi  della  seta  ,  e  quindi  da  prima  sui 
vani  metodi  di  colornrla,  sulle  redole  da  osservarsi  per  ben 
Filarla,  e  per  adoperarla  ne'  ricami,  nelle  tessiture,  ne' 
drappi,  ec;  ed  ccceltocliè  niente  si  dice  intorno  alla  primiera 
sua  fabbricazione  ed  alle  cure  che  specialmente  aversi  debbono 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  177 
de' bachi  (dùcile  certo  è  ili  somma  importanza),  in  lutto  quello 
pero  che  concerne  l'uso  dell»  seta  già  fallii,  ini  pare  clic  niente 
manchi  al  bisogno  della  pratica  di  quest'arto.  Ne  sul  princi- 
pio nè  su!  fine  del  codice  trovai  noia  0  indicazione  alcuna, 
per  cui  possa  dedursi  chi  ne  sin  stato  l'autore;  e  probabil- 
mente l'opera  è  incdiln.  Si  dirà,  0  non  senza  ragione,  che  a' 
nostri  ili  quest'arte  elcvossi  a  si  allo  frinii;  (li  perfezione,  per 
cui  e  questo  ed  nin  i  antichi  codici  sopra  tale  argomento 
riosrir  dehliano  all'alio  iinilili.  Ma  si  |Hiò  rispondere,  che  ciò 
non  toglie  in  nessuna  maniera  ':'  imporl.inza  di  questo  scritto, 
e  perchè  ci  risovven  ghiaino  sempre  del  nil  sub  sole  mmam,  e 
perchè  si  confessi  franca  111  ente  che  de'  progressi  nostri  nelle 
scienze  cosi  che  nelle  arti  noi  ne  siamo  per  la  massima  par'.c 
deoiloii  a;;  li  ani  ielii  1  1ju.1l  i  ila  prima  ne  situarono  In  via  ;  ei! 
in  fine  perchè  vogliamo  esser  giusti  nel  confessare,  che  se 
taluno  di  noi  montato  sopra  le  spalle  altrui  vede  più  chiaro, 
il  meri  lo  è  meo  nostro  elio  suo.  Dico  il  vero  io  bramerei  molto 
che  questo  codice,  srritto  da  cinque  secoli,  fosse  esaminato  e 
studialo  da'  coltivatori  ed  amatori  di  un'  arie  nobile  tanto  per 
se  medesima,  quanto  gcucràjjìienlc  nido  al  commercio  delle 
nazioni  fra  di  loro. 

8119.  ' 

1  !>;i.  Dell' Asiioloeja.  ^indilla i-m. 

Cirm,  in  4'.  rjrallm  rursiii.  scialo  .mi",  ben  cuDIcrvito. 

Comprendesi  in  questo  codice  un  —  />iu%o  di-W ,btm/«j,r, 
giudiziaria.  Interlocutori ,  Tommaso  Bovio,  Cario  BoUicro ,  e  Gio- 
vanni /■'ralla  Injista.  Mielite  in  dirò  intorno  al  preseli  Ir  manos- 
critto, il  quale  non  è  che  un  ammassamento  di  sciocchezze, 


178  MANOSCRITTI  ITALIANI 

i'l  naLordiijrjini,  i'  di  p;ir.?.Ì!\  e  scritte  .incili'  male.  I  tee  inter- 
im-udiri in  qno-lo  ili,do<;o  polrrliliern  avere  per  <| uri  11  ci  limi 
compagno  l'autori?  del  codice  seguente  n"  16Ì. 

8120. 

luì.  Lodi  di  Federico  Con  tanni. 

I  .ertesi  111  sul  pnnri|:ii.  di  questo  codice  j]  '"Lr  iteti  lo  titolo  : 
—  Figura  celeste,  "  mo  sito  ilei  eiili  nel  i' nei  noe  le  -lellii  muijn'ifun 
Citta  Ai  Venezia  l'annodi  Crinlo  1 538  a  dì  ag  i Atjlisto  tara  l.lt 
min.        tirila  notte  seguente  ijnanilo  mirane  l'illmo.  sii).  Fcitrriai 

.s'avvede  per  cpie-lo  ■i-hi  '.itolo  dello  .-topo  e  ilei  inerito  dell' 

liloMifo.  vuole  il nelie  finti  erodere  asiromjino.  astrologo,  uiae.u. 
0  lor.-e  ]iiii  .die  pri'J.'Ia.  Il  roilij-..  1'  ripulii'  il;  tavole  astmno- 
iniclie  e  di  falci 'li  .[i-oin.'lriii  ;  e  tutto  eiii  vuT  o-diu  Lo  lo  virtù, 
che  nello  loro  immensità  avevi;  oidi  prevedute  del  Coniarmi. 

Venendo  poi  sul  li  1  calcolare  aiu-lie  inlonio  nlla  durala  do! 

suo  vivere,  e  io  li  no  all'  mino  della  sua  morte,  cerca  pure  ri 
presaci  l'indo^  ma  di  poi  pensando  eli' ei  scriveva  tai  cose  d'  un 
pi  ijona^ìo  potente  e  vivente,  il  1  piale  s  \  ixd>hoj;li  fatte  costar 
l'orse  assai  care  le  sue  lodi  e  le  sue  proiezie,  se  ne  disdice ,  dì- 
si  perde  la  mente,  e  termina  cosi:  Dw^uc  sia  Iddio  ia  suo  ier- 
vilio.  Bcncliè  non  invili  per  nessun  confo  alla  sua  lettura 
questo  codice,  pur  e  pel  titolo  che  ho  riportato,  e  per  la  con- 
clusione del  discorso  si  può  trarne  una  lezione  di  morale,  ed 
e  ipiella  di  l'ai'  conoscete  per  ipiesnj  letterario  e  scic  11  tifico 


Diginzcd  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  .79 
lavoro  quanto  grandi  Meno  talvolta  le  follie  della  mente 

8125. 

i65.  Opuscoli  di  Paganino  Gaudenzio. 

Il  codice  incomincia  cosi  i  Maina,  moglie  di  Catone  maritala 
ad  flbrtou».  Traiano  liberato  Mtinfirw  per  te  orazioni  di  San 

On.  ■  io  m   :  fMi.-jr  /'.[.y.ff^fd  Ijifijjl'cfj.-fu  .■j;fi.'..l'f.-.j pio 

fatare  dì  Polìtica  e  intona  netto  Studio  di  risa.  Questo  codice 
é  un  dono  che  il  Gaudenzio  lece  a  Gabriele.  _\:iudò  francese, 
si  come  risulta  dall'  annoi azione  seguir. le,  die,  scritta  per  allra 
mano,  sì  legge  dopo  il  titolo  sopraddetto:  l-'.i:  iiiuiis  l'ntjuuiiii 
fiaudcniiuddaliùtxi!  \~«od,"im,  dalia  l'in;  man.  Februarii  16A0; 
«  termina  cosi  :  Miiìimtuhm  piTteHite  evi,  i/uud  nihilomiiius  a  U 
siin'ipii-tar  !iiìun  animo,  eum  ah  Nomine  profili  scalar,  ani  non  minai 
mas  est  uaam  lai  ipsias.  Il  primo  opuscolo  cunloriulo  in  questo 
codice  concerne  ,  come  al, Inani  veduto.  Marzia  moglie  di  Ca- 
tone maritata  ad  Ortensio;  il  secondo,  l'Anima  di  Traiano,  e 
illudi  hi:  '.dira  ttiriosilà ,  colui!  ili  è  scritto.  Io  credo  illudili  questi 
due  opuscoli,  che  adc-peondo  il  vriccbolo  dell' ,uit')i'.\'  sono 
veramente  curiati.  Quatti' è  allo  stile  e  alla  lingua  non  può 
dirsene  lutto  il  bene  nu  nò  pur  tutto  ii  male.  Varie  opere 
a  stampa  di  questo  sfrittole  '  elio  ih  di  Poschiavo  ne  Gri- 
Itiuni  ;  stanno  1-ee.is'r.ile  ne:  c:il delia  iibieri.i  f';i|ipiju!  , 

ed  in  altri  cataloghi,  ma  non  È  fatta  menzione  di  queste  due. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


8125'. 

ilio'.  Ragionamento  di  Francesco  Seri  tonati  sui  costumi 
de'  Turchi. 

Caria™,  in  g-,  cimieri  rimivi,  sui, In. vi5,  di  linoni  curi  jurviiiuiic.  ili 
pflgiuc  ivo-,  odia  suo  Icgituia  originile. 

Cuiitiuiic  rjiiE'-slu  jnH.vio.si-  [iodico  mi  lungo  discorso,  prece- 
dulo  da  uno  lettera  scritta  di  Firenze  a' lòdi  aprile  dell' 
il  rum  i  ór)/i  da  Francesco  S: -ninnali  a  11' Keniano  !>iìii  diovanni 
Medici  sui  crollimi  dei  Tintili,  del  .Sei-donati  medesimo.  Dico 
pnv.iosu  codice  pi's-  due  ragioni  ;  e  la  prima  è  ([mista,  che  por 

lieo,  che  il  Perdonati  offerse  al  Malici;  e  la  seconda  6  pecchi 
nò  l'acci iiali;sii ni;  (iamhj  .  ne.  altri  Ili  li  Mortali  eli' io  conciliai, 
lamio  menzione  di  questa  operetta  d'  uno  scrillorc  Unto  cele- 
brato e  lodato  per  !a  pnre;./.i  ed  i-lei..-n]/a  liella  sua  penna  nella 
nostra  lingua.  La  sopradilolla  Intiera  deilioaloria  incomincia 
così  :  -lo  mi  sono  multe  \ollc  musso  mero  nieiìesinnj  a  pensar 

■  per  ciò  conseguire,  primameiito  compariscono  e  si  fanno 
:  11 'il,  ie  con  eel  li  ri'  miniali  fé  rei  i  a  ti  riverso  la  spalla,  e  per 

■  lo  petto,  ■  ce.  ee.  E  termina  con  questo  paiolo  :  -Farò  ornai 
«  line,  piagando  Iddio,  che  le  dia  quanto  desidera,  e  Lei  a 
,  Iciicrmc  nel  numero  de' suoi  forloh  servidori ,  il  quale  tutto 

■  che  sia  minino  nel  potere,  non  sarà  ad  alcuno  inferiori! 


Oigilized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i Ai 

■  iicll'anezzionc  et  osservanza  verso  di  Lei.  ■  Oltre  agii  stiiclj, 
l'ili?,  come  lui  dello  ip li  poni  sopra,  in  iin  fritti  jii!]'  i.ihiiim  rrr 
r-eipicsto  se  ritti!  sìa  -Lato  |n:l)]:-ìiciil(i  u  li n,  rivolutili i  ;iì  di.  A Ln Ir 
Iìcttio  bibliotecario  della  Marciana,  eh'  ù  anche  ricchissima  .li 

ed  ebh'ogìi  ìa  borila  di  scrivermi  il  di  ria  agosto  i83i,  e  fin 
d'allora  ch'io  mi  ritrovava  in  l'in  izi ,  un'  s.^m'iiti  lei  mini  :  fV* 
ilNyri,  ni  il  Monili  fan  cenno -del  discorso  del  Sentanoli  sai  costumi 
ilei  l'urlili,  i-'.ijllidmi itli-  min  ih  fa  panila  alenila  il  Mi.tiicllin  nella 
saie  BilliotL  (Ustorie.  Lipsiae,  i  78  j,  duce  dà  l'elenca  di  nule  le 
opero  pubblicale  intorno  alt' Impero  Ottomano,  \clla  nostra  Mar- 
ciumi, e  fra  la  riera  atriV  iLijli  upinioli ,  eie  ptiuntiaimi,  non  esule. 
Ella  aiiiinijiie  pati  conccpin  fondate  speranze,  eli  et  ila  inedito,  li 
non  1;  iltililiin,  chi:  srl  (jiH'sIii  open'lta  min  villi?  ancora  la  luce, 
si  come  pare,  non  pochi  brameranno  di  uve  etti?  tosto  copia  per 
pul)li?iiiu'iii?l,i  uri  ulililii  della  no.sli'a  I  ri  ti  ira  tu  fa  ,  e  insieme 
dulia  gloria  della  nazione  Ottomana. 

8126. 

167.  Volgai'iznimailo  di  una  IcLlun  di  liircroue  a  Quinto 
suo  fratello,  e  d'altra  del  Petrarca  a  PJicola  Acciainoli. 

I.Jiìi^'J,    ili   ?■■'■    (aijt'.Lli    CUl'^vi,    '■T'ili   SVI",   'li    tllll.HJ  liULM'r.3ZÌll[.r- 

'J  ti  i-aio  codkctlo  contieni:  la  tr.idu/ionr  in  volgare  ili  dm.i 
classiche  epistole;  l' una  cioè  di  Marco  Tullio  Cicerone  a  Quinto 
Cicerone  ano  fratello  confermato  pel  terzo  anno  proconsolo 
in  Asia;  e  l'aìtra  di  Francesco  Petrarca  a  messere  Nicola  Ac- 
ciainoli tri'an  siniscalco  di  Tripoli  n<::ia  circustaio'.a  ilei  coro- 
namento del  re  Luigi.  La  lettera  di  Cicerone  è  acconi pagliata 
da  alcune  noierelle  sensatissime,  e  la  traduzione  ini  sembra 


■  Sa  MANOSCRITTI  ITALIANI 

|ii  il  "litanie  'li  quelle,  (In1  l'i  i  i.  li  t]-;jhi  il  l'ansio  ri;i  Lon-iaini, 
ed  il  Guido  Loglio.  Il  voi  garir/.a  inculo  poi  ridi'  altra  lettera 
del  I  '.  ■  I  i.i  i  i.i  ni]'  Armaiuoli  e  un  [ni'  oiesdiimi.  aurlu-  [ut  ilo 
die  riguarda  il  vero  significalo  (li  alcuni  vocaboli  e  modi  di 
dire  adoperati  rial  l'eira  rea;  né  clii  lessi-  i:  studiti  le  opere.  Li- 
tinti  di  questo  grand' uomo  l'ari  ili  l  iii  maraviglia.  Ami  io 
tenni  sempre  per  l'orino,  olir  sia  molto  e  mollo  più  facile  il 
dare  una  buuna  versione  italiana  di  una  orazione  o  dì  una 
lettera  di  Cicerone,  di  quello  clic  di  mi  discorso  o  di  una 
ietterà  ilei  Petrarca,  e  spero  elio  i  letterati  me  ne  faranno  ra- 
gione. Del  resto ,  essi  vaìgai-iiiamenti  sono  inedili  tutti  e  due. 

8127. 

]68.  Lodi  di  alcuni  Cardinali  creati  da  Urbano  Vili", 

scrilte  da  Orlando  Corrieri. 


io  questo  codil  i;,  t'iinii!  in;  porla  il  titolo  .seguente,  coni™- 
gonsi  le—  Lidi  detti  sii.  Eiìi.  e  /li"',  sapori  (lanliiiuii  cv.tO  daìin 
Sanila  di  N.  S.  Papa  Urbano  ¥111.  li  xvi.  di  Deccmbre  mdcxli. 
L'operetta  i:  (li'dif;il.,i  ai  larriioair  \hzarino,  e  fu  comprisi!, 
come  vedesi  in  lini'  rifila  cJ ■  ■■  I i ■  -;i loria ,  da  un  Oliando  Corneri 
l'anno  i6ja  in  Roma.  11  codice  ha  lutti  caratteri  d'essere 
l'autografo,  ami  sembra  quello  slesso,  die  l'autore  offerse  al 
Maialino.  Chi  sia  questo  Cimieri  io  non  saprei  dirne;ma  per 
la  urilura  dell-'  Ituli  eli' l'i  Ir;  ili  lutti  quo  novelli  pili  porali 
pare,  clic  la  sua  penna  fosse  guidala  o  ila  una  estrema  gra- 
ti Uni  ine  pe'  liem'licii  ricevuti,  o  dalla  più  viva  speranza  dì 
poter  ottenerne.  Intorno  pui  al  merito  dello  scritto,  quant'è 


DigitizM  &y  Google 


DF.LLA  BIBLIOTECA  DEI.  UE.  18S 
a  ciò  che;  concerne  la  nostra  favella,  credo  possa  affermarsi 
essere  assai  da  poco. 

8127 3. 

169.  Leltere  di  Vincenzo  Luccioli. 
Cartaceo,  in  i-,  cantieri  amivi,  secolo  wn',  ili  nanna  conwnniioiie. 

Sono  in  questo  emiice,  coni'.'  Incesi  in  sul  principi'.), 
cune  —  Lettere  familiari  ili  ilin-m  jcum  .11  ritli-  per  ien  itw  dt-ll' 
Eminentis",  si//.  Cantinalc  Otti/boni  da  hip  VÌKeitm  l.wxudi  da 
Bevaana  secretano  di  detto  Eminentissimo  in  Roma  et  in  Brescia. 
Spinili'.'!  i-Ibi:  il  colliri!  .-!.■!  a  n  ingnillii,  e  ri"!  il  Luccioli  i-oii li'ii li- 
delia  sua  penna  abbia  voluto  serbarne  nella  presente  una  co- 
pia per  se  niedi'siiuo.  Non  iluliitn  dm  anche  il  cardinale  ne 
ari  stato  contento;  nia  non  mi  pare,  che  queste  letture  servir 
possano  di  esempi')  al  nasini  scrivi' re  quanto  alla  dizione,  e 
ni  pur  di  modello  agli  usi  diplomatici  ile'  nostri  giorni. 
Siccome  p-.-ro  eor.teri!>iirici  iic'  hilli ,  i  quali  possono  sommi- 
nistrare qualche  lume  alla  storia  del  tempo ,  cosi  sotto  questo 
punto  di  vista  il  codice  deve  pur  tenersi  in  qualche  conto. 

8127". 

170.  Discorso  di  Girolamo  Torri  ani  sull'avvedimento  e 
prudenza  di  un  Ambasciatore. 

Cartaceo,  secolo  IYifl.  in  fi",  r.i]. fieri  li'iiili ,  :li  ]i.':;ini-  1  "1>.  ili  Iiil.iiiIl 

Contiene  il  presente  codice  (il  quale,  se  non  l'autografo 
sembrami  almeno  l'autentico,  clic  fu  offerto]  un  —  Trattato 


■  84  MANOSCRITTI  ITALIANI 

siili'  nini  r.hr  ilMitimo  ai.cn:  dii  erre ,  sbi'ì'o,  prudente,  et  accorto 
Aiuliittiìattire.  1"  pioootliilo  ila  min  lettela  dedicatoria  Mitliisri'itta 
Hall' autore  d'osso  trattato,  clic  fu  Girolamo  Torriani.  Il  trat- 
tati) ovvero  discorso  k  dedicato,  come  leggesi  innanzi  la  let- 
tera —  AirithstK  Monsignore  Erniari  Presidente,  Ambasciatore, 
et  CmìgUm  di  Sua  Maestà,  et  Signore  di  Selkrì.  Questo  sig1 
iiniìarl  risedè  in  allora  tu'] In  Sii-z/oia  pel  ri'  Cnsliauissiiiiu.  li 
'lisnirpo  ti  divi:-::-  in  ([un  1 1 1 iv I i l'i  r.t pi 1 1 ■.; i ,  (tri  primo  de'  quali  è 
l'arjnuiieritu  clie  :  >  Ili  qiic.ilii  illune  Ambasciatore;  sua 

■  de[;ni<ioiie:  ci  (lì  <[ii.il  t'ti  ftcl-.Lvi  isseri-  l'Ani bacialo  re:  ■■  f 
dell'  ultimo  l'argomento  è  questo:  .Quale  sia  più  difficile 
"  lepliono,  o  quella  fatta  ad  un  Principe,  ovvero  ad  una  re- 
«  pubblica.  ■  l'or  le  indagini  clic  lio  fatte  odo  potei  conoscere 
ne  sia  stala  posta  in  luce  o  no  questa  bella  operetta;  ma  e  per 
le  cose  die  sono  ivi  scriUn,  e  poi  modo  con  cui  sono  scritte 
mi  pare  ben  degna  «V  essere  pubblicata. 

8130. 

171.  Epistola  del  Boccaccia  a  Pino  de  Rossi  ;  Oraiìonp 
del  Bisaro;  ed  altra  di  Francesco  ùipodilisla. 


Ijrucco.  in  8*,  cullisi  prtuoth*  tonili,  swoln  iv,  di  buoni 


per  confortarlo  delio  esita,  nel  anale  T  era  stato  posto.  Io  credo  che 
il  Gamba,  allorachc  l'anno  i8i5,  consultale  tulle  l'edizioni 
di  questa  epistola  la  pubblici ,  poro  o  nulla  avrebbe  potuto 
giocarsi  del  codice  presente,  poiché  il  riconobbi  scritto  con 


Digilized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i85 
tale.  iii-^ligcn/.a  che  nulla  (.h..  — I.a  secnntla  npri-ella  ì:  quesla  ; 
Orazi'onp  de/ clini  ni  Dattvrc  maser  Matlio  Misuro  Vicentino  allo 
inlaslro  Conte  Francesco  Sforza.  È  una  specie  di  panegirico  dello 
.Sforza,  ma  limili  bassi,  nella  dizione,  quanto  m;] li;  lodi,  ihe 

il  Bisaro  fa  del  sopraddetto  Sforza,  assomigliandolo  niente 
meno  che  ,1  Fabio  nella  snpicriTn ,  ad  Annibale  nella  fatica,  a 
Cesare  nella  celerità,  a  Scipione  noil.n  felicità,  ce.  ve.  I.a  tersa 
Operetta  È  —  Onwimic  fatta  per  messcr  l-'iaiacsin  Cao  de  Listo 
Ambasciador  de  i'ailuani  a  li  Sirmità  di  m-sser  l'asijiiu!  Miiii/iùnt 
Doge  di  Venezia.  Anche  questa  orazione,  quant'è  a]Ja  nostra 
lingua,  mi  pare  dì  poco  pregio;  ma  q  nani' e  alla  storia  di  miei 
tempo,  forse  potrebbe  [inveirne  utile  lo  studio,  se  non  fu 
pubblicata,  come  non  credo.  Ma  ce  ne  dirà  con  buon  fonda- 
mento il  sig*  dottore  Piana  avvocato  padovano  zelante  ricogli- 
tore  delle  cose  patrie,  che  la  serberà  l'urie  (va  i  Miai  manos- 
critti. Non  è  in  questo  codice  ni  sui  principio  ni  in  fine 
indicazione  alcuna  di  tempo,  o  di  luogo,  o  di  colui  che  lo 

8131. 

173.  La  Fiammetta  di  Giovanni  Boccaccio. 

Con  lime  qiie.il  ;i  bellissimo  celli  ee  la  /■ 'infuni,  tti:  di  I  111  1  mi,  re 
Essa  è  iliiisa  Iti  nove  libri  n  capiti)]!,  sì  conie  in  tutti  gli  an- 
tichi manoscritti  e  nelle  lecclue  edizioni;  uon  conoscendosi 
che  la  edizione  pubblicala  'li  quest'opera  in  Firenze  per  le 
stampe  di  Filippo  Giunti  l'anno  1  .ìi)4  iti  8",  nella  quale  la 
Fiammetta  sia  stala  divisa  iu  sede  soli  libri  o  capitoli.  Non  so 
da  qua!  codice  il  Giunti  abbia  tratta  la  sua  edizione,  la  quale 


rS6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

per  avviso  de'  letterati ,  sì  cerno  il  (ianiba  il  conferma ,  è  pre- 
gevole; ma  cerlu  è,  die  il  codice  presente  meriterebbe  a  parer 
mio  d'essere  consultato  nel  caso  di  una  novella  ristampa  dell' 
!>()■; r m  sopraddeltii,  iluvi'  l\'dr.-.ionc.  rinl  (duriti  in  (pili  lolle  plesso 
ci  lascia  ancora  nel  dubbio  o  nella  oscurila,  potando  ben 
'"■■•ì  dielii,ir;usi  pr  i'i^i  v.  .sopra  tutti-  I'  altre  edizioni  ma  non 
perciò  l  if;  r  Irti,;  nellii  i  li  il  in,'  di  un  ti  ■.-.In,  elicsi  spesso  ili  j;imslo 

studioso  amatore  della  nostra  favella.  Ne  trascrivo  alcune  lince 
del  capitolo  i":  —  ■  Ki  ti  il  giovem;  av\  min  Lessili  io,  si  come  più 
»  volte  esperie  il /.a  eenilt!  lestiinooio.  l'.^li  rade  Milte  et  liultes- 
«  rissima  mente  venendo  colà  dovi;  io  era  :  quasi  <|irel  lo  nu'ile- 
•  simo  avesse  proposto  che  io,  ciò  è  ili  celare  in  tutto  le  amorose 
■■  liaumio:  toh  oeeliio  cantici  ino  ini'  miii^  n.  Certo  si;  io  urlassi 
■  die  quando  ciò  avveniva  che  io  il  vedessi,  ■  ec.  Termina  il 
nianosi.-i-itlo  con  queste  parole  ;  l'inis.  Die  Mi  miro.  Wl.  Murili. 

i468. 

8131*. 

173.  La  storia  di  Fiorio  e  Biaucalioi  e;  e  le  "osi  e  di  Giulio 

Mniihranai™ ,  in  S'  granile,  anneri  lonrli,  secolo  10*.  mil  torutrutu, 
|To  dell,  pwlt  monda.    ^  P      P  P  P 

Due  sono  le  opere  che  si  conlcii(;otii>  m  i  presente  codice.  La 
prima  è  1::  e,ia  nota  storia  di  fiorili  l'  j h;o Tii'i-u .  itili  si  gu.Jóta 
e  iiialinittal.i,  tbe  noti  ne  dirò  piò  olirò.  I, Illude  con  questo 
panile  :  finis.  Limi  Dm.  knnn  Dai.  m. ecce. i.i.n.  V'Ha  seconda 
parie  ilei  collier  si  rom  prendono  le  «esie  ili  (  indio  Cesare,  e  la 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  187 
descrizione  di  tulli  gli  onori,  clic  gii  sodo  stati  rcnduti  in  sua 
vita.  Sembra  in  qualche  modo  un  estratto  dei  Comontarj,  e 
panni  pure  scritto  con  molta  grazia  di  stile,  ed  eleganza  dì 
lingua.  Peccata  di' ci  inaridii,  come  iliwi,  di  ijudche  (udii, 
nd  principio  ;  die  di']  resto  uieritcrclibe  che  se  ne  lucesse  uno 
studio  particolare,  il  quale  tornar  potrebbe  in  vantaggio  dell' 
amena  letteratura.  :.  , 

8152'. 

r  7/1.  Lettere  dei  cardinale  Ippolito  d'Este  a  Pio  IV,  ed 
al  cardinale  Borromeo. 

Cartaceo,  iti  4".  ramltrri  .invili  .      ni. .  i^r.  ili  ultima  fonsFrvarione- 

Doi  pi-esente  codice  il  titolo  è  questo:  Ledere  d'Ippolito  d" liste, 
Carilimttt  ili  l'emim  ,  Lnjiitii  iti  Francìtt  ,  tt.ritte  al  t'ajiu  l'in  l\ 
fi  al  sia.  Collimale  Borromeo.  Io  non  dubito  punto,  che  di  tutte 
le  lettere  eruiteinili:  ni  questo  (orlici'  min  -r  111'  sechi  esempio 

credo,  sieno  incitili.- ,  putrii  liicilmenle  chiunque  averne  una 
copia.  Ma  nel  caso  die  tutte  11  in  parie,  11111.™  in  e  coii.siileralii 
la  distanza  (le'  tempi  (poidiè  quella  eh' è  di  data  a  noi  più 
vicina  in  questo  cullici:  e  ile  11' ai  11  io  1  si  fossero  perduti', 
non  sari  discara,  non  diro  ti'  più  severi  studiosi  e  coltivatori 
della  nostra  favella  (die  veramente  truppe  cose  per  questo 
ri.spelln  sa  re  b  beni  11  censurarsi  j,  ina  belisi  ,ip.li  amatori  delle 
cose  patrie,  e  specialmente  polilidie  e  religiose,  la  notizia 
dell'esistenza  di  queste  lettere,  die  davicro  mi  sembrano  assai 
importanti.  La  Intiera  ben  lunga,  che  Ippolito  d'Este  in  qua- 
lità di  legato  del  i'oiitefice  sciis.se  di  l'arici  al  cardinale  Borro- 
meo nella  circostanza  di  un  libre  ivi  venuto  in  luce  sali' errore 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


de  aiuoli/:!  nell' aiorare  le  sacre  ìmagini,  parrai  degna  d'esser 
Iella  per  la  profondità  delle  dottrine,  ch'essa  contiene,  e  per 
('  imparzialità  con  cui  è  sprilla,  recandosi  le  ragioni  tutte  che 
in  difesa  ed  in  opposizione  si  adducono  si  dell'una,  che 
dell'alila  parie. 

8152V 

175.  Notizie  c  Memorie  diverse,  scritte  da  Giovanni 
Batista  Giraldi. 


Prezioso  in  veto,  ami  preziosissimo  e.  qurslo  ridite,  lutto 
scritto  di  propria  mano  da  Gio\aniii  ISalisla  Giraldi,  e  tutto, 
come  non  ne  ho  dubbio,  inedito.  È  intitolato  cosi  :  «Zibaldone 
'  di  rose  scritte  alla  Carlona;  ma  verrà  beni:,  per  esserci  den- 
•  Irò  scritte  tulle  le  mie  coglionerie.  ■  Pei  la  natura  slessa  del 

Tatte  e  da  farsi;  valori  delle  monete  del  proprio  paese,  e  ili 
quelle  d' altri  siali;  differenze  di  pesi  e  misure;  relazioni  di 
viaji'si  ■  Narri 'U  li  e  aneddoti  die  li  riguardami  paitieol  a  rinvi)  te: 
lettere  non  solo  ilaliaue.  ina  audio  latine  e  non  poche;  e  Ira 
ipiesti'  alenile  11  pescosi,  a  duelli,  a  princìpi;  consigli  dalì  a 
([ii.il'.'ìii!  gl'io)  persona^io  in  ,i"e;oiiie)i1o  economico;  in  somma 
un  verissimi]  tUtiliìune,  ma  .seri Ilo  dal  Giraldi.  In  un  viaggio 
ch'ei  fece  Tanno  i563  per  la  Francia  aveva  per  compagno 
Guido  Cavalcanti,  e  venendo  a  raccontare  tutto  quello,  che 
dì  giorno  in  giorno  arcadevagli,  scrive  rpiesle  parole  :  .Et 
■  cosi  fu  finito  il  viaggio  da  Turino  a  Lyono  et  arrivammo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  189 

■  di  buon'ora.  Alli  io  di  Lugli"  mpwr  (lindo  Cavalcanti  voile 

■  che  io  andassi  à  Cremicux  dove  era  la  corte  del  Re  et  del 
.  Duca  di  Savoia  pei-  parlare  del  negoiio  ci  risolverlo  o  dentro 
•  o  fiiore.  <  —  Non  saprei  dir  a  bastanza  tini  quanto  piacere 
io  aiibia  l«t:a  pressoché  tutto  questo  codice  benché  di  (il tri- 
a  seicento  pagine.  Desidero  che  qualche  mio  conciltadiuo 
voglia  farne  un  dono  alla  nostra  letteratura  chiedendone 
copia,  e  mettendone  in  luce  le  cose  più  importanti  o  ri- 
guardo alla  storia,  o  allo  scienze,  o  ai  In  letteratura  mei  lesi]  uà, 
che  vi  si  contengono. 

8135. 

176.  Ciò  che  accadde  in  Roma  ai  tempo  di  Roberto  re  dì 
Napoli;  con  la  Vita  di  Nicola  da  Rienzo. 

Cartaceo,  in  8B,  caratteri  corsivi,  secolo       ben  conservato. 

una  slorirTdi  ciò  che  avvenne  in  Roma  al  tempo  del  re  Ro- 
berto di  Napoli.  Questa  storia  è  divisa  per  capitoli,  de'  quali 
è  la  tavola  sul  principio.  Dice  l'autore:,  che  dapprima  aveva 
scritta  questa  storia  in  latino  morto,  e  che  di  poi  per  comune 
stilili  t  difetta  la  rese  volgare.  Non  i  dichiarato  il  nome  dell'au- 
tore ;  ma  se  giusta  il  suo  dire  era  morie  il  latino  con  eoi  dap- 
prima la  scrisse,  pare  a  me  già  corrotto  cadavere  il  volgare 
in  cui  l'ha  trasportala.  Sembra  però,  eh1  ci  scrivesse  nel  tempo 
in  cui  avvennero  io  Roma  i  latti  ch'egli  racconta .  e  quindi 
dal  lato  della  storia  è  un  codice  di  qualche  pregio,  e  che 
potrebh' essere  consultilo  eoi)  fruito. —  La  feconda  operetta, 
chequi  contiensi  è  la  Filo  di  Cola  di  Rienzo;  e  questa  abbraccia 
la  più  grati  parie  del  volume.  Quant'è  alla  dizione,  non  olire 


ig,.  MANOSCRITTI  ITALIANI 

i-M!iUf]j  diliello  scrivere;  ma  quanlo  alla  storiasi  conoseein  vista 
essere  .sliita  scrina  con  tult:j  l'i  riarmi  iti,  i.'  l'impaniai  ita  d'  uno 
storico.  A* giorni  nostri  il  (labrini  pubMico  la  vita  dei  celebre, 
capitano,  quale  fu  Nicola  di  Rienzo,  io  Roma  l'anno  1806 
in  X".  [iri  le  stampe  ili'l  !,'uÌ!ii.[ii;  1'  (l.)j:iMli  ini,  /oiirino  Ilo 
la  diede  nuovaniruie  in  luce,  sopra  mi  endice  del  secolo  itv", 
ili  Forlì  l'anno  1838,  io  due  voi.  in  la0.—  Ciò  nulla  ostante 
io  credo,  elle  volendosi  nuovamente  riprodurre  la  vita  mede- 
sima, non  dovrebb'  essere  trascurata  la  lettura  dei  predente 

8154. 

1 77.  Le  Lettere)  ilei  Bembo.  .'.    .    .  : 


Si  contengono  in  questo  codice  le  lettere  amorose  del 
Benilio,  ed  è  divisti  in  due  parli.  Nella  prima  sono  lettere 
i  urli  ri  III'  n  varie  donni'  di  alla  :■(■■■  ra,  si  etimo  a  Lucrezia  Bornia 
ili  Ferrara,  atl  Kniilia  ria  ila  \ltintrlolh  o.  a  Lisaoiilta  duchessa 
d'Urbino,  a  Veronica  Gaio  hai  a  di  Coi  n.'i^io.  ee,  ;  dulie  quali, 
per  esami  liittine,  non  podio  sono  liillavia  inedite.  E  corta- 
nionte  sono  d' importa  ima  indiri//.atu  essendo  ad  illusili  sue 
amiclie,  e  nella  sua  età  più  giovanile.  Aggiungo  :che  sono  qui 
Inscritto  con  molla  diiigeuia  e  correnone  grandissima  ;  1; 
scou  rametti  e.  tolto  dall' autografo,  ti  da  una  cuoia  accurata- 
mente tratta  da  quello.  —  La  seconda  parte  comprende  le 
Lettore  gioteniii  amorosa  (del  Bembo  medesimo)  scritte  ad  ana 
donna,  il  cui  «onte  31  Ime,  le  quali  sono  gin  note  c  si  leggono 
nella  raccolta  di  tutte  le  sue  opere.  Forse  però  non  sarà  inu- 
tili' eli' io  qui  trascriva  il  principio  della  prima  .  e.  dell' tilt  in:.., 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  191 
e  per  tal  melo  gli  ;im.iiori  delle  nostre  rose  letterarie  potranno 
a  lor  agio  farne  un  riscontro. La  prima  incomincia  cosi:  -  Se io 

.  quello  jjiii  Limi)  tempo  per  mio  studio ,  elle  "fa  per  vostra 

■  grazia  sono.  Ma  por  ciò  die  si  rara  miracolo  nou  si  pn  te  va 
-  crederlo  sema  vistarlo  i  c.  re.  Stale  sana;  a'i.  di  l'eli.  mi.  il) 
•  Vinegia.  »  —  L'  ultima  lelleia  incomincia  rosi  :  .  La  doloeiia 

■  del  vostro  dono  che  io  cbLi  con  ìc  vostre  divine  carte ,  quan- 

■  tunque  sia  molla,  pure  non  e  stata  tanta,  elle  aliliia  potuto 
.  raddolcire  l' amaro,  chi;  esse  rane  tu"  hanno  portato  o  lasciali, 
.nel  cuore,  lo  aìlo'nconlrn  nitro  clic  lagrime  donar  non  vi 
■■  pii.«i|  r if-L !(  ([tirili  se  sete  l  usrai  .  filini'  mi  [i:ir  elle  slitte,  seguile 

■  come  aietr  ini.  imi  urtato  ,  die  io  dovizins,-;  iarvene  j  io-mi  ic. 

Onesti;  lot:i'i'e.  eli:?  :;i  cnulenrjoiin  nella  parte  seconda  ilei 
presente  codice,  alihrarriaini  ri  ira  iso  pagine. 

.  8155. 
178.  Dizionario  di  rime.. 

Questo  codice  di  circa  4oo  pagine  contiene  un  rimario,  0 

pazienza  per  proprio  uso  dell'  autore ,  e  niente  meno  con  fino 
di.seerriiineiiln,  non  avendo  traili-  le  rime  se  non  clic  dalla 
Divini  Cdinmtiliu  di  II'  Alighieri ,  e  dui  I  lunn: mere  del  Pe- 
trarca. Sono  notati  di  ci  asc  lied  ima  rima  il  pticla  ed  i!  luogo 
donde  fu  tolta.  Termina  il  endiec,  il  quale  seni  lira  avere  tott'i 


ig'j  MANOSCRITTI  ITALIANI 

caratteri  d'autografo,  con  queste  parole:  Finis.  Jacobas  Bet- 
■  itin  t'K.  tuli  ini.  min mlir? .  Mmsw  ii:>i,i.;itiiit:  Hcn  dito  il  nostri» 
Gamba,  che  non  si  tosi o  che  usci  in  luce  il  Rimario  del  Baiai™ 
in  l'adina  pel  [jv  ì'  amili  1 7 fi ,H  in  j1',  'in!  quale  si  siimi  pili 
latte,  u  si  vanno  si  iii|iiv  pin  niultipKcaiido  In  risluuipc,  iutt'i 
vecchi  riraarj  caddero  in  totali:  dimenticanza,  Se  quindi  io  dissi 
iilcutic  parole  (le!  presente  codice,  ci6  Tu  non  solo  perchè  mi 
sono  proposto  di  dar  notizia  di  lutti,  niuno  eccettuato,  i  ma- 
noscritti italiani  di  questa  regia  liihliotcca,  ina  anche  perchè 
vi  sta  scritto  il  iionie  ili']  .mio  anturi-,  ciò  die  [orsi!  putrii  im- 
portare a  qnalchcduno  de'  miei  lettori. 

8156. 

170.  Terrine  in  lode  di  bella  donna;  e  versione  in  ottava 
rima  dell'Eneide  di  Virgilio. 

Curili»,  in  8\  cantieri  tondi,  secoli*  11-,  difettoso  in  fine  di  alcuni  fogli 

Comincia  questi»  codice  culi  un  ccniiiiaio  di  terrine  in  lode 
di  una  bella  donna,  di  cui  taceri  il  nome.  fion  è  sema  ele- 
ganza io  scrinin  e  ,  ini'  m il. 'lidi,  il  11  il;* ni  ura  I'  Ali  idilli- i-i ,  ora 
il  Petrarca,  e  non  polendo  rimanersi  dal  frammettervi  a 
quando  a  quando  non  dirò-  cose  indecenti,  ina  poco  serie  e 
non  bene  conuuiimiti  all'argomento,  rende  per  ciò  men  pre- 
giato il  5110  lavoro,  il  quale  termina  cosi: 

Più  lie'  capegli  mai  non  vide  Apollo, 
Cie-i  «li  ili-si  :  l'I  ti  ledili  mi  ponno. 
Et  poi  gli  ailvolsi  Ir-  mie  braccio  al  collo , 
MI'T  si  r  i]'[ic  il'iiMi-^i  cj^ii  '1  nonno. 

I  quali  versi  siine  poi  seguitati  da  uno  scherzo ,  ch'io  lascio  in 


DELLA  BIBLIOTECA  T1FX  RE, 

veramente  una  parafrasi  in  ottave  rima  d<  11'  km  ido  di  Virgi- 
lio, e  porla  in  fronte  queste  parole  :  Virgilio*  est  nomea  cita. 
No  ho  lotto  duo  o  tre  stanze,  ma  la  pazienza  mi  abbanlorió . 
c  non  potei  leggerne  di  vantaggio. 


180.  Comcnto  delle  tragedie  di  Seneca. 

CirL-ici"!,  iti       grandi'.  -.T.ill  rei  ^oiiri  :l[.;.ì  l.r'illi  r  prr?  ir:  i  :ivl]:;:il.ii  i . 

Contieni)  in  <  1  e ■  ejjì. In  codine  un  comcnto  delie  tragedie  di 
Seneca.  Lo  correzioni,  io  aLTe;iui:tc.  li-  cancellature,  il  carat- 
tere stesso,  (ulto  dà  a  vedere  clie  il  codice  è  autografo.  E  non 
conoscendosi  da' nostri  bibliografi  un  sì  luiipjo  tomento  ita- 
liano posto  io  luce  sopra  lo  tragedie  ili  .Seneca,  può  anche 
reputarsi  medito.  Non  v'ha  nome  di  autore,  riè  indicanone 
alcuna  di  tempo  0  di  luogo.  Por  quel  picciolo  studio  ch'i  a  oc 
ho  fatto,  essendoché  i  caratteri  sono  anche  in  molti  luoghi 
consunti ,  vi  riconobbi  molta  eleganza  di  stile.  Forse  (jiialclie 
cultore  della  nostra  lingua  poli-,'*  nudi  rcndorchuon  servigio 
alla  letteratura  italiana  ponendosi  ad  esaminarlo,  e,  se  così 
fjir.  ne  parerà,  mctlcndolo  iti  luco. 

8159. 

181.  I  Trionfi  del  Petrarca. 

Membranaceo ,  in  s',  f.iniin-i  :r.r.rii ,  «re li  .tv,  sullk Irntrml-sUr:  rnr.-u.alo. 
In  questo  codice  si  contengono  i  Trionfi  del  Petrarca  con 


OigiiizM  by  Google 


,,,/,  MANOSCRITTI  ITALIANI 

qualche  brevi;  annotazione  u'  Tiiargìiii.  Scorso  eli  io  l' ebbi  qui 
e  là  m'avvidi  ben  tosto,  elio  colui  clic  scrisse  non  ero  un  let- 
terato, ma  che  per  altro  aveva  avuta  la  fortuna  ili  copiare  il 
lesto  da  un  endici1  ili  binino  lezione,  v  con  l'orme  al  dettato 
del  poeta.  Per  esempio,  il  verso: 

.  Ite  superbi,  o  miseri  Cristiani  ; . 

e  l'altro: 

.  Di  quel  gran  nido  garrulo  e  inquieto,  ■ 

[  il  primo  nel  capitolo  il"  della  Morte,  e  l'altro  al  capitolo  f" 
di' Il  a  l-'aina)  «osi  appunto,  imi  ni' esser  deve,  si  li'jjjjixm  si-filli 
in*!  presente  codice;  il  qnule  né  sul  jui ne i pin  ne  in  fine  ha 
nota  alcuna  di  hinjrn  o  di  li'inpn,  e  termina  rini  queste  parole: 
Fini*.  Deo  ijralmj. 

8139*. 

182.  Dell'Amore  umano;  trattalo  di  Flaminio  Nobili. 

Cntlixii,  «inilt.'ri  |ir.--.s. irli'- limili ,  ™ìii  Mi",  (li  |i»|rii>»  Ufi.  ili  tniniia 

OtunTOitnM. 

Il  trattato  dell  uno  ir  imiami,  composti'  (In  Flaminio  Nobili 
è  il  contenuto  di  questo  codice.  Già  è  nota  la  stima,  in  eh' ch- 
inai, spe  ci  a  Ini  mi  te  al  suo  tempo,  questo  scritti),  allorachi'*  per 
la  prima  volta  vide  lu  luce  per  le  stampe  del  Bus-draghi  in 
Lucca  l'anno  1 5G7 ,  in  i\  e  che  fu  di  poi  riprodotto  in  Bo- 
logna pel  Bonardo  nella  forma  medesima  l'anno  1  58o.  li 
dedicato,  ionie  l-'gc/'.i  ""i  principili' —  MI'  Himu.  il  I-'„:  Siyanr 
Ih»  Frani, e.,-™  l'rim  ifir  di  Firenze;  eil  è  copili  veramente  accu- 
rato, ed  eseguita  ora  ogni  ililii-eii/e  e  corre  /.ione.  Nella  prima 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  19S 
pnjrina  è  una  noia,  |i(!i-  la  quali!  sì  la  sajii-ni  din  il  possessore 
dui  prusi'iitc  cuilicu  lu  un  .Nicolo  Ad  irili .  Ioih:  li:iliMu  ili  (]ud 
benedetto,  clic  ncll.n  Ciynnliit,  attribuita  al  Lasca,  si  nascosi' 
sotto  il  nome  del  Forabosco. 

SUO. 

i  Hi.  Li:  Poì>-ìc  Miliari  (kil  Pnli-arca. 

Cariar™,  ili  fi-  Brandii,  rarisll.ri  Icrali,  •unii"  'V.  ili  iti  clinic  consenaiitiiiE . 

Questo  e  tutto  ciò.  die  può  direi  in  lode  di  questo  codice, 
clie  tutte  le  poesie  volani  del  l'i'triiiTa  c.hth  p  ri-ut  li1  ;  ma  niuiilu 
quant'è  at  merito  della  lezione.  Non  solo  si  conosce,  clic 

favella,  ma  ciò  die  più  importo  si  scorge  ch'ei  trasse  la  sua 
copia  da  un  iti.iooiciiltii  ile  piò  iconutti  c  malconci. 

SUO". 

184.  La  Bella  mano  di  Giusto  de  Conti. 

I,n  Mia  rallini  di  (Hinln  1I1V  Curiti  •':  il  l'niiiuiinto  del  pre- 
sente codice.  Non  si  puù  dire  die  il  testo  vi  sin  scorretto, 
ina  tlè  pure  clic  formi  esempio  di  corrciionc.  Sembrami  però 
i:liu  liic.'iidiisi  min  novella  ristampa  ili  un  si  Imi  testo  ili  lin- 
gua potrebbe  consultarsi  anche  questo  monoscritto,  poiché 
accadile,  suvciili  volte  ili  avere  .snijif i  ti  la  vera  r  sana  li'/.iunr 
di  un  passo  in  un  codice,  clic  forse  noi  pi-omelleva.  Diro 


,96  MANOSCRITTI  ITALIANI 
rjuestò  se  l' fili  /.ioni;  heu  ^ustamente  celebrala  del  Tumer- 
maiii  die  si  pubblicò  in  Verona  l'anno  1753,  ili  4°,  ne  avesse 
bisogno;  ciò  die  srli  studiosi  vedranno.  Tara  die  in  line  del 
codice,  ove  sta  l'improntò  dello  Biblioteca,  fosse  scrino  il 
nome  di  colui  che  dapprima  lo  possedeva,  o  di  colui  clic 
aveva  falla  eseguirne  In  copia;  ciò  clic  io  desumo  dalia  can- 
ccllntui.i  'li  .all'uni  li  i,  i.'  'In  (iiiaìdie  lettera  elle  pur  vi  ri- 
mane. Al  di  sullo  del  sopraddetto  impronto  lesesi  quanto 
segue  :  Questo  iitirn  Ardietypo  mi  fu  mandiito  a  donare  dui  signor 
fiiutris.il  Stittuìrt:--  S:-:ir-:t:ir:i.'  ti:-'  (.Vi n ;L il :V  ti' l:':i!e .  ci  lo  riceeeltì  in 
Parigi  il  mese  di  Febbraio.  1  58/1.  — Non  è,  a  parer  mb,  di 
poca  importatilo  questa  annotarono. 

8141. 

,85.  I  Sonetti  del  Petrarca  commentati  dal  Filelfb. 

Si  comprende  iu  questo  cudice  un  comento  sopra  i  Sonetti 
ilei  l 'e trarci.  .Non  v'ini  il  nume  del  commentatori? ,  il  (piai  è 
perù  Francesco  Filelfo.  Veggansi  intorno  a  questo  commen- 
tatore i  codici  segnati  num1  o,  e  1 1 7.  Tonnina  il  codice  coli" 
illuni!  Mjiieiln  ilella  pari11  11', 

.V>go..,.ll.im,.li.e.„i.,,Jo..L. 

voisi  do  sonetti  rum  lucrila'.!  (jiiiielió  di  essi  sinieili  qui  non  ni 
ri  porla  che  il  vermi  primo  j  sui  10  n.-si  [iure  (inscritti  con  molto 
scorrezione.  Lesesi  al  solito  iti  Due.  dell'  ultima  pagina  ;  Finis. 
Dm  grattai. 


lli;i.L.Ì  ISMÌI.inTKCA  UHI.  l'i I'. 


ì.  Comento  dì  Francesco  Agi 9 p 
dì  Francesco  l'elio 


Si  contiene  in  questo  codice  un  cumulilo  sopi'a  i  Sonetti  ili  ] 
Petrarca;  il  quale  conienti)  dicesi  (come  sta  scritto  in  sul  prin- 
cipio per  !a  stessa  mano  clic  siris.se  indù  il  rodire;  essere  di 
Francesco  Agiapagie.  Non  si  trova  di  ciascun  sonetto  che  il 
primo  verso,  ma  esponendocene  ii  fomento  se  ne  introduce 
via  via  qualche  altro,  non  mai  però  tutt'i  quattordici,  che  lo 
culli  [unirono.  Il  lesto,  ov'é  rljiortalo,  è  ji  [■:  [  hìh  ri  L.  >  si  onelki;  uei 
i  fomenti  mi  =r  rubra  no  molto  sensati.  Sun,"  certamente  ine- 
diti, e  panni  clic  polielibero  consultarsi  con  qualche  frullo. 
I>el  resto  è  la  prima  volta,  che  eadcrni  so^o  ricali  ocelli  ori 
lavoro  di  qualche  importanza  sopra  il  Petrarca  di  autore  a 
me  ignoto.  Eppure  io  consecrai  tutte  le  ore,  ch'io  poteva  re- 
putar mie,  al  solo  -Indio  e  alle  .sole  ine  Lui  ini  so  [ira  questo  solo 
poetai...  Dirà  col  Serdonati  (Stor.  lih.  1°)  Renella  caijiune  d'in- 

8143. 

187.  I  Sonetti  del  l'elrarea  commentali  dal  Filello. 

CarUcco,  in  8",  cut u»i  tondi,  secolo  11*,  di  buono  conwrisiiono. 

Sì  come  nel  codice  segnato  col  o*  i85,  cosi  in  questo  non 
sono  commentati  che  i  soli  Sonetti  del  Petrarca,  ed  il  commen- 
tatore n'è  il  Filelfo.  Qui  pure  termina  il  codice  coli' ultimo 
sonetto  della  parte  [P: 


■  gS 


MAN0SCH1TT1  ITAL1AM 


■  Vagoaugcllctto,  che  contando  vai. . 
La  .Mila  diil'crcnza  tra  il  presente  manoscritto  e  quello  è,  clic 
queslo  quanto  ;il)a  correzione  sì  del  testo,  che  del  tomento 
gli  e  molto  superiore.  Circa  al  commentatoli'  ponilo  vedersi 
anrlie  i  eodici  segnali  num1  9,  e  117. 

81&&. 

An'ic.lii'  jioc-iin  ilali;  ;  t*  l  .eli  tre  Ecuionisc. 

tri  due  parli  e  'Jivisr-  queslo  lr:\  eodioello.  che  pa:mi  l'ori- 
ginale. La  uriuia  comprendo  jli  imc  jmiieiie  poesie  ilalijue 
forse  tutte  inedite,  e  pregevolissime  anche  pel  tempo  in  cui 
furono  scritte.  Non  v'ha  il  nome  del  ricoglitore  né  sul  prin- 
cipio nò  sui  line,  ma  bensì  di  quando  in  quando  e  sotto- 
posto al  roiiiponimrnto  il  nomi'  del  mio  .nitore,  si  coni' esem- 
pigrazia un  Frtinrisru  Spinelh,  un  inlutnni-  Tmihalo,  ec.  ec. 

Donne  crii  (Se  !  ile  e- re  v 

Per  cui  Dio  fii  crociano 
Non  ven pinate  ile  li  lieti  mey. 

V.  leggo  in  altra  pagina: 

Per  un  puncto  de  piacere 
lhiEG.oav,,lo  lo  malanno; 
T»nt»  dogli,  et  tanto  alfanno 

^Finisce  la  prima  parte  con  buon  numero  di  versi  indirizzati 


DiqitiZErd  D/Googlc 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  isg 
a  san  Leonardo,  de'  quali  penso  a  lume  de'  lettori  trascrivere 

Saneto  Leonardo  so  de  la  inaimi 
Che  fece  sto  miracolo  per  mia. 
[toppe  li  torri ,  ci  roppe  la  Cationi 
Roppelc  porte  ile  la  pratosi*: 
Roppe  lo  lazio  et  la  corda  più  lina 
Quella  clic  piò  rislrtcto  me  tenia: 
Saoelo  Leonardo  sola  medicina 
Che  pose  in  liberta  la  vita  mia 
Che  tanto  tempo  se  restò  meschina,  ce. 

La  seconda  parte  di  questo  codice,  scritta  con  diversi  cara  Iteri 
dell'altro,  ma  non  però  di  molto  posteriori  nel  tanno,  con- 
tiene alcune  lettere  amorose,  una  delle  quali  porla  la  data 
dell'anno  i46a;  ed  altra  ho  la  sottoscrizione  seguente:  Screttor 
perpetuo  Jac.  Jranariìs.  matiit  propizi.  Le  costi  ivi  dettflte,  e  In 
stile  con  cui  sono  scritte,  sembratimi  veramente  essere  di  poco 
pregio, 

8145. 

189.  Della  Batracomiomachìa  di  Omero, 
e  del  sesto  libro  dell'  li  Ile  iJe  ili  Virgilio:  1       rizzarne  ti  li  di 
Aurelio  Giacobuli. 

Carrara»,  in  B",  carnieri  tóndi,  accolli       di  buon  «DISVuRint. 

H  titolo  con  cui  sui  principio  annunciasi  qucslii  t-nilict  <■. 
—  [{accolta  di  pnvsic  inil  A  italiane  :  ma  ciò  die  in  esso  vera- 
mente condensi  è  la  traduzione  italiana  in  oliava  rima  della 
batracomiomachìa  d'Omero,  e  del  sesto  libro  dell'Eneide  di 


ano  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Virgilio,  essa  pur  iti  ottava  rima.  L'autore  di  tutti  e  due 
iH^sti  vo  1  sa  ri  zza  1111:11  ti  è  dichiarala  «ella  prima  pagina  con  le 
scalini  li  panile  :  lìatrackumiamurkia  I  lanieri  panne  jiermaximi,  net 
unii  ii  J.'d  liini  l 'niiii  Milioni.!  I  i'jiìu  .  hn-iu'ij;  ia,'yan  rhythmn  tra- 
ducilo per  AltrAiiim.  t!>-  Jin-niiiitis  mi  li  limitili  il  ilLikinliiIin  niilijili- 
fici  l'in  Domini  Jachctli.  Nome  affatto  nuovo  fra  i  ricordali  dal 
Palloni  c  dal  Gamba,  non  che  d'altri  letterali,  è  il  soprad- 
detti; Gincoliuti  si  quanto  al  compooiniriitii  mimricfi ,  tini 
i|iiniiln  ni  Itiini  .sotti  tlrli  l-lniiiiif.  Meritava  egli  peni  il'  esseri' 
conosciuto,  e  chi'  ^li  sduliuni  s' iiilriilU'Ot'SHi'ro  con  esso  lui? 
Trascriverò  la  i* stanza  della  prima  traduzione,  ed  altra  della 
seconda,  e  se  ne  giudicherà.  Della  Batracomiomachia  i  tjueslu 
la  primo  ottava  : 

Diva  Elicona  clic  sempre  pietosa 
Esser  solevi  con  quel  sacro  choro 
Di  sante  muse,  lieta  e  granosa 
A  Hi  mii;'  prieghi  seni' alcun  dimoro 
Fona  porgendo  sempre  valorosa 
Allo'  ntelletto  mìo  del  tuo  tesoro 
Tanto  donasti ,  ben  che  fosse  indegno 
Gustare  il  cibo  del  tuo  sacro  legno. 

il ''I  sccoiido  11  il^i. ii. '.7.1  Dir 0 tu  l'oliava  pri  111.1  è  ia  seguenti; : 

O  tu  Elicona  che  sempre  solivi 
A  li  iim'i  |>]  r^hi  pietosa  st.irt: 
Con  quello  choro  delle  muse  divi 
Che  all'onde  sacre  se  soglion  pusare 
Ove  Penco  scende  alli  tuoi  rivi 
Discendi  bora  senia  dimorare 
Tanto  ili  io  rime  in  vuigari  meta 
Lo  sesio  ili  Virgilio  alto  poeta. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


8145*. 

190.  Prose  e  poesie  amorose. 

C11UMO,  in  8',  caratteri  xmlu  ii',  ..li  ■  11  rTiden  le  conservazione. 

Contiene  questo  codice  alcune  poche  prose,  ma  per  la  più 
parte  poesie  d'amore.  Non  avvi  indi  ani  mi  e  alcuna  né  dì 
tempo,  oè  di  luogo,  nè  di  autore,  ni  di  amanuense.  Ne  ho 
Ietti  alcuni  traili ,  e  riconobbivi  da  per  tutto  un  freddo  e 
meschino  imitatore  del  Petrarca. 

8145'*. 

191.  Il  poema  de  T Acerba  di  Cecco  d'Ascoli. 

U.-irlarro.  i:i  .V.  .jrnt'.irj  *-mi--iù-:-i  .  s.'oiNi       di  pagine  ido.  e  di  buona 

In  questo  prezioso  codice,  certamente  scritto  nel  secolo  jet*, 

ci.nii]ii-p[itli-si  il  liei)  nulli  po.>  il  Oc-n  d'Ascoli  intitolalo 

ì'A.:trk:.  E  dico  [H-ezioio,  pwvlió  sembrami  con  molto  maggior 
diligenza  e  correzione  scritto  dell'altra  copia,  che  si  ha  in 
questo  ll'r;l.l  liililìouicii  noi  coitici'  u*  3",  ci:-;  jiiir  mvl'ihi  Joiie; 
i'  pi  'i  rl  ic  putpciliifo  (l;i  ìtii.i  (Littis^in.i  perse  ini .  quale  si  fu  An- 
gusto Tii.hio,  che  in  sol  fine  della  prima  privimi  Lisciò  scritto 

poi  del  volume  leggesi  la  sottoscrizione  seguente:  ExpUcìl 
nccria  ctas  edita  per  j<rnda:tnsimi\;r,  riruu;  Nwjiilr'Mn  Cìciuiì  de 
Escili"  ii  rifili  j--r  r.'i«;i,;i  J.-miims  lìmtjis  tir  Vetirliti.  Volgasi,  su  si 
può,  chi  fu  questo  benemerito  Giovanni  Burgi,  0  Burghi,  o 
Borghi  di  Venezia. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


SUO. 

]       I  Cantici  o  laudi,  spirituali  ili  fra  Jacopone  da  Todi. 

CarUcco,  in  H°,  uralici  Tornii,  sitoIij  ut",  e  di  oliiina  «mstruiiont. 

.Si  co  ilio  il  e.0110  ili  quc-.ito  pi>;.iiiisn.iLmo  L'uditi;  i  cantici  o  laudi 
spirituali  di  ira  Jacopone  da  Todi.  Comincia  colla  tavola  delle 
rime  ili  questi  Liuisil  ;  liieipiuut  '«bri-ni  fi  (ninfa  in.  hi  ri  ii  fu»  !,w- 
tisùtiii  fmtris  .Ittfalii  fin  Itoti  :ìn!i  •!•■  '/'mi  rio  urdinis  fratram  mi- 
norniii.  Dopo  di  essa  tavola  leggasi  così  :  Sancii,...  (fu  qui 
k,i  ucci  l.i  In  il  .sri.'fij.'simr  j  j '■''!('■;.<  ./rn.i/it  </e  l'aderto  ordini:  fratrnm 
minori! m  lilirr  tiinhitiiniii  [i-Uciii-r  imipit.  li  ti.-ni! inailo  L  cantici 
con  le  seguenti  parole  :  l-'inh.  Smi-.U  jiniris  .fucilr  liaialiiti  ite 
Tinlcr'n  jilii  urlili!  i  /iiil'  ',  i.'l  ,i.'  ;'./r.  inimii  iilii  i  linlii  iirmil  lilier  incipit 
expliiit.  Dono  ti:  ciò  ic^ue  un  —  ■  Trattoti!  ilil  Pento  Jacopone  da 
Todi  in  eie  modo  l'uomo  pai  tosto  pervenire  alla  cognitime  de  k 
cenni,  et  pcrf'xtainnih-  la  pu.-:i;  m:  T unimu  p-meilere.  11  quale  trat- 
talo è  in  prosa.  Se  ini  falli-  molle  ludi  del  codice,  che  contiene 
le  stesse  rime,  segnalo  col  n°  i3j,  molle  più  io  delibo  farne 
di  questo  per  la  incredibile  paliensa ,  diligenza,  e,  ciò.  elio 
più  imporla,  correzione  con  cui  fu  scritto.  Il  sopraddetto 
discorso  o  tratta'.o  ir.  pro=.i  comincia  cosi  :  ■Qualunque  vuole 
ii  alla  cognilioue  ili  Dio  H  (Iella  verità  per  liriuve  et  (iiricta  via 
-pervenire,  Et  la  pace  perfettamente  ne  l'anima  possedere, 
«conviene  die  lilialmente  si  exproprii  ile  l'amore  d'ogni  crea- 
li tura  et  ancora  di  se  medesimo  a  ciò  clic  totalmente  si  getti 
«  in  Dio  non  riserbaudo  a  se  cosa  alcuna,  ne  eliamdio  il 
•  tempo,  ec.  ■  Fu  agii  mai  dato  in  luco  questo  bel  discorso? 
Se  sì,  ed  abbiasi  bisogno  di  emendarne  la  stampa,  ricorrasi 
al  presente  codice.  .Non  l'u  esso  inai  pubblicalo,  sì  come  credo? 


Oigiiized  D/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  10S 
Potrebbe  dunque  farsene  un  bel  dono  alla  repubblica  lette- 
rari;!. Ahliracriri  dndiei  sul,'  pagine;  ed  è  seguitalo  da  alcune 
considerazioni  del  medesimo  irà  Jacoponé  —  sa  i  Ire  nuli  de 
t  anima;  et  sa  i  nV/iie  senili  de  la  putientia;  e  termina  il  codice, 
tutto  scritto  per  la  stessa  dili peritissima  mano,  eoo  una  breve 
notizia  —  de  la  morie  ilei  Hi'nln  Jttmpu'te.  In  tre  luoghi  sia  notalo 
iifd  uiiinose.ritto,  cb'esso  fu  in  proprietà  di  Luca  della  Robbia; 
e  ant.he  dopo  il  ,ira(  len^i-si  :  (Jursiu  lilirn  è.  di  Lara  di  Simone 
ili-  in  Hi-I'ìiiii.  Fu  costui  nel  'leridiuipuirto  secolo  uno  sei  il  Idre 
di  molto  merito,  e  se  ne  ammirano  le  opere  speri  al  mente 
iiell'  antica  cattedrale  e  nell'  ospitale  di  Pistoia  ;  e  tenendo  egli, 
come  obbiam  veduto,  in  gran  conto  il  presente  codice  rese 
pure  a  noi  il  servigio  dì  assiciniirci,  cli'ei  fu  scrìtto  per  lo 
meno  nel  decimoquarto  secolo. 

8147. 

193.  Viaggi  di  Francesco  Puicbard  al  santo  Sepolcro,  ed 
a  S.  Giacopo  ili  Galizia. 
Cirtaceo,  in  8",  cantieri  (ondi,  stento  vr.  di  buona  mmanuon. 

È  in  questo  codice  la  descrizione  in  ottava  rimo  de)  viaggio, 
che  fece  l'autore  ai  santo  Simulerò,  e  queste  rime  abbracciano 
la  più  parte  del  codice  stesso,  il  quid  è  composto  di  200  pa- 
gine. Pillilo  t!S«o  viaggio,  smedollo  alenne —  Ufufl'ifii  imi/fu 
J-cZ/c  ci  degne  per  le  quali  si  ottiene  molto  ijratie  do  Dio.  Dopo  le 
quali  orazioni  segue  un  altro  tiiiijijio,  pur  in  ottava  rima, 
d'andare  ti  Sanilo  Giacopo  di  Galizia;  e  termina  il  volume  con 
queste  parole  :  l-'initu  per  me  Fmiiricsclio  i'niidiard  el  viaggia  del 
S.  Sepalckro,  etdiSancto  Jacopo  di  Galizia,  scritto  questo  dì  ao  di 


3o4  MANOSCRITTI  ITALIANI 

settembre  1472.  Svilii  ;>y.  in  filali;  snidi  io.  111  Itijutnra.  Ni  come 
scrittore,  n«  come  poeta  merita,  a  parer  mio,  lode  alcuna 
questo  viaggiatore  l'uiclianl,  s'ei  fu  il  vero  viaggiatore  ;  poiché 
per  ciò  che  abbiamo  letto  può  rimanere  il  dubbio  cb'ci  non 
sia  stato  di  questo  codice  se  non  se  l'amanuense.  Comunque 
ciò  sia,  penso  che  forse  gli  scionjiiiii  potranno  riscontrarvi 
qualche  cosa,  se  non  nuova  affatto  per  la  storia  del  tempo, 
alinenodi  qualche  utilità  perla  storia  particolare  di  quo' paesi. 

8148. 

1 1)4.  Fil ade  1  Ila  ;  commedia  di  Lelio  de  Manfredi. 

Cirlaceo,  in  8\  carotieri  corsivi ,  «colo  UT.  di  buona  «nservaiione. 

Una  commedia  che  ha  per  titolo— Filadelfia,  scritta  da  Lelio 
ili;  Miofreili,  coo:ie(iu"  in  qurslo  Iddio»;  il  (|ll;iii:,  per  molti 
iurliij,  sembra  essere  quello  stesso,  che  l'autore  offerse  al  re 
di  Franna.  [mintili  il  iYw\y,  usua  argomcntii  ("iella  commedia, 
il  quale  è  vcraoiente  piacevole  a  le^uru.  in  j;raii  caratteri 
sul  principio  della  pagina  sta  scritto  cosi  :  Qptimu  l'rim-ipi 
U:iijdt:;i:<<iiwi  Fii:n-:\i:;ia  lìr.-ji:  ilo|>o  la  quali;  inscriziooi:  sono, 
miniate  ad  oro  e  colori,  le  armi  del  re  sopra  un  fondo  bleu 
co'  tre  gìgli  io  oro,  vitto  (pali  leggesì  pur  con  gran  carat- 
leri scritto:  Philadelphia  Comocdia  Laeliì  de  Manfredi!,  t.ià  è 
noto,  che  questo  Lelio  de  Manfredi  è  l'autore  della  tradu- 
zione i1.1li.1na  della  commedia  spagnuola  Tiranti:  ii  lti<m:.i . 
che  fu  per  la  prima  volta  pubblicata  in  Venezia  per  le  stampe 
di  Pietro  di  Mcolini  da  Sabio  ed  a  spese  di  Federico  Torre- 
sano  l'anno  1 538,  in  4°,  e  di  poi  riprodotta  pur  in  Venezia  da 
Domenico  Farri  l'anno  ìMG,  in  3  voi.  in 8°. —  Quindi  ognun 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


sa  de]  merito  di  questo  nostra  scrittore  italiano,  intorno  :i  cu; 
nidi  In  io  dirò,  il.i|i|iiiiclii>  iiiin  sì  filtri  11  <h  ili  riportarlo  né  pure 
Ira  i  ricordali  a  limili  esempio  dei  nostro  scrivere.  Non  creilo 
pubblicala  questa  commedia,  o  almeno  l'Allacci  nella  su» 

che  ne  sia  nota  l'esistenza.  Innanzi  al  sopraddetto  prologo 
Mino  <|iii!st(!  panilo,  dolld  quali  fwv.:  inni  di^'iadirà  la  lei  Ima  : 

■  Per  commissione  dello  invici  issili  io  ctCliristlaeis.-imo  Signore 

■  He  Nostro  '  (clic  fu  Francesco  ["),  ■  ;i  voi  mi  apprcsento  per 

■  darvi  notizia  dì  una  nova  Coniedin.  Ma  prìum  eli' io  inco- 

■  minci  vorrei  che  gli  uomini  costretti  da  negoti!  mercantili 

•  mettessero  da  parte  ora  le  cure  loro  ;  a  ciò  clic  nel  far  le  ra- 

■  gioii i  loro  uon  ine  impedissero;  e  le  femmine,  che  hanno 

•  faccende  di  lini,  di  fili,  dì  tele,  odi  galline  andassero  a  fare 

•  li  loro  mercati  fuore  di  qui,  perchè  essendo  l'usanza  loro  di 

•  cianciare  sempre  tutte  in  una  volta,  mi  tornano  ìa  memoria 
.  e  non  lasceriano  ìiiUhhW  quelli  clic  hanno  voglia  di  udire; 

■  et  vorrei  .incoia  ,  clic  se  li  anno  figliuoli  che  allactano,  se  gli 

■  portassero  a  casa,  perchè  credo  clic  poco  meglio  intenderanno 

•  di  loro.  Ma  latto  clic  sari  silenzio ,  cosi  incomincerò  ]* Argii- 

•  mento.  >  11  codice  è  scrìtto  con  molta  diligenza. 

8149. 

i  nó.  Terzine  in  lode  della  virtù,  composte  da  Lelio  de 
Manfredi. 

Cartaceo,  in  8".  ranneri  tonili,  secolo  iti',  di  buona  rooseivaiiaDe. 

Sono  contenuti  in  questo  codici;  tredici  capitoli  in  terza 
rima  in  lode  della  virtù.  L'opera  e  dedicata  :  Oprino  Principici 
Christianisiimo  Francoram  /ìeji.  Ladini  de  Man/ratti.  S.  D.  I  pio. 


j-ii  MANOSCRITTI  ITALIANI 

aranci' uomini  d'anni,  ili  sciente,  di  lettere,  e  specialmente 
ddl'  iLutif.liilà,  lonimiii)  il  sugl'etto  di  dodici  de'  sopr.iddelti 
rapitoli,  ed  il  xnt°  eli' è  l'ultimo,  è  tutto  in  lodi;  dtd  Mecenate, 
cui  l'opera  è  dedicata,  clic  fu  Francesco  P.  Non  sia  discaro, 
ch'io  qui  trascriva  le  tre  prime  terzine  di  quest' ultimo  ca- 

Mcntrc  eli'  io  penso  ;  e  attonito  contemplo 
Quel  clic  mostrato  il  Duce  cime  Usuo 
M'avea  per  prova,  esperientia ,  e  eieroplo  ; 

Da  dubbie  vie  a  fermarsi  errar  temendo. 
O  senso  olTeso  da  eicellenle  objetto! 

Und1  OLjli  il  me  ùlji'  ^Eupiii'i  o  t;LTOTi:iri 
Restar  mi  vide]  nllor  cum  lieto  volto; 
VI  Imi  f-ili'iuin  un  aian  ili-in  .HL|.-rt'[irTo. 

Probabilmente  sono  pur  inedite;  queste  temine  del  Manfredi, 
si  come  abbiam  veduto  della  sua  commedia  uell'  antecedente 
codice  n'  ig4. 

8150. 

j  96.  Storia  scritta  da  Antonio  Olivieri  intorno  a  ciò  che 
al  Delfino  ed  al  regno  di  Francia  accadde  fra  gli  anni 
i46ac  U74. 

Un'annotazione,  scritta  in  francese  per  altra  mano,  in  sul 
principio  di  questo  codice  è  come  segue:  Manascrit  italica  fait 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  107 
poar  le  Daspltin  tir  Fruita:  iji:i  wu,imit  à  Toarnoa.  La  storia  di 
ciò,  che  al  delfino  ili  ]' rancia  [eli  poi  Carlo  Vili")  ed  al  regno 
accadde  a  quel  tempo  di  più  importante,  è  il  contentilo  del 
presente  codice.  Questa  storia  n  6  data  poeticamente  in  ottava 
rima.  Le  ottave  sono  circa  milleduecento,  e  (cosa  singolare) 
continuano  sino  al  fino  sema  distinzione  0  divisione  alcuna 
di  libri  0  di  capitoli.  Pare  elio  questo  gran  lavoro  sia  stato 
fatto  d'ordine  di  qualche  alto  personaggio,  tic!  quale  perù 
non  trovai  il  nome;  ma  bensì  in  una  delle  ultime  stanze  si 
dichiara  quello  (ioti' autore  dell'opera.  Penso  di  trascriverla, 
onde  jiossa  pur  giudicarsi  del  merito  dell'opera  stessa: 

Nello  fumato  Studio  e  Borente 
De  Padua  a  li  milk  0  quattro  cento 
Si'^.inhi  ■  T 1 1 L  :in'  "ivi  ì-.l  ^ludi-riti' , 
Fu  fornito  il  Ino  comandamento  : 
E  diede  fine  all'opera  presente 
Dopo  grandi  fatiche  e  lungo  stento, 
Antonio  de  Oliverio;  ti  manda 
L'opra  compita  e  molto  s'accomanda. 

Dopo  di  qnesta  ottava  seguono  le  duo  ultime,  per  le  quali 
l'autore  purgo  ;i  Dio  ringraziaim-riii  del  Ivriignu  aiuto  pres- 
tatogli nel  comporre  la  sua  storia;  ed  in  fino  del  volume 
leggesi  la  seguente  kolld.icri/.iuin'  :  t'.nmpitu  e  il  lìlri*  tiri  IMjinu 
di  Frantia,  intitolato  per  me,  e  t/uando,  e  mute  i  tlcttu  di  mpi-n 
Et  scripto  ne  fanno  del  Verbo  incarnate ,  mille  quattrocento  stiiunta 
qnattrv,  in  octava  indktione.  Amen.  Sembra  possa  risultare  da 
tutto  questo,  ebe  il  personaggio  ave-M  -  inra ricalo  l'Olivieri  del 
lavoro  l'anno  i46a,  e  eli' ci  non  l'avesse  compiuto  che  l'anno 
ìà-J&-  Comunque.  sir<  di  ciò  egli  ,'■  torlo,  giusta  l' annotazione 
qui  sopra  riportata,  che  la  copia  di  questo  poetico  lavoro. 


joS  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ossia  dio  il  presento  maiioscrillo  è  slaiu  fallo  ad  uso  ed  ins- 
tni/.iimc  dir!  diiliiiu  l'Vinic:'":!]  figliuoli)  ] tì u i uì;h  ti i I r >  ili  l'r.-m- 
cesco  1°,  il  quale.  M'condiii'ii'i'.i  [udii;  storie  di  Francia, 

nacque  )i  ili  -a  H  [■dilir.-.m  di  ■11'. in  im  i  ,'n  7,  0  movi  appunto  uri 
rasici lu  di  Tu»  ri  11  ni  il  di  in  illusiti  i  53  G.  Qiiant'é  poi  all' Oli- 
vi': ri  .ni  ti  ne-  dell'opra.  1.'!  .1  quo]  personaggio  pel  cui  coman- 
damento ci  la  compose,  l'orsi'  il  .~\^r  avi  ora  lu  Piana  padovano 
potrà  som  ministra  re  le  notizie  opportune. 

8151. 

197.  Storia  del  patriarca  Abramo. 

Membrjna'xu .  ù.  b".  orai  Li  il  Iiil.Iì,  :.':-  il..  w,  l..:n  conservato. 

Cniilienc  questo  codice  in  —  .S'iumVi  <l-"-.t<i  di  .Jir,uiw  .pmi.™ 
volse  fare  sagrìjìcio  del  suo  Jylìaolo  anice  Isaac.  Questa  storia  6 
compresa  in  cinquanta  ottave.  Chi  sia  l'autore  non  i  detto. 
Quale  ne  sia  il  rnerilo,  si  giudichi  dalla  prima  stanza,  che 
trascrivo,  Cri  è  questa: 

L'uccido  si  iì ire  eli' è  la  prima  porla 
Per  la  qual  lo 'filelleno  intonde  e  gusla, 

Clic  fa  la  nostro  monte  esser  robusto; 

Recitare  una  storia  sancla  ci  insta, 
E  so  volclc  intender  lai  mislerio 
beile  ik'voii  1'  co i -  l.i noli  desiderio. 

Nel  Genesi  la  sancì".  Riblio  narra 

Come  Dio  volse  provar  l'obedienlia 

Del  Patriarca  Abram  sposo  di  Sarra,  oc.  ec. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  10g 
Termina  stranamente  il  codice  con  le  seguenti  parole  scritte 
per  la  mano  medesima  dell'autore,  o  dell'amanuense  :  Tutta 
la  jamigiia  di  caia  fa»  uno  baili/  tonda,  et  cantando  fanno  fata.  Et 
così  finita  è  la  istoria  d'Abraham.  Amen,  Credo  inedito  questo 
picciolo  (unirne.  (Iimf'f.ssii  però  ili  min  aver  adoperata  grandi1 
sollecitudine,  onde  assicurarmene. 

8152. 

198.  11  Paracielo;  commedia  di  Lelio  de  Manfredi. 

CirUceo,  in  8*.  caratteri  corsivi,  secolo  in",  di  buona  conservacene. 

L'autore  nicdesiniri  della  commedia  intitolata  l-'ikdeijui 
!  ferrisi  il  codice  11°  i  1  0  delle  kr;<:  rime  in  lodi:  dei  In  eirlà 
(veggasi  il  codice  n"  ig5),  6  pur  l'autore  di  questa  commedia 
coulcuutn  nei  pre.wnte  endice .  ov'c  intitolai. i  cosi:  O/'O.v.i 
l'rim  ipi  et  Cltristiunùsiiav  FeimtLwum  liu/i  :  l'nraclitus.  tinmocdia 
ì.t.ilìi  i!,-  Miiiifndis.  Suini  jmr  io  qury.n  cinlicc  di piule  anni 
drl  ir  in  r,K,  i!  colori,  r  semina  ;[(■■■! lei  sles^o,  che  fu  offerto 
a  Francesco  1°.  Clic  siasi  o  nn  pubblicata  questa  commedia, 
può  chiunque,  volendolo,  ben  e  Ina  r  ircene  anche  pel  titolo  clic 
porta;  ma  certo  e,  che  l'Allacci  il  quali;  riloris-re  del  Manfredi 
i7  C«rcer  d'umore,  non  fa  menzione  ilei  Paracielo.  Quale  ::ia  poi 
in  generale  il  inerito  ili  questo  nostri)  scrittore,  veggasi,  se  cosi 
piace,  ciò  che  ne  dissi  o  non  dissi  dì  lui  nel  codice  segnato 
col  n"  io4- 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


8155. 


(lue  libri,  ciascuno  de'  quali  e  o-mp.^lu  il' mia  ventina  ili 
ottavi*.  L'autore  ne  lu  un  l'ani ti  IVI  rasai  ti  a  ,  clic  si  soiloseriie 
nella  sua  U'llei,,i  drilicaUttia  «  Fram-esco  !'.  Re  di  Francia.  E 

Sl-l'ilNl    il     fddil  l'     Ulti     Ululili    (liìijN'Il/M  .    illl/.i    |-|cir.-((|/.j;   ,.  |„T 

l'antica  sua  legatura  iu  pelle  nera  co'  gigli  impresisi  in  oro 
nel  mezzo  delle  coperte,  e  per  le  l'cltuccie  che  servono  rli 
fermagli,  e  per  altri  imliij,  non  dubito  sia  questo  l'esemplare 
mielosi  tu  ci  die  II  i ''He  usa  u  la  offerse  o  fece  iu  nome  suo  offerire 
al  monarca,  Trascrivo  l'ultima  statua,  per  la  (piale  potrà 
giudicarsi  del  inerito  dello  scrittore,  e  insieme  conoscere  se 
l'operetta  sia  slata  data  in  luce,  ci"  che,  pur  alrune  indagini 

Or  dunque,  o  ne,  poiché  tu  olticui  il  regno 
Non  sol  di  quo'  duo  Dei ,  ma  ancor  di  Marte , 

Di  par  va  con  Natura,  e  vince  l'arte; 
Sui  venirti  eli'  in  fui  fin*  per  Ir  sfrissi. 
Termina  il  codice  sema  indicazione  alcuna  di  fetupoodi  luogo. 


t  :  jJ  Dy  Ci 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


8154. 

200.  Il  giubilo  del  Piemonte  nella  novella  sua  dedizione 
a  Frao  cesco  P. 

Carlacso,  in  S\  cantieri  cenivi,  secolo  in",  di  boooi  conservaiiono. 

Sono  in  «pesi»  r. ui.l i ratL-oll'.'  ulraiii'  pouiio.  la  più  parte 
in  tcr/ii  rima,  l' armoni  mio  dolio  quali  si  rliclii.ua  pd  m^iioiiIi: 
titillo,  clip  sta  l  incliiu^.i  in  mi  Livori. ,  In.' 11  colli.,  ili  l 'OLina  : 
Jwhih  del  Piemonti:  dopo  che  som  il  «orti»  ili:  F  inr.iltissimn  1.1.  Ckris- 
tiuiiissìiiiti  He  Frnnei:vi  ili  i/afitn  iìmih  Primi:  Ile  di  Francia  si  fro™. 
Non  è  indicalo  li  rmir.r  doli'  ani  cut,  ih!:  in  in'  a  Italiolioroi  un: liti 
ptr  utrov.irloi  ^cinlira  prrn  eli'  0  pei  la  ildip-i.ia  drllo  vrr.Un, 
>■  per  la  Ipriti  ira  mj  <pu.-sto  rp  .  u  ,dr..n.  >  endice,  olir  In  of- 
ferto n  Callerina  la  delfina  <li  Francia,  cui  appunto  sono 
dedicale  le  poesie,  dapprima  con  un  sonetto,  c  di  poi  con  un 
madrigale.  Trascrivo  1  due  primi  veisi  di  ijuesto  secondo 
componimento 


e  Ijoii  vedono  rome  gdi  in  paragono  ii  :;ocoiido.  Crudo  por 
(auto  inutile  il  dirne  più  oltre. 


MAISOSCRITTI  ITALIANI 


8155. 

201.  Poema  in  lodo  del  Ile  di  l'iancia  Luigi  XH". 

Carla™,  in  8-.  taraLleri  tondi,  secolo  in-,  di  ottima  conservinone. 

1Ì  un  piccolo  [loci  il  L'Ilo  in  k'r/ii  rima  in  lenir  dulie  l'irto,  t 
(Ini  valori!  di  I.iiÌl'1  XII"  nllr.i-.Tt hij  discese  in  dalia.  Non  v'ho 
proemio  o  dedicatoria  alcuna,  e  il  nome  dell'autore  vi  è 
a']  mi  ih  rato  sullo  li',  dui'  iniziali  D.  I'.,  che  veggonsi  in  line 
del  poema,  l'or  poter  giudicare  in  qualche,  incido  del  melilo 
del  poema,  ne  trascrive™  alenili  \cisi;  ina  quanto  alle  cosi; 
ili  de  He.  ro  in  inique  di-ttr,  si  coiiomi:  e  li  e  l' Italia,  sempre  ui.'ii 
divisa  in  piccioli  sditi.  H ■  r: n  piò  festa  al  novello  conquistatore 

cere  di  novi:!,  e  di  veder  cangiameli  li  ili  gtivcmn.  Del  lesto 

Ecco  colui  clic  tutta  Francia  cole, 
E  fa  (remar  di  se  la  (erra  e  l'acque, 
E  va  con  l'arme  ogn or  dovunque  vuole 
Che  Giove  lo  nutrì,  e  da  Marte  nacque. 

8155'. 

3o3.  Stame  (li  Francesco  Mob.a  sul  ritrailo  di  Giulia 
Gonzaga  Colonna. 

Membranaceo,  in  8",  (anneri  corsivi .  secolo  iti»  ili  buoni  conKrvaiW 
(.ioni! e:) e  questo  nitidissimo  e  iiclli-.-iitio  eodic.e  la  prima  e 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  P.F..  ni 
la  seconda  parte  delle  —  Stanze  di  Francesca  Maria  Molta 
Modenese  snpra  il  ritrailo  tL-!lit  iiun-nn  Julia  (imt:ai}a  (diclina. 
È  ben  nolo  il  merito  de  il' ali  loro  della  Ninfa  Tiberina,  eli  è 
pur  l'autore  di  queste  stame,  le  quali  fono  già  slate  pubbli- 
cate con  l'altre  sue  poesie  per  cura  dell'aliate  Sci-assi  in  Ber- 
gamo l'anno  1 74? .  in  8°.  Nella  seconda  parte  di  esse  stanze 
assunsi;  il  Mol/a  il  nomi-  ili  (  i . I ]  1  e  1 1 : i f ■  1  i'iil  l  illli-  Un.llitii  |>i.in  rr 
io  m'ebbi  rileggendo  qui  ed  in  altri  degli  antichi  poeti  le 
Indi  ilatc  spontaneamente  ed  io  bulina  lede  al  nostro  jiillni- 
celeberrimo  quale  si  in  fra  Sebastiano  del  Piombo,  die  dopo 
Ire  secoli  si  conserva  in  tanta  •:  si  alta  stima  a'  giorni  nostri  ! 
Egli  è  pur  indubitabile,  ebe  il  vero  merito  passa  fermoe  trion- 
fante i  secoli,  e  coi  poeti  e  senza  i  poeti. 

8156. 

■ni'.i.  Poesie  del  Peli-arca,  ed  altre  ad  imitazione  di  lui. 
Cartamo,  in  h".  caratteri  wmtgotiai,  molo       non  ben  ronwnBt>i- 

ln  due  parti  è  divisi)  il  picsouic  coi  lice.  Nc-lh  jirima  si  con- 
tengonoalcutie  poesie  di  Vniiin-sni  Petrarca  con  questo  titolo: 
Iti:  ipnnil  iVf'Jlii  lllìijiirrs  Dirmi  Jn/ji-nii Frinirla  i  i'tilritruli  J-'ioirniitu 
execilenùs.  paeiae.  Sembra  che  l'amanuense  volesse  trascriverle 
tutte,  e  forse  !e  avrà  tutte  trascritto,  ina  il  codice  è  difettoso 
dopo  il  madrigale 

•  Nova  angioletto  sovra  l'alo  accorta.  . 

Quanto  alla  correzione,  e  purità  del  testo  non  può  farsene 
molta  lode.  La  seconda  parte  del  volume  contiene:  varie  poesie 
amorose  di  autori  diversi,  e  per  lo  piti  ad  imitazione  del 
Petrarca.  Mi  scontrai  a  dir  veni  con  alcune  scritte  con  molto 


i<i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

garbo  od  eleganza  di  siilo,  ma  general  inculo  parlando  sem- 
brami ben  da  poco  il  monto  di  tutte  l'altre. 

8156". 


Poesie  amorose. 


Si  imi  tendono  in  i|i;r-1d  nidire  iiliniir  p.  ji  !  ;il  Ir  aiiicirosi', 
nelle  quali  i'aulorc  pose  ogni  suo  studio,  forse  troppo,  nell' 
imitare  il  Peli-area.  Sonelli,  tair/.oiii.  madrigali,  terzine, 
egloghe,  oliavo,  o  in  somma  ci  adoperò  tulle  lo  vario  guise 
inolici  compmiimriili.  Gii  no  sia  l'auloro.  ciò  non  è  in- 
dicalo in  alcuna  parlo  del  endice,  e  niente  pur  diecsi  del  luogo 
o  del  tempo  in  cui  In  scrino,  né  del  nome  del  l'amanuense. 

Da  ijual  idea  del  Gel  natura  prese 
L'alte,  superbe, et  eicellenti forme 
Per  formar  tal  materia,  e  con  miai  norme 

Qiiest'è  il  primo  quaternario  d'un  sonetto. 

8157. 

2o5.  In  lode  del  Principe  di  Valdeinonte;  slanie  del 
Ceffini. 

originale  legatura. 


Il  i itolo  rie!  riiil kv  c  ijuf.ilo:  Ò'(';j.:c  '.'(  ZnnMn  (jjjrw  (,'[(!«i/r;<.J 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  mó 
Fiorentino,  tu  lande  del  lUttstrissimv  Sit/nore  Ahiigi  di  Lorena 
i'nm:ipi:  di  i'akfanimlr.  l 'recede  le  stanze  la  lettera  dedicatoria 
dell'autore  al  caniinale  di  Loreno,  data  di  Roma  a'  19  ili 
ottobre  h.d.kuhn.  Le  stanze  sono  divise  in  tre  canti.  Comin- 
ciano così  : 

Voi  eli'  ascoltato  in  rime  sparso  il  suono 

Doli' arme  di  color  che  furon  divi, 

K  ili  sospìr  di  quo'  clic  metti  sono,  or.  ec. 

Furono  poste  in  luce  questi  poesie !'■  Noi  credo;  ma  confesso 

.Uri    Li)  filili-  jmrlie  illii:is;ili!  lllLlli'  .'.llr.rl.l  11  lU'J  1 1\ 

«158. 

'/ulì.  1  Umilimi;  |iut;iiia  ilei  ioililielli. 

Comprende  questo  codice  im  [ìiccìolo  poema  col  titolo  se- 
guente: f  lìombici,  di  M.  }''ruitnsru  Tonim-lli  d<i  Cnstelj'raurti. 
Sono  ìao  stanze  in  ottavi  rima  divise  in  quattro  cinti.  Tras- 
crivo la  prima  si  uhm,  per  la  quale  potrà  formarsi  1111  giudizio 
sul  inerito  dell'opera: 

Di  rottili  ed  industri  cavalieri 
L'opre  cantar  desio  di  pregio,  e  l'arte; 
(Bacili  d'Elrnria.  e  ili1  Greci  primieri 
Bombici  delti.  In  questa  0  n  quella  prie) 
Le  ben  conteste  galla ,  e  i  magisteri 
De  le  sete,  di' Italia  altrui  comparto, 
Onde,  Donne  gentil,  di  mille  fregi 
V'ornate,  Duchi,  Imperatori  e  Regi. 


ii6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Per  le  ricerche  clic  ne  ho  falle  non  mi  riusci  di  sapore  se  sia 
stala  data  alla  luci.'  quest'operetta;  ma,  o  si  consideri  ia  na- 
tura rie  II' argomento,  o  il  modo  con  cui  è  trattato,  anche  per 
dii  die  riguarda  lo  stile,  mi  pare  eli' essa  potrebbe  meritare, 
s'è  inedita,  di  essere  tolta  dalla  sua  oscurità.  Vcggasi,  se  così 
piace,  il  endice  n"  iCa. 

8159. 

>o~,.  Le  amoroso  fraudi;  tragieuimnedia  del  Rigaiii. 

Carlari'il,  ili  'i'  laralVi  i  i  .hihiii.  'i.jiI.i  mi",  nli  l.aiiir.;]  LoiiH.'n  i  

Il  titolo  del  pi-esente  rudìce,  die  ha  tull'i  caratteri  d'essere 
['immuralo  ,  è  come  segue:  L'amorose  fraudi .  Tiui)it-..-m(:dia  di 
Francesca  Ritjazii  ila  Rimili!,  —  Souo  circa  loo  pagine,  che 
comprendono  la  sopraddetta  tragir  onunedia ,  la  quale  e  in 
prosa.  La  scena  è  in  Callosa,  eillà  della  l'uria.  Suiio  più  di 
ìienla  gì' iiiioi  lorutori ,  ed  il  principale  e  l'andolfb,  vecchio 
principe  di  (lanosa,  l'urte  nel  lempo  sarà  stato  applauditi),  e 
forse  aneiie  dato  alle  slam  fio  tj  desili  i  ai  uro.  lo  non  so  la  prima 
ili  queste  due  cose;  e  per  le  indagini  clic  ho  latte  non  mi 
riuscì  di  accertarmi  bene  della  seconda.  Quanto  ai  merito 
letterario  dell'opera,  io  veramente  noti  saprei  indurmi  a  fame 
molte  lodi. 

8100. 

208.  Traduzione  di  alcuni  versi  latini  di  Pietro  Angeli. 

Mancami  in  sul  principio  di  yn^tu  codice  ideimi  lugli,  di' 
quali  rimane  anfora  qualche  purzione.  Forse  che  in  essi  sarà 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ai7 
slnta  una  lettera  dedicatoria  a  qualche  personaggio,  per  la 
quate  nv  rei  illesi  potulu  curinsi'eiv  il  vero  aulore  (li  questo  vol- 
pi anzzani  ni  tr..  Coni  mi  ia  i!  "rndiee  cx*'i  :  Tf,ìiìiizin»i:  -fu  Luni  reni 
Ialini  tiri  siijanr  Pii'lni  iiiiffli  /ut  la  sm-iiisiituit  «isti  de  Affiliti.  I'. 
l'Angeli  l'autore  de'  versi  latini,  o  l'aulete  (lolla  traduzione 
italiana?  In  questo  casn,  ehi  è  l'autore  de'  versi  latini,  e  noli' 
altro  chi  è  quello  delia  traduzione  !  (.lo m inique  sin  di  ciò.  non 
mi  paro  elie  dell.i  traduzione ,  quali [' è  alla  eh-gaii/a  ibi  ! tu , 
scriverò,  possa  farsene  elogio  ;  heiieliè  non  .sema  mia  mara- 
vigli,» vedasi  qui  falla  essa  traduzione  per  ben  due  volte. 
Sono  altrellanle  .stanne  io  Dilava  lima.  La  prima  traduzione 
'Ari  .sopraddetti  versi  latini  termina  cosi: 

Se  non  sarà  fra  ìc  tuo  glorie  nriine 

Almen  (la  tua  merce)  fatto  immortalo, 

Non  Ila  quindi  a  mill'anni  anche  il  mio  canto 

Di  lauti  alti  tuoi  pregj  ultimo  canto. 
E  la  seconda  traduzione  finisce  cosi: 

Verrà,  se  drillo']  suo  valor  comprendo 
Pìcciol  fregio  quest'opra  infra  gli  egregi 
Vostri  non  fia  tanti  e  si  chiari  pregi. 

Sopra  la  coperta  del  volume  sono  i ni], resse  le  armi  d'un  car- 
dinale co'  gigli. 

8161. 

209.  La  Fcrioda;  dramma  di  Giovanni  Batista  Andreini. 

É  in  questo  codice  una  drammatica  composizione ,  che  ha 
per  titolo  :  La  Fcrinda.  L'autore  u  è  Giovanni  Battista  Andreini, 


•ji8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

fra'  comici,  com'ei  si  sottoscrive,  Lelio  fedele.  È  dedicata  ad 
un  cardinale,  dì  cui  tacesi  il  nome  così  in  sul  principio  del 
codice,  che  nella  stesili  1  l'ttij ir  dedica Iorio,  la  quale  è  data  di 
Parigi  il  dì  s8  Mano  i  Gii 7.  È  già  conosciuto  il  nome  dell'An- 
dreini,  autore  della  sacra  rappresi  illazione  cotanto  ricercata, 
!-]ii;cinÌ!Ill.'llln  d.i^r  Indica,  deli'  .\i!n:im,  clic  fu  la  prima  volta 
pubblicata  in  Milano  pel  Bordoni  l'anno  16)3;  e  così  pur 
anturi;  ili  mi  ili  alili  die  minai  in  eornpummeiili.  Il  \ta/./utt!ielli 
nel  ricordare  la  seguente  riXu.\t>w.  La  Ferindtt.  Commedia.  In 
Parigi.  1G21.  in  8'  (in  veni),  aggiunge,  ch'esisteva  anche  ma- 
noscritta in  h°  m'Ha  libreria  .Sorarr/o  ili  Venezia  con  dedica  al 
duca  di  Mantova,  ma  non  fa  menzione  del  codice  presente. 
Sembra  questo  l\iutu^i  iiii.>,  elio  vi'iiui'  l'orsi!  dati'  Atiilreini  me- 
desimo offerto  in  Parigi  al  cardinale,  il  quale  probabilmente 
era  francese,  poicliè  sopra  le  pelli  che  ricoprono  il  libro  sono 
da  per  tatto  impressi  in  oro  de  gigli  ebe  formano  il  prinei- 
pale  ornamento  rifila  legatura.  H  da  vedersi  se  il  dramma 
contenuto  noi  presente  endice  sia  o  no  diverso  in  qualche 


cesse  togliersi  'Il  questo  ilotitiio  pi. Irà  lacilmenle 

8162. 

aio.  Oda  del  Conte  Carlo  de' Dottori. 


11  titolo  ilei  presente  eoilite  ì:  così  comi.'  i[nì  lo  trascrivo: 
Per  f  anione  di'  dm:  muri  solU:  1  i/hriasi  e  felicissimi  oitsp'e/  di 
LaigiXIV'.  Ineiltiaimv  In  ò.-ih  Calili-.  Ali' Eia-liana  del  sii/nor 


'DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3i9 
Coiberlo  Segretario  di  Stalo  di  S.  M.  Criltiamnima,  Oda  del  conte 
Cado  de'  Dottori.  L'oda  è  composta  ili  undici  stanze.  Oltre  eh' e 
scrìtto  ìl  codice  con  molta  eleganza,  è  ornato  altresì  di  un 
grazioso  lavoro  a  penna  fallo  per  mano  maestra.  Non  dubito 
poter  affermare  essere  questo  l'esemplare  medesimo,  clie  il 
conte  Dottori  inviò  di  Padova  al  ministro  Colhcrt.  Che  sieno 
poi  veramente  esse  stanze  del  Dottori  celebre  padovano  poeta, 
'■li'  l'In  lì  r;:>. :•'[;('.■  nMiltn  .incili1  dilli  ullìnsa .  dio  trascrivo: 
0  forte  man  regale 
Tcrror  dell'Asia,  onor  d'Europa;  o  mente 

A'  '  'il  '."Il  rll'.'^'iii  .''  il  ninnilo  lirici i>ln: 

Con  suono  più  robusto 
Forse  di'  un  di  barbare  turbe  speme 
lr>  fluiterò  [ld  brando  tuo  fatale. 

Oggi  >  questo  immortale 
Monumento  di  Paee  il  ciglio  inarco, 
E  l' Eupnea  mia  lira  appendo,  e  l'arco. 

Queste  stanze  non  si  leggono  nella  edizione  dello  Odo  di  Carlo 
Dottori  pubblicala  in  Padova  pel  l'Yiinliollo  l'anno 
in  I  a",  e  ponno  quindi  reputarsi  inedite;  ia  quali;  notizia  elle 
[ri'iieulrocule  dovrà  i-tsci  nni  usili  [malori  'Ielle  belle  lettere, 
e  particolarmente  a'  Francesi,  sarà  poi  carissima  a' concitta- 
dini di  quel  valerli'  nume,  clic  ili  il  tonte  Carlo  de  Dottori 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


8206. 

■•  i  i .  I  Trionli  del  Pelrarca. 

Trionfi  del  Petrarca,  Lulorno  allo  quale  niente  io  il  irò.  Ma  il  irò 
bensì,  che  il  tosto  originale  clic  vi  i  riportato  di  contro,  è  in 
tutta  hi  ma  puiil  ;i.  o  che  in  k'-g  'in  Ione  ipn'i  e  là  ili  cui  io  te:v.ino. 
io  n'ebbi  sommo  contento,  pensando  n  piutlustn  faiilaslicaiidn 
fra  me  donde  inai  por  il  granilo  fortuna  il  traduttore  francese 
abbia  potuto  trarre  il  lesto  medesimo.  Oltre  a  ciò,  io  non 

caratteri,  elio  scorgevi  sempre  dal  principio  al  fine  dell'  npoia; 

gioielli,  e  che  lidi  pochi  codici,  Ira  i  molli,  che  ridir  pjesie 
del  mio  Francesco  mi  passa  mini  per  le  inani,  superano  questi 
per  I'  eleganza  così  della  penna,  che  perla  correzione  del  testo. 

8285. 

H  Confessionale  di  Sant'Antonino. 

CtrUfflO,  in  B".  raraUsii  londi.  secolo  IT,  di  blKHU  cooservaiinne. 

Contiene  il  presente  codice  il  —  Confessionale,  o  specchio  di 
risciò. iw,  l  ali/BK  amjuMo  ila  5.  Antonina  Arcivescovo  di  Firenze; 


Qigiiized  D/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ì,i 
"i!  >•  (jiLfjsla  M']\i!iii:nli'  rjurH'o[n-in  del  sopì  iuliletto  santi;,  Li 
quale  è  citala  dagli  Accademici  della  Crusca,  e  che  talvolta 
si  confonde,  ora  cui  (Iviifessituntie  i.iwmi  ae-!iein.a  iWf  numni, 
ora  colla  Confessione  y  itera!:,  ora  full'  Istruitene  pr  invi  eeiitessarii, 
o  coti  altre  opere  ili  simil  genere,  clic  già  videro  la  luce  in 
diversi  tempi.  Cu  mirici  ri  il  codici'  rolla  tavola  delle  materie, 
e  dopo  questo,  sema  piò  ,  principia  il  Concionale  cosi  come 
vedesi  in  tulle  le  cinque  urli/ioni  i:lie  di  qiìe;t' opera  furono 
pubblicate,  ed  accuratair.cn te  descritte  ria)  Camba  nella  sua 
Scili;  lesti  ili  Untimi;  cin;  :  Oiun'i  m.-trlulium  m;jvi,  et.  Dire  Sititela 
Srreihtu  nel  libri/  chi:  fere  tir  ta  fb.nttjte.ti  ionio  In  dune,  che  la  cara 
et  selticilitdine  ile  li  mortali,  oc.  ec,  e  termina  eoo  queste  pa- 
role: Expheil  Sdcmiii:  Giiift  ssitisittrhìm  ut  vati/ari  jermeitc.  com- 
positnm  per  venerabiiem.  fralrem  Antuninum  ile  Florentia.  Ed  in 
fine  del  volume  leggesi  un'antica  poesia  spirituale,  che  co- 
mincia cosi: 

Levale  su  omay 
Anima  tt  non  dormire 
Poi  cliio  volsi  morire 
Et  tu  pur  chiamar  me  fay. 
Sei  somuo  de  la  nocte  pur  te  aggrava,  ec. 

Sembrami  ebo  il  codice,  anche  per  la  grande  diligenza  e 
correzione  con  cui  fu  scritto,  tenersi  debba  in  inolia  slima. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


:i3.  Traduzione  del  Trattato  dell' anima  composto  d 
Campora. 


L'opera  clic  conliensi  in  questo  codia;  e  dicliiarala  da  bel 
principio  con  lo  si^nirulL  p.'.rule  in  caratteri  rosai  :  Qui  «mena 
elpraloqo  ioprn  il  traciato  do  i'onimu  luminili;  dui  jmlii  lampo  Cam- 
pani di  Genetta  ik  l' online  di-:  fruii  p:\  Ji-\il-ir:  ns-.mlo  a  Exaendorf. 
A  riehicsia  tli  Jiitainai  di-  Marrìm  >\uw>  Uwhiidante  ia  Londra. 
È  questo  dunque  i)  volgarizzamento  dal  Ialino  dell'opera 
str-.s,i  giri  cilal.i  tini  l.ihhogrnli,  i;  specmlmcnle  dal  sig'  llrimoi: 


assai  rara ,  e  clic  H  Unnici,  ailiiluiisce  alle  sliinipe  di  Filippo 
di'  Mjrn.ioiiiio  in  i'.oma  verso  l' anno  1  /|  ~  ?..  Ouaut'  è  al  inerito 
letterario  di  questa  traduzione  non  può  ili  verità  farsene  molta 
lode,  ma  volendosi  di  liei  nuovo  tradurre  quest'opera,  che 
pur  meritò  a'  suoi  tcii]|ii  rap|ii.mui<mc  di''  dotti,  mi  pare 
che  non  scn?a  frutti  pn'.relibc.^  f  occultare  il  presenti;  codice, 
elie  ce  ne  dà,  come  credo,  la  prima  versione  italiana,  ed 

8287. 

5i/j.  11  Prinripe  di  Nimló  Ma  col  li  avelli. 

Cariateci,  in  S',  rarjlltn  iiil;:iì  ,  svi",  ilìnlliuio  poniervaiioiie. 

Cantiensi  in  (juicio  liei  codice  (clie  certo  sembrami  del  se- 


Digitized  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  n3 
coÌoxyi")  l'opera  famosa  di  .Nicolò  Machiavelli  tic  Principati,  a 
tallir  ditesi  conni  ne  me  il  le  ti  l'i-ia ri; <  iomiiicia  culla  dedicalo- 
ria  dei  Macchiabili  al  ni.i^nilii-n  Lorenzo  de  .Medici,  e  inni  li  .a 
alcuna  data;  sì  come  pur  nel  fine  del  volume  non  trovasi  in- 
dicazione veruna  di  luogo,  o  di  tempo,  o  di  colui  clic  scrisse. 
Per  altro  la  sola  lode  che  può  l'itisi  di  ipieMfu  codice  è,  di'  egli 
è  bello,  poiché  la  scrittura  a  dir  vero  e  della  più  "rande  ele- 
j,'ama  dal  piinripiu  al  line  .  e  eoo  ini  il  volume  la  più  piccola 
macchia.  Ma  quanto  al  merini  mfriiisico  della  scrittura  nie- 
liesima,  è  giuoco  fona  il  dire,  ch'esso  È  nullo.  Basterà  ch'io 
ne  trascriva  le  ultime  liner  come  (|iii  si  ìer^oiio  :  ■  Et  sobtO  lì 
«sua  auspici!  si  uerilichi  quel  dirla  del  Petrarcha: 

•  PrlicndcrJ  l'armo  et  Ci  el  combattere  corto 

■  Che  lnnlico  valore 
■  Nelli  italici  cori  non  e  a  neh  ora  morto. . 

E  veramente  mi  pare  che  ciò  basti. 

8288. 

3i5.  Discorsi  rebgiosi  di  Giovanni  Domenici. 
CirUwo.  in  g*,  cantieri  tondi,  itcolo  h".  di  suaìcieiito  amemiione. 

Legnosi  da  bel  principili  cosi  :  Qui  multatiti  timi  uilima  opera 
composta  per  lo  eioonentissilnii  Aimnin  Oiocaani  Domi-itit  i  tifi  ertimi 
de  frati  predicatori.  L'opera  di  cui  si  fa  cenno  in  queste  prime 
linee  del  codice  è  un  discorso  o  trattato  della  vita  spirituale, 
ed  esso  comprende  la  più  gran  parte  del  codice  slesso.  Dopo 
di  questo  trattato  6  una  —  Prodicalione  Mio  stesso  Domenici 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
mandala  alle  Suore  dd  Corpus  Domini,  ed  t  un  sermone  intorno 
ili  li:  vivili  lieoes.sai  ir  ;nl  csevri  tersi  special  mei  ili:  ilallfl  vergini  , 
le  quali  pe'  loro  voti  particolari  si  sono  consccrate  a  Dio.  DÌ 
poi  termina  il  codice  con  l' e.rpnsitiime  di  sanclo  Bernardo  sopra 
la  Sahc  lii-qina;  e  questo  non  è  clip,  il  volgarizzamento  dell' 
esposizione  medesima.  Manca  in  finn  l'ultimo  foglio  bianco, 
nel  quale  sarà  l'ora':  .sdita  .sci-ina  qualclio  dichiarazione  o  sot- 
toscrizione. Non  può  dirsi,  ilio,  quanl'é  alla  nostra  favella, 
lo  scrittore  di  questi  discorsi  lusso  de'  buoni,  o,  comi.'  dicono, 
degli  aurei  tempi.  Ciò  non  ostante  io  ne  bo  letti  alcuni  passi 
con  molto  piacel  e  anche  per  le  sode  massime  clic  vi  si  conten- 
gono, e  non  senza  qnsklie  clcgaiiiia  esposte. 

8289. 

21G.  Epistola  consolatoria  di  Tommaso  Hide  tradotta  da 
Roberto  Tirello. 

Lfinli.'iio  questo  codiro  il  volyai'iz/.inienlo  di  un'  epistola 
consolatoria  clic  il  sacci-dolo  Tommaso  Hiile  francese  scrìsse 
in  latino,  o  mandò  a  tult'  i  vescovi,  sacerdoti,  e  fedeli  della 
cristianità,  onde  confortarli  alla  pazienza  ed  alla  costanza  nel 
soffrire  le  persecuzioni.  Tutto  ciò  pur  risulta  dalla  lettera  de- 

eliicsa  cattedrale  di  Reims.  In  fine  dell'epistola  sta  scritto  cosi: 
Di  Lotanio,  i'  «/[inni  di  scUtoiliiv.  i  iyij.  Non  mi  riuscì  di  co- 
noscerò se  sia  s:,ita  pulil)lic:it;i  la  sopiaddi  ila  opisl.olii  nel  suo 
originale  latino,  e  cosi  di  questa  traduzione  in  italiano,  ma 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  ni 
probabilmente  sono  inedite  tutte  cine;  ami,  qua nt' è  alla  tra- 
duzione, tutti  gl'indizi  spsicirano  rsserc  questo  il  codice 
stesso,  elle  il  TirelJu  | nfs.t? i il t%  a  qm-i  oumsijjuore  di  Reims. 
Sono  in  vero  tirile  belle  ed  assai  bollo,  cose  a  leggersi  in  essa 
Consolatoria,  e  meriterebbero  una  versione  un  po'  più  ele- 
fante, che  la  presente  non  e. 


17.  Poesie  di  Giovanni  Consentino. 

«•piccolo,  ouilleri  tondi,  setolo  mf,  ili 


i  Alfonso  di  Aragona 
.tino,  si  come  appa- 
sopraddetta  Ippolita 


della  moglie  ove  parli  il  marito.  Il  codice  e  pe'  caratteri ,  e  per 
le  pergamene,  e  pegii  ornamenti,  e  per  la  legatura  i  vera- 
mente bello,  e  forse  il  Consentino  non  poteva  far  di  piò  per 


"6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

uianilpsisie  nel  piò  alto  -r.idd  Li  sua  dii\u/ioiie  vctso  (li  que' 

principi  ;  iiui  nuanl'ù  alle  sue  rime  non  ne  parliamo. 


8291. 

■i  i  S.  Rime  iìi  Nicolò  franco  contili  Pietro  Aretino. 


li  titolo,  die  del  presente  aulica  lesesi  in  mi  principio 
è  il  seguente  :  Tutte  le  rimi:  di  Stesser  Nicolò  Franta  colimi  Pictm 
Aretino,  ci  nel  fine  la  Pjiapeja  dello  slesso  autore.  È  questa  una 
rupia  l'edule  della  edi/ioue.  tilt'  delle  open'  itti  l"'r;iiii:t>  si 
pubblicò  in  Torino  per  le  stampe  ili  Gio.  Antonio  Guidone, 

prezzo,  poiché  vi  fu  cbi  durò  l:i  lutici  di  trascriverla  tutta 

da  capo  a  fondo  in  qucll' .mim  i  Insinui,  i  li'essa  rompa  rvr; 

dovendosi  pur  osse n  ire  eh'1  imian/.i  alla  l'riapcja  lr«-rsi  Li 
lettera  .'die  il  Fianco  scrisse  ni  (iniilniio  uni  lu  data  medesima 
della  stampa,  cioè  dell' unno  i54i.  I.a  Inalidissi  ma  ililiijen/.a 
e. correzione  somma  con  cui  è  scrino  questo  endice  potrebbe 
far  nascere  il  dubbio  cilici  l'orse  avesse  servito  di  esemplare 
al  Guidone;  tua  confidandosene  appunto  la  nitidezza  in  ogni 
sua  parte  dubbiamo  am'i'inaie  il  contrario. 


Digitile*!  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


8292. 

Trattato  di  Astrologia  giudiziaria. 

f."jrtn.cc,  ili  ti",  .-ai.Ltlij-i  cariai  i  .  i.i.-.ilu  iw".    ■: I L IV- ■:  1  ■     nd  pj-ir-iripio  ': 
nel  Ih*. 

Si  contiene  in  questo  codice  un  trattato  di  astrologia  giu- 
(lif.i.u  iit.  Tutt'i  i-azionamenti,  ii'  ' | ii ist i un i ,  Ir  luluzioui,  ogni 
cosa,  come  ivi  6  detto,  <■  tutta  Mia  (hamamìa  ili  Pirlro  iAkmo. 

 Il'  ili  Itili  Irll^d  jHlllt'i  Sulle  Jll.ltc.TÌi.' ,  fili'  (MÙ  si  disenfimi), 

tu''  sul  unii  In  con  cui  Mirin  .ieri  Iti1;  pen-iurcliè  in  lui  unii  speri:' 
dì  aversionc  da  (judl.-.  t  piica  lode  l'ariir  ].ossn  di  questo.  Se 
qualche  ama  lori;  dell'  ,-,stro]o;;h  e  (Hlti  gri'oman/in  consultar 
volesse  aiir.liB  il  iiimmle  scritto  linoni  a  ini  forse  ignoto,  sa- 
prà così  della  sua  esistenza.  Ma  sappia  ancora,  che  il  codice, 
non  considerati  i  fo^ìi  clic  mancano,  è  coni  posto  di  oltre  a  fino 
pagine. 

8292  '. 

aao.  Anlica  tariffò  de' prezzi  delle  merci. 

M  filili  ir,  t         .  in  S'.  ciii.iINri  tmi.li.  vi, .ili,  ih".  ,Ti  h;  .1  i.iHMiiiU.i,  ■un. 

Non  è  questo  codice,  elio  una  tariffa  de'  prezzi  o  lasse 
apposte  a  tutt  i  generi  di  mercanzie,  che  ad  uno  stalo  ita- 
liano, clic  non  i:  indicato,  provenivano  dau;li  atati  esteri.  Ma 
il  modo  con  cut  è  scrino  il  pivscnle  codici',  1'  uso  stesso  di 
alcuni  vocaboli,  C  la  qualità  della  moneta  con  cui  si  stabi- 
lisce il  rispettivo  valor  delle  lasse,  eli' è  sempre  in  ducati  col 
ragguaglio  di  circa  franchi  tre  per  ducato,  tutto  questo  mi 


32g  MANOSCRITTI  ITALIANI 

dimostra,  che  il  prescnli'  lilncllo  appar teneva  a  qualche  meli- 
ca laute  veneti  .ino.  A  ti  ir  vi;  co  ei  si'inln'a  in  vitti  un  mano-ct  iliu 
affatto  inutile;  ma  forse  potrebbe  riuscire  non  inutili:  pel  con- 
fronto che  per  esso  può  instiluirsi  delie  tasse  d'oggidì  (per 
esempio  sulle  manifatture  inglesi  o  francesi  introdotte  in 
Italia)  con  le  tasse  di  quattro  o  cinque  secoli  addietro. 

8292'. 

■j.21.  Panegirico  in  lode  di  Pietro  Mccolim,  composto  da 
Giovanni  Batista  Masi. 

Orti™,  in  i0\  anneri  tondi,  «rato  «li-,  di  buona  conser.wit.De. 

Il  titolo  dei  presente  codicetto  è  questo  :  Ritratto  dettiamo. 

girìca  del  padl  Don  Grò.  Balio.  Mali  Man.  Cassi:,,  tra  rinfiam- 
mati detto  tiajtam.  A  ijiic.it'>  lilnlo  succedi:  la  lettera  dedica- 
toria data  di  Finita:  ti  ì  nvnmbn  lG3.'i;  indi  comincia  il 
panegirico,  eli' è  nunposìn  di  seslitic  al  ninnerò  di  diciaotto. 
Risulta  dalla  dedicatoria,  che  l'esempio  di  un  celeberrimo 
pittore,  che  aveva  fatto  il  ritratto  dell'arcivescovo,  mosse  il 
Masi  a  fame  esso  pure  il  ritratto  in  poesia.  Non  è  in  alcuna  di 
queste  stame  dichiarato  chi  fosse  quel  valente  pittore,  il  cui 
solo  nomi:  avrubbenii  forsi:  rrilb-^rato  a.tti.i  più,  die  la  k-ttiiiM 
delle  sestine  scritte  dal  Masi. 


DigiiizM  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  I1E.  319 


H  titolo  che,  scritto  per  penna  moderna,  fu  dato  al  pre- 
sente collice  è  questo  :  Cronica  in  Ungila  italiana  che  comincia 
dopo  il  Dilanio,  e  finisco  al  anno  1248.  E  questo  a  dir  vero 
sembra  a  prilli  .1  giunta  dio  sia  i!  con  temi  lo  del  codice;  ma 
fatto  ch'io  n'ebbi  un  qualche  esame  potei  conoscerò,  eli' essa 
non  è  che  una  collezione  di  diverse  memorie  allusive  sì  alla 
storia,  che  alla  murali.' ,  alla  pulilica,  a;  la  ivi  illune  in  gene- 
rale, ed  in  particolare  alla  religione  crisi  Lina,  e  ad  altri  ardi- 
menti. Codice  venerando  per  la  sua  antichità,  ma  non  mi 
pare  che  tribiilarglisi  possa  lode  alenila  pel  suo  merito  in- 
Irinsico  nè  quanto  alle  cose  raccolte,  né  quanto  allo  stile  con 


aa3.  Il  DÌUamondo  di  Fazio  degli  liberti. 

Bellissimo  codice ,  il  quale  contiene  il  Ditlamondo  di  Fazio 
degli  liberti.  La  scrittura  n'è  diligentissima  ed  accurata;  e 
leggendosene  solo  un  qualche  passo  si  conosce  subito,  che 
non  già  un  mercenario  amanuense,  ma  uno  studioso  amator 
delle  lettere  imprese  questo  lavoro,  che  certo  non  fu  di  poca 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


fatica,  couipoiienilo-i  il  podice  di  don  pagine.  Dichiaro  per 
Unito  ch'egli  i;  supcriore  }>rr  ogni  ri-petto  al  lucrilo  degli 
alici  due  cedici,  che  dell'  opera  Messa  lui  esaminati  ili  questa 
biblioteca,  l'uno  cioè  sotto  il  n°  n3  ,  e  l'altro  sotto  il  a°  i  ag. 
de' quali  ho  già  data  notizia.  Molti  e  molli  conienti  no'  mar- 
gini attorniano  il  lento,  coi  ne  ti  ti  che  ini  nei  idi  fimo  assai  sensali, 
e  che  al  cav<  Mutui  ;■  lloraclie  (vedasi  il  ;.opiiiddoilo  furino 
u'ing)  voleva  ridurre,  per  (pianili  ei  poteva,  a  buona  le- 
zione rpicsl.' opera,  non  [hiliilo  .-.iitIiItto  -tali  utilissimi;  e 
quindi  pur  non  ilnhilu  di  alleluiare ,  elle  volendosi  lista  lupare 
il  llillamondo,  il  novello  editore  potrrhlie  consultare  con 
granii  issi  ino  frullo  il  prescnlo  indice,  veramenlc  degno  d'una 
l  'ibliutce.i  rcaie.  hi  line  lesesi  Li  sol liberili' ite  ..ciiLien  te  :  /  '.;■ 
flwil  lilirr  Furti >tc  ì'Wrlìs  wiliilis  i-iris  l'IftYnliiti ,  Inuisrrijilus  dirne 
Orlili'  u.i.«l(;,slvii",  ci  alsoktm  dir  Suihati  ultimo  Docembris: 
ijncm  scrìpsh  Andrtus  (/.jiwi  htmli-iifis ,  Chmtnfnn  de  Cattano 
Imspiù  piillui  Hill.  Litui  Ihv  li'iniijnlniri,  il  lìctilut'  t/anV  1  in/ini. 

83751. 

3  3  4-  Notizie  intorno  ad  alcuni  Conclavi. 


Sono  due  grossi  volumi ,  i  quali  contengono  le  notizie  sto- 
riche e  politiche  ile' conclavi  di  diicrsi  pontefici  romani,  in- 
cominciandosi dall'anno  l3o5  in  cui  si  (enne  il  conclave, 
dove  fu  eletto  al  trono  pontificale  Clemente  V"  che  fu  prima 
vescovo  liurdegalense,  e  clic  trasferì  la  sede  apostolica  in 
Francia  nella  cilla  d'Avignone;  e  si  termina  col  conclave  te- 
nutosi dopo  la  morte  d' Innocenzo  X",  ciò  che  fu  l' anno  i  G55. 


Digiitzed  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ?S> 
nei  quale  fa  creato  pontefice  it  cardinale  Fabio  Ghigi  chiamato 
di  poi  Alessandro  VII".  Gii  sia  l'autore  di  esse  sloriche  no- 
li':'-, nò  i  iijii  ridilla  ti'  u  le  n  u  Uioir' ■  ile'  dui-  \  ohi  un,  i  ipirdi  in 
credo  inediti,  an/i  penso  rhr.  per  umili  iudi/j  reputarsi  |)os.s.i 
o^u-sio  lo  suino  uutop-.-ifo.  Ciiiiuniipie  sia  di  ciò,  pare  in- 
dubitato che  lo  scrittore  per  la  sua  lealtà  ed  imparzialità, 
die  traluce  da  per  (una  l'opera,  e  più  per  la  grande  sua 
sullerilinlluo  ufi  r.n  emidi  ni-  le,  notizie  dai  jouli  piò  puri,  coni' 
ei  a  (ferina,  e  dai  iliK-miienù  i  pi»  autentici,  meriti  da' lettori  una 
pieni.-..sim.i  ferii'.  nn.iFiln  allo  siile  min  si  può  dare  in  ('.-.empio 
di  bello  scrivere,  ma  non  per  ciò  può  dispregiarsene  affatto 
la  penna.  Avremo  jrn'i  a  dite  lo  sle.sso  intorni)  a  molti  altri 
endici,  die  sopra  l'arjtonii'iilo  medesimo  de'  romani  conclavi 
si  conservami  in  ipiesla  puhlilra  ISibliolerii. 

8390. —  8591. 

-Jl5.  Le  Assise  del  regno  di  Gerusalemme  e  ili  Cipio; 
versione  di  Florio  Bustron. 

Due  gran  volumi  raru™.  In  Cugini,  fa.all.-rl  tonivi,  s-rolo  in'.  <ll  bnonj 
coDirruiioiie. 

Fu  al  tempo  ili  Andrea  tiriti,  doge  di  Venezia,  cioè  Dell' 
anno  i53i,  elle,  come  vedremo,  pei-  ordine  di  lineila  repub- 

urdinanze,  cu.slunii.  pratiche,  consuetudini,  diritti,  ec.  ec. 
del  regno  di  Gerusaleiume  e  di  Cipro,  codice  che  ivi  serba- 
vasi  scritto  in  lin jrn.-i  Irniieesi-.  li  rr,iduLtoi-e  obbedì ,  e  mandò 
alla  repuhblica  la  versione  compiuta  che  si  comprende  in 


»3i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

questi  due  volumi,  i  quali  ne  sono  la  copia,  che  ben  pro- 
liahilincnl.'  i:  vaia  fatta  ad  in<!an7.j  deli'  ainlctsrir.lorc  francese 
residente,  in  ( j r ■  e.-l  jio  |ues.o  la  srj|>l'addeUa  rejHlhhliea.  — 
Nel  line  della  tavola  dello  materie  nel  primo  volume  leggesi 
cosi  :  Le  assise  de  f 'ulta  l'orti  dui  nynn  ili  llierusulem  et  Cypro, 
tuitltittr  da  jriiiKesr  in  ìir.iinn  italiana  ■  d,:  or-ino.  de  la  Serenissima 
Durai  Signoria  de  Ventila,  per  me  Florio  Busi™  -.  noti  comandala 
:'t  ilarii'.  siijttori  Recioti  ili  onesto  Retjtio  ile  Cypro  :  come  nodnro 
,-li'ltii  da  li  minjitifii-.i  Ih-jiuiiiii  suina  t'.i  ditta  iritihtttionc.  Tutto  ciò 
che  couliensi  in  questo  codice  fu  prià  dato  in  luce  in  renella 
orila  stamperia  di  Aurelio  Plinio,  l'anno  1 535 ,  in  foglio,  gli 
compiali  della  quiilo  edizione  sono  rarissimi.  Confrontai  al- 
ci diede  il  di!%entissÌmo  Gamba  alla  pagina  (i3  della  stia  Serie  ' 
diali  scritti  impressi  m  dialetto  ieite:itmo , pubblicata  in  Vcneria 

vantaggio  della  lingua  quanto  alia  clizionn ,  ma  non  quanto 
alla  origiualilàdel  codice  ossia  olla  originale  versione,  la  quale, 
secondochè  panni,  il  l'indo  doveva  rispettare.  E  molto  im- 
|Mrtante  a  leggersi  una  memoria,  clic  inforno  a  queste  Assise 
ili  (lei  usa  lenirmi  e  di  Capro  ,  e  qnimli  in  Ionio  ;:ì  codii  i-  ori- 
ginale francese  ed  a  questa  traduzione  italiana,  che  ne  fu 
falla,  pubbli™  io  Parigi  il  chiarii."  sigr  Pardessus  membro 
dell'  Accademia  francese  ,  eoi  titolo  :  .Memoirn  sur  vn  moniimntl 
di  l'imcien  tlroit  cotittimicr  de  la  France,  conno  iohs  le  nom  d'Assises 
ila  royiinme  ile  .Irriisaii-m.  l'uri:,  iotprimrrit  ili  l'Iasioni  ce.  1 829, 


Digiiizefl  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i33 


8395.  '  ■ 

2i6.  Stori,!  <ir:li' Impero  Ottomano. 
Cartaceo,  io  foglio  grande ,  cùullui  '.•■j^l'k  ti  r  .1..  m".  di  ottima 

La  storia  ,  ìi ii/.!  [il i'i  verini ;i' utf  l;i  -lui! il  !i  ;i  ilei:'  ini j.-t  i .  Ri- 
tornano scritta  l'anno  lòjfi,  regnante  il  sultano  Soliuian  .Viari. 
11  nati,  coni  iensi  in  questo  collier,  die  componici  ili  A  Tiri  pagine. 
i".-s.i  t'i  divida  in  cinijiio  libri.  \rl  primo  si  ik^rrivono  i  diversi 
palazzi  o,  come  dicono.  Serragli  del  gran  signore  in  tutte  le 
ritti  ili  il  .-u;i  impuro,  ii-.comiiiciiiiidosi  d.'.l  S<.  ti  .1  lti  ii .  il!  Biir.si;. 
a'  pie1  del  monte  Olimpo,  Nei  secondo  si  dà  notizia  delle  ron- 
fi!- ultimo  scrivano,  Nel  terzo  si  tratta  della  guardia  del  gran 
signore,  e  particolarmcii le  di  lutti  gli  u Miniali  e  soldati .  che 
in  qualunque  modo  o  tilulu  vi  appartengono.  Nel  quarto  dei 
luogotenenti  o  cuoi  andanti  ni?:  Ir  diverse  province  dell'  impero, 
loro  attribuzioni,  onori,  olililiglii  e  diritti  ;  giuntavi  la  statis- 
tica delle  varie  nazioni  e  popolazioni  delle  province  medesime. 
Nel  quinto  ed  ultimo  e  la  desemìone  de  l'ordine  eh  tiene  ii 
Gran  Signore  ijKU'u/e  cn-'tiìcti.  r,cr  i/r,il,:i.r,-  \n  a>m:<9,  il  niiantìo  mar- 
mi alln  a  narra  rimira  ii  immiti,  ir  •jtutmL  uiUyijiii  cali  ii  l'aitii/tiuni. 

poi  particolare  di  tulle  le  unirai!'  in  denaro  del  gran  signore, 
le  quali  asron  (levami  allora,  eior  sul  ptiin  ipiu  del  secolo  \u", 
a  no  milioni  di  durati.  ronispi  indenti  -,  i  -.0  milioni  di  franchi, 
poiché  lo  scrittore  parla  del  ducato  veneto ,  il  quale  ha  il  va- 
lore di  circa  tre  franchi  ;  ed  in  fine  si  dà  io  succinto  un'idea 


j3«  MANOSCRITTI  italiani 

dei  modo  con  cui  gli  Ottimati  maritano  lo  loro  figliuole,  e 
ili  ciò  ch'essi  pralicauu  dal  mtmieiilu  della  uiii.nji-  eonjugnle 
per  promessa  iutln  sino  ni  [.mulo  rli  porsi  a  lclto  per  la  cen- 
so immune  ili'l  iiiali'iiiKiniu.  Vll'oilima  pagina,  del  carattere 
slesso  ili  tutta  1\i])i'[;l  Jo^t'tl  1^  soUuwrraoiK' ieguente: //amun. 
liln  :  i:iil,eì:<i!.  Ami.  i  '.iliiì.  IV I  minio  culi  cui  e  scritti,  ([iic-lu 
endici!  si  conosce  non  esseiv  sialo  .111  Italiano  In  scrmoiv. 
benché  tutto  in  lingua  italiana  scritto.  11  eh.  sig'  llammer 
sopra  lutti  ci  potrà  dire,  se  sta  questo  un  originale,  se  sia 
traduzione  d'altra  lingua,  clii  sia  l'autore  od  amanuense  che 
si  dà  a  conoscere  nella  solloscriiione  qui  poco  sopra  ripor- 
tata, e  se  l'opera  sia  stata  o  no  data  alle  stampe.  Ciò  che 
parve  a  me,  in  leggendola  in  alcuni  luoghi,  è  che  ii  lettole 
rimane  persuaso  di  due  fusi';  in  prima  elle  colui  che  la  com- 
pose era  assai  hene  instnittcì  del  .-mi  arsomene;,  e  la  seconda 
chi'  indili:;;  chi  li'L'ge  a  prejlarjiiisi  tutu  la  bulina  lede. 

974-2*. 

Lettere  del  maresciallo  Pietro  Stralli  a'  personaggi 
del  suo  tempo. 

Cartaceo,  ìd  foglio  pìccolo,  cantieri  conivi,  ver»  li  ine  là  dri  secolo  11  r>. 

Comprende  questo  codice  una  racco]  la  di  Ietterò  scritte  dal 
Min  cc.se  in  Ile  Pie!  re  Strofi  in  diversi  tempia  diversi  personaggi. 
Comincia  il  codice  con  una  instruziono  data  dallo  Stroaii  al 
suo  segretario  intorno  a  ciò  ch'egli  aveva  ad  esporre  in  suo 
nome  al  re  cristianissimo;  indi  seguono  le  lettere  mdii-ilte, 
ciimo  <■■'■'•  ilellii,  ìi  \a:;j  personali  e  sopra  varj  argomenti; 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  q35 
si  comi'  ad  un  eiirjinale  w\ir,\  Li  [rm-rra  di  Siena,  rolli  data 
del  mese  di  febbraio  l55s  ;  altra  ad  un  Pallavicino,  di  mano 
i55i;  altra  a  monsignore  iSi  Codeim  a  Veneiia,  dello  stesso 
anno,  (i  cosi  successivamente  sino  al  i i r:  di']  volume.  Non  sono 
slate  pulihlicalc  queste  lettere,  ma  senibriiini  che  inerito! cblier 
la  luce  e  per  la  penna  elio  le  ferisse,  o  pc'  grandi  lumi  clic 
trarne  si  potrebbero  per  la  storia  d'Italia  a  quo'  tempi. 'La 
iiislruiioiie,  di  cui  bo  detto  da  principio,  é  preceduta  da  un 
alt™  discorso  elio  incoili i uria  rosi:  «  Farete  intendere  a  Sua 
«  Maestà  elle  avendo  io  resoluto  molti  giorni  souo  di  spedirvi 
-  alla  Cor  te,  con  il  suri-esso  dell'  anno  passato,  no. sono  stato 
•  intrattenuto  un  mese  e  più  dalli  thesau rieri,  ec.  >  .11  codice 
non  é  nè  autografo,  ut  autentico,  ma  leggevisi  cbiaramentc 
scritto  cb'é  una  copia  fedele  ed  esattissima  di  lutto  quello,  elle 
d'altro  codice  fu  in  questo  riportato. 


228.  Scritti  la  più  parte  con  re  memi  il  regno  di  Francia. 

il  titolo  generale  di  questo  i:upnri;mie  codice  é  :  Commen- 
tarj  ililh-  («.te  dì  l'rascia.  K  quesli  in  falli  da  mio  nomili  eia  memo 
al  codice;  ma  altri  scrini  esso  coni  iene  di  non  minore  impor- 
tanza, rie' q udì  però  dovremo  eonieu  1.1 1  ci  ili  snpcine  di  argo- 
menti :  I.  Souo  d   pie  in  priimi  Iiuii;ij  i  sopraddeni  eommen- 

tarii,  i  quali  non  hanno  il  nome  dell'  autore ,  e  principiano 
cosi  :  «  Commentari!  delle  unioni  del  regno  di  Francia  concer- 

■  nonti  la  religione  ,i  alni  :i  elidenti ,  cominciando  dall'anno 

■  i55G.  La  Tregua  roncliiusa  ira  Carlo  Quinto  Imperatore,  et 


i36  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«  Hciirico  Re  di  Francia  a'  ij  ili  febbraio  1 55tì  ,  per  la  quale 
<■  eglino  continuavano  il  pos.-rHO  di  quello ,  die  nelle  guerre 
-■  passale  I ijì v i : v n r n  omipalo,  privisela  .-jn'iano  di  quiete  a'  mi- 
pseri  slati  loro,  et  a  quei  d'altrui,  ce.  ee.  ■  Questi  commeii- 
Larìi  sono  divi-i  in  quadro  liln'i,  cil  occupano  la  più  j;ran 
parlr  df1!  codice.  11.  lincilo  ehi.  il  lk  Christiiiiiissimn  fu  iiitemlere 
il  Nostro  Srjjnore  circo  k  eeMimtitiae  ilei  Qweiliii.  i'rr  l' espedi  tinnì- 
de  xml  d'ottobre  i5Gó.  IR.  hstrattione  di  quello,  che  voi  Don  An- 
tonìn  ili  Tnlnln  frinir  ili  Lenii:  ,  WMi  eiujilin  ,  liti  min  cnnsitjliti  ili 
Stato,  et  mio  caat!kri::n  mini  yiV.-,  limite  ila  pire  et  da  tracturc 
in  franerà ,  linee  /il  presente  \  ni  ci  manditimn.  Di  Toledo ,  atti  ii  di' 
settembre  ì  jfio.  La  quali!  iiisii  ii/iiinc  ù  sottoscritta  in  nome'  del 
Re  Cattolico  do  Gonza!  Perei.  IV.  Risposta  del  Re  Christianis- 
iim  et  della  ReaimMadrea  Don  Antoniodi  Taledosopra  il  Imitato 
eoa  le  loro  Maestà  in  nome  del  Serenissimo  Re  Cathoiieo,  ii  xnt  di 
settembre  ]  5Go.  V.  Supplica  della  Facoltà  teologica  Parigina  al 
\'.e:  Oisriaiilssimu.  Ksslì  e  sfritta  in  la'.imi,  ed  io  uc.  lo  men- 
zione per  dare  intera  la  notizia  del  codice.  VI.  Copia  di  ima 
/die™  del  ["onte  di  Viterbo  al  airtliimle  Tornane  ;  di  Parigi,  o'iv 
di  settembre  i  5<k>.  VII.  ed  ultimo ,  altra  copia  ili  lettela  strilla 
dal  Vescovo  di  Vi  tori»)  Nunzio  del  Papa  in  Francia  alli  Nunzii 
ili  Germania.  Data  d'Orleans  a'  ih\  di  dicembre  l'anno  i56o. 


aag.  Dissertazione  sopra  la  Lega;  giuntavi  una  quistione 
intorno  al  Re  di  Navarca. 

Carlawo,  in  4*,  cirSIU'ri  cumivi.  il]  sul  |n  iiu:i|iii:  il.:]  stadi!  ini",  di |agioe  iio. 


La  prima  scrittura  contenuta  in  questo  codice  lia  il  titolo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i37 
seguente  :  Dissenti:  ime:  ie:i:e,ci  :<-jli  i  ij-  ui  che  in  Leija  kaprvdotti, 

questo  l'argomento  che  dapprima  si  tratta.  L'autore  non  n'e 
palesato  in  alcun  mudo.  Do  le  prime,  e  le  ultime  linee  dello 
scrìtto  a  fine  che,  aggiungendosi  alle  mie  le  altrui  indagini,  si 
possa  conoscere  s'ei  lupaio  in  Imi1,  poiché  sembrami  non  ne 
avrebbe  l'orsi:  demeritata  la  stampa  a  que' tempi.  Incomincia 
cosi  :  «  Quale  si  voglia  irilcnlione  che  s'  habbino  avuta  quei 
.  della  Guisa  nel  fare  ia  Lega,  egli  è  ben  certo  die  perii  manco 
"  l'avvenimento  ci.  il  succedo  n'  è  italo  d  jnuo'ii^ìmo  alla  Me 
«  licioni:  Cattolica,  alili. Stalo  et  Coruna  di  !■' rancia,  dagli  autori 
n  stessi  de  la  Lega  medesima,  ec.  •  E  termina  con  queste  pa- 
role: •  Amidi  tutte  li:  sc^l. ■Mulini  el  i:ii  pietà  di  questo  mondo, 
•  quella- è  (1* ipocrisia}  la  rn^inre  e  hi  pi':  empia  ;  clic  è  mas- 
«  chcrata  e  travestila  del  nome  di  bontà  et  di  pietà. .  Pare  che 
questo  scritto  italiano  sia  stato  dettato  da  penna  francese, 
poiché  v'ha  a  quando  a  quando  ne' margini  qualche  aimoU- 
aione  di  un  Italiani),  che  pone  in  chimo  alcune  frasi  o  voci, 
che,  giusta  il  suo  avvilo,  attendono  meni)  all'  itajkiu  che  nìlj 
lìngua  francese. 

11  secondo  scritto,  che  condensi  nel  presente  codice  è  il 
trattare  la  seguente  quistiono  :  Si-  il  He.  ili  AWirai  (che  chiama- 
vasi  allora  semplicemente  —  il  Naeurm } ,  fuceiulisi  cattolica 
debba  estere  dui  l'upn  l  ihantletin  ,  et  lun-ituiti  per  Re  di  Francia. 
Pare  che  <iii;;idi  in  caso  consimile  non  si  proluderebbe  più 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


9914.— 9915.  — 9910.  — 9917. 

l3o.  Annali  ecclesiastici  e  secolari  di  Alessandro 
Tassoni. 

Oliali!»  vili  inni  .Mrl.iivi  .  in  V  |.'i;iii<]i\  r,li,htl.'[i  l'usili .  H.-.Mhlo  \;:r.  ili 

Il  titolo  o  frontispìzio  del  codice  è  come  segue  :  Rìttrettn 
i/.-y/r  Mundi  m  ksitiftin  1  wvturi  r'r  Mr'.'tuuhr,  'l'astoni,  tvu  Jii-ersr 
■..:nsi,i-ì;i:i.:ni  1:  yv.nimìwriif.  d;i ;;.■■)( ■(.',/(  ii.y. in ,;.'(■  itili-  '.use  dette  dal 
('.indili.  Ilartiiwi  ■•  Ai'jh  nitri.  Unirlo  titillarli  .-i  Riunii  opri'a  ine- 
lìitli.  mlllenUlil  in  h  vili  1:1  ili  ili  .'.irea  (ioii  pagine  e.isiselied  lino, 
m.l  1i11ch1iL.il>  iii  mi  lai  unì  a:'eliili.ttoiii.-.'o  r,  penna  eliti  unii  è 
sp  ri.'  p'vole,  Nethi  parte  superiore  I:  delineata  la  Corona  Reale 
di  Francia,  ed  al  di  sotto  sono  i  tre  gigli;  ciò  eie  fa  vedere 
i-lui  il  mano.sciiltu,  il' altronde  mirini  quanto  ai  earatlci'i  iiellis- 
simo,  0  dUigeiilii-iiimiicrjte  (.'situilo,  non  solo  già  apparte- 
neva alla  Francia ,  ma  o  fu  fallo  per  ordine  ed  a  spese  di 
questa  corte,  ode  un  dono  elle  a  quel  tempo  fu  offerto  nll» 
(■(irte  medesima.  Km  noto  questo  bel  codice  a  Lodovico 
Antonio  Muratori,  il  quale  intorno  all'  opera  presente  dà  im- 
portanti notizie;  nella  vita  del  'l'assoni  preposta  alla  Sirchia 
rapita  nella  edizioni*  di  .Modena,  l'anno  ìn  4°,  alla  quale 

rimetto  i  lettori. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  i3g 


9919'. 


a3i.  Lettere  scritte  al  cardinale  Borromeo  da  monsignore 


Contiene  questo  codice  uno  collezione  di  —  lettere  seritte  al 
O.irJattdi  lìemjniLV  ikt  :iìmhu:!v-p:-  YhuMÌ  ijiiandu  fu  al  Concilio  ili 
Trento.  Vedasi  ciò  clic  si  dirà  ilei  codi»  segnato  eoi  n°  171 , 

di  cui  n'ècopia  il  presente;  il  quale  però  é  scrìtto  con  dili- 

geiua  maggiore  ,  •■  prò  dirsi  codici!  elegante. 

9920'. 

2  32.  Commentarii  dello  cose  di  Roma  dall'anno  1376  fino 
a'  tempi  di  Alessandro  VI",  scritti  da  Stefano  Infeslura. 

Cartaceo,  in  foglio,  caratteri  corsivi,  secolo  mf,  di  pagine  800,  rli  Imma 

Leggonsi  da  bei  principio  le  seguenti  parole  :  Commentarli 
rerum  (Jrianantm  ali  unno  M.f.re.i.xH).  usque  ad  tempora  Akxan- 
iri  VI.  Alidore  Stfpiitwi  Infatuili  •  ir?  [ìiuiluim.  11  ixj.i.xvhj.  Questo 
r  1 1 1  n  1  - r j i  il  (itolo  ,  r:J n"-  rudi:,  pi  ima  pagina  ir  apposto  al  pre- 
sunti» codina  cri  ì:  pur  conv.'iiii-i  ilei)  multi  datti,  |  iti  udì  ut  I  ir  dal 
principio  al  fine  è  quello  appunto  il  contenuto  del  codice 
stesso.  Ma  di  essi  commentarli  o  storie,  sono  alcune  parti 
irritte  in  lingua  italiana  .  id  altre  in  lingua  ialina.  H  coinin- 
ciatnenlo  é  questo  :  .  Neil'  anno  Domini  mille  ducente  novan- 
«  toquattro  nella  vigilia  di  Natala  fu  creato  Papa  in  Napoli  il 


ifa  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«  cariiiiiaU-  dello  ili  San  Marlin»  in  Monlc,  ci  In  chi,iiiiato  Bo- 
li nifacio  Oliavo  di  casa  Gaetana,  et  nei  suo  tempo  fiori  in  modo 
»  la  fattione  Guelfa  et  Gibellina ,  che  ■  ec.  ce.  E  termina  il  co- 
dice con  queste  lince  :  ■  Et  incontinente  la  manina  seguente 
o  lo  Papa  manciù  [alili  per  coglier  Ostia,  et  nulla  polè  avere; 
■  onde  a' dì  -ili  del  dotici  mese  apparecchiò  le  Bombarde 
-  grassi;  ci  piccolinc  ron  li-  ulti..;  arìi^li.'irie  per  andare  a  campo 
«ad  Ostia..  Dal  titolo  di  questo  codice,  dal  suo  comincia* 
mento,  dal  suo  fino,  e  dal  nome  dell'  autore  potrà  risultare  se 
fu  o  no  pubblicati!  il  presi 'ii  le  i «a miserimi  che  pur  sembrami 
di  non  poca  importanza,  e  quindi  di  quanta  celebrità  e  fede 

[■un L'iti» dino.  A  buon  conto  io  posso  asserire,  che  non  ho  tro- 
vato alcun  cenno  (li  questo  scrittore  ne  pure  nella  BilHografia 
stortili  tifilo  stata  jy-htifitic  pubblicala  in  Roma  1'  anno  179»,  in 
a",  della  quale  fu  compilatore  Giuseppe  Cernitori. 

9955.  — 993Ù.— 9935—  9956.—  9937. 
9938.  —  9938'. 

233.  Relazioni,  Memorie,  e  scritti  diversi 
di  vario  argomento,  pressoché  lutti  concernenti  l'Italia, 
e  cose  italiane. 

Simo  iniEsti  stile  numeri  si  Himpr™l  m  i  iihictlami  frulli-i  cartacei,  in  foglio, 

r àiiiHri  j  r.r:>ivi .  ilf  r..::  'ill  .\'C  i-  uri",  .li  l'rj  in.i  ir  iu..'ili..rjr  r-  1 1. i:.ii-rlh. :  r 

1  -zi -!  L L  prjrl.uirs  il  Ulolo  rcnciico  di  Helaziom  ,  0  test  DKr.nac.  iiu.ia&e. 

Polendo  esser  utile  che  si  conoscano  tutte  queste  relazioni  e 
cose  italiane  piti  particolarmente,  non  debbo  quindi  omeltcre 
di  dar  l'esatta  notizia  di  tutto  ciò  eh'  ò  contenuto  in  ciascheduno 


OlgitizBd  ùy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5di 
do'  sopraddetti  codici.  Nel  primo  pertanto  sotto  il  n°  gg33  si 
comprendono  le  seguenti  materie  :  1"  L'elenco  di  tult'i  doni 
che  fecero  i  Principi  alla  Sede  Apostolica ,  incominciando 
dall'imperatore  Costantino,  e  terminando  al  pontificalo  d'Jn- 
nocenzio  111°. — 11°  Relazione  della  città  di  Venezia,  fatta  da 
Don  Alfonso  de  la  Qucua  Conte  di  Benamar,  già  ambasci  a  lo  re 
pel  Re  Cattolico  presso  la  della  repubblica,  e  cardinale. 
IH"  Sommario  della  storia  di  racsscr  Francesco  Guicciardini 

■  l'anno  i4ga  Lorenzo  di  Medici,  il  (piale  per  la  sua  virili  et 
«industria  bilanciava  le  cosed'  Italia  »  oc.  IV"  Un  discorso  sulla 
libertà  dell'Adriatico.  Non  ha  nome  di  autore.  V"  TMa:iem:  rr- 
ridieadi  quella  di' è  postato  fra  In  Sireniamia  /{ry.Ti'ifiVa  ili  Vmttin 
et  il  Serenìssima  .hiiiii.rn  Fu-tUi-.nniu  ir ii  [ulta  d'  Yscochi  sad- 
diti diS.  Altezza;  ci  le  ragioni  die  dalle  parti  si  allegano,  et  il  suc- 
chio della  gaerra;  el  anco  fra  ìl  sia.  Duca  di  Savoia  et  il  siij. 
Don  Pietro  di  Toledo,  scritta  da  Emanuele  di  FcrdcsinHa.  Ili  imitino 
le  notizie,  come  leggasi  in  fine,  sino  all'anno  ifiiG.  VI"  Re- 
lazione di  ciò  ch'c  accaduto  in  Vercelli  nel  secolo  irti*. 
VII°  L'arringa  fatta  in  Senato  [di  Venezia)  li  à  jbfc~  ]6an  da 
/laniero  Zeno  Procuratore,  iloaa/e  nel  salir  eh' ei  fece  alla  Tribuna, 
adi  che  Vincenzo  Cappello  et  l.uiiji  Fimmini  ad  alta  iva  dittero — 
andiamo  aa  —  onde  il  Zeno  con  riso  tariate  comincio  così  :  •  Mi  ha 

.  tulio  con  I.iiti  in  ilio  l'.iui       (jui'ILi  voce  iifcila  ih  una  Iuhiji 

.sacrilega  — andiamo  via.  —  Cirilla  detto  tal  parola  non  può 

•  essere  buon  citladiuo  della  sua  patria,  et  amatore  della  libertà 

■  nostra,  e.  quelli  che  vanno  via  per  non  ascoltare  quello  eh'  io 
.voglio  dire ,  è  da  credere  che  non  vadino  se  non  per  far 

•  male,  >ec.  Vili"  ed  uitimoèitn  Memoriale  del  di  la  taglio  i  R4g 
a  ehi  vuol far  terreo  castelli  novi,  dove  non  è  niente. 

Nel  codice  11°,  sotto  il  o°  nn3d,  si  contengono  le  cose 


lAa  MANOSCRITTI  ITALIANI 
seguenti  :  I'  Cini  nic.cmìii  noti/.ia,  clic  iti  prendesi  in  trenta 
pagine  .  [Idia  casa  d'Austria  per  ciò  che  riguarda  lo  stato  suo 
politico  e  amministrativo  j  la  quale  notiiia  fu  scritta  per  co- 
mandamento ili  un  allo  personaggio,  di  cui  tacesi  il  nome, 
e,  secondo  clic  mi  pare,  scritta  nel  secolo  xvi°.  Il"  Uno  instru- 
lioin!  del  cenile  della  Mirandoli  .il  suo  figliuoli  quando  andò 
ainliasoialoiT.  presso  Filippo  \"  re  di  Spagna  L'anno  1 55S  ;  ed 
è  assai  bella  e  piacevole  a  leggersi.  IH'  Delazione  del  regno  di 
Spu^iK. ,  M-nlLi  ih  \1  it  Inde  Soriano  ambasciatore  veneto  presso 
il  re  Filippo.  IV"  ed  ultimo,  la  storia  del  conclave  di  Ur- 
bano Vili*;  omettendo  di  riportare  molle  altre  cose  latine,  e 
spaglinole,  e  IV  usi ,  scritte;  f  slanciale ,  die  sono  in  questo 

Nel  codice  111",  sotto  il  n"  oo35  :  Ia  Relazione  delle  cose 
del  Turco  col  Soffi;  la  quale  incomincia  nel  modo  seguente: 
n Scrivo  le  cose,  clie  avvenute  sono  nella  guerra,  che  nell' 
«  anno  della  salute  nostra  1 553  Solimano  Ottomano  Signore 

■  de'  'l'orchi  ha  principiato  di  fare  contro  Sciavamas  Re  dì 
■i  Persia  e  d'  Armenia  detto  il  Signor  Solfi;  al  che  fare  posto 
.,  mi  sono  per  passarmi  il  tempo  '  ce.  Sono  circa  cento  pagine, 
e  non  v'  ha  nome  di  autore.  Panni  che  la  relazione  sia  ben 
degna  d'esser  Iella.  11°  Un  lungo  discorso  di  circa  160  pagine, 
pel  quale  si  dimostra  quanto  a  torto  venga  biasimata  la  Re- 
pubblica di  Venezia  per  aver  conchiusa  la  pace  coi  Turchi  nrl 
secolo  ivi";  e  qui  puree  taciuto  il  nome  dell'autore. 

Nel  IV"  codice  ,  sotto  il  num"  9936  :  I"  La  vita  del  papa 
Leone  XI",  che  incomincia  con  queste  parole:  •  Sempre  nella 
«  tiiii|[«li;i  il.-'  Mollici  si  sono  riconosciute  molte  e  chiare  test i - 
.  monianic  della  Provvidenza  di  Dio;  >  ed  è  compresa  in  20  pa- 
gine. Il"  La  vita  del  papa  Clemente  Vili",  ed  incomincia  cos'i: 

■  Qoanto  il  più  delle  volte  riescano  vanì  i  disegni  umani  »  ce, 


Oiginzed  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  )43 
ed  è  compresa  in  90  pagine.  111°  La  vita  di  Ferdinando  Me- 
dici 111°  gran  duca  di  Toscana,  ed  incomincia  :  .  Il  Principe 
«Ferdinando,  Primo  di  questo  nome,  nella  casa  serenissima 
■  di  Toscana,  essendo  uncin  a  jjioni  netto,  »  ce.  ed  è  compresa  in 
100  pagine.  Delle  vite  contenuto  uri  presento  codice  non  sono 
dichiarati  i  nomi  degli  autori,  e  sono  scritte  con  qualche  de- 
gan sa  di  stile. 

Nel  V*  codice,  sotto  il  n°  9937,  si  trovano  i  scritti  se- 
guenti :  1°  0rti:i«rc-  de1,  ellirìaimi.-  wi>.  Mitriti  Gir.';!).'. filmi  ìittinttito 
Ambascia/ore  della  lli/nMliia  ili  lene-iti  pram  il  llr  (Cristianissimo. 
Questa  oruione  è  compresa  in  80  pagine.  11°  Relation!  del  ch- 
riaimo  mes.Mickìel  Soriano  ritornato  Ambasciatore  della  Rtpabblica 
di  Venditi  presso  Filippo  tic  di  ,S/ire/;w  ;  0  (jtii-slii  relaziono  eli' è 
comprosa  ;ri  (io  pagine  è  ([nella  slrs^i  olio  iogjirsi  nel  secondo 
di  questi  it.rlic:  ,  ri  ■'•]*  tradì  urli;!  Ri  bli  olerà  .sullo  il  ri'  (J(|^'|. 
Ili*  JWfl  Itone  del  c(arij°  mei.  Gin.  Midiele  ritornato  Ambasciatore 
dilla  Hip  11  Idi lu  ti  di  Veneriti  premi  la  lleijina  d  ltit}liilterra  nslT anno 
1  0J7  ;  e  divisa  in  due  parti .  ed  abbraccia  tao  pagine. 

Nel  codice  VI*,  sotto  il  n°  gg38,  sono  le  cose  seguenti: 
I"  Succinte  niijitiititjlin  dei  Marclesatn  di  SuÌ\ì;;o  .  censì  dell'altre 
terre  dello  stalo  di  Sua  \l«r<t,i  diluii  da'  minili .  Il"  i  na  inslruiione 
sul  modo  di  governare  il  ducato  della  Mirandola  sotto  la  pro- 
che  sui  ducato  medesimo.  Ili"  [In  discorso  sulle  giuste  pre- 
tensioni ikl  duca  di  .Vvcr.i  alla  erediti  lasciatagli  ila  Malga- 
l'ita  Palei  do;;  :1  dindi. '.-sa  ili  Mimimi,  e  M.irclies)  ili  Mollici  l  irto 
con  suo  testamento  pubblicato  il  di  29  dicembre  i566. 
IV*  Stimmariu  del  di-etrto  Imperiale  ili  darlo  V"  tiina  il  Irtfllto  che 
feci  Usi.].  Dnrn  dì  Mantova  di  felice  memoria  di  otto  mila  dncati  di 
entrala  prr  miti  itili  sm  jtjlnttili.  V"  Prima  offerta  del  sii/.  Camillo 
Simonetta  al  sia.  di  Sanie.  Albino,  l'anno  1 5G7,  cioè  clic  per 


iU  MANOSCRITTI  ITALIANI 

l'offesa  ricevula  jrli  olire  ili  ballmi  in  ducilo  colla  spada  e  in 
camicia;  risposta  del  sig.  d'Albino;  replica  del  Simonetta; 
risposta  del  ai»,  il'  Alili  iti]  n  questa  replica  del  .Simonella;  lei- 
fiinftden/iale  (Irl  d'AÌLino  al  sig.  Leonardo  della  [io* 
vere  ;  parole  dette  dal  cavai8  Birago  al  sig.  Leonardo  della  Ro- 
i'ti'  inturno  al  dello  c r^onientu ;  risjiobls  dui  Simonella  il 
cjv'  lììn»»;  aki-.i  olirei, i  dell'  \lljini. ;  ri.po.-ta  <\r\  Simonella  ; 
i1!-]  ilici:  d»i  d'  A  II  ii  no  ;  idi  ini  a  replica  del  Sìmune-tla  indi- 
li Ila  al  disila  lìuvrc;  ih  ivi  dir  li-pislo  i.!  ri:  fi  li  dm  Ira  I'  A  Ibi  mi  cri 
il  Simonetta,  per  le  (piali  ai  viene  in  line  a  buona  composi- 
zione di  animi;  ciò  clic  fu  nell'anno  medesimo  1567. 

Nel  VII"  ed  ultimo  codice ,  sotto  il  n°  0(>38' ,  è  una  pre- 
ziosa collezione  di  lettere  scritte  dal  nunzio  del  papa  in  Fran- 
cia ,  che  fu  .li  poi  il  cardinale  del  filinolo ,  a'  più  grandi  e  dis- 


ello, sotto  il  generico  titolo  di  cose  italiane  diverse,  contiensi  in 
questi  sette  codici.  Nulla  to  dirò  del  merito  ed  importanza 
degli  argomenti,  che  vi  si  trattano,  perchè  ciò  che  può  sem- 
brare di  poca  o  niuua  importanza  a  taluno,  può  esserne  di 
molta  a  qualcun  altro.  Certo  È  intanto,  che  per  la  massima 
parte  sono  tutte  cose  inedite,  e  che  alcune,  anche  perciò  che 
concerne  la  nostra  lingua,  panni  possano 
lettura  e  lo  studio. 


OlgiiizM  D/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


9938'.— 9958  ".  —  9958       9958  '.—  9938  '. 
_9938  '.—  9938  '.—  9938'°.—  9938". 
■    _ 9958".  —(9958")—  9958"™.-  9958". 
—  9958". 

2  34.  Raccolta  dì  lettere  di  monsignore  Ubaldini  Nunzio 
delia  Corte  di  Roma  in  Francia. 

Tredici  volumi  culacci  (non  compii™  il  n' 9938".  di  cui  clìrauio  a  suo  luogo), 
in  H  grande,  caratteri  corsivi,  secolo  nif.  di  dna  800  pagine  ciascheduno, 
lulti  di  ultima  conservazione. 

Contiensìin  questi  codici  una  coììerione  di  lettere  scritledi 
Parigi  da  monsignore  Ubaldini  nunzio  apostolico  presso  il  re 
<■ristL.-iuis-.irsn>  olii  cu  (liliali  Borghese  e  Lanfranco  in  Roma.  Le 
lettere  che  si  leggono  ne'  due  primi  volumi  (seguendone  l' or- 
dine come  gli  ho  notati  qui  sopra)  portano  le  date  degli  anni 
1607, 1608, 1609  e  1610*  nel  111°,  hanno  hi  il, ita  (K'U'iituiu  1(101: 
nel IV,  V,  VI",  VII'  e  Vili"  la  dato  dell'anno  ifii  i  ;  nel  IX1  e  X' 
sino  all'ultimo  la  data  dell'anno  16  la  fino  a  quella  dell'  anno 
ìtìiG.  Non  ò  dichiarato  in  alcuno  di  questi  codici  per  co- 
mandamento di  chi,  dove,  ed  in  qual  anno  sia  stata  falla  la 
presente  nitidissima  copia  di  esse  lettere,  le  quali  certo  non 
furono  mai  pubblicale.  Quanto  alla  Ioni  inqiorliiii/.a  ,  massimi' 
per  la  storia  dei  tempo,  i-ssa  si  appalesa  ben  grande  pei'  se  me- 
desimi!, considerando  soltanto  all'autore,  ni  perso na grjj  cai  sono 
ìiidirilte,  ed  al  luogo  donde  partirono.  Si  manifcslr.ua  in  esse 
i  principj,  le  dottrine,  le  consuetudini,  e  le  massime,  che  cosi 
qu.-mlo  all'i  religione  come  qua  old  alla  sede  pontificia  erano 
allora  ammesse  ed  approvate  dal  re,  c  dal  regno  di  Francia. 
La  diversità  dogli  argomenti  che  v  i  si  trattano  ;  le  quistióni 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


insorteli  consigli  clic  si  domandano;  le  notizie?  di  tutt'i  pubblici 
avvili;  Ir.  relazioni  di  all'ari  segreti  dulia  curie  del  re  c.t'islia- 
uissimo;ie  querele  clic  ijcriir  spesso  si  menano  Verso  la  corte 
di  Roma;  le  minacce  elie»  quaudoa  quando  pur  si  fanno  alla 
corte  medesima,  lutto  ciò,  come  ognun  vede,  rende  questa 
colleziono  del  più  alto  pregio  ed  utilità.  l'i  quanti  lumi  in  fatti 
non  potrebbe  all'  uopo  iiarre  la  l'cancia,  non  clic  ogni  stato 
cristiano,  (In  questo  pulito,  ili  pio  euri  cu ,  e  religioso  'p'.s- 
tolario,  nei  quale  non  senza  maraviglia  veggonsi  lungamente 
e  talvolta  con  poco  fruito  dise.ns.-i  aleni:!  ailari ,  elio  oggidì , 
secondo  ch'io  penso,  si  terminerebbero  con  una  sola  ietterà, 
anzi  con  una  linea  !  —  Nei  line  ilei  volume  i.v1  (  <j<'.i3S''  j  e  itala 
aggiunta  alcuni  anni  dopo  una  scrittura ,  che  fu  fatta  in  Roma 
per  essere  presentata  al  papa,  nella  quale  ti  tratta  dell'autorità 
che  può  o  no  avere  il  pontefice  sopra  le  cose  ed  affari  tempo- 
rali de'prupiii  ed  alleni  slati.  Il  cardinale  francese  d'Kstrées 
pensò  ili  mandar  copia  di  essa  scrittura  al  suo  re;  ciò  elle  fu 
l'anno  1G88;  e  di  poi  per  cura  dell'arcivescovo  di  Reims,  la 
delta  copia,  Uri  quale  fu  inviata  al  re,  è  stata  aggiunta  al  so- 
praddetto volume  IX"  di  questa  llumiìtn  Min  neijudtaìoai  Mia 
jVdiiiiVitnra  Ubatdiai.^- Della  quii  le  raccolta  dissi  da  principio 
che  sono  tredici  volumi,  non  compreso  quello  eli' è  sotto  il 
n°  <ju38",  perche,  nulla  ha  che  fare  con  essa  raccolta  i  e  perciò 
mi  riserbai  di  darne  qui  la  descrizione  onde  non  alterare 
f  ordine  numerico  con  cui  sono  posti  nella  Biblioteca  essi  vo- 
lumi, ciò  che  mi  sarebbe  avvenuto  se  avessi  collocato  il  detto 
codice  o  prima  0  dopo  di  quelli. 

Esso  dunque  è  cartaceo  in  foglio  grande,  caratteri  corsivi,  se- 
colo xvit*,  e  £  ottima  conseniatione.  Contiene  tulle  le  lettere  e 
le  memorie  concernenti  la  negoiiaiione ,  ch'ebbe  il  cardinale 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ai, 
Spada  nunzio  apostolico  in  Francia  negli  anni  162601617,  in- 
torno alla  censuratici  fumoso  libro  composto  dal  gesuita  Antonio 
Santarelli,  clic  ha  per  titolo  :  Tntiiitttis  ih-  hom.u  i:t  schisatati1 ,  e 
che  fu  dato  in  luco  in  Roma  in  sul  principio  dell'  anno  1626.— 
Le  dottrine  di  questo  libro  sullo  potestà  del  pontefice  nrìh 
punitone  de' principi  erotici;  il  libro  clic  fu  bragia to  d'or- 
dine del  Parlamento  per  mano  del  carnefice;  la  citazione  di- 
nanzi al  Parlamento  del  provinciale  della  compagnia  di  I  resù; 
sono  tutte  cose  ben  note  a  ehi  s'intrattiene  in  questi  argo- 

9959. 

a35.  Scritti  scientifici  e  letterari!  di  vario  argomento. 
Cartaceo, in  fn^Hn,  i.irjfisTE  c-in-lii.  sitiiìii  mi',  ili  limili.  tanserniione. 

Varie  materie  e  scientifiche  e  letterarie  formano  il  conte- 
nuto di  questo  codice;  e  benché  alcune  sieno  in  lingua  diversa 
dalia  nostra  scritte ,  pure  occupando  esse  la  minore  parte  del 
codice,  e  gli  mi  tori  Inro  cucini,  1  italiani,  penso  dì  dar  intera 
notizia  di  tutte.  I'  È  un  compendio  in  lingua  francese  delle 
vite  de  dodici  Visconti  composte  da  Paolo  Giovio;  ol  cn"jp 
8  pagine.  11°  La  storia,  0  più  vera  mente  biografia,  r-.-n  pn i- 
in  lingua  francese,  de'  principi  della  Savoia  e  del  Piemonte, 
scritta  da  Giovanni  Roterò,  v  L'i.ì  pubblicali!  in  Torino  l'anno 
i6o3;  e  ciò  contiensi  in  undici  pagine.  Ili*  Alcune  \atc  sopra 
1  diluirsi  di  \ircnfa  Wueltiairllt,  le  rpuli  jlibraccianii  diidiri 
pagine.  Queste  noto  scritta  in  lingua  italiana,  le  quali  non 
giungono,  che  al  libro  111°  de'  discorsi,  ini  sembrano  tanto 
pregevoli  per  se  stesse,  quanto  vlv^n  toni  cui.-  finitale.  Chi  r.r 
sia  slato  l'autore,  se  abbia  fatti  di  poi  i  suoi  studj  oltre  il 
libro  IH")  se  tutte  o  in  parte  esse  annotazioni  sieno  edito  0 


a  AB  MANOSCRITTI  ITALIANI 

inedite,  nulla  <li  tulio  ciò  potò  risultarmi  dalle  indagini  fatte, 

uè  dal  codice  stesso.  Trascrivo  intanto  a  lume  degli  studiosi 


n  Popolare.  ? 
.nico.gli  c 


'  ne'  tre  rei;  tgìchò  avrailo  coloni  che  prudentemente  ordinano 
■  leggi,  >  ec.  IV"  li  una  llamik  significatione  a  Nostro  Signore  dei 
modo  di  conseguire  la  foitvmrW  tir-'  Prim  ipi  llen-tici  aliafeds  Cal- 
tr.hm.  Clii  sia  l'autore  di  questa  sìgnifteazionc,  ebe  abbraccia 
1 1  pagine,  ed  a  quale  il'1' sonimi  pontelici  sia  slata  indirizzata, 
non  saprei  dirne.  Posso  dire  bensì,  clic  ne  quanto  allo  stile, 
ne  (pianto  alla  uà  lucri  ili-' cingigli  olii-  si  danno  al  papa  per  ag- 
giungere il  sopraddetto  scopo ,  non  mi  sembra  cosa  di  merito. 
V"  Anrei  Avvertimenti  dei  Gitin-ianlini.  Sono  resi  già  stati  pub- 
blicali in  Parigi  per  Federico  Morello,  l'anno  1676 ,  in  A*; 
ed  intorno  ad  essi  veggasi,  se  cosi  piace,  ciò  che  se  ne  dirà 
nel  codice  n°  317,  art"  i3°.  VP  È  la  vita  in  latino  del  beato 
Andrea  do  Corsini,  scritta  rial  P.  Andrea  di  Castagno,  là  quale 
fu  lolla  da  nu  .in lidissimo  codice,  di'  i'i  nella  biblioteca  Vati- 
cana. VII"  Una  memoria  intorno  ai  diritti  politici  e  amminis- 
trai i\i  d'  ori  carili  naie  già  Tinca  di  Man 'ni  il  ,  de'  ijiiali  fi  len- 
ta-. ,1  spogliarlo.  La  memoria  e  scritta  in  burnir,  lingua  italiana; 
contiene  se  niente  e  aneddoti  ini  pori  ni  ili .  ina  disgrazia  la  meule 
manta  di  alcuni  fogli.  Vili1  Termina  il  codice  con  alcuni' 
massime  politiciie,  e  morali  scritte  in  lingua  francese,  ]e quali 
souo  tratto  dalle  opere  del  Macchiabili . 


DELIA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i&a 


a36.  Vita  di  Francesco  Sfuria,  scrina  da  Antonio 
Piace»  li  no. 


Prciiosissimo  codice,  il  quale  contiene  la  -vita  c  le  gesto  di 
Francesco  Sforza,  che  fu  il  famoso  duca  di  Milano  sino  ali' 
anno  :  iub  .  nel  (pialo  mori.  V.  dico  piccosi; 'dmo ,  puicliò  con- 
siderata in  ogni  sua  parìe  la  ri  celie?/.! ,  e  riiagnilicciiia  del  co- 
dice,  ài  [ino  presegliele  c!l'  ci  -ji:i  quel  u;t",lciiinu  codice  .  clic  In 
ollerto  .1  ipialclic  pnrsnun;:;;!!)  della  lamialia  tli-llu  Sìoly.,.,  arni 
probabilmente  a  Ludovico  Maria  Sforza,  soprannominato  il 
Moro;  al  tempo  del  quale  nociva  mi  le  a  i  li  liei  le,  e  singolar- 
mente la  pittura,  l'ergamene  tutte  scelte  e  bellissime,  carat- 
i.1  'ri  ni  li  rissimi  e  m 'in pie  uniformi  dalla  prima  sino  all'  ultima 
linea,  iniziali  tutte  miniate  in  oro  e  colori,  la  prima  pagina 
ornata  aifiritornu  ili  una  elegantissima  e  a:^ai  ben  condolili 
in  in  in  tura,  al  Lasso  della  quidii  è  il  i-itra1.li)  in  prillilo  del  duca, 
ch'io  non  saprei  cosa  di  più  fino  e  di  più  dilicato  possa  ese- 
guirsi, e  soprattutto  la  grande  miniatura  che  riempie  tutta 
intera  la  prima  pagina  ove  incomincia  la  vita;  miniatura  che, 
e  pel  disegno  e  pel  colorilo,  ricorda  .-.eo/!i  limoni  di  sbaglio  la 
scuola  e  lo  siile  del  Vìnci;  tutto  questo  mi  conferma  nuli" 

codici,  eli' io  m*  abliia  veduti.  Principia  cosi  :  tiiMuiìi  et  wiijv 
je/ieraficnii  magnanimi  et  prestantissimi  uri  Domini  Sfirlia  di 
li  ,'iii.i/u .'';.'  de  C(i.''.Jir')fi  n'iJfri,™  per  SeiviiLsìnuiiii  Prilli  ij.em  Domi- 
nata Roberttim  ile  /inieiid  l!<. immurimi  (tcv.'j!  i'ndna  unni;  )):- 
miai  H.ccc.Lxxixvn.  Dopo  di  ciò  segue  in  caratteri  d'oro  il 


ilo  MANOSCRITTI  ITA  LI  AMI 

Cumpciidiu  tic  i/ali  /  ntai/iumiuiti  i  I  ijltiriiiìininiti  Sitjtioro  Sftir;ti 
ine.  dal  tempii  Min  imi  io<;\ì  it  i.  fivo  nil/t  muri-:  sua  '.'.-nif-iltil'i  in  tal- 
ijure  jier  Alibihit>  Piatì  tilipf  ni  ('  illnt»  u.tcec.l.vill.  il;  Milani,  .rad'.  In 
lim.  tigiton  francato  Sforza  Dava  Quarta  ine.  La  storia  è  com- 
presa in  ano  pagine,  neìl'  ultima  (Ielle  quali  leggesi  conni 
seguo  :  Altri  gali  J  !  Conte  l-'mncesce  per  ultra  modo  si  icraono 
fartiealammte  ti  onfi'iintamenfe  in  altre  carte.  Amen  :  tao,  sii  libi 
Jesu  Ckrisle.  —  Ikrtliobmetu  Gamhay/nok  Creiaoneniis  tcripsit, 
mandali-  Ma-jiiifiu  Diluitili  Vnultisini  Sliianlta,  Diualìs  Secrtlarii , 
iliii  i  iotsinui  >t  puntiti  >  ;u.:a:i:.i.\w\.  primo.  <} ii auto  allo  siile  deli' 
Oliera,  ed  a  ciò  cln:  eruieernc  In  nostra,  i'uvrlla ,  non  mi  pare 
die  il  Piacentino  se  in;  piidia-sr  Unta  tura  .  ([irsuta  ir1  adoperò 

In  Stallai  nel  J Vi t l.-i  li-aM  i'ivi  ic,  ed  or  -la  ron  lauta  spleiuli- 

(ìazza.  — -Nel  oala!i>i;o  deli^  storia  parlirolari  d  Itali.i  romjji- 
lalo  da  Gin.  Antonio  (boleti  e  rialti  in  luce  in  Veiio.ia  lanini 
1779,  ìu-i",  ed  in  allrì  scrittori  di  bibliografia,  non  che  di 
storie  clic  rigiurrlfii.u  piccia  l:m;nl.p  la  olila  di  Milano,  11011 
trovai  registrato  il  nome  di  Antonio  Piacentino;  ed  il  cb° 
\h.  (Ianni  Piidiuin  <  lo  Un  ro^i:i  publi'aca  lii  lilir.itcrja  di 
al  quale  più  parli  cola  mielite  io  mi  rivolsi  nelle  mie  indagini , 
mi  accertò,  ebe  le  due  bibliotccbe  Milanesi  Braidense  ed  Am- 
brosiana non  ponilo  dare  nolmii  alenila  del  sopraddetto  seri t- 
ioi'c  Piacentini,  o  Piacentino,  0  Piacentino  eh'  ei  sia. 

9946. 

337.  Sulle  famiglie  di  Genova,  Memorie  ib  Giovanni 
Cibo. 

CarUuM.i"  foglio,  cantari  trirati,  tweltì  ivir, di buona conscrvuioiie. 

Sembra  per  molti  indiij  potersi  questo  codice  reputare 


DiajiizMBy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,Si 
l'autografo.  11  titolo  ch'i  scritti)  in  su  la  prima  faccia  é  il  se- 
guente: Compendio  ikil'uriqinv  d:l'c  jitnwiiie  ti  Genova,  di  Gio- 
vanni Cibo  di  Hào.  Comincia  dalla  fornelli,  Cananea,  e  termina 
r.on  la  famiglia  .Saliti.  Sui  principio  ri  l-~  use  morie  di  ciasche- 
duna di  esse  famiglie  sono  l'armi  gentilizie  dipinte  in  oro  e 
colori.  Dopo  ili  ciò  viene  la  -n  'ir  de  doei  'li  Genova,  inco- 
minciandosi da  Simone  Boccanegra  che  ne  fu  il  primo  l'anno 
i  Ì3(|,  e  chiudendosi  coli  Ti  mi  nia^o  Tran™  no.  il  quale  fu  doj;e 
l'anno  i655.  Mei  proemio  a  quest'opera  leggo  cosi:  «Ma 
^perchè  per  quello,  che  a  mo  m:  pare,  ha  il  liuiifadio,  il  quale 
«  scrisse  i  falli  de'  Genovesi,  inoli':  cu:;r  Hi  memoria  degne  tra- 
■  lasciate,  queste  da  me  Giovanni  Cibo  saranno  scritte;  e  se  non 
«  cou  qualche  dire  pulito  et  ornato  che  a  ciò  h  ri  certe,  almeno 

»  tempi  hanno  lasciato  memoria,  ■  ee,  ce.  F-  veramente  panni 
indicarsi  pnss,i  unii  sevillo  ili  !n-ona  Ielle.  —  \  «  i n i  cum|ct' 
i  Genovesi  siudieei  ed  iimaiuri  i.;>ccialir:entc  delie  ee,se  delia  br 
patria  se  mai  potesse  loro  (ornar  utile  la  notizia  della  esis- 
tenza del  presento  codice,  che  per  le  indagini  latte  io  reputo 


■\ÌK.  Stona  dell'  i=ola  ridia  Corsica. 


Condensi  in  questo  codice  la  storia  dell'  isola  delia  Corsica, 
divisa  in  tre  libri,  e  compresa  in  aoo  pagine.  Nel  P  di  essi  libri 
Bt  parla  della  sua  origine,  della  sua  posizione  geografica,  della 
sua  agricoltura,  della  sua  industria,  e  delle  sue  rendite;  nel 


Oigiiized  by  Google 


a5»  MANOSCRITTI  ITALIANI 

li",  dello  stato  suo  morale  e  sociale;  e  nel  111°,  dello  stato  suo 
pi.il  il  ico  i:;ì  jniniinis'rati\  u.  Mente  io  dirò  sii  ila  ■."i-iiti  ed  esat- 
tezza dello  sturino  [  chiunque  ei  si  sia,  ciò  che  non  apparisce  in 

crai arr n e  iu  stilo  e.  hi  lingua  nostra,  i;  scritta  assai  bene;  ed 
anche  per  questa  parte,  se  gii  noi  fu,  meriterebbe  il  codice 
il' essere  conosciuto,  Leggendolo  qui  li,  m' incontrai  nel  libro 
11°  in  alcuno  linee,  clic  voglio  qui  trascrivere,  parendomi  che 
per  esse  possa  pur  giudicarsi  dello  sincerili  e  lealtà  tienilo  sto- 
rico. Dopo  di  aver  parlalo  di  alcune  virtù  murali  e  social! 
degli  abitatili ,  si  come  della  urbanità  e  cortesìa  loro  verso  i 
forestieri,  segue  in  questo  modo  :  ■  Perciocché  quando  arriva 

■  un  forestiere  in  qua  li:  he  (urrà  eia-nino  corea  dì  averlo  in  sua 
«  casa,  et  dà  opera  che.  sìa  bone  trattalo.  lil  medesimamente 

■  nelle  donne  grande  ù  l'onestà  no  1'  abito  loro....  Ma  dopo  di 

■  aver  piirlatu  di  Ile  rese  binimi,  verniamo  alle  tallivo;  per- 
ii ciocché,  conio  dice  il  li  Tornio ,  le  cose  opposte  el  contrarie, 

■  rum p:naii'  insieme,  si  rouiuc'ii'-O  meglio.  Si  trovala  per  lauto 

■  da  prima  in  tutta  l'isola  universalmente  una  grande  igno- 
•  rama  di  lettere;  et  c  stata  sempre  inai;  la  quale  ignoranza 
»  seguila  di  tmijiit  In  tempo;  perdimeli-;  n'r\^\  in  tanto  numero 
■.  di  sacerdoti  non  sono  i'orse  quattro,  che  sappiano  di  grani- 
li malica.  E  lale  ignoranza  non  è  minore  mi' irati  di  salilo  Fran- 

■  roseo  ,  i  quali  \i  hanno  venticinque  mouasterii;  perciocché 

iliadi  iibitanii  j-eiolra  veraiiiente  che  lo  scrittore  sia  un  nazio- 
nale, e  che  quindi  tanto  più  tigli  possa  mei'ilare  la  nostra  fede, 
F.  perchè  più  facilmente  sì  conosci  se  fu  o  no  pubblicata 
questa  storia ,  essa  incomincia  cosi  :  «  L' isola  di  Corsica  lunga 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ai3 

■  160  miglia,  larga  70,  è  circonda.  800;  et  ó  nel  mar  Ligus- 
•  tico ,  ma  da  settentrione  è  a  quello  di  Toscana  più  vicina  : 

■  dalla  cui  riva  non  è  più  lonlana  di  go  miglia.  »  La  scrittura 

somma ,  die  sia  un  codice  ila  1  inerii  in  previe..  Puccsto.  coim: 
dissi,  eli'  ei  manchi  nel  fine  di  qualche  carta,  lisa  111  in  ai  tutte 
le  storie  edito  c  inorli  le .  clic  di  quest'isola  potei  aver  nelle 
mani,  ma  nessuna  ha  che  fare  con  la  presente. 

99Ù9. 


sunti;  coi  lift  la  — -5(en':(  ili  I.ihii:  y.  ri  Un  /.■<■)■  (jin.'i/.pr  Civiluk  tit- 
ludìu-,  l.!i:;-:ì><lì:: ,  ih>:,ri;ir,>  muAo  lini!  .1.1  r<<wa:<i1'  -ì:  f./,M^.>  rti..fr,i.  rr 
l'anno  di  nos'ra  salute  3io.  La  totalità  del  codice  t  di  circa 
5oo  pagine.  Bene  esaminato  questo  manoscritto,  io  non  Ilo 
alcun  dubbio  ili  poter  affermai'c  cwcto  l'autografo.  Peccalo  che 
incomincia  dalla  parte  11',  e  questa  dal  libro  li",  e  quindi 
issa  pure  difettosa  del  I".  —  Do  alcune  lìnee  per  le  quali  prin- 
cipia il  li",  ed  alcune  per  le  quali  principia  il  111°.  —  Comin- 
ciaci™ il  libro  11°.  •  I/umioquiiraiiti-simo  M'nmdo  ili  Ottaviano 
<  Osarti  per  la  suri  felicità  eliminalo  Augusto,  imperator  di 

•  Roma,  et  monarca  di  tutto  l'universo,,  ce.  Ed  il  libro  111" 
comincia  così  :  t  l'incili;  la  ^iiisli/.i.ì  (li  ilio  permise  cui:  Miissi- 

•  miano,  autore  di  tutti  i  mali,  eguale  al  nienti)  tirile  sue 

•  triste  opere  avesse  ìì  castigo,  •  ec.  Se  fu  0  no  data  alle  stampe 
quest'opera  io  noi  saprai  con  ccrtcaia  affermarci  ma  a  buon 
conto  non  ne  trovo  fatta  meniione  uè  pur  dal  Coleti. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


9952  \ 

</(o.  Regolamenti  della  repubbuca  Venela  intorno  alle 
arli  e  mestieri. 

i  i-irlrii-i'o.  mi  foglio  .  (V.i.i.  ur'.li  ""  .■  .vi",  ili  pagine  300, 


Con  earatié.ii  ile'  rjuali  al  (.■■unì  mi  51 -i  njjrai  io  ilei  secolo  JV*. 
ed  alcuni  del  principio  ilei  secolo  .tv]',  Tu  scritto  questo  codice, 
nella  prima  palimi  ilei  (piale  lesesi  il  sci'uciilc  convenienlis- 
simo  titolo  :  Ortlin'Uize  i-I  aumlìtaliimì  d,  l'i  !ì,'pulilihca  ili  Venelia 
dall'almo  i/iSj  air  anni  1  53  a.  Oneste  ordinanze  perla  più 
parte  si  riferiscono  alle  urli  del  voi  550  ,  0  mestieri,  e  specìal- 
niur.'j  li  jUiiTio  a;;M  olil.ilis.dii  (.li  (pieiEi,  clic  in  Venezia  chia- 
manti 1  amjiraiìiuii ,  i  (piali  yi  alami  r.';:i  >i;i  menti  e  decreti 
del  miiLpstrato,  cui  erano  sottoposti,  dovciano  asso^L-cttarsi 
ari  alcune  misure  e  prescrizioni  che  riferii  ansi  non  solo  al  di- 
ritte che  già  avevano  ili  rivendere  per  le  vie  la  merce  com- 
prata, ma  eziandio  quanto  al  luogo  ch'era  loro  determinato 
per  puter  rivenderla.  11  codice  nelle  varie  sue  parti  che  lo 
compongono  appartiene,  come  dissidi  sopra  quaut'èagli  ama- 
nuensi, ora  al  secolo  jv°,  ora  al  *vt°;  e  quindi  si  conosce,  che 
fu  lo  zelo  di  un  amatore  delle  cose  patrie,  da  cui  egli  fu  con- 
sigliato a  raccogliere  diligentemente  tolte  le  ordinanze  nel 
proposito ,  e  riporlo  in  uu  solo  volume.  Io  non  saprei  dir  ve- 
ramente di  ipiale  milita  possa  essere  rigidi  -picslo  codice,  ina 
non  oserei  né  pur  di  affermare,  ch'esso  fosse  per  essere  asso- 
lutamente inutile  a  lutti  coloro  clic  ne  sapranno  resistenza. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  55S 


9954. 

2  4 1 .  Cronica  della  città  e  repubblica  di  Venezia. 

Ilirll.  v.i .  ]]]  kyli.. .  .ir.il  Ut,  .  :ir-^ i .  :..'|       ili',  .1:  ìil-n-  !ic.i. .  Lui  .■.il: -:l  ali 

ii  in  questa  codice  una  ornili™  ridia  ciilf.  e.  rtpuhhliiM  d' 
Vcue/.iil,  Li  ijiiiilc  !  1 1  ■  ■  i  ■  1 1 1  i  □  1 1  1  «  i  dalla  sua  loui!a/ii>nc ,  i!  -icnuc 
sino  all'anno  i336,  in  cui  fu  eletto  doge  di  Venezia  Giovanili 
Ilullin.  l'ora'  eli' e.  una  copia  balla  da  ini  alitici)  strillo  nrigi- 
nalc  di  quii)  tempo  ;  r;ió  die  in  desumo  dallo  siile  con  cui  i! 
dettala  la  cronica;  dall'uso  ili  [ini  abbandonalo  di  alcuni  vo- 
ranoli,  u  dilli' oi  lo^ud.i  uictlesiiiia  ;  lo  dio  fu  tulio  lode] intuì  lo 
conservalo  in  questa  copia.  Essa  fu  compiuta  nello  spazio  di 
tre  misi,  come  risulta  ila  unii  annotazione,  che  scritta  collo 
stesso  carattere  di  tutta  )' opera  leggesi  in  su  la  prima  pagina 
del  codice  :  Lum  ì\-.i  i  vi'i",.  Aiti  jtriniù  munii  aniieii;ia  n  •  ujiint 
ifiii'slti  liìiin  f<-  d  fi  iti  i  nei  presente  milesimo  alti  a  6  del  presente  mese 
de  maio.  Si  dà  principio  al  codice  con  una  tavola  delle  11 1  a  le- 
ni-;  indi  incomincia  cosi:  j  In  nomine  Jcsu  Coristi.  Secondo 

•  come  per  tempi  paludi  liso  un  dito  alcuni  nobili  autori  die 

•  el  principio  de  Venezia  fu  in  questo  modo.  Per  liulestruzìone 

.1  ili-  In  L'inn.li.H~i  ni..   llojj,  .1  ce.  Iji  (in.'  ilei  endice  è  un  iiidiee 

delle  famiglie  nobili  o  patrizie  dì  Venezia  nominale  celi'  opera; 
e  si  chiude  con  un  discorso  sol  -  rome  se  iii  a  eilczrrtd  scic- 
.nissimo  Prcncipc.  ■ 


iSS  MANOSCRITTI  ITALIANI 


9955. 

ilxt.  Notizie  storielle  delle  [Kiliili  famiglie  veaeziane 
dall'anno  7o3,  sino  al  1 556. 

Il  titolo  che  nella  prima  pagina  porla  qucslo  codice  è  come 
segue:  (.'Wnirai  Y,-tit<ui  ihil  prium  />■>.-,■  l'unir::-:  An'.iffsiii  fatti- 
tanno  ^oZ-fn  a  mc-scr  l.on-T>:*  lii  /Vi  ufi  jattù  uri  anno  i556.  Si 
disti  ii^ne  la  preseli  lo  cui  ilici  drilli!  Ji  (Ire  due  ut  codici  segnati 
n'  adi  o  2Ì7  in  ciò.  che  quieta  può  e  deve  dirsi  piuttosto 
ima  cronica  tifile  famiglio  di  Veneziani  quello  clic  una  Moria 
o  cronica  della  città  di  Venezia.  Ter  ciò  è  che  questa  6  certa- 
mente di  minori:  iniporian/.a  pubblica  dell'  altro  due.  Senza 
proemio  iilcinui  incomincia  rosi  :  a  M.  l'ainni/.o  AiiaTe-sio.  Uni- 

■  versalmcnte  dalli  nobili  et  tutti  ii  altri  hahitanti  in  Haclinen 
»  da  poi  dilla  Città  nova  fu  eletto  uno  Capo,  ci  primo  chiamato 

■  Dozc  correndo  li  anni  del  Nostro  Signor  70^,  ci  quaì  rese 
i- hon  ci  dilijrculoiiieiile  per  imiti  ci  suo  tempo  tulle  le  sue 
«  contende,  »  ce.  lì  termina  il  codice  alla  morte  del  doge  i.orcii/o 
Priuli  —  a  il  quid  vissi!  nel  suo  lVcuripalo  anno  uno  mesi  ii. 

■  giorni  ii,  et  furono  fatte  le  suo  essequie  con  grandissimo 

■  honorc  secondo  ci  eosHime  ordinario.  El  popolo  per  la  sua 
.  morie  fu  mollo  travagliato,  •  ce.  Non  si  dieluar.i  il  nome  dell' 
aulorc  del  presente  sellilo,  ma  pec  molli  ipnli?j  panni  essere 
l' autografo,  e  quindi  forse  l'unica  copia  esistente  di  queslo 
lungo  e  penoso  lavoro. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BK.  a57 


9956. 

?  A3.  Raccolto  di  notizie  sulla  fondazione  della  repubblica 
di  Venezia,  e  sulla  politica  del  suo  governo. 

Cartaceo,  in  foglio,  caratteri  wmipolitì,  secolo  141°.  di  pagine  3  do,  di  buona 

Questo  codice  preiioso  non  solo  per  ia  certa  sua  anlicliita, 
corno  evidentemente  risulta  e  dal  carattere,  c  dalla  dizione,  ino 
preiioso  altresì  perla  Inuma  fedo  mi  la  ipialr  -timbrami  essere 
stato  scritto,  può  inlr.olni'si  una  rarroìia  (li  noli/ir  impor- 
tanti intorno  alla  repubblica  di  Venezia,  cosi  quanto  alla  sua 
fondazione,  come  quanta  alla  politica  del  suo  governo.  L'anno 
1  liofj  fu  ri|i|-.i)=.Li-i  i:  friiii  l.i.-piv.iii  i)  1 1 1 1 1  :  ■  h  al  |  :  i  ■  i  :  I  i  ■  mi  Uff  uri  la 
circostanza,  clic  il  .-ino  porcili;™;  nn  f'cfc  un  (limo  ad  un  suo 
amico  in  Venezia.  Trascrivi!  mliiirainiinfe  il  dello  titolo,  pel 
quale  si  verrà  tutto  questo  a  conoscere  :  Cose  oleum  notabili  dilla 
republitti  di  f'tJtdin.  Spii-iiibiiinii  ('<.'■':(  ^ijis;  i't  antidata  ili:'  M  li- 
bili Venitiani ,  case  foro,  urini-  it  impirss.  Petrus  Assi-liurtm  Iliyhis 
medicai  Jo.  Baplnt'ii  Dnr-./lin  dmn  dcJ.it  W-unìii  cn.'W  Uomini 
M.DC.IX.  E  bini  rimii-adiila  in  ['lancia  e  al  ili  fuori  la  famiglia 
Dnval,  ch'ebbe  in  sno  seno  molti  dotti  e  letterati;  e  qnindi 
bene  operò  il  si;:'  Aweliueau  medico  del  re,  facendo  un  dono 
del  codice  al  Dm  al,  clic  n'ebbe,  cura,  c  lo  coiscrvò  per  (pesta 
pubblica  lliblioteca.  In  fine  di  esso  endice,  e  co'  caratteri  stessi 
del  sopra  riportale:  novello  l'ioni  bpizio  e  in  succinto  la  sloria 
delle —  Famlglii-  dilli  nnhili  Vniitiiuii  i  ipttdi  intrano  nel  grande 
i  i,iLSiiiiio  ;  ivi  '((.■(■!  ucil' ■■trilline,  «ìiìiihìtà,  islratlionc,  ci  mancamento 
brasino  alX  axnoHM.YL.  redatte  in  ordine  del  Alfabeti»  per  facilità. 
pi.it  ■yrai.r/c.  Dopo  di  (b'.i  è  una  no'.iiia  delle  ani  più  nubili  dilla 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


lrpiMbi.fi,  b:  ijiial:  ,v  e  il  il  mini  ru,;sf  JU'ff'i.'i'  ili  luffe  le  tOfC  errate 
si  jono  «linfe.  Ne  delle  cose  notabili  della  repubblica,  nò  della 
-tona  di.'llu  ino  jamiijiic  i:.vb;li ,  è  dxlmira'.o  il  nouic  tLojrli 

9057. 

^>i5.  Cronica  della  citlà  di  Venezia  dalla  sua  origine  fino 
all'anno  i575. 


ilici  della  dui  di  Veneda,  la  filali:  interni  inda  dalla  prima 
sua  origini! ,  e  termina  all'anno  1370,  in  cui  il  duca  dì  Fi- 
renze prese  in  moglie  la  famosa  llianca  figlinola  del  nobile 
Carloloiniiieo  Cappello  di  Veneda.  Non  apparisca  d'alcun 
luogo  del  codice  chi  ne  sia  stato  l'autore,  ma  sembrami  es- 
sere autografo;  ati'/.i  per  la diligenza! somma  con  cui  fu  scritto, 
pegli  ornamenti  dell'anni  genlili/ae,  dipinte  a  nidori,  ilfllf 
lamblie  veneziane  di  ipn>'  lempi,  e  per  molli  alti-i  indiij, 
può  reputarsi  questa  la  copia,  di  cui  l'autore  fece  dono  a  qual- 

di  ragionamenti  die  di  fatti,  e  <na::is  più  per  via  di  latti, 
elio  di  ragionamenti  ;  ili  guisa  eli i'  -.r  pensiamo  dir  quella 
lina  cronica  filosofica,  dubbiami)  dir  questa  una  cronica  sta- 
tistica. Considerata  per  tanto  ia  natura  slessa  della  cronica 
egli  e  evidente  clic  questa  va  per  miglior  vìa,  e  che  murila  più 
fede  di  quella;  per  cui  senza  dubbio  l'utilità  immediata  dov'es- 
serne superiore.  Non  trovo  che  la  presente  cronica  sia  ricor- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  aio 
data  d'alcun  bibliografo,  e  quindi  io  la  credo  inedito.  Comincia 
con  queste  parole:  «Cronica  della  Inclita  Cini  di  Vcnetia; 
«circondola  dal  mare;  edificata  da  veri  et  boni  Christi.nii,  li 
li. ■]>!)!'].!  |;[-ir)ri|iHi  dalli  antichi  Trojani  dopi)  la  des- 
•  tnietioiie  della  ei nb: lisina  città  di  Troja,>  ce.  ec.  Termino 
il  codice  con  due  lattile;  I'  mia  dojdi  aigumeiili,  l'altra  delle 
persone  e  de'  luoghi  nominati  nell'opera. 

0957"". 

i/ì'i.  De'Dogi,  delle  lamblie  nobili,  e  dell'epoche  più 
solenni  della  repubblica  ili  Venezia. 

Il  codice  ha  questo  titolo  generale  :  Civnichc  de  Venetìa  fino 
al  H.CCCC.IXXXVI.  In  tre  parti  però  ai  può  dividere  il  contenuto 
dì  questo  bel  codice,  .Nelli,  prilli;  si  con:  prendo  Li  ■.cele  di  lutti 
i  dogi  di  Venezia  (ino  all'anno  sopraddetto;  nella  seconda  è 
una  brete  notizia  di  tutte  le  laniicjie  nobili  veneziane  culle 
anni  dipinti'  al  luogo  loro  particolare,  la  quale  notizia  è  pre- 
ceduta dalle  seguenti  linee  :  ■  Al  nome  sia  del  eterno  Dio  et  de 
.  la  gloriosa  V'ertene  sua  madre  Maria  ci  del  glorioso  Kvangc- 
»  lista  Mosse:  San  Macon.  Amen.  Qui  .allo  sarà  notato  tulle  le 
■>  tlu^ado.  ohe  se  >;ade  dal  principio  .le  Vcnetia  per  in  (ino 
■  al  m.cccc.il.;  cosi  quelle  clic  10  al  presente  come  quelle  che 
.  ve  in  a  notte  tutte  per  alpliabeto.  Nella  Icey.a ,  eli' e.  la  più 
importante ,  si  contengono  lo  memorie  degli  avvenimenti  più 
singolari  e  solenni,  che  o  nell'  interno  della  repubblica,  o  sdì' 
esterno  per  le  sue  relazioni  cogli  altri  principi,  occorsero  fino 
all'anno  M.eoCCM.v].  —  l'onci  di  mollo  pregio  questo  codice. 


Oigiiized  by  Google 


a6o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

il  quale  benché  contenga  pressoché  gli  nessi  argomenti,  che. 

Climi'  wdri-mu,  n;[]()  <_(ji  i  le_- 1 1  il  ti  ut:'  tosi  ir  ì  lì"  :i<f>.  r  11'  .'107,  Oli 
in  altri  non  potiti  di  qucsla  regia  Biblioteca,  pure  il  presente 
sembrami  ^ipcrioio  a  tulli  quelli  per  ogni  li.iji'Hlo. 

9957'. 

■>.       Cronica  de'  Dogi.  e  delie  nobili  Famiglili  di  Venezia. 

Cirlaceo.  in  foglio,  cantieri  corsivi .  secolo  ITO",  di  pagine  700,  di  buona 

È  in  questo  codice  una  serie  o  Cronica  delli  Duchi  et  Notili 
ili  Veaetia.  Molti  altri  codici,  come  abbiamo  veduto,  e  spe- 
einiinento  r.'uilfi'cdnitc  Manali)  it ■  I  11"  j.'i-.'i,  contengono  una 
cronica  consimile.  In  questa ,  le  nuliiic  de'  dogi  giungono  fino 
n  Pasquale  Cicogna,  clic  fu  doge  l'anno  1 585.  Le  no!i'/.ie  poi 
del  li:  lai)  libile  nubili,  che  qui  sono  poste  per  alfabeto,  prece- 
dono quella  particolare  famiglia  di  cui  si  viene  a  parlare,  e 
ciasr  a  lia  la  sua  insegna  od  arimi  gi>uii]i/ìii  dipinta  imi  mar- 
gine, hi  =o:nnia,  <  cce'.lo  alcuni  ran  giani  ni  li  nella  disposizione 
delle  materie,  non  è  questa,  clic  una  ripetizione di  quelle  me- 
desimi; ironicbc.  delle  quali  s'È  detto  e  si  dira.  Abbiamo  qui 
però  nel  fine  una  notìzia,  ch'io  non  ho  veduto  nell'altre,  cioè 
un       Eìtw  tk'k  fnm.jb.L-.  U  quali  per  occasioni!  di  offerte  fatte 

per  ordine  di  aìla!i''li> ,  mr;  sol  lauto  pn1  ordino  drl  tfiiiqio  iflla 
loro  iiuiiiina/ioiu:  ed  cievj/iojie  .A  grado  di  udii  Uà.  V.  se  qui 
l'ultima  vediamo  la  famiglia  Zanibelli,  eià  non  e  perla  lettera 
ultima  dell'alfabeto,  ma  porchù  dì  tutte  quelle,  di  cui  parla 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  361 
l'elenco,  fu  appunto  l'ultima  dona.  Del  resto  ,  ([uant'è  alla 
diligenza  deli'aiiiamieNie.,  r:.m  può  desiderarsi  maggiore. 

9958. 

iti"]-  Cronica  dì  Veneiia,  scritta  da  Jacopo  Celso. 

CmUukip,  io  foglio,  caratteri  conivi,  sa»]o  li*,  di  buoni  conscrvaiione. 

Comprende  questo  codiee  una  >.  rome;!  dell  t  ei'.l;!,  e  ];iù  liii- 
tes.) mente  delia  i-epnlilsSicB  ili  \cnezia.  Inanimici^  li.ill'  anno 
58o,  e  giungo  sino  all'  anno  1476,  io  cui  fu  doge  Andrea  Veti- 
diamine.  L -e  ri  fui  pressnelie  in  ili.-de'  tu  er.eiiann  ,  inn  <iun 
affatto  popolare  0  triviale  lirenne  In  prime  linee,  eh'  io  fedel- 
mente trascrivi  :  Quo.  1  iiontrji:-!  1  ioni: il  J  rata  la  it:-<i"1i.i  ,/r 
la  cilà  de  Venditi,  pallida  pvr  li  mini  del  invi  signor  Jesà  Ckristo 
corno  fa  ordinalo  ec.  Quest'opera,  clic  non  è  composta  clic  di 
un  centinaio  di  p.i^ine,  è  cii|>iiisissiinu  ili  notizie  storielle  e 
politiche,  essendoché  il  carallcre  n'6  si  serrato,  che  in  poche 

i.Tirt«  dà  Illudo  a  inulta  1  naturi  j.  il  iìn>e  il  |  irw  il  te  i|lleH'  wa- 
plurc  medesimo,  che  fu  presentato  dall'autore  a  quel  perso- 
naggio, pel  cui  comandamento  scrisse  quest'opera.  Non  si 
può  affermare,  che  la  presente  copia  sia  unica,  ma  certo  sem- 
brami per  tutti  gì'  iudizj  essere  l'autografa.  Leggesi  in  fine 
scritta  col  carattere  di  tutto  il  codicela  sottoscrizione  seguente: 
Jacoma  Gnidor.  de  la  charn  Colsi:  hoc  opus  scripsil.  E  già  nota 
l'antica  nobile  famiglia  Venezia r.a  iV  Gelsi.  Marco  l'osco) ini 
nella  esimia  sua  opera  dAUi  kltnainru  tcnuziana.  l'adova, 
1753,  in  foglio,  occupa  lutto  il  secondo  libro  nello  schierale 
e  descriverli  te  cromelie  >cne;.iaiie,  tra  le  quali  io  non  trovai 
falla  menzione  della  presente. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


9959. 

2/1  fi.  Storia  di  Venezia,  composta  da  G.  Giacomo 
Coroidi). 


siglili  ile'A  della  repubblica  Veneta,  e  per  esso  autore  dedi- 
cala —  Ai Serenissimo  Prìncipi,  aìii  Magistrali,  et  dannimi  Se- 
natori et  Gentiihuomizi  Mia  Serenissima  Repnbbika  di  Venezia. 
(Immuriti  la  lettera  dedicatoria  in  questa  guisa  ;  ■  Sogliono  gli 
»  liuomìni,  che  eoi  disborso  di  rapinile  vivono,  baver  sempre 

■  avanti  gii  occhi  il  fine  delle  opcrationi  foro.  Gli  Agricoltori 
•  -a  mmano  per  raccogliere,  >  ec.  La  sturili  giunge  sino  al  de- 
cado di  Andrei  ['oscarini  ,  e  chiudasi  con  queste  parole  che 

■  poter  pervenire  a  quel  grado  di  lionore  et  felicità,  che  vi  prò- 
-  mette  la  virtuosa  lil.i  voslra.  Il  «Limi  a  vini;  miiarvi  della  be- 

■  niella  adìema,  che  ini  avete;  data,  essendo  lionnai  venuta 

■  1'  bora ,  che  andiate  a  riposare.  ■  Non  trovai  in  alcun  biblio- 
grafo ricordata  la  stampa  di  quest'  opera,  la  quale  a  dir  vero 
non  mi  sembra  per  quello  studio  clic  ne  ho  fatto ,  eh'  essa  sia 
della  pn'i  grande  impo Manza ,  ma  credo  altresì  che  delle  storie 

presente.  lì  eli.  Ah.  lieti  io  Hi  li:  lutee  li  rio  della  Marciana  mi  disse, 
che  di  questa  storia  veneziana  de!  Carnldo  la  biblioteca  di 
S.  Marco  ne  possedè  più  ili  una  copia  manoscritta,  e  che  si 
può  con  sicurezza  affermare,  ch'essa  non  fu  mai  pubblicata. 


Digitized  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ifi.ì 


9959'. 

2/ig.  Storia  di  Venezia,  scritta  da  G.  Giacomo  Caroldo. 

Cartaceo,  caia  tk'r!  «ir^i* i,  in  f.i^lm.  n-ih..  1;i  [urli       Mi.ili.  ^f.  .lì  |-ii!ii]r  li^.h. 

li  contenuto  del  presente  codice  è.  dichiarato per ie seguenti 
parole:  Hittoriu  di  Inveliti  dui  p.-nn,  ipi-.i  di  liti  tiriti  sino  alFanno 
M.CCC.lxxx».  scrina  da  Damino  Gio.  Giacomo  Caraldo  secretorio 
dell'eccelso  consiglio  di  Dicci.  L' opera  e  dedicata' —  al  -Serenili rmu 
Primati,  «ìli  magnifici  et  ciariisimi  Senatori  et  gentillmomini  della 
excelicntissima  ItcìiMìica  [vasto  :  !'  humit  servo  Joan  Giacomo  Ca- 
iW.-i-i  Su-retai-io  il-:!'  ÌV.niu.  GimiijH:'  di  X  pmv  ci  perpetua  feiitiùt. 
Vegga  d  lettore,  se  gli  pince,  ciò  che  5'  ù  dello  di  questi)  > t <  1 1 ■  ,-1 
liei  l'antecedente  codice  11°  ^  i 8  ,  il  quale  eccetto  aienn e  piccole 
differenze  clic  si  possono  vedere  per  le  poche  liuee  che  ripor- 
tai sì  dell'uno,  che  dell'  altro  di  questi  due  codici,  è  copia 
esatta  del  presente.  .Sarei  pori  inclinato  a  credere,  che  questo, 
per  i  molti  iiulirj  clie  ne  dà  ,  sia  ì<h-.v  il  njiSin;  mm  ;i  lito- 
grafo, almeno  l'autentico,  che  il  Caroldo  offerse  a  quel  go- 

9960.  — 9901. 

3Ò0.  Compendio  della  storia  della  repubblica  Veneta. 

puntavi  olirà  storia  della  repulibiica  stessa. 
Due  volumi  cartocci.  in  foglili,  cu  jlt.:.i  roi  ti.! .  suculu  ivi",  di  pagine  mocp 

11  primo  di  questi  due  codici,  ì  quali  tutti  c  due  non  ri- 


i64  MANOSCRITTI  ITALIANI 

così  :  ■  Ho  cavato  tutta  questa  mia  scrittura  da  un  volume, 
■■  che  contieni.'  copiosamente  ti  molto  difRisanicntc  le  cose  di 
«questa  Repubblica,  successe  dall' anno  1 457 ,  fino  all'anno 

■  i  joo.  Non  vi  ho  posto  al'.ro  rie!  mio  .  ri):'  in  aletta  disilo  cose. 

■  et  circa  a  quatto  lio  dii  imi  la  si:  ri  (tura  in  cinque  parli,  •  ec.  E 
termina  il  codice  con  le  seguenti  linee:  «il  questo  t  il  fine 

,  il i'l l,i  11,  liei! .  di'  in  in;  f.ittii  per  mei  lev  itisi.  ;  le.  rose,  clic  mi 

»  suo  parse  ripone  d' avvci'timrnio  sotto  quei  capi,  clic  dissi  a 
»  principio;  opci\i  cei-taiue  ut,'  indirizzata  solamente  a  mio  uso, 
«come  leggendo  avrete  potuto  funlicitre.  M.n.nitii.  deeemb.  „ 
Da  quo!  volarne,  e  quindi  da  qua]  autore  sìa  stata  tratta  qncst' 
opera,  non  saprei  dirlo;  pondi..'  non  serbandovisi  più  l'ordine 
ddlc  materia,  ciò  i-Ecsee  quasi  i  mpos.sihiic;  si  come  pur  non 
risiili  il  d'  alcun  Inni;»  chi  ne  sia  stai»  qui  il  coni  pilature.  Certo 
sembrami  può  csaci  questo  un  codice  autografo,  sia  o  no  stato 
posto  in  luce,  clic  per  le  indagini  die  ne  lio  fatte  non  credo; 
lo  elie  per  altro  potrà  più  rigc- 1 il menle  conoscersi  per  le  lince 
del  cominciameli!.)  e  del  line  che  ni:  Ilo  riportate  qui  sopra  ; 

come  lo  adesso  del  so  conilo  ili  questi  due  codici .  nel  quale 
crai  densi  la  —  il  istorili  et  unissi  tirile  rese  ili  Vcnetia  tini?  anno 
i  j.ìi,  sino  ali'  ait  m,  i  ali  8  iiriinii-iiinciUe.  Incomincia  così:  «Ha- 
«  vendo  Carlo  Ouint.o  Imperatol  e-  assestala  I' Wlemogna ,  et 

■  quella  li  tu  imi  Li  in  liberta  non  avendogli  isituto  mettere  freno, 
«  diedi'  opera  «  ec.  .Non  posso  dar  la  <  oncliiusione  di  questo  co- 
dici-, p, 'iclie  iii^;;]-a-i.iiil,iioi-nle  imuica  di  alenili  fnjjli.  1-sso  è 
diviso  in  allrcltanti  toro,  l'ultimo  de'  quali  o  il  lama  X;  ilquale 
principia  cosi  :  -  Lasciai  la  line  del  y°  Ionio  con  gli  avvisi  di 
■.Francia  pubblicali  al  Senato  alli  il  di  ottobre,  dell'anno 
i.  i  568  perche  per  la  line  del  tf  tomo  non  si  potè  scrivere  tutto 
-  que-io.  dm  lo  .slesff.  pi  orno  si  ebbe  .  »  ec. 


Digiiized  tu  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i65 


9965. 

? 5 1 .  Discorso  di  Paolo  Beni 
sulla  liberti  Veneta;  e  censura  del  libro,  cbe  ba  per  tìtolo  : 
Sqaitinio  della  liberlà  V'ertela. 

Ciriaco),  IH  foglio,  cflrnltcri  conivi,  -croio  irjr\  di  pigine  1000,  edi  buona 

L'autore  dello  solilo,  ch'i  in  questo  untine,  è  Paolo  Beni, 
nomo  doUiaimo,  toma  ne  dice  il  Gamba,  ina  più  combattente  ma- 
ligno che  filosofo.  Cerio  é  per  altro,  clic  quanlo  alla  eleganza 
dello  stile,  sembrami  cbe  poco  o  nulla  possa  dirsi  contro  di 
lui,  ed  è  quindi  con  buona  ragione  che  le  opere  del  Beni  fu- 
rono riposte  frà  gli  esempi  del  bello  scrivere  in  nostro  lingua. 

(jlt.'ìi  Veneta,  ed  è  l'opera  dedicata  —  Ai  Serenissimi/  l'eeneipe  ti 
l:ieclso  Ciimiijliii  etnei,,,  tifila  seconda,  cbe  compound  ili  due 
toni  del  codice,  si  fa  l' esame ,  anzi  la  censura  del  libro  cbe  ha 
per  tìtolo  :  Squitinin  ihAta  Itl/e.rta  Vem-tii;  nel  ipuili-  si  udilileimi/ 
lineili-  le  milioni  ilei!  imi.ei,,  /lo.M.w.e  stipivi  in  eittà  et  signorìa  di  Ve- 
nditi. Stampato  in  Mirandola  appresso  Giovanni  Ikninaaa.  x.dc.xh. 
Già  si  sa,  che  lo  scritto  il  quale  diede  al  Beni  maggior  rino- 
manza fu  certamente  la  sua  Anticmsca,  che  fu  data  in  luce  in 
Padova  pel  Martini  l'anno  iGi3,  in  i°;pure  è  indubitato,  elicsi 
uri  In  [imii.'i,  ili  e  tir:!  la  m  ■conci  a  piir'c  di  i[ne=lo  codice  s'incon- 
trano a  leggersi  tose  molti)  piacevoli  .'il  importanti,  massime 
in  ciò  clic  riguarda  la  politica  di;'  \  eludimi.  Non  Fu  mai  pub- 
blicato questo  scritto,  del  quale  parlando  il  Mainiceli  et  li  dice 
le  seguenti  parole,  che  trascrivi!  con  piacele  :  L'aste  questo  ma- 
m/sailti/  iidi.il  i.\i/i\  i"il  li: '/in  di  l'itrigì  nel e,.:,ii,  :'  s< ry  .- j- f i ■  ilei ;iJ  yyG'i. 


iSS  MANOSCRITTI  ITALIANI 


a  5  a.  Scrittura  ili  Paolo  Sarpi  intornoadalci 

tra  il  Pontefice,  e  ia  repubblica  di  Venezia, 


Contiene  questo  codice  la  —  Relazione  del  Padre  Maestro 
Pwila  Oei-viltt  inlomn  h  iliffi-n-n-e  il.il  Pupa  r  Min  R'pabhlica  Ve- 
neta; tratta  dalla  copia  mandatajMt  aatorc  al  sia.  Angusto  Tkaano, 
l'unno  1-617.  Benché  facilmente  si  riconosca  alla  lettura  del 
coditc,  clie  non  fu  penna  italiana  che  ne  fece  la  copia ,  pur 
essi  è  fatta  con  tanta  pazienta  e  diligenza,  che  niente  più  è 
a  deodara™,  «direi  che  non  può  né  pur  portare  invìdia  alla 
sl,lniji;i.  Molli!  (li  [pirati:  sitÌKiiiv  ili  [''.  l'aoli)  iiitorrxi  i<  v.li-jfl 
differenze  tra  il  papa  e  la  repubblica  dì  Venezia  furono  già 
stampate ,  ma  non  ritrovai  fatta  menzione  della  presente  con 
l ] l ■  ■  =  l  l.ilfjli.>  1  _ t ■  1 1  ;  1  L-diiiojiu  di  tulle  l'open.'  dol  Sarpi  pubbli  ai  tu 
in  Napoli  l'anno  1750  in  art  volumi  in  8"  con  le  osservazioni 
dì  Giovanni  Selvaggi. 


i!>3.  Decreti  di  Giacomo  Foscarinì  veneto  Inquisitore  net 
regno  dì  Candia. 

Cjrlaceu,  in  .jii-.iUpi i  tubivi,  di  jugiiie  5ou.  secolo  IT,  di  buoni 

Sono  raccolte  in  questo  codice  tutte  le  ordinanze,  ieggi, 
ilci'reìi  pul.'ljiiri'lì  Fieli'  ìimhu  1.174  dal  —  Xolnle  (untume 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  a67 
Foscarini  per  la  Signoria  di  Venezia  l'roveeditor  Generale,  ed  In- 
quisitore nel  regno  ili  Camita .  olì  luiltriui  di  Capitano  Generale 
di  mare,  ec.  Forse  che  lo  stadio  ilei  presente  codice,  che  cerio 
non  vide  moi  U  luce,  e  non  è  niente  improbabile  eh' ci  adesso 
sia  l'unico,  potrebb'  essere  di  qualche  utilità  a'  novelli  pad  funi 
di  quel  paese. 

9966.  , 

?.i/t.  Ricordi  del  Sublimino  e  del  Conia™  alla  Signoria 
veneta  intorno  alle  lagone  ed  all'acre  di  Venezia. 

Carlateo,  in  Foglio,  multai  cerali  ì,  «Mio  m".  di  buona  conjcrvsiioni:. 

In  questo  codice,  che  reputarsi  deve  di  non  poca  impor- 
tanza, si  con  tenari  ri  ■>  de  ciHSHijdi,  avi  isi ,  o  rome  ivi  detti  — 
fini.je'i  dosi  ni  S,i\:ii»ii:so  P:-:i<>:ij<r  ■■(  ÌUliiis.  Sisj.'r.r.o  di  Y.-!,i-:in 
dal?  amile  suddito  Cristoforo  S/iLbalino  hujeoncre  itti"  ojfitio  dell' 
acque,  intorno  al  modo  di  tener  monde,  e  ben  conservale  le 
lagune  di  Venezia,  a  (ine  clic  polendo  le  acquo,  scarir.iii^isi 
da'fiumi,  avere  il  Utero  loro  corso  verso  il  mare,  non  pon- 
gano ostacolo  all'interna  navigazione  ed  al  commercio  della 
città,  e  non  siano  cu  usti  di  mi  i|iriilclie  danno  alla  salute  degli 
abitanti.  Non  è  duhbio,  che  dopo  il  Sabbatino  molte  altre 
cose  sono  state  dette,  scritto,  e  -superile  v  iorse^vun  più  op- 
portuno consiglio  sopra  questa  materia;  ma  non  sarebbe  inu- 
tile a  parer  mio  il  consultar  questo  codice  anche  a'  nostri 
giorni  per  cedere  te  spendendosi  c^idi  l|hi.''  dar  miliout  d'oro  , 
che  il  Sabbatino  non  pota  ottenere  dalla  repubblica  pfer  niet- 
tere  ad  esecuzione  la  sua:  proposta,  ne  verrebbero  prcsente- 
ini'iiie  «Uà  citili  di  \  onev.ia  ijue'  beni,  che  tnllaiia  »ì  ripuderà  pio 
nnll'argoiiKii'O  delle  la  Enne,  clie  la  circondili  io.  —  -Ma  ci»  di'- 


il)8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

discolpo  «(.tìho  ila]  celebre  Alvise  Cornaro,  l'autore  dilla  Vita 
,  ifiiurn;:  al  minio  ili  KB,  re  Vuult-t  ili  l'iitmo  rtiiv;  il  (]  tifili' 
ditcor.vj  iim-ir  (liti  li.'  Meliniti  |;a:'i)]r:  Hìcnl'i  tìnta  i/.'f  un: 
A,  Conuim  n  Ter  IWt-ili-iii.vimi  Si'/m.ri  il  Nei,- n (ori  l'anno  1 557. 
Di  questi  due  autori,  e  special m en le  del  Sabbatino,  abbiamo 
molte  altre  scritture  intorno  alle  acque  delle  lagune  di  Ve- 
nezia, che  rimangono  insililo  nella  Marciana,  si  come  pur 
inedite  considerarsi  (lcbly.mo  le  due  qui  descrìtte,  che  sono 
in  questa  regìa  Biblioteca. 


3.i5.  Notizia  delle  spontanee  olli-'rle  falle  alla  Repubblica 
veneta,  per  la  Guerra  contro  il  Turco. 

Cartaceo,  in  foglio,  «Talleri  corsivi,  secolo  xvll\  di  pagine  13  0.  ben 

In  due  parli  è  diliso  questo  codice,  ideila  prima  &  il — Re- 
■jtsti-tt  r/,  ^if./r  -.'.i-  ;.er  •■.■ecttuc-ne  di.  ■..■fieni  latte  :/«  fluirsi  Gist  .j  tjnesta 
Si-renissiuui  Hi  pu  llii  n  ,!■■  V,'i,r:in.  ii,l7i"  iii.p; l'i  t.-\nu>tii  per  In  i/aerni 
i  unirò  il  Tutti,  tic!  regno  di  Candid,  et  altrove  del  Dominio  Veneto, 
in  ricompensa  deli:  ifimìì  sona  fiat-  tisaitti;  nel  i.iliru  (furo  deli'  Avo- 
■l.tri't  i:,  triiiìiiun  ,  ■:omv  per  k  putti  nfutrate  Fitti  ita  suj'p!i-.-l,c  si 
iftlt:  la'g^misi  dayviHo  culi  mollo  [iìiiri:rr  ijtie.-lit  i  lilìi'i'fliti 
suppliche  presentate  al  senato  a  fine  ebe  degnar  volesse  di  ri- 
cci ere  le  spontanee  oU'ertc  de'  citlailini. — Nella  seconda  parte 
del  codice  sono  dichiarati!  le  — Difese  da' Vincliani  per  la  pace 
conclusa  col  Turco  neW  anno  ib'jì.  li  discorso,  che  contiene 
queste  'difese  abbraccia  circa  la  metà  del  codico.  Pare  sia  stato 
scritto  per  ordine  del  governo,  c  parrai  pur  assai  sensatamente 


Dtgtttd  0/ Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  169 
scrilto.  In  sul  firn;  della  pi-ima  pagina  ili  esso  discorso,  con  ca- 
rattere diverso  da  quello  di  tutta  l'opera,  Icggcsi  :  Saia  Mei- 
rliiuris  (Juilandiiii  ;  ed  in  lini:  ilei  disforv,»  itn-i:i-siui.j  Mino  strine 
perla  penna  stesi»,  con  cui  furono  scritte  lo  anzidette  parole, 
le  seguenti  :  Ex  apographis  Metdioris  Gviìandini. 

9971. 

256.  Memorie  intomo  alle,  famiglie  nubili  Fiorentine. 

Cartaceo,  in  foglio,  caratteri  conivi,  di  pagine  700.  secolo  svi",  ben 

11  presente  codice,  eh' è  intitolato  Priorisla,  contiene  un 
elenco,  anzi  dirouiinn  unii  vera  slalisliea  ili  lulte  le  famiglie 
e  case  illustri  fiurentine  colli;  anni  loro  i:enlil:zie  dipiate  avarj 
colori;  c  s'incoili  inda  dati'  min»  1 100  giungendosi  fino  all' 
anno  1  53a  ,  nel  quale  anno  Alessandro  de' Medici  fu  il  primo 
riuca  di  h'iieii/e.  i 'nudimi  il  codice  ooi  solo  i  1 1  rJ i u.e  de  mimi 
dello  fauiigiie,  rimettendo  ii  lettore  alla  pagina  corrispon- 
dente. Uopo  il  (piai  indico.  st-jrMn  nkaitc  mi-morie  di  cip  Kyrii 
in  diceni  tempi  in  Fiorenza.  Lo  scrittore  si  confinò  alle  sole  cose 
più  importanti,  ponendo  perla  prima  l' esilio  eia  morie  di  Daale 
AUitjhìeri  Elitei  poeta  fiorentino,  avvenuta  l'alino  i3a  1  ;  e  dando 
per  ultima  Sa  notizia  lidia  inorò.:  (li  l'iet'o  di  Cosimo  do' Me- 
dici accaduta  nell'  anno  ligi.  Dopo  le  quali  notizie — si  del- 
irium" tutte  Ir  aliati:  mitiche  di  l''i.ircn;n  rìu- •■•■iniii\domo  Macere  Si- 
i/ii-irri:  ,■;  1 1"  -,),/ il  l  ei;  ■.■,-((■  mlt-i  1  il  <<i ,  e  si  (Li  principili  u>;ì;i  Ir,  inibii  il 
di  Bartolo  ili  mejser  Jacopo  de  Barbi ,  dio  fu  udì'  anno  noa. 
E  sì  come  la  descrizione  die  si  dà  di  queste  In  mi  yli<'  ■':  non 
pur  d'uno  o  di  due  de' principali  inombri  dio  le  compone- 
vano, ma  di  tut! i ,  cu;'i  non  è  dubbi»  die  per  ciò  esser  possa  di 


27o  .MANOSCRITTI  ITALIANI 

qualche  utilità  l'esame  di  questo  codice,  il  quale  è  anche 
scritto  con  la  più  grande  diligenza;  anzi  sembra  essere  stato 
eseguito  questo  laverò  per  comandamento  del  governo  mede- 
simo dì  quel  tempo,  ("orse,  rimi  ben  probabilmente  ne  sari 
riyiii  in  i[ii, delie  hi  ii  liei  Lei- a  ili  f'irriue 

9971  \ 

267.  Memorie  intorno  alla  famiglia  lìoreutina  Guadagni, 
scritte  da  Francesco  Rondineili. 

Cartaceo,  in  fogliti,  carnieri  corsili,  di  pagine  80.  secolo  j'ir>.  iti  buona 

Francesco  Rondineili  è  l'autore  di  questo  scritto,  come  ri- 
sulta dalla  sua  lettera  data  di  Firenze  a't.  dicembre  i6io  s  per  la 

del  Ilondinelii,  frugando  tra  le  vecchie  carie  •['■Ila  famiglia 
Slnu/à.  .1)1  imi'  ,-nitt'iilidie  memurii!  della  celeW  famiglia 
li  hit  li  1  ina  (1  iridatili ,  riin  I'  amin  di  er.;e,  e  di  novelle  sue  in- 
dagini l'ulta  ^i  propone  di  metterli.'  tutte  in  buon  ordine  ed 
offerirfe  al  sopraddetto  sii, .  (.nadajm  .  nt.r.  <<,inruna  storia,  ma 
ntcconlttU  implicmente  con  estrema  schiettezza  le  verità  nodi.  È 
i;ià  noli)  il  valori;  le  ite  rari  0  ili  fra  ucci  lo  lioniJineiìi  per  molte 
-ni'  upire  jiulildic..i[i!.  l'illusiva   parie  il  pre-enle  endice  ne' 

tempi  ondati  delia  biblioteca  Colbertina.  Dalla  bibliografia 

stesso  scritto  si  trovava  nella  particolare  biblioteca  Nani  in 
Venezia  (ora  passata  nella  Marciana  }  nella  classe  VI",  cod.  1  I  & 
dell'  appendice  italiana. 


Digitized  &/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  a7] 
9972. 

j  58.  Storia  della  città  di  Folli ,  scrina  da  Bernardo 
Novàcola. 

Carlaceo.  io  foglio ,  traiteli  ifriiiif.lifL.  ili  pigi™-  ;kiu,  spedo  ivi",  ben 
conservilo. 

Contiene  questo  codice  in  storia  della  citta  e  luoghi  ndia- 
ccnti  di  Forlì,  sprilla  da  Clio.  Andrea  (li  Bernardo  Novàcola, 
eri  i:ito:nì:i[.ni  da  —  (..Vì.-ij-,  lh,r..i\:i  :>:.:■  in  Din  .yini'ii  Ditta  il:  ili 

Romagna,  cioè  dall'anno  1603,  e  finisce  l'anno  1617.  La 

storia  i  preceduta,  in  primo  luogo  'la  diverse  ii'timon  iati/e 
onorevoli  d'illustri  personaggi  in  lode  dello  storico,  e  queste 
sono  serilte  con  pernia  diiìeri'nie  da  quella  dell'opera  \  ed  io 
secondo  luogo  da  una  tavola  delle  materie,  ovvero  delle  prin- 
cipali cosi'  trattali:  m  i  cullici'.  ludi  sì  ila  j .ri in:; j .in  alla  storili 
pur  le  seguenti  parole:  »  I [avendo  già  le  molte  volle  contem- 

■  piato  io  Jo.  Andrea  di  Bernardo  Novàcola  Hìstorìco,  Dittila 
.  cosa  essere  pio  dilettevole  et  proficua  1.  toni  li  sublimi  in- 
«  [regni,  quanto  è  il  notari'  le  tw  degne  di  memoria,  le  quali 

■  avendo  noi  inteso  da  portone  non  toccete,  ■  ce.  Par  vera- 
mente, fattone  eli' io  ii'clilii  un  tranquillo  '■sanie,  che  il  pre- 
sento codice  sìa  l' autografo .  o  almeno  tratto  dall'autografo 
liei  li:  dovuti;  lornu'  e  per  le  sol  lecitndini  pr<slalo\ i  il  ali 'aulorr 
medesimo.  li  merito  del  quali:.  iuV  soni  lini  mi  non  comune, 
risulta  altresì  dalle  soprai I il rt Ir  spoiiliinei:  testimonianze ,  che 
in  sua  lode  si  leggono  in  tul  principio,  cioè:  de'  Consultori 
Romani,  di  Cesare  Borgia,  di  Annibale  Baldi,  di  Giovanni 
Moratino,  di  Giovanni  Lcnai,  e  più  di  Bernardino  Bcnreouti,  <li 
Barlolommeo  Baldruzi,  diTonnnaso  dc'Graildis  ( Conservatores 


aJS  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Ecctaiastkae  ìiltrtatà  àvitata  Ftaìimi]  di  Guglielmo  Pro  volo, 
di  Giulio  Roverella,  di  Gabuccio  Malatesta,  ed  in  fine  di 
Giovanni  arcivescovo  di  Raglisi,  ed  esarca  di  Forlì.  E  si  noti, 
clin  Lulli  gli  elogi  che  dello  storico  si  fanno  da'  sopraddetti 
per.iuiKipgi  sono  contrassegnati  d'altra  mano  e  nelle  forme 
notarili.  Parmi  in  somma  essere  questo  un  codice  prezioso, 
e  da  farsene  mollo  conto.  Per  le  indagini  ebe  ne  Ito  fatte  non 
fu  mai  pubblicato,  e  il  non  trovar  alcun  cenno  dì  esso  storico 
Novàcola  nè  pur  nei  Colcti  mi  conferma  sempre  più  nel  mio 

9975'. 

a5o.  Relazione  delle  Torri  di  Capitanata  e  di  Abruzzo, 
scritta  dal  marchese  di  Colenza. 

CjrUiii'i,  in  1i~li.>  [>ìccoìrt,  i.iijlìci  i  i-i  i-ól,  ci  pigili:-  T-n,  ireolo  ni*,  di  linoni 

li  titolo  dell'opera,  che  couliensi  nel  presente  codice  è 
questo:  Vista  dtUr  7  Vi  \  di  Gi;>iin,iii(n  nel  ancdi  Dicembre  l5o4; 
r  dì  ijne/fc  ili  Mnnza  iid  mrtr  ili  Uilnhrc  i  :iy^.  L'autore  n'è  il 
marchese  di  Colenza,  si  co  nifi  risulta  dalla  sua  lettera  dedica- 
toria filata  ili  Chicli  a'  so  dicembre  i  ji|B)  .if  0-i\:t  de  Uìii--:iri.i 
Viari;  l.lintjtiteilelilt;  e  C.upitai.u  iji-rr  r.ili- p:-r  Snu  Min  titi  ili  ifilesto 
lirjiie.  Sembrami  per  tutti  gl'indizj  fissero  questa  la  copia 

praddello  conte  de  Olivaris.  Fu  comandato  al  Colonia  dal 
cavaliere  l'eriMiitc  I'iu-ilm  h,  limpilcnenli'  rlrllii  Minili  t:.uiiiirji, 
di  portarsi  a  riconoscere  tutte  le  fortezze  e  le  torri  del  regno 
delle  due  Sicilie;  indi  dargli  il  suo  avviso  intorno  allo  stato 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  173 
cessila  dì  costruirne  di  nuove,  ove  ciò  occorresse.  Ubbidì  il 
Co-lenza,  ed  in  quisslo  .scrino  ronde  conto  dell'opera  sua,  e 
del  proprio  parere.  È  adorno  il  volume  do'  disegni  a  penna  di 
lutte  le  forleizc  e  torri  ivi  esistenti  a  quel  tempo;  ed  in  fine 
È  la  tavola  di  tutte  le  torri  di  Capitanata,  ed  altra  tavola  di 
tutte  quelle  di  Abruzzo.  Le  prime  sono  al  ti" di  afi,  l'altre  al 
il'  di  iti:  e  dissellila  •■  chiamili  ni  tu  dentri th  ,  indi  esaltali] ente 
posta  in  prospettiva  con  buon  disegno.  Non  sarà  forse  discara 
la  notizia  delia  esistenza  de!  presente  codice  agli  studiosi  ri- 
coglitori delle  memorie  della  proprio  patria  e  delle  storie  di 
quel  tempo, 

9976. 

a  60.  Memorie  di  quanto  accadde  nel  tempo  che  il  Duca  di 
Calabria  dirigeva  le  operazioni  della  sacra  Lega. 


II  titolo,  che  in  sul  principio  si  dà  a  questo  codice  è  di  — 
Effemeridi  delle  cose  falle  per  il  Duca  di  Calabria;  ma  devo  dirsi 
più  propria  111 1-1  ite  un  giornale  ili  tutto  untilo  eli' è  avvenuto 
nei  tempo,  elio  il  sopraddetto  dina  dirìgeva  le  operazioni 
della  famosa  saera  Lega,  in  comi  11  dandosi  dal  dì  it  del  mese 
di  maggio  dell'anno  \.  Si  dà  principio  al  codice  con  una 
tavola  de' giorni,  ne'  quali  in  ciascun  mese  É  registrato  qualche 
fatto  importante.  Dopo  di  questa  tavola  sono  alcuni  versi 
latini  in  lode  del  duca  : 

■  Salve  Dm  Calaber,  tribuit  cui  nobile  nomea 
•  Etgenus  egregium,  ■  ec; 

indi  incominciano  le  memorie,  ossìa  il  giornaie  dì  quanto 


3ji  MANOSCRITTI  ITALIANI 

.u  lulili'  fin  .ini  pulii.,  ili  ilei!»  purltrii/.»  del  dura,  'i'rasajni  li' 
prime  lince  ili  ijii''>ki  immuri'',  perdie  per  esse  potrà  il  let- 
tore formarsi  un'  iiltrj  del  endici-,  e  dulia  natura  ili  esso  me- 
morie, iiou  clie  de'  tempi  iu  cui  furouo  scritte.  ■  Jesus  Maria. 
r  M,t<it.Lusiui  Mii^io.  Urlisi™  dine  saranno  collocati  lutti 
■  t  progressi  del  Illuni,  et  ribellimi.  S,  Duca  di  Calabria  Capi- 
.  iauo  Generale  de  la  Santissima  et  Serenisi  in  la  Ligi ,  da  poi 


.Die  aa,  de  Maggio.  i4S4-'ChÌ  abbia  fatto  questo  Registro, 

non  risulta  d'alcun  luogo  del  iMi-du-.r.  Sei  ulna  mi  però  indubi- 
tato cb'ci  non  vide  la  iute,  e  clic  polrcbb' essere ,  non  già  di 
spirituali!  edificai! une ,  ina  bensì  ili  molla  utilità  perla  storia 
di  quo'  tempi  il  metterai  :i  couiu Ilario;  e  tanto  più  che  i  fatti 
vi  si  riportano  con  esattezza  e  buona  fette,  notando  sempre 
non  solo  il  giorno,  ma  alcune  volte  anclie  l'ora  in  cui  ac- 
carlderu. 

9977. 

361.  Notiiie  economiche  sul  patrimonio  del  Re  di  Napoli 
nel  secolo  XVI*. 

Ci  i.l-.i-..,  ;i.  I.'ili".  i:.-.Kill.::]  :-.:ir;ì.  i.  di  p.l-iii^  Uu'j .  'CHI'I  l  v  i1.  .1:  jii  jiij 
canurrviziDiie.  c  rielli  prima  ni  legatura  colle  litui  del  regno  di  Napoli. 


lo  non  farò  che  trascrivere  la  dichiarazioni' .  che  lesesi 
in  sul  principio  del  codice,  per  la  quale  si  conosceranno 
subilo  le  materie  tutte  die  visi  contengono,  e  potrà  pur  giu- 
dicarsi della  impuri» irz.ii  dei  coditi:  stesso  po'  lumi,  che  reìa- 


Oigiiized  &y  Google 


DELLA  Bl: 
tivanionic  allo  stato  Suo 

3LIOTECA  DEL 

RE,  a76 
io  forse  potrebbe 

presentemente  il  r.'  -r  r,  ,,i 

iraddetto.  La  dìchi 

■  Libro  nel  quale  sta  a< 

italo  tutto  lo  Poi 

rimonio,  elle  lo 

•  Maestà  del  Re  nostro  Si 

;sto  Regno  di  Ma- 

-  pali  eoo  li  suoi  carichi 

etpesi  'tantoper 

'  h'tro^eX'Lrafnarii1' 

et  extraordinarii 

C  quanto  d'i  ^R ri 

et  di  quello  eie 

per  lutto  il  mese 

"di  Aprile  del  preseli li;  ; 

o  restare  di  netto 

■  a  detta  Regia  Corte;  in  1 

ine  del  quale  si  è  f 

turno  tutti  li  detti 

»  corpo  ili  entrali  ili  lice  . 

fi  (li  quello  die  come  è 

dotto  venne  ad  a 

vanzarc  di  netto  o 

n  licita  Regia  Cui  to  per  1 

ulto  il  detto  mese 

di  Aprile  i58a  ; 

«  come  piò  particolarmente  dalla  lettura  di  esso  si  potrà  ve- 
li dere;  d icliia rum! n  die  in  rise  non  si  comprendono  li  e*iti 
-  ordinarli  et  ext  va:  udii  imi  i .  ijn:ili  |,jsnmi  per  la  regio  lesore- 
<•  ria  generalo  attesoché  se  ne  dà  rnpoue  nelli  liilancii  clie  ogni 
«  anno  si  fanno.  ■  Ora  per  le  più  recenti  eri  esatte  notizie  sto- 
tisticliesi  sa,  che  quel  regno  in  tutti  quegli  elementi,  pe'  quali 
r;etn.-r:il]iiei:te  roni]:one::i  i I  pulibl ico  Lene,  e  più  pjrtiv.nl [ir- 
niente nell'  economico,  cammina  a  gran  passi  verso  la  sua 
piena  prosperità. 

10050*. 

■j6s.  Scritture  O  relazioni  di  diversi  Conclavi. 


ii;  dir  imo,  jvfr.'.-;c;ii  ili  (.'«iv'io'i,  intorno  alle  quali  si  contenti 


i76  MAN0SC11ITTI  ITALIANI 

il  leilorc  (li  aver  n-U: i  degli  ordii  il  solo  liir  Ululo.  I1'.  sono 
queste.  :  I"  Fidai! 'in e  ild  Conclave  della  sede  vacanti1  dui  Papa 
Benedetto  XI',  dove  fu  crealo  Papa  Clemente  V;  IP  altra  del 
Conclave  della  sede  vacante  dì  Eugenio  IV,  dove  fu  crealo 
Papa  Nicolò  V;  III"  del  Guidavi-  |i'r  l.i  unirti  ili  Xir.oln  \  ', 
dove  fu  creato  Calisto  IIP;  IV  altra  del  Conclave  per  Calisto  IIP, 
cui  succedei!':  Pio  IP  l'anno  1-1  fio;  V  per  Pioli"  e  fu  creato 
Paolo  IP;  VP  per  Innocenzo  Vili*  e  fu  creato  Alessandro  VI"; 
VIP  per  Alessandro  VP,  cui  succedette  Pio  11P;  Vili' pei 
Giulio  IP,  e  fu  crealo  Leone  X";  IX1  per  Leoni- X"  cui  sue.ee  il  et  te 
Adriano  VP;  X"pcr  Adriano  VP  c  fu  creato  Papa  Clemente  VII»; 
XP  per  Paolo  IH",  c  fu  creato  Giulio  IIP  romano;  XII"  altra  del 
Conclavi:  per  morie  di  Giulio  111",  nel  quale  fu  creato  Papa 
Marcello  IP,  dive™  da  quella,  die  lediamo  nel  codice  segnato 
n"  273,  artie"  2°;  XIIP  altra  per  la  morte  di  Papa  Pio  V,  cui 
succi-dette  Gre^oiiii  XIII".  dul.lo  il  rarilinale  lliioncoiiipasriio; 
XIV  ed  ultimo,  Relazione  del  Conclave  per  la  sede  vacante  di 
Papa  Gregorio  XIII",  do\r  In  recalo  l'ajia  Sisto  V°,  detto  da 
prima  il  c.a nlin.il:-  MoumIio,  diversa  da  quella  die  legp-si  nel 
codice  segnalo  col  11°  articolo  fv\  —  Questo  è  lutto  ciò 

che  di  scritti  italiani  conticnsi  nel  presente  codice.  Due  cose 
però  delibo  soggiungere;  la  prima,  die  della-  massima  parto 
de'  sopra  notati  conciavi  non  e  copia  in  altri  codici  di  questa 
biblioteca;  e  la  seconda  ,  eìie  olire  alle  noti/ie  di  essi  rondavi 
abbiamo  pur  nel  rorlire  presente  le  notizie  del  conclave,  ove  ' 
fu  creato  Urbano  \  P;  quelle  del  conclave,  ove  fu  crealo  Ilo- 
niiaein  Vili';  rio  1: li'- In  l'anno  1  !iSn.  meni  re  sedeva  in  Avignone 
l'Antipapa  Clemente  VII";  quelle d'Innoeen/o  VIP  contro  l'Ali- 
li papa  llenrdetto  XIII"  clic  sui  èva  in  Avignone;  qm-lle  di  Urne- 
detto  X1P  detto  XIIP  Aliti  papa  in  Avi-none,  mentre  risedeva 
in  Roma  Bonifacio  \  III";  quelle  di  Gregorio  XI"  contro  Bene- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  n77 
.ìr'itn  \IN°  Antipapa  in  Àvi-imnr;  i[wl[<?.  di  Ali-ssatulro  V]",  e 
lincili;  in  fini'  del  cDjielavf  e !<■  1 1 .1  mie  vacante  dì  S i v.  1  r  1 IV",  nel 
quale  fu  crealo  Papa  Innocenzo  Vili'  ;  ma  queste  sono  tutte 
scritte  in  latino,  0  ne  ho  fatta  menzione  per  dar  compinta  la 
notizia  di  lutto  dà  che  si  contici.,-  in  qaotu  codice.  Del  resto 


lettore 'sopra 

■  [invilo  stesso  ingommili  ile'  romani  concilivi 

igni  opportuno  ili  (liclii.ii-.-i i-c  ima  volta  per  s 

emprc,  che  le 

notizie,  compandj,  storie,  e  relazioni  di  conci 

avi,  delle  quali 

s.ireino  per  render  cento,  nono,  coni'  e  ben  11 

aturale,  per  la 

massima  parte  inedite. 

•j63.  Comeiilarii  delle  cose  di  Roma,  scritti  da  Stefano 
Infesliira. 


È  in  questo  codice  una  copia  senza  diversità  alcuna,  eccetto 
il  carattere,  del  codice  segnato  col  n"  aSs ,  ai  quale  rimetto  i 


36A.  Storia  di  alcuni  Conclavi  da  Clemente  V"  : 
a  Leone  X°. 


È  intitolato  questo  codice  —  Concinna  t!d  Papa  Altuaa- 
iìro  Vi",  ma  velamene,-  è  uni.  sturili  rli  limili  successivi  «melavi, 


l78  MANOSCRITTI  ITALIANI 

compresovi  il  conclave  di  AlossandroVP.iucominciaudosi  dalla 
elezione  di  Clemente  V°  fino  a  t|ucllo  di  Leone  X';  and  da] 
tempo  di  quello  sino  a  qui'. tu  può  aiiclir  dirsi  contenere  il 

Inumili  noli  M.'tt;:t  qurdclif  ijì'^aii/a  ili  itili--  Hii-u  in 
aìr-unì  Inumili,  peri-ine c.liù  in  IfL'^nikiLi  quii  e  là  mi  risolti 
evidentemente,  dio  quantunque  non  accada  mai  lacuna  od  in- 
terruzione nel  corso  della  storia,  pur  non  fu  sempre  la  mano 
dello  stesso  autore,  che  ne  d'unle  il  principio  i.-d  il  fine.  Non 
apparisce  'l'rikiiih  I  tingo  del  ma  miseri  tto  r.ln  veramente  ne  sia 
stato  l'autore  od  autori,  ma  certo  è  copia  moderna  tratta  da 
vecchio  codice,  come  si  coiiomu  per  la  mali-rialc  scrittura,  e 
per  l'ortografia  medesima. 

10035". 

365.  Raccolti!  di  m.tÌLIì  di  diic-iso  anturi',  arsomi-ilio . 
luogo,  e  tempo. 

<:;ir::i(.'i>.  il]  l'urlili  r;Li:il  li-ri  ■■.ii.  i-.  i .  [il  ;.ì:;in-.  ^lic  ,  ertoli  SVI"  c  ITH\ 

Olln  a  molti  ieri  iti  Ialini  supo  vjrj  ai  fomenti,  tra  i  quali 
la  famosa  protestazione  del  listale  di  Roma  contro  l'impera- 
tore Carlo  V* ed  il  re  Filippo  suo  figliuolo,  sono  pure  in  questo 
codice  ì  seguenti  scrini  italiani  incdili  e  ili  molla  importanza  : 
I"  Discorso  sopra  l' rlniian:  di  due  l'uri,  Lione  XI°  c  Paolo  V. 
W  Ritraili  del  regno  d'Inghilterra.  111°  Concessione  della  Maestà 
Ccyiien  ihì  ijin-erria  perpetuo  della  città  et  Dominio  di  Fiorettati  «I 
Duca  Cosimo  de'  Molle'.  IV  Discorso  delta  cenata  in  Francia  della 
llei)ir:t,  Elisat.-itta  fijtiaota  dell'  imperatore.  \  °  Discorso  sopra  il  tar- 
dare dell'  armata  Cattolica,  ed  i  tumulti  di  Fiandra.  VI"  Discorso 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  a7B 
taUaguerra,  delsig.  G.  C.  D.  fitta  in  Vincaia  li  jo  jcnnnro  [57'j. 
VII"  Diicoisu  sopra  le  predizioni  folk-  in  diversi  tempi  da  divine 
persone,  le  quali  pronosticano  la  nostra  futura  felicità  per  la  guerra 
dei  Tolto  tanno  1IÌ70.  Vili"  Discorso  sopra  l' autorità  dei  Papa. 
IX"  Bando  del  Duca  d  Ahalì  5  jinj™  1 517  per  la  guerra  contro 
Paolo  SV".  X"  Discttrso,  iptiib-  sin  più  utili-  ni  mondo  o  t  fattorìa  o 
la  poesia,  composto  dai  sig.  Ciò.  Giacopo  Leonardo  Contadi  Moniti. 
XP  Discorso  sopra  il  primo  li!»;,  di  ì.-.t itici  Turilo.  XII"  Discorso  ad 
an  amico  sul  modo  di  parlare.  XIII"  Discorso  come  nterituiae.il?  deli- 
bati dan:  al  Gran  Duca  -li  Fiuieiua  il  titola  di  Gran  Duca;  il  fucile 
discorso  È  seguitalo  da  una  —  Protetta  degli  ambasciatori  di  Ce- 
larli per  lo  titolo  di  Gran  Duca  di  Toscana;  la  quale  protesta  è 
in  latino.  XIV"  ./"'ivo™  ni  mi;  ni  nife  Cniniju  per  olh?iu>r<;  tli.il  1  ' 
imperatore  ia  città  (li  Siena.  _V.  °  Ducono  d-  Ile  più  comotle  et 
utili  imprese,  chi:  far  potrebbe  la  Leiiii  cristiana  contro  il  Turco;  e 
(]u..'iLu  (librario  ii  scolii. ito  iln  inultissime  altre  scritture  sopra 
lo  stesso  argomento  della  Lega;  l'ultima  delle  quali  è  una 
—  Esortazione  al  Re  di  Spanna,  a  fine  che  si  determini  di  andar  in 
persona  alla  guerra.  XVI"  Compendio  della  vita  del  cavaliere 
(Noviluni  Udvonn  Milaiii'M!.  XV  IT"  OÌh'h™  lii  Itimi  M.'nell)  ve- 
neto contro  il  duca  d'  Urbino ,  perciò  non  sì  condusse  conve- 
nientemente verso  la  repubblica  di  Venezia.  XVIII"  Discorso  di 
metter  Gio.  Francesco  Latino ,  perchè  causa  Ira  gentili  non  si  facesse 
guerra  per  la  religione,  e  perclié  si  faccia  tra' cristiani ,  dedicato  al 
cardinale  Amulio.  lì  ben  iiolo  <•  «iiihlìimeme  esimalo  il  Lutino 

importala  per  le  belle  massime ,  che  vi  sono  sparso  per  en- 
tro, se  non  l'ebbe,  come  croilu  .  mentir!  ebbi-  min  in  pubbli- 
l'ii/iini!'.  XIX1  AllroiUsroi-sii  so|ii-n  In  ftt's.so  rti'goiuenlo,  scritto 
dal  P.  Riccioli,  nel  quale  si  cerca  il  perchè  aranti  la  vinata  di 
G.  Critto  non  fu  mai  ijuerreaginto  per  ennto  di  religione  ;  e  questo 


iSo  MANOSCRITTI  ITALIANI 

scritto  pure,  clic  per  le  indagini  clic  Ilo  fatte  e  inedito .  merita 
d'esser  Itilo.  XX'  Xoli/.it!  sulla  jurvm  1:1  ummritem  li  nobili  alia 
mititìn  it  reliijwiìt!  il:  Sun  Lazaro,  et  quelli  che  saranno  ammessi 
alla  religione  sola.  Non  v'ha  nome  di  autore.  XXI*  Discorso  in- 
torno alla  Ri  (pubblici  ili  Genova;  e  questo  pure  non  ha  nome 
di  autore.  XXII"  Lotterà  del  (irmi  Dm; a  ti!  Toscana  si  sig.  (iki. 
Andrea  Doria  per  li  romori  insorti  in  Genova.  XXL1'  Risposta 
del  Doria  alla  lettera  di  esso  Gran  Duca.  XXIV  Lettera  del 
medesimo  Doria  alla  Signoria  di  Genova;  e  queste  lettere, 
rolla  diversità  ile'  mesi .  sono  tutte  Male  seri  Ite  l'anno  1I175. 
XXV"  Lettera  del  Cardinale  Tmul/.io  Legato  in  Francia  al 
Cardinale  Caracciolo  Legalo  all'  Imperatore ,  intorno  olla 
pace.  XXVI"  Risposta  alla  sopraddetta  lettera  del  Vescovo  Gui- 
diceionc  Nunzio  di  Paolo  111°  presso  l'Imperatore,  intorno  allo 
stesso  argomento  della  pace.  X\\  11°  Altra  lettera  ilei  Vescovo 
di  Faenia  Nunzio  in  Francia  scritta  al  Pontefice  Paolo  IH* 
sopra  la  pace,  ed  il  concordalo  ;  con  una  proposta  del  cardi- 
nale Trivuliio.  XXVIII- Altra  luugliissimalelteraseniasottos- 
ci  i/ìonc,  scritta  in  mi  111  oro  plurale  ,  e  data  dei  Finale  1'  anno 
1  j-j  j,  indi  ritta  alla  Signoria  ili  Genova  ,  e  questa  pure  sopra 
l' argomento  s'.u-iso  di  cui  s'è  dotto  qui  poco  sopra.  XXI X"  linij- 
ipituilia  dell' insellili  di  Fumiuimta.  Molle  altre,  scrittura  e  relazioni 
italiane  fi  trovano  in  quieto  rodile,  rifilo  qur.li  io  non  fa  pa- 
rola poiché  ne  sano  le  copie  in  altri  codici  della  Itegia  Biblio- 
teca, delle  quali  occorrerà  di  parlare  a  suo  luogo.  Farmi  peni 
che  non  sicno  di  poca  importanza  quelle,  di  cui  s'è  data  no- 


Oigitized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE. 


10035. 

a6G.  Memorie  del  Pontificato  di  Sisto  V'. 

CurUMO,  in  foglio,  «intieri  corsivi,  di  pagine  tìoo,  secolo  me.  di  buon) 

Leggesi  iu  sul  principio  del  codice  questo  titolo  —  Me- 
morie infunila  di  Annali  ilei  l'-Mijiiut'i  di  Sub:  Qniitln  £  \aurio 
nuiore.  Esse  memorie  sono  precedute  da  una  lamia  dell'opera  , 
nella  (piale,  essendoci  té  V  opera  non  è  diviso  né  in  libri  nè  in 
capitoli,  si  raccoglimi  i  litui;  ilv^l:  ti  riunenti  più  importanti 
che  vi  si  trattano.  È  inutile  il  cercarne  l'autore,  dappoiché 
colili  clic  ne  lia  fatto  uno  studio  particolare,  come  qui  leg- 
giamo, o  chi  con  sì  grande  diligenza  ne  fece  la  presente  copio, 
non  seppe  dircele.  Siono  poi  si  riti  pubblicali  o  no  questi 
Annali,  io  non  politi  in';  iiHijiniiilu  ne  negarlo,  non  essendo 
t-ió  pervenuto  a  certa  mia  noliiia.  Sembrandomi  essi  però  da 

orili  palli'  SCL'Utì  C!in  liuti  enidifKi,  r  (lilll'ultltl  jHitflItlt.l  l'niv 

molto  importare  alla  le Ile tallirà  e  alla  storia  il  renosrer.'  se 
fu  posto  in  luce  il  presente  codice,  ne  trascrivo  le  prime  li- 
nee: -Non  é  stalo,  per  mio  credere,  IVinripe  alcuno  più  iti- 

■  giustamente  dalle  lingue  lacerato  A' uomini  vulgari ,  che  ii 
=  l'oulcucc  Siilo  Quinto ,  le  iueutorie  del  cui  Pontificato  eo- 
«  ininciamo  eoi  divino  favore  a  notificare  alla  posterità.  Ini- 
»  perciocclie  .nciitlo  egli  con  ai) lido  eccelso  opecilo  cose  tenute 
.  giti  da  ogni  soo  antecessore  per  ini  possi  lui  i ,  avendo  con  petto 

■  intrepido,  i  ce.  ec.  Sun  è  in  fine  del  volume  data,  nè  sot- 
toscrizione alcuna. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10056*. 

267.  Scritti  diversi, concernenti  gii  Stati  di  Spagna, 
di  Napoli,  di  Firenze,  e  di  Bologna. 


Conlirue  questo  codice  molle  operette  ili  vario  argomento, 
e  concernenti  persone  e  luoghi  diversi.  Si  dà  principio  al 
codice  con  una  tavola  di  esse  operette ,  alcune  dello  (pali  sono 
latine  ed  alcune  spagnuole.  La  I"  (notando  solo  le  italiane)  è 
una  Memoriti  sul  modo  e  forma  tenuta  nel  prestare  il  giuramento  di 
fedeltà  al  Re  di  Casttgliit;  la  li*  è  intorno  a  pulfa  che  fruttano  al 
Re  di  Spagna  un  anno  per  l' nitrii  li:  Ifìl,:  jAìu  OoLiara,  la  111-  mi 
la  Colettarla  di  Spagna;  la  IV'ó  una  nota  di  tutt  i  titolali  dì 
Spagna  con  le  loro  rendite,  e  così  di  tutti  gli  arcivescovi, 
vescovi,  visconti,  1:  priori  ilei  dello  regno;  la  V"  è  un  uf orina- 
zione di  quanto  passò  Ira  il  Omtiiniìr  Pianini  al  il  Marchese  di 
r>.'i-:ur,!  mt  pigliare  il  possesso  del  regno  di  Napoli;  la  VI*  tratta 
della  monarcliia  drlla  Sicilia,  u  della  ^iuriidmoue  ecclesiastica 
nel  regno  di  Napoli;  la  VII'  é  l'investitura  di  Carlo  V",  fatta  al 
duca  Alessandro  de'  Medici,  dello  stalo  di  Fiorenza  Fanno  i53o; 
l' Vili*  È  la  concessione  falla  dall'  Imperatore  Carlo  V"  a  Cosmo  de' 
Maliii  del  ì'i-imut-.i  1.;  Capi*  dui  i/hi, ■■rito,  stalo,  el  duminio  della  re- 
pubblica Fiorentina  Vanno  i538;  la  IX*  di  U  sommario  del  tes- 
tamento di  Cosini»  iìr'  Mcdii-.i  |;ran  dura  di  1  i.jcana;  la  XTin- 
uestitnra  di  Papa  Pio  IV"  jit'.ia  nlli  5i:ir:<<ri  Ottimi  di  ìlatuitud, 
i" XI*  ed  ultima  dà  il  parere  nella  differenza  tra'  ll.iìoijiu.i!  <■■ 
Ferraresi  cirtii  l'esculntiinw  didiiiii/iiK  nei  Contadti  di  Bologna,  e 
sopra  il  rimuovere  il  lìcito  dal  suo  alrco  antico.  Le  altre  scritture 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  a83 


o  memorie  in  parte  latine  e  in  parie  spagnuole  contenute  in 
questo  codice  e  delle  quali  s'è  fatta  menzione  di  sopra ,  nulla 
han  che  faie  cogli  argomenti  di  quelle,  dì  cui  abbiamo  data 

10056'. 

168.  Annali  del  Pontificato  di  Gregorio  XIU°. 

Tre  volumi  cai-Urei,  in  %Lin,  raralipri  cirsivi,  ili  pagine  circa  C  00  ciascheduno, 

Si  contengono  in  questi  tre  codici  gli  Annali  dei  Pontefice 
Gregorio  Xlll".  Sono  essi  divisi  in  tre  tomi,  e  questi  in  libri. 
Chi  ne  sia  stato  l' autore  non  risullit  per  modo  alcuno  ed  in 
nessun  luogo  dell'  opera.  In  fine  d' ogni  tomo  è  una  tavola  delle 
materie  ch'esso  comprende.  Ma  veggasi  intorno  a  questi 
Annali  ciò  che  si  dirà  dol  seguente  codice  segnato  n"  a6g. 

10036'*'. 
369.  Annali  del  Pontefice  Gregorio  XTJP. 

Due  volumi  tarlami,  in  V  pramlc,  uiilk'ii  cr.i-,r-  L  J-.  p  j»ine  600  ciijchcduno. 
lecolo  ITU*,  di  buona  conserva  rione,  t  «ritti  dal  principio  a]  Eni  con  bei  ca- 
ratteri srjiipte  uniformi.  IT. n -1  L:r..i:iii  iii]i;;.'ib'  1 .  -  .■.  ,11  hj  ione. 

lisii  comprendono,  sì  come  il  codice  antecedente  n°  568, 
Gli  Annali  'li  (irajaiiii  MIT"  ilirisi  in  si  i  lili.-i.  Per  le  indagini 
che  ne  ho  fatte,  proh abilmente  quest'opera,  la  cui  lettura 
sembrami  poter  essere  di  qualche  utilità  per  la  storia  di  quel 
tempo,  non  fu  mai  data  in  luce.  A  buon  conto  trascriverò 
a  lume  degli  studiosi  alcune  lince  così  del  primo  che  del 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


seminio  volume.  Incomincia  il  primo  vulutnc  nel  modo  se- 
guente: «Colorii  i  quali  si  danno  a  niellerò  in  caria  le  cose 
'falle  dai;li  btiMoiini  il  1  u -.1  ;i  ,  elevino  a  parer  imi)  un'  ini- 
,  |ir rs:l  ili  nuli  piccino  Rovani!  tlln  romani?.  IVtvii'i  clic  nip- 
■'  presentai itlosi  ni  vi\o  con  lalc  fatica  tuia  ^rnu  varietà  d'hu- 
«  mane  anioni  et  acci  densi, .  ec.  Ed  il  volume  secondo  termina 
con  quesle  parole:  «Fu  Itene  eia  più  persone  attribuito  alla 
.  intercessione  del  medesimo  Pontefice,  che  la  Sede  vacante 

■  di  fuorusciti,  fosse  una  dello  azioni  più  moderate  e  quiete 

■  che  nella  età  nostra  sì  fossero  vedute  giammai.  ■  Sembra 
pure  clic  lo  scrittore  fosse  assai  bene  iustrutto  de'  fatti  anche 
i  pili  particolari  del  pontefice. 

10057'. 

270.  La  giusta  staterà  de'Porporati  in  su  la  metà  del 
secolo  xvii'. 

CaiWcco,  in  iT,  cantieri  conivi,  di  pagine  100,  «colo  ivif.  di  buona 

Il  titolo  clic  sul  principio  rleila  prima  pagina,  ha  questo 
codice  e  :  La  giusta  Siviera  de'  Porporati.  L'opera  è  dedicata, 
per  lettera  data  di  Roma  a!  i3  di  moggio  i64C,  ad  un  prin- 
cipe di  cui  tacesi  il  nome;  ed  e  sottoscritta  N.  N.  -Ed  avendo 
.quesf  opera,  [così  l'autore  nella  sua  lotterà  al  principe) 

■  il  titolo  di  giusta  Staterà,  assicuro  l'A.  Vostra  da  vero  ser- 
•  vitore,  clic  sarà  tenuta  giusta,  n  E  di  ciò  veramente  io  non 
saprei  dubitare,  poiché,  in  leggendone  alcuni  passi  così  mi 
pare  che  sia  coni'  egli  promette.  Questo  codice  dunque  dà'in 
succinto  le  notizie  particolari  eli  tutt'  i  cardinali ,  che  furono 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  =85 
nel  conclave,  in  cui  fu  eletto  pontefice  Innocenzo  X",  che  fu  il 
cardinale  Panfilio,  per  le  cui  milizie  *i  d  i  ccminciamcnto  ali' 
opera,  la  quale  srmliriimi  riuscii  possa  'li  qualche  importa n ut 
per  la  storia  di  quo'  tfitipi ,  e  specialmente  di  quelli  i 1 1 1 : ^- ■  1  o 
cui  sppariencv.ino  i  c;inliiiiili  nu'ilev  mi,  ile'  1 1  nuli  lutti  ..i  ceni  le 
conto,  eli  evvi  pur  di  ciascheduno  il  ritmilo,  benché  assai 
brutto,  d'intaglio  in  legno.  l'armi  infanto  per  ciò  clic  dissi 
poco  fa  essere  conveniente  di' io  qui  ne  d'ascriva  i  nomi  di 
lutti.  Essi  sono  i  seguenti:  —  Camillo  Pallidi  nipote  del  so- 
praddetto papa;  Carlo  Medici,  ì.odovisi.  Giustiniani,  Cybo, 
Cecchini,  Caraffa,  Sfona,  Cìntio,  Odescolchì,  Borìicrini Fran- 
cesco e  i  due  Automi,  d'Harracli,  Sacchetti,  Spada,  Cornalo, 
Spinola  .  Gi  uni:": .  Monti,  r!c  lìielicl  icn ,  Tri  Virilio ,  Ih:rai/o. 
Franciotto,  Colonna,  Albornoiio,  Roccio,  Pallotta,  Biechi,  Car- 
pineo,  Brancaccio,  d'Este,  Montallo,  Mozarino,  Bragadino, 
Cesio,  Machiavelli,  Orsini,  Gabrielli,  Filamarino,  Vcrospio, 
Maculano,  Matlei,  Grimaldi,  Facchinetti,  Panciroli,  Tcodolo, 
Poli,  falconieri,  Cova,  licori ,  Altieri ,  Costagli»  ,  l'nndiiiinr , 
Do  !:;;■:>,  Roifetli,  Del. uro,  il'i''staii  q  ics.  Cui  mi,  I. arile.  Gipponi. 
Medici,  de  Sandoval,  e  [ionia.  Chi  scri«r  sembra  assai  bene 
instrutto  delle  più.  recondile  notizie  di  ciascheduno  di  essi 
porporati;  ed  io  creilo,  elio,  non  sic.  più  stato  fatto  intorno  ad 
altro  conclave  un  lavoro  simile  a  questo.  Ma  fu  egli  dato  in 
luce  il  presente  scrittoi1  Ciò  per  Ir  indagini  die  ne  ho  fatte  non 
potrei  né  affermare  uè  negare.  Pur  accaddeni  i  di  vedere  an- 
nunciato al  n°  3 1.3  del  catalogo  de  ìibri  di  madama  L.  K.  che 
furono  posti  in  vendita  in  Parigi  il  di  ao  maggio  i833,  annun- 
cia!» dissi  un  volume  in  i  8"  col  titolo  —  La  giunta  Staterà  de 
l'nrp-irall,  ec.  pubblicalo  io  ( .iurvra  l' anno  i  (3. io.  Me  n'  andai 
tosto  ad  esaminar  il  volume,  e  raffrontandone  alcuni  passi  col 
presente  codice,  conobbi  che  l'argomento  trattato  6  lo  stesso, 


186  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ma  cbe  l'autore  (di  cui  qui  pur  tacesi  il  nome)  è  diverso  da 

quello  di  questo  scritto. 

10039. 

371.  Accuse  contro  i  frati  minori  osservanti. 

Cartaceo,  in  tf,  carotieri  canili,  ili  pagine  18.  «colo  ira*,  di  buoni 

Lo  scritto  in  questo  codice  non  abbraccia  che  solo  18  pa- 
gine, poiché  tutto  il  resto  è  stampato,  c  contiene  cose  tutte 
che  si  riferiscouo  all'argomento  del  endice  stesso,  che  ha  il 
scuu  lo  titolo  :  /Jmr  nluiiùiii  ih  Hi  nuoti  moli,  che  si  fanno  nella 
Religione  de  Minori  Osservanti,  et  dell' orioinc,  pretesti,  et  effetti  di 
essi.  Nulla  io  diro  sulla  natura  ili  cosi  fatto  argomento,  forse 
allora  appareu temente  di  qualche  importanza,  ora  di  niuna 
al  tutto.  Ma  ciò  che  forma  il  pregio  di  questo  codice  è,  eh'  esso 
è  quel  medesimo,  iì  quale  fu  consegnato  nelle  formo  a  quella 
ftijtimissioue,  che  II  pana  aveva  irislituita  per  dar  giudizio 
intorno  alla  verità  di  que'  fatti ,  che  vi  si  allegano  sugl'intrighi, 
sulle  violenze,  e  sidl'avari/.i*  tir'  sopra  ih  letti  li-ali  minori  os- 
servanti. È  firmato  il  codice  da  fra  Bernardino  da  Moncalyo, 
cioè  da  quel  frate  slesso,  di  cui  furono  pubblicale  colla  stampa 
le  considerazioni  su!  terzo  e  quarto  decreto  pontificale  nel 
proposilo  de'  sopraddetti  frati.  —  La  sottoscrizione  eh' è  in 
fine  del  codice,  e  eh'  è  certamente  l'autografa,  è  questa  : 
So,  Fra  Bernardino  <hi  Mmtuik-i  Uiiwre  Ostentante. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  187 


10041. 

172.  Lettere  del  Nunzio  Visconti  ni  Cardinale 
Borromeo. 

CirUMO.  in  foglia,  «rallcri  carmi.  |C  pigine  3oo.  neralo  ivi',  di  buoni 

Questo  codice  tilt  può  v.rniun'iilc  dirsi  prraioso  cuntieiie, 
in  altrettanti:  lettoie  irnliritti;  da  miui  jì;,t:oil:  Visconti  nunzio 
e  legato  del  papa  Pio  IV*  nel  concilio  di  Trento  al  cardinale 
Borromeo  che  era  nipote  d'esso  papa,  la  storia  di  tutto  ciò, 
die  di  più  importante  accadde  nel  tempo,  che  fu  tenuta  il 
sopraddetto  concilio.  Su  coi  n'odi  e  lesesi  in  una  nota,  scritta 
però  d'altra  mano  in  sul  principio  del  codice,  sì  racchiudono 
in  esse  lettere  alcune  cose  segrete  si  e  particolari ,  che  se  fos- 
sero stale  note  a  l'aulu  S.iq>i  il  i.Hdu  i:  (mingo  della  repubblica 
di  Venezia,  e  che  scrisse  appunto  la  storia  di  quel  concilio,  si 
pensa  che  se  ne  sarebbe  giovato,  non  solo  per  arricchire  la 
sua  storia  di  qualche  fatto  non  conosciuto ,  ma  altresì  pur  ben 
chiarirsi  intorno  od  alcuni ,  che  Forse  vi  lasciò  o  poco  certi  od 
oscuri.  11  sopraddetto  Visconti  si  dà  a  conoscere  per  questo 
sue  lettere  uomo  di  molta  e  sana  dottrina;  ed  allorachè  fu 
chiuso  il  concilio,  il  pontefice  lo  nominò  cardinale.  Ed  in 
altra  nota,  pur  d'altra  mano,  che  probabilmente  sarà  stata 
quella  il'inm  i\,t  niwi  curili  di'll.i  JSiliJiolnra  <li:l  rn,  con 
dispiacere  queste  parole  :  A«  i/ibìn'H-ai  del  Ik  possedeva  i/m  dui. 
Wbtmidi  Buestelettere-.ma  allesso  non  a  è  pia  che  ano,  ciac  il  presente. 
L' altro  volume  fa  rubato  dal  signor  Aymant  delHAja,  aw  sei  portò 
seco.  Era  costai  ne'  tempi  scorsi  Prete  e  Carato  di  una  Parrocchia 
delDelftnatò,  ed  ora  fermò  la  saa  dimora  nella  città  ddTAju.  E  credo 


,88  MANOSCRITTI  ITALIANI 

che  avrebbe  mùnto  aiu-ke  f/ucs'o  se  messe-  petalo,  o  se  gli  fosse  vinato 
alle  mani.  La  quale  nota  medesima  fa  pur  vedere  in  quanta 
stima  lencvansi  i  due  volumi. 

10045. 

273.  Relaiìoni  di  diversi  Conclavi. 

Cartaceo,  io  i",  caratteri  conivi,  di  pagine  Soo,  «ccolo  iti*,  di  buona 

Comprendcsi  in  questo  grosso  volume  la  storia  di  otto  con- 
clavi, e  dopo  questa  sono  due  alili  scritti,  che,  come  vedremo, 
si  riferiscono  generalmente  e  particolarmente  ai  conclavi  me- 
desimi. Quelli  per  tanto  de'  quali  si  ila  la  -(uria  sono  i  seguenti: 
I"  Nella  sede  vacuile  di  Clemente  VII",  in  cui  fu  creato  papa 
Paolo  111°;  11"  nella  sede  vacante  di  Giulio  111°,  nel  quale  fu 
creato  papa  Marcello  li';  III*  nella  sede  vacante  di  Paolo  IV°, 
ove  fu  creato  rio  IV'  ;  IV  in  quella  di  Gregorio  XIII*.  ove  fu 
ereato  Siato  V;  V  nel  quale  fu  ereato  Gregorio  XIV,  e  la  storia 
n'è  diversa  da  quella,  che  leggesi  nel  codice  segualo  n"  275, 
al  iitialc  murilo  i  IrLtori  ;  VI"  nel  quale  Ili  ereato  papi  Sisto  V; 
c  la  storia  pure  di  questo  conclave  è  ben  differente  dall'altra 
riportata  qui  pocosopra  alti"  IV"  ed  è  anche  più  elegantemente 
scritta  di  quella;  VII"  è  il  conclave  ove  fu  eletto  Paolo  V'; 
Vili",  ed  ultimo  è  quello  in  cui  fu  creato  tirhano  Vili*.  In  fine 
di  questo  codìee,  scritto  da  tante  in 'ini  e  quante  sono  lo  storio 
de' conclavi,  che  vi  si  contengono,  è  una  lunga  Istruzione  Po- 
litica sopra  i  Concilia,  la  quale  panni  opera  di  uomo  assai  des- 
tro; 0  dopo  questa  istruzione  è  un  discorso  sai  Cnrilin'ili  i'u- 
palili,  elle  sì  conosce  essere  dell'  autore  medesimo  della 
sopraddetta  Istruzione  Politica ,  e  che  leggesi  tanto  volonticri, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEI,  RE.  iSg 
quanto  naturalmente  vi  ci  invita  la  novità  lidi' argomento; 
dico  novità  per  i.i  più  parte  de'  bisturi  ,  non  esclusi  pure  i  let- 
terati ed  i  dotti,  bendié.  puro  importar  debba  a  quelli  ed  a 
questi  d'mtralteneiiii  co'  loro  sludj  in  così  fatti  argomenti. 

10045". 

274.  Notizie  storiche  di  alcuni  Conclavi. 

forse  un  po'  più  in  succinto  di  quelle,  che  vediamo  ripetute 
in  altri  codici ,  <<  specialmente  nel  cmlicc  antecedente  n° i-jì, 
di  alcuni  conclavi.  Di  esse  iioiiiie  per  ò  i-uno  qui  molto  scritte 
in  ialino,  e  comincia  appunto  il  codice  da  una  orazione  la- 
tina composta  dal  celebre  Enea  Silvio  Piccoloraini  intorno  alla 
morte  ili  Eugenio  IV",  ed  intorno  alla  crcasione  ed  incoro- 
nazione di  Nicolò  \  °.  Omettendo  dunque  ili  far  parola  delle 
scritture  latine,  darò  gli  argomenti  d'elle  ilaliane,  ebo  qui  si 
trovano,  e  sono  i  «'{.-ncnii  :  ll:  Storielle  nolì/ie  del  conclave  dì 
Paolo  IH'  per  la  morte  di  Clemente  VII';  11°  del  conclave  di 
Marcello  II";  HI"  del  conclave  di  Paolo  IV';  IV*  di  quello  in 
cui  fu  eletto  Pio  1\°  ;  le  cui  notizie  sono  le  stesso ,  clic  leggiamo 
nel  sopiaddcllo  ci 'din.'  57,'i  idi'  arinolo  .1",  ma  qui  \'ba  di  pìi'i 
la  copia  di  una  lunga  lettera  (la  quale  non  ba  sottoscrizione 
alcuna)  indiritta  All'  llima.  Si<f.  Duchessa  itUrhina  intorno  ad 
esso  conclave  di  Pio  IV";  V'  dei  conciavo  di  Pio  V°;  e  con 
poche  diversità  sono  quelle  stesse  notizie,  clic  leggiamo  nel 
primo  de'  quattro  codici  segnati  col  n°  338;  giuntavi  qui  una 
inforwitiionc  ilcllr  ryij.i'ilri  rfi  Pilori  Pio  V'  et  delle  cose  che  itti  ip:elk 


ari»  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ptveedettrru  ;  VI"  del  rondini:  noi  ipiali:  In  crealo  papa  fircgo- 
rio  XII!"  l'anno  i5-q;  VIP  del  conclave  b  cui  Tu  eletto  il 
pontefice  SistoV,  prima  cardinale  Montai to,  l'anno  i565i  e 
questo  noli/.uì  puri-  johu  pressoché  le  medesime  che  leggonsi 
mi-I  primo  di:'  quallro  sopraddolli  rollici  scanali  cui  11°  338; 
Vlir  Somma  dv  Ctr:aluli  formuli  Ini  i  Cardinali  ilei  Concila?,  da 
augnarti  da  di  sarà  Papa,  fanno  i58aj  IX"  ed  ultimo,  Refoiione 
iti  Conciaie,  nel  .jua/e  per  la  morie  dei  Papa  hnmraù  X'jll  eletto 
l'.Mefitr  Aksstuuliti  Vll\  la  ip^alc  i.dn/.ii.ine  ha  qualche  cosa  di 
particolare,  poiché  in'  inaiai  ni,  osseinlo  ossa  scritta  incolonna, 
ìejfjrinisi  aitimi:  annotazioni  singolarissime,  li'  quali  sono  poslo 
di  culi  Ir  ij  alle  proposi/ioni  a.-scrilo  In  essa  minzione.  Ed  È  pur 
a  sapersi,  die  In  sul  princi |iiu  i;i  <|ui.,sU:  i  daiii/tie  Ir^uusi 
srlitlO,  però  d'alila  penna,  le  M'inculi  parole  :  Culi  le  pulitile  de' 

Signori  fuavMmi. 


.  Sloria  delle  elezioni  al  Ponlilicalo  di  Pio  V*, 
Gregorio  X1V°,  e  Leone  XP. 


Una  storia  di  tre  conclavi  é  il  contenuto  di  questo  codici;. 
La  [iriina  parte  concerno  il  cundaie,  nel  quale  fu  citato 
sommo  pontefice  il  papa  l'io  V";  la  seconda  quello,  in  cui 
rimasta  vacante  la  sede  del  papa  Urbano  VIP,  fu  eletto  pon- 
tefice Gregorio  XIV",  al  e  uno  scrino  piacevolissimo  a  leggersi j 
la  tento  parte  II  conclave,  nel  quale  vacando  la  sede  pontificia 
por  la  morte  di  Clemente  V1IP  fu  creato  papa  il  cardinale 
Alos-niudro  ile'  Medici,  licito  di  poi  Leone  XP,  e  questo  pure 
somlirauii  uno  scritto  ili  qualche  imperiamo. 


Digiiized  &y  Google 


DEL  I.  A  BIBLIOTECA  DEL  BE. 


10044". 

276.  Collezione  <!i  Memorie,  Relazioni,  Discorsi,  e  senili 
diversi  sopra  varii  argomenti. 


Contiene  questi)  endice,  che  ha  per  lilolu  generale  —  Cute 
italiane,  le  scrinare  seguenti,  in  più  prie,  «ponderili'  Alli- 
brami, di  non  poca  import-in!.!,  e  dulie  quali  mi  fo  a  porre 
sotto  degli  occhi  de'  lettori  p;ìi  argomenti.  I*  HffflsroJte  dei 
Conclave  fuilo  ilup-i  In  rial,:  il-.  !  Pupa  L:ri:tint>  l  IH",  nei  i/linfe  fi 
asiuiiio  al  Poatijiaitn  il  (.un/inule  Sfiiiilniln ,  eh,-  fu  eliinmaln  <1  re- 
gimo XJV";  diversa  da  quella,  che  lesesi  ne!!' antecedente 
codice  a"  i-jb.  È  questo  mollo  più  inititil.i  e  circostanziata  nel 
riferire  tulio  ciò  die  occorse  nel  sd|iraddi.||n  conclave;  e  basti 
il  dire,  che  questa  sola  relazione  occupa  pressoché  la  metà  del 
presente  ben  {■russo  volume.  11°  lluijiiim  ili'  l'relemlenti  a'  Ducali 
ili  Manluea  et  Meiiferrn'n  per  ein  ili  iiieeenie-h,  ■  Questo  scritto  di 
carattere  mollo  aoleriore  all'eia  del  presente  codice,  vi  l'u 
inserito,  come  pare,  a'  leinpi  nobili.  Ili1  Leiu-re.  il,l  siijimr  Dmu 
ili  Maniera  al  sii/imr  Dm  a  Ji  l'ent<  iiui-erii'it'in  ih  Milmie,  tleh  n <!<■.•  1 
■lille  jiurliiililii  riiirlr  /ivi  l'Aiebiis:  i-.i'iae  siili,  e  li  Ministri  ili  Sinnjti 
DV'  Cartelli,  Mia  disfido  del  Ite  di  Francia  coirimpcralore.  Inco- 
mincia così  :  ■  Noi  Francesco  per  la  Dio  gratis ,  Ite  di  Francia* 
»  Signor  di  Genova,  et  cantora.  A  \  oi  Carlo  per  hi  medesima 
»  e/alia  dello  Imperatore  ile'  Romani ,  lìe  della  .Spagna,  fac- 
«  ciamo  sapere  (anno  1  .«7.  avanti  la  l'asqua  ■■8.)  che.  •  oc.  Ad 
esso  Cartella  succede  la  riposta  dell'imperatore,  che  ha  la  data 
ilei  mese  di  ^iii^iio  dell' anno  i,Vi8,ed  imumìiieia  :  <  l'id  ii> 


Digilized  Dy  Google 


i9>  MANOSCRITTI  ITALIANI 

'  Cirio  lo  intendere  il  Voi  Francesco,  ■  ec.  ec.  V*  Relazione  del 
Conclave  fatto  dopo  la  morte  a"  Innocenzo  IX",  nel  anale  fu  osionto 
nel  Pontificai»  il  Qtnlinak  AIMnwilino  detto  Clemente  Ottano;  è 
la  slessa,  clic  luggi'si  all' snicol.-i  ■>"  del  pi  ni  in:  regnato  n"  3  la. 
VP  Altra  Relazione  del  Conciate  fatto  dopo  la  morte  di  Papa 
Leone  XI',  nel  anale  fa  adonto  al  Pontificato  il  cardinale  Camillo 
lion/liesc  detta  P««h  V";  ed  «  la  sli-S-sa,  clic  legnasi  all'articolo  f 
del  codice  n"  2 7. i.  Vii1  Altra  .'V-.'  C/tuhcc  /al!"  urlili  udì  1  ii.-iint-- 
ili  Gregorio  XV°,  nel  anale  fa  creato  Pontefice  il  carilumi-'  Mn/i'i-i 
Biirherini:  Fitirstttinti  ri-Ho  Urini/M  Otturo;  col)  piccoli'  diversità 
è  quella  medesima,  eh' c  all'articolo  1"  del  codice  segnalo 
11°  338.  Vili"  Altra  del  conclave  stesso,  ma  diversa  da  quelle. 
IX"  Apologie  et  altre  Memorie  di  Lorenzo  de'  Medici.  É  dapprima 
una  lettera  dedicatoria,  clie  non  lia  sottoscrizione  alcuna,  data 
di  Venezia  a'  5  febbraio  1 536,  indiritta  a  Frauccsco  di  Raf- 
faello de  Medici,  la  quale  Incomincia  cosl:.Dapoi  che  io  mi 
■■  pin  tii  'li  Firenze  io  non  ho  mai  scritto  a  persona,  pensando, 
■  l'unii'  in  simili  casi  suolo,  iiilcni-iiire,  rlus  a  certi  sia  parato 
.  bene  quello  clic  ho  fatto,  et  a  cert' altri  male:  però  giudicai 
-  clic,  ■  ce.  Dopo  ili  questa  lettura,  segue  l'apologia  di  Lorenzo 
ili:'  Medici,  la  quali;  prillili  pi  a  cusi  1  «  Su  in  liavi:i-si  a  ;;itistifìcaii.' 
«  In  mie  attioiii  appresso  di  coloro,  i  quali  non  sanno  che  cosa 
«  sia  Libertà  0  Tirannide,  io  m'ingegnerei  di  dimostrare,  ■  ec. 
'lutti  quegli  scrini,  ma  con  il  cime  liiHeienM,  si  t  rovinio  pure 
nel  codice  segnato  col  n"  3ai.  Nel  presento  però  la  copia 
n'i  molto  più  chiara,  nitida,  e  corretta.  X'  ed  ultimo, 
è  un  Trattato  sturbi--  Julia  Om'jwra  scritta  in  Piacenza  tanno 
1  fii  7.  Vue/easi ,  se  così  piaci' ,  l' arlicoSo  j'1  d.-l  codice  n"  3o4, 
dov'è  pure  distesamente  riportata  la  relazione  di  essa  con- 
giura. Eccetto  la  diversità  del  titolo,  ninna  differenza  io 
posso  notare  tra  questi  due  scritti  se  non  che  il  presente  ebbe 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5y3 
un  amanuense  più  diligente ,  e  più  inslrullo  (iella  nostra 

10045. 

277.  Lettere  intorno  alia  elezione  del  Pontelice 
Innocenzo  IX". 

II  titola  del  presente  codici;  è  :  Dhnorso  sul  Conclave  &  Inno- 
cenzo IX';  0  cavi  può  ili  quaìclio  modo,  «  non  111  rumo  u  1111:1.1- 
mente  intitolarsi.  Ma  più  prnpriamcnfc  deve  dirsi  una  colle- 
zione dì  lotterò  scrill!',  non  ribolla  da  chi,  ad  un  |>alii,-.M:a . 
di  cui  pure  tacesi  ii  nome,  intorno  a  lutto  ciò,  clic  di  più  im- 
prima lettera  è  indirilla  —  Al  signur  i'iariana,  nj  ylirc  1  j;j  1; 
c  cosi  tutte  le  susseguenti.  Per  l' esame  che  ne  ho  fatto,  non 
dubito  poter  affermare  che  se  lo  scrittore  non  è  de'  più  ele- 
fanti quando  alio  stilo,  tj  curlamfiil'j  uno  du'  più  accorti  po- 
litici del  suo  tempo,  e  bene  inslrutlo  di  lulli  quo'  giiì  riiriri , 
che  nella  circostanza  della  elezione  di  un  papa  sogliono  met- 
tersi in  opera, 

10045'. 
378.  Storia  dì  alcuni  Conclavi. 

Il  contenuto  di  cpiesto  codice,  che  ha  por  titolo  Relazioni 
di  Concimi,  è  come  segue  :  I"  .Stona  del  Conciane  nella  tedi  Beante 
di  Gregorio  XIV°,  dove  fa  creato  Papa  i!  Cardinale  Sunliqaattro, 


l9i  MANOSCRITTI  ITALIANI i  , 

dello  pai  Imùcemie  IX'.  Altre  rel.iioni,  o  notUiR  storiche di 

f  inii,  i  delia  [i -i.i  lìililiuleca,  ma  qucsla  e  al  tutto  differente 
da  quelle.  \<iu  è  detlo  chi  ne  aia  l' autore,  ma  protesta  clic 
(itilo  citi  eli' ci  scrive  intorno  a  quel  conclave,  tutto  ba  veduto 
folli  propri  turili .  e  stililo  mi  prepr/  finti,!.  Il"  Storia  del  Con- 
ciare deità  scile  tacitate  ili  Papa  Ianocemic  IX",  dote  fu  creato  Papa 
Clementi  Vili'.  É  copia  di  quella  che  leggesi  nel  codice  se- 

ih;i  r  un..  Ulì.i  1:1.11  gemile  ililisr,  ri7,i.  Ili    l'.ila/i'ir.c  ilei 

Gmtiiuc  delhi  sede  i-mante  ili  Chat-ute  Vili",  ditte  fu  creato  Papa 
it  cardinale  Alessandro  ih  Media,  licito  Leone  XI°;  è  la  relasione 
ini.ii,.-li:u .  fin'  Ii/i^miuii  .-ili"  .irlii'iiln  .'1"  ilei  codice  n°  3a8. 
IV' Altra  liei^tom-deUlomlateclillasidei-cwaritediPapaLcoaeXI", 
dw  fu  creato  Papa  ihunliiuiìc  Intnjlit si-  della  pia  Plinio  V°;  diversa 
da  (jui'lln,  ci ii'  ledili  mu  all'  111  tienili  7  1  ilei  codice  n"  '17 3,  si 
innif  jini  in  .ilhi  mrlici  Li  lìihli<o:i'ii.  \  ni  eli  imo,  ultra 
liiia:ii,nt  de!  Ciorir,  :-  della  itili:  c'intuii-  di  liipa  Paoli'  V",  i/un 
fu  creato  Papa  (ireijuriu  A  I  ",  detta  prima,  il  tianlinale  Lodomsio. 
Tutte  queste  storie  0  celmioni  comprese  nel  presente  codice 
sono  scrilte  con  estrema  accuratezu, 

lOOtìfi. 

379.  Notilia  del  Conclave,  nel  quale  fu  dello  Papa 
Clemente  VII?,  scritta  da  Lelio  Marrelti. 

Clutarcii,  ili   i",  ì':i rulli. li  fil^i.  ili  prilli.  .W.n    ■jT.ih,  iJi  lumai 

Ciò  ebe  contieni  nel  presente  codice  e  una  notiti»  storica, 
c  politica  del  conclave  per  la  morte  d'Innocenzo  IX",  nei 


Lliai.:.:-:!  Lv  Ci 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  io5 
((Male  fu  eletto  papa  Clemente  Vili*.  L'autore  di  questo  scritto 
è  Lelio  Marroni  tf-nti Intimo  .-.Ttiosc.  quello  stesso  che  scrisse 
i  Riconti  Politici  in  tre  volumi,  intorno  a  quali  ho  già  rolrat- 
lenuto  il  lettore  nel  codice  segnato  col  n"  5o,  dedicati  al  gran 

tlissi,  seco  miti  flit:  parvemi,  titillilo  indiziti  ile  .epijtHctli  Ili- 
cardi.  Sul  principio  del  codiw  leggesi  una  nota  ili  francese, 
perù  d'altra  ninno,  eoo  le  seguenti  partile  :  ('.mirimi-  di-  Clé- 
ment  Vili'  très-bie»  fall  ;  Amili  «i  Mmi.w.i:r  de  lltllame  par  h  Car- 
dinal .'Utolimntlin  soa  un-eii-  Il  nome  dell'  colore,  ciò  (■  il  Mar- 
redi,  sfa  nelle  penne  linei'  ili'll'  e  pera.  Per  quel  poco  esame . 
ch'io  potei  l'arile,  ben  faciljncnle  ni' avvitii  clic  ehi  lascio 
quella  noti  scrisse  iniislumenle,  poiché  e  per  l'ordine,  che 
vi  si  serba,  e  per  S'importai) a  de'  limi,  t  he  vi  si  raccontano, 
e  per  la  solidi  ti  delle  seiilctiw:,  mt:riliTi.'liliiv;iurhti  per  la  storia 
di/  tempi,  che  quesiti  «ritto  disse  e  un  osci  u  lo. 


■i8o,  Relazioni  storiche  de'  due  Conclavi  di  Lìrhano  VII', 
e  di  Gregorio  XIV". 

(.Urlai... .  in        ,ùi,a:ni  lorsivi.  ili  libili,'  i.ii.l..  »'iol.>  ivir',  eli  liilim.i 

11  contenuto  del  presente  codice  è  questo  :  1°  La  Storia  del 
Conclave  della  lede  vacante  di  Papa  Stati,  Quinta,  date  ja  cranio 
Papa  i!  ('.ti  .'ii';  itti  i'i-  (.'ttsftt'fJtti,  di  ila  fui  I  rimilo  .Vdtmu.  E  la  stessa 
storia  ,  che  lesesi  nel  -e^nci ite  endice  n"  -iHi .  Il"  F,  altra  adii™ 
del  Conclave  della  ii'-l':  nitvnle  di  l'apu  Urtimi»  l  'IP  duce  fu  trend) 
Papa  Gregorio  XiV°,  descritta  da  Lelio  Mai  retti.  È  quel  Mar  retti 
che  descrisse1  il  conclave,  ove  fu  eletto  papa  Clemente  Vili", 


j96  MANOSCRITTI  ITALIANI 

e  rhc  leggesi  nell'antecedente  codice  n°  279,0!  quale  rimetto 
i  lettori.  Della  valentia  di  (pesto  scrittore  so  n  i  pur  detto  nel 
codice  n°  5g ,  ed  altrove. 

10047. 

381.  Storia  de'  tre  Conclavi,  di  Sisto  V,  di  Urbano  VE", 
e  di  Gregorio  XIV°. 

Cartaceo,  in  l,\  caratteri  conivi,  di  pagine  a3o,  secolo  ivi",  di  buon! 
conservuione. 

Comprende  questo  codice  :  1°  La  Storia  del  Concimi  Min  Sfili: 
pacante  di  Papa  Gregorio  XIII",  nei  quale  fa  creato  Papa  Sisto  V. 
K  diversa  'Ir,  quella, die  lesesi  rdl' ari iroln /," .icl  l'oilir/ Menato 
n"  373. 11°  Conclave  delia  sede  vacante  di  Papa  Sisto  V',  nel  quale 
ja  creato  Papa  Urbano  VII'.  Ili*  Conciane  di  Papa  Gregorio  XIV, 
nel  ijniili'  si  niceonta  distintamente  et  ordinatamente  lune  le  tittioiii, 
che  in  esso  sono  occorse  ned' anno  i5o,o.  È  uno  scritto  diverso  da 
quello,  die  leggesi  ne'  due  eodici  sotto  i  n1  373  e  376;  ed 
occupa  la  più  parte  del  volume,  e  non  sono  senza  qualclie 
importanza  le  cose  clie  vi  si  narrano. 

100S7'. 

28-2.  Colleziono  di  scrini  di  varii  autori,  ed  argomenti 
diversi. 

Cartaceo,  in  4*. cimiteri  conivi , dì  pagine 800,  in  «il  principio  del  iccolo  ini*. 

lì  titolo  generale  con  cui  è  annunciato  questo  codice  è  : 
Conciate  di  Siste  Quinto;  ed  e  questo  veramente  il  primo  argo- 


L:-iii:l'"j  t, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  aB7 

infoio,  die  si  traila  ufi  pre*>r:t<-  rodilo,  fini'  1.1  stoiia  ni  (pie! 
to-iclnv.  il..-:  quale  in  l'ì.'ln.  papa ,  clic  aiutisi;  di  poi  il  nomi' 

figliuolo  d' mi  povero  contadino  del  castello  di  Montalto  nella 
Marca.  Ma  diverse  altre  scritture  nou  meno  importanti  con- 
tengousi  in  qin'-to  volumi;,  delb:  ipiali  do  qui  ili  burnì  grado 
tutti  ({li  argomenti  a  comune  utilità.  1°  La  storia  del  soprad- 
detto conclave,  la  quale  pero  è  diversa  da  quella,  clic  leggiamo 
nei  codice  segnato  col  n"  a  7  3.  II*  Ricordi  perla  Corte  ili  Roma, 
Scritti  ncll'  anno  i58o.  Non  v'  ha  nome  di  autore,  ed  è  cosa 
«Hallo  differente  da  laute  altre  rahr-itmi  sulla  curie  di  Roma,  che 
troviamo  in  varj  rollici  ili  ipirsla  Bibiiotoia  ;  e  dr. libo  anelir 
•  i;!t;iu libere,  eli'  essi  llìtordi,  come  a  mi'  pare,  min  demeritano 
d'esser  letti.  J1I°  Relazione  del  clarissimo  signor  Lorenzo  l'riali, 
riturntilii  iiiit'nistintara  da  /''rumini  fer  la  smiiissinui  repalibUru  dì 
Venezia  all'  iiii.iimiiii.i:  dritti  mizzi.  '.lei  (irttn  Urna.  1\"  Dinhi/v  tra  il 
re  Cattolico  et  il  finn  d'Alni,  disni'ta  da  Urinali!"  Gru; (rumini 
fWli'ljjii  (ir.-ia/l.ì:..  Tra  Mani  in  r*'i  I  )i,duL-o  -i:  jlil  ina:  ,■  mii.m  dal:: 
ad  esso  re  l' impadronirsi  delia  ci  Uà  di  Genova  ,  o  almeno  cos- 
truirvi e  stabilii  vi  ima  lolle  7.7,i.  Il  lti;r.o;;o  u'e  piacevole.  V°Di 
Don  femuile  Gohkijh  lastnitlionc  a  Voi  signor  Pietro  (il  postino 

datore  frù  Nitolù  Grimaldi  Ambasciatore  per  la  Religione  rlìcroso- 
limitana  presse  il  l'initi-fin  < ir,  am  ia  \lll°  intarmi  lilla  fortezza  di 
Malta,  Al  signor  Priore  di  Xnpol'  jnx  Simili  tdiiillit.  VII*  inazione 
del  sig.  Giocati  ni  UuitLui  Leaia  intona)  ali'  is-Jad:  Multa.  Fu  scritta 
l'anno  i  :ih->  dall'  autor.1  dei!"  I latriti, ,  rbe  lediamo  all'  arti- 
colo S°  del  codice  segnato  co!  n°  ì-ib.  VIII"  Discorso  del  sig. 
Antonio  Daria  sopra  le  cose  Tarckesche  per  eia  di  mare,  È  copia  del 
discorso,  ch'è  all'  articolo  fi''  dei  rodile  n"  IX°  Ducono 


i68  MANOSCRITTI  ITALIANI 

di  St:ip ioni:  Castro  i/li'  llhre.K  .■;  Uno.  signor  (liaanito  Htion- 
compmpni  (ìiwrak  ili  Snida  Cluesa  intorno  a  t'inalata  del  PrclKipe 
Mi.tlthi.as  in  i~i.an.dru.  K  lo  «tesso  smloro  ilu^li  Avirriiincnti  dilli  al 
rlu^i  di  Terranova,  i  quali  ni  leggono  all'  ailir.olo  h°  del  co- 
dice 11°  335.  X"  .Disi  orsii  intento  ni  titoli  c  milioni  di  pnwikit-u , 
fin'  possono  allegarsi  Iva  lii  l' rancia  e  la  Spagna,  ..crii lo  da 
lincei'?  Jacopo  .U'jviio.  lo  (.■lodo,  olio  udirli  non  cadi  rebbi' 
pur  in  animo  a  cinedi  ("■•il  l' idea  di  scrivere  on  dinrorso  con- 
simile. Xl°  Desininone  dd  Rnjnti  di  l'ortogaUo,  et  sua  bistorta, 
che  fu  scritta  iteU  inaio  Non  li  dello  rlii  ne  sia  stato  1*  au- 

tore. XU°  Disfei'la/iooc.  nella  quale  si  dà  ,1  tornisci1  re  la  par- 
ticolare c.oslrii/ioin;  dulie  navi  della  Spagna ,  e  con  quali  venti 
essi;  debbano  imi  ijiare  [lev  gin-ti'.  1  r  ~:d\i:  in  Inghilterra.  L'au- 
tore eli'  è  sotlosf.nl. lo  111  line  dulia  d  issiti  azione  è  Filippo  l'i- 
■rafetia.  XI il"  Dis,:or<u  siipra  ti-  poti  nti  .■.i.ji.uti ,  ohe  deliimno  spiniji-t  " 
il  Ita  Ciittnliiù  piii  tosto  oli'  imprtm  il li:t]htiti-rin .  elle  11  ifiteìlit  di 
i'iiim'tru  ;  duci-  si  iliiitustrtt  toh  ipiantu  futilità,  o  a-jii  inulti:  liilproli-i 
ao  si  putriti  rux «7 1; ire  Oliai  potenza  non  ria  allora  hi  Spagna! 
E  come  canpiarono  j>Ii  stali  col  cangiarsi  de'  tempi  !...  XIV"  ed 
ultimo,  Delerittiinti;  de  l'urti  ri.  i'nrti::e  ilei,  Iteijnu  d'  liii/hilli'ìru . 
fatta  dalsio.  Filippo  Piaafetta  l'anno  i588.  a'  5.  di  Loglio.  Anche 
questa  descrizione  sembrami  mollo  importante  per  la  storia 
de"  tran  pi. 

10048. 

iH.'t.  Ilisrorsi  sulla  elo/iono  al  l'ontiiiralo  di  Leone  XI°, 
e  Paolo  V°i  giuntivi  nitri  scritti. 
Cartaceo,  in  i".  riinilii.ii  .■■  nvivi  .  ni  firmino  .ice .  'cu  ilo  svil-,  Imi  ..1  narvali'. 

Si  contiene  in  questo  codice  un  lungo  diacono  fatto  l'anno 
)6o5  intorno  alla  elezione  di  dui;  pome (ic i ,  cioè  di  Leone  XI", 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  agn 
e  di  Paolo  V*,  L' autore  del  discorso,  il  quale  è  più  politico 
die  storico,  è  Francesco  Maria  Violando,  come  leggcsi  in  sul 
principio  del  diicorstj  medesimo.  Dopo  di  questo,  è  altro 
limati  ili. ìi ■mi-m)  sloiico  sii!  conclave,  efie  In  trinilo  alla  mori'' 
del  papa  Clemente  Vili*;  ed  in  ultimo  luogo,  scritto  perà 
d'altra  mano,  *  altro  discorso  (o  più  veramente  dialogo)  trn  uno 
Spegnitoio,  on  Franale,  ed  un  Veneziano  circa  li  rumori  delle 
guerre  passale  d  Italia,  e  le  rivotutioni  della  Francia.  Era  allora 
regnante  Lodovico  XIII*.  Onesto  dialogo,  che  per  altro  sem- 
brami molto  insulso,  manca  di  qualche  foglio  nel  fine. 

10048". 

ifi/l.  Lettere,  Relazioni,  Discorsi,  e  Scritti  diversi  sopra 
vani  argomenti. 

i  jrl^v--..  lj i       r.^rtincri  cr;-vi  ,  'li  i.ic^o  beo.  *:=o:o  \    ,  di 

Contengonsi  in  epiosto  coti  ite  jrli  scrini  tc^uerili  :  1"  Noli/.ic 
storiche  c  poiilir.hr-  ilei  conclave,  nel  quale,  l'n  eletto  Mimmo 
pontefice  il  cardinale  Maffeo  Barberino,  detto  di  poi  Urba- 
no Vili".  Il'  La  famosa  lettera  già  data  alle  stampe  nel  libro 
intitolato:  Systenta  tifi  in  k:u  m  eh:  .tu./.  Tridme  eh:  impeitsis  Khe- 
mriorum,  l6.H5,  in-4",  ili  Galilei)  (i  dilei  imlirilli  olia  scivtiis- 
sima  Madama  la  Gran  Duchessa  Madre  ;  la  qual  lettera  può  quasi 
riguardarsi  qui  come  autografai  tanta  èia  correzione  con  cui 
fu  trascritta.  Ili"  Cose  slrwirtliinu  'v ,  ila-  •ji«ì-:  il  He  di  Spagna  in 
/■■inwirnitirmi'  delia  Sede  ipo/tolir,!.  [  \  "  Si  fu  cMl.-yù  de'  Media  <iJ 
Apollo  per  sapere  la  cagione  dell'  imprecisa  morte  di  Madama  la 
Uipìitatiunc  di  Sp'ignu.  Piacevolisiiino  ;  leggersi  questo  ra nin- 
nameli to.  V'  Copia  di  quello,  the  hanno  scrilto  li  Udini.  Legali  al 


Soo  MANOSCRITTI  ITALIANI 

\unto/  Delfini,,  che  traili  co»  l'Imperatore  a  nome  loro  a  7  Aprile 
i56a.  VP  InstraUione  di  5.  M.  Cattolica  a  Don  Antonio  di  Toledo 
Priore  ili  LeOM  del  suo  Consiglio  di  Stalo  intorno  al  (Miotto  Generai», 
■lata  in  Toledo  a  1 1  74re  1 5tìo.  VII*  Quello  che  il  signor  Antonio 

il  divertire  'il  Concilio  Nazionale  di  Francia  a  10  -jbn  i56o. 
Vili*  Seri'W-a  data  dal  siano,-  Perez  al  Ile  Cattolico  per  gmitifi- 
.  ni  Nili!'  ilei  t'ami  i-ivra  l--p.ar.-dc:  I'i<aeaictil;lati  L-jatisa'  5  2  Giugno 
ififis.  W  Lellera  detti  Letjati  ilei  Concilia  al  Ile  Cattolica,  1  Mag- 
gio lafia.  X"  liagiomimi-nlo  fatto  al  He  Cattolico  citta  il  Prupo- 
ncntit/us  l.et/utis,  et  la  continuatomi'  ilei  Camilla:  del  signor  Lorenzo 
Perez,  a'  5.1  l.ltifxiu  I  XI'  Tr-aiaUoatc  ài  Ila  Seriltara  portata 

■/all'  ■[liliale  di  \latiutt  in  mane  del  He  Cristianissimo  a  Nostro  Si- 
■/taire  il  sminila  Pontefici;  perla  culi  l'Ica  gioite  d'un  tjemralc  Concilia. 
XII0  RispottadiN.  S.  il  sommo  Pontefice  air  Abbate  Manna  l56o. 
appratitati!/  la  della  c,aa-aca:uaie.  MIT  Scrittura  itala  ili  Concilia 
da.  alcuni  Vestaci  Spugnatili  et  l':,rtiigi:.est,  che  lanuto  dignità  nelle 
toro  Chiese  a'  33  Loglio  l56a.  XIV"  ed  ultimo;  Scrittura  di 
Sansach  atli  Ledati  del  Sacro  Concilio  di  Trento,  a  IO  ignito  info. 
Questo  ù  tutto  citi  t  ln.'  contieni  strillo  in  Mulinilo  nel  presente 
codice,  avendo  lasciato  di  notare  altre  memorie  e  scritture 
spagli uole  e  latini;,  non  I  lille  purói-oiim'iieiilì  le  stesse  materie. 

16048*. 

2c\'j.  Poesie  ili  morte  del  Poiilclìce  liiliano  Vili",  raccolte 
dal  padre  Monne. 

Cai-Iacea,  in  d°,  cai-altcì-i  cene,  i .  ili  \>s;im:  .ino  .  --cnlù  svir\  di  Ijoona 

Ili  due  parti  è  diviso  questo  codice.  Della  prima  il  titolo  è 


DiqjiizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  3<u 
il  seguente  :  1  singulti  della  Corte  di  Uomo  nella  morie  di  l'apri 
I, riunii,  Otlniri,  itno/ltl  dui  Putire  W.uvtir  llistwrityruf'ii  dell'  Emi- 
iicntissimo  francesi!.  ;  Di  dindi  ni  .iijjn.c  M/iriiiiiimiiu  ]lnii:iiiiii  Mu- 
sico e  Cavallerizzo  dell'  Emiuenlhsimo  Antonio.  In  Santa  AUri- 
aillu  per  i'e.rfrìti,  'l'ad-i.  ittiinpdlore  l'.-.inminli:  iti/ii.  Con  licenza 
./;■'. S'.'/i.  ite,",'.  Svtnlirii  pei  t:l|e  IVoilti-pi/io,  cll'essi  Siili/ulti '  sii'im 
pia  st.il i  r 3 ìi ti  in  luce,  iì  c.iic  almeno  -i  im«f  l'intenzione  'li 
pui.hlie.arli;  ciò  clic  panni  più  pcolifdiile.  (aununejue  sia,  poco 
importa  il  conoscere  questo  Lido,  poiché  in  verità  sodo  sin- 
filili  si  fastidiosi  ed  ulnari,  i'  tali  le  poesie  t-lif?  qui  si  legumi, 
die  l'autore  o  piuttosto  l'editore  loro ,  il  padre  Morone .  seni 
avvedersene,  non  poteva  scegliere  titolo  ad  Esse  più  conve- 
niente. La  seconda  parte  del  codice  ha  questo  frontispìzio  : 

smini.  Poesie,  oremom,  i  lo^i,  ra..  lutln  in  quella  seconda  parte 

dir/i.  l'iaceiui  stillanti)  risenta  t'e  l'ili;  1  il  i ■  di  una  illazione,  ili 
cui  Iacinto  V  alitine,  eli  è  Clune  -l'Elie  :  l' rimilo  Orti/io  Vbirin- 
ti«'i  l'unti  liti ,  burlimi ,  Spiritatili,  Tynuiao .  i-rlis  ci  Ortis  des- 
trw.tiìri  iuipiisiimo.  l'are  al  I ulto  ini [iruhnlille ,  elie  questo  seri  Ilo, 
si  come  puraltri  molti  clic  Involisi  nella  seconda  parte  del 
presente  codice,  sieno  stati  dati  alle  stampe. 


386.  Raccolta  di  Relation.!,  Lettere,  Discorsi,  Memoriali, 
ed  altri  scritti  di  vario  argomento. 

In  questo  codice,  che  ha  il  titolo  gCDerale  di  —  Manoscritti 
italiani,  si  comprendono  le  seguenti  cose  :  1°  Relaltonc  compita 


3.,!  MANOSCRITTI  ITALIA KI  ' 

della  morie  di  Urbano  Vili',  dello  prima  il  Cardinale  Maffeo  Bar- 
Urini,  eoa  i  suoi  funerali  ;  al  con  un  generale  racconto  di  tallo 
attrito,  eh' è  /lussalo  "•■Un  Siile  >:a>niite,  ma  li:  /'rifornitile,  salire, 
discorsi  ci  altre  scritture,  tanto  contro  il  defonto  Pontefice,  quanto 
tonfivi  («[(' i"  Cardinali  in  generale;  et  de/li  rumori,  dissezioni, 
morii,  prigionie  ;  et  di  tatti  li  negotiali  fatti  dal  Sacrv  Colici/ io  circa 
ijli  uff  ari  ilrlii  Sfili:  incaute.  Leggasi,  so  cosi  piare,  questa  irò- 
mrndisaìina  relazione,  dollft  quido  io  etc.de-  non  sarà  facile 
riiiri'iitrnrui-  ri  i pi  a  ni  In  ne.  Il  'Si  ori  a.  del  l'-'ne  tui:<:  [atta  per  marte- 
di  Urbano  Vili'  olirà  Maffeo  Barberino  Fiorentino,  nel  quale  fa 
Ottanta  al  Pontificalo  il  Cardinale  Ciò.  Batta  Panfilia,  detto  poi 
Innocentìo  Decimo;  ove  si  raci-attiiri  tutti  li  successi,  et  Imitali 
falli  in  quello  diffasameute ,  t anno  iGii.  È  la  stessa  storia,  che 
leggiamo  nel  codice  segnato  col  n"  5  98.  IH'  La  male  consigliata 
fii-/ti  di  Antonia.  Som  !  hm  in  vista  per  ijiniHlo  titolo  elio  il  dis- 
corso si  riferisca  alia  fuga  del  rrìebrn  Marcantonio,  ma,  hen- 
cliè  quasi  tutto  allegorico ,  vedesi  chiaro  eh'  ivi  sì  parla  della 
fuga  del  cardinali'  Antuiiio  Dm-IjoiÌ  r  i .  e  tonnina  cosi  :  Pirelli 
sema  seano,  privo  di  consiglio  abbandonasse  Antonio  l'Àtlio  Campo 
del  Romano  Ciwlilin,  di  Ani/itila  suo  Signore  la  vista  fuggendo,  non 
può  dirsene  altra  fondala  ragione  fuori  che  seauitasse  t'adultera 
Cleopatra  in  grembo  alle  sue  Melinite  Uwiezzi.  1V°  Lettera  scritta 
dal  ì\e  di  Frani  la  ai  (  '.■■ti'iaiitìi  Hail-i  i  iai. ,  ■.nieàiijh-iniaii  delle  sui 
disaioeiilure.  Incomincia  cosi  :  «  Io  vi  scrivo  con  il  parere  della 
■  Regina,  regnante  Madama  mia  Madre,  per  testificarvi  quanto 
«io  resti  maraviglialo,  ce.  Da!a  di  Parigi,  li  21  sbre.  i645>, 
ir  sottusmlla  Louis  de  Itourtion  :  h  quale  sot  lo  <c  ripone  però  è 
stata  fatta.  0  alterato  d'altra  mano.  Essa  leltera  è  immediata- 
mente seguita  dalla  risposta,  che  mandò  al  re  i!  sopraddetto 
cardinale  Barberino,  dala  di  Roma  a' 6  di  gennaio  1 G46. 
V  Lelteru  al  sacra  Calleijui  lusiiatu  dall'  limino,  signor  Cardinale 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3o3 
Barberino  nella  sim  piirtnirnsunuln  li  1  fi  Gennai»  i  fi.'iG;  alla  qual 
lettera  tien  dietro  la  risposta  latta  dal  sacro  collegio  de'  car- 
dinali al  soprai! dello  cardinale  Barberino ,  data  di  Roma  lì 
ii)  gennaio  i67i(>;  risposta  ebe  ri  fa  ehi  ara  mente  e  un  osci  Te 
(jiiii  Ir  e  ijiiaiila  ■■i?.  h  |H"iLn/.a  il' un  p;>pa ,  elmi  e  ;  ni  uri  pi-  tem- 
porali!, a  qui  tempi.  VI"  Mciwi<t!-;iìiui.  Jn  Delma  Anna  Cnlonna 

sireaku-i  cattiva  speilieiitc  eanlri'  lini  Tniblt:.-  (Bnilieriiio,  prefetto 
ili  Roma  ,  e  in  ari  lo  di  essa  Dm  ma  Anna)  per  ilijw.ile.  in.  Campi- 
doglio sifacei-u  il  congresso;  liuto  d\  Roma  li  i  □  febbraio  1 646  ;  al 
qual  Memoriale  succede,  la  risposta,  die  Ieri:™  alla  sopraddetto 
Donna  Anna  Barberina  i  collii; evalori  (lei  senalo  del  popolo 
Uni  nano,  eri  li  ii  li  da  La  del  li,!  in  pi  riunirò  a'  -/iì  l'ebbra  in  i  li  'ili. 
VII"  Il  Cappuccina  Confortatore,  alias  il  Cardinale  Ciijijiint.tin,  elie 
eiinfirlii.  li  liarben.ni.  \  111"  Memoriale  contro  i  Barberini,  itt- 
diriliato  al  papa.  Non  La  solloscn/.ioiie  alcuna.  IX"  Discorso 
politico  sopra  il  Imitato  lìdi"  accordo  dclli  signori  Barberini;  duce 
anco  si  disvela  la  causa,  per  In  onnh  Sun  Santità  s'è  mossa  ad 
aggradarli ;;  et  quello  che  dovranno  osserva  re  prima  della  loro  venuta 
in  Roma.  Questo  discorso,  di  cui  è  taciuto  il  nome  dell'  au- 
tore, ha  la  data  di  l'onta  del  mese  di  ottobre  dell'  anno  il>46. 
X°  ed  ultimo  ;  altro  discorso  sopra  la  remissione  de  Barberini  in- 
dirilto  alla  Santità  di  Nostro  Signore  Papa  InnocentioX".  E  questo 
discorso  non  ba  data  alcuna. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


(iolleiimie  ili  m  rilli  concernenti  la  più  parie 

l'Italia. 


Il  lilolu  generale  con  coi  a!  solito  è  pur  a 
presente  codice  e  questo  :  Manoscritti  italiani.  De  quali  manos- 
crilli  gli  argomenli  sono  «imi-  segue  :  1°  Instrutlione  a  Ministri 
del  Re  Cattolico  sopra  F  ekUione  delli  Pontefici  in  ogni  Conclave;  et 
in  particolare  nclti:  marte  di  Urbana  \  IH",  a  ciò  non  divenisse  t'apa 
ahi  un  adhercnlc  delti  iìarbcrtni.  i  iii  j.  Opinili  io  pano,  o  almeoo 
piova  sperare,  die  non  si  pongano  più  in  pratica  Ululi  vergo- 
gnosi giri  e  rigiri,  quanti  se  ne  leggono  in  essa  istruzione, 
per  eleggere  un  successore  a  san  Pietro.  11°  Discorsa  Politico 
supi'a  ir  iiflerattc  segnile  tra  il  signore  Cardinale  d' Estc,  et  l'Almi- 
rante  di  Citstiqlia  :  scriltnra  erniosa.  Veggasi  intorno  allo  stesso 
argomento  l'articolo  3' del  codice  segnato  n°  agi.  Ili* Loscra- 


Ì  Italia  contro  il  Turco,  et  liaison  di  rMi.  Qui  pure  taeesi  il 

Marfirio,  dove  si  tratta  tatti  il  successo  della  guerra  d'  Orbitelh. 
Hiii'sln  distorto,  i>  |>iti  viTiinif-Hif  duena,  i;  iedirittii  ila  N.  N 
di  Roma  li  i  di  agosto  ìtìdG,  al  conte  d'Ognalc  ambasciatore 
del  He  cattolico  presso  il  poiileliee  Innocenzo  X'.  VI" La  Con- 
arcgnziuiti:  dt  (juaUru  Spie  dc!U  ipinLUn  Oimne  :  dutr  ragifuuijliuit:. 
il  principio ,  e  molin  della  ijm-rru  di  (  Ubatilo  ;  mu  assedio  ;  e  partenza 


delti  Francesi:  e  si  dimmtra  chi  lutti  vìi  Oltramontani  sono 
capitalissimi  dell'  llnìin .  ittìjvti  ixt»  h'  mi/irmi  e  i/ti  cscmnj. 
specie  di  coni ihcc! i;t,  don.'  mhio  dicci  gì" interlocutori 
Pasquino,  lkbuino,  c  Martorio  clic  l'anno  la  Rotolala  rf, 
presentì  delia  subito.  Tanto  piacevole  a  leggersi  quanto 
no'  suoi  principj  sembrami  quello  scritto.  VII*  Manifc 
prìncipe  Tomasso  sopra  la  partonia  d'Orbilello.  Vili' 
fatte  contro  i  Francesi  a  favore  di  Don  Carlo  della  Gati 
l'assedio  d'Orbinolo;  avend,.-,i  pur  qui  raccolti  de'  som 


IX°  ed  ultimo,  è  un  lungo  discorso,  di  cui  Incesi  il  nome 
dei!' autore,  indirillo  al  cardinale  Grimaldi,  e  clic  ha  questo 
titolo  :  V  Italia  mai  governata.  È  preceduto  da  una  lettera  de- 
dicatoria, data  ili  lloma  il  dì  io  novembre  ìfi^fi.  Finisce  il 
discorso  con  le  scoienti  parole  :  <■  A  voi,  (ligìi  d'oro,  la  gran- 

.  ,1,„.  digli  ».im,  nmi  din»  IM  •»  „.„ 

,li,o  pmson,  a,  m  «*  t*  hmk  M.  mi- 

■■  clic  lendini  ali  Spagli  il  (ili.  >  IVrqucl  poco  .  eli  io  ne  lio  ietto, 
si  dimostra  ben  cbiarameute  in  questo  distorso,  clic  gli  Spa- 
gnoli non  suppuro  mai  cattivarsi  t;i  stima  e  l'affetto  degl' 
Italiani. 


100  A  8 
a88.  Scritti  diversi 


De' scritti  contenti  li  in  questo  codice  sono  gli  argomenti  elio 
seguono:  1°  Origine  ■1,-lli  ili>i<uni  tiv  il  Srn-uìssiiuo  di  Parma,  c 


lofi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Signori  Barberini,  per  i  ijnttii  sam\  «ali  i  pineali  moti  di  guerra; 
ciò  che  fu  l'anno  i638,  11°  Riiatiom  dell  orijbw  Mi  rumori, 
e  presa  dello  stato  di  Castro,  et  altri  litighi  della  naia  Farnese  esis- 
Miti  nello  stata  dt-lla  Ckirsu.  La  relaiione  non  ha  nome  di  autore. 
li  indiritt.i  ad  ni  In  pei-innai^io ,  che  ^ciiilirn  avergliela  conia n- 
rlula  ,  '■  fu  -el  idi,  ]'  iilllio  :  i  1  liei  [iimll'lciilo  ili  l'ibiiim  \  111". 
l'Aia  è  snellitala  (la  ti  ih;  \I:-ihIm;  lal.irii  del  <(ipr,idde  Ilo  papa  al 
duca  ili  Panna;  e  più  dalia  investitura  del  ducato  di  Castro 
l'atta  in  favore  delle  ianniilia  l'anicse  da  Paolo  111°,  e- questo 
.scritto  pure  è  latino.  Ili'  Risposta  IH  forma  di  lettera  al  libro  del 
serenissimo  Vaso,  di  l'arma;  «1  a  questa  risposta  succedono  altre 

pitali  fra  il  Papa  Urbana  Vili;  et  il  Daai  di  Parma  per  mterposi- 
tiow  M  Ite  di  Francia  ;  dal  Cardinal»  Denso  PknipoUntiario,  tat- 
toscritti  in  Ferrara  alli  il  Mano  i6ii,  et  dal  Cardinale  Biciti 
mine  Ph-aipalealuiiw  ili  S.  M  C.tiristititiissiinti  in  l'inezia  Rei  sud- 
detto giùrno.  X°  Sostanza  delle  Capitolazioni  dulia  pare  fatta  fra  il 
Papa  Urbano  Vili"  Prim-ipi  <~.<dliyait,  pn-  interpasitwu  del  Re 
di  Francia,  sotto&rittt  dal  tanlin/tit  Dongo  Plenipoicnliario  del 
Papa,  et  tlal. Cardinale  Bichi  Pleaipotentiario  del  Re,  et  altri  Pie- 
nipntantiarii  dcili  suddetti  Principi.  Legatisi  queste  capitolazioni, 

cosi ,  clic  la  lettura  di  esse  capitolasi  olii  sembrerà  oppresso 
una  favola  pi  n  Itosi  ocliè  una  storia.  VI"  Pnijrth  dell'  <npttnl,i~ 
(ioni  della  pace  tra  Urbano  Vili"  et  li  Principi  collegati  contro  la 
Chiesa;  cioè  contro  «i'  ìiKchmì  ■■  gli  a  Ilari  temporali  della  corte 
di  Roma,  VII"  ed  ultimo,  lei^i  una  Ltfivitiont  fnim  dati'  ICmi- 
nenùssimu  sitjnw  O.mìiiude  IMii  alla  npahliim  di  Venezia.  Allu- 
dasi in  questo  scritto  iilla  lin hìi/.Ììì  li, ili  dal  pupa  Urbano  Vili" 
al  ducato  di  Castro,  a  fine  tli  por  termine  a'  disgusti  e  alle 
discordie  fra'  principi. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3o7 


100fi8'. 

289.  Memorie,  Relazioni,  e  scritturo  diverse,  che  per  la 
più  parte  si  riferiscono  all'Italia. 

Gli  scritti  che  contengono  i;ei  priM'n  le  rudi  ce  Min o  qui.'sii  : 
1°  Relazione  dell' Italia  fatta  a  i3  7bFÈ  160A.  1'.  diversa  al  tutto 
ila  quella,  clic  Ic^'iaimi  all'  iirliiulo  i"del  codice  sugnato  n"  3l3, 
fi  diversa  pure  dall'altrii ,  chi:  ahliiami  all'  articoli!  \  ilei  endice 
n"  li  i  .">;  inìi  eccello  alcu:)!.'  piccole  (lilicrciL/i.! ,  e.  ']ui'lla  stessa, 
che  leggesi  all' artici  ilo  i."  del  i- ..ilici1  ri"  -io  7  ,  alla  quale  e  perei 
inferiore  la  presente  per  ciò  che  riguarda  la  correzione,  e  ad 
essa  quindi  ne  rimando  i  lettori.  Iln  Diana  in  rclatione  del  viaggio, 
d'i  Bi!«iiii(i,i.iv  Cmiiìt'n  inni  «(■).',  lid/iduv  l'Ai  ll  irn-inh  Ciiniri-n , 
da  lìuma  ih  Spagna;  Maialatavi  \  nntio  !\lrimidiiin:iii  a  quella  Carle 
da  Papa  Clemente  Vili',  l'anno  lÒyu.,  regnante  Philippo  Secondo. 
Importante  scrittura  anche  per  la  storia  della  Spagna  in  que' 
tempi .  Ili"  Hidaili.ar  tiri  di:t;us:>.,  l'.'icyiDss'iLìiiiv/™  il  Principe  Pre- 
fetto Don  Taddeo  Haihrrina,  il  /'  Aatliusciukac  Veneto  Cà  de  Pe- 
saro; per  li  quali  segai  il  saccesso  di  fargli  fermare  in  Roma  la  saa 
carrozza  nell'  incontrarsi  ™r  il  delti,  Prineijn:  In  verità,  che  a  ben 
pochi  può  importare  la  lettura  di  questa  relazione;  ma  consi- 
derandosene 1'  rn-«rjiu(;[iio  !■  In  singolarità  di''  latti  che  vi  si  nar- 
rano, io  credo  che  non  putrii  rimanersi  il  lettore  dal  maravi- 
gliarne, e  dedurne  insieme  alcune  conseguenze.  IV*  Rehùene 
de  snecessi  punk-viari  di  il'  ini  unirò  futili  dati'  Eccellentissimo  Signor 
Principe  Don  Tmldi-n  Barberina  alla  Maestà  di-Ila  lU-gina  d  Inghil- 
terra ia  Loreto;  partenza  d'indi,  c  dimora  folta  in  Ancona  ila  sua 
Maestà,  et  sao  inibarco  ili  qvtl Porto  per  Trieste  sopra  l'armata  Veneta 


.ioH  MANOSCRITTI  ITALIANI 

fanno  i63i.  La  relasionc,  di  cui  taccsi  il  nome  dell'autore,  è 
indirizzala  alla  moglie  del  sopraddetto  principe  Barberino,  e 
data  d"  Ancona  il  di  So  gennaio  i(i3 1 .  V*  Mattonila  la  ribdltmu 
H  iHtirte  del  IVaHi'iistr-tti,  Queste  hiltuoiÌl' ,  elie  pollano  la  sotto- 
scrizione ili  (Iiiin)  Kiiln  i/iu  |  Imi, il  mi  i,  sani  >  ini  li  riti  e  ad  allo  per- 
diri  Li  (irmi. ini,.  ,  ri  ir  .niiiIiiì  an.'i^lierie  coi  umidititi  la 
scrittura,  onde  avere  esalte  c  giuste  notizie  sul  tradimento  di 
quel  celebre  generale.  Por  le  protestazioni  e  dichiarazioni  fatte 

l635".  VI"  NtgotiatoiU  Franaxco  GottM3a  Marchese  di  CartiolioM 
Imhaxiatar*  dì  Ridolfo  W  Imperalo™  inforno  alle  differenze  fra 
Paolo  V  somma  Pontefice,  et  i  Vtnetiani.  \  li"  ed  ultimo ,  è  un  dis- 
corso nel  quale  si  dimostra  rhe  il  Re  ili  Spagna,  e  quello  di 
i'miu  ìu  (/eMi/mi  mutare  il  l'api:  uial.ru  i  Iiiip;w!!!, 


290.  Scfiltt  eoocenienii  i;li  Stati  di  Roma,  Modena, 
0  Ferrara. 

Cariaceli,  in  1".  Gu.iil.'ii  ,nt.i>i.  ili        iì..i>,  m  vi  lo  imi  :  di  Imi, ita  «mserniioiw 

fini  reo  de  questo  codice,  il  quale  non  porta  in  fronte  chi 
il  titolo  di,  Ma;t'M-r\iii  111d10.11:,  \i:  stoniti  cose:!*  Relation. 


presente  con  l'occasione  de'  Unni  hi ,  titilli  Dataria,  ri  nitri  tiiyxii. 
Diversa  ù  ai  tutto  ia  presenti-  rela/.ione  ila  quelle,  clic  in  molli 
altri  codici  ili  questa  ili  Mini  etra,  liiicuiiti'iaiuo  sulla  corte  e 
città  di  Roma.  \on  è  qui  dichiarato  il  nome  dell'  autore ,  il 
quale  perà  seni  limili  assai  bene  itistnillo  ilrli  argon  lento,  rlie 
tratta.  In  qual  setolo  sta  siala  st'ritla  questa  relazione  può 
desumersi  dalle  ultime  linee,  Delle  quali  leggasi  cosi  :  ■  Lo 
.stato  Ecclesiastico  in  Italia  sta  diviso  in  undici  Provincie... . 
»  olire  liriicveulii  1 1 r ■  l  rubini  r!i  \ajmlj .  et  .\\  igiioiie  nel  regno 
«<fi  Francia..  Il"  Mmifestu  Jctf  Emlwntissma  cardinale  Spada, 
•inumili  binili  dulia  ma  Jaalinhi  ih  l'Iciiipntcìitiiinn  da  trattare  con  li 
Princìpi  ioìììijalì  iii-Uc  'it/crii.  th  Liliana  Vili".  Ili'  Iiifutiiiiitìuuì  n 
Sila  Santità  soprn  li-  preleiìtumi ,  clic  il  Unni  ili  Modena  ha  con  in 
traimi  Ajtasltiltiit.  !V  /ii\;."  ■■''■<  ulte  si  i illuni  pallili,  ni, i r  il S-r,  i.'i..- 
simo  Daca  ili  .1/m'cim  s;pia  ic  preti  ultimi  net  Vacata  di  Ferrara, 
et  altri  feudi  Ecclesiastici,  I  beni  allodiali  nel  princìpio  dell'anno 
1643.  V"  ed  ultimo,  Instrattione  data  all' Emiitentisstmo  Sìanor 
OiltUtiale  dilu  iti  l.iipili,  it  Luti-re,  tumulala  dulia  Santità  di  lY.  5. 
Urbano  Vili'  al  timiiiresH'  ili  t':'liwtia  un  tratture  la  piar  niiitcrsale 
nel  Christianesìmo.  Ne  abbiamo  altra  copia  nel  codice  segnato 
il"  3 1 1,  il  quale  nuli'  altro  contiene,  eh'  essa  distruzione. 


.  Informazioni,  Manifesti,  Racconti,  Trattati, 
ed  altri  scritti  concernenti  l'Italia. 


Dcl-Ii  scritti  che  si  contendono  iti  questo  endici;  i  ti  Itili  seni, 


3  io  MANOSCRITTI  ITALIANI 

i  seguenti  :  ]'  Rehitione  delia  Città  di  Roani  con  ampia  dichiaralione 
di  latta  ìa  nobiltà  et  origine  di  onetfa,  ec.  ce.  Ne  abbiamo  altra 
copia  cri  autlii-  più  curri'lla  nel  roditi'  anletcdiTite  11°  ■Jflo. 
H"  Reiatione  delio  siato,  et  forza  di  tutti  U  Preticipi  d'Italia.  Questa 

liei  secolo  sui",  diversa  d'altre  relazioni  die  Millo  «lesso  ar- 
gomento ahliiamo  in  altri  codici  di  lla  Biblioteca,  e  sembrami 
non  poto  importante  per  le  notizie  die  vi  si  danno,  ben  utili 
pel  confronti  clic  può  iiistituirsene  ru  nostri  tempi.  111°  Sto- 
ria  <ti:ì  Conciaie  fatto  da  .Mostro  irjnore  (.Viano  Vili'  per  in  sua 
rlrtlioiiftìi  P'-iitifiiUn.  V.  la  -tessa  storia,  ci»:  !i.'j>;;iaijio  nel  ro- 
dine segnato  n"  61 1 ,  ossia  ucl  volume  II"  delta  ramosa  Raccolta 
Brtennc,  (Iella  quale  faremo  meniiotie  a  suo  luogo.  Se  non 
che  qui  il  titolo  è  un  po'  bizzarra  me  11  le  scrino,  poiebe  sembra 
in  vista  clie  libano  \  IH'  siasi  fallo  papa  ila  per  lui,  vale  a 
dire  co' suoi  maneggi;  do-  ebe  peraltro,  leggendo  la  storia  di 
esso  conciavo,  non  avreliiiesi  molla  diliicoltà  a  poter  credere. 
IV*  Racconto  delt  abjuraiioiu,  et  morte  del  signor  Giacinto  Centina 
ni/mie  del  cardinali  d'Ascoli,  et  altri,  che  colevano  dare  morte  a 
,Vo!loi  S"i»orr  l'unii  I; riunii}  I  ///■.  f.ió  accadde  l'anno  i634;  ed  il 
/iacinto  è  seguitato  da  ima  Lettera  scritta  in  Roma  dalle  carceri  di 
Corte  Sorelli  il  ì3  niwjno  l(i3i  dal  detto  sianor  Giacinto  Contino 
ai  signor  Card-naie  d Ascoi,  sao  zio  nei  panto  che  andava  al  snppìicio; 
e  piò,  d'altra  lettera  d'esso  Contino  a  sua  moglie  la  sig*  Au- 
reli,! di  Bla»  in  quel  momento  medesimo  ch'era  condotto  al 
suppiicio;  le  quali  Ire  seri  Hi  ire  meri  la  110  il'  esser  lette,  V"  Ori- 
gine de'  presenti  rumori  tra  il  Duca  di  l'amia  et  i  Btiterìm.  Con 
piccole  diversità  è  la  stesso  strili  ma ,  clic  lediamo  all'artì- 
colo 1°  del  codice  segnato  o"  a  SS, alla  quale  indirizzo  i  lettori. 
VI"  Manifesto  della  repuhlilica  di  Venezia  dell'anno  iG34,  encie  n 
nome  dei  Gran  Duca  di  Toscana,  e  del  Daca  di  Modena,  intorno  alla 


Digiuzed  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3n 
ingiusta  usurpatane  che  fu  fatta  ai  Duca  di  l'arma  de  suoi  stati  di 
Castro  e  di  Muutalto.  Al  quale  Manifesto  succede  una  risposta 
alla  repubblica  di  Venezia,  scritta  in  nome  della  Corte  Apostolica. 
VII"  Infirmatione,  ci*  il  signor  Duca  di  Modena  esibisce  alla  San- 
tità di  „Y"  .Srijni'ff  s:/;.Mi  li  :\i:jii,ni ,  ile  lu  imi  Cam  ime  ani  In  Ca- 
mera Apostatica,  l'alimi  i(ì.\'S;  L  e  ^  n  j  li  !  «  -  informazione  è  la 
Risposta  alia  scrittura  pubblitutti  per  il  Serenissimo  di  Modena  sopra 
le  pretentioni  nei  Ducato  di  Ferrara  et  altn  Feudi  Ecclesiastici,  et 
beni  allodiali  nel  piitnii'iii  di  II  -1111111  1  ti.)'.-  ;  1»  ([iiaii  din.'  -n'illun' 
leggonsi  anebe  agli  articoli  3°  e  4°  ilei  codice  segnato  II*  ano. 
Vili"  Dialoga  tra  A.  e  Giiriiiibain  .j/(.-ii™.c).  Pia  rji'vol  issimi) 
legarsi  [jiirsld  dialogo,  cei-lanuTitc  inedito,  intorno  alle 
cose  più  recondite  di  Roma  in:]  ,'ii  colo  .vvn",  sì  quanto  all' in- 
tcriore che  quanto  all'  esteriore  sua  amministrazione.  IX°  Traf- 
ilili) per  I'  aiJtjUKt:ii:itt'iln  Ini  l'I'.n  ria",  {'.tintinnir  5ptlit-t  cult  itti  nitri 
Deputati  della  Lena.  \:l  nd  nllinin;  lunghissima  ludni-.-i  sr.riiia 
di  Madrid  il  di  18  genoaio  ifi43,  indim.iala  ad  in  pur^u 
naggio.di  cui  tacesi  il  nome,  e  senza  sottoscrizione  alcuna, 
intorno  alla-  Espulsione,  die  di  repente  s'è  indulti  india  iurte  CaUu- 
Uat  (io  quell'anno)  del  mnie  Data,  da  tolti  gli  affari  e  pubblici 
negozii. 

10048". 

ani."  Capitoli,  Lettere,  Discorsi ,  Relazioni,  t-A  altri  scritti 
sopra  varii  argomenti. 

Carlaceo.  in  a",  carnieri  corsivi .  di  pagine  ino,  secolo  ini*,  di  buoni 

Contengonsi  nel  preseote  codice  :  1°  Capitali  della  pace  eoa- 
dosa  trà  la  Mursia  tiri  Re  Cii.lit.ti.rn,  il  l'n-i-ii-.'.ic  Unite  de'  Paesi- 
Bassi,  1  Capilolì.sono  78,  ed  il  trattato  fu  coucliiuso  e  firmato 


3n  MANOSCRITTI  ITALIANI 

dai  rispettivi  Pi  eri  unitemi  a  vii  in  \luiistcr  li  3o  gennaio  dell' 
anno  tGAS.  il"  Lettera,  per  relatione  a  Sua  Maestà  Cattolica  sopra 
tatti  li  trattati  tegmd  daraitte  f  indispostone  di  Nostro  Signori 
Para  Urbano  Vili'  nell'anno  i637;  e  poco  dopo,  ma  prima  di 
cominciare  In  lettera,  con  bel  carattere  tondo  leggesi  scritto 
cosi  :  Aliai  mancamenti  de'  Ministri  Spugniteli.  111°  Dùcono  il 
l'Alminmle  nella  visita  del  Snt™  Colfaj,,,  dorrà  visitare  il  Cardinali 
d'Ette,  e  li  Cardinali  Grimaldi  e  Valori,  e  firmare  la  carrozza 
iwtttomfoli.  IV0  Censura  sopra  il  discorso  chi  incomincia,  se  VAI- 
mirante  nella  risita  al  Vi»  Odltifm  dorrà,  c:c.  ce.  conio  c|ui  poco 
sopra.  V"  Rispetta  di!  siyam-  Vitnt  inali  l.j  vi  ai  alili  ni  discorso,  che 
s'intitola,  Se  rAlmiranU  dovrà,  ec. ,  come  sopra.  VI'  Replica 
dell'  Almirenle  alla  risposta  fatta  per  la  parte  del  Cardinale  d'Ette, 
che  incomincia:  Il  Sajo  sdrucito  non  si  racconcia;  si  ricuce  e  resta 
tana.  VII"  Discorso  sopra  latte  k  differenze  sciite  tra  li  signori 
Cardinali  d1  liste,  e,  Atmìrante.  di  Castali,,,  col  totale  aijifmshimento. 
11  quale  discorso  A  indiritto  ad  un  alto  personaggio ,  di  cui,  si 
come  pur  dell'autore,  laccai  il  nome,  ed  ha  la  data  di  Roma 
de'  13  maggio  iG4G.  Vili"  ed  ultimo,  Helatione  di  Marino  de 
Cavalli,  tornato  Ambasciatore  per  la  repubblica  di  Venezia  da  Carlo 
Quinto  Itnpi-ratiitv.  L  uìki  irla/ io  ne ,  ehi1  |)anui  veramente  ben 
degna  d'esser  letta;  e  cerio  assai  piò  die  i  sopraddetti  discorsi 
intorno  alle  visite  dell' Alni irante. 


no3.  Storia  del  Conclave,  nel  quale  fu  eletto  Papa 
Innocenzo  X",  scritta  dal  Cardinale  Rapaccioli. 


Conliensi  iu  questo  codice  la  storia,  o  llelti.-hiae  del  Cunrluve 


DELLA  BIBLIOTECA.  DEL  RE.  3i3 
per  la  Sede  vacante  di  Papa  Urbano  Vili',  nel  quale  fa  oijonlo  al 
Pontificalo  Innocantio  Decimo  ;  scritta  dal  signore  Cardinale  Rapac- 
cioli.  Questa  relazione  dà  notizia  di  lutto  quello,  che  accadde 
nel  sopraddetto  conclave,  ed  è  iudiritta  dal  cardinale,  quasi 
in  forma  di  lettera,  ad  un  suo  amico,  che  avergliene  fatta 
l'instanza.  .Non  domanda  poco-  (cosi  incomincia)  «chi  mi 

■  chiede,  come  fate  voi,  le  notizie  delle  cose  non  toccate,  o 
«  male  spiegate  da  chi  ha  fin  qui  preteso  pubblicare  al  mondo 

■  gli  alfari  dell' ultimo  Conclave...  I  successi,  come  assai  re- 
«eonditi,  et  in  nolitia  di  pochissimi  Cardinali ,  che  non  li 
«vogliono  scrivere  [et  hanno  ragione)  si  nonno  assai  mala- 
»  gcvolmuDlr  risapiiri;  da  tfsi  ;  nu  -.oiua  i  lucili .  ch'io  sono  ilo 

■  mendicando  da  lai  uno  potrei  rivelarvi  di  quelle  cose,  che 

■  ora  androwi  dicendo,  »  ec.  La  Relazione  è  divisa  in  tre  parti; 
ma  la  terza  non  6  composta  che  delle  seguenti  parole  le  quali 
mi  fb  fl  trascrivere:  «V'ha  bene  una  terza  et  ultima  parte, 

■  che  ho  raccomandala  a'  rispostigli  più  segreti  nel  mio  scrigno, 

■  e  contiene  molle  coso  curiose,  e  detti  e  fatti  singolari  di 
«cìascliedun  Cardinale;  ma  non  ve  ne  venga  voglia  divederla, 
«perchè  non  la  voglio  veder  chiusa  in  altro  scrigno  che  nel 
«  mio ,  di  cui  à  pena  non  so  fidare  le  chiavi  a  me  slesso,  in  un 

■  tempo  che  la  curiosità  di  qualche  liberale  va  aguzzando  il 

■  suo  appetito  per  conoscere  alcuni  accidenti  di  quel  Conclave, 

■  i  quali  sono  degni  d'essere  taciuti  per  molti  rispetti.  ■  —  La 
celebrità  di  quel  conclave,  e  le  qualità  dello  scrittore  rendono 
di  qualche  importanza  il  presente  codice.  . 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10040  ». 

294.  Relazioni  storiche  del  Conclave,  ch'elesse 
Innocenio  X". 

Le  relazioni  contenute  in  questo  codice  seno  le  seguenti: 
I'  \o((-,a  del  Conciane  dell' anno  ifì44-  /«(io  per  (a  morie  de  Ila  felice 
memoria  d' Urinate  Papa  Vili',  dove  fa  creato  Papa  Iiuiocmcio  X', 
dello  prima  il  Cardinale  Panfilio.  K  lo  slesso  scritte,  elle  leggiamo 
nel  codice  segnata  n°aoS.  11°  Altra  notizia  del  medesimo  con- 
clave, rat  questa  11' è  diversa  da  tulle  I'  nitri',  chi!  rinculi  Iris  mi  > 
iu  varii  codici  delta  regia  Biblioteca.  111°  Altra  notizia  dello 
stesso  conclave,  e  questa  pure  diversa  da  lulle  l'altre,  ma  è 
scritta  in  lingua  spoglinola,  ed  è  forse  quello,  elio  l'ambas- 
ciatore- del  re  cattolico  in  Roma  mandò  al  suo  principe  in 
quella  circostanza.  IV"  ed  ultimo.  Altra  notizia  dei  conclave 
medesimo,  scritta  dal  cardinale  Rapacciuli,  ed  è  la  stessa,  clm 
leggesi  nel  codice  antecedente  n"  ap,3. 

1Ó0ÙQ--'. 

ay&.  Relazioni  di  argomento  diverso. 

Cu  t"v>.  in  i'  biande,  i-at-at'.cii  corii-.i.  di  pj^'uic  iuw.  :>oloIu  wii'  l-.  ii 

Si  comprendono  in  questo  codice  lo  relazioni  seguenti  : 
]"  licititi"»!;  della  Ourle  di  II. min  l,iii./i  dal  >  ì-.irìsswo  Ambasciatore 
Giustiniano  appressa  litiit.it iitm  l'upa  A"".,  C anno  iG53,  É  la  stessa, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3iS 

<:hn  li'gjtcsi  alt'  nel  [col  t>  i  "tiri  -rrr.mdo  do'  (pi  a  Uro  codici  segnali 
col  n"  338,  dove  però  è  pili  corretta  meni  tu  scritta.  11°  Reta  liane 
moderna  dello  stalo  ci  essere  in  che  si  Imiti  al  presente  la  Città  di 
Ruma ,  fatta  dal  durissimo  Cout-itiiii  Ambiai  interi-  Venato  nppiv'fe 
In  Santità  :li  -\ .  hiria-milin  A".  !irlaiifi>i«  im|>ot'latitL^ini.n 
pe'  grandi  lumi,  ch'essa  ci  può  somministrare  per  la  storia  di 
quel  tempo.  Ili"  Relatione  dello  Slato  di  Milano  del  i5po.,  e 
conte  pervenuto  ne'  Duchi  d'Orleans.  È  indirizzala  ad  un  principe, 
di  cui  tacesi  il  nome,  sì  come  par  dell'autore,  il  quale,  per 
ciò  elle  sembrami  poi  hri-ve  studio  dir  polpi  farne,  era  uomo 
di  Stato,  o  molto  avveduto  ed  insieme  prudente.  IV'  Argomento 
delia  Eredità  pimentila  Alla  Jamiulia  delti  Diwhi  d'Orleans,  lolla 
dalle  istorie  con  brevissima  mirratoli  ir.  Colimi)  r:  la  Slesia  malf-na. 
di  cui  tratta  ia  relazione  antecedente.  V*  Relatione  di  Messere 
Antonio  Soriano  Dottore  e  Cavaliere,  Oratore  a  Roma  per  la  Signo- 
ria di  Venezia  l'anno  i5as.  È  <li  non  poco  prejpo  questa  rela- 
zione, la  quale  si  estende  pure  intorno  alle  città  e  principali 
slati  della  sede  pontili™  a  quel  tempo.  VP  llelatiane.de!  Magni- 
fico Messir  Daniele  Barbaro  da  poi  la  legatione  d' Inghilterra ,  fatta 
nel  Senato  di  Penetra  nd  mese  di  Maggio  l'anno  1 5 5 1  ;  la  quale 
rdiu.ioiLC  ri  ninni  a  ijii'i  ìa  pulii  ic:*  cor:  cui  in  qui'l  tempo  s-o- 
vernavasi  l' Inghilterra  ,  elle  lo  stato  suo  commerciale  ed  am- 
ministrativo. VII*  ed  ultimo.  Rclatione  in/orno  allo  cose  del  Turco, 
fatta  nell'anno  ib-ji;  lunghissima  tanto  quanto  sensatissima 
relazione,  della  quale  è  taciuto  il  nome  dell'  autore,  ed  o  di- 
versa da  tutte  1 «lire  relazioni,  che  sulle  cose  Turehesclic 
abbiamo  in  moiti  codici  di  questa  Biblioteca.    ;    -    ,  ; 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


.  Memorie  storiche  degli  Stali  di  Milano,  di  Venezia, 
e  di  alcuni  Conclavi. 


Conteugonsi  in  questo  codice  le  scritture  che  seguono  : 
1°  Rctatione  di  Milano,  e  di  tatto  il  suo  Jiaru ,  c  de  Principi  confi- 
nanti. È  la  etessa  relazione,  della  quale  è  qui  taciuto  il  nome 
dell'autore,  e  che  leggiamo  adi'  articolo  5°  del  codice  segnato 
col  n°  3og,  dove  abbiamo  a  vedere  esserne  autore  Giovanni 
Battista  Leoni,  U'Rrlalìonc  della  Repubblica  di  Vinesia  t  di  nulo 
il  tao  Domìnw,  fotta  di:  Dna  Alfonsa  della  Cueua  Marchese  di 
Bedamar,  hora  Cardinale  di  Salita  Chiesa.  V.  la  medesima  rela- 
zione, che  si  legge  all'articolo  4'del  codice  segnato  col  n°  3i5, 
e  all'articolo  15  del  codice  segnato  n°  3 16;  se  non  che  questa 
copia  ò  moìtu  |:iu  dili  peulemenlei  ^.-.ruut  ili  ([lidie.  V.  qui  non 
so  rimanermi  dal  dichiarare,  che  inai  più  accadde-mi  presso 
scrittore  alcuno,  che  abbia  trattato  questo  argomento  della 
storia  di  Venezia,  di  lecere  cose  si  insolenti  e  turpi  ed  infami, 
quanto  no  detto  questo  sig.  cardinale  di  Santa  Chiosa  contro 
i  Vicentini;  di  modo  clic  io  penso  che  siavi  stato  spinto  da 
qualche  privata  sua  vendetta,  o  particolare  segreto  motivo. 
Forse  qualche  Vieni  il  ini)  studioso,  "I  amatore  delia  pai  ria  Mia, 
ponendosi  all'esame  di  questa  relazione,  saprii  spiegarne  il 
perchè.  HI*  Memorie  sai  Conclave,  nei  tinaie  fa  dello  Papa  il 
Cardinale  Maffeo  Barberino  Fiorentino,  detto  dì  poi  Urbano  Vili". 
Sono  le  stesse  memorie,  che  si  leggono  all'articolo  io"  del 
primo  de' quattro  codici  segnati  col  n*  338.  IV*  ed  ultimo. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3i7 
Sion'n  del  Conciate,  nel  anale  fu  assalilo  al  Pontificato  Innocenzo  X°, 
con  tatti  gli  Trattati,  et  Ncgotiati  ugniti,  Naturalezza  de'  Capi 
di  Fatlione,  Nome,  Cognome,  Età  de'  Cardinali,  et  altre  partico- 
larità. Diversa  al  lutto  è  questa  storia  da  quelle,  che  intorno 
al  conclave  medesimo  sono  in  altri  codici  di  questa  Biblioteca. 

10049'. 

a  9  7.  Scritture  concernenti  le  Corti  di  Roma,  di  Francia, 
d'Inghilterra,  e  di  Spagna. 

Cai-liceo,  in      annerì  corsivi,  di  pagine  ioo,  «colo  ini",  ili  Liiom 
consonatone. 

Comprende  questo  codice  le  cose  seguenti  :  i*  Scrittura  las- 
ciata dal  Residente  d 'Inghilterra,  repilogando  i  negotiati  Inaiati 
cor  fa  Santità  d' innocenti»  A",  in  tutto  il  tempo  della  sua  Carica 
"Aia  Carli-  ili  H-.,nri.  Ciò  fu  ;ij  [(■mpii  AiA  it  Gillo,  1.'  1,1  scritturi 
è  indiritta  al  papa  medesimo.  Il' Manifesto  del  Marchese  di  Sans- 
ciamont  Ambasciatore  della  Maestà  Christianisiima  nella  Corte  di 
Dania,  esculpandosi  delle  impntationi  kavute  per  il  negatio  del  Con- 
ciate passato  d'Innocenùo  X".  HI'  Ragion  della  risolnthne  ultima- 
mente fatta  in  Valtellina  contro  la  Tirannide  de  Gràoni,  et  heretici; 
con  accluso  discorso  al  Re  Cattolico  Don  Filippo  III:  Questo  dis- 
corso comprende  pressoché  la  quarta  parte  di  tutto  il  codice, 
ed  è  ripieno  'li  ;i  11 1  intimorii  m/'  merijiiii .  <■  dizioni  suri! Le  per 
altra  mano.  Esso  discorso  ò  poi  seguito  da  una  ben  lunga 

la  Tirannide  de'  Grigùmi  et  heretici;  nella  quale  si  prova  la  ne- 
cessità del  rigore  delle  anni  dì  Sua  Maestà  Cattolica,  la  gius- 
tizia del  possesso  preso  di  detta  Valle,  e  la  gioita  retenzione  di 
essa;  e  si  dimostra,  contro  il  parere  dell'autore  del  sopraddetto 


3.6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

distarai  indignalo  al  re  Filippo  111",  che  non  ai  possa  mai 
usare  il  rigore  dell'armi  contro  gli  erotici,  e  clic  non  ai  pos- 
sano loro  togliere  gli  stati  ereditai],  e  specialmente  oyb  si 
tratti  di  principi  secolari.  Questa  risposta,  che  fu  presentata 
al  papa  Urtano  Vili",  è  scrìtta  dal  duca  d'Àlcolà  ambasciatore 
■.li  .ioril inai  la  ile]  i<;  cattolico  ad  esso  pontefice. 

10050. 

298.  Conclave  nel  quale  fu  eletto  il  Pontefice 
Innocenzo  X*. 

Cariaceli,  1]J  X- 1  i.Jlli      r..i;ki .  l'i  y.-zim:  1       .        'I"  M  i:M.  '1]  Uini.ì 

È  in  questo  codice  la  storia  del  Conclave  /allo  per  morto  lii 
[/riunì;  Ottavo,  olim  Maffeo  Barberina  Fiorentino,  net  qaale  fu 
creato  Pontefice  il  Cardinale  Gio.  Bmtilta  Panfilio  Romano,  detto 

fini  lnvia.:eTlti:t  Di'  mi..'  f  hiiiw  1  u'.'|.'|.:  ■jimir  [tintinnii!-  l,;ii,u.  Oilf-Ui 

storia  è  ben  diversa  da  quella,  che  del  conclave  medesimo 
scrisse  il  cardinale  Rapaccioii,  di  cui  s'è  detto  nel  codice 
il*  2p,3.  Qui  uonv'ha  nome  ili  autori;;  ma  ciò  poco  importa, 
poiché  sembrami  conoscere  in  vista  la  penna  di  uno,  che 
più  dalle  proprie  speratile  nelle  grazie  del  novello  pontefice, 
di  quello  che  dall'  amore  della  verità  sia  stalo  condotto  nella 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3i9 


10050  « 

399.  Osservazioni  au  la  condotta  del  Governo  di  Roma  verso 
la  Francia  nel  Pontificato  di  Clemente  IX". 

Il  titolo  del  presente  codice  è  questo:  Qmrvatwni  dello  slato 
presente  del  Governo  di  Roma  sotto  il  natta  Pontificato  di  Cle- 
mente IX'.  con  fa  annesto  circostame  che  f  accompagnano  ài  ordine 
alla  Corona  di  Francia.  Queste  osservazioni  sono  indìrittc  dall' 
autore,  di  cui  non  dichiarasi  il  nome,  al  marchese  di  Lione, 
ministro  di  Luigi  XIV-,  c  segretario  di  stato.  Per  alcuni  passi 
che  ne  ho  letti  potei  conoscere  che  l'autore  era  addetto  all' 
imbasciata  di  Francia  in  Roma,  C  ch'ei  forse  aveva  scritte 
quelle  Osservazioni  per  comandamento  dell'  ambasciato™.  Per 
la  nitidezza  ed  eleganza  de'  caratteri ,  pegli  ornamenti  a  penna 
r.ln:  stanili  all'  in  torno  rie!  Ir  p  ri  ri  in  pagine,  e  spro  lalmcntc  per 
le  armi  di  Francia  sul  frontispizio,  per  qualche  correzione 
occorsavi  non  semplicemente  grammaticale  ma  logica,  perla 
legatura  medesima  ornala  di  gigli,  e  così  pure  per  un  sonetto  in 
lode  di  Luigi  XIV°,  che  precede  l' opera,  per  tutto  questo  io  non 
ho  dubbio  alcuno  di  poter  asserire  essere  il  codice  stesso,  che 
di  Roma  fu  inviato  al  sopraddetto  ministro  il  marchese  di 
Lione.  Sono,  a  parer  mio,  bene  importanti  queste  osserva- 
zioni, che  si  dividono  in  quattro  parti.  Nella  prima  si  tratta 
dalla  natura  dì  elemento  IX";  nella  seconda  delle  anobio  de' 
suoi  parenti!  nella  tena  del  genio  de'  suoi  ministri;  a  nella 
quarta  si  toccami  ulcuai  ponti  iviniilembili  in  ordine  alla  stessa 
materia.  L'ambasciatore  francese  presso  ìa  corte  di  Roma  in 


3ao  MANOSCRITTI  ITALIANI 

quel  tempo,  in  cui  si  trasmise  al  marchese  di  Lione  questo 
discorso,  fu  .  come  vedremo,  il  duca  di Chaulncs.  Forse  gradirà 
il  L'Ili, m',  eli' io  irli  tr-.iHcriv;t  a!i:njje  linee,  die  Inorisi  terso  la 
line  dell' epistola  dedicatoria  ai  sopraddetto  marchese,  pereti' 
esse  sole  nell'argomento  che  vi  si  tratta  abbracciano,  dirci, 
la  storia  di  molti  secoli:  «Che  -e  profittevoli  furono  agili  in- 

■  teressi  della  Francia  i  Pontefici  del  Settimo,  dell'Oliavo, 

■  del  Nono,  del  Duodecimo ,  del  Tenodccimo,  e  del  Decimo- 
•  quarto  secolo ,  le  sono  poi  stati  altrettanto  funesti  e  nocivi  i 
.  Bouifccii  Vili,  i  Siati  IV,  gli  Alessandri  VI,  i  Pii  li,  i  Leoni  X, 

■  gli  Adriani  VI,  i  Clementi  VII ,  e  quasi  il  maggior  numera 
«de'  Papi  del  Decimoquinto,  del  Sestodecimo,  e  del  secolo 
«nostro  corrente,  conforme  che  è  nota  a  lutti  l'avversione 

■  contro  In  Francia  de  gli  duo  ultimi  predecessori  del  vivente 

■  Clemente  IX.  Non  si  offenda  V.  E.  di  questa  breve,  benché 

■  opportuna  digressione,  ma  le  serva  di  ricordo  ed  impulso 

■  maggiore  a  rivolgere,  fra  le  tante  sue  honorale  occupationi, 

■  anche  talora  l'occhio  a  questo  Clima  di  Roma,  col  provve- 
idere  nell'avvenire  cosi  alla  crealione  de'  Pontefici,  che  all' 
t  altra  non  tuono  importante  de' Cardinali,  elicali  eleggono,  «et. 
Ed  in  fine  dello  Osservazioni  leggesi  cosi  :  «  L'Ambasciatore 

■  Quirino,  uno  de'  più  esperii  e  idoiliciosi  ministri  della  Re- 
ii  pubblica  Veneta,  avendo  per  continua  familiarità  conver- 
ti sato  col  signor  Duca  di  Cbaulncs ,  pronunciò  a  guisa  di 

■  oracolo  questo  notabile  elogio  a  gloria  dell'  istesso  Duca  :  La 
«  prudentissima  condotta  del  signor  Duca  di  Cliaulnes  nella 
-.;  sua  Ambasciata  di  Unni  a  •'■  siala  sinhora  di  più  profitto  alla 

■  Francia,  clic  gli  acquisti  delle  anni  Cristianissime  in  Fiau- 
..dra.. 


L.-i  .1 1  :  :-"J  tv  Ci 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ì». 
10050'. 

3oo.  Narrazione  di  due  gran  processi  inatituiii  dall'Uffizio 
della  romana  Inquisizione. 

Due  gran  processi,  giudizj ,  e  condanne  eh' emanarono  dall' 
Uffizio  della  Inquisizione  in  Roma ,  formano  il  contenuto  del 
presente  codice.  Il  primo  contro  il  famoso  Michele  de  Molinai, 
nativo  di  Mmiiczza ,  diocesi  ili  Saragozza  in  Aragona ,  di  anni 
sessanta.  Furono  condannai'!  le  a(i^  sin-  proposizioni,  la  più 
parte  delle  quali  concernono  punti  teologici,  religiosi,  o  di 
ecclesiastica  di-eiplina.  Trasia-im  soltanto  le  ultime  lince, 
clip  si  riferiscono  alla  forma  della  condanna.  ■  Ma  perchè  hai 

•  detto  d'esser  pentito  et  emendalo  de'  tuoi  errori,  et  hai  im- 
plorato misericordia  cperdono....  ordiniamo  che  sii  ani- 
.  inesso  e  ricevuto  nel  grembo  di  Santa  Madre  Chiesa  et  all' 

■  unione  de'  fedeli  ce.  ec.  et  acciò  i  tuoi  errori  non  restino  dei 

■  tutto  impuniti,  e  sii  anche  d'esempio  agli  altri;  Ti  condan- 

■  niamo  all'arto  carcere  formale  in  perpetuo  in  questo  Santo 

■  Officio,  senza  speranza  di  grazia,  acciocché  io  esso  Tu  debba 

■  continuamente  piangere,  e  far  penitenza  per  impetrar  da 

■  Dio  misericordia,  et  il  perdono  de  tuoi  passati  errori.  Et 

•  per  pemleii/e  sa  in  tari  ['  i  ni]:o:i  filiamo,  »  PC.  Non  vo  più  nitri'. 
—  Il  secondo  processo  coi  giudizio  e  condanna ,  è  contro  An- 
tonio Maria  Leoni  nativo  di  (ialiieglio ,  diuresi  ili  Como,  in 
età  d' anni  quarantotto.  Fu  condannato  il  suo  sistema  di  totale 
abbandono  a  Dio  in  tutte  le  nostre  azioni;  ed  oltre  a  ciò  fu 
condannato  sopra  d'una  riforma,  eh'  ei  diceva  dover  farsi 


3ia  MANOSCRITTI  ITALIANI 

nella  Chiesa,  ed  altresì  sopr  alcune  libere  sue  opinioni  su  gli 
alti  carnaìi  tra  l' uomo  e  la  donna.  La  forinola  della  condanna 
i  pressoché  i'.^uJi-  all'  ni  tra  contro  il  Mulinos;  e  fu  pure  II 
Leoni  condannato  a  itretta  e  rigorosa  carcere  formale  in  perpetuo, 
e  solo  notai  non  esservi  le  parole,  MJtM  speranza  di  grazia. 
Satis  de  hoc  arliculo. 

10051. 

3oi.  Discorso  del  cavaliere  Com  mendone  sopra  la  Corte 
di  Roma. 

Cartaceo,  in  4\  caraltcìi  conivi,  di  pigine  i3o.  iccolo  ini*,  ili  burina 

Il  titolo  di  f|!ii>sio  codice  e  conie  sigile  :  Disivrso  di  raun- 
siynvrc  limo.  Htimth:  rv  ( .'■/Min- -m/n ne,  ii\tinuìu  tra  Veli kW  Zm.'i/c, 
ki/iiyi  /a  Cor/e  </['  Buiihi  ;  ni  si.jwir  Girihnio  Sttiviyrmno.  Questo 
Girolamo  Savorgoauo,  noli-ili'  vendo,  sciilivasi  inclinato  per 
fui'l!!  (lt'sidoriu  a  tra.-feiir-i  in  Homi! ,  ci!  ivi  fermare  la  sua  di- 
mora in  soni  [rio  ili  quel  io  Curii1,  mule  averne  pn-  ciò  ij  noi  clic 
impiego,  e  HnldisSarr  cosi  n  lo  sua  devozione,  0  la  sua  aiti  bi- 
lione, di  che  io  non  cerco.  Scriss'cgli  dunque  una  lettera  a) 
sopraddetto  vescovo,  ch'era  allora  in  Roma,  per  scurirne  il 
suo  avviso.  Il  vescovo  dopo  alcuni  preamboli  sul  suo  tenue 
sapere,  e  sulla  sua  poca  esperienza,  benché  fosse  stato  non 
poco  tempo  in  quella  capitale,  sodili [;ue  :  ■  11  dubbio  noslro 
«ha  due  capi  :  l'ano  circa  la  rii.olulione  ilei  fine.  .se  d-.nele 

■  porvi  al  servi lio  di  questa  Corte,  o  no  ;  l'altro  circa  la  dis- 
posi lioiìi;  ilelli  rur-fJ.i,  ci  cilici  coinè  liabbiate  a  iurte  ir  L'io  re. 

■  Il  primo  e  quasi  da  voi  determinato  per  la  parte  del  si;  il 

■  secondo  ha  bisogno  di  molto  cognitìonc  di  questa  Corte;  et 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3a3 
(leliv  qualità  richiesti:  .;  chi  quella  corte  L-gia  .  et.  i ielle  diverse 
maniere  del  corteggiare,  senza  le  quali  cognitioui  in  vano  si 
parlarcbbc  del  vostro  particolare.  Dunque  il  nostro  ragiona- 
mento sarà  distinto  in  tre  partì;  la  prima  di  questa  Corte; 
la  seconda  del  Cortigiano  ;  la  terza  di  Voi. .  lo  non  dirò  di 
aver  letto  da  capo  a  fondo  questo  discorso ,  che  il  tempo  non 
mei  permetteva,  ma  dirò  bensì,  che  per  quello  ci'  io  ne  bo 
ietto,  poco  di  più  erudito,  poco  di  più  sensato,  e  di  più  vero 
e  di  più  giusto  accaddemi  di  leggere  sopra  quell'argomento, 
e  specialmente  nella  sua  prima  parte,  eh' È  la  più  importante 
e  la  più  lunga.  Chi  sa  che  forse  non  sin  questa  l'unica  copia 
che  ci  rimanga  di  si  bel  ragionamento,  e  chi  sa  che  forse  non 
sia  lo  scritto  stesso,  cheilCommcndone  mando  al  Savorgnano? 
Comunque  ciò  sia;  chi  sta  in  meno  di  colali  cortigianesche  od 
insieme  devote  faccende  cerchi  di  leggerlo,  e  penso  ne  sarà 
ben  soddisfatto. 

3o3.  .Procedura  nelle  cause  dell'Uffizio  della  Inquisizione 
in  Roma., ,,  .„; , 

Cartaceo,  in  i:  «ratleri  conivi,  di  pagioe  .70.  «Mie 
ben  «narvalo. 

Il  pulente  codice,  e  intitolati)  cosi  :  l'r.iiitii  iti  piwa'tn  nt\ìl<- 
cause  del  Santo  OJftiio.  L'opera  è  divisa  in  a5  capitoli,  l'ultimo 
<le'  quali  concerne  le  monache.  Non  v'  ha  nome  di  autore, 
com'è  ben  naturale,  essendo  affare  tf  Uffizio;  ed  io  tengo  per 
certo,  che  questa  Pratica  non  fu  mai  pubblicala;  ciò  eh' è 
però  senza  dubbio  il  men  male. 


3aA  MANOSCRITTI  ITALIANI 


3o3.  Discorso  di  fra  Paolo  Sarpi  sui  Beneficj 
ecclesiastici. 

Cariai»,  in  If,  caritleri  corsivi,  di  pigine  500.  secolo  ira-,  di  buo 


Contieae  qoesto  codice  un  discorso  storico ,  o  come  ivi  k 
scritto  :  //ninna  di  Frà  ì'aoio  sapra  :  Ikncjuii  frzlesiiistki.  Jiicd- 
mincia  cosi  :  «  Essendo  raffreddato  il  fervore  antico  della  Carità 
<  Christiana,  che  non  solo  mosse  i  Principi  e  privali  a  donare 
.  alle  Chiese  copiosamente  ricchezze  temporali,  »  ec.  E  termina 
eoo  queste  parole  :  ■  Dice,  che  del  rimanente  sia  assoluto ,  e 

•  lo  possi  lecitamente  tenere  come  suo,  per  ciò  che  il  Papa  è, 

•  come  si  é  detto,  o  Padrone,  ad  Amministratore.  •  Di  questo 
famoso  ed  importantissimo  discorso,  già  pubblicato  nella 
edizione  lattasi  in  Napoli  l'anno  1  790  in  ai  volumi  in  8°  di 
tutte  l'opere  di  frà  Paolo,  ù  la  copia  che  serbasi  nel  presente 
codice,  si  nitida,  si  dili^nite,  u  correità,  die  nel  uìisu  della 
ristampa  ini  pare  che  dovrebb'  essere  consultala.  E  tanto  più, 
che  instituito  ch'io  n'ebbi  un  qualche  confronto,  conobbi  es- 
servì alcune  non  picciole  differenze,  e  specialmente  verso  la 
fine  di  esso  discorso,  si  come  gli  studiosi,  volendolo,  potranno 
chiarirsene. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3ib 


3oj.  Diarj,  Discorsi,  Dialoghi,  Relazioni,  ed  altri  scritti 
intorno  ad  argomenti  diversi. 


Questo  codice  non  ha  per  titolo,  che  Diario  al  tempo  di 
Paolo  IV°,  essendo  questo  appunto  il  primo  scrìtto,  die  si 
presenta  agli  occhi  de'  lettori,  ma  ben  d'altre  cose  di  non 
minore  importatila  potrà  dare  notizia,  che  nel  presente  codice 
sì  contengono.  Esse  sono  le  seguenti  :  I"  Diario  di  divene  anioni 
notabili  incesile  nel  Pontificato  di  Papa  Paolo  Quarto,  cominciando 
a'  dì  primo  di  settembre  ìSàS.fin  dopo  ia  morte  del  detto  Pontefice. 
Non  v'ha  nome  di  autore.  11"  Reiationc  di  Roma  del  clarissima 
signor  Michele  Soriano  tornato  Ambasciatore  Mia  veneta  Repubblica 
presio  il  Pontefice  Pio  Quinto  t  anno  ìbyi.  Veggansi,se  così  piace, 
altre  relazioni  di  questo  bravo  scrittore  nel  a°  e  5°  de'  codici 
segnati  col  n"  a33.  Ili'  Discorso  giaditioso  sopra  i  SojjeHi  Papa- 
Mi  in  tempo  di  Gregorio  XIII°.  Tra  questo  discorso  e  l' altro  che 
nell'  argomento  medesimo  leggesi  nel  fine  del  codice  n*  373, 
ho  notate  alcune  essenziali  differenze  anche  ne'  fatti  che  sì 
riportano.  IV'  Instrattionc  0  vero  Rektione  delia  Carle  di  Roma, 
data  al  signor  Cardinale  Alessandro  da  Este  nella  sua  venata  a 
Roma  l'anno  i5c;Q.  Sembrami  importantissima  a  leggersi  anche 
a'  di  nostri.  Non  è  dichiarato  il  nome  dell'  autore.  V*  iVurra- 
zionc  della  congiara,  nella  qaalefa  ammazzato  Pier  Luigi  Fumar 
Duca  dì  Parma  e  di  Piacenza.  Incomincia  così  :  «Colui  che 
.  l'Istoria  chiamò  Maestra  della  vita,  mostrò  quelle  cose  do- 
lersi scrivere,  che  più  dirado  occorrendo,  più  attenti  fanno 


■156  MANOSCRITTI  ITALIANI 

voloutìeri;  ed  è  diversa  d'altre,  che  intorno  allo  stesso  argo- 
mento sono  in  questa  Biblioteca.  VP  Una  lunga  Relazione  del 
Conte  Duca -sullo  stato  politico  ed  amministrativo  del  regno 
di  Spagna  nell'anno  i6ai.  iLa  monarchia  di  Spagna,  ■  cosi 
incomincia,  ■  è  quel  misterioso  libro  dell'  Apocalisse,  ne!  quale 
quanto  piò  laei!»  le  ila  lutti  si  IrgL'ono  i  caratteri  esterni, 

■  che  sono  i  riti  e  ìe  osscrvationi  comunali,  tanto  più  diffi- 
•  cilmente  si  penetrano  i  lineamenti  interni,  che  sono  i  scnti- 

■  menti  e  te  inicniioui  piJititlir  gelosamente  inchiuse  tra  i 
«  sigilli  de'  Consigli  ;  ma  in  fine  chi  sa  vestire  ia  pelle  d'Agnello, 

■  el  ostentarne  senza  aflétlatlione  la  mansuetudine,  può  anco 
■■  speziare  i  sigilli  e  leggere  i  secreti.  Tallio  io  lio  proni  rato  di 

■  l'ine  non  sema  intliislria  e  latita  Simon: inaiia  nel  dar  co:n- 
■■  [ìiiiteriM  a  questa  Iti  1  jiioue ,  n  ce.  ec.  VII"  Un  discorso  che 
La  (pioto  titolo  :  /.'  :iij\i(uj!u!ii:'.i  iH  little  h  ctiiiiiitifiii  iligìi  iiumini 
olle  Pretensioni  di  Roma  ja  sempre  giovevole,  sino  a  rie  k  Uignilit 
a  ti:  G'raai/cri.  (ululili  pn-niiti  Sfii.iiiuii.ii-  ;V'  im-riti  e  tifila  finii.  Nini 
v'  ha  nome  di  autore,  lì  scritto  con  molta  liberti  di  pensare, 
e  non  credo  sia  stalo  stampalo.  È  diviso  in  capitoli,  ma  non 
v'e  che  il  primo,  il  quale  abbraccia  io  pagine.  Vili"  ed  ul- 
timo; e  un  Dialogo  sopra  lo  stato  politico,  e  specialmente 
sullo  Mal»  ]olij;ioso  della  curie  e  della  ritta  di  limita.  .Si  parla 
Irai. «illudili-  a»/.i  lilierissUiianieiile  intorno  11  'ulte  le  religioni 
che  vi  si  professano ,  e  vi  si  lolerano  ;  intorno  a  tutti  gì'  insti- 
li cui  centro ,  come  ivi  si  prova ,  era  a  que'  tempi,  cioè  in  su 
la  metà  del  secolo  ira*,  appunto  in  Roma.  Questo  pure  è  uno 
dì  que'  codici,  che  può  essere  consultato  con  molta  utilità  per 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  3a7 


3o5.  Convenzioni  tra  alcuni  Pontefici  e  Principi 
cristiani. 


Il  tholo  del  presente  codice  è  come  segue  :  Sommario  delle 
Capitolatimi  fatte  fra  diversi  Pontefici  et  Principi  Christiaiii.  Ognun 
vede  quanto  utile  alla  storia  sia ,  o  possa  essere  questa  colle- 
fella,  e  non  poco,  secondocbè  percorrendone  le  materie  ho 
potuto  conoscere,  e  specialmente  nel  line.  Fra  gli  altri  som- 
mari] ,  dovasi  (|iii-1ki  di' Ile  co  ni  li /.imi  i  ;i]>|>osln  ai  la  trugiu  .clic 
si  stnhili  nell'anno  1 535  tra  il  re  di  Francia,  e  l'imperatore 
Carlo  Quinto;  e  l'altro  della  famosa  Lega  insti  tiri  tasi  l'anno 
stesso  tra  il  papa  Paolo  IV",  Carlo  V,  ed  i  VcneEiani  contro  i 
Turchi. 

10061. 

3o6.  Collezione  di  scritti  di  diversi  autori ,  la  più  parie 
concernenli  la  Lega  contro  il  Turco. 


Potendo  esser  utile  in  qualche  tempo  ed  a  quaicheduoo  la 
notizia  di  tutte  le  scrii!  uro,  disti  irsi,  rda/.iimi,  «  1 1 1  1 1 1 1  )  j- [  •  •  i-liu 
si  contengono  in  questa  codice .  benché  a  dir  vero  pressoché 
tutte  di  un  argomento  orinai,  e  ben  saggiamente,  lasciato 


3a8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

in  un  canto ,  cioè  della  Lega  de'  principi  cristiani  per  la  dis- 
t razione  de'  Turchi ,  per  ciò  senza  più  ne  trascrivo  ad  uno  ad 
uno  tutti  i  lor  titoli.  1"  Sommario  delle  capitolazioni  fatte  fra  di- 
leni  Pontefici ,  e  Principi  Cristiani,  incominciandosi  dall'anno  i5io, 
Jìno  alt  anno  i  370;  il  (palo  sommario  c  diverso  da  quello  che 
legarsi  ne  11'  antecedente  codice  n*  3o5.  II"  Mandali 'dei  Strenis- 
.'iiiì'i  Ile  ('.nilotico  e  delia  .Sionoria  u'i  l'fnc-f'a  nlli  lem  Agenti  ed 
Oratori  in  Roma  appresso  il  Papa  Pio  V.  tanno  1^0,  con  le 
jaiaiiii  di  pTiter  mature  e  rrwchiiideìu  la  l.r/fn  contro  il  l'arco  ed  altri 
infedeli,  ili  rW'e  dei  sii/'.  'Mnn.nidonìo  Colonna  dato  aì  signori 
Veneziani  intorno  al  soccorrere  il  regno  di  Cipro.  IV"  Discorso 
di  Gabriele  Salvano  circa  la  Lega  del  Papa  e  del  Re  Cattolico  da 
farsi  co'  Veneziani  per  difensione  dell'  isola  di  Cipro  contro  il  Turco 
r  anno  ]  570,  diretto  al  Cardinale  di  Correggio;  il  quale  discorso 

ijn.'ìlij  mpsu  Siili  ;v-e>,  \t:  imù  rimi;  sono  slate  raccolte  c  pub- 
hlii  .nli:  il.il  Ruscelli  nella  sua  edizione  Fiori  delle  rime,  posta  in 
luce  per  le  stampe  del  Sessa  in  Venezia  l'anno  1 558,  in  8*. 
X  ' Discorso  se  il  Re  Cattolico  Filippo  debba  entrare  in  Lega  co  Ve- 
neziani per  la  guerra  contro  il  Turco.  VI"  Diacono  del  signor  Ascanio 
della  Canina  sopra  la  Lega  contro  il  Turco,  ovccjorla  il  Papa  a  fare 
ogni  opera  a  ciò  che  /'  Imperniare  entri  in  detta  Lega.  VII*  Discorso 
di  monsignore  Cnpilur-i  diratn  al  Dura  di  Urbino  circa  il  modo  di 
conservare  la  Lega  fatta  tra  il  Papa  Pio  V',  il  Re  Cattolico,  ed  i 
Veneziani  contro  il  Tacco.  VIII*  Dùcono  del  signor  Fabio  Albergati 
sopra  il  moilo  di  conservare  la  Lega,  l'anno  1S72.  IX* Discorso  di 
quello  si  avrebbe  a  ime  per  anno-mare  >./  forze  delia  Lega,  e  facilitare 
l' Imperatore  ed  il  Ile  di  Francia  11  e.nriearnni.  X'  Discorso  delle  pili 
comode  ed  utili  imprese,  che  far  potrebbe  la  Lega  Cristianissima  con- 
tro il  Turco.  XI*  Diicono  sopra  guclio,  che  dovesse  fare  la  Lega 
fanno  ì5-j2.  XII*  Considerazioni  intorno  alla  Lega  trattata  e 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  3ic, 
amchiata  in  tempo  di  Pia-V',  con  un  brcie  epilogo  delle  a;iont  di 
esso  Papa.  XIII'  Esortazione  »  Francesi-ri  Re  di  Francia  prima  ili 
questo  nome,  a  ciò  die  si  li  vi  ilo-io.  o.tnitizat  ni  tuiellicjenza,  ch'egli 
ha  col  Gran  Torco.  XIV*  Lettera  del  Turco  scritta  alti  signori  Po- 
lacchi Buffoni»:  1575,  sopra  l'elezione  da  farsi  del  nuovo  Re  per  la 
parliti!  ili  !  He  Etilici  ni  ani  ri-i/iiii  ili  Frauda.  XV"  /.rifarà  del  Duca 
d'Alenson  scritta  al  Papa  Crr'jorio  Mi!'-,  -.luti  ijiastifiea  la  canai 
della  partenza  ilei  Re  Cristiimissimn  l'anno  1 57-r>.  XVI"  Discorso  e 
parere  di  Don  Scipio  di  Casti»  sopra  l'andata  del  Dava  d'Alenson 
in  Fiandra.  XV IP  Discorso  iti  Don  Sripìii  ili.  Castro  saprà  l'inalala 
del  Principe  Matthias  in  Fiandra  V anno  1577.  XVIII"  od  ultimo. 
Dissertazione  ili  Don  Sripin  ili  Castra  intorno  iti  jotidaiaenti  di-lia 
Stato,  e  delle  parti  essenziali  eh.:  jorainiio  il  Pniuipe.  Questa  ells- 
scrta'/.iutic,  i:lui  -nulijjiiiti  heu  Afpm  iY  ey.e.ve  omisciiitii,  <■  t-\o- 
erodo  inedita,  sì  come  (per  quanto  mie  liuto'  tulli  (di  altri  urini 
contenuti  nel  preseli  li'  codice . ,  ìiicnm  lucia  co-ì  :  -Tre  snno  li 

■  Capi  principali, sopra  li  quali  si  appoggia  tutta  la  macchina 

■  dello  Stalo:  Consiglio,  l'ot'/.a  ,  tliputiiiiouc.  Questi  medesimi 

■  sono  le  parti  essenziali,  che  formano  il  Principe.  Chiamo 
.  Consiglio  quel  lume  della  ragione,  che,»  ce. 

10062. 

307.  Discorsi,  Memorie,  Relazioni,  e  scritti  diversi 
intomo  a  varii  argomenti. 

Cartiera,  in  d".  caratteri  conivi,  di  paRinp  ino.  secolo  iw*, 
di  buon,  consemiione, 

Contieni  in  questo  codice  una  importante  collezione  di 
scritti  sopra  varj  argomenti ,  specialmente  di  politica  e  di  am- 
ministrazione, e  sono  i  seguenti  :  P  InstmUione.  politica  per 


33d  MANOSCRITTI  ITALIANI 

WyOHonf  mn  Prìncipi,  e  conoscere  la  nafnra  /oro,  el  acniiiitan 
/o  jrfflltn  di  cai,  mandare  a  buon  jiae  i  no/olii,  e  la  pcrfettiane  di 
se  stessi.  Queste  instruiione  è  divisa  ili  3i  capitoli,  ed  ab- 

di  amore.  11  primo  capitolo  sulle  varTclndizioni  nel  fratta»  i 
Regoli,  incomincia  cosi  :  ■  Se  vogliamo  diligentemente  consi- 

■  derare  corno  et  onde  avvenga,  che  non  pure  la  genio  rozza 

■  et  ignorante,  ma  gli  uomini  d'alto  ingegno  siano  fra  loro 
r  imito  difìVivnii  di  costumi,  non  ha  duino  alcuno,  elle  diffi- 
«  cilmente  ci  ni  -sr-t. [ji  ii-A  !a  cìi^lojìc ,  perchè  alcuni  vi  sono,  i 
«  quali  stimano  le  cose  più  o  meno  secondo  che  sono  più  O 

■  meno  conformi  alla  natura  e  gusto  loro;  onde  non  solo  per 
•  ben  trattare  con  gii  altri  uomini,  ma  anco  per  emendare  se 
.  stessi,  »  ec,  ce.  11°  lielatione  dell'i  Principi  d Italia  con  molti  belli 
particolari.  Questa  i ■nlajioiie .  elio  cumprendesi  iti  jo  pagine, 
non  ha  nome  di  autore.  Comincia  così  :  .  La  Provincia  d' Italia 

■  è  divisa  in  undici  Principati.  Gli  altri  Signori  traantunque 
«habbino  il  puro,  c  mera,  e  misto  imperio  con  autorità  di 
<  fabbricare  moneta  d'oro  et  d'argento,  si  possono  dire  niente 

■  di  meno,  al  modo  di  Germania .  Lineimi  piuttosto  che  Pren- 
»  tipi,  possedè  «ili  i  piccolo  Staio  et  poche  riccheiie.  I  Prencipì 
.sono:  il  Pontefice,  tre  Repubbliche,  ■  ec.  Questa  relazione  si 
chiamerebbe  oggidì  Statistù-n  Mie  Potenze  italiane,  poiché  dà 
un  sunto  di  tutto  quello,  che  concerne  lo  stalo  politico  ed 
aimuinistriitiMi  di  ciascheduna.  111°  Avwrlimeitti  pulitici  utilis- 
simi perla  Corte,  Kssi  abbracciano  circa  lio  pagiue,  e  non 
portano  il  nome  dell'autore.  Il  principio  n' è  questo  :  ■  È  pazzia 
.«legnarsi  con  quelle  persone,  con  le  quali  per  la  grandezza 
«  loro  tu  non  puoi  sperare  di  vendicarti  ;  peri  se  Lene  ti  pare 
.d'essere  ingiurialo  da  quelli,  bisogna  patire  o  simulare. 

■  'l'ulte  le  scalfiti,  clic  bavere  f[  possono  dal;'  inimico,  »  ce.  ec. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  33] 
IV'fle/ntronc  dell'  llliho.  signor  Ottavio  Boa  Ambasciatore  Straordi- 
nario detta  Serenissima  Itepalililieti  di  Venezia  ritornato  dal  Rr 
Cristianissimo;  dell'  orìgine  et  pregiassi  delle  guerre  d'Italia  fra  li 
Duchi  di  Savojii  ri  di  Mantova  et  li  Spugnatili,  et  fra  la  Signorìa 
di  Venezia,  et  V  Arciduca  Fer.ìiiuiinì; ,  eaii  il  Trattato  et  conclusione 
della  Pace  seguila  Tanno  1619.  È  di  circa  100  pagine  quarta 
relazione.  V"  Di ori:'  tutta  »*■  a  ant'!l> ,  1  Ite  patrà  succedere  nella 
presente  gneira  d'Italia,  ira  l'Ingegnere  Molina  Frantele,  ed  il 
PrOBceiiitor  Generale  di  Terni-Ferma  per  la  Repubblica  di  Venezia. 
—  Dialogo  Ira  i'  licdaio.  l'roeretlitw  e!  il  sitjiìtir  Gasparo  Molina 
Ingegnere  famosissimo  /■'rara  eie  11  dialup»  è  nuum-eso  in  5o  pa- 
gine. Vl°  Relazione  di  guanto  tacerne  per  il  sacco  dato  dagli  Im- 
periali nella  Città  di  Roma.  È  di  1  Go  pagine.  Non  lia  nome  (li 
autore ,  ed  incomincia  cosi  :  .  1  diversi  et  insopportabili  acci- 

•  denti  successi  dal  1  .lyi  insiini  a  (jLic^U-  presente  giorno  con 

•  tanta  vituperosa  ruina  di  tutta  Italia,  dovrebiiono  non  sola- 
li mente  a'  prudenti  Governatori  de'  Principi ,  e  delle  moderne 

■  Repubbliche,  ma  ancora  all'  ignora  nU;  uhi] illudine  far  ormai 
.conlessare,  niun  ordine,  niuna  educatone  essere  di  tanto 
.valore,  nè  di  tanta  sicurtà,  quanto  trovarsi  dentro  le  sue 

■  fortificate  mura,  et  delle  sue  proprie  armi  armalo;  et  ben- 
«  che,  ■  ec.  ce.  E  termina  la  Rclaiione  con  queste  parole  tolte 
dal  libro  di  Giobbe:  Quare  ile  valva  eduxisti  me?  aai  atiuam 
atnsamptus  essem  ne  oculus  me  liderrt.  \  U'  Discorso  di  Tarqmnio 
Pinuoro  intorno  ali»  sottrutinii'-  'Iti  papali  di  Valtellina  dalla  Supe- 
riorità 0  Compagnia  de  Signori  Grisont;  et  a  auanlo  sia  itpedientc 
dì  fare  al  Poatejiet-  ,a  a'  l'eine.ipt  ItuHuni  per  tfaeìla  Valle,  et  paoni 
di  là  et  di  oaà  da'  monti  caduto  in  mano  del  potentissimo  Re  Cat- 
tolico. Il  discorso  contenuto  in  160  pagine  è  indiriiialo  dall' 
autore  —  Alla  Santità  di  N.  S.  Papa  Gregorio  XV'.  P.M.;  -e 
porta  in  fine  Ja  data  dell'anno  iGai.  Vili"  ed  ultimo.  Un  breve 


33; 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


discorso  sema  nome  di  autore  e  contenuto  in  30  pagine, 
sopra  i  Duchi  d' Urbino  ;  ed  incomincia  cosi:  -Per  compiacere 

■  alle  domande  altre  voile  da  V.S.  Mimi,  fattemi,  vengo  adesso 

■  a  darle  una  brevi:  relazione  ovvero  ragguaglio  dclli  Scrini, 


ri  tralasciando  le  rose  superflue,  toccaró  solamente  quelle 
■  delle  quali  vcrisimilinonto  Ella  desidera  avere  qualche  noìi- 
«  zia ,  ■  ec.  Non  risulta  per  alcun  modo  chi  sia  quel  personaggio 

i.  ini  il  discorso  è  imi  LiÌM.;l  lo.  lieviti  ilo  hi  ri'  però,  eli.'  inni  solo 
il  prillilo  (IÌM'or.;o  per  molli  iinlizj,  e  speeialmente  per  quello 
delle  correzioni  c  giunte  introdottevi ,  dee  giudicarsi  essere  lo 
scritto  autografe;  ma  l.iìo  guidino  sembrami  si  possa  confor- 
mare eziandio  .sopra  ijualclii'  allia  dulie  operette,  di  cui  ho 
dato  notizia  in  questo  codice,  c  clic  quindi  ei  debba. tenersi 
in  pregio  pe'  buoni  lumi,  che  potrebbe  somministra  re  per  la 
storia  di  quel  tempo.  Debbo  far  sapere  altresì,  che  taluna  di 
esse  operette  in  questo  codice  contenute,  per  quel  poco  di 
esame  che  ne  ho  fatto,  sono  anche  scritte  con  qualche  grazia 
ed  eleganza  di  stile. 


Diversa  rclations  italiemtes  de  choscs  fort  carienses,  è  il  titolo 
generico,  che  legasi  .-criilo  nel  dorso  di  questo  codice,  di  cui 
mi  fo  a  porre  sotLo  ile^h  occhi  ilei  h'Itore  le  ini  por  lai)  :i  cose, 
che  vi  si  contengono.  l' Relazione  della  Corte  di  Ruma ,  et  de'  riti 
da  alienarsi  in  essa;  et  de  snoi  Magistrati  et  Offitìi  con  la  laro 
distinta  giurìsdiiioHe  ;  «immilla  dui  cavaliere  Girolamo  Lnnadoro 


■  Duchi  d'Urbino;  et  s 


■  quanto  più  posso  alla  brevità, 


100C3. 


3o8.  Relazioni  intorno  a  vani  argomenti. 

Cariarci,  in   'r.   |-.n*Il<'ii  ou'ili.  ili  piNIII'  mviniii  X 


L.  l  3  I      II  Lv  Ci 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  333 
l'arine  1611.  di  Gennaro.  Incomincia  la  Relazione  io  questo 
modo  :  >11  Sommo  Pontefice  ha  per  suoi  Collaterali  settanta 

■  Cardinali  distinti  in  tre  ordini,  c'mi:        Cardinali  Wìcuvì, 

■  Sisto  V'.,  et  tulli  iimPiim  si  di  imi. vi  0  il  Smcio  Collegio  dV 

■  Purpurati,  ■  ec.  Io  non  so  se  il  LnnanWo  abbia  composlo 
questa  relaiione  per  proprio  suo  piacere,  0  per  ordine  altrui; 
comunque  ciò  sia,  si  conosco  in  lui  un  uomo  tene  instrutto 
della  materia  che  ha  per  le  mani.  Esso  relazione  abbraccia 
loo  pagine;  e  dopo  dì  essa  segue  un  discorso  di  Ao  pagine 
scritto  in  francese,  pel  quali;  »i  insfitni.iri'  tin  esame  molto 
sensato  della  relazione  medesima.  IV  Altra  relazione  di  pa- 
gine 60,  che  ha  il  seguente  titolo  :  Online  delie  precedente  fi 
altre  materie  pertinenti  «'  (ordinali  n  Preiati  circa  a  la  loro  Pro- 
mettane; et  de  l'enfine  di  alcuni  Principi.  Non  risulto  chi  sia 
l'autore  di  questo  scritto,  ma  sembra  che  un  alto  personaggio 
albione  data  k  commissione  ;  e  sembra  pure ,  ebe  questo  per- 
sonaggio fosse  un  nunzio  apostolico  presso  la  corte  di  Francia. 
Alla  pagina  io3  de!  codice  leggesi  così:  ■  Pfcgotii  di  Stato  non 

■  li  tratti  mai  nin  lìt'IitjioM ,  li  quali  imi)  ne  li  un  no  i'.-p.TÌi-i™  ; 

■  et  la  loro  politica  et  ragione  sono  diverse  da  quelle  che  gene- 

«  tione  et  disciplina  hanno  talmente  abbattuti  li  loro  pensieri 
•  che  non  mai  consigliano  cosa  heroica  nè  di  spirito,  ma  solo 

■  li  loro  interessi  et  scrupuìij  et  per  l'ordinaria  tono  aerili 

■  che  fuori  delle  confessioni  tacciono  poco.»  Ili"  ed  ultimo: 
Pratica  per  provetkre  nelle  eanse  del  Tribunale  del  Sani'  Ofnia. 
Questo  scritto  abbraccia  io  pagine. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


e  descrizioni  di  alcune  delle  principali  città 
dell'  Italia. 


Orazio  Lard ucci  stampatore  io  Venezia,  pubblicò  ivi  l'anno 
i5go  un  volume  in  4"  con  tonni  le  in  riasrlierìnna  faccia  una 
stampa  d'intaglio  in  legno  rappresentante  la  veduta  d'una 
città  d'Italia,  giuntavi  una  breve  descrizione  della  città  me- 
desima. Vi  fu  chi  pensò  di  ampliare  queste  descrizioni  inse- 
rendovi scrii  te,  rliipu  la  binili  |>ii  rl'iiilriidin  datat'i  dal  l.ardncci, 
alcune  memorie  intorno  a  quella  città  od  a  quello  stato,  di 
cui  essa  lì  la  rapiti! le,  e  la  cui  velluta,  come  s'ò  detto,  è  nella 
pagina  stessa.  «  F.  tulio  qucilc  ■  'cubi  lesesi  iti  sul  principio 
del  codice]  ufu  fatto  e  scritto  in  Roma  l'anno  del  Giubi- 
■  leo  «DC.;i  od  in  fine  del  codice  si  veggono  impresse  con 
sigillo  le  armi  del  Papa,  ciò  è  le  due  chiavi,  col  motto:  In 
tenebrìs  facci.  S'incomincia  per  tanto  dalla  città  di  Fiorenza,  e 
v'ha  una  Belatiaur.  de!  r/uràiimu  (rtuxmi;  segue  in  secondo 
luogo  la  città  di  turca,  colla  sua  Relazione  senza  nouiedi  au- 
liire;  in  trrzn  litdijd  lcne;.;n  roti  lui  Ir  le  città  di:]  Iti  slato,  avendo 
ognuna  la  propria  descrizione  o  relazione;  in  quarto  luogo 
■Saputi,  giuntavi  la  Iteli/zinne  dri  Carissimo  Girolamo  I.ippt/mano, 
ritornato  ik  Kapuli  ani  lirici  titore  .il  Scrino,  signor  Litui  Gin- 
vanni  d'Austria  l'anno  i  078  ;  in  quinto  luogo  Milano,  con  la 
Relazione  composto  l'anno  1 5Sg  dal  sìg.  Gio.  Battista  Leoni, 
la  quale  Relazione  incomincia  così  :  ■  Le  cose  che  a  me  è  parso 
.  di  dover  referire  a  Vostra  Altezza  intorno  allo  Stato  di  Milano 


DigiiizM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  335 


■  sono  quelle  islesse,  che  comunemente  desiderano  i  Principi 
<  di  sapere ,  per  informalionc  non  solo  dell'  historie  et  dei  suc- 
•  cessi,  quanto  delle  forai  et  degli  interessi  do'  Domìni!  al- 

■  Inii,  i  ec.  Da  ultimo  è  Genova,  eon  la  sua  Relazione,  che  nou 
ha  nome  di  autore.  Credo  ehe  di  questo  codice  debba  farseuc 
qualche  conto,  non  solo  perchè  le  sopraddette  relazioni  sono 
forse  tutte  inedite,  ma  appunto  per  le  particolari  notizie  e 
segrete  memorie  ch'esse  contengono,  e  che  certamente  non 
avrebbero  allora  mai  veduta  la  luce. 

10065. 

3io.  lustrazioni,  Relaiioni,  e  scritture  di  autori 
ed  argomenti  diversi. 

Carlaceo.  in  i:  cintleri  corsivi,  di  pagine  ;uo .  secolo  ITO*,  ben 

11  titolo  generico  del  presente  codice  è  :  Diventi  instroctioia 
et  relation*  itaiiennes  fori  carieuses.  11  contenuto  particolare  ó 
questo:  l' Instrattiane  a  Monsignor  Vescovo  it Atersa  Nuntio  desti- 
nato alla  Maestà  Cesarea  di  Ferdinando  IP.  Imperatore.  Non  ha 
nome  di  autore,  ma  certo,  per  ciò  che  ne  ho  letto,  fu  un 
gran  dotto  e  sagace  polìtico  chi  scrisse  la  presente  ìnstruzione. 
Essa  incomincia  cosi  :  ■  Se  la  Germania  ritenesse  tuttavia  quei 
.  sonai  di  vera  pietà  e  religione,  de'  quali  anticamente  era  piena, 

■  e  si  rendesse  anzi  ossequiosa,  che  repugnante  alla  Sedia  Apos- 

■  tolica,  potrebbono  a  ragione  i  Sommi  Pontefici  ueììa  presente 

■  rivolutone  dell'Imperio,  e  di  tutte  le  cose  divine  et  Immane, 

■  mettersi  in  cuore  di  andare  in  persona  cola  per  tenerle  ben 

■  ferme  e  salvarle  in  qualunque  modo  venisse  lor  fatto.  Ma  poi- 
.  che  a  presenti  tempi  ciò  non  conviene,  ■  ec.  Indi  conchiudo: 


336  MANOSCRITTI  ITALIANI 

•  So  ne  vada  dunque  felice  con  la  hcnedilionc  di  Sua  San- 
■■  lidi,  el  seguitala  del  contìnuo  dalia  min  afTettionc.  Di  Roma. 

•  lì  12.  dì  Aprile  i6ai.«  L'i  [istruzione  abbraccia  80  pagine. 
Il  hfiu-uiìu-dtl  signor  Leonardo  Moro  Ambasciatore  Veneto  oppresso 
la  Maestà  Cattolica,  Vanno  HDCXXvlI.  É  compresa  in  aio  pa- 
gine. La  relazione  e  tutta  politica,  econccrnc  particolarmente 
i  diritti  e  i  doveri,  clic  hanno  i  principi  nel  governare  i  lor 
jHipnìi,  puro  una  -Li-ìmio  <li  ti l Lio  le  province  della 
Spagna.  É  divisa  per  capìtoli,  ed  è  piacevole  a  leggerai  il 
quarto,  nel  quale  ri  prova  die  1!  l'rinóp*  Ietterai  sarà  ■jfaiwsi- 
.111,  'un  nell'i  (jaerni  ,  ,ch>^ji<Tii!i>si  le  (jliliir/ioni  ,  pur  li!  ijimli  -1 
nirca  di  porsuaiiitrc  il  r;mtiarii).  Ili'  Hi  fatimi*  compitissima  della 
liijmiililii  11  ili  (senijui  imi  àii'orsi  intarlili  ai  suo  i/ai-eriio  et  leipji , 

fotta  nell'anno  i5g7.  È  divisa  in  56  capitoli,  ed  abbraccia 
]jo  pagine.  Non  v'ha  nome  ili  auioiv.  V'uu  dirsi  non  abbiavi 
iu  questa  rclaiionc  argomento  alcuno  clic  sic  negletto,  e  può 
chiamarsi  un  quadro  ewMi;  r  fedele  dolio  staici  di  quella  re- 
pubblica in  tutto  ciò,  che  a  quel  tempo  riferivasi  al  suo  go- 
verno cosi  nella  intima,  rlie  ueiìn  esteriore  Mia  aiumìnislra- 
/Ì!ni'\  IV  ed  ultimo.  D,-lk  pnii:i\',iaiii  ili  a'ifmi  Principi  nprn  !, 
Ducati  di  Montoni  et  Mniifiaratu  tuli  le  nnjiimi  ili  eianliiìlima ,  i'I 
le  risposte  a  latte  le  sopraddette  pretensioni  a  facon  del  serenissimo 
Carlo  Gonzaga  Duca  di  Nevers,  ce.  ec.  instraltiane  compilala  dal 
signore  G.  C.  A.  B.  È  contenuta  in  ]  io  pagine.  Dove  lo  scrit- 
tore fondi  i  suoi  principili  argomenti  per  sostenere  la  causa 
ilei  Goniaga,  penso  che  i  miei  lettori  ben  facilmente  se  n'av- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  33; 


10065'. 

3i  i .  Instruzione  del  Papa  Urbano  Vili"  al  Cardinale 
Ginnetti  suo  Legato  in  Colonia. 


Non  poco  importanti  per  la  storia,  per  La  politica ,  e  per  la 
religione  sono  le  cose  che  contengo» si  in  questo  codice,  si 
come  fa  ci  Ini  e  li  tf.-  risii  Ila  dalla  semplice  untila  del  suo  titolo, 
ch'é  il  seguente:  /nitrazione  Jota  al  signor  Cardinale  Ginnetti 
per  parie  di  Sua  Santità  Papa  Urbano  Vili'  ijaando  lo  mandò 
Legato  ile  latcrc  in  Colonia  l'anni'  ifijiì.  I.it  quale  sola  instru- 
zione comprende  tutto  intero  il  codice  dal  principio  al  line. 
La  guerra  allora  scoppiata  Ira  i  Immurisi  e  <di  Spagnuoli;  le 
divisioni  grandissimi-  ili  pareri  intorno  alla  religione  r.atloliea 
professata  in  alcuni  paesi  dell' Aleinagna  ;  le  turbolenze  della 
repubblica  di  Genova;  il  malcontento  dello  stato  Milanese  e. 
di  tutta  la  Lombardia;  la  somma  influenza  esercitala  dall'  im- 
piT.ilH.ri' ;  i  segreti  ]ii il nesi^i  della  repiiéblira  di  Venerili  :  lulhi 
questo  dà  in  vista  a  conoscere  quanto  di  per  se  stessa  esser 
dovesse  dilicala,  circospetta ,  ed  insieme  importante  1' «istru- 
zione, che  in  quel  tempo,  in  quello  circostanze .  e  in  quel  paese 
ove  radunare  dovevansi  i  ministri  di  pressoché  tutte  le  po- 
tenze, dare  doveva  il  pontefice  al  suo  cardinale  legato,  e  come 
capo  della  chiesa  cattolica .  e  come  principe  temporale. 


Digiiizefl  by  Google 


338 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10066. 

i.  Sommarti,  Storie  di  Conclavi,  o  Discorsi  di  argomento 


Gli  scritti,  i  quali  pressoché  tulli  concernono  l'Italia,  c 
che  contengonsi  nel  prese uti:  codice,  sono  i  seguenti.  Mi  con- 
finerò a  trascriverne  poco  più  che  i  ior  titoli,  pe'  quali. il  let- 
tore potrà  giiifliraiv  dclL  iiiaggmrtMi  minore  loro  importanza. 
I"  Sommano  di  latte  le  entrate  che  ka  la  Sede  Apostolica,  tanto  certe 
che  incerte,  fino  al  presente  giorno  i5.  ili  Marzo  i6o5,  et  anco 
l'uscita  ordinaria  et  straordinaria  <™  la  unta  de  proviiiimali  l'eroi: 
che  si  pagavano  unni  mese  ne!  I\a:lijaala  passato  di  Clemente  Vili"., 
con  li  Sommarli  di  tinello  che  mar™  possono  /ruttare  ogni  anno  il 
Canterlengato  et  tliesaurcrhi  gena-aie.  V.  ben  nuLibile  la  differenza 
e  della  natura  e  della  quantità  tirile  enlvate  ridia  sede  aposto- 
lica al  tempo  del  papa  (  rn^uw  XIII"  l'almo  1Ò76,  come  può 
vedersi  nel  codice  segnalo  n°  3^5,  e  di  quelle  di  1 5  anni  dopo 
nel  papato  di  deludile  \  ili",  uve  triniamo  un  aumento  pres- 
soché d' un  terzo  11'  Storia  del  Conclave  delia  Sede  vacante  di 
Papa  Innoconiio  Nono,  nel  -jna/o  fu  creato  Papa  Clemente  Vili: 
III"  Semina  de'  Capitali  [armati  ini  Caedinali  del  Conclave  da 


un  po'  binarli  alcuni  di  questi  rapitoli,  che  dovevano  poi 
essere  mantenni:  enn  giiii-amentu  l.il  papa  eletto.  Sono  essi 
a  !,  e  sono  seguitati  da  un  Discorso  soptu  il  futuro  Pontefice,  il 
quale  disvela  lutti  gì'  intrighi ,  giri,  e  rigiri  delle  Corti  innanzi 
clic  i  cardinali  si  radunassero  nel  conclave.  IV*  Relatiune  del 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  339 

Delfino  Cavaliere  et  Procuratore  ci  Ambasciatore  Veneto  ritornalo  da 
Roma  l'unnn  i:ìyfi.- — ■  QuhsI.l  ìvWimw  lunghissima  e  parlico- 
Isnssiiiia  ronci  i  iio  litui  solamente  lo  stato  papale,  ma  eziandio 
quello  di  altre  Corti  europee,  ed  è  indiritla  al  senato  vene- 
ziano. V"  ed  ullimo.  Storia  del  Conciare  della  Sole  cacante  di 
Papa  demente  Vili',  dorè  fu  >  malti  Papa  l.mnn  A/",  della  quale 
Monj  ìi Iti.i li. un)  copia  ii:  ulivi  cwliri  <lc!:.i  l'ililioicca. 


:ìkì.  Hnta/.ioui  (-(.iiÉ-t'inpiili  l'Italia. 

Sono  davvero  importanti  le  cose  che  si  contengono  in 
questo  codice,  delle  quali  j;li  iu^oini'iili  mi  fo  a  trascrivere. 
I"  Relazione  d' Italia,  dote  li  comprendono  malte  helle  partic-ilanin. 
Mi  sembra  per  alcune  coire /ioni  iiiliodoU.'visi,  e  per  altri 
indi/j  teiere  questo  lo  scritto  autografo.  11  nomo  dello  scrittore 
non  è  dichiarato.  Il"  Relazione  del  gotento  del  regno  di  Napoli. 
Questa  pure  non  ha  nome  ili  anioni.  Ili"  Ri  lozione  della  Corti- 
di  Soma  et  de  Riti  da  osservarsi  in  essa  et  de  suoi  Magistrati,  et 
ttljìcitcan  l'i  loro  distilliti  iiiunniiziiiui .  IV"  bin  arsi*  intaniti  all' noia 
di  Malta  di  Pietro  Dosino.  Parte  prima ,  della  Religione  di  S.  Gfo. 
Gitnnoìimitano  ;  seconda  parte,  dell'isola  di  Malta.  V°  ed  ullimo. 
Sommario  di  lutle  l'entrate,  cheba  la  Sede  Apostolica  tanto  certe 
come  incerte,  ec.  ec.  Vegga  il  lettore,  se  cosi  gli  piace,  l'ar- 
ticolo i*  del  codice  antecedente  u°  3]  i.dove  il  detto  som  ma  rio 
è  copia  di  questo. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


,.  Scritti  diversi  per  la  più  parte 
l'Italia. 


1  titoli  e  gii  argomenti  degli  scrini  compresi  io  questo 
codice  sono  ì  seguenti  :  I"  libazione  (iella  Corte  di  Roma  fatta 
dal  Cardinale  Navaijcro  amado  fa  Ambasciatore  al  Papa  Paolo  V°. 
per  la  Rqiabblica  di  Venezia.  11°  Gir  avvenimenti  pia  importanti 
del  a  ami  <i  buihilli-rra  J:.t/i.i  hi  p.-fjilj  li  Edoardo  VI',  fino  all'arrivo 
in  qaeireano  di  Filippo  d'Austria  Principe  di  Spaqna.  Ili"  Relazione 


Venezia  intorno  alle  caie  de'  Turchi,  auando  fa  Bailo  a  Costan- 
tinopoli per  la  Repnbblica  stessa.  V  Particolare  informazione  fatta 
al  Re  Filippi/  ili  Spanna  sopra  le  uaicre,  che  possono  ordinare  li 
Veneziani,  il  Grati  Turco,  i  Sua  Maestà  Cesarea;  [puntovi  un 
breve  discorso  sopra  il  regno  di  Napoli.  VI"  Discorsa  di  Antonio 
Daria  sopra  le  cose  Tareheschc  per  fui  ih  muri:.  \  il'  lustrazione  di 
l'wtro  il'  Ajohlin;  \ii!  ,ir,>>  alla  'ila  hV.'rjjjonc ,  clic,  feci:  all'  ì tiipcrult.-r, 
s«pra  li:  cose  di  Sicilia.  \  IH'  Notizia  di  ideimi  lutti  importanti 
accaduti  in  Siena  l'anno  ió5o;  giuntavi  la  risposta  dalli  Se- 
nesi quale  fu  mandata  alla  corte  dell'  imperatore  ;  e  di  più, 
la  copia  della  scrittura  mandata  da  Sieua  a  Don  Diego  in 
Roma.  IX°  ed  ultimo.  I  capitoli  contenuti  nello  strumento 
della  conveiiiione,  che  Su  fatta  con  li  Senesi  medesimi.  La 
relazione  al  n°  111"  dei  contenuto  in  questo  codice  è  copia  di 


Lll^:l.:0"J  Lv 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3fii 
quella,  che  leggesi  all'articolo  3°  del  ò°  dei  iodici  segnali 
»■  a33. 

10068. 

3)5.  Relazioni  concernenti  la  Corte  di  Roma,  la  Repubblica 
veneta,  ed  il  regno  di  Spagna. 

Si  contengono  in  questo  codice  le  cose  seguenti  probabil- 
mente tutte  inedito  :  1°  Relazione  della  Carle  e  Governo  di  Roma 
et  de  Riti,  Ordini,  et  precedenze,  che  in  essa  si  osservano.  Il'  lie- 
latioae  di  Roma/atta  ne!  Senato  Veneta  adi a  a  di Novembrenel  1 6a3. 
dall'  Lccclkittiisiiim  itouar  Raimeiv  '/.ti-.i  qtà  slafci  Ambiisiuitorc  in 
Romaperla  Repubblica  Veneta.  111°  Relatione  ietti  Prcncipi  il Raìia. 
Non  ha  nome  di  .-nitore.  ì  \  "  li:'ltt:iont  dclk  HcpubklL-a  di  Vanna 
/atta  atta  Maestà  del  Re  Cattolico  Filippo  III'.  Re  di  Spagna  per  il 
suo  Ambasciatore  Don  Alfonsa  della  Qucua  Residente  in  Venezia 
Vanno  1G19;  diversa  da  quella,  che  leggesi  all'articolo  a°  del 
i°  dei  codici  segnati  n°  j33.  V"  Relazione  al  Veneto  Senato  del 
Ciarìssìmii  Signor  Tommaso  Contarini  ritornato  Ambasciatore  di 
Spagna  l'anno  t5o3.  VI"  ed  ultimo,  è  una  ben  lunga  e  circos- 
taniiata  Relazione  Lillo  sli'sso  senato  veneto  del  alarissimo  signor 
Francesco  Vendranùno  Cavalieri,  ritornato  dalla  Cattolica  Maestà 
l'anno  i5g5;  e  questa  concerne  intieramente  lo  stato  politico 
ed  amministrativo  del  regno  di  Spagna. 


J4i  :  MÀTfOSCMTTl  ITALIANI 

10069. 

3  16.  Relazioni  sulla  Repubblica  di  Venezia, 
sul  regno  di  Francia,  e  sugli  Siali  della  Savoja,  di  Ferrara, 
e  di  Firenze. 

Cartaceo,  in  i'.  carilteri  corsivi,  di  rupne  600.  spcolo  Ulf, 
bea  «UMrvllo. 

Le  rcléiiioiii  importantissime  die  sì  comprendono  in  questo 
codice  sono  le  seguenti:  1°  del  cluriuimo  messer  Antonio  Thiepolo 
(Ornalo  Ambasciatore  dcììa  Repubblica  di  Ventila  presso  il  Cattolico 
Re  Filippo  d' Austria;  ed  è  la  stessa  che  leggesi  all'  articolo  4' 
del  codice  sognato  n"  3a3.  11°  Del  regno  di  Francia  fatta  dal 
durissimo  signor  Giovanni  Corra™  ritornata  Ambasciatore  della 
Hepabblica  dì  Vtiiriin  prrxo  qut-l  nano.  Ili'  Rclaiione  di  Stato, 
font  et  Governo  della  Repubblica  Venetiana  fatta  al  Cattolico  Re 
Filippo;  non  v'  ho  il  nome  dell'ambasciatore,  ma  fattine  i  con- 
fronti m'avvidi  esserne  autore  quel  Cueuo  o  Quei»  medesimo 
che  aveva  già  mandata  alto  td  jiionc  sullo  .-(i  sso  argomento 
al  suo  re,  e  eli' è  all'arti"'!»  del  militi!  antecedente  n"  3  |5. 
E  veggo  pur  il  lettore,  se  sii  piaci;,  anche  l'articolo  a'-  liei 
codice  11°  ICfG.  IV"  ìMntiane  <l>l  ilarisumn  synor  Francesco  Bar- 
baro, ritornato  .Unlnì:  latore  ddia  fU'ptdL'i?:i  ih  Venezia  presso  il 

n  leggersi  le  cose,  che  in  questa  reìaiionc  si  contengono. 
\  "  jWfciotti;  il'  una  Amlutsciitture  Yi-iii-iìutio  ptvssu  il  lìnea  di  Fer- 
rara al  Serenissimo  Dnec  di  Venezia  salto  stato  di  onci  Ducato. 
VI"  Relazione  salio  stato  di  Fiorenza  M  durissima  signor  Francesco 
Gussoni  ritornato  Ambasciatore  da  quel  Gran  Duca  per  la  Serenissima 


Oigiiizcd  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL.  RE.  Ì4S 
Repubblica  di  Venezia;  ed  è  quella  slessa  relazione1,  ehe  leggera 
nel  codice  segnato  a"  3og.  :■■  -'.v'i  i.,.  ■  .  . 

10070. 

317.  Raccolta  di  Discorsi,  Lettere,  Capitoli,  Sómmarii; 

ed  altri  scritti  sopra  argomenti  diversi.  '  ■'< 

Cartaceo,  ini",  drillcri  coisivi.  <li  pjginc  .100.  secolo  m".  di  diiìius 

Preiioso  codice,  il  quale  contiene  de'  discorsi,  e  trattali, 
e  relazioni,  e  sómmarii,  ori  altri  scritti  lorsu  tutti  inediti,  di 
argomento  diverso  e  di  tanta  importanti!,  clic  nulla  pift. 
Eccone  il  contenuto.  I"  Discorsi/  d<-t  l'aia  ì'tu>!a  Quarto  al  Car- 
dimi* Caraffa  sopra  il  negozio  della  pace  col  Serenissimo  Re  Filippo. 
tP  Copia  del  Trattalo  della  pace  coni™  ala  tra  il  Papa  Paolo  Qaarto, 
e  h  Maestà  Catiuli-n  di  Filif./u/.  111°  Capitali  MI' acconto  detta 
Francia  eoa  Ugonotti,  e  lettera  delia  Regina  madre;  la  quale  lettera 
porta  la  seguente  sottoscrii  ione  :  Data,  al  campo  plesso  San 
Manin,  alti  ai.  dì  Mano  ]  563.  IV"  Capitolo  dell'  amicitia,  et 
buona  vicinità  tra  la  Maestà  Cesarea,  etl'EccUmo.  signor  Ferrando 

servatìono  fatta  dalT  Imperatori  Carlo  V.  aili  signori  di  Basilea. 
VP  Leon,  tra  la  Santità  dì  N.  Signore  Papa  Leone  Decimo  et  ti 
signori  Svizzari.  VIP  Sommario  dille  forme  et  modi  del  nogotiare 
de'  Svizzari.  Vili0  Si/numm.;  -l' ulruni  ma-tisi,  fi  ntse  più  degne 
accadute  ne'  Svigorì,  i.l  came  Xiiriu-li  fu  cttijictttu.  1  V"  ('.i/mpciulinsu 
Storia  delle  guerre  della  Borgogna.  X°  La  forma  che  serbano  li 
signori  Grisoni  ne!  Reggimento  et  Goiernosao,  et  modi  di  negotiare 
seco  loro;  et  coinseleggono  li  tre  Capi,  et  ìi  Capi  trenta  tre  Comuni", 


Uà  ^MANOSCRITTI  ITALIANI ' 

ifiiali  diversamente  sono  nominati.  XI*  Sommar]  di  Gapitalationi fra 
diversi  Principi  Cristiani;  cioè  ini  o:i  linci  nnd  osi  dall'anno  i5io 
tra  il  papa  ed.  i  Veneziani;  indi  tra  l'imperatore  c  la  reputi- 
la i  G  ;  tra  l' imperatore  Massimiliano ,  e  Carlo  di  Spagna ,  ed 
Enrico  d'Inghilterra  l'anno  1616?  tra  Leone  \"  ed  il  re  di 
1'" rancia  l'anno  1  T>iy;  Ira  lo  stesso  papa  e  Carlo  V"  l'anno  i5ai; 
tra  Clemente  VII"  ed  i  Vem^.i.mi  <V  una  parte,  e  Francesco  re 
ili  Francia  dall' altra  1'  armo  1  rn  .'t  ;  tra  Callo  X'  e  il  re  di  Fran- 
cia l'arimi  1  r>'j(i  ;  tiri  Clemente  VlPn  l' esercito  dirll'imperatorc 
l'annoi527;  tra  Carlo  Ve  Francesco  re  di  Francia  l'anno  1619; 
Ira  Carlo  V*  i  Veneziani,  il  ro  d'  Ungheria,  e  il  duca  di  Mi- 
lano l'anno  ìBin;  Ira  Clemente  VII"  e  Carlo  V,  nell'anno  me- 
desimo; tra  Carlo  Ve  Francesco  re  di  Francia  lo  stesso  anno; 
traCarlo  Ve  il  re  di  Francia  l'anno  i538;  Ira  Carlo  V"  ed  i 
Veneziani  contro  i  Tintili  l'anno  1  j38;  Ira  l'imperatore  e  il 
re  di  Francia  l'anno  1544;  tra  Paolo  111°  e  Carlo  V  contro  gli 
eretici  ed  i  protestanti  dell' Alle  magna  l'anno  i546;  tra 
Carlo  Ve  Ferdinando  coi  principi  dell' AHemagna  l'anno 
tra  l'Viilinando  imperatori-  u  .Solimano  re  de' Turchi 
l'anno  Stesso;  tra  il  re  di  Francia  ed  il  re  d'Inghilterra  l'anno 
i5ig;  tra  Paolo  IV*  e  Filippo  re  di  Spagna  l'anno  i5Ù7; 
Ira  linrico  di  Francia,  e  Filippo  di  Spagna  l'anno  i55n;  de' 
quali  sommarli,  hencue  alcuni  potili  sieno  scritti  in  latino, 
pure  pensai  di  togliermi  dal  mio  proposito,  e  dar  notizia  di 
tutti  a  fine  di  non  interrompere  il  (ilo  tir  ila  storia  di  que' 
tempi.  XII"  Relazione  ili  anello  che  ja  di  bisogno  ogni  anno  per 
sostentare  duecento  yak-re,  cento  Savi,  et  cinquanta  milia  Fanti, 
dieci  milia  di  Alien; ani ,  dica  milia  Spagnuoli,  sci  milia  Valloni, 
eintiauattro  milia  Italiani,  qtiuttro  milia  et  cinquecento  cavalli,  sei 
milia  guastatori,  trenta  cannoni  di  batteria  di  crnoBanfa  libre  di 


DigitizM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  346 
parlata  l'uno,  dndiei  pi-:;:  de:  nmpinimi  di  iene  ìihe  di  portala  I'  uni/, 
et  tatto  il  di  pià  eh' è  stato  capitaiato  per  li  confederati  detta  Lega; 
et  la  spesa  si  ha  da  riparli:::  in  ni  /«irti;  dette  ipmli  in:  ini  da  pinjare. 
Saa  Maestà  tre,  i  signori  Venetiani  due,  et  Stia  Maestà  Cattolica  una. 
Onesta  relazioni!  è  luii<;liis5Ìma ,  e  minutissima  iu  tutto  ciò  che 
concerne  le  spese  andic  le  più  picr.inle.  r.  In  latta  iti  Madrid 
il  dì  iS  di  luglio  l'anno  [5/1.  La  sub  lettura  ili  essa  relazione 
dimostra  egli  è  vero  quanlo  i  tempi  noslri  sicno  diversi  da 

lf  II  fili,    liJ.'L    ilItll.'St   l'i!    l]li![',IVÌ«-iÌarr!    ili    |li>ll-,l  1  III  11    fili»    pili'  lil>- 

\  citerò  scoitciv  pili  ili  I resimi i  or:  ini  nn=me  i r i ; .n  -ti iil.'r/.ione 

di  1G0,  ed  incomiuciano  cosi:  Un  Principe  se.  col  mezzo  dei  suo 
AmJ.ijyinluri:  midi:  inpieiiarr  Ciinii  dm:  prima  iinjaiitnire  fArnhas- 
a'atóre.  E  l'uì lìmo  comincia  in  questo  indilo:  Così  sì  vede  che  tki 
si  umenm  am  urie  o  per  dir  meni:':  i.m  nnabhe.  itmrtcntia  è  pi" 
grato,  e  più  fa  il  fittiti  suo.  Curii"  ù  ln.ui  noto,  furono  già  pubbli- 
cati più  volte  gii  Avvertirli™ li  o  Incordi  del  Guicciardini .  e 
per  la  prima  volta  in  Parigi  per  le  stampe  di  Federigo  Morello 

che  il  numero  i3S,  che  nella  edizione  paridua  corrisponde 
al  n'  i36,  in  qnrsto  codice  è  scritto  così:  «lo  ben  sarei 
<  pronto  a  cercare  le  mutationì  degli  stali  clic  non  mi  piaces- 
•  sero  se  io  potessi  sperare  mutarli  da  me  solo  ;  nia  quando  mi 
■  ricordo  che  bisogna  turu  compagnia  con  nitri ,  et  il  più  delle 
.  volte  con  pani  et  con  maligni ,  L  quali  o  non  vogliono  o  non 
«  sanno  Intere,  o  se  tace  ione  non  .uni  no  fu  re.  non  è  cosa  clic  io 
■■  nbborrisra  più,  die  il  pensa  re  a  questo.  ■  Osservai  pero  clic 
qualche  parola  è  siala  introdotta  per  altra  penna,  che  sembra 
posteriore.  Pure  siccome  nelle  successive  ristampe  ,  sccondo- 
chè  ce  ne  instriii>>r  il  Gamba,  acculi  I  ero  non  poche  (ori azioni, 


.5Sr.  MANOSCRITTI  ITALIANI 

i.i.im  non  ilnv'  essere  :li-tLiio,  ti  il'  di  questa  antica  copia  io  ubbia 
dato  poi  numero  ili  essi  liieonlt  audio  il  principio  del  primo 
e  dell'ultimo.  Sappia-i  in  oltre,  elio  questa  copio  6  corrct- 

che  gli  JiT'f .'!,'.'  liiuuio  non  poche  differenze  da  quelli 
stampati  in  Parie,!  ,  come  può  vnlersi  l'affrontandogli  insiemi;. 
XIV  Sommario  delie  risposte  fatte  dall'  imperatore  al  cardinale 
d'Imola,  Legato  per  la  pace  nel  1553,  scritto  di  mano  del  detto 
l.rgtttti.  Si'ittmtiiì  ilriU  rjj/irjsd'  di  If  '/isryj.cfr  d' .Ina  per  parte  dell' 
Imperliti:*?.  \  \  '  /irj|rri(f '"«;(!■  'lata  da  I. 'natia  l'afta  III"  il  Mimsiilliar- 

d'Imola  all'  ultimo  di  marzo  fauno  i  55 1  )«?rC  (muratore;  del  la  quale 
il  duca  Ottavio  di  Savoja  :  ■  Dall'  altro  canto  ci  pare  gran- 

■  'lì-isilUII  Vi  !!'!!!  i^riil  (Il 'II'  lltlj!CI'ilt!MT  l'I  Ni. «I  IVI  ,  •■!  ili  pi'  l'U  ìr.il  ISIJ 

"  esempio  in  perpetuo,  clic  un  vile  verme  j  comparai  ione 
»  nostra ,  qual  è  Ottavio ,  ~  ec.  Dopo  di  ciò  seguono  al  numero 
di  circa  3o  diverse  sc.i  il.ture,  e  risposto,  e  novelle  instruiioni 
dello  stesso  papa  Giulio  111°  al  sopra  ri  ile  Ito  cardinale  d'Imola, 
ed  a  varie  altre  persone  c  pubbliche  c  private,  le  qnaJi  si  rilp- 
risr.ono  a'  domini  i  e  di  ridi  temporali  di  esso  papa,  non  sola- 
mente sopra  di  ciò,  eh' ci  già  possedeva,  ina  altresì  sopra  di 

«  maser  Domenico  del  .Vero  mandalo  da  Paolo  IV  al  Daca  a"  Alca 
in  Napoli  in  n'.^'u.'fn  di  limitila  fmrti>  il  nitrii'  ih  San  Valentina  a 
nume  di  Saa  Eccellenza.  Di' Ruma  li  s  ]  di  Agosto  1  55G.  XVlPinj- 
trittlitme  ili  iliiw.ii'  i  uintiwssiinii  dilli-  dn  l'io  I V"  a  Monsignore.  Vis- 
conte, che  fu  poi  tardinole,  r/nando  and/i  al  signor  Daca  d'  Urbino, 
K\ 111°  Alcune  lettere  contenenti  cose  segretissime  intorno  al 

dell'imperatore  Carlo  V 

li  l>]-u\i-b'.  (l:ll  'MI  rituale 


DELLA 'BIBLIOTECA  DEL  ItE,  Hi 
d'Hicaslro  l'anno  i548, e  indili  tie  ad  alto  personaggio  di  cui 
tarasi  il  nome.  XIX"  Ricordo  per  il  cardinale  di  Scrmoneta  col 
siijnor  cardinal  di  Ferrara  et  r.™  awiuìgnr.r  di  Tltermcs  prima ,  cidi 
poi  con  li  Capi  d,-lla  llcpnUlaa.  ili  Siena;  dopo  il  qóaìe  Ricorda 
seguitano  alcuni  Arveniim  mi  par  \l  rariiniiia  <i  lumia  imi  ■'  Imp— 
rotore.  XX°  Arrtrlinienli  par  il  cardinale  Sun  (iinryiactil  Redi  Fran- 
cia. XXJ"  Instntltionc  all' Abate  Pasciti  aHi  ixvin  di  maggio  l55a. 
XWl'DiivnesrritturriWvarir.  materie,  i^truiiimi,  memoriali, Slip 
pliche,  et.,  il  tutto  a' tempi  di  Paolo  111*,  e  eli  Carlo  V".  XXIII*  Ca- 
pitali che  si  delibami  nssi-mirr  in  anni  si  roiiiia  armata  o  galera. 
XXIV*  ed  ultimo.  Dùcono  «rea  (a  mirabile  reformatione  di  Santa 
Chiesa,  H  della  conversione  degli  infedeli ,  [andato  sopra  alcune  pro- 
fezie. Benché  l'autore,  eli'  è  ignoto,  dì  questo  discorso,  volen- 
dosi scni|ir(!  l'ondare  sulle  profezie,  sembri  clic  l.ilvolla  prenda 
qualche  granchio,  ciò  non  ostante  è  indubitato  che,  gene- 
ralmente parlando,  ei  1.1  pensava  assai  bene,  ed  il  fine  del  sito 
discorso  è  pi  ustissimo. 

10071. 

3 1  a.  Racconti,  Proposte,  Discorsi,  Trattati,  Lettere, 
l'i.I  nitri  scrini  ili  viirio  argomento. 

Cariatisi,  in  A',  eoralliiri  rursiii.  ili  nijn'nc  libo,  secoli  ivi- e  ivii",  ■ 
di  buona  conservatane. 

Non  meno  prezioso  del  codice  antecedente  a'  ii-j  é  pur 
questo  che  abbini™  .jo'.to  dcpli  occhia  ami  li:  natura  e  gravità 
degli  ni  pon  leu  ti,  che  vi  si  trattano,  il  rendono  anche  più 
prezioso  dell'altro.  Gli  scritti,  che  vi  si  conterigono,  sonò 
questi:  \°  Discorsa  svila  guerra  civile.  Non  è  notato  il  nome 
dell'  autore;  ma  lo  scritto  sembra  per  molti  indiij  l'autografo. 


Ì48  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Incomincia  cosi:  -Clic  uell' Universo  riabbiano  mai  sempre 

■  t . i ni [ii ^ jjtì ti li::  lo  civili  guerre-,  imi  |.nò  negarsi ,  o  Signori.  In 

«  denti  hebber  principio  le  create  cose,  j  ce.  ce.  Sono  citate  a' 
margini  alcune  lesti  umiliarne  della  Scrittura,  de  santi  padri, 
•:  de'  pncti  anticlii  latini.  II"  Risposta  del  Re  Cattolico  alli  mani- 
festi pahliluaù  dal  Ile  il:  h'iatieia  il  mesi  ili  (riugno  1  G35.  Ili"  Ra- 
lf.'ii  ninni  ni'!  sianiuah:  Aceeideniieo  di  >',:rolamo  Unico  recitato  lidi' 
Accademia  la  Domenica  ili  Passione  a  a5  Marzo  iG35.  in  Siena. 
IV"  Racconto  della  prigionìa  c  morto  del  Principe  di  Spagna  Dos 
Carlo  iAaitria,  cavalo  dalle  lettere  scritte  al  signor  Canlinak 
Aiessuialrinn  da  neMisti/unre  .iridi  cs™-f.  di  Innsann  ali  hera  iVnirrn 
di  Spagna,  che fu  poi  Papa  Urbano  VIP.  Dì  Madrid  li  37  di  Lu- 
glio i568.  V"  Memorie  e  scritture  diverse  intorno  alla  Re- 
pubblica di  Vcne.-ia;  intoni"  a!  marchile  l'ina  Maria  d'onci,, 
i-A  interrili  ;:1  ::;iur.i]  iterilo  ili  l'eilcltir  contro  il  siijnor  Hoii'urd 
Inglese.  VP  Breve  Trattato  della  natala  e  tjualitn  del  legna  l'ussite 
minerale  iinihta ,  di  Frniaesen  'i'eiluti  I. iian,  da  Fabriano;  e  parmi 
sia  lo  scrino  autografo.  VIP  Sono  qui  unite  insieme  le  scrii- 
ture  seguenti,  cioò  :  la  copia  d'un  decreto  del  papa  Grego- 
rio XV  fatto  in  Roma  li  ao  aprile  i63i,  concernente  alcuni 
affari  domestici  de  conti  Sigiamoli  rio  e  Curi  li  listelli  Malatesta 
di  Rìmini;  —  inlorrri.i/.iritii ,  die  (liisiilei;i\a  il  cardinale  de 
Bagni  dal  nunzio  apostolico  in  Parigi  sulle  manifatture  della 
I-Villici  il  ;  —  copili  ''-'il,  'ilcrr!  del  ugnar  di  Laudi:  Amie.l.iiialnee  di 
S.  .1/.  Ci  li  II  ri  ir  '.ssimn  all'i  iiijii  ;n  Pialisl.il  il  Riififi'ilti  dei  Ciiill'jdu  di 
ihrmiiì,  scritta  di  Coirà  a'  28  di  marzo  iG35  ;  —  altra  copia  di 
lettera  dei  duca  di  Roano  allì  Voìtellini; —  nota  di  tutti  fi 
benefizi .  che  sono  nella  diocesi  di  Cervia  nel  Ferrarese;  — 
Ojii.diU.iiui  fatte  dare  dalla  Mursia  dd  S-jmiiisimu  Vliali.daii  Quarta 
RediPolonia  et  Stictia  al  Rascia  Generalissimo  dell'armi  Tineìai-lt- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  Ha. 
centro  la  Polonia,  per  la  pac-j  stuliliiti  ni!  Turco  ;  —  racconto 
della  entrata  che  fece  a  cavallo  in  Roma  il  Duca  di  Crcpi  ;  — 
lettera  del  duca  di  Lorena  a  inai  Sfati  carissimi  e  fedeli;  — 

—  decisione  sulle  controversie,  che  nascere  potessero  tra  f  Ambas- 
ciatore francese  et  Ì  Priori  della  sacra  lldiaiiie:  di  Unita  : —  od  in 
fine,  una  lettera  autografa  di  Irà  (li  rota  ino  ibi  N  a  mi  cappuccino 
de'  G  soltoiubrt:  i  fi'j  j  .  scritta  ai  cardinale  [.ante  sulla  rinuncia 
da  cssii  ialta  .ni  governo  dulia  CliifSi  ili  \anii.  Vili"  Proposta 

fatta  al  Clero  di  Francia  per  parte  di  Sna  Maestà  dalli  signori  di 
Leon  et  Aabruij  commissarii  di  S.  M.  cimt  In  validità  del  matrimo- 
nia contralto  fra  il  Duca  d'OrUun-,  et  in  Principessa  di  Lorena. 
IX°  Alcune  lueinurie  ooncernenli  rnse  interne  di  lloiua;  giun- 
tavi la  genealogia  del  papa  Paolo  IV".  X"  Risposta  intercetta  del 
cavaliere  Carandini  residente,  al  manifesto  del  duca  di  Pal  ina, 
con  due  lettere  autografe  di  Paolo  Alaìconc;  ed  una  terza  pur 
aulopiala  del  eanl in. ile  IViliT-ii'ii  [iurroiiifìti  al  cerile  Federico 
Borromeo,  di  Milano  io  novembre  i6ì8.  XI"  Proclamazione  di 
Luigi  XII".  Ite  ili  /'rancia,  per  la  osale  dichiara  sacri ,  ni  inialiU.-ili 
i  suoi  diritti  sopra  il  Dacato  di  Milano.  XII'  Copia  della  lettera 
scritta  dal  Serenissimo  signor  Duca  di  Parma  al  signor  cavalieri 
Contadini  suo  Residente  in  Roma.  XIII"  Racco/tu  delle  manieri 
pia  approvale  da  Anturi,  oravi  di  preparare  le  carni  delle  vipere. 
XIV  Relatione  della  venata  in  Ancona  del  Patriarca  Atemsio  Pa- 
telaro  Patriarca  ili  tj<iUmt::m:inli  ne!  m ::;e  J:  r-tbilm  1 1)35.  "XV'  Ar- 
ticoli segreti  delia  Lega  tra  il  Re  di  Francia,  e  l'Elettore  di  Baviera. 

—  Questo  è  ciò,  che  di  più  importante  compirai  desi  in  questo 
codice:  ma  re  olii  :dti  i  te  ritti ,  la  più  parlo  'conosciuti  ed  nie- 
llili, vi  si  limano,  si  coim  poesie  in  lolle  di  alcuni  papi;  — 
indulgerne  senza  line  d'Innocenzo  111°  e  di  Paulo  IV'  a  diversi 
principi; —  relazioni  varie  intorno  ad  alcuni  stali  della  Ro- 
magna, e.  specialmente  delie  città  di  Perugia  e  di  Orvieto; 


36o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

—  il  testamento  dei  cavaliere  Ubaldini;  —  altro  del  tonte 
Fabrizio  Ba^no; —  altro  del  conte  Alfonso  Slronii  —  Pros- 
]>etlu  statistico  dell'  armata  francese  io  Italia  al  tempo  di 
Luigi  XII'ì  —  c  Trattati  di  pace  fra  divorai  principi;  delle 

notizia,  poiché  l'esame,  ed  una  particolare  dichiarazione  del 
merito  intorno  a  lutto  quello  che  contieni!  in  questo  rodici' 
richiede  reh-Wo  assai  più  di  Imi™,  die  a  tue  non  è.  conceduto. 


10072'. 

3l().  Racconto  di  ciò,  che  principalmente  accadde  nel 

I  1  iVj-ll'Ill.l       •     I      'l'Il     «      liUi      li     «   III-     ■•  .'  .1.1- 


Conteii gonsi  in  questo  codice  gli  scritti  seguenti  :  I"  In 
Diario,  ossia  un  racconti)  storico  ili  ij\:dh  ci' è  successo,  e  di 
osella  che  si  trattò  nel  mero  Concilia  Tridentino.  Quello  Diaria  è 
diviso  in  sette  lihri,  c  coir. prende  la  meli  del  presente  crosso 
volume  composto  d'oltre  a  700  pagine.  Non  risulta  clii  ne 
sia  l'autore,  ma  panni  pater  asserire,  por  lo  studia  che  ne  ho 
fatto,  die  la  verità  e  l'imparzialità  sietw  stale  sempre  le  sue 
^uide .  eù.sif.diè  |n, ti  rin  11 10  con \enicn tonici] le  in  litol.irlc  :  Sfarla 
di  auanto  prinàjiahuadc  i-  uri  w-.ra  nei  (.'fini  iliu  ili  'i "malo.  Ho  fatto 
qualche  indagine,  ed  inslituilo  qualche  confronto  con  altre 
Storie  di  quel  concilio,  ma  non  mi  riuscì  di  scoprire  l'Autore 
di  questa  ,  die  forse  6  inedita.  A  lume  dogli  studiosi  lettori  no 
trascrivo  le  prime  linee.  Incomincia  cosi  :  •  Giulio  Secondo  at- 
■  tose  più  alle  anni,  dir  ni  :iiin  isterilì  saccrdolsle:  r  iter  il  granii-? 
.  Imperio  assunto  ha  vera  necessitalo  molti  Cardinali  a  separarsi 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  35, 

■  da  lui ,  i  quali  pensarono  ili  far  chiamare  un  Concilio,  c  furono 

•  lavoriti  da  Ludovico  Duodecimo,  c  fu  scoiumunicato  dello 

■  Papa.  Leone  Undecima  (  clic  gli  successe  )  riconciliò  li  Cardi- 

•  nali.et  il  Re  Ludovico;  et  ebbe  più  politica,  che  religione,  «ec. 
11°  hstrattioue perii  Cardinale  Sermoaeta  con  Scardinate  ih  Ferrara 
e  con  Monsignore  di  Termes  prima  che  con  li  Copi  delia  RepnMka  il 
Siena.  IH*  Propalinone  fatta  dall'  Ambasciatore  Siman  Centanni 
alla  Santità  di  Nostro  Signore,  et  al  Gran  Duca  dì  Toscana,  et  alli 
Duchi  d'Urbino,  Modena, et  Mantom,  et  Parma  per  occasione  delta 
guerra  fra  la  Repubblica  ili  Vt'nitiu,  tt  l'An  i'incn  Ferdinando  di 
Grati.  ]V  Estratto  delle  ragioni  e  doglienze,  che  la  Regina  Madre  ha 
fattcal  Re  suo  figiinuto.  V,  nel  l'ine  leggcsi  :  ■  Fu  confinata  come 

■  prigioniera  in  Blois,  e  scappò  presso  ii  Duca  di  Pernonc  in 
.  Angoulcme.  .  V  /fetali™*  dello  slato  e  forza  di  tutti  li  Principi 
d' Italia.  È  quella  stessa  relazione,  che  ìeggesi  all'articolo  a" 
del  codice  segnato  n'  307,  di  cui  s'è  detto  a  suo  luogo. 
VP  Relatione  di  Spagna  di  Tommaso  Conlarini,  eh  poi  fu  Ard- 
vtxoca  di  Candia,  fatta  in  Senato  guanda  tornò  Ambasciatore  della 
Repubblica  di  Vmu-iia  l'anni  1  jn.H;  relazione  clic  sembrami  tanto 
esiuanic-nti'  v  !!ui<lieil,..an!t'utc  se  riti,  i,  quanto  importante  a 
leggersi  ;i nelle,  a'  1 1  ■  rti ;n  110-lri.  l'i  certi  1  hen  pii'i  importante  ili 
quella  che  Inscio  scrina  Mi.  fiele  .Sui'ianu  -(.jirii  In  stesso  argu- 
iiienli..,  .■  che  jjii"  hjiyersi  o.-l  seccmio  ile'  coihci  «gnali  col 
n"  2  33.  VIP  Disiiirin  intimiti  a'  limi  ni  ivi  ihv  si  fumili  (E  Napoli  alla 
Militili,  iltì  Hi-  C'uin./rij)  -  et)  l'f.i'Tiisi'itìr:  -hlia  ,<ci  irririeiu  lìumiindtitii  1:11 
Don  Fernando  Enriguez  ile  Ribcra  Duca  il  Alcalà,  e  Viceré  di  guel 
regno  l'anno  1639.  a'  5.  di  Dccembre.  Non  v'ha  nome  di  autore, 
e  il  discorso  incomincia  coni  :  -  fra  l'ai  In:  insiippoitabili  gru- 
»vezzc  ili  tributi,  gabelle,  e  fuochi,  e  IÌmmlì,  e  ;ale,  e  iilìop- 

■  giamenli,  e  guardie,  et  iin|>usiiioni ,  che  soffre  il  Regno  di 
«Napoli  da  quarant' anni  in  qua,  sono  alcuni  donativi,  uno 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


«  do'  quali  si  chiama  ordinario  e  rigoroso,  un  altro  grazioso, 
ie  il  terzo  straordinario,  che  si  fa  nella  nascita  di  tuffi  fi- 
-  gliuoli  del  Re,  iloodt-  tuoi  cu\nru  Sua  Maestà  da  cinquecento 
■  mila  Ducati  l'anno,»  ec.  ec.  Vili*  ed  ultimo.  Congiura  di 
Piacenza  contro  Pier  Luigi  Farnese  l'anno  1H7,  descritta  per  Già- 
liana  Gottlùù.  È  diversa  questa  scrittura  da  quella,  che  pur 
leggesi  con  piacere  all'articolo  5"  del  codice  segnato  coi 
n"  'io/a  ma  e  quanto  allo  stile,  e  quanto  all'ordine  delle  ma- 
terie, parmi  ben  Hiipn'iure  ls  prtscnlu  ih'!  Cùiulmi,  l;Ììl  noto 
autore  della  vita  di  Don  l'Viramli)  {imiin^.i,  the.  In  pubhli- 
cata  in  Milano  per  il  Poniio  l'anno  1&7Ì,  in  4".  11  presente 
codice  n°  3  ]  9  fu  dapprima  presso  d' una  particolare  biblioteca 
di  Venezia,  donde  sorti  l'anno  1611;  indi  l'anno  iG43  passò 
in  quella  di  Vincenzo  Goubauldt;  dì  poi  alcuni  anni  dopo  in 
quella  dell'arcivescovo  di  Heìms,  dove  fu  registrato  sotto  il 
n°  45,  e  da  ultimo  se  ne  venne  a  riposare  in  questa  regia 
Biblioteca. 

10073. 

5-to.  Testamento  de'  due  Cardinali  Gambata  e  Savello. 

r.arUcec.  in  4".  clralleri  conivi,  di  pagine  100,  jecoli  ITI*  e  IW, 
di  buona  consemftLOne. 

ltu(.'  tostaiucnti  autentici  si  comprendono  in  questo  codice. 
Il  priiun  è  quello  che  fece  poco  tempi!  prima  della  sua  morte 
il  cardinale  Gii).  frantelo:)  Gambara  Bresciano,  l'annoi577. 
Esso  è  alquanto  lungo,  e  per  la  più  parte  non  riguarda  che 
gl'interessi  delia  propria  famiglia;  ma  piacimi  di  riportarne  le 
ultime  linee,  per  le  quali  si  può  conoscere  come  taluno  possa 
talvolta,  raramente  però,  sentir  assai  bene  di  se  medesimo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  353 
sema  superbia  e  facendone  in  buona  fede  una  quasi  pubblica  di- 
chiarazione. Condii  ude  rosi  :  «  !'i;itque  alla  santa  memoria  di 

■  Pio  V"  non  solo  d'impiegarmi  nella  età  mia  di  trenta  due 

■  anni  nell'offitio  della  Inquisitone ,  ma*ltresì,  sia  detto  scn sa 
<  jattantia,  d'appoggiare  in  mail  peso  di  quel  santo  Tribuna  lo; 

•  e  sono  grato  a  Diodi  non  aver  a  chiedergli  perdono  se  non  di 

■  negligenza ,  o  di  poco  sapere ,  non  essendomi  mai  per  alcuna 

•  passione  o  di  amore ,  o  di  odio,  o  altramente  partito  dalla  di- 
.  ritta  slrada  un  puntino.  •  Dopo  il  testamento,  seguono  le  me- 
morie, e  conti,  e  lettere,  e  note  di  debitori  c  creditori,  e  pub- 
blici e  privati,  il  tatto  concernente  l'eredita  del  cardinale,  e 
Uitt<;  scrii  Iure  uniche  od  aulontidie ,  l'osami'  delle  quali  lovse 
potrebbe  essere  di  qualche  utilità  a  quella  nobilissima  Fami- 
glia Bresciana  esistente,  cui  apparteneva  appunto  d  fop'.id- 
detto  cardinale.  Il  secondo  testamento,  esso  pure  autentico, 
che  condensi  in  questo  codice,  è  del  cardinale  Savello,  e  questo 
altresì  corredato  rielle  carte  tutte  e  memorie  concernenti  l'ere- 
dità, si  come  l'altro  del  Gambaro.— Nulla  dirò  intomo  a  questo 
secondo  testamento,  se  non  che  nei  leggerne  alcuni  passi  m'av- 
vidi subito,  che  il  cardinale  Savello,  ancorch'  ei  noi  dichiari 
ne!  lf5li!mi.'tiL(j,  In  rìiii|uÌMl(jif'  p.-iiHvaii!  drM'  idliuu  della  ro- 


3ai.  Lettere,  lustrazioni,  Orazioni,  ed  altri  scritti  pressoché 
tutti  concernenti  la  famiglia  de'  Medici. 


È  in  sul  principio  di  questo  codice  uno  Memoria,  che  dicesi 


SU  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ignota,  intorno  ad  alcune  circostanze,  che  accompagnarono  la 
morte  del  duca  Alessandro  de'  Medici;  memoria,  che  il  nostro 
eruditissimo  marchese  Pompeo  Litio  dì  Milano,  autore  delle 
famiglie  iUaitri  gitali*,  leggerebbe,  b credo,  assai  volontierì. 
Dopo  di  rjuusta  memoria  si  contengono  lo  seguenti  cose,  al- 
ani!' dullu  quali  perù  sono  già  date  alla  luce.  1"  Lettera  dì  Lo- 
renzo di  Pier  Francesco  de  Medici  a  Francesco  di  Raffaello  de  Me- 
dici scritta  di  Venezia  5  fMraro  1 586. 11°  Apologia  di  Lorenzo  ili 
Pier  Francesco  de  Medici:  dello  quale  apologia  6  autore  lo  stesso 
Lorenzo.  111°  Istruzione  agli  oratori  mandati  in  Barcellona  da  fao- 
rateiti  Fiorentini  alla  maestà  Celami.  IV"  Grattane  de  fuorusciti 
Fiorentini  fatta  ia  Napoli  a  Carlo  V°  imperatore.  Questa  orazione 
fu  scritta  e  della  da  messer  .(acnpo  Nari  li  iu  minio  rio  r lotti  fmv 
ruioiti  il  dì  aodicembre  >S35.  V°  Capitoli  che  i  fuorusciti  Fio- 
rentini ckieseroall'  imperatore  Carlo  V'.Di  tpiesti  capitoli  il  primo 
si  fu ,  che  Sua  Maestà  promettesse  di  stabilire  dentro  Io  spailo 
di  tre  mesi  in  Firenze  una  forma  di  governo  libero  secondo 
la  Torma  della  Capitolatione  di  Don  Ferrante  Gonzaga  dell'anno 
1 53o.  Vl°  Risposta  dell'  imperatore  a  fuorusciti  Fiorentini,  e  anello 
clic  il  Dava  ha  a  prometterli  à  Saa  Maestà  perlapanjKnU'i'.e  r  l.-nun 
governo  de  la  città  dì  Firenze.  VII'  Lieenta  de' fuorusciti  Fioren- 
tini ali  Imperatore.  Vili'  Sopra  il  riordinare  H  governo.  Discorso  di 
messer  Donato  Giannotti  al  magnifico  Gonfaloniere  di  Giustizia 
Niccoli  di  Piero  Capponi.  IX°  Al  Irò  dite  orso  del  sopraddetto  Gian- 
notti  indiritto  a  Zanobi  Bartolini  sopra  la  riordinezione  della 
Repubblica  fiorontiiia.  X"  Mnmorio  dir  concernono  la  fami- 
glia de'  Medici,  dall'anno  ibiq  sino  all'anno  1601.  Xl° Alcune 
iioli/.ifl  allusive  alla  vita  'li  Bianca  di  liarluli'itimi'o  Cappello \e- 
neiiano.  XI 1°  Lettera  di  Gian  l'odono  Soderinia  Silvio  Piccolo/nini 
Sanese  in  ragguaglio  della  morte  et  essegaie  del  Gran  Dactt  Fran- 
cesco l'anno  1578.  XIII"  Orazione  dell'  imbasciatore  di  Venezia 


DELL*  BIBLIOTECA  DEL  HE.  356 
maser  Pisoli  fatta  al  Principe  di  FirenU  Don  FraBaaco  Medivi 
nelle  sue  nozze  fanno  1 565.  XIV  Privilegio  della  signoria  di  Va- 
neua  alla  signora  Bianca  Cappello;  nel  guale  ti  dichiaracene  detta 
Repubblica  crea  ina  vera  e  particolare  jigliuola  detta  signora  Bianca 
Cappelle.  XV°  od  ultimo.  Copia  di  una  lettoni  scritta  nel  di  3o 
agosto  i&yi  da  un  Antonio  Ihmbelli,  o  Randelli  ai  signor  Abatt 
Martini,  per  la  gusle,  dopo  di  aver  discorso  sopra  allri  tuoi  privati 
interessi,  gli  dà  avviso  della  morte  di  Pietro  Bnonaventvri.  Benché 
come  s'  6  (tetto  eli  sopra ,  alcuni  de'  scritti  contenuti  io  questo 
L:uillr<r  sjciio  i>ii  stali  [mi]]  ili  cali  ,  pur  «tu  lira  ini  un  rodi  ri-  ila 
farsene  conio  ,  non  solo  per  alcune  notiiie  e  memorie  che  vi  si 

altresì  per  lo  penne  eleganti  de'  loro  scrittori ,  o  per  lo  Hill- 
10075. 

3  a  a.  Scritti  diversi,  she  specialmente  si  riferiscono  al 
Ragionamene,  che  fece  l'Imperatore  Cario  V*  in  pre- 
sella del  Papa  Paolo  III',  e  Cardinali. 


Trascrivo  come  si  leggono  iu  questo  corlice  i  titoli  degli 
senili  importanti  eh'  esso  contiene.  F  tenera  sopra  il  ;moro«p- 
minio,  eke  fece  l'imperatore  Carlo  V  i'aanc-  i  536.  venendo  da  Pa- 
nisi, in  presenza  di  Papa  Paolo  IIP  et  Cardinali.  Il"  Risposta  del 
Re  Francesco  Primo  di  Francia  al  ragionamento,  che  fece  l'impera- 
tore Carili  V'  [amo  1 536.  venendo  ita  Tunisi,  dia  presexia  di  Papà 
Paolo  III' et  Cardinali.  Ili"  Discorso  del  Reverendissimo  Cardinale 
de  Carpi  nel  i543.  a  Carlo  V°  Cesare  del  modo  del  dominare. 


356  MANOSCRITTI  ITALIANI 

1V°  Ragionamento  di  Cari*  Qninto  Imperatore  al  Re  Filippo  suo  fi- 
ijlinnhi  i\Aln  ronsignatione  ilei  gonerao  de'  sani  St/iti  et  Reijiti  ;  Aire  ti 
contiene  come  li  debba  governare  in  tempo  della  pace  et  della  guerra. 
V  ed  ultimo.  Diario  ili  ditene  atttoni  notabili  successe  nel  Pontifi- 
cato di  Paolo  Quarto  cominciando  a' dì  primo  di  settembre  i558 
fino  dopo  la  morte  di  della  Pontefice.  Bello  e  preziose  cose  elle  si 
contengono  in  questo  codice,  e  particolarmente  agli  articoli 
secondo  e  quarto  ! 

10076. 

3a3.  Orazioni,  Esortazioni,  Ragionamenti,  Relazioni,  e 
scritti  diversi  concernenti  la  Politica  e  la  Diplomazìa. 


Compren  donai  noi  presente  codice  gli  scritti  seguenti  con 
questi  titoli  :  Ia  Esortatiene  del  Cavalcanti  a  Francesco  Re  di  Fran- 
ila. Primo  di  ijuest'-  nenie,  perla  n  Ieri  dalia  amicitia  ci  it/t'.l!i.rjcn;ii. 
die  ha  col  Turco,  Incomincia  cosi  :  ■  Non  pérclié  io  non  conosca 
.  quanto,  secondo  ii  mondo,  si  disconvenga  ad  huomo  di  pri- 

■  vata  Fortuna  alzarsi  a  parlare ,  et  scrivere  di  cosa  di  tanto 

■  momento,  senza  esserne  richiesto,  a  persona  nata  et  no- 
l 'di-ito  i«  Aite™  Reale,  fu  li  nprclii'  io  parola  di  Dio  non  com- 
.  porla  legami  •  ce.  II'  Ommw  di  moniii/ncr  di  Mnnlndi  Amhus- 
cidtore  del  Re  C.hriiiiimifsimn  alla  wniiftimn  tiipiorìa  di  Venezia, 
tanno  t  644.'  IH'  Reialiché  alla  signoria  di  Venezia  del  clarissimó 
irr/Tior-  l'iil,  ria.  /hi/firn  tfinintu  Aiiihis-.iiitnr,  -  Aliti  Iti'piMlini  jiri'ssu 
Carfb  V  Imperatore,  et  a  Filippo  Redi  Spagna  l'anno  l558;  lun- 
ghissima, enicntc  meno  importantissima  relazione.  IV  Altra 
Relation!  alla  Signorìa  di  Venezia  del  chrissim/>  messere  Antonio 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  357 
Ticpoìa  ritornalo  Ambasciatore  dal  urenitsimo  ReCattolko  F  anni 
l567  a  di  ad  di  settembre.  Si  riferisce  tutta  allo  stato  politico 
ed  amministrativo  Orni  regno  di  Spagna.  V"  Altra  Relatianc  del 
ciarliamo  messa-  Ilieronimo  Lippe-mano  alla  Signorìa  di  Venata  ri- 
tornato da  Napoli  Ambasciatore  presso  il  serenissimo  Don  Giovanni 
d'Austria;  diversa  da  quella,  che  lo  stesso  Lippomano  fece  alla 
repubblica  di  Venezia  l'anno  1676,  che  leggesi  all'arti- 
colo io"  del  conico  segnato  n°  3a5;  diversa  altresì  da  quella  , 
che  fece  l'anno  1678,  e  ch'i  nel  codice  segnato  n°  3on. 
VI"  Altra  Relationc  del  durissimo  ì.w.n  Mi'-hirì  Provveditore  alla 
Confa  Tanno  1670.  a, ti  ih  ottobre.  VII"  Altra  dello  stesso  Lnea 
Michid  ritornalo  Premeditar  generale  di  Candia  [anno  i575. 
Vili"  Relaliane  laminaria  della  Pmvcditoria  generale  di  Candia  di 
ih  «.«e  Mitri  n  iti'  Cmalii  niiitnim-i  :ui  p.nn  dd  1 .170,  e  ritornato  del 
1S71  nel  febbraio  cadde  malata;  e  così  giunto  in  un  dì  tubilo  se  Rè 
mori.  IX"  Relatianc  del  elarissimo  signor  Ahigi  Morenica  Proveditore 
ilrtlf  i-nsf  (ii  V'/'mi-J'Vcmn.-ijiK^iiL  l'vhi/.iorii!  se  ritta  con  molta  av- 
vedutezza da  un'  idea  giustissima  delle  forze  della  repubblica 
ili  Venezia,  che  a  que' tempi,  ne' quali  poco  0  niente  aveva  a 
temere,  erano  assai  più  grandi  che  a' nostri  di  ne' quali  tutto 
essa  doveva  temere,  e  cadile.  X"  Estratto  della  Relazione  di 
don  Placido  Ragazzoni  ritornato  da  Messina  Vanno  1 574.  XI"  Dis- 
corso intorno  alia  pace  avvenuta  Ira  la  Repubblica  di  Vene- 
zia,  ed  il  Turco.  Non  se  ne  dichiara  il  nome  dell'autore,  ma 
potei  capire  essere  un  Veneziano,  0  panni  die  il  discorso  me- 
riterebbe d'essere  conosciuto.  XII"  Relalione  fatta  per  il  conte 
Nestore  Martinengn  di  tatto  il  successo  et  pentita  di  Famagosta ,  al 
serenissimo  principe  ci  Senotó  Veneliano.  XIII"  Discorso  del  signor 
Piero  di  Agostino  fatto  a  Saa  Maestà  l'Imperatore  Carlo  V  sopra  le 
cote  di  Sicilia.  XIV"  Discorso  del  reverendissimo  cardinale  de  Carpi 
aCarlo  V  Cesare  sai  modo  di  dominare,  scritto  l'anno  i543.  É 


358  MANOSCRITTI  ITALIANI 

quello  slesso  discorso  di  cui  è  copia  all'  articolo  3'  del  codice 
segnato  a"  3 1  a;  e  sombrami  degno  assai  d'esser  letto.  XV'  Quat- 
tro discorsi,  cioè  il  i°  intorno  alle  caie  dì  Siena,  e  non  ha 
nome  d'autore;  il  a* sol  modo  di  ristorare  la  Religione  Criitiana, 
e  questo,  che  pur  non  lia  nome  d'autore,  è  indirizzalo  al  He 
Filippo  di  Spagna  ;  il  3*  dì  Gio,  Batista  Rrembato  (che  In  a' 
suoi  tempi  poeta  di  qualche  rinomanza,  e  le  cui  rime  possono 
leggersi  nei  Fiori  deferirne  de  Poeti  illustri,  ec.  Veneiia,  Sessa, 
1 550,  in  8°)  intorno  alla  lega  tra  il  papa,  il  redi  Spagna,  ed  i 
Veneziani  contro  il  Turco;  ed  il  à~  del  marchese  di  Marinano 
circa  la  guerra,  elle  deve  funi  contro  i  Turriti  in  Ungheria,  indiritlo 
alla  maestà  del  re  de  Romani,  e  scritto  l'anno  i6ii.  Che  non 
si  fece  tre  secoli  sono  per  distruggere  l'imperio  Turcheaco?Che 
non  si  farebbe  forse  oggidì  ìn  suo  aiuto  se  tic  fosse  minacciata 
la  sua  distruzione?  Ripeterò  sempre  ebe  optnÌMm  i-ommenta 
delti  diti,  natura  judicia  cinfirinut.  XVI°  ed  ultimo.  Discorso, 
senta  nome  di  autore,  nel  quale  si  cerca,  quali  sicno  state  le 
cause,  per  cui  furono  astretti  i  Veneziani,  contro  ior  voglia,  di 
far  la  pace  col  Turco.  La  fama  di  alcuni  scrittori  qui  nomi- 
nali, la  natura  degli  argomenti  che  si  trattano,  e  l'essere  cer- 
tamente lutti  o  pressoché  tutti  scritti  inediti ,  ciò  senza  più  dà 
a  vedere  in  quale  stima  debba  tenersi  il  presente  codice. 


Sii.  Discorsi,  e  Relazioni  sopra  varii  punti  di  Politica. 
Cirticeo.  in  i\  caratteri  conivi,  dì  pigine  6oo,  secoli  svi-,  e  ini*. 

Gli  argomenti  descritti  compresi  in  questo  codice  sono 
come  seguono:  1"  Relazione  del  signor  Antonio  Ticpolo  nel  suo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3S9 
Bailaggio  di  Costantinopoli  alla  repubblica  dì  Venesia.  Bella, 
ci rcostan ziata,  ed  importantissima  scrittura.  11°  Altra  Relazione 
dello  slesso  Tiepolo  allo  Repubblica  medesima  intorno  alle 
forze  Turchesche.  111°  Altra  del  medesimo  alla  stessa  repub- 
blica .  ritornandosi  dall'  ambasciata  di  Roma.  IV"  Altra  ti'  al- 
tro ambasciatore ,  di  cui  tacisi  il  nome ,  clie  ritornatasi  di  Fi- 
renze. V* Altra  d' altro  ambasciatore,  di  cui  pur  tacesi  il  nome, 
ehe  ritornavasi  dal  re  di  Polonia.  E  questa  e  una  lunga  ed  im- 
portante relazione ,  che  il  professore  Ciampi ,  il  quale  con 
tanto  zelo  attende  a  raccogliere  tutto  ciò ,  che  a  quel  regno  si 
riferisce ,  io  credo  gradirebbe  assai  di  conoscere.  VI"  Relazione 
di  Giovanni  Contarini  ritornato  provveditore  di  Corfù  l'anno 
1578.  VII'  Altra  di  Lorenzo  Priuli,  che  se  ne  ritornava  dall' 
ambasceria  di  Francia  l'anno  i58s;  sensatissima  relazione 
sullo  stalo  politico,  amministrativo,  ed  economico  della  Fran- 
cia in  quel  tempo.  Vili'  Altra  dello  stesso  Priuli  intorno  alla 
forza  armata  della  repubblica  Veneta  nelle  isole  di  Corni, 
Zante,  Cefa Ionia,  ec.  ^namìo  «torrette  _/nrjncrra  co/  signor  Tutto, 
dalla  quale  il  signore  Dio  ne  ovanti.  IX"  Discorso  sullo  stato  di 
Genova ,  nel  quale  si  cerca  di  dar,  si  come  in  un  quadro ,  il 
prospetto  statistico  di  quella  repubblica ,  si  quanto  alla  sua 
politica ,  ehe  qnanto  alla  sua  amministrazione.  E  paryemi  pur 
singolare  cosa  il  vedere  come  nel  secolo  sestodecimo ,  ne!  quale 
fu  scritto  il  discorso  medesimo,  ei  cominci  con  queste  parole: 
.  Il  governo  di  Genova  è  di  repubblica,  però  non  ancora  si 
.  bene  stabilito,  che  facilmente  non  possa  mutar  conditone.  ■ 
X'Lellcra  di  mantijnore  Protonotario  Saalialla  eccellentissima  Bt- 
piiU/Uc/i  ili  Gcnois  appressa  (il  Mash'i  Qttwìhi  Ambasciatore,  sopra 
!e  cote  della  detta  Repubblica,  scritta  ai?  lìliào.  Sif.  Già.  Andrea 
Doriti  adì  vi  Aprile  u.d.lìxv,  con  ait  discorso  del  medesimo  nelt 
istessa  materia.  la  Milano ,  per  Paolo  Gottardo  Peano,  m.d.liiv. 


36o  MANOSCRITTI  ITALIANI  ' 

1  caratteri  di  questo  scritto  sodo  certamente  del  secolo  decimo- 
sesto, ed  io  non  saprei  spiegare  il  perchè  di  lauto  pazienza  nel 
trascrivere  un  libro  stampato  (eli' io  però  non  conosco),  se  non 
chi.-  ii.i'.vj  ...-scintane  shatj  proibita  hi  pubblicazione,  fosse  Etato 
mollo  difficile  di  averne  un  esemplare.  XP  Ducano  delie  cose 
dei  lìet/nu  di  Napoli.  Merita  esser  letto  perla  franchezza  e  saviezza 
rie'  consigli  (In ti  d.i  chi  io  scrisse.  Coitameli  ùj  è  inedito,  poiché 
a  quei  tempo  non  se  ne  sarebbe  permessa  la  stampa.  Incomin- 
cia col  far  vedere,  che  pochi  governi  trovansi  nelle  storie,  che 
abbiano  dato  e  dar  possano  esempi  più  frequenti  di  mutazioni, 
di  agitazioni,  dì  rivoluzioni  quantoil  regno  di  Napoli,  'perchè 

■  quei  popoli  inquieti ,  per  natura  loro  non  possono  agire  di- 
.  versamenti;.  ■  Forsechà  oggidì  l'autore  modificherebbe  in 
parlo  ìa  sua  asserzione.  XII*  Altro  discorso  sulla  repubblica  di 
ftagosa.  Non  ha  nome  di  autore.  XH1°  ed  ultimo.  Altro  discorso, 
sulla  Moscovia  senza  nome  di  aul!n<\  clic  K-inhrami  essere  lo 
stesso  che  scrisse  l'antecedente  sopra  Ragusa,  e  probabilmente 
inediti  tutti  e  due.  Quesl'  ultimo,  che  concerne  la  Moscovia, 
finisce  cosi:  «Questo  6  quanto,  che  delle  cose  di  Moscovia,  dalle 

■  liistorie  proprie ,  da  quelle  do'  vicini ,  da  persone  che  hanno 
«  militato  sotto  il  duca,  c  dai  principali  di  quella  corte,  ho  po- 
.tuto  raccogliere,  e  ridurre  in  questo  breve  discorso..  L'im- 
portanza del  presente  codice  si  fa  manifesta  per  se  stessa. 


32  5.  Relazioni  diverse  politiche  e  diplomatiche. 

Carlaceo,  io  4",  caratlm  turavi.  [!i  pagine  600.  secolo  iti*. 


Contengonsì  in  questo  codice  le  relazioni  seguenti  :  — 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3<h 

!"  lletlltltìllc  lirl.  DllllllO  ili  Si.liojii,  filli,;    lui  -In  risii";)  r.-.     17,  l-ll.-l  infuri 

signor  Francesco  Molino  l'anno  1 536.  alla  Repubblica  ili  Vcnciui. 
11°  Discorso  sopra  la  Repubblica  di  Genova.  Non  ha  nome  di 
;urt'.i[v.  iìl"  /ìi  («fieni:  dillo  ila'.o  ti  jirt?  il  ijoi  i  ivo  ihAla  jutiiÌh 
sima  Signorìa  el  Repubblica  d:  Ventila,  al  Cattolico  Re  Filippo. 
IV"  Discorso  intorno  alla  RepatiHca  iH  Yenetia.. Non  v'è  il  nome 
dell'autore.  Va  Relationc  dell'  eccellentissimo  Emiliano  Manolesso 
ritornato  di  Ferrara  Ambasciatore  della  Repubblica  ili  Vcnuia  Tanno 
1675.  VI°  Relalione  del  claristìmo  Gattoni  ritornato  <!•  l-'i.-nozu 
tanno  1576.  alla  Repubblica  di  Venezia;  ed  è  diversa  da  quello 
che  dello  stesso  autore  abbiamo  nel  codice  segnalo  n°  3og. 
VII"  Relatione  del  clarissimo  signor  Lazaro  Mocatigo  tornato  Am- 
basciatore da  Gnidoliaìi/o  Dina  ili  I.  i-bino  tanno  ib^jo.  Vili*  Re- 
latione del  clarissimo  signor  Bernardo  Nacagero  Ambasciatore  a 
Papa  Paolo  Quarto  fatta  al  Senato  Venctiano,  di  Roma  Tanno 
L  558.  1X°  Relazione  intorno  alle  entrate  della  Reverenda  Camera 
Apostolica  sotto  il  Pontificato  di  Nostro  Signore  Gregorio  XW°, 
fatta  nelFanno  1576.  Conchiudesi  così  :  «In  somma  resta  di 
■  netto  di  entrata  certa  et  incerta  scudi  duecento  ottantun 
«india  novecento  sessanta  sei,  dico  scudi  381966.  •  X' Rela- 
tione del  clarissimo  signore  Jeronimo  Lippomano  Ambasciato!*  dello 
Repubblica  di  Venetìa  presso  Don  Giovanni  d'Austria  in  Napoli, 
fatta  in  Senato  Tanno  1 57C ;  diversa  da  ijuclla,  ebe  mandò  lo 
stesso  ambasciatore  alla  repubblica  medesima  l'anno  1578  di 
Napoli,  della  quale  s'  ò  data  notiiia  nella  descrizione  del  so- 
praddetto codice  segnalo  col  n°  3og. 


3Gi  MAìtOSCRITTJ  ITALIANI 


3»(ì.  Notizie  sloriche  e  politiche  intorno  all' Impera  io  re 
de  Turchi;  e  Relazioni  di  alcuni  Conclavi. 


Gli  argomenti  de'  scritti  compresi  in  questo  codice  sono: 
J1  Reiatiwi:  dd  durissimo  C intorno  Sommo  ritornato  Ambasciatore 
et  Bailo  da  Soìtan  Amarath  Imperutor  de  Turchi  per  la  serenissima 
Repubblica  di  Venezia.  Volendosi  pubblicare,  o  pubblicata 
riordinare  ed  illustrare  la  vita,  e  specialmente  la  vita  privata, 
di  questo  famoso  sultano,  mi  pare  che  la  presente  relazione 
del  Sommo  potrebbe  riuscire  di  grandissimo  giovamento. 
Dimise  un  ili  Aniuratli  i\A\u  mani  proprie  del  Soranzo  una 
ina  lettni'a  purcln:  li  i.iec.ìSR  1  n : s  1  Insti!  pt;nn'.iii;  al  ik>tu'  (li 
Venezia.  Essa  portava  questo  iudiriaio  :  »  Al  Grande  et  Glo- 

■  rioso  Prencipe  Christiano,  grandissimo,  bonoratissimo ,  el 
.estimatìssiino  nella  Nalione  del  Messìa,  mediatore  di  pace 

■  et  di  tranquilli  L'i  di  tutte  le  genti  Christiane;  usato  a  vestire 

■  degnamente  il  grave  manto,  eh' è  vero  segnate  di  Allena. 

■  Al  Doge  di  Venotia,  ti  cui  fine  sia  buono.  — Amurath.  ■ 
U"  Affanni*  del  Conciate  di  Papa  Cfanente  Vili",  nelfania  1Ò93; 
netta  quale  si  fallano  lommarinmente  tolte  li:  a/se,  d\e  in  esso  sono 
leeone.  La  presente  notizia  d'esso  conclave  é  diversa  dall'al- 
tra, della  quale  si  dirà  all'articolo  3°  del  codice  segnato 
n"  3a8.  Non  ne  milita  i!  nome  deli' autore,  il  quale  però 
dichiara,  che  per  le  sue  fine  ineui.ini.t:i.oi,i  f-iHi:  e  per  far  sapere 
cose,  che  da  nessun  altro  sono  slate  conosciute.  111°  Storia  del 
Conciare,  nel  tjonk  fi:  irmi'.  Pupa  liirwiiiitin  Munti,  /'annnlSoi; 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  363 
diversa  da  quelìa  datane  da  Lelio  Marietti  nel  codice  n-  179; 
ed  è  seguitata  da  un  Discorso  sopra  il  Conclave  de!  dello  Papa 
Innocenzio  IX'.;  discorso  ai  lutto  politico,  e  che  sembrami  di 
qualche  importanza.  IV"  ed  ultimo.  Cenefore  del  Papa  Gre- 
<jvn,i  MIII".,  nel  i(T.',i/,'  fi  JHiC'JidJ  ilistiniiimenlr  al  n  n/Yii  (.'('.■  "imi /e 

tane  le  alrionr,  che  in  esso  sono  occorse  nell'anno  md.jlc.;  notizia 
diversa  da  quella,  che  leggiamo  nel  codice  segnato  n°  275; 
e,  sccondochè  mi  pare,  assai  meno  importante,  benché  assai 
più  lunga  di  quella. 

10080'. 

327.  Risposte  ad  un  libello  pubblicato  contro  il  Papa 
Urbano  Vili"  ed  il  Be  Cristianissimo. 

Cartaceo,  in  foglio,  carotieri  corsivi,  di  pilline  300.  secolo 

li  titolo  del  presente  codice,  nel  quale  si  di  a  leggere  un 
discorso  e  ben  lungo  intorno  al  qui  sopra  annunciato  argo- 
mento, divìso  in  due  libri,  è  come  segue:  //  ilefimlilore  ibi 
Papa  e  del  (te;  a  rem  TÌ.<j».!li:  (fritti  re  nik  calunniose  imputa  finn  e 
d'nn  libello  famoso  pubblicalo  contri  Sua  Santità,  el  cantra  Saa 
Maestà  Chriitianmima  da  nemici  caperli  Mia  Santa  Seda  e  della 
Francia.  Non  mi  risulta  per  le  indagini  fatte,  che  il  discorso 
sia  stalo  posto  in  luce,  come  il  fu  il  libello.  Incomincia  rof-i  : 

•  f.  cosa  a  tutto  il  mondo  nota,  clic  la  Santa  Sodo,  essendo 
«per  la  sua  Suprema  Dignìti  in  Mugolare  veneratione  a  tutti 
■  i  Prencipì  Cattolici,  bilancia  hoggi  ili  lutti  i  grandi  affari 

•  della  Christianila,  ec.  •  L'autore  di  questo  discorso,  c  per  le 
cose  che  vi  sì  contengono,  e  per  lo  stile  con  cui  sono  dettale, 
pormi  possa  dichiararsi  un  Nicolò  Zambecearo,  che  scrisse  un 


364  MANOSCRITTI  ITALIANI 

elogio  del  sopraddetto  papa  che  fu  Urbano  Vili';  il  quale 
elogio  trovasi  in  fine  di  questo  stesso  codice,  e  immediata- 
mente dopo  il  discorso  iti  difesa  del  papa.  Il  titolo  di  questo 
novello  scritto  e  il  seguente:  Al  Grande,  al  Pio,  al  Beatissimo 
Papa  Urbana  Ottave,  Niccolò  Zamheccara  servitore  et  hamilistìma 
creatura  di  Vostra  Beatitudine  in  Orleans.  Che  si  dice  di  me,  do- 
imiiJ-'i  Cii.Hn  Sateitlore  _Yuj(ni  ii  iucr  iliseepult .  jj  [limimi;  nc  nipeste 
il  tutto?  —  Questo  elogio  da  capo  a  fondo  o  pressoché  tutto 
fi  i-ili;  riseti  hiJin'llameiili'.iHe  calunnie  dui  pi-addetto  li  Imi  In. 
Sul  principio  del  codice  leggesi,  scritta  però  d'altra  penna, 
questa  annotazione  :  Ex  libris  Ccngregaùonis  Sancii  Mauri  Romae. 


S'iti.  Notiiic  storiche  di  alcuni  Conclavi. 

Cartaceo  ,  in  fogiiù  piccolo ,  r.iiiLvri  corsivi  .  -i.nf.i  svir.  di  buona 

Dov  rubli'  essere  composto  questo  codici!  di  circa  4  80  pagine, 
ma  non  n'  è  ,  che  di  ioo ,  poiché  le  prime  So  sono  siate  tolte 
vi.i ,  0,  .vn-ouiUi  i-In1  apparisci;  < I .< I  titolo  del  cuilice  impresso  .iul 
dorso,  contenevano  una  raccolta  di  lettere  allusive  ad  alcuni 
affari  particolari  della  Francia.  Sono  per  tanto  nel  codice  le 
sciincnti  cupe  :  1"  Storili  dil  Oiad-.ne  net  quale  fu  ereato  Papa  Gre- 
gorio Decima  Quarto;  è  la  slessa,  di  cui  s'  è  detto  uel  codice  se- 
gnato n°  375. 11°  Storia  del  Conclave,  nelqaalefa  ertalo  t'unii  tic- 
mente  VHP  ;  ed  è  diversa  da  quella  ,  che  ne  scrisse  Lelio  Mar- 
retti,  della  quale  s'é  già  dota  notizia  nei  codice  n°  379. 111°  Sto- 
ria del  Conclave  dove  fu  muto  Pupa  Clemente  VII?  ;  diversa  dall' 
antecedente  ,  anzi  quanto  alle  cose  più  recondite  di  esso  con- 
clave sembrami  esserne  questa  ben  superiore.  IV'  Conclave  dove 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  ÌG5 
fa  creala  Papa  Leone  Undecima.  V"  Notizia  del  Conclave  nel  quale  è 
nato  creato  Papa  Gregorio  Decimo  Quinto;  e  questa  notizia  è  beo 
diversa  da  quella,  di  cui  s'è  fatta  menzione  in  altri  codici. 
VI"  ed  ultimo.  Storia  del  Conclave  netta  •nortediPapa  Urbano  VHP; 
ed  essa  è  par  diversa  da  quella,  di  cui  s'è  dotto  od  codice 
11°  ag3,  a  cui  si  potrebbe  prestare  lede  maggiore  che  alla 
presente,  la  quale,  per  quantunque  si  supponga  veridica,  ed 
impaniale,  pure  il  conoscere  che  l'autore  era  legato  per  grande 
amicizia  colla  famiglia  del  papa  eletto,  che  fu  Innocenzo  Xa, 
se  al  tutto  non  ne  toglie ,  certo  ne  affievolisce  la  fede  verso  il 

10082. 

329.  Narrazione  delle  sollevazioni  accadute  in  Napoli 
nel  regno  dell'  Imperatore  Carlo  V. 

Cirino,  b  figlio  piccolo,  cimiteri  conivi,  di  pagine  190 ,  secolo  in", 
ben  annerato. 

importantissimo  codice,  il  quale  contiene  una  lunga  rela- 
zioni: de' latti ,  de' quali  è  ben  probabile,  che  moltissimi  non 
sieno  mai  slati  posti  in  luce,  occorsi  nelle  rivolte  e  solleva- 
zioni popolari  111  Napoli  imi  tempo  clic  vi  regnava  !'  imperale)]''.' 
Carlo  Quinto.  Questa  relazione  è  divisa  in  quattro  libri.  Non 
ha  nome  di  autore,  ma  si  dà  a  conoscere  per  bene  instrutto 
delle  cose  di  cui  tratta,  e  specialmente  di  quella  sollevazione 
0  piuttosto  ribellione,  che  accadde  nella  città  di  Napoli  al 
leni  [io  suo.  tlriiiyc  la  rei  a/in  no  sino  all'anno  !  !>.r>i.  In  line  del 
codice  si  leggono  varii  decreti  dell'imperatore,  del  viceré,  e 
del  papa  tutti  concernenti  l'argomento  medesimo. 


366  MANOSCRITTI  ITALIANI 


10083. 

Ho.  Relazioni  olia  Repubblica  «li  Venezia  sopra  gli  stati 
dell'Imperatore  Carlo  V  e  del  Re  Filippo  D°. 

tartareo,  in  AL.  o.nnlleri  n        ,  ■[!  l'i.^io  .'-■'il  .  <<rr.b  \'f,  di  liiifin 

Tulio  questo  codice  rmll'  .litro  contiene,  che  una  Rtlazvme 
(orclazioni,  comi-  vedremo)  di' è  stata  fatta  nHa  Bepnlilica 
di  Venetia  intorno  agli  Stati  dell' Imperatore  Catto  V,  o  del  He  Fi- 
lippo II' suo  figliuolo,  sì  come  pure  de'  costumi,  delle  abitudini, 
e  qualità  di  questi  due  personaggi,  e  della  coadotta  clic  tene- 
vano iieilii  diie/iniio  iliVIui.i  all'ai  i.  Clii  sia  l'anturi'  il!  ipoMa 
Iun|;a  e  bene  e  ireos  Li  mieta  relazione  unii  risulta  per  alcun 
modo.  Certo  celio  fu  un  ambasci  a  toro  della  sopraddetta  repub- 
blica, e  elio  fu  presso  Carlo  YJ;  ciò  elio  cliiai'aineiitc  si  mani- 
festa per  alcuni  passi  ili-ila  relazione  uieiksiuia ,  la  quale  spill- 
ili'.uni  ili  -rande  ini  porla  117.3,  spocinlioenlc  por  poter  d'arno  di:' 
nuovi  lumi  sulla  storia  di  quel  secala.  L'argomento  di  questa 
scrittura,  clic  riportai  qilì  poco  sopra,  è  scritto  in  francese, 
f  si  cura  in  e  11  le  da  penna  francese.  li  co' medesimi  caratteri 
della  relazioni1,  legnosi  in  sul  principio  della  prima  faccia:  P'n 
I  Inijii-mtw.  Saivhiit'  mai  (orse  questa  una  copia,  che  furtiva- 
mente fosse  stata  latta  ncll'  ìmbascoria  veneziana ,  a  mandata  0 
Carlo  V"  perclic  fosse  in  strutto  di  quanto  ed  intorno  a  lui,  ed 
intonili  al  suo  figliuolo,  e  specialnK  11U:  intorno  al  suo  sistema 
di  governa  ro  ,  se  11  vi 'vasi  alla  1  epulihlica  di  Venezia  ?  Io  non 
saprei  ciò  né  negare  ne  affermare.  Ma  porcile  può  tornar  utile 
0  al  giurisconsulto ,  »  allo  storico ,  0  ai  politico  il  conoscere  se 
questa  relazione  sia  diversa  d'altra,  clic  in  qualche  pubblico 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  367 
archivio  o  biblioteca  si  trovasse  sullo  stesso  argomento,  credo 
opportuno  il  riportare  di  essa  le  prime  e  l'ultime  lince.  Co- 
mincia per  tonto  cosi:  ■  Ho  sempre  stimato,  Serenìssimo  pren- 

•  cipe,  grandemente  giovare  nel  governo  delle  Repid>bticlie,  ;i 

■  coloro  che  in  tale  administratìonc  sono  posti,  della  natura, 

■  qualità,  fora;  e  costumi  de'prencipi,  città,  et  popoli  diversi 

■  essere  instrulti  necE  termina  in  questo  modo  :  •  L' Imperatore 
«  nel  licenziarmi  ini  commise  eh'  io  làcessi  certa  la  Serenità 
«Vostra,  che  esso  sommameli  to  stimava  l'amicitia  di  questa 

•  fatica ,  non  solamente  di  quanto  nolla  confederatione  fatta 

•  erasi  obligato,  ma  ancora  di  tutto  quello  che  poteva  altri- 
»  mente  in  beneficio  suo  gratificarla.  Et  queste  parole  mi  disse 

■  con  tanto  all'etto,  commettendomi  espressamente  eh'  io  vo- 
■■  ienji  riferirli:,  clic  sì  vedeva  veramente  quanto  diceva  venir- 
«  gli  dal  cuore  »ec.  Dopo  la  quale  relazione,  ne  segue  un'altra 
sullo  stesso largomento,  ma  d'altra  penna.  È  però  scrìtta  essa 
pure  da  un  ambasciatore  della  repubblica  di  Venezia;  ed  in- 
comincia cosi:  «Dio  volesse.  Serenissimo  Principe,  et  lllir.i. 
«Signori,  che  siccome  ho  dilige n temente  procurato  di  ben 

■  iotcnder  le  cose,  ch'io  sono  per  riferire  alla  Serenila  Vostra 
«  dell'Imperatore  et  del  Re  di  Spagna  figliuolo  dì  Soa  Cesarea 

■  Maestà  ,  così  io  fossi  bastante  di  dar  quella  forma  al. parlar 
'  mìo,  che  venisse  a  satisfare  a  quello,  che  può  essere  in  me 
«et  da  me  dalla  Serenità  Vostra  aspettato!  ce.  ec.  E  termina 
con  queste  parole  :  ■  In  esso  Stalo  »  |  T-omliurdìa)  -  si  potrebbe 
«battendo  il  tambuiro  fare  venti  mila  fanti,  et  nella  città  di 
«  Milano  sei  mila,  ma  poco  utili.  In  Cremona  altrettanti ,  ina 

■  soldati  di  cuore,  intelligenza,  et  spcrienza.  »  Questa  seconda 


36*  MANOSCRITTI  ITALIANI 

relazione,  di  cui  pur  tacesi  il  nome  dell'autore,  è  più  lunga 

dell'antecedente. — Da  ultimo,  loggcsi  in  fine  del  codice  una 

Iei7..1  lilf'Vf'      1.1  /li  uif  .  e  In-  si  riliT'isi-.f  Mjllanln  imparatilo' 

Carlo  V,  scritta  d'altro  ambasciatore  della  repubblica  di  Ve- 
nezia ,  di  cui  pur  l' autore  non  6  nominato.  Essa  incomincia 
cosi:  >Havendo  io  da  render  conta  alla  Serenità  Vostra  delia 
«Lcgatiou  mia,  la  quale  è  stata  all'  imperatore  eh' è  tanto  pru- 

■  deute,  valoroso,  e  gran  Prencipe  forse,  quanto  da  Carlo 
»  Miglici  il!  qua  la  clinMi.iriih'i  unii  ìiel)k;  mai  il  -imile,  si  [in- 

■  tria  aspettare  eh'  io  havessi  ila  far  una  relatione  conforme  alla 
.  grandezza  sua.  Ma  persili;  l'iinpr.rl'ctliiiii  mia,  et  il  poco 
.  tempo  eh'  io  sono  stato  a  quella  Corte  non  comporta ,  che 
idi  tante  e  si  gran  cosci  oc.  ce.  E  siccome  l'Imperatore  (ciò 
chi;  limila  dalla  I!f !:izlutu'  iin'di.'jiuia  ';  aveva  decorato  questo 
ainliasciiìiorc  della  Catena  d  oni,  quindi  è  eh' ci  prega  sua  Se- 
reniti di  permetti  r<;li  ili  attingersela  al  collo  ;  e  termina  la  sua 
relazione  con  queste  parole:  <■  Del  che  tanto  più  affettuosamente 

■  supplico  Vostra  Serenità,  quanto  che  la  gelosia  dell'  honor 

■  mio  mi  stringe  a  farlo,  a  fine  che  per  le  Corti  dove  sono  stato, 

■  et  altri  luoclii,  dove  sono  conosciuto,  s'intenda  che  la  mia  ser- 

■  vitùsia  stata  alquanto  grata  a  Vostra  Serenità,  et  che  la  vuol 
>  «avermi  eternamente  ledalo  non  .solo  in  canevazze,  ma  d'  una 
.  indissolubil  catena  in  vita  mia ,  per  esempio  laudatissimo  o 

■  tutti  gli  altri.  ■  Può  ognuno  facilmente  pensare  da  quali  par- 
ticolari affetti  sia  stata  guidata  la  penna  di  questo  ambascia- 
tore ,  e  quindi  con  quai  colori  sia  scritta  la  sua  relazione. 


DigitizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


36$ 


.  Statistica  dell' AHemagna;  e  Relazione  di  Federico 
Badoaro  sugli  Stati  dell'Imperatore  Cario  V. 

tino,  in  piccolo  foglia ,  caratteri  corsivi,  di  pigili»  ioo.  «roto  ivr. 


La  metà  di  questo  codice  comprende  una  statistica  del  regno 
ti' Allentai/uà ,  scritta  in  francese;  incominciandosi  dalla  casa 
d'  Austri,)  riguardo  a  ciò,  eli'  ell.i  pr>i..ìo<!c  r.r-lt'  AMenKigna  ,  r 
terminandosi  col  ducalo  della  Livonia;  etl  in  Eoe  col  dare  le 
^ciitMiOL'ie  doilc  case  di  Baviera,  di  Sassonia,  di  Brandeturgo, 
di  Danimarca ,  di  Svezia ,  di  Polonia ,  e  della  Savoja.  Dopo  di 
ciò ,  segue  una  —  Reiatione  di  messere  Federico  Badoaro  Ambas- 
ciatore veneto,  dvlii  Stati  i  l  ■tlln  .f:ialit,i  iUI  Imperatore  Car(o  V", 
ti  là  Re  Filippo  tao  ju/liuob.  In  questa  relaziono  che  incomincia 
—  Dio  valesse.  Serenissimo  Principe  (edè  la  stessa  di  cui  s'è  data 
notizia  nell'antecedente  codice  n°  33o),  è  manifestato  il  nome 
dell'autore,  che  tacesi  nell'altro  esemplare.  La  sola  diversità 
ch'io  notai  tra  1'  una  e  l'altra  di  queste  due  copie,  è  che  la 
presente  è  molto  più  corretta  dell'altra. 

1008Ù.  — 10085. 
33-j.  Stato  politico  della  Germania  nell'anno  i6ao. 


Comprendono  questi  dui;  endici 
dell'  Imperio,  et  della  Germania  per  ti 


ì;o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

nome  di  autore ,  ma  per  alcuni  passi  si  conosce  chiaramente, 
che  la  relazione  k  siala  lalla  per-  la  n-pnlililica  ci i  Venezia,  e  che 
io  scrittore  n'ebbe  l'incarico  non  già  diplomaticamente,  ma 
privatamente.  In  fine  del  secondo  volume  è  un  lungo  indice 
:il  f,L  bui  ini  de'  ninni ,  lunghi ,  e  cos-i  memorando,  contenute  dell 
opera.  Essa,  pei'  ciò  che  mi  pare,  può  essere  consultata  con 
molto  frutto  per  la  storia  di  (me'  teinpi .  e  special  mente  per 
conoscere  la  natura  de'  giri  e  rigiri  de'  Gabinetti  in  allora. 
^Protesto  p  [ieggesi  alla  pagina  3"  del  volume  I")  ■  the  tutto 

■  quello  eli'  io  scriverò,  parte  ne  lio  praticato  e  visto  io  stesso 
«  per  lo  spatio  di  otto  anni,  che  sono  stato  in  Germania,  parte 
-  ne  lio  iiilewi  da  peritine  dee,!»:  'li  fnie,  e  parte  ne  ho  ca- 
-vato  dalla  lettura  de'libri  comuni,  c(  daJle  lettere  e  Can- 
.celiane  quanto  d'amici,  tanto  de' nemici,  che  sono  state 
i  intercettc  in  diversi  tempi ,  dello  quali  alcune  sono  state  date 

•  alle  stampe,  altre  no.  ■  li  divisa  la  relazione  in  quattro  parti; 
la  prima  delle  quali  riguarda  le  caponi  de'  rumori"  panati  e 
presentì  delia  Germania  ;  la  seconda  il  Capo  JèMmperio,  c  della 
sua  potenza  esterna  ed  interna;  la  terza  si  riferisce  ai  dieci 
Circoli,  ne' quali  ora  divisti  l' imperili  uicile-imii  ;  e  l'ultima 
concerne  l:  L'i/hi-  ijcrumnkhe,  e  particolarmente  quelle  delle  città 
\tisealidie,  lìeiiane  <:.  Suev  ielle,  Per  le  indagini  fatte  non  ini  ri- 
sulta, che  sia  stata  data  in  luce  ijucsta  grand'opera;  ma  ad 
ogni  buon  line  pum'i  sullo  ricali  ocelli  rie'  lettori  lo  prime 
ìinee  del  cornili  darne  nto,  e  1'  ultime  del  line  della  relazione. 
Principia  cosi  :  «  Le  cagioni  de'  presenti  e  passati  tumulti 
«  dell'Imperio,  le  varietà  de'  successi  delle  guerre,  le  inula- 

■  lioni  de^li  Milli,  le  diversità  ih.-yj  interessi  de'  Principi  dell 

■  Imperio,  e  di  fuori  con  li  loro  lini  pubblici  e  privati,  ren- 

•  dono  non  meno  difficile  che  pericoloso  il  voler  discorrere 
.  sopra  lo  stato  presente  della  Germania,  perchè,  •  ce.  E  ter- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  37i 
mina  la  relazione  nel  volume  II"  così  :  «Anzi  si  spera  che 

•  a  jiiìiiKi  tempo  i'.-iniii  Ce.wivi-  il isci oi;l ir r;i uno  affatto  questa 

■  Lega  con  la  depressione  se  non  di  Inni  alinoufi  ridia  inaf»- 

■  gior  parte  de' rimasti  nemici  confederali,  liavendo  già  il  Re 

■  di  Danimarca  perso  il  Ducato  di  liolstcin,  quello  di  Sueìiek, 

■  e  tutto  l' Jutland,  eh' e  la  Terra-Ferma  congiunta  alla  Ger- 

•  mania,  e  la  terza  parte  del  suo  regno.  >  Pubblicata  o  no 
che  siasi  nuesf  opera,  sappiasi  a  buon  conto  che  qui  è  scritta 
con  molta  diligenza  e  correzione. 


e  governo  de'  Cantoni  c 
degli  Svizzeri. 


Conticiisi  in  questo  codice  una  relazione,  che  tutto  lo  ab- 
braccia, intomo  ni  govi'rno  ed  alla  condotta  de' cantoni 
cattolici  ne'  paesi  della  Svizzera.  E  poiché  o  per  la  storia  del 
lempo,  o  per  la  politica,  o  per  la  diplomazia  può  lonui  utile 
il  conoscere  gli  argomenti  trattali  in  essa  relazione ,  così  stimo 
opportuno  di  dichiarameli  tutti  particola  mie  lite,  e  sono  i 
seguenti:  1°  Della  Nanzialam  Papale  negli  Svizzeri,  e  grandezza 
della  Nunziatura.  Il5  Degli  AmlmstiaUirì  ile  l'iiuiipi,  che  risiedono 
appresso  gii  Svizzeri ,  e  de'  loro  fini.  Ili"  Dette  Diete ,  e  del  modo ,  e 
tempo,  e  luogo  dove  si  ciingtuguno  gli  Svizzeri.  1V°  Delti  paesi,  chr 
sono  nella  Nunziatura  a"  JSIcetia.  V°  Detto  stato  spirituale  della 
Nunziatura  itegli  Svizzeri;  e  quindi  del  vescovado  di  Costanza, 
del  vescovado  Sedunerae,  di  quello  di  Losanna,  del  Curienzc 
(  Coirà)  e  del  Ilasilieiise,  \  I"  Dei  frati  regolari  ;  c.  quindi  degli 
abbati  di  San  Benedetto,  della  congregazione  Sueuica,  e  della 


Digiiized  tf  Google 


37,  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Elvetica,  dell'abbate  di  San  Gallo,  dell'abbate  di  E  insidie» , 
dì  quello  de  Muri,  di  quello  di  Ubinomi,  di  quello  di  En- 
i>(>llh>['j;  .  i:  ili  ([ili-I [■  i  ili  Sjin  llkisi.s  dei  (iisli'i-cii'iisì,  di^ll' ab- 
batta di  Wettinga,  di  quella  di  Sento  Urbano,  di  Aìtaripa,  e 
poi  di  lutti  gli  altri  frali  e  zoccolanti,  e  francescani,  e  ge- 
..nil.i,  re;  c  dulie  cattedrali,  e  dei  canonici;  r  iti  f omnia  di 
tutte  le  divisioni  secolari  o  regolari  ecclesiastiche,  elle  sono 
aparse  ne' vari i  paesi  cattolici  dcj*li  Svizzeri.  VII0  Dell'orno 
dei  NaRlio  Papak  per  aiutare  h  ilalo  spirituale,  e  dei  modi  piò 
fruttuosi  di  furto.  Vili-  C.Ilc  deìibu  furi-  il  fViinfio  per  dare  soddis- 
fattane in  cose  temporali  della  Nuntialura.  1X°  ed  itìtimo,  chiù- 
desi  la  relazione  con  una  appendice  intorno  ni  paese  de' 
Grisoni,ed  in  fine  del  codice  ieggesi  cosi:  >E  questo  è  il 

■  breve  Sommario  promesso  da  ine  .sullo  .s'nki  della  Nutitiatnta 
ii  Svizzera  con  le  parti  che  a  quella  soggiacciono.  Deo  gratias, 

■  Amen.  ■  Le  quali  parole  sono  sul luse ritte  per  una  cifra  che 
sembra  indicare  le  due  lettere  E.  M.,  ma  è  dessa  sì  oscura, 
ch'io  non  posso  né.  pur  ncteitare  eli'  e*s,i  sia  veramente  com- 
posta di  quelle  due  lettere.  A  quo' lettori  intanto,  a' quali  può 
in  ispecial  modo  importare  l'esame  e  lo  studio  di  questa 
relazione,  che  per  quanto  mi  è  noto  e  inedita,  sarà  certa- 
mente molto  [tradita  la  notizia  del  presenti!  codice. 

10087. 

334-  Discorsi  politici  intorno  al  governo  degli  Spaguuoii 

in  Italia;  giuntavi  min  Kela/.ione  sulla  Corte  di  Roma. 
Cartaceo,  io  4Br  caratici!  corani,  di  pafìiuc  360.  secolo  imi',  di  Luana 

11  codice  ha  in  sui  principio  il  seguente  titolo  :  Discorsi 


Dicjiiized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  373 
politici  in  proposito  delie  querce  smecs.'i,  jiH  aiuti  lumai!  io  Italia. 
Questi  discorsi,  che  non  portano  i!  Dome  doli' autore,  ne  il 
vero  tempo  in  cui  furono  scrini,  ma  ben  probabilmente  verso 

10  fine  del  secolo  ivi",  sono  dieci,  e  ne  trascrìvo  gli  argomenti 
oonie  <|iiì  si  lucono.  1"  Che  ì.  iniqui:*  tir  btmtjitnoit  in  Ttoiin  e 
menu  pericoloso  al  mani!  nimento  tli  ijuel  /mai,  die  ci  ratti,  per  l\ 
Principi  italiani,  ili  lineilo  'in:  ìarebbe  •/nello  da'  Francesi;  e  che 
perein  mentre  h  Simiii/ivli  si  rontcntasscro  ili  onci  moto,  eie  ci 
hanno,  ojnuno  acrebbe  a  desiderare  che  ni  ci  mantenessero.  II"  Che 
ogni  uomo  di  buon  ijiuditio  et  Italiano,  ad  imitntione  de'  Principi 
uni,  non  dovrebbe  aver  altro  affetto  a'  Spagnmli  o  pur  Francesi, 
che  anello  che  richiede  il  bene  a"  Italia  stessa.  111°  Che  chi  intende  et 
lia  esp"tiema  delie  vose  -.hi  inaiala  imi,  a  «t'ifui-iiy/tti ,  .Vii1  il  II-.-  ili. 
Spagna,  non  ostante  che  sia  si  gran  Principe,  desideri  di  divenire 
tintinni  maggiore.  IV''  Cht  In  potenza  ili  Spai/ini  è  giandissimu ,  < 
che  in  Italia  ci  pai  quasi  i!  tutto.  \  "  Di  alcuni  umili  aitili  in  Ih-mo 
da'  signori  Spaynuoli.  VI"  Di  alcune  cose  osservate  quest'anno  ad- 
dietro intorno  al  procedere  de'  signori  Spaginali.  VII  Che  pur  guanto 
in  questi  presenti  moti  del  Moiilemi'n  li  agitol  i  Spaglinoli  pi--a'essino 
con  parole  di  voler  la  quiete  in  Uaiin  ,  >i  va  eenosecndo  dagli  effetti, 
jiiilHiili  però  noti  itrtijtt  ti  t!.it!ihiit ,  i  he  essi  nnjlioin,  tutto  ìl  contrario. 
Vili'  Che  mentre  la  Santa  Chiesa  ■■  In  lìepaUltai  di  Vcnclia  sta- 
ranno unite,  l'Italia  sarà  silura  e  quieta;  et  che  tjuei  forestieri  che 
avessero  disegno  di  opprimerla,  non  saprebbero  desiderare  pia  orate 
spettacolo,  come  veder  disuniti  questi  due  Principi.  IX'  Che  molti, 

11  quali  non  sono  mai  stati  a  Venctia,  et  che  nè  anca  in  Teorica 
hanno  cognitione  diipiel  bella  e  pnniente  Governo,  ne  iparlunn  senni 
sapere  ciò  che  si  diami?.  V  Che  ne!  innovo:-  l'armi  lhhìiv  /'  ■ircidueu. 
la  Repubblica  t'ciU'liVoui  a  parlar  propriamente  non  si  pai  dire,  che 
osi  violenza,  anzi  the  ributiamlola  st  difenda,  il  die  la  causa  della 
Repubblica  è  degna  di  favore  e  non  d'odio.  Quest'ultimo  discorso 


37i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

finisce  così  :  .Queste  sono  novelle  da  leggenda,  e  clie  possono 
■  piantarsi  a'  popolani  sotto  l'olmo,  e  non  ad  huomini  che 
"  Iwlihiim  mediocre  cogiiilioiie  degli  affari  del  mondo,  c  che 
"sappiano  distinguere  tra  cosa  e  cosa.  ■  Ho  trascritti  esatta- 

am-lii.'  perchè  L'ii  siu(iiosi  possano  più  facilmente  conoscere, 
ciò  che,  non  nii  i insci  per  In  indagini  che  ho  fatte,  se  tutti 
sieno  inediti  o  no ,  parendomi  essi  di  non  poca  importanza.- — 
Dopo  de'  quali  discorsi  seguita  una  ben  lunga  relazione  inforno 
alia  Corte  di  Roma  con  fi  suoi  diitiali  ojfitii.  Ne  fosso  stato  co- 
mandato, o  fossesì  mosso  spontaneamente  a  cosi  fatto  lavoro 
chi  lo  scrisse,  il  cui  nome  vedremo,  certo  è  eh'  ei  si  dimostra 
ben  forni to  di  grandi  instruiioni  c  notizie  su  quella  Corte,  e 
specialmente  sopra  lo  cose  più  interne  de' suoi  offizj,  magis- 
trature, e  cariche  dello  Stato.  E  siccome  la  sopraddetta  Corle 
è  immutabile  nelle  sue  insti  Unioni  da  più  secoli,  cosi  penso 
che  il  lettore  senza  temer  la  noia  dì  dover  leggere  cose  che 
non  sono  più,  potrà  erudirsi  di  quelle,  ch'erano  e  sono,  ma 
non  note  a  tutti.  Termina  la  relazione  colla  sottoscrizione 
seguente:  —  Gim!nian  J.umtibw  strìnse  ci  jolloscnisc  mano  p.p. 


10088. 


335.  Raccolta  di  scritti,  d'argomenti  ed  autori  diversi. 

Il  titolo  generale  di  questo  codice  è  :  Raccolta  di  diverte  scrit- 
ture; gli  argomenti  ed  autori  dulie  quali  mi  lo  qui  particolar- 
mente a  dichiarare,  e  sono:  I"  Avvertimenti  di  Dm  Scipio  da 
Castro  doli  al  hj,  A/oiranfonio  (,'ofonnu,  onanifó  arotó  Viceré  di 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  375 
Siciiia.  II"  Dùcersi!  dei more/use  di  Marinano  sopra  le  cose  della  guerra 
di  Siena,  con  ana  lettera  del  medesima,  e  due  di  Pietro  Strozzi  sopra 
li  prigioni  che  sono  o  saranno  in  della  gncrra;\e  quali  lettere  dello 
Slrozii  hauno  la  data  de  ag  di  luglio  i55i;  e  dopo  queste  se- 
gue altra  lettera  del  duca  di  Fiorenza  al  duca  di  Savoja  circa 
Il  titolo  dì  Gran  Duca  di  Toscana,  e  la  risposta  del  duca  di 
Savoja  al  duca  di  Fiorenza.  ijiggesi  appresso  la  pixiUvta/.ioiiu 
fatta  dall'  imperatore  Massimiliano  contro  il  papa  l'Io  V 
quando  diede  il  titolo  di  gran  duca  al  duca  di  Fiorenza;  la 
quale  prolestaxione  è  scritta  in  latino,  e  im  ahliianin  già  copia 
in  altri  codici  della  Biblioteca.  Ili"  Discorsa  (anonimo)  mandalo 
all'  Illirio.  et  Rollio,  signor  Cantinole  Alessandrino  sopra  il  (itolo  di 
Gran  Duca,  TV' Avvertimenti  di  Don  Scipio  da  Castro  itati  al  Daca  di 
Tri  rnnni-a ,  i/munlti  limili  I  inveriialoie.  in  Milano.  \  "  InstnUlitmr  /i" 
la  Spagna,  nel!  andata  di  monsig*.  Illmo.  et  Rdmo.  signor  Cardinale 
Farnese  a  visitare  f  Impernimi-  per  la  murln  tlelt'  Imperatrice  a'  di 
MX.  di  Maggio  i  big.  VI"  Ncgotiato  di  Lega  et  di  pace  tra  f  Impe- 
ratore Carlo  V°.  et  Vriinresri,  Ila  di  l'nwcia  ;  con  altri-  particolari 
proposte  di  monsig''.  Ardinghilli  limi/o  di  l'am..k  Ili',  a  alleila 
Corona.  VII"  Reitera  del  Cantinate  '['rivalilo  Legato  in  Francia  al 
Cardinale  CWainof-)  h::jut<;  ai!'  Intput nl-.in  saprà  il  ncp;tiaio  della 
pace;  e  questa  lettera  è  dota  di  Lione  il  dì  27  di  luglio  l536. 
Vili"  Lettera  del  Vescovo  di  Faenza  Nuntio  in  Francia,  scritta  a 
Papa  Paolo  111°,  sopra  la  medesima  negotiatione  della  pace  et  del 
Concilio,  con  una  proposta  dell'  ìilmo.  Cardinale  Trivaltio.  IX'  Pub- 
blica Proposta  deir  Illustrissimo  Cantinole  Trivaltio.  X*  Lettera 
ioprn  li  ra<ii.or-.iiiiit:t!t:>  die  jeer  i  Imperniar!  Curi',  V''.  l' tinno  l'j'ìti. 
venendo  di  Tonisi,  in  /■■ti-s,-n:n  ii;  Papa  Panalo  III',  et  Cardinali. 
XI"  Discorso  di  dio.  Batta,  di  Preti  ncll  eminente  pericolo  del  Chris- 
lìanesimn,  alli  ihuggloriit  minori  l'ali  ilinli  <  '.itristttini.  XlI'Conelu- 
lione  delia  Lega  contra  Talchi  ili  Pio  Papa  V'.,  del  Re  Filippo  IP. 


,ì76  MANOSCRITTI  ITALIANI 

di  Spagna,  et  della  Ulna.  Signorìa  di  Venctia.  XIII'  Lettera  di 
Filippo  Secondo  Re  di  Spagna  all' lltnio.  Cardinale  Granitela  sopra 
il  negotiato  Mia  Lega  contro  il  Tarai.  XIV  Proposta  del  sig. 
Marco  Antonio  Colonna  fatta  in  Collegio  delti  Signori  Venetiani 
alli  i  i.  Aprile  del  1571.  ael proposilo  della  Lega  contro  il  Turco;  e 
questa  Proposta  è  squillila  <ki)i«  Hiy„sta  lanuta  da  Roma  alle 
peti  tinnì  elle  Jeecro  i  irarwi  ieneiitmi  al  sig.  Marcantonio  Colonna 
per  la  conclusione  Mia  Lega;  e  più,  dalle  ultime  domande  fatte 
dal  Doge  dì  Venutiti  nel  ceni'ìene  11  Roma  il  signor  Marcantonio 
Giloima ,  e  dulie  risposte  dei  Ministri  llegii  alle  ultime  domande  del 
Doge.  XV  Instriiiliw  per  ì!  lìrtrìrjare  a  /i.-ml.-tilterc  con  il  Tnrco, 
del  signor  Don  Giovali  d'Austria.  XVI*  Lettera  del  signor  Gio.  An~ 
drea  Doria  al  signor  G10.  di  Turriga  Ambasciatore  di  Sua  Maestà 
Cattolica.  XVII'  Teslijìitilmiit-  dell'  lacrima,  sig.  Sfona  Pallavicino 
Gukniature  Generali-  de  signori  Venetiani.  XVilI"  ìnformatione 
del  successo  nelle  armate,  da  che  s' intese  essere  la  mente  M  Re 
Cattolico,  che  le  sue  galere  si  unissero  con  gMle  M  Papa ,  et  della 
signorìa  de'  Venetiani.  XIX-  Successo  della  perdita  di  Famagosta 
nelT  annoiai.  XX"  Lettera  del  signor  Già.  Andrea  Doria  alla 
Santità  di  Pio  Quinto,  aerina  di  Corfà  alli  li.  di  Ottobre  i57o. 
XXI'  Capitulatione  fatta  tra  la  Santità  dì  N.  S.  Pio  Papa  Quinto 
in  nome  suo  et  della  Santa  Sede  Apostolica,  et  tra  il  Serenissimi' 
Ginn  Datti  ili  Tucano-  per  l'i  '.t,irlt,t!a  delle  due  Galeazze  sue, 
adi  17.  d'Aprile  1673.  XXII"  Gfìu  drlhi  ietterà  che  scrisse  il  sin. 
di  Piombino  al  sig.  Gran  Ducu  et  Principe  di  Fiorenza,  di  Livorno 
alli  G.  dì  Giugno  1  StìS.  XXUI»  Discorsi,  del  serenissimo  Ducu  di 
Urbino  sopra  la  Lega,  i'j7i.  XXIV  Discorso  bellissimo  sopra 
l-  unione  delli  Principi  Christian!  eentra  il  Turco  nemico  antico  della 
Fede  et  religione  Christiana;  dato  di  Napoli  alli  29.  di  Dicembre 
1  570.  XXV  ifc-.j.'jn  per  indurre  lì  Ile  Christi-inissimo  ad  entrare 
in  Lega  contro  i  Turchi.  XXVI'  Rclatione  della  giornata  delli 


Digiiizefl  bf  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3;7 
Croziolari  fra  l'armale  Christiane  ri  'l'unitesela-  alti  7.  di  Ottobre 
iS-ji,  XXVII'  Copia  del  primi*  <■  setmitli:  miu  del  si).  diramo  della 
Corgna, dato  in  Messina  al  sig.  Don  Giovanni  d'Austria,  Capitano 
Generale  della  su  ;</ issi  imi  Leijn,  miniti  ehi-  ti  iit  «gesserò  k  galere 
della  Candia.  XXVIII"  llclalioiit;  del  durissimo  signor  Girolamo 
l-ip/.t-Hiin'i  l  iU'rriiitii  liulitift  i  titi: ■■  ila!  leretiiiùititt  Arciduca  Cariti 
per  la  serenissima  HcpnUlka  ih  ìenctiii.  _W1X  ed  ultimo. — 
Ittlatione  dello  Sititu  l'tatitiM  fniui  ila  < lucimi  (,Vmni  «/  Pria- 
tipe  et  signori  di  Venetia  nel  suo  ritorno  da  anello  Corte  tanno 
1070.  Di  alcuni  ile'  scritti  contenuti  in  questo  volume  ali- 
bi Lumi  sf ià  copia  in  altri  eodici  della  Biblioteca,  come  vedremo 
a  suo  luogo;  ma  nel  presente  la  diligenza  dell'  ani  a  ime  11  si- 
li' e  supcriore.  Del  resto  la  lettura  specialmente  delle  soprad- 
descrittc  relazioni  e  discorsi  intorno  alla  Lega  de'  cristiani 
contro  i  Turclii.  quanto  ni lirista  (auto  rallegra  gli  animi 
nostri  nel  vedere  come  co'  tempi  siensi  caudati  i  principi  e 
li'  iii.i-ii.iii'.  (jjijjijslc  tiri  lutto  a  ijucili!  dt'l  sreolu  scslodecimu. 

10089. 

336.  Avvisi  politici  per  governare  gli  Stati. 

Ijrtitto.  in  J",  ciralleii  corsili,  ili  riajijir  .ìlio,  in  mi  Imirrrlel  socolo  ivi". 

Il  titolo,  che  ben  convelli  unte  mente  fu  dato  a  questo  bel 
codice ,  è  :  Amisi  politici  per  governare  gli  Stati.  Stava  l'orse 
scritto  nella  prima  pagina  il  nome  dell'autore ,  ina  vi  Iti  di 
poi  cancellato  tiui .  clic  non  pi:ó  più  Ic^rr-i  allatto.  Essendo 
assai  belle ,  e  molto  bene  scritte  le  cose ,  che  qui  si  trattano, 
credo  opportuno  dichiararne  tutti  gli  argomenti,  i  quali  ve- 
diamo disposti  per  capitoli,  e  sono  questi  :  1°  Introduzione 


378  MANOSCRITTI  ITALIANI 

generale  alla  Politica.  11°  Sulle  cause  dell'  impero  Spagnuolo. 
111°  Della  prima  causa  dclli  Imperi!,  ch'ù  Dio.  IV'  Dell'Im- 
perio di  Spagna  secondo  la  prima  causa.  V*  Cose  particolari 
di  Spagna.  VI*  Modo  di  usare  con  gli  Ecclesiastici.  VII*  Ciò 
die  dee  pensarsi  sulla  pruriem.fl  e  sulla  opportunità.  VHI'Cause 
onde  mancare  et  augumentare  può  la  monarchia  di  Spagna. 
IX'  Del  Re.  X°  Delle  scienze  per  lai-  il  monarca  ammirabile. 
XI»  Delle  leggi  buone  e  male.  XII"  Del  Consiglio.  XHf  Della 
Giustizia  e  contrario  suo,  XIV"  De'  ISaroni  dell'Impero  Spa- 
gnuolo. XV*  Della  milizia.  XVI*  Del  Tesoro  di  Spagna. 
XVII"  l.li'll  aiuole  e  ilfll'mliu  di!1  [munii,  e  delie  «intuire . 
XVIII»  Delli  predicanti  e  profeti.  XIX'  Delli  regni  proprii  degli 
•Spaglinoli,  e  delli  inimici  regni  uniti  o  discordi.  XX*  Dell» 
Spagna.  XXI*  Dell'  Italia.  XXII*  Della  Sicilia  c  Sardegna. 
XXhT  Dell'  Allemagna,  o  Germania.  XXIV*  Della  Francia. 
XXV»  Dell'Inghilterra,  Scotia,  ed  Irlanda.  XXVI"  Di  Polonia, 
Mnscm  i ìl  ,  >:  Trancili  sni.-i.  \X  VII"  Dulia  Fiandra  e  Germania 
tassa.  XXVIII'  Dell'  Africa.  XXIX"  DÌ  Persia  e  del  Calalo. 
XXX»  Del  Gran  Turco  e  ano  Imperio.  XXXI*  Dell'altro  Emis- 
fero, e  del  Mondo  \ in.no.  XXM1-'  ni  iihiniu.  Della  Navigazione. 
Sembra  per  al  rum  imliij .  i-  special  meo  Le  pei  quello  delle  cor- 
rezioni fattevi  per  la  stessa  mano,  che  questo  scritto,  il  quale 
panni  di  non  poca  importanza,  sia  l'autografo.  In  fine  del 
codice  logorisi  per  altra  puma  scritte  queste  parole  :  Ce  livre 
est  à  Daniel  Dnmonitwr.  Vegga»!  cui  che  si  dirà  del  codice 
segnalo  n"  3g5,  e  Ione  da  quello  potrà  risultarci  il  perchè  sia 
stato  cancellato  in  questo  il  nome  dell'autore,  che  n'  è  Tom- 
maso Campanella.  Veggansi  pure,  se  cosi  piace,  i  tre  codici 
segnati  col  n"  5a5. 


Digiiized  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  379 


10090. 

337.  Dissertazioni ,  Discorai,  Notizie,  Lettere,  Dicerie, 
ed  diri  scritii  sopra  argomenti  diversi. 

M  ira1,  iènauentto,  ?  ? 

Si  comprendo  no  in  questo  codi™  gli  scritti  seguenti  :  — 
1°  Dissertazione  sull'argomento  —  guai  ira  più  alile  al  manda 
0  l' Ili  Ilaria  11  In  poesia;  -lei  si/j.  (•io.  .Incupì.  Leonardo  conte  di 
Modelahate.  II'  Notith  sai  conquisto  di  Pisa  fatto  per  il  Magistrato 
et  Eccelso  Popolo  Fiorentino  fanno  i4o6.  Ili"  Epistola  di  Cola  di 
Hrl^n  Trillimi!  ilei  iitiimln  ili  Htumi .  In  i/nale  issa  inumiti  ni  Cninniic 
et  a'  Rettori  deliri  atta  ili  V  iteri»;  nel  mise  ili  \  faggio  fan.  M.CCC.XLVI1. 
I.'ppislula  liinmiiririii  ciisi:  ■  IVi  l'altura  do!  tiiiseriooi'dm.'-^- 
.■  simn  Nnstrn  Signorn  tjcsu  Clirisio .  Nni  Viecolaio  giusto  el 

■  misericordievole ,  Tribuno  della  Libertà,  delta  pace,  el  della 

■  «iustitiii,  et  Liljcrat'irr  dcllj  Sancta  lìcpu  bilica  lloiaana,  .1' 
«  Noliili  ci  Savii  hnomini,  l'orlcMii,  Capitano,  et  buoni  liuo- 

■  mini  Sindaco.  Coiim^Iìo,  et  Comuni.-  di'U.i  città  di  Viterbo 
•  posta  in  Toscana,  figli  et  devoti  del  popolo  di  Roma,  sa- 

■  Iute, .  oc.  E  in  Une  Leggerà  cosi  :  >  Dato  dalle  nostre  sedie  di 
-  (  litinpidogHo  a  di  wnii.  ili  Maggio  J  347-  -  IV"  Ragioni,  che 
la  Chiesa  ha  sopra  Ir  citta  di  l'arimi ,  1:  di  l'incalza.  V"  l'.unf'rsshnt 
a  vero  esumine  di  messeri!  \ienli,  Tunica  Anidro  de  Dieci,  fatta 
nel  Palagio  pubblico  di  Firenze,  di  settembre  l'anno  1 433.  VI*// 
modo  che  tenne  Ugo  ili.  7 al.itrin  ipiaialt,  jn-  hnetilierr  il  Saladino 
ni  modo  ili'  Cristiani,  cscmlii  originile  dei  di  Itti  Snìndiliti.  \  ilj  Orn- 
tiiitir  ili  iinssrr  Aii'tiniti  iasiiiiinmi .  fJmf.jr,:  Ventilano,  all' Impera- 
dare,  dopo  la  giornata  di  Vaila;  tratta  da  aria  copia  scorretta. 


38o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Vili*  Discorsi'  di  missrr  Doiialn  Ciuitl\atlt  ni  tKiitjllifmi  (hmfa\fl\:er<- 
di  Giusti:!» ,  \  invln  .h  l'iem  ("rijipni'.i.  Jiir-.ru  ri  inda,  i-i  Ai  :  ■■  Mjr.i- 
■■  l'untissima  «imi  o,  che  tulli  quelli  governi,  elio  hanno  i  loro 
»  Cittadini  [larligiiini  ci  alletioriati ,  sono  quelli  che  durano, 

■  et  non  patiscono  alteratone,  ■  ec.  ;  dopo  il  quale  discorso  è 
una  lettera,  clic  non  lio  sottoscrizione,  con  la  quale,  si  accolli  ■ 
pagna  il  discorso  del  Cumuliti  a  /.anobi  Bartolini.  IX"  Lettera 
■■li  /Ìcji ('(/■■[,'(.  Humid,  Iniantt.  ■■  rrii't  di  Ihumi  il  Zi.  di  (iciìmiiu  l'aiinn 
lii.il  .,  iltdiriWi  il  inumili inai-  Fruìimsi-n  Aiitiaii"  \uri  litui  ful./ilieii- 
di  giustizi/i  d<:!  pifnln  l'imi  ninni  ;  captata  ilaìì' originale.  X"  Due 
pareri  di  Francesco  Vettori  Geililhaomo  Fiorentino  intorno  al  go- 
verna di  Pinna,  dopo  l'assedio,  a  Fra  Nicolò  della  Magna  Ani- 
etsamo  di  Capila,  che  poijii  Cardinale.  XP  Parere  di  Luigi  di  Piero 
tìuiccianìiiìi  iti  Dina  .1  fc.it  umiVc  tic'  Mulini,  yif.iti  il  jormun  il  ijii- 
wmo  di  Firenze  dopo  /'  attedio.  XII-  Dicerìa,  che  fece  Pandolfnccio 
di  Guido  di  Pandolfo  de'  Franchi .  I  aduis-.-iatar-.-  insieme  con  altri  di 
Cola  ili  /leniti,  Triluiiai  del  popola  ili  lìtimn  u<-l  consiglia  di  Firenie 
adi  i.  Loglio  lìij.  XIII"  Lctltr-i  di  mess-rr  Francesco  Guicciardini. 
A  Roma.  A ...  ;  cosi  è  indicata  la  presente  lettera ,  la  quale  li 
compresa  in  nove  pagine,  e  comincia:  'Avanti  lucri  vi  sdissi 

■  pecuHiii'i  mici  ;  riera  li  quali  culi  la  prewntc  nini  replichino 
.  altro  ;  el  di  poi  la  sera  medesima  furono  pubblicati  e  nuovi 
.Otto  di  Pratica,  la  quale  electione,  .  ec  ce.  E  termina 
con  queste  parole  :  «Et  a  voi  mi  raccomando,  ricordandovi 
»  che  io  sii  noiì  hiivcr  detto  bugie:.»  \1\  I Ictliom-  th-'ìo  linlm.s- 
cialoredi  Venezia  messer. ..  Priali  fatta  al  Principe  di  Firenze  Don 
Francesco  de'  Medici  nelle  sae  Nozze  nel  1 5tì5.  XV"  Privilegio  della 
Signoria  di  Venciia  aliti  shjiuini  lìtniuii  Cappello,  nel  qaale  si 
dichiara  come  la  detta  Repubblica  <rea  ina  vera  el  particolare 
figlinola  la  delta  sig'.  Bianca  Cappello.  Niccolaus  de  Ponte  Dei 
gratta  Dna:  Vcnetiaram  ;  il  quale  privilegio  scritto  in  latino  è 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  38i 
[['nello  slesso  clie  leggesi  nll'  articolo  i  4"  del  codice  segnalo 
n"  3n  ;  ma  qui  6  seguitalo  'la  una  lettera  scritta  in  italiano 
dallo  slesso  doge  da  Ponte  l'anno  i5;9  al  gran  duca  dì  Tos- 
sina Francesco  ile'  Malici,  eli.'  nomina  appunto  ji'jliaolu  n-.sti" 
carissimo;  Ìndi  d'altra  lettera  dello  stesso  doge  e  dell'anno 
medesimo  indiriil.i  --  M!u  i.ii.in  DikUisu  Ih-imn  jnjliMnln  «wira 
turi'aimn.  XVI"  Dicerìa,  che  fece  Francesco  chiamale  lo  Schiavo 
de  BaronieHi  di  Roma  Ambasciatore  insieme  con  altri,  di  Cola  di 
ltni;t'  VVfVi.Nii.i  d'i'i  l'«p.>!.:  il,  iiiimii ,  ('wisiijHo  ili  Firenze.  Adì  a. 
di  Loglio  1 34?.  XVII"  TV.'  dismisi  dei  irjrtur  /'«un  5fm«i,  A 
scritte  in  propria  nome  ed  in  causa  propria,  e  sono  istruenti:  Primo, 
per  (filai  cagione  io  mi  risolvesti  a  far  giornata  {  anno  l55j.  a' di  due 
d'Agosto  in  VeMchiana  ;  Secondo,  per  anaì  causa  mi  sono  contra- 
rialo netti  mie  leltcre;  Tene  .  ver  ijiinl  aiqitmr  si  •'  jKinitu  da  m,:  ijiud- 
cuno,  che  mi  haocva  segnilo  moki /inni.  XVIII*  Inslmclione  a  Afoiisig. 
wr.r.er  l'.crniir-iin»  \I,i'.':.n\::Ut  \  ,*:-ri../o  di  .ì'ii!itis';<i!ni\-  i'10- 

renlino  «Ila  Maestà  del  Re  Cattolico,  di  mastr  Lelio  Torelli.  Ter- 
mina il  codice  con  la  —  Copia  della  lententia  data  da  Pontio 
Filalo  contro  di  Gesù  Cristo,  ec.t  la  sola  cosa  die,  per  la  falsità 
sua  p alentissima ,  faccia  torto  al  presente  codice,  il  cut  pregio 
e  per  la  natura  degli  argomenti,  elicvi  si  trattano,  e  per  la 
celebriti  degli  autori,  e  per  alcuni  loro  scritti  inediti  ebe  vi  si 
contengono,  riconoscermi  un  in  vista  i  lellori. 


38a  MANOSCRITTI  ITALIANI 

10090'.—  10090'.—  10090'.—  10090'. 

338.  Collezione  di  scritti  politici  e  diplomatici, 
clic  .li  riferiscono  specialmeo  te  alle  Corti  di  lioma,  di  Frauda, 
e  di  Spagna. 

Quauro  volami  carlacri.  in  a*,  rarancri  conivi ,  se  coli  mi*  civili". 

Cu  ritengono  questi  quattro  rodici  diverse  relaiioni,  che  si 
ri  le  ii«i;<  me  per  In  inanimii  pai-li:  alili  Corte  ili  Homa,  alcune 
delle  quali,  scritte  jior  altre  penne  ed  in  altro  tempo,  si  rin- 
contreranno pur  in  altri  coitici  ili  questa  Biblioteca.  Essendo 

ebeduuo  de'  eodici  medesimi.  —  IV'l  primo  per  tanto,  cb'è 
segnato  nella  Biblioteca  col  11"  10090'  sono  tutte  scritture  0 
memorie,  che  riguardano  la  Curie  di  liofila  dal  pontificato  di 
Clemente  V  sino  alla  fine  del  ponlilicato  di  Urbano  Vili', 
e  sono  le  seguenti  :  I"  Storia  dd  Caudate,  nel  anale  fu  crealo 
Papa  Clemente  V,  11°  Altra  del  Corniate  fallo  per  la  morie  ili 
Innocenzo  Vili",  di  casa  Cybo,  nel  anale fa, eletto  Papa  Don  Rode- 
rli)- di  lim.iia,  die  fu  /mi  diitimtih.  iti'sitiiittrti  I  I" .  111°  Memorie 
notabilissime  di  Papa  Innocenzo  Vili'. ,  scritte  Unno  1  48i.;  e  degli 
onori,  grmdetxe,  e  dignità  della  Casa  Cybo.  IV  Conciai»  mJ  quale 
fu  ereato  Papa  Pio  V".  e  le  memorie  di  esso  Papa,  e  prima  e  dopo 
il  san  l'imlifiiato.  V"  Cd  Ji' Vii  re  futln  pir  f  iissamiiirie  di  Sisto  Quinto; 
Riunitivi  ti ej  (liwiLiiiV  -.ielle  ■:■  ,-n rati  li  Trattati,  divisioni 

degli  Scrutinii,  e  modi  tenuti  da'  Cariliaidi  fu:.itmarii.  VI"  Rela- 
zione curiosisMia'i  deiia  Cork'  di  Snw!»  fatta  i'annoib-jz  da  un 


Oigitized  gy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  383 


cortigiano  del  Tiepolo  Ambasciatore  della  Repubblica  di  Venezia 
oppresso  Ssa  Maestà  Filippo  d'Austria  Re  delle  Spagne.  VII'  Reta- 
tone tirila  Corte  di  l'cnoaaHo.  l'atta  dal  sopraddetto  colligiano 
del  Tiepulo  ambasciatore  pei- la  repubblica  di  Vrnciia  appresso 
Don  Sebastiano  1°,  re  iiv°  del  regno  di  Portogallo.  Vili*  Dit- 
corso  del  Cardinale  Commendane  sopra  la  Corte  ili  Roma,  imliriUo 
al  signor  Girolamo  Sauirgnana  ;  del  qnale  discorso  s'è  detto  nel 
codice  segnalo  ir  3oi.  ÌX°  lli-laziom-  dilli,  Corte  di  Homo  in 
tempo  di  Clemente  Vili",  nell'unno  falta  nel  Senato  dall' 

Ecce  lien  rissimo  signor  Delfino  Ambasciatore  della  veneta  Ile- 
pubblica.  X"  Càuta»  nel  qnale  fa  creolo  Papa  Urbano  Vili". 
XI*  Relazione  della  Corte  di  Roma;  fatta  a'  33  novembre  1 6i3 , 
dall'  Eccellentissimo  signor  cavaliere  Raniero  Zeno  al  Senato 
di  Venezia.  MI°  lieltizr.me  dritti  t'iuii  CnnUnln  di  Arlynarie  all' 
Illino.  sia.  Cardinale  Barberino;  della  quale  relazione  è  autore 
un  Silvio  lamentino,  clip  vi  si  sottoscrive.  Mir  Discorso 
apologetico  pei  riparare  .ìli' antica  dignità  e  decoro  del  sacro 
collegio  ile'  cardinali.  XIV*  Lettera  di  Don  Ludovico  marchese 
di  Gió  sopra  il  titolo  di  Eminenza  da  darsi  ili  cardinali,  scritta 

li  i5  giugno  i  G'àii;  altrn  Intera  del  i  Irvtmu  intorno  ai  titoli 

da  poter  o  dover  darsi  ai  cardinali;  ed  un  discorso  intorno  al 
titolo  di  Illaa>.  et!  Eh  irmi,  in  persona  «.Wr.wrj'r.vi.  XV°  Esorta- 
zione del  principe  Eccliembergh  ai  suoi.  XVrDetermitiazione, 
the  n. -Me  (■(iii<rr,.;j,-:/.ii)ni  rli;'  cardinali,  essendovi  presente  il 
papa,  gli  ambasciatori  de' principi  debbano  staro  in  piedi. 
XV11°  Relazione  del  seguilo  fra  l'ambasciatore  Cesareo,  catto- 
lico, e  il  principe  prefetto  dì  Roma  intorno  alla  precedenza 
avanti  la  santità  di  nostro  signore  Innocenzo  X°  nel  giorno 
della  sua  creazione  di  giovedì  i  5  settembre  i644-  XVIH"  ed 

ultimo.  Discorsi  1  (|llitle  >i  dimostra  e  e  L;li  ambasciatori 

dell'  imperatore ,  e  quelli  del  re  dì  Spagna ,  e  d' altri  principi 


m  MANOSCRITTI  ITALIANI  . 

intendano  avere  la  p  recedei  i<  a  sul  principe  prefetto  di  i\oma, 

cW  [;ra  allora  Taddeo  liarhcrino. 

Sei  secondo  dj  questi  quattro  codici,  eli' è  segnato  col 

sima  parte  la  Corto  diploma,  incominciandosi  da/pontificato 
a'innooenw)  X'  sino alla  fine  del  pontificato  di  Clemente  IX'. 
e  sono.Ie  seguenti  :  ['  BÀuiom  della  Corte  di  Boia,  fatta  in  Se- 
nato dall  EcciUtnlkiime  Giustiniani  Ambascatore  delio  fttpabblka 
di  Venezia  ne!  PonlifietUo  £  Innocenzo  X".  11"  iWntiono  dilla  Corte 
di  Rima ,  (fata  per  minatone  dal  tignar  BaU  di  Valenza  ai  ino 
suceexon  il  Duca  di  Crequi ,  f  anno  iìi5q.  sotto  il  Pontificato  ,{ In- 
notemo  X°.;  t»  rjiiiiln  cela /lune  (■  M'piiii,ii;i  una  Rispositi  aliti 
detta  lustrazione  dei  Bali  di  Valenza  dtlfannd  i65i.;  e  da  alt™ 
risposta  a  detta  scrittura,  ossia  lettera  scritta  dal  rardinale 
Cesi  a  Don  Luigi  d'Haro:  ili"  Kcìaiiouc  fatta  nel  mese  di  itt- 
pjlùi  l'amili  lei  fin  ili  M'iMlci  tti  \  l-mv.tii  Hill]'  Inni,  sigimi 
Aliiicin  l.ioiT.iili  (lupo  il  i  Lti'iiui  filila  -il.!  ai  ni  Merlili  il  (li  l'ullia. 
IV*  Relalione  di  guanlo  è  seguito  per  il  Hegio  Sponsali™  di  Sua 
Maestà  Clirislianissima  con  la  Serenissima  Infanta  Regina  di  Fran- 
cia. V-  Relazione  dell'  ambasceria  straordinaria  alla  Corte  «li 


1 66 1 .  \  1°  Chirografo  di  Alessandro  VII',  per  la  vendita  del  Feudo 
di  Casa  Farnese.  VIP  Relazioni  delle  ultime  parole  ed  azioni  del 
già  Cardinale  Sforzi,  Pallavicino,  data  al  turo  Colletto  nel  Cani 
elafi  (/c/C un \  IN'  lU'.W.ionc  ili'll.i  (.urte  di  Germania 
del  cavaliere  Battista  Nani  ritornatovi  dalla  sua  ambasceria 
appresso  l(i  maestà  di  Leopoldo  I'  per  la  sereiiissiinu  repuli- 
Iilica  di  Veneiia.  IX*  Nullità  della  rinancia  falla  dalla  Regina 


DigiiLzcd  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  385 
Maria  Teresa  d  Austria  alle  Corone  e  Steli  del  fa  Filippo  IV.  He 
di  Spagna  suo  padre,  quando  piglili  per  inarilo  Ludovico  XIV°.  He 
di  Francia  oggi  regnante,  pmrnt-.i  ivn  ..-.-(f™  ,'«.■;  rjnHi-.j  mg  ifi'i  im  - 
jhignhW ,  olire  ìc  rìspesle  add-Ate  a  vcmì  ■dluziuni,  che  possono 
fare  gli  Spagnaoìi,  lenendo  il  lutto  confermato,  i".  dalle  lei/gì; 
2°.  dalle  opinioni  tic'  più  famosi  piA'iixi;  ?".  <!n  .Sentenze  de'  pià 
insigni  giarisicnsnlli  ;  ,f.  per  Decreti;  f.  con  punti  amati  dalle 
istorie.  X°  .Vini: ialina  di  U™jryi.i.-iv  Btirgeiiini  \'i<ioto  di  'file,  e 
Nunzio  del  Papa  pressa  la  Manta  Cristianissima  di  Luigi  XIV'.; 
iifli.s  (jii.-iie  XiimiuUtf.t  coiiti-ngmio  111  sal  iti  mi'  s ■  ■  u' 1 1 '-: n "  1  , 
ridi:  i°  lut"iTn>  alla  pjci'  i\  \quLsj,Tj]i'i;  ::"  l\  mpia  ili  una 
lettera  scritta  dal  re  cristianìssimo  alla  santità  di  nostro 
signore  Clemente  1X°;  3°  copta  (Mia  dispensa  implorata  dal 
papa  dalla  regina  ili  Portogallo  per  poter  contrarre  nuove 
none  dopo  l'accaduta  depositione  dal  trono  del  re  Alfonso 
SUO  marito.  XI'  Restinone  di  alcune  feste  solenni  abrogate  dal? 
Arciccsconi  di  Parigi.  MI"  Aliroija:iuur  e  Traslazione  di  alcane 
feste  praticale  da  inviti  lesmei  della  Francia.  XIII"  Giurisdizione 
Ecclesiastica  ne  Paesi-Bassi  conquistati  in  Fiandra  dal  Re  Cris- 
tianissimo, nmlivrena  dall'  hilcrrtuiizio  .■tpjsl'J/tn  in  Bruxelles. 
XIV  Giurisdizione  Ecclesiastica  restituitasi  in  Piaerolo  dal  Ite 
Cristianissimo.  XV"  Riforma  degli  Ordini  Mendà-iinti  nella  Francia. 
XVI"  Ctiiuidcraiii'ii:  ,'i-pni.  la  j<  litt'irn  ilei  sigiu-.r  Ihrijillini.  the  ha 
pir  titolò  —  Il  Giansenismo  attrito,  _  indirizzale  al  signor.  Car- 
dinale Altieri.  XVII"  Scrittimi  intorno  alla  giurisdirionc  della 
Badia  di  San  Germano  innntidi jlaimuil'.'  stipella  alla  santa 
sede,  e  controversa  dagli  arcivescovi  ili  Parigi.  XVIII"  Notizie 
sulla  conversioni:  ilrl  già  maivy/ialln  di  Tnirn.L  all.i  saila 
fede  cattolica.  XIX"  Mcinuriv  intorno  ai  soccorsi,  die  furono 
dati  per  la  difesa  di  Candia.  XX'.  Copia  di  due  lettere  scritte 
dal  re  cristianissimo  Ludovico  XIV°  a  monsignore  Bargellini 


386  MANOSCRITTI  ITALIANI  ' 

già  nunzio  io  Francia.  XXI*  Desiderio  di  un  Principe  di  Tania 
ili  restituirsi  alla  nastro  Stinta  Fulr,  iv.it  eseijuiio  />er  curii  impe- 
■Imii-'iti  .■  e  i>iii .  !a  copia  di  1111,1  —  Ltìtcra  irrita  di  Tunisi  dal 
nprttdiittta  Principe  (che  fu  Don  Kdippu  Carlo,  prima  Agal- 
lila me  t)  a  monfgwr  fornellini  No/uro  Apoitòlico  in  Francia,  il 
di  i3  Mtram  1670.  XXII*  Rttatnme  presentala  al  jig.  cardi- 
nule  Allii'ri  il  di  1  di  i^o-tu  dell'alino  1(175.  inloroo  all'  eser- 
citio  Illu  ni  della  cattolica  religione  oitcnulo  in  Danimarca 
dal  ovalieie  di  Terlon  ambasrialon-  itila  del  re  r risiianissmio 

per  i  nigonati  <n  1  signori-  Uaiy  IJini  arcivescovo  di  Telie. 

giii  nuotili  in  K rancia.  \M1I*  Notìzie  itomi"  intorno  alla  in- 
vasione della  Lorena  eseguita  dalle  anni  del  re  cristianissimo 
contro  quel  du ca  Carlo.  X..XIV  ni  ultimo.  Memorie  intorno  ad 
alcune  differente  insorte  tra  Vacavi,  ed  Ecclesiastici  Regolari  Mia 
Francia. 

Nel  teno  di  questi  quattro  odici,  segnato  eoi  n*  ìoogo'si 
contengono  diversi!  scritture  e  relazioni  perla  massima  parie, 
sì  come  ne  due  codici  antecedenti ,  concernenti  la  Corte  di 
lioma,  incominciandosi  dal  pontificato  di  Clemente  X"  e  giun- 
gendo alla  line  del  pontificato  di  Innoccnzio  XII*.  Esse  sono 
le  seguenti  :  I"  Affollo»  della  Corte  di  lioma  del  Diteti  di  Canine 
Ambila iatar?  del  Ut  rti  J'ram  ta  tippnsw  in  Satthtò  di  Clemente  X', 
IV  Copia  di  una—  Lettera  seri  ita  dal  signor  Cardinale  Altieri  alii 
iiqiua-i  lAtriUnaii  Legali;  seguitala  da  un  manifesto  del  detto 
cardinale,  dalla  sua  difesa ,  e  da  una  sua  lettera  scrina  al  papa 
il  di  li  ottobre  dell'anno  1674.  Ili'  Scritturo  intitolata  — 
Dijinjanne  per  gli  ridimmi  li  dui  raggiri  Palatini.  IV  Manifesto 
de' signori  Amlias-'f.ttar:  ne!  tempi/  delii  I-in.  i.l:/faen:e  con  il  signor 
Cardinale  Altieri ,  proposizione  (nello  slesso  ,11 -«o  11  lento)  fatta 
li  Ut  dicembre  1(17.1  "al  si.^titir  cé.idinalo  lìaniennn  a  nomi' 
del  papa;  e  risposta  data  da'  signori  amliFisdalori  nel  dì 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  3S7 
s3  dicembre  1674.  V"  Mani/si"  ihl  syucf  Caidinak  d'Estrtet 
intorno  alle  amarezze,  che  vertono  Ira  Sua  Eminenza,  ed  il  lig, 
eamlicn:  Erizzo  Amiici'.-.inUirc  di  Yfiwi'm  in  Ruma;  f.  risposta  del 
signor  E  ri  no  ambasciatore  di  Venezia  al  manifesto  del  signor 
cardinale  d'Estrécs.  VI"  Discorso  sopra  le  eoseelic  detono  preten- 
derei analtra  Anihiifi  min  i  mi  l'nllalo  <!■.  il'  f ' / ■' ■  ' 
diitnk  Altieri;  e  ristretto  dell'  iol\eii:a  itrni-ritiim-'iit  d'ila  d-.d  l'ir,;.; 
alt  Ambasciatore  di  Emacia  li  ad  .maggio  1675,  'nell'argomento 
niedi'simo  del  rat-dinale  Allìci-i.  VII'  liilniimii-  della  Corti;  di 
Roma  fatta  all'  LcHino.  Senato  ìli  \  enezia  dall'  Ecclinu.  Moco- 
nigo  già  ambasciatori;  appresso  Clemente  X"  l'anno  167/1. 
Vili'  .l/i'Wtfrmi'tilatii  Ah  raulità  ili  nostro  siglimi;  I  nuora  i/o  M 
circa  il  suo  governo,  nel  mese  ili  novembre  dell' anno  1680; 
i'il  olivo  nieiiniiLilr.  itilo  «lusso  papa  circa  ad  aleniti  a  Inni  noli' 
Annona.  IX'tì/s™™  sopra  l'abolizioni1  del  nepotismo.  X'  Dù- 
cono .opra  le  differenze  concernenti  l'Alsazia-  XI"  Dichiarazione  di 
.Sun  .  illi  ::n  li  ni/ ìii  Imo  Eni-in.  !  'rio,  iy.-  il  i.) ni. 'i/i-,  per  tjiaìtìficare  la 
san  entrata  con  armi  in  iiajhilioiia  :  giuntevi  varie  altre  scrittura 
concernenti  le  pretensioni  del  detto  principe  sul  regno  di 
Scozia.  KIT  Dre/iiariBiW  di  Giacomo  lì'  He  della  Gran  Bntagm, 
rat!  in  tfuutr  informi:  i  suoi  .-ndii'ti  ili  ih  ma  inti-nzioio-  pio- ordinari 
un  nuovo  Parlamento  ;  alla  quale  dichiarazione  succedono  altro 
scritture,  che  si  riferiscono  in  tutto  0  in  parte  allo  stesso  ar- 
gomento. Xlll"  Testamento  di  Maria  Anna  Cristina  di  ìlavieru. 
nw/lie  del  Delfo»,  clic  inori  a  Versailles  nel  mese  di  inaggio 
dell'  anno  1 690.  XIV  Decorso  del  Clinic  di'  (ioniin  Ambturiaton 
di  Savoia,  latto  alla  dieta  di  liasilea  lì  'io,  inasto  ififju. 
XV-  Lettera  dei  tinnii:  di  \intii\::lniiti  sinllo  /.or  ordine  delia  l'r'in- 
cipessa  iCOranje  liei/ina  d' Inghilterra  a  Milani  Dursley  Ambas- 
ciatore d'Inghilterra  in  Olanda;  e  a  questa  lettera  succedono 
altre  scritture  conccnit;iiti  i>li  all.n  i  della  stessa  principessa. 


388  MANOSCRITTI  ITALIANI 

XVI"  lettera  di  Carlo  II"  He  di  Spagna  responsiva  ad  un  Crete  del 
Papa  Alessandro  1  III",  col  quale  Sua  Santità  lo  esortava  (dia  pace; 
la  qii.nl  lellera  è  seminata  ila  \aric  altre  lettere  e  memorie  sullo 
stesso  argomento.  XVJT  Riflessioni,  eìic  rifiatano  il  discorso  fatto 
dal  signor  Cardinale  Colloredo  in  Concistoro  contro  il  Vescovo  di 
Boacs;  c  risposte  del  cardinale  ili  Forbii]  allo  sopraddette  ri- 
flessioni. XVIII*  Manifesto  di  Guglielmo  II:  Re  a"  Inghilterra ,  di 
Scozia,  e  i  Irlanda ,  pubblicalo  ì  anno  i  Gg  j .  XIX*  Copia  di  lei- 

r:,:\  ;■.:.,((:■:' ,v.  ;  le  liliali  lelKTC  som  lieti:  mi  ben  impollinili  e  piace- 
voli  a  lecersi.  XX''  Disteni  puliti^,  in  iiirma  ili  manifesto,  o 
s-ia  lettera,  ove  si  dojcmr  i:  mudo  ilei  presenti-  l'OYitiio  ili 
lloni.i  ,  mandala  (la  [ic ['Mina  incignila  al  |ia|ia  I  n  li  urei)  m  XII 
l'anno  i(iy j  ;  seconda  ie'.lcra,  o  sia  (Usi  ussu  poli'.ito  in  mi  il 
descrive  dall'aulure  il  ^ineristi  di  Udina  Millo  la  figura  di  un 
(piatilo  lappresenlante  in  prospettiva  diversi  ministri  della 
Corte;  lena  lettera  sullo  stesiti  arijiniienlo  inviata  al  soprad- 
detto papa.  XXI'  SrrittBrtt  iti  forum  di  manifesto  del  Conte  di 
Mattiniti  Ambasciatore  Cesareo,  ove  pretende  giustificare  la  sua 
t  omiotta  nel  aiitsu  pulii  impone-  per  tu  r  re  rei;  iti  ne  del  Corpus  Do- 
mini, Tanno  1G9G;  risposta,  e  considerai  io  ni  sulla  della  scrit- 
tura. XXir  Intimazione  presentata  dall'Abate  de  Dominai  come 

Principe  di  Farnese  per  parte  di  Sua ' Maestà  a  9  di  luglio  1G98; 
dopo  la  (piale  liitiinu:n:i;e  siieeedono  varie  scritture  in  favore 
e  naitro  il  sopraddetto  principe  Cliica.  N.\ Ni' '  1 ''i,i:ry,  pur  ri- 
sarcire la  reliifiim  dtsnpium  divu'lnta  dulia  so.il  prima  Regola,  e  si 
dice  il  modo  eli  è  di  amisi  l'ualiio  sj/.jii  1  norr'.-ittli  da  fimi  ;  giun- 
tivi alcuni  alili  discorsi  concernenti  le  discipline  interne  ed 
esterne  di  Hill'  i  conventi  di  irati,  onde  toglierne,  tanti  disor- 
dini, e  quindi  insliluiroe  le  necessarie  riforme.  XXIV  ed 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  3Sg 

ultimo.  Discorto  sopra  la  Riforma  ài!,-  /Un; i'.n i  tulle  motivala  et 
ordinata  dalia  Santità  di  A.  S.  Inttacenio  Papa  XII".,  a!  c.aa!e  i 
Regolari  rispondono  —  Qaare  non  contea  Presliiteros? 

JNi'J  quarti)  «il  ultimo  di  questi  qualtro  i.oilifi ,  scanalo  cui 

u°  si  cuiiii-iJi.niiiHxliu'i-n'  i-i' Li /.im lì  e  memorfei  si  come 

negli  nitri  tre  (.'odici  ilio  abbiamo  descritti,  concernenti  in 
qualche  parte  1»  corte  (li  llonia  durante  il  pontificalo  di  Cle- 
mente XI",  ma  di  esse  pur  mollo,  comò  vedremo,  si  riferis- 
cono a  varie  potenze  europeo.  Gli  argomenti  tic  sono  questi  : 
I"  Storia  del  conclave  in  cui  6  stato  creato  papa  Clemente  XI". 

lì"  ,1/fimincdcl  «osi ci :iv«,  nei  quale  In  .■Ietto  papaCIc  le  \  V\ 

111°  Discorso  in  forma  di  lettera  sopra  le  qualità  dilla  Bolla  t/intn  il 
A  iy. udirne,  l 'infermata  da  Clemente  Xl°  Rcr/nanie  l'unte ji.f  tu'!  jn  'nin. 
Concistoro  fenato  nel  mese  di  Decembre  Vanno  i  7oo.  IV  Lettera 
scritta  dall'  amba; sciatore  di  l'Yauciii  {Puvsicu\)  al  corpo  elve- 
tico il  priiiio  di  di  dicembre  dell'  anno  1700,  V* Discorso  fatto 
nlli  signori  siali  generali  d'Olanda  dai  sigimi  conte  Briord 
ambasciatore  di  ]■' rancia,  il  mese  di  dicembre  dell'anno  1  700. 
VI0  Lettera  scritta  da  Filippo  V°  re  di  Spagna  alla  regina  ve- 
dova li  10  gennaio  1701.  VII"  Protesta  contro  il  testamento 
del  fu  re  Carlo  H°  di  Spagna  fatta  dal  conte  d' Harraen  am- 
basciatore Cesareo  a  Madrid  prima  di  partire  da  quella  città  li 
.7  gennaio  .70..  Vili-  Memoriti*  presentalo  agli  stati  gene- 
cali  ri L  Olanda  dal  sii;,  don  I-Yaiiccseo  de  Qitirt>5  ambasciatore 
del  re  di  Spagna  Filippo  V°  all'ITaya,  nel  mese  di  gennaio 
l'anno  1701.  IX"  Lettera  di  sua  maestà  catloiiea  Filippo  V*  alli 
stali  generali  di  Olanda,  X"  Meimirinli-  presuntalo  alli  signori 
stati  generali  di  Olanda  dal  conte  di  Auam  inviato  straordi- 
nario di  Francia  lì  1 3  febbraio  1701;  ed  altro  memoria  le  presen- 
tato ai  sopraddetti  «tati  dal  amie  d' Auaux  li  17  febbraio 
1701.  XI'  R uohz  10 11  e  delle  alte,  potenze  d'Olanda,  comunicata 


ìgr.  MANOSCRITTI  ITALIANI 

al  signor  conte  d'  Auaux  inviato  sliaindinario  dì  Trancia  inris- 
posla  alli  suoi  memoriali,  lì  2  i  febbraio  1701  ;  ed  allra  Urio- 
ìti:'tuue  delle  dette  potenze  comunicala  da  Don  l'rancesco  ISer- 
ii.irdu  di'  IJuii-i-  jinba-fLalore  slr.iui  ninailo  del  1,  di  Spugna 
in  Esposto  al  tuo  memoriale  li  jj  febbraio  1701  ;  con  altro 
scritture  dell'  inediillerra  concernenti  l'argomento  medesimo 
intorno  agli  stali  d'  Olanda.  XII*  Dùcono  in  forma  di  lettera 
Pwponjfiva  ad  un  amico  sopra  le  ragioni  del  re  dì  Spagna 
Filippo  V  nel  ducalo  di  Milano  contro  le  pretensioni  dell' 
ini  pera  lore.  Mlt'  lìnre  mln/tu  delle  iasioni  di  sua  cattolica 
inaerà  per  la  [il  11  lui  I/ione  della  ill\.  slil  In  a  del  re  L'HO  di  Napoli 

contro  le  pretensioni  della  eesarca  maestà  dell'  imperatore  ; 
giuntevi  molle  alile  sentirne  nel  proposito.  Ira  le  quali  —  li 
Diritto  della  Sede  A/mioMca  sapra  il  regno  di  Napoli  nella  minorità 
del  tic- ;  e  le  ni.<e»M;ne  tulli-  di-I  detto  l'i/ie..  XIV"  Leopoldo  per  hi 
ifmlta  di  Din  Impiii.itiyii  di'  limnitiii.  litsiraUione  «credi  per  il  nos- 
tro e  fltlel  diletto  Francesco  di  Scianinet  Consigliere  della  nostra  CV 
m.-r-i  ..■  :  ti!  quaV  instnizionr  c!:iijin::ia  cosi  :  «U  line  della 
«  vostra  missione  si  restringe  ad  assistere  nella  Corte  di  Roma, 

■  dove senza  raiv.-'.eré.  di.m.lc  acndiic  al  nostro  Ministro  Ambas- 
cia lui  e  eonte  ili  Land  le  re,,  del  1  piale  se  Leu  e  abbiamo  tutta  la 

■  si!(iili..!a!ìieiie  .  the  l.iee.i  ut  qua  rito  ni  li.  .-.ila  lede  e  zelo  verso 
"  il  nostro  servi  ho,  unii  (unendo  eeji  tutta*  la  specimen  lai  a  110- 
»  tizia  di  quella  torte,  elle  taiitij  abbonda  di  rasali  i  el  nrlilicii. 
11  liabbiamo  sliinalo  conveniente  ali  i  nostri  imperiali  interessi 
.■  di  mandarvi  cola  sotto  altro  pretesto,  ebe  dovrete  pubblicare, 

■  laeeinlo  'empir  il  11111  unitivo  della  ulojsj,  »  re..  Essa  iuslru- 
lionc  è  poi  seguitai  a  ibi  —  due  lettere  scritte  di  tutto  paglia  da 
t'ttpit  Cli-meiite  XI"  all'  Imperatore  Leopoldo  i°,  b  dalle  risposte  dell' 
Imperatore  al  Papa.  XV"  Varie  scritture  intorno  a  la  successione 
del  duca  d' Angiò  alia  corona  di  Spagna.  XVI" La  verità  svelata 


DlqiiizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  391 
nelle  presenti  turbolenze  di  guerra  Mi' anno  1701.  XV1I°  Molle 
scritture  concernenti  gli  stati  di  Olanda.  XVIII"  Ristretto  delk  ra- 
gioni per  lo  tesare,!  iisiicnlii  dell'  iiiiper.'iloie  per  l'investitura 
del  regno  di  Napoli  vacante  per  la  unirti-  ilei  re  delle  Spanni 
Carlo  11°,  contro  il  duca  d' Angio.  XIX* Relatime dèW almiato 
dell'  armi  Austriatir  trilli  ritta  ti,  tlnuijna  la  avite  unici  rdrnlr  dà 
primo  di  Febbraio  1702  ,  mandata  al  cardinale  di  Giansone  mi- 
nistro di  sua  maestà  <  n-lu!iiÌ!a:i)i.i  in  [ionia.  XX°  Lettera  di 
risposta  ad  un  ami™ ,  nella  ipiaie  si  jjiovìì  elie  il  bando  dell' 
imperatore  Leopoldo  I*  contro  Ferdinando  Carlo  Gonzaga 
duca  di  Manto™  è  nullo.  XXI"  lettera  di  un  gentiluomo  ita- 
liano ailiun  amico  intorno  alle  voci  sparse  contro  il  re  cris- 
h'anissimo  all' or.rasit  ine  della  irmi',  ione  de  Turchi  ncll' Ausi  ria, 
e  dell' assedio  di  Viefina.  \MI"  Dirliiaraliaia:  falla  dai  sii/nari  iti 
Lamini  alla  l'riarijictai  di  lltinìiaatra  iì  i/iana,  'la;  fa  piT.rlaiinitii 
liiiiiiai  il'  hc/hiitiirn  ilapa  fa  tira  i,  ili-!  l 'ri a.-yr  -l'Oiaaiji-  aquila  il 
di  1  (j  Marza  ]  :  Ma  iji-.il.'  dif-liia  iM/iom'  -scirri  li  uni  11U11  di- 
chiarazioni di  diverse  comuni  d'esso  regno  d'Inghilterra,  e 
vario  altre  scritture  allusive  allo  stesso  argomento  delia  prin- 
cipessa di  Danimarca.  \X11I°  ed  ultima.  Estratti!  tirila  rìsjiasia 
delle  Aiti  Potenzi  Mi  Stati  Generali  delle  Promacie  Unite  data  il 

prilliti  ili  Atpst-J  al  inamaritili-  jiiv<aitala  dal  fatile  d'  Annll.r  ainlial- 
rititr.ri-  tilrtialiitaaria  il,  ì  1U  CrisliuiKSMiH"  li  '.ti  l.iajlin  17111,  N 11] Iti 
io  diro  sulla  importanza di  i]Uesti  quattro  codici.  In  tanta  copia 
evariotà  di  argomenti  credo  bene  ,  clic  il  lettore  troverà  facil- 
mente di  che  giovarsi  ne'  particolari  suoi  studj,  e  nelle  mie 
ricerche,  (piali  si  sieno  filosrdichu,  li  ■oli  ale  li..- ,  storici»-,  p.ilili- 
che,  0  diplomatiche. 


39J  MANOSCRITTI  ITALIANI 


33g.  Relazione  dello  stato  politico  e  religio* 
della  città  di  Ginevra  dall' anno  1 535  all' anno  i 
di  Andrea  Cardoino. 


Il  contenuto  ilei  presente  codice  è  una  Relazione  di  Genena, 
nella  gaalc  cr>mfh.-ir:.i--i>m<h!i  itt'/u/ita  dello  sialo  di  quella  città 
l>articntiirmi'iUe  deli'  itami  i  fi.i.r>,  ili?  i:i  fu  introdotto  il  Calvinismo , 
et  mutato  il  poverini,  fimi  a  ijacst'aitno  ii>ii.  L'autore  di  questa 
i-i-], i /.in: ir.  codi >'  li'i;^!'.-'  imi]  l.i  in  i  n i;i  |i.iL'in.i ,  In  un  Andrea  (  lai— 
doino  cavaliere  napoletano,  nato  in  Ginevra;  e  questa  copia 
tratta  dall'originale  di  essa  relazione,  come  ivi  pure  sta  scritto, 
con  caratteri  però  ri" altra  mono,  fu  fatta  in  ììoma  per  cura  e 
spesa  d'un  Melchiorre  de  Grill)*.  La  relazione,  eh'  è  divìsa  in 
Imita  iinve  capitoli  riguarda  piò  gli  ri  ilari  religiosi ,  appunto 
per  l'accadutavi  iutrorlmione  del  Calvinismo,  di  quello  clie 
gli  amministrati*,  i  i:  pi  .1  il.i .:  i  ili  ([nella  ci  Uà.  finn  brami  pero  del 
lata  ii'ii/.a  raiuitisun. .  e  i  lio  quiui'i  j in.-ri t;i r  jios.ia  quella  buona 
fede,  clic  deve  far  nascere  lo  storico  ne'  suoi  lettori.  L'opera  c 
dedicata  dall'  autore  con  sua  lettera — All'Invittissima  et  Potentis- 
simo Philippo  1111°.  Ite  di  Spagna  nostro  signore,  essendo  il  Car- 
doino, eoiim  abbiali!  veduto,  cavaliere  Napoletano.  Dopo  la 
qual  lettera  è  ini  epigrammi*  Ialino  dello  stesso  Cardoino  in 
lode  dei  re  Filippo,  ed  altro  pur  latino  di  Carlo  Morelli  in 
lode  del  Cardoino;  e  dopo  di  ciò  incomincia  la  relazione,  che 
per  quanto  mi  ò  noto  e  inedita. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  le3 


10092.  ■ 
34o.  Storia  o  Cronica  antica  dell'Italia. 

(^ri.nr.i .  il]  U?ì'.n  |.ii:':iii.  i7-.ro  I  li  li  l-.n'li.  ili  [.nirii'r   Hio.  socdo  liv4, 
di  bolli  comervrmone. 

Comprende  questo  codice  un' aulici  cronica  osloria  d'Italia, 
la  quale  incomincia  dal  discutere  l'eli niùlosth  dì  questo  nome, 
e  finisce  colla  morie  di  Enea.  Le  cose,  che  vi  si  narrano,  sono, 
quanto  alla  importanza  loro  ed  all'  ordine  che  vi  si  tiene  ,  le 
medesime  che  legnisi  nei  codice,  di  cui  diremo  qui  appresso, 
segnato  col  u°  34  i  ,  ma  ben  diversa  fi  malto  più  diligente  n'i'i 
qui  la  penna.  Dopn  un  prologo,  è  una  tamia  dei  capitoli ,  elle 
sinici  li  uni  crai  i .  e  ginn  torio  ni  ci  nqi  unitesi  mo  ter  io.  «  Italia  (così 
principia  il  capitolo  I*)  «secondo  clic?  die  Ovidio  nel  quarto 
;  lilini  ile  Fasti  et  Sanrto  Hieronvmo  nel  primo  prologo  della 
.  Bibbia  et  Sancto  Isidoro  ne!  XIIII*  delieti  mologic  ec.  et  se  altri 
•  dicesse  :  con  do  sia  cosa  che  quelli  che  sono  hoggi  non  nas- 
.  cono  sotto  altro  cielo  che  li  nostri  antichi  onde  viene  che 
.  non  sono  cosi  belli  ne  cosi  buoni  come  Furono  essi  dico  che 

■  questo  procede  da  duo  defecti  luno  che  hanno  lasciato  luso  et 
.  leiercitio  dclarmi  et  non  curano  più  di  honore  et  sono  dati 
i  a  tutte  quelle  cose  che  fanno  più  infemminire  cioè  ad  avari- 
li tia  et  a  luiuria,  et  laltro  difeclo  è  che  non  hanno  duce.  Sono 

■  come  pecore  senza  pastore  ctsono  facti  servi  de  mercennarii. 

■  Onde  bene  dici  Da  ni  e  nel  .unto  cuoio  della  seconda 'cantica 
'de  la  sua  commedia  gridando  contra  Italiani: 

.  Av  serva  Ytalia  di  dolore  ostello 
i  Pi'avc  santa  nocrliicri  in  gran  tempesta 
■  Non  donna  di  provinte,  ma  bordello.  ■ 


394  MANOSCRITTI  ITALIANI 

.  Lo  suo  sito  e  questo  :  dal  lato  di  mozzo  giorno,  ■  ce.  ce.  Ter- 
mina il  codice,  il  quale  è  veramente  scritto  con  bei  caratteri, 
in  questa  maniera:  Qni  finire  il  secondo  libro.  Dco  gratiai. 
Amen.  Non  te  ne  trama  pio  et  non  a  compiala.  Se  non  fu  pubbli- 
cata questa  scrittura  (clic  per  quanto  mi  e  noto  noi  fu),  me- 
nta certo  ili  esserlo  per  la  pinzuta  l'avella  in  cui  è  dettata  ,  e 
che  sembrami  poter  agg-iujrnoisi  agli  anticlii  testi  di  nostra 

10095. 
34i.  Cronica  antica  dell'Italia. 


Il  titolo  elle  •-urivuijiuri!i;ii]'.-]i li-  fu  dato  a  questo  codice,  il 
quali:,  a  parer  mio,  è  staio  sctilto  l'orso  poco  dopo  la  metà 
del  secolo  ini0  è:  Cronica  antica  d'Ilalia.  Lssac  divisa  in  capitoli, 
l'argomento  de'quali  è  sci  ilio  cimi  eaialleri  rossi.  A  maggior 
lumi;  de'  lettori  studiosi  I  l'ascriverò  1'  argomento  eie  prime  linee 
ilei  primo  capi  lui  o,  e  cosi  l'argtmiciilo  e  1'  ultime  linee  delcapt- 
toloultimo.  •  hi  quesìoliliL'o  ,  (èli  primo  argomento)  «si  tractara 
idei  hiìh  di  Cleti  ut  de  li  primo  lìcv  de  1  Ytalia  et  de  la  origine 
.de  li  Dov  a  oli  ci  ii  et.  in  parie  di  Vergili  li  ciò  e  de  Io  lineydos 
«  rulgari  et  d'  altri  iaeti  corno  apresso  seguila.  ■  Principia  così  : 
"Cretti  e  una  V  sol  la  di  ti  reti  a  la  quale  antica  mente  fu  grande 

■  et  nobile  regioni:,  =  oc.  L'ari;;  a  reo  tu  dell'  ulLimu  capitolo  e 
questo:  »  Collie  Knoea  ornilo  et  come  esso  el  suol  successori  fn- 

■  rono  eli  i  amati  lie\  do  Lai  in:  il  i  pia!'-  Mj^ra  numi:  ovi.'ro  ti  ioli  e 
«  de  rivo  da  Latino.  »  E  incomincia  così  :  «  De  la  supradicla 

■  Cipta  clic  Lavi  nio  l'inncii  por  spati  o  dai  e  ire  la  sedia  de  lo  im- 


DELLA.  H1BI.10TECA  DEL  RE.  ,l9ft 
.  perio  Ytalico  lenoc  secondo  il  maestro  (le  le  ystcric,«  ce. 
Veggano  per  lutto  ciò  gli  studiosi  so  questa  cronica,  eia  siala 
mai  data  alla  luce,  ciò  clic  non  credo,  Parmi  però  eli'  essa 
avrebbe  potuto  aggi  ti  ligure  (.inanimii)  alle  [.«iliache  pubbli- 
cate dal  Muratori  nel  suo  gran  libro,  Rerum  itaiicantm  scriptarcs, 
Iti  fine  del  codice  leggesi  la  sotti. seii/.iom!  seguente!  Finito  in- 
fra scripta  )>  mani)  di  daìvi;;»  di  h'rani:ca:t>  degli  Alberto  :j  al/nuli 
di  Dio  ci  de  Iti  sim  Veniinn  Wadir  Maria.  Amen.  Amen.  Amen;  la 
quale  sottoscriiionc  •':  della  stessa  penna  clic  scrisse  tutto  il 
codice. 

10096'*. 

3Ó.2.  Relazione  di  Roma,  c  storie  di  alcuni  Conclavi. 

Cartaceo,  in  V.  u-ii  nl'-ii  c:rsui .  :!i  [-.-iljìiìi?  3oo.  secolo  xvu*. 


Si  contengono  iu  questo  codice  le  cose  arguenti  :  i-  BtbUoae 
ili  Roma  al  tempo  dì  Pio  IV'.  et  l'io  V",  falla  dui  eìarìlùm  tiglfT 
Paolo  Tiepoh.  ritornata  Ambasciatore  per  la  icrtiiissima  Repubblica 
di  Vmetia  ;  el  comparatione  MI'  ano  Papa  et  Mt  ultra;  diversa  da 
quella  die  dello  stesso  Tiepido  lug^-hiiio  .iJl'irtit"  J*  del  codice 
«guato  n°  iih.  IT  Storia  del  Cosi-lare,  nel  amile  fu  creuto  Papa 
li  Cardinali  Mtiiitalttili  l'i. d  Aprili:  1  38  j.,  ctdiiamossiSisto  Quinto. 
F,  la  sle6sa  che  lesesi  all'arde"  i°  del  codice  n"  381,  ma 
questa  copia  è  anteriore  a  quella.  111°  Relazione  del  Conciate  di 
Papa  Gregorio  A'JP,,  nei  quale  ri  racconta  dktintumente  latte  le 
atlioni,  che  in  esso  sono  occorse  nclfanao  )5o 1  ;  diversa  da  quella, 
che  leggesi  aU'artic*  &'  del  codice  segnato. n°  3aG.  IV*  Altra 
Relazione  del  Conciare,  nel  gua/e  -fa  creato  Papa  Cleaentt  Vili'., 
e  si  racconta  distintamente. et  ordinatamente  tolto  quello,  che  incisa 


S9G  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Conclave  fa  trattato  ;  diversa  da  quella,  che  fu  scrilta  da  Lelio 
Marniti,  die  leggiamo  nel  codice  379,  ma  bensì  copia  di 
quella,  eh' È  nel  sopraddetto  codice  n"  3iG.  V  ed  ultimo. 
Relatione  del  successo  et  program  [aito  dal  serenissima  Duca  di 
Parma  dopo  la  stia  ultima  andata  in  Francia;  la  quale  relazione 
è  assai  importante  a  leggersi  per  la  storia  di  quo'  tempi. 


3.  Notizie  intorno  alla  Casa  Saluzzo,  od  altre  illustri 
famiglie. 


Il  contenuto  di  tutto  il  co'licu ,  si  corno  lesesi  in  sul  co- 
minciarnento  della  prima  pagina,  è  — L'Arbore  et  genealogia 
titilli  illustri-  Guii  ili  ,SVd_-;i)  r/riifsu  dai  5ri,r<ii!Ìr.&  sangue;  con  molte 
altre  antiquitadi  di  quella  et  aggiunte  d'altri  Potentati  et  Signori. 
lo  non  dirò,  elle  questo,  ben  importante  codice  por  la  storia 
di  quel  secolo,  sia  l'unico  od  autografo  (heuche  alcune  cor- 
rezioni fatte  per  la  penna  medesima,  e  correzioni  non  di  pa- 
role ma  di  sensi  e  di  cose,  me  ne  ingeriscano  qualche  dubbio) 
ma  certo  fu  in  proprietà  di  chi  0  per  se,  0  per  essergli  stata 
tramandala  aveva  una  piena  autorità  sul  coutenuto  del  codice 
stesso.  Dopo  l'arbore  della  casa  Saluzzo,  di  cui  si  fa  cenno  nel 
lilolo  riportato  poco  sopra,  seguono  le  notizie  o  memorie  di 
altre  signorili  famiglie;  c  di  più,  alcune  lettere  autografe  di 
alti  e  ragguardevoli  personali  indiritle  ad  altri  pur  rag- 
guardevoli ed  alti  signori,  e  specialmcnic  Piemontesi.  Chi 
abbia  scritta  questa  storia,  non  appare  in  alcun  luogo  del 
volume.  Sia  ossa  stata  stampata  ono,  non  potei  di  ciò  rendermi 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  39J 
certo  per  le  indagini  che  ne  lio  falle.  A  buon  conio  trascrivo 
le  prime  linee  dell'opera,  la  quale  dopo  il  sopraddetto  titolo 
incomincia  cosi:  iSeli  antiqui  et  famosi  Poeti,  essendo  inii- 
•  deli  et  gentili  al  cominciali! culo  et  principio  dell'opere  loro 

■  e  nel  loro  scrivere  hanno  convocato  li  loro  Iddìi  in  loro 

■  aiuto;  et  se  li  grandi  l'hilosophi  come  Platone,  Socrate, 

■  Aristotile  hanno  conosciuto  quello,  eli' era  una  prima  causa, 

■  o  sia  Cagione  dispositiva  et  effectiva  d'ogni  bene,  alla 

■  quale,  »  ec.  Innanzi  che  se  no  venisse  questo  codice  alla 
Biblioteca  del  re,  ci  faceva  parte  della  Colbertina,  sì  com'è 
notato  nel  margine  della  prima  pagina. 

10102. 

344.  DiffercDzc  fra  ì  Duchi  di  Savoia  e  di  Mantova  per  !e 
ragioni  dotali  della  Lifante  Margherita. 

CirUcto.  in  foglio,  ciralteri  conivi,  di  pagine  90.  secolo  mi-. 

Sì  contengono  in  questo  codice  tutte  le  scritture,  che  si 
riferiscono  alle  —  Differenze  vertenti  fra  l'Altezza  Reale  di  Savoia, 
et  il  serenissimo  signor  Duca  ili  Mantova,  a  causa  Mie  ragioni  (fe- 
da prima  dalla  Narratione  Mio  stato  Mìe  sopraddette  differenze, 
la  quale  è  stampata;  indi  seguono  le  copie  manoscritte  di 
tutti  gli  stronienli,  convenzioni,  dichiarazioni ,  patti,  los- 
tamentì,  ce,  che  ir  quell'argomento  sono  stati  notificati, 
concimi!,  0  stipulati  tra  le  parti,  eli' erano  in  litigio,  cioè  tra 
il  duca  di  Savoia  ed  il  duca  di  Mantova, 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


345.  Descrizione  delle  antichità  di  Rcggii 
f  ili  lutto  ciò  che  die  arti  belle  si  riferisce,  e 
iicSla  città  medesima. 


È  questo  il  codice  autografo  ili  Giulio  Doraani  pittore 
raggiano,  scritto  l'anno  iti/io.  Contiene  una  esattissima  des- 
crizione di  tulio  quello,  clie  alla  storia  di  Reggio,  e  choprin- 

cipidmeTltC  ili  I  ■  ■   .liti  belle  ed   lille  anlielotà  Jjllf'l  rit'i'rirsi  ,  i'  si 

ritrova  in  essa  città  ,  jh.i ii--nclf .-si  al  eialì.-e  per  convenicnlisiinio 

'Lepidi.  Memoriale  di  alenile  rese  piti  -^'gnaiatc  c'hebbere 
i  gli  aulii  Ili,  e  il  alcune  altee  trovate  da  moderni  in  Reggio; 
«da  Giulio  Boriani  Reggiano,  amatore  della  patria,  raccolte 
i  p  scritte  per  suo  diporto  l'anno  l'i 'io.  Libia  quattro,  t  Pitture, 
incisioni,  inoneir.  geroglifici,  Maine,  bronzi,  cammei,  bassi 
rilievi,  disegni,  ee.ee..,  Inllo  è  ì-.mcoi pugnato  da  di  ligcn  li.- 
simi  disegni  n  penna,  clic  ne  danno  lina  ben  sufficiente  lieti. 

clic  scritta  veramente  con  amore  di  patria  ;  e  tanto  più  essa  è 
importante,  clic  fu  scritta  da  un  uomo  d  arle  per  professione, 
e  non  per  solo  diletto,  come  d'ordinario  accade  a  tutti  Ì  libri, 
die  si  pongono  in  luci?  in  cosi  falli  argomenti.  Glie  sia  questo 
In  scritto  autografo,  che  forse  il  Borzani  aiova  preparato  per 
pubblicare,  io  non  dubito  di  asserirlo  con  tutta  feimoiza. 
Che  fosse  questo  Borami  artista ,  ciò  non  solo  apparisce 
pel  suo  siile  medesimo,  e  per  le  cognizioni  profonde  che 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ìgg 
dimostra  di  possedere  intorno  «He  arti ,  ma  eiiandio  per  una 
nota,  che  in  sul  principiti  dei  codice  è  sfritta  d'altra  manu , 
ma  perà  contemporanea,  la  quale  di  a  legger  cosi  :  L'antan 
è  morto  intorno  all'anno  i655,ed  era  Vii lare.  Gli  amatori  delle 
cùsepalrie,  ed  i  prul'i'-suri  ili  quella  illustre  citta  conuseom, 
bene  i  meriti  di  quest'  uomo,  del  quale  lienclic  rum  se  ne 
trovi  folla  menzione  ne  pur  come  pittore  nell'  Abeciidarìo 
pittorico,  che  fu  pubblicato  in  Firenze  l'anno  1788  in  4-, 
ne  parla  distesamente  la  Biblioteca  modenese  dandoci  in  più 
luoghi  notizie  di  lui  1:  finiu;  pittore  <:  ('unii;  «'.ultore.  Notai  perù, 
che  venendo  a  dire  dell'  opera  contenuta  in  questo  codice  non 
in.'  parla  con  quella  esatte/za ,  eli'  ei-a  ben  taimemente;  poiché 
nel  T.  1',  pag.  3a5  soggiunge:  Una  copia  ras.  di  «ssa  [nWf  anno 
i647  )  conservasi  arila  libreria  ile'  Minori  enervatiti  ili  Hey/i",  inni 
■li-i  ut  ti»  lleijia  ili  Pariai,  come  non  so  sa  osai  fondamènta  afferma 
il  (Job té  Maz;arht'lli.  Verrinili  i  lei  turi,  elle  non  è  in  Parigi 
una  copia  ilei  1  ii.'iy.  ma  è  in  l'ari"]  lo  si:  ri  Ma  primo  autografo 
del  l6ÌO. 

10108. 

3a(i-  Storia  di  Ire  famose  congiure. 


Poche,  ma  no»  di  poca  importanza  per  le  storie  de'tcmpi 
sono  le  scritture  contenute  in  questo  rodici! ,  delle  quali  dogli 
argomenti.  La  prima  e  la  storia  della  congiura  fatta  dal  conte 
Giovanni  Luigi  Fiesco  in  Genova,  ed  incomincia  cos'i  r  «Nel 
«  principio  dell'  anno  1  .i.'i  j.  mentre  \\  erari  Carlo  V'  Augusto 
■1  si  rilriivavii  iillii  unii  imr.i  lille  per  più  -eri)  li .  e  la  musa  iiu  pn.™ 


4oo  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  di  Alcinagna  ',  ■  ce.  La  seconda ,  è  la  storia  de  la  congiura 
contro  Pier  Luigi  l'unii'se  duo  ili  l'iaeciua ,  etl  incomincia 
cosi  :  i  Piacenza  città  in  Lombardia  fertilissima  fondata  presso 

■  et  illustrata  in  ogni  tempo  *,  «  ec.  La  terza ,  È  la  storia  della 
congiura  contro  il  niarcliese  Giulio  Cibo,  alla  quale  si  dà 
principio  per  le  seguenti  parole:  'Innocenzo  Vili".  Pontefice 
.dì  questo  nome,  che  per  virtù  e  valor  suo  ascese  a  quella 
•  Dignità  e  Seggio  la  cui  gloriosa  memoria  oggidì  è  ancor  fresca 

■  in  tutte  le  parti,  ove  Cristo  si  adora1.  ■  Cliiudesi  il  volume 
con  una  insttuzione,  che  diede  Giulio  Claro  a  Filippo  II'  ; 
ma  questa  è  scritta  in  lingua  spagnuoìa.  Del  resto  merita  il 
presente  codice  di  essere  tenuto  in  pregio ,  non  solo  perchè  le 
storie  che  contiene  delle  tre  famose  congiure  sono  tutte  e  tre 
assai  probabilmente  inedite,  ma  altresì  perchè  scritte  con 
qualche  eleganza  di  stile. 

1  Olili  11  Sibilio,  il  Cmiipuiaeci  od  diri,  ebbi  pure  mllo  dtgli  ordii  li  aloni  di 
.iti  cucdinalé  Tina  tendi  E  lUmplU  in  franine  in  Colonia,  l'anno  1665  in  n".  ma 

-        li-  in. -ni.  .'  *.ii   miI:i.ì  M  'j  li!.!i..,.ivti .  "  ^-.vIiiInu-i  1-  il  r,u,.r.  . 

(;.i,.:V,  I '■■(.■:  I.  :  ■;„■„■„,  )".,.(  I.I...1  UuWi.  1<  CJ-J  !l  ,  HI  (Ili  L".  I  .ti.  IH     .  1  !",  ,  I  .  ;  „  ;.\  IH 

,■  il:v,i--ih  .li  -i.nl  i  Hli  .ili.. .  h-Iio  Tio  iednli. 

Quella  storia  pura  conltu  il  mardlcar  Cittì  per  Ir  inilupni  TiL'ic  |.uu  tcpulars. 


Digiiized  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEI,  RE.  io, 


10100. 

347.  Discorso  intorno  alle  i'mni^tii;  Gtnovrsi  tifile  quali 
fu  ristretto  ii  governo  della  Repubblica  di  Genova. 

Csrtsreo.  in  foglili  |jìio.I-i.  i-,ir.uiiTÌ  «.jsiii,  ili  pnjjiiif  imi,  s«oln  ivif. 

Il  titolo  di  questo  endice  i  il  saliente:  Memoria  delle  ii  fa- 
miglie di  Genova  cor,  il  loro  principio;  cavato  tutto  ielle  iitorit  Ge- 
novesi, Ventilane,  Pisane,  Archivi  del  Pubblico,  et  dalla  Casa  di 

Santo  Giorgio.  Consultato  il  codici;  segnato  col  n*  137,  d'al- 
tro di  cui  diremo  qui  appresso  sotto  il  n*  348 ,  forse  poco  avrà 
a  dmì  librarsi  nel  codice  prt'M'nk',  chi'  intorno  n  ila  si  uria  delle 
sopraddetto  !'S  Ijmijdic  oc'  liciti  (Ino  non  si  trovi.  Ad  ogni  ma- 
niera coloro  cui  potrà  importare  la  trattazioni!  di  questo  argo- 
menti 1,  vedano,  conironlino,  e  se  ne  giovino  ove  il  possano. 

10110. 

3d8.  Origino  delle  famiglie  nobili  della  città  di  Genova; 
giuntovi  un  Dialogo  politico  sul  governo  di  essa  città. 


Non  credo  poter  dare  un'idea  più  chiara  di  ciò  die  con- 
tiensi  ìli  queslo  codice  se  non  elle  trascrivendo  quello  die 
peraltro  mano  bensì  ma  molto  sensatamente  fu  scritto,  e  lej;- 

(così  è  scritto,  e  cosi  è)  della  oriuine  delle  28  famiglie  nobili  di 
Genova,  appresso  le  qaali  è  slato  ristretta  il  aoimm  della  /Ii'/iuW./r  u 


&o3  MANOSCRITTI  ITALIANI 

fanno  lijaS;  estratto  dalli-  Listoni'  serilte  da  Giovanili  Cito  di  Reco, 
con  gionta  peri  di  alesile  tose  siiittc  d'untori  ritenti  i  quali  detto 
liceo  noi,  kaxew  vedalo,  refercndosi  solamente  esso  alti  Annali  di 
Gcnoea,  anali  si  sa  quanto  'nanchino  in  infinite  cose,  ciane  i!  Vescocu 

letti  vai- .  Lo  armi ,  o  Mei  unii  «crii  ili  j.j  del  io  Limi  gì  li;  .sono  assai 
elegantemente  dipinti,  e  pare  die  il  codice  sia  stato  fatto  per 
esseri!  ollhlo  a  puniche  alto  |irrsn]ir;j;ì;ii).  Vedasi  intorno  all' 
argomento  di  questo  codice  ciò  clic  ne  alibiam  detto  dell'  altro 
sognalo  coln°a37,  il  contenuto  del  quale,  brucile  dello  stesso 
autore  ed  argomento,  è  diverso  dal  presente.  Scritto  per  altra 
penna,  ma  non  in  altro  tempo,  è  in  fine  di  questo  codice  un 
Dialogo  politico,  che  abbraccia  un  centinaio  circa  di  pagine, 

i'll  Ira  il  l'ri/lllispi/io  m-mucnIi.  :  Dialisi'  ilei  'joecri'ti  untai' 

della  città  di  Genova  et  della  nobiltà  di  essa ,  di  Agostina  Fransone 
iioImÌi:  if iunior  ali'  Mino.  Situar  li\uha  l'alim  i,  ino  di  nmi/rr  %cs- 
tino.  162  3, — Nauibas,  injeitiis,  '.fitin,  isiìv,  artibus,  armìs  —  Vir- 
ili!.,: ,  ini/uria  .  liuti'/ ra  rsl  tienila.  Ilo  [io  il  q  .lille  dialogo  sedili  ti!  un 
jìcii!!!.'  letteti',  elie  non  jtui  taiio  sotio^ci  i/ioiir .  indinne  ad 
alto  personaggio,  di  cui  Incesi  il  nome,  intorno  al  medesimo 
argomento,  die  fu  trattalo  nel  dialogo.  11  Giustiniani  oe'.suoi 
Si  riti.un  I.  ii/itn  ci  (Li  a  logi-riv  mi  ln:n  lungo  ai'lii-olo  inkuno 
alla  vita  ed  opere  di  Agostino  Fransone,  ma  non  ne  fa  men- 
(ìoiic  come  autore  dol  prim  ule  didimo.  Dira  bensì  essere 
egli  il  Fransone  l'autore  di  molte  memorie  e  notizie  spettanti  alla 
Liguria,  alcune  delle  quali,  manoscritte  ed  inedite,  si  con- 
servavano presso  la  sua  unica  erede  Manu  Itrirjida  Frantone 
Spinola. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  4oì 


10115. 

3ig.  Compendio  della  Storia  della  città  di  Milano,  e  d'altri 
paesi  uniti  alla  Lombardia  Milanese. 

Cartaceo,  io  d*  grande,  (arallni  su  il  iijj<i  li  ri ,  ili  jiiigiiie  3to,  secolo  iv. 

1!  codice  incomincio  così:  Opera  de  Zohane  Petra  Cagnola 
Casteiaxo  de  fa  Rocka  de  Sarlirana  per  lo  illustrissimo  signore  excel- 
lentissimo  et  Divo  Principe  Ludovico  Maria  S/orcia  Vescontc  Data 
de  Milano  Septimo  Contede  Pavia,  et  de  Angieria  et  de  Genova  et  Cre- 
mona Signore.  Indi  segue  una  lettera  dedicatoria  dell'  autore  al 
sopraddetto  principe  [.'opera  è  mia  vera  storia  in  compendio 
della  città  di  Milano,  e  dell'  altre  torre  e  paesi  uniti  alla  cosi 
della  Lombardia  milanese.  Dà  principili  1'  ;in ture  allasua  opera 
col  rammemorare  cii't  clic  accaddi!  all'Italia  io  generale  sino 
dall' anno  3o6,  cioè  delle  persecutionì  et  desolatiom  de  Italia  fucte 
da  pienti  barbere  ri  ectenie ,  e  giunge  sino  all'  anno  i4g7-  Inco- 
mincia con  queste  parole:  >  Volendo  per  intclligentia  ile 
.<  uijiìiJTioiji  (pulila  mia  operetta  dcc.bn'ic  li  perseculioiii  che  in 
«  di  ve  imi  parli'  di  essa  llaii.'i  sì  imi  di  poi  la  Hai  i\  itale    Ir  nusliu 

■  Signore  a  lei  successe  et  illate  trovo  clic  dopo  varie  oppres- 

,i  sioni  ricevili  e,  "  ec.  er.  l'i  Unisci'  il  cedici'  rosi  :  Fintiti  In  tinnii 
dii  i'ify  Kftrr;  Uiirnlr.  i  siriiAn  il  numi/  propini  de  mi  /.iihani 

Petra  Cagnaia.  Io  non  iio  alcuna  difficoltà  di  asserire,  che  il 
codice  sia  l'autografo  ,  «  quello  medesimo  clic  dall'  autore  iti 
offerto  al  Visconti.  Glie  sia  staici  slampain  ,  anche  per  le  inda- 
gini, clic  ne  lio  lai  le  .  noi  credo.  ChYI  lucrili,  se  non  di  essere 
pubblicato,  almeno  consultato  mi  pare  che  si,  poiché  dopo 
tanti  alti  di  scusa  e  di  umiliazioni,  dir  fa  I'  anioni  ver.-o  il 


àoi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

principe  pel  ìu'j  injjiiri;  ('V  lù-tint  il  il' muriti ,  rimarcai  che 
modestamente  si,  "ili  I  ranca  tur  ole  gloria  verso  (In)  principe 
stesso  della  iiiwin  yirfc,  con  cui  egli  scrisse  le  cose  del  tempo 
suo,  invitando  il  principi?  a  farsele  lecere  in  qualche  niu- 
incnto  di  alcuna  quiete,  hen  sicuro  che  almonopcr  questa  parte 
della  verità,  della  imparzialità,  e  della  buona  fede  vorrà  gene- 
rosamente perdonai ■<<li  Unti  altri  difilli,  clic  si  manifeste- 
ranno  nell'opera,  e  pel  motlo  con  cui  in  condotta ,  u  per  lo 
stile  [veramente  un  po'  triviale)  con  cui  fa  dettata.  Del  resto 
l'Ai'jielati  urli.!  si  in  Diliiioiec.i  dc^li  scrittori  milanesi  alla  pa- 
gina 1Ò7  del  tomo  II' fo  menzione  appunto  di  questo  sfosso  co- 
dice che  ho  descritto  ,  citandoli!-  pur  il  u°  tot  1 5  5  l'autore  del 
quale  appartiene  ad  una  illustre  famiglia  milanese ,  elicsi  fregio 
anche  a'  giorni  nostri  di  un  nome  rispettabile  e  caro  alle  belle 

1012A. 

35o.  Memorie  delle  famiglie  nobili  Veneziane;  giuntavi  la 
Storia  della  citta  di  Venezia. 


ha  per  titolo  Cranica  l  i  udii .  ed  è  cosi  veramente.  Esso  ó  diviso 

morie  delle  IVi  1 1 ii ^ i [  1  ■  nobili  veoe/ijnc ,  iucoiuine.iiinilosi  ilalla 
famiglili  Aniili!.-lD,  !■  I. 'ruiiii:!  mi.  i-i  a 'Ila  Limici  in  /.ini.  A'  mur- 
rini dello  scritto  vessilli;:!  ti  1  ;  :  l  r  ■  1 1  ■  j'arrni  ili  ciascuna  f.ìrnigl  i.i. 
di  cui  si  parla  iteli'  opera.  Nella  parte  seconda  è  la  storia  di 
Venezia  molto  più  lunga  di  quella,  della  quale  saremo  per 
dire  nel  codice  35s ,  ma  questa  a  senso  e  pudicìo  mio  e  da 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  do5 
tenersi  in  minor  conto.  Incomincia  così  :  ■  K\iì  vcderenio 

■  come  Alila  Flagellimi   Dui  l'acni  «nulelissinio  narjue  et 

»  pere  li  e  inoiln  ri  vene  iil  r  idn.        premia  ili1!   qn.'il  in 

«assai  ncmiclia  ili'll.i  Clirisl.iatiiiade  et  perseguitò  la  fede  ile 

•  nuda  per  zentilhomini  et  nubili  eitadini  di  Venetia ,  la  qual 

■  Dio  el  San  Marco  la  conservi  et  mantegnì  in  felice  starlo  el 

■  victoriosa  contra  li  sui  nimici,  Amen.  ■  Questa  cronica  por  le 
indagini  che  ne  ho  fatte  è  inedita. 

10124*.—  10124'.  — 10124'. 

35 1 .  Armi  gentilizie  di  tutte  le  auliche  i:  nobili  iiimiylii' 
d'Italia. 

I  rr  ■■.!. i'ilì  i.o:1.ti-l:L.  ii:  !-■:'.!■■ .  J,  .  Licj  jij'.'iii'j  '  ■ .  '  lix'l.'-il'in.i .  .Ir!  sm.1i. \.n  . 

Contengono  questi  tre  volumi  !e  armi,  o  stemmi,  dipinti  a 
colori,  di  tutte  le  antiche  e  nobili  famiglie  d'Italia,  e  non 
solamente  delle  città  principali,  ma  generalmente  di  tutte, 
si  come  per  c;cnipit.>  parlando  della  Fioma^ua  si  parla  pure 
di  Fano,  di  Fermo,  ec  —  Lavoro  lunghissimo  e  di  estrema 
pazienza,  e  di  cui  certamente  ne  fu  incerici  in  l'ari  [Ma  il  il 
qualche  principe  italiauu.  (Imnmcia  il  primo  volume  colle 
armi  delle  famiglie  di  Ctnora,  c  il  terzo  volume  che  comincia 
col  Seggio  di  Capuana,  termina  colla  rcpnbhiica  di  Venezia. 
Penso  che  farà  piacere  agi'  Italiani  amatori  e  l  icuiiliiui  i  <lil<< 
cose  patrie,  e  sopra  tutti  al  marchese  Pompeo  Lilta,  la  no- 
tizia di  questi  tre  codici. 


ào6  ..  MAN0SC1UTTI.  1TALIAM 


10125. 


35a.  Cronica  Veneta. 

.  ir:  •■-  ^r.nd.'.  rjralli^ri  r-ir^vi  .  ili  pr.-iil.     ;.:J1  .  <■ 


In  due  parti  può  dividersi  Ì)  contenuto  di  questo  codice. 
La  pi-ima  cu  ni  prende  :ì;  omnia  panini:  '.ini'  breve  storia  ridia 
l'uiiila/.iom?  ili  \  i'ii.v.ì.i  ,  f  ilelfi  uiìlniii'  r!i  .pipila  famosa  re- 
pubblica; la  quale  storia  è  preceduta  da  una  —  Tavola  Mie 
cose  più  notabili,  che  sono  nrl!'  opera,  hi  coni  lucici  essa  sloria  nel 
mudo  mirrici  il  e:  ■  La  magnìfica  et  nobile  città  di  Venetia  hebbe 

■  principio  et  origini-;  dalli  antichi  Ti-ujani  dopo  la  deslrullione 

■  della  loro  città,  i  quali  fuggendo  dalle  rovine,'  ec.  Nella 
seconda  parte  si  danno  notizie  particolari  per  ordine  alfabe- 
tico di  tutte  le  fiimif;lii'  rcoìiili  ili  quello  -Stato,  la  massima 
parte  delle  quali  oggidì  sono  estinte.  Incominciasi  quindi 
dalla  Famiglia  Anapesto  gii  estinta  sino  dall'anno  1126,  e  si 
chiude  colla  famiglia  /ernovighi ,  essa  pure  già  estinta,  la 
quale  noverò  fra' suoi  membri  i!  beare.  Angelo  Zernovìcbio. 

gentilizio.  Finisce  il  codice  con  un  indice  alfabetico  di  tutte 

nell'opera;  e  dopo  di  ciò  seguila  un  altro  ìndice  di  tull'i 
santi  e  beati ,  the  apnarl.enevanu  uri  alcune  ili  esse  Limigli», 
ne  noverai  piò  (li  cinq-Jinita .  e  ira  qursii  una  veni  ina  ili 
donne,  l'ultima  rWle  ipiali  in  olitine  è  la  Iwila  Lucia  Vitluri. 
Mi  pare  che  la  storia,  ossìa  il  compendio  della  storia  veneta, 
die  sta  sul  principi  )  del  codio;,  possa  meritare,  per  la  grande 
sua  semplicità  con  cui  è  scritto,  un  qualche  riguardo. 


DigiiizM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  uo7 


10129. 

353.  Fatti  occorsi  tra  il  Papa  Paolo  V, 
e  la  Repubblica  di  Venezia  in  sul  principio  dei  secolo  mi", 
descritti  da  Giuseppe  Molate-aia. 

di  buona  conservazione. 

U  titolo  ilei  presente  codice  è  come  segue:  Istoria  dì  cose 
seguite  fra  Papa  Paolo  Quinto  et  la  Repubblica  dì  Venetia  fanno 
a.DG.v.-M.Dc.vi.-eiM.Dc.vn.  scritta  da  Giweppe  Maialata.  La 
storia  è  divisa  in  sei  libri ,  ognuno  de'  quali  ba  il  proprio 
argomento,  ovvero  un  sommario  delle  principali  cose,  che  in 
esso  libro  si  trattano.  Il  manoscritto  non  è  l'autografo ,  ma  è 
una  copia  pur  fatta  cori  diligenza  e  correzione  grandissima. 
Di  quanta  importanza  fossero  i  fatti  occorsi  fra  le  soprad- 
di'ti  e  due  Uniti  In  i|i ir;;! j  Mimi,  n  in  quid  le  circostanze,  i  dotti 
lettori  ben  facilmente  ne  converranno.  Non  è  a  mia  notizia,  che 
sia  stillo  ni,>i  |H]!>lilirsin  ijiii'.-tn  scritto,  eli'  è  pur  dettato  con 
qualche  eleganza,  e  quindi  a  buon  avviso  de'  lettori  ne  (ras- 

■  dcll'humana  rcdcntioiif  itìoi.  snavcincnle  i  frutti  della  sua 

■  lunghissimi!  pnee,  abbondava  di   ricidiez/t-  et  ornamenti 

■  pubblici  et  privati,  et  di  tolte  Ir  arti  i:t  discipline  migliori, 
.  quando  in  mezzo  a  tanta  tranquillità,  ■  ec.  ec.  La  famiglia 
Malatesta  diede  buon  numero  di  dotti  e  lelterali  nel  secolo  svi", 
e  ben  probabilmente  ad  essa  pur  appartiene  lo  scrittore  della 
storia  che  compréndeai  in  questo  codice. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10130. 

3;V|.  Sommario  d'una  congiura  contro  la.  Repubblica  di 
Venezia:  j;iiijilivi  al  tri  scritti  ili  diverso  argomento. 


Il  contenuto  il-l  |ire~enlo  rodici:  è:  I"  S-innniiria  :!c!i<:  oni- 
yiura  filila  anitra  l'i  Si  rniinitit-i  Hri'iiiiUiiii  di  Ventilili  per  ricelit- 
tioni  fatte  da  Antoma  (iinfficr  Capitana  /marne  al  scrvilio  della 
stessa  Repubblica,  et  d'un  iirambiHu  pur  Francete.  Veramente 
non  può  leggersi  sema  orrore  il  sistema  della  procedura, 
che  lennesi  dagli  i  114 ui.sì du  i  di  .-lato  nella  circostania  di  essa 
congiura.  11°  Relatioae  delle  cose  di  Venetia  fatta  da  Don  Alfonso 
ilcìla  Cneaa  Ambtiscitittire  di  .S/;(ir;««  et  Canlinale;  e  questa  re- 
lazione è  diversa  da  quella  die  dello  sLtHsn  Cucila  ha  la  Bi- 
blioteca all'articolo  2°  del  primo  de'  codici  segnati  col  n°  a33, 
ed  è  ben  importante  il  leggervisi  come  quella  repubblica  si 
piccola  nella  iurta  dell'  anni  sapesse  con  la  sola  fo ria  della 

trattiene  il  Cueua  a  parlare  in  questa  sua  relazione.  Ili'  Ins- 
trattiene  data  dui  man&ae  di  Bedmar  già  Ambasciatore  Cattolico 
in  Vènttia  a  Don  Luigi  Bravo  tao  successore  circa  il  modo  col 
oliale  si  deieui  ijticcriinn-  indio  san  Ainliineenn.  \\°  ed  ultimo. 
tWItilianc  del  Gvccnif  ili  t  cucila,  sue  entrate,  e  spese,  e  quanti 
cnsixtli  indiami  in  eiijvii  itiu  ;>.  ii>  l  'iiitvi-iinbni ;  filila  (verso  la  fine 
del  secolo  xviì")  dall'  Ectima.  Ambasciatore  di.  Spagna  ni  suo  Re. 
Putì  dirsi  propriamente  una  vera  statistica  di  Venezia  a  quel 
tempo,  clic  non  conosceva-i  pur  il  nome  ili  questa  scienza. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  4°9 


10131. 

355.  Discorso  di  Andrea  Marini  sull'aria  di  Venezia; 
giuntivi  altri  scritti  di  diversi  autori  al  argomenti. 

Oltre  una  cronica  c.uri]|.'Ooi]ii)»issÌ!ii.i ,  <■  [ut  online  alfabe- 
tico, delle  nobili  frinitile  ili  Venezia  col  ranni  loro  dipinte 
,ì  margini  d^llo  scrino,  e  ,y.v.<\U  Mcwi  f  In:  abbiamo,  qui  pur 
divisa  in  due  parti,  nel  codice  segnato  col  n'  35a,  contiene 
altresì  questo  codice  nella  sua  parte  seconda  molle  partico- 
lari notizie  di  tutto  quelle  famiglie ,  delle  quali  s' i  fatta  men- 
zione ru  lla  parte  prima,  riassumenti.  .;.cjir  a  parlar.'  collo  -tr,,L. 
ordine  alfabetico  in  essa  serbato.  —  Dopo  di  ciò  segue  :  Dis- 
ami di  Andrea  Murmi  medhi  afra  /'nere  ili  l'iwtm.  Se  sia  stato 
posto  in  luce  questo  discorso,  per  le  ricerche  che  ne  bo  fatte 
non  potei  ciò  conoscere.  Trascriverò  a  buon  conto  le  prime 
e  le  ultime  linee.  Incomincia  così  :  •  Grandi  sono  le  bellezze, 

■  o  piuttosto  le  maraviglia  della  ili  usi  rissi  mn  (dita  di  \  cnHia  . 

■  dalle  quali  molti  sono  invitati  et  mossi,  lasciate  lo  proprie 
«case,  ad  liahitarla  et  goderla  sì  come  amata  et  cara  patria. 
.  Pare  chela  natura,  u  per  dir  meglio  Dio  habbia  btbhncaia 

■  questa  città  in  questo  silo,  tra  queste  lagune,  con  arte  di- 
i  vinsi  .  ;•-  fine  clic  tisi  [.■.•-empio  di  filisi  ioi-spu  filabile  .  porlo  il 
•  quiele,  et  retugio  di  ici-a  libarli.  La  l'orma  poi  drilli  lìepub- 
«  blica  e  tale,  che  né  Platone  ne  Aristotile  non  seppi'  (infensi' 
«  una  cosi  belisi  ;  di  clic  è  nato  die  ni  un  governo  di  lìepiihbbra 

■  durò  mai  mille  cento  e  più  anni  come  questo  felice  di  Vc- 
»  netia ,  il  quale  è  con  tali  leggi  stabilito,  che  si  può  sperale 


Aio  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  che  duri  quanlo  il  mondo,  ■  ec.  Vedo  li  lettore  per  queste 
paride,  eli-:  il  discorso  hi  scritto  verso  la  fine  del  secolo 
jvi".  Il  quale  discorso  linisce  cosi:  ■  Faccia  noslro  Si  pilori' 
•  Dio,  clic  o  con  questi  o  con  migliori  avverimi  eirli  sia 

■  restituita  quieta  amplissima  cillà  :dla  pristina  salìibiilj.  et 

■  perseveri  perpetuameli  le  nella  sua  inespugnabile  forteiia 
.  |)i;r  il  pubblico  orn.intrtilu  .  et  lijrli-;ii[:i>  propugna  ciò  l'.ri 
>  Christianesimo,  et  per  il  comodo  uni  versa  le  di  lutla  lla- 

■  lia.  ■  — Al  quale  ben  lunati  discorso  ilei  Marini  succedono 
le  seguimi!  cose  :  1"  Oratomi'  ili  Cumulili  Vei<ji;:i  netta  morie 
dell'  liliali,  sìijiii.r  Dinne!  Valimi  Prui  editor  I, mende  nel  regno  di 
Catidiu,  l'anno  1&73.  11°  Altra  Gradone  di  Giovanni  Vergini 
per  la  parlila  ili  Guiditi  dell' Illmo.  ci  Fidino,  signor  Loca  Mi- 
cheli Proeetiitor  Generate  di  Mio  il  regno,  recitala  dai  nagnifao 
Colateli»  Otmìana  Vaneltl  fanno  i57i.  Ili-  Difisa  del  llcverendo 
Prete  Giovanni  Corintkia  predicatore,  fatta  alt Eeclmo.  Fattori, 
fanno  ib-]-].  IV*  Alcune  notìzie  e  memorie  intorno  ad' Ac- 
cademia ,  della  ile'  Filareti.  V°  Copie  di  lettere  del  Gran 
Maestro  di  Rodi  aiii  principi  cristiani  ;  di  Sultwm  Sclim  impe- 
ratore diCoslantinupnli  alla  signoria  di  Yimra.ia  l'unno  1S70; 
di  Lodovico  Vitina  alli  retloridi  Padova;  e  da  ullimo  di  Claudia 
liantjotiii  da  Concaio  a  (indio  dallo  l'anno  i558.  Le  quali 
Ictlere,  sì  come  pure  alcuni  de'  scritti  su  mi  noi  lionati,  sono 
veramente  piacevoli  a  leggersi. 


DigitizM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


10132. 

356.  Cronica  delle  primi!  famìglie,  chi;  vennero  ad  abitare 


11  tìtolo  che  leggcsi  in  sul  principip  del  codice  è  questo, 
e  n'è  pur  il  contenuto  :  Cronica  de  latte  le  caladi:  ile  i/li  Giuli! 
uomini  della  Nobit  Città  di  Veaetia  ne  la  quale  essi  sona  ventiti  nd 
kabitare  ila!  tjianv*  dil  iii.atrii:tiiune  di!  nustru  Signor?  lesa  Ch'ina 
tomo  quattrocento  e  vinti  une  nxxv.  di  Mario  in  poi.  Una  consi- 
mili' Cranica  abbiamo  nel  codice  segnato  n"35o,  ed  altra  pur 
emisi  in  Ih;  rinl  coilii-.f  s«-;hìiUj  col  n"  ?>:>■/ \  ma  ij  m'sta  oltiv  all'es- 
sere anteriore  a  quelle,  è  .nuli'.'  f.v.ia  con  diligenza  maggiori*, 
e  special  mei]  li;  ne' stemmi  dell'.'  iamiglie,  che  qui  sono  con 
più  grazia  dipinti.  Incomincia  la  presente  cronica ,  si  come  le 
altre  due,  dalla  famiglia  Ann  festa,  ma  a  differenza  di  quelle 
Wnnina  colla  !amig]i,i  Zuncniiiuìi.  Yi^g.msi ,  sr  rosi  pian'.  ì 
sopraddetti  codici. 

10140. 

357.  Compendio  della  Storia  di  Venezia. 

Cartaceo,  in  h*.  caralleri  se  iniettici,  di  pagine  100,  secolo  V."- 

l'uù  intitolarsi  quinto  codice  un  compendio  della  storia 
veneziana,  incominciandoci  ilnl  suo  primo  doye,  eli."-  in  l'aoln 
■\tmle.itc.    0  teniiioiiinlosi  all'anno  l4io,  ed  è  appunto  in 


dia  MANOSCRITTI  ITALIANI 

quest'  anno  stesso  o  in  quel  torno,  che  fo  scritta  questa  storia, 
come  risulta  dalle  ultimi:  linci:,  clic  mi  farò  a  trascrivere  del 
endice.  Gii  ne  sia  -lato  l'anime,  ciò  non  si  manifesta  per  al- 
cun modo.  Si  dà  principio  al  codice  con  la  —  RtAnckl  de  talli 
r  Ih.ri  ikriuJi  in  Irina™,-  dope  fa  iju.de  ni  li  lira  o  tavola  s' i  mai- 
nimela crisi:  «  Dj  [mi  li:  -siili]  ilei  unsi  ni  situili'  messere  Jesu 
«  Xto.,  i  suoi  discepoli  and. ih uni  per  diverse  parie  del  mondo 

■  predicando  la  sua  salirla  lede  et  passione  la  qual  volse  por- 
'  tare  per  rie  lui  pera  r  l' Ini  maria  natura  et  Iriir  quella  de  luogo 

•  infernale,  »  ee.  li  termina  con  queste  parole:  ■  A  di  ur,  de 

•  /.emiro  u.ccce.j.  vene  il  Marcii,  de  Fratina  in  \  etiesia  il  quale 

■  stelle  più  e  più  lorni  c  poi  n: tornii  a  la  soa  stanzia  et  pochi 

■  ioi'iii  vene  dopo  il  signor  di:  Havi:tia  ci  qual  slctte  rie  rioni 

■  ioni!  in  Venesia  con  il  soprasc ritti >  Marcitesi!  e  poi  separati 
.  andarono. . .  non  si  pò  al  presente  dire,  ■  l'er  quel  poco  di 
studio,  che  potei  fare  sopra  ili  questo  endice  (omettendo  di 
parlare  ridi  ri  stili:,  e  di  dia  uri  ritraila  ,  ci.',  elle  si  irdn  hen  tostu 
per  le  lince  che  ne  riportili  ) ,  parventi  riconoscervi  uua  dili- 
genza non  coiuune  dcll'auline  unii' indagare  e  riferire  eoli 
buona  fede  ed  insieme  con  sana  critica  1  Talli  principali  di 
quella  repubblica,  ponendosi  pur  ne'  margini  con  poche  pa- 
role ed  a  maggiore  facilita  di  chi  iriige  il  sunto  di  quei  fatto, 
o  di  quell'epoca  più  solenne  di  cui  ivi  si  parla. 


DigiiizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  4.3 


358.  Storia  della  ciltà  di  Padova,  scritta  da  Ila  rio  Ioni  meo 
di  Gatùro. 


La  cronica,  ovveramente  la  storia  della  ciltà  di  Padova, 
coni  prendesi  in  questo  prezioso  cedice.  stililo  di  propria  main- 
ili liarliilimaieii  lìaliini  padov.-iiiD;  ciò  che  fu  dirami  non  po- 
tersi mettere  io  duibio,  non  solo  per  la  qualità  de'  caratteri, 
l'.Im'  mlaHiJiiliiieiìlt;  sono  del  secolo  w",  hiìi  per  li'  imleiiliilii 
sottoscrizioni,  che  vi  si  scontrano,  c  pcr.ilir;  indizi  l'ori  issi  in  ; . 
pe'  quali  può  cori  sicura  coscienza  stabilirsi  essere  l'auto' 
^r.ilo  iiess»  doi  sopraddetto  scrittore.  Comincia  il  codice  in 
questa  manieri!  :  f,7inpW<ir/r  h  tucula  timipilnltt  etfataperBarthu- 

it.niiil,  l'itilnn  ili  Cliiwzv  liti  l'tu'tm,  i  striti.:  prr  flit:  munti  tinjli  mii ii, 
Xlti.  mille  ijutdiri.-t  ii'iti'i  si-piv.  Ilojni  ili  questa  Invola  ai  dà  princi- 
pio allj  stori.!,  le  cui  prime  linee  sino  le  seguenti  :  ■■  On. il  un 
■  che  persona  taciendo,  il  beneficio  ricevuto  nasconde  sanza 
.  di  ciò  avere  cagione  convenevole,  secondo  il  judicio  mio 

.  cente,  ■  ce.  La  storia  incomincia  dall'anno  i3i8,  C  termina 
all'anno  1407  colla  morie  di  [;berlino  da  Carrara;  ed  in  line 
dopo  aver  allegati  due  versi  latini,  ebe  lo  scrittore  attribuisce 
ad  Antenore,  sodimi p: .  chiudendo  il  codice  con  le  lineo  se- 
guenti : .  Ai  quali  versi  misser  Francesco  da  Carrara  non  diodi' 
.  degna  fede,  ma  chiamò  per  Podestà  el  Pretore  de  la  Cilade 
.  de  Padoa  misser  Andrea  Deneri  dì  Vittore  do  Fiorenza  sotlo 
.  il  quale  regiroenlo  principiò  la  dura  et  pestifera  guerra  come 


ili  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«dinanzi  lio  detto,  Ìli  (piale  ho  IV  più  ve.-llt?  chiamare  aiuto  a 

ii  Dio  il  tjuale  per  sua  benedirti  une  et  grazia  nel  mandi  de 

■  Cielo  in  terra.  Qti)  (inissi:  la  tragedia  ovtro  Cronicba  in 
■■  li iÌi;Ilì! ri-  i:lx>]tij>ilat;<  ci  la  e:  a  j :■(■]■  mi'  Martolamio  nato  ili  (m- 

■  lia/.'i  di  (i.nan  da  Padui  ci  scripLi  ili  mia  propria  mano  ne 

■  gli  anni  del  Nostro  Signori'  jesu    Xlo,  mille  quatrociento 

■  sepie  adi  ultìiuo  di:ì  mese  di  f Jicc.uil.irc.  Creilo  sia  per  es- 
sere grata  al  -sìg.  podestà  di  Padova,  a'  cittadini  tutti  zelanti 
ed  amatori  delle  cose  patrie  (tra'  quali  nominerò  in  principal 
Illudo  i'  *inr  ai-vociito  Pia-a.ii)  la  mjli/.ia  di'lla  esistenza  ili 
questi,  codice.  Abbinino  dunque  in  esso  la  Cronica  di  Padova 
.scritta  da  Bartolomnien  Gattaro  figliuolo  di  Galeazzo,  della 
quale  non  trovo  l'alta  menzione  da]  Muratori  nel  tomo  XVII" 
/{crani  Ilalienrmn  sri-ijiinres ,  dove  riporta  bensì  le  cronache  di 
tialea?./.o  (initam.  e  di  \ndrcii  Calla»)  suo  ligliuolo,  ed  un» 
lana  ancora,  mn  non  questa  di  Bario lommeo.  Resterà  dun- 

(pii!  sempre  a  sape  Ir  ehi  l'nv.e  I'  a  11  ture  (li  l[Urila  Iri'/.a  e  «ina  e  a 
di  Padova,  della  quale  ci  soggiunge  alla  pagina  4" —  Tertiam 
rxcmplar  el  ipsniu  a  pm-i:,  ■■('.  ultimi  tlttftuuìr  ijiii.<  '■••nfv.rii  dnitmrr 

10165. 

35o.  Cronica  della  cidi  di  Padova,  .scritta  da  Guglielmo 
Ongarella. 


La  Cronica  di  Padova  scritta  da  Guglielmo  Ongarella  Pa- 
dovano ù  il  con  ter  ii  ilo  di  questo  codice.  In  tre  parti  è  divisa 
la  cronica.  La  prima  parte,  si  come  per  lo  più  tutti  gli  storici, 
si  riferisce  all'origine  e  fondazione  di  essa  città,  cominciando 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  fl,5 
dalla  caduta  di  Traili  c  r  |  i.l  1  □  i  c  1  "i  da  Antenore,  ce.  u  Qui  comincia 
(ctisi  lesesi  sul  principio  (Iella  p.-n-;.:  scorni  da)  ■■  h  seconda  parle 

■  dell"  opera,  nella  quale  io  Guglielmo  Ongarella  (igìiuolo  ilei 
.  Spettabile  Messer  Polo  Ongarella  Cittadino  da  Padova,  scri- 

■  vero  tutte  quelle  cose,  che  per  mia  industria  potr<V  tentare. 
•  che  siano  stille  in  l'adova  del  tempo,  clic  nacque  Corista 

■  sino  a  gli  anni  ìooo.  della  sua  nai.iviLitc.  ■  La  teraa  parte 
giunge  sino  all'anno  i3oo,  e  termina  con  queste  parole:  .In 
■■  questo  sono  ;'i  3  00  fi  tempo  del  Ca  rivivale  fu  fotta  una  «r;in 

■  Corte  in  Padova  ,  uL  quasi  tutti  li  Cavalieri  et  suoi  ligliviuli 
«  et  tutti  li  linoni  delle  IVatlie  per  tutta  la  ritta  furono  vestili 

■  ili  vestimenti  numi.  .  Onesta  cronica  padovana  (lell'Oii^ii- 
rella,  della  quale  forar  sarà  copia  in  altre  liibhotee.ln; .  <  spe- 
cialmente in  Padova,  per  quanto  a  me  consta,  non  vide  la 
luce.  Nò  il  Colcti ,  ne  altri  scrittori  ne  fanno  menzione. 

101U. 

36o.  Storia  o  Cronica  drlla  città  di  Verona. 

Lina  breve  cronica  della  oitlà  ili  Verona,  clic  incorni  oc  ia 
dall'anno  in5,  e  termina  all'anno  i4oà,  si  contiene  in 
questo  codice.  Da  principio  è  un  elenco  delle  principali  case 
di  Verona,  col  seguente  titolo:  Queste  sona  tutte  le  nobili  uose 
di  Verona,  che  per  fama  sono  chiare ,  tanti-  fit  ™maife  dimostra  In 
premute  cronica.  Indi  incomincia  la  cronica  con  questo  titolo  : 
Qui  in  questo  cronica  diremo  molte  cose,  che  specialmente  in  Verona 
sono  state  et  in  Italia  entrando  in  Lombardia.  Le  jirime  linee 
dell'opera  sono  le  seguenti  :  «Ne  l'anno  nifi,  la  gloriosa 


DELLA  BIBLIOTECA  "DEL  RE.  Ai9 
non  mi  riusci  di  lonoscen.'  su  <;o.:M'  o|n.-ra  .  icrilta.  (]' altrónde, 
secuudochè  panni,  con  multo  lunula  fiale,  sin  stata,  pnlililiean 
o  no.  Agli  amatori  e  ricopi i tori  ili  cosi'  patrie  cercherò  (li 
render  più  facile  In  sciogli  menlo  ili  '[turi  dubbio,  ponendo 
loro  sotto  degli  ocelli  le  prime  e  le  ultime  linee  della  cronica 
stessa.  Incomincia  così:  .«Poi  clic  il  inondo  Fu  creato,  uri 

■  tempo  clic  U  Patriarca  Joseph  lece  vouire  li  Giudei  in  Egitto, 

.  diserto  e  pad ii Ile,  e  quivi, .  ec.  et.  V.  linisce  curi  <[iies1e  panili-: 

■  L!n  magnifico  .signor  Arcivescovo  con  108.  fra  Canonici , 
•  Cappellani,  e  Chierici  per  le  solinnilà  in  coro;  e  dello  Ar- 

■  civescovo  otto  volle  l'anno  può  andare  a  processione  col  ca- 

■  vallo  bianco  sullo  il  Palio,  0  vero  su  la;  Barella,  come  uno 
p  stimino  Pontefice.  ■  — Non  v'ha  nome  di  autore. 

10150. 

36a.  Storia  dulia  Repubblica  Fiorentina, 
scritla  da  Donalo  Giannotto  giuntavi  la  confessione  di 
Giovanni  Battista  da  Montesecco. 

i::n  I . .  in  |'iiv  ili.   ii  Ljl  i'. .  ■  f  r.ill'  :  i   ■<;  i  .  |LÌ  ].^  i  :n:  .:•  i  ' .       ufi  - 

dì  tanni  coawriBEÌnnp. 

Id  gran  caratteri  majuscoli  è  il  titolo  o  Inni  li  spi  zio  dei 
codice  come  segue  :  /.ri  Hrjiiihbiien  l-imviihiui ,  ili  Ihimtu  tìiau- 
noUialk  Rima,  et  Rino.  Cardinale  Ridoifi.  N.u.im.  —  Viene 
di  poi  ia  Tatolu  de  Capitoli,  chi-  si  nmitiitjunv  uri  presente  Uhm 

drilli.  /(<yUit/,/r.-if  ;   Nili     1.1  l'eii.lliuiie  ili  It.im;!,.  (,  imi  nulli  nel  llhm 

della  Repubblica  Fiorentina  a  Monshjnore  messer  i\ieolù  llidolf 
della  Romana  Chiesa  Cardinale  diluissimo;  e  dopo  di  ciò  si  ila 


Sio  MANOSCRITTI  ITALIANI 

principio  ad  essa  .iSoria  clm  si  ruiilii'im  ne' qua  ti  ri)  libri,  in  cui 

l'opera  é  divisa,  ed  incomincia  come  segue:  «Non  è  dubbio 

■  alcuno,  che  pochi  sariauo  quelli  i  quali  sentendo  che  io  ai 

■  presente  scrivessi  della  ltepublica  Fiorentina  non  biasimas- 
ti sino  questa  mia  fatica,  come  quella  die  poco,  anzi  niente 

■  possa  essere  agii  altri  fruttuosa ,  ■  ec.  ec  Già  È  noia  l'edizione 
urigmalc.  die  di  <| negl'opera,  celio  la  più  jmjKirlaiite  di  Do- 
nato Giannotti,  fu  data  in  luce  in  Venezia  per  le  stampe 
dell'  Hertz  1'  anno  i  79  i,  in  8°;  e  quindi  sembrerà  forse  a  taluno 
eli" io  siami  intrattenuto  aurlie  troppo  nel  [Inscriverli  questo 
codice;  ma  poich'esso  è  scritto  cosi,  che  per  poco  non  direb- 
hcsi  scritto  per  mano  medesima  dell' autore,  quindi  parventi 
tenerlo  il  meglio  cho  per  me  si  potesse  raccomandato  agli 
amatori  studiosi  della  nostra  favella  nel  caso,  che  riprodur  si 
iolv:;-,.!  ([i!i."ii' open  del  Giannolti.  —  Dopo  la  quale,  trovasi  in 
line  del  presente  codice  la  Copia  Mia  confessione  di  Gioiva 
Battisi/!  da  Montcsccco  quale  era  di  quelli  della  Cangiala  de  Pazzi 
contro  a  Lorenzo  et  Giuliano  di  Piero  di  Cosimo  de'  Metiici  l'anno 
1  i  7  8 ,  la  quale  confessione  scrisse  in  carcere  detto  Giovati  Battista  di 
sua  mano.  E  di  questo  brevissimo  .scritto,  bench'esali  pure,  ai 
come  leggiamo  nell'ultima  pagina,  sia  stato  pubblicato  in 

piare  a  stampa,  non  solo  p^r  la  distanza  del  tempo,  ma  altresi 
perchè  essendo  di  poche  pagine,  n'è  assai  più  facile  la  per- 
dila delle  copie. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i,  j 

<  Come  f  i,ili.'a7,zt].  Sappiasi  pure,  die  io  sui  principio  della 
prima  pagina,  e  con  caratteri,  se  non  di  chi  scrisse  il  codice, 
cerio  contempo  ivi  noi  del  coi  lieo  .stesso.  logorisi  queste  parole: 
Cronica  r-filidii.tt  1-Jpnilc  pi  r  Chn /Infili:.  Ih  Siddii  C.itndiiw  de  ìlressii. 

Forse  non  sarà  discara  a'  signori  Bresciani  la  notizia  del  pre- 
sente codice. 

101Ù7. 

36a.  Storia  di  Firenze,  e  della  Repubblica  Fiorentina, 
scritta  da  Giovanni  Villani. 

Coriaceo,  in  J" grande,  caratteri  seuiigolici.  dì  pagine  fico,  «colo  a,V, 
non  ben  conservato,  e  dilettoso  di  alcune  carte  nel  Pine. 

Comprende  questo  codice  la  storia  di  Firenze,  e  della  re- 
pubblica Fiorentina,  scritta,  da  Giovanni  Villani.  Della  quale 
storia,  ch'è  noverata,  come  ognun  sa,  tra  i  principali  testi 
di  nostra  lingua,  abbiamo  varie  edizioni,  e  se  molte  scorrette, 
alcune  perà  che  meritarono  l'approvazione  de'  letterati,  Ira 
le  quali  in  primo  luogo  quella,  che  diede  in  luce  il  Giunti  iti 
Firenze  l'anno  1S87,  in  4°,  la  sola,  almeno  finora,  che  fu 
creduta  degna,  si  come  srn\e  illiaiiiha.  d'essere  citila  nel 
Vocabolario.  Che  la  copia ,  che  ci  si  offre  in  questo  codice  sia 
Ola  latta  a'  ttTiipi  flessi  rlel  \  iiinni  0  in  quel  Ionio,  in  non 
avrei  difficoltà  alcuna  a  poter  cicderlu  ;  considerata  la  qualità 
de'  caratteri,  non  che  della  carta,  c  del  punteggiamento;  ma 
che  sia  un  codice  il  quale  niente  lasci  a  desiderare,  e  die 
possa  essere  fruttuosamente  consultato  volendosi  riprodurre 
quesl'  opera ,  ciò  forse  potrà  accadere  in  qualche  passo  (essen- 
doché sono  ben  molti  quelli,  che  tuttavia  abbisognano  d'essere 
restituiti  alla  lor  vera  lezione],  ma  generalmente  parlando  noi 
reputo  un  manoscritto  di  grande  importanza. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  4aS 
qualche  dubbio  di.  lozione  nella  sopraddetta  oiliiunie  ni  .\n 
guata,  sembrami  che  potrebbe™  utilmente  consultarsi.  Nel 
quale  avviso  sempre  più  mi  confermano  alcuni  confronti, 
ibi'  lui  infilili  li  c.tm  essa  l'ili/inmi  ,  chi'  li'iijfii  hiLìii  degli  (ice di. 
1  comemarii  sono  preceduti,  in  primi.  1iìì>l"<>  dalla  lutt-'i-.i 
dedicatoria  del  Kerli  a  Francesco  de*  Medici,  colla  data  di 
Fireose  il  di  no  luglio  iò-/\;  oiì  in  secondo  lungo  Ha]  proe- 
mio, nel  quale  l' autore  dà  il  pi  un  [ir  mi  in  degli  argomenti,  eli  b 
per  trattali;  io  ciascuno  de'  dodici  libri.  In  fine  dell'ultimi) 
capitolo  (ch'è  il  ccclvi")  dell'  ultimo  libro  è  una  anno  tallone, 
scritta  nel  tempo,  che  fu  fatta  la  copia  di  questi  due  volumi, 
die  dà  la  seguente  notizia  :  Questo  ultimo  capitolo  risponde  al 
capitalo  aio-  del  io"  fili»  di  Giovanni  Villani. 

10155.— 10154. 
3G8.  Storia  Fiorentina  scritta  da  Bernardo  Segni. 

tiiautieduno .  scroto  *vifT  e  di  buon»  cori  serva  rÌDne, 

La  Storia  Fiorentina  si-ritta  d.i  Bernardo  Segni  è  compresa 
in  questi  due  undici.  Nnn  è  preceduta  che  da  un  breve  som- 
mario, e  termina  colli-  pMiiile:  Unendo  unirli)  /'antan:  finistr 
711!  l'  Istoria.  Intorno  al  inerito  intrinsieo  di  quest'  opera  cole- 
bmlissimo  ei!  allegata  comi)  lesto  di  lingua  dagli  Accademici 
della  Crusca,  nulla  io  posso  dire,  che  non  sia  a  notìzia  di 
tulli ,  i  lecci  i  e  spciir^mciite  il  Se  Iti  ma  (ini .  gii  ni  «e  udì  ivi  la  vita 
dell'  autore  ed  ornandola  di  copiosissimi  indici  la  mise  in  luce 
in  Augusta  per  le  stampe  Merti  e  Majer  l'anno  1753  in 
foglio,  ottenendone  il  suffragio  arenerai  e  de'  letterati.  Quaut'è 
poi  al. mèrito  de  dite  '.odici  presenti  posso  far  cortoiil  lettore. 


foà  MANOSCRITTI  ITALIANI 

che  lo  copia  n'è  stala  tratta  da  buona  fonte,  ed  eseguita  dal 
principio  .il  finn  con  diiic'ìiiza  c  co  rrc  7.10 11  e  grandissima  ,  ben- 
ché più  d' uno  ne  sieno  stati  gli  amanuensi. 

10155.  — 10156. 
369.  Storie  di  Fiorenza  scritte  da  Benedetto  Varchi. 

Dnc  volumi  carlacci ,  in  <r.  r.mlii-ri  cenili  ,  di  pagine  100  il  prima,  e  di  1300 
il  secondo  ;  ver»  1t  Une  itti  «colo  ivi*,  ben  amiti 

Contengono  questi  due  volumi  —  le  Storie  di  Fiorema  de 
suo  tempi,  di  messer  Benedetto  Varchi  Fiorentina.  All'Illmo.  el 
Etemo,  signore  iiiu  onere"".  Omimo  Malù  i  Dura  11°.  di  Fiorenza 
e  Siena.  Volarne  I'.;  e  lo  stesso  titolo  si  ripete  nel  volume  11°. 
La  storia  è  preceduta  dai  proemio,  come  si  vede  nella  celebre 

per  le  stampe  di  Pietro  Martello  l'anno  1711,  in  foglio!  Sul 
merito  di  questo  manoscritto  posso  dire,  che  sino  verso  la 
metà  del  secondo  volume  fu  grande  la  diligenza  e  l'accura- 
tezza dell'amanuense,  la  quale  poi  venne  sempre  meno  dalla 
metà  di  esso  volume  sino  alla  fine, 

10158. 

370.  Lettera  di  Mario  Matesilani  scritta  al  successore 
dì  Cosimo  de'  Medici. 

Cartaceo,  in  4".  caratteri  corsivi,  di  pagine  70,  secolo  rif, 

Compreudesi  in  questo  codice  una  lunga  lettera  di  Mario 
Matesilani  di  Bologna,  scritta  a'  a 6  del  mese  di  ottobre 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


101  50'. 

366.  Storia  della  Repubblica  Fiorentina,  di  Donato 
Giannotti;  ed  altri  suoi  scritti. 

°*      di  Inuu  coaierY-ibne! 

La  storia  drilli  rrpoldilica  timrnlina  .  divisa  in  quattro  li- 
bri, composta  da  Donato  Giannotti,  e  dedicata  ai  cardinale 
Nicolò  Ridotti,  è  il  contenuto  principale  di  questo  codice. 
Senza  più,  è  l'opera  stessa,  di  cui  s'e  detto  nell'antecedente 
codice  n°  365;  ma  quanto  alla  correzione  e  alla  nitidezza  de' 
cai-alteri,  il  iiianoseril  tu  presento,  è  molto  all'altro  inforiuio. 
Due  altri  scritti  però  si  contengono  verso  la  fine  di  questo 
volume,  uno  de'  quali  non  è  di  poca  importanza.  D  primo 
È  un  Discorso  delle  cose  d'Italia,  Al  Santissimo  Padre  e  Signora 
nostro  Papa  Paolo  Terni,  e  finisce  alla  pagina  1 57  dei  codice. 
Non  è  dichiarato  il  nome  dell'autore,  ma  è  opera  di  già  co- 
nosciuta dello  stesso  Giannotti,  la  quale  vide  la  luce  nel 
il'  volume  della  edizione,  elio  ili  alcuno  opere  del  Giannolli 
fu  pubblicata  in  Milano  per  Nicolò  Bettolìi  l'annoi  83  o,  voi*  4 
in  16°.  Niente  pili  dunque  io  dirò  di  questo  discorso;  e  noterò 
soltanto,  ci  te  nel  caso  d'  mia  ristampi  <\a\  rà  Girsi  conto  dr.!  pre- 
sente manoscritto,  dm  in  dò  specialmente  clieconcerne  l' in- 
tegriti liei  testo  fu  usciolo  eoo  ostreinn  diligetiia  ed  accura- 
tezza. Dopo  il  quali-  discorso,  alleo  oe  segno,  Il  mi  argomento 
è  :  Del  modo  di  rendere  per  buone  vie  la  libertà  ad  un  popolo  oppresso 
dalla  schiaviti  e  dalla  tirannìa.  Non  avrei  difficolti  di  asserire 
essere  pur  questa  opera  del  Giannotti,  ed  incomincia  cosi: 
«Non  è  dubbio  alcuno,  che  l'affaticarsi  perchè  una  repubblica 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  4s5 
dell'anno  1571,  e  inclinila  al  figliuolo  c  successori;  del  gran 
Cosimo  de'  Medici.  Questa  lettera,  che  per  ogni  indizio  sem- 
brami autografa,  può  .--tabilirM  rssi'iv  I'oem:  quella  nii'derima. 
che  il  Matesiiani  indirmó  al  principe.  Che  cosa  ella  contcnsra, 
risulta  dalle  seguenti  linee  per  le  quali  si  dà  principio  alla  let- 
tera stessa.  Incomincia  così  :  «  In  mio  grande  amico  et  aOcttio- 

•  natissimo  servitore  ili  Vostra  Altezza  mi  disse,  che  potrei  fare 
-cosa  grata  a  Vostra  Altezza  se  io  mi  deliberassi  di  ponerc  et 

■  presentarle  in  iscritto  quelle  cose,  che  ragionando  seco  gli 
"avevo  detto  d' bavere  ossenulo  nella  vita  [lei  (.irati  Cosimo 

■  de  Medici  Padre  di  V.  A.,  la  quale  pragonandola  con  quella 

■  di  Ottaviano  Augusto  gli  havevo  chiaramente  fatto  vedere, 
«che  ambidue  andavano  in  bilancia  eguale;  perchè  comin- 

•  ciando  dai  modi,  che  tenne  il  Gran  Cosimo  io  acquistare  fa 
«Signoria  di  Toscana,  trovavo  che  gli  stessi  Itavea  tenuto 
«Ottaviano  Aupuilo:  et  quasi  tolte  le  cose  clic  avvennero  a 
«  quello,  erano  prima  avvenuti'  a  questo,  ■  ec.ee.  Lettera  pia- 
cevolissima a  leggersi,  e  piena  di  storiche  erudizioni.  Essa  non 
è  mai  stata  data  alie  3tampe,  per  quanto  mi  è  noto;  anzi  sap- 
piasi che  il  Moreni  nella  sua  Bibliografia  della  Toscana,  pub- 
blicata in  Firenze  l'anno  1800, 1  voi'  in  à°,  all'  artic* Malesihui 
no!)  fa  che  citare  questo  stess  i  codice  l'an^ioo,  notandone  il 

10159. 

371.  Lettera  di  Giovanni  Battista  Strozzi  al  Cavaliere  Vinta 
intorno  alla  famiglia  de' Merlici. 

l.,LlIi.H  I"i.    ìli  t.ll.r.lHli   'iil'i-.i.    ili    |,.-m:,-  vr.-i|,,    \  •'  1 1  ' 


Per  la  legatura,  per  la  diligenza  dello  scritto,  e  per  altri 


<iafi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

iiidl/j  sembra  essere  questa  Li  c;:pij  u:.r:i:tii-n ,  clic  fu  pre- 
sentala al  personaggio  ili  cui  sono  per  (lire,  H  codice  contiene, 
in  una  Lettera  di  Giovati  Ikttiita  Strani  a!  Giuntare  Milano 
Vinta  primo  Segretario  di  Stato  dei  Gran  Duci  di  Toscana,  elle 
gii  m'Urinò  di  Firenze  il  dì  n  dì  gennaio  dell' armo  i6o4  (e 
non  a  ia  (lì  maggio  i(k>3,  com'è  nella  slampa  datane  pur 
Sei-martelli  e  fratelli  iu  Firenze  l'anno  i <i io,  in  &'}  come  ivi 
apparisce,  cmiliimi! ,  dico,  un  compendili  drilli  sluriti  delln 
famiglia  ile'  Medici.  Ed  in  folli  s* incomincio  così:  "La  genti- 
i  lìssiuia  lettera  ili  V  S.  dicendomi  desiderarsi  elio  io  facessi 
»  1 1 1 1  brevi!  ri  «tri 'Ho  aj>|iarl.'iii'iile  ;il  lii  Ijnitjilia  ili''  Medici  ,  ■  il'.. 
Dopo  di  che,  In  seri  Kore  da  principio  all'  opera  in  questo  inolio: 
■  Se  antichità  d'origlili' ,  se  eei'i'lletr/a  d'  li  in  -.tu  ini,  se  per  lungo 
i  tcmfitf  continualo  dominio  e  granii  e//.a  il' imperio  portano  alle 
■i  liuuiglie  r.liiaie/./.a,  e  rigiianli'voli  sii] ira  In  olire  le  rendono; 
.  In  fami  glia  de'  Mi 'ilici  ji..T  ti  iti  i  questi  ri*  pelli,  »  ec.  ce.  lì  ter- 
min,a  lo  scritto  cosi  ;  «  I '!■  1  aggiungono  agli  olici  meriti  loro  il 
i  vigilare,  die  l' eiluealioiH!  e  V  in  segnameli  lo  dì  sì  gran  Prin- 
«  cipe  all'  ottima  loro  rotanti  corrisponda.  ■  l'orse  dirà  taluno, 
e  non  senza  ragione,  ehi-  troppe  parole  fio  fatto  per  descrìvere 

perche  inessa  in  luce  da  duo  e  più  secoli,  come  indicai  trai 

j'iiiiirl.'iii  idlerma  inni  averne  egli  veduti  oltre  il  suo  che  due 
soli,  non  è  improbabile  che  in  revereii7.il  altresì  dello  scrittore 
non  se  ne  faccia  o  presto  o  lardi  una  ristampo;  nel  ([«ale  caso 
non  dovrà  essere  discara  la  notìzia  della  esistenza  di  un  co- 
dice tanto  nitido,  quanto  corretto  com'è  il  presente. 


DELLA  BIBLIOTECA  DKL  RE.  4a7 

10160.         1  • 

372.  Capitoli  de'  Fiorentini  abitanti  in  Roma  nel 
secolo  ivf. 

Membranaceo ,  in  .ì".  .;inl!iTÌ  Lmt.li.  .li  pagine  no,  secolo  ivi", 
ben  conservato,  e  nella  sua  prima  originale  legatura. 

Il  titolo  de!  presente  codice  è:  Capitali  della  Nalione  .fio- 
rentina «abitante  in  Corte  di  Roma.  Il  ijual  codice  Ita  il  pregio 
di  essere  l'autentico,  ansi  probabilmente  il  solo,  ebe  custo- 
divi in  Roma  presso  i  deputati  di  quella  nazione.  Oltre  le 
sottoscrizioni  autografe  d'essi  deputati,  e  quelle  del  notaio, 
del  capitano,  ec.  avvi  pur  nel  mezzo  il  gran  sigillo  della 
nazione,  preceduto  dalla  If^niizr.azume  nelle  forme,  ed  in 
liilL'iiil  latina,  dell';,  iitivitir!l:'i  r|i  tv-.io  tuiìiec  ,  il  riujle  fiuisri' 
con  le  seguenti  parole:  hi  nunnim  omnium  ri  iuitjiihrum  ftdem 

•■f  .■h::ii:iri  . . .  Qui  ne  fu  cancellata  la  data  ;  ma  ciò  fu  senza 
dubbio  il  di  3o  del  mese  di  agosto  dell' anno  i5i5,  Come 
chiaramente  risulta  dal  proemio,  che  precede  l'enumerazione 
de'  sopraddetti  capitoli. 

10102. 

.ì-  i.  Sommaria  di.'^li  Annali  di  Hoio^ia  di  Francesi/o  Neijri  ; 
giuntivi  altri  scritti  di  vari!  autori  •:  d'argomento  diverso. 

Comprende  questo  codice  :  1°  Ln  —  Sommaria  delle  cose 


ii8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

principali  contenute  nella  copiosissima  tenitura  degli  Annali  di  Bo- 
logna,  formatti  da  Già.  Frimcrsr.ii  Start  Uohyiicse,  e  indirizzata 
al  signor  Raffaello  Trit.heth-  i)n  Frane:  e  questa,  per  i  cangia- 
menti i  nlrad  otti  visi ,  di  cui  sono  per  dire,  sembra  essere  la 
copia  stessa,  che  del  sopraddetto  suo  sommario  mandò  il 
Negri  al  DuFresne.  II'  Lo  stesso  sommario  scritto  e  sottoscritto 
ili  propria  mano  dell'autore  in  Bologna  il  di  ao  del  mese  di 
novembre  io55,  nel  quale  si  rincuiitraiiO,  facendosene  la  col- 
l.i/.iono,  (pici!.;  d i  11  i •  r il- /i !■  r  i.a udirmi  mi li ,  di  cui  dissi  poco  fa, 
e  clie  nell'altra  sopraddetta  bella  copia  ha  creduto  bene  l'au- 
tore di  dover  in  Ira  durre..  IH"  l'na  lettera  autografa  del  mede- 
simo Negri  indiritta  al  sopraddetto  sig.  Raffaello  Du  Fresile  in 
Parigi,  con  la  data  di  Bologna  a'  i5  maggio  ifi5g;  lettera 
molto  importante  anche  per  la  storia  dell'arti,  e  delle  cose 
di  anlicliil.i .  ci  ■■]  li  ■  quali,  c.nrne  risulta  por  la  lettera  slc.isi, 
era  grande  amatore,  coiiascilori;,  e  ricoglitore  il  Du  Fresne. 
IV*  La  serie  delle  famiglie  nobili  di  Homa;  giuntevi  alcune 
notizie  raccolte  da  varii  scrittori  antichi  e  moderni  da  Don 
Guglielmo  Carpello  Romano,  ai  tempo  di  Martino  Papa,  e  di 
Sigismondo  Imperatore.  V  ed  ultimo.  Il  Catalogo  alfabetico  delle 
.vip i-addi' tic  nubili  famiglie  romane,  delle  quali,  come,  sia 
scritto,  fece  puri'  tìtrti:i.t.r,-'  Teji.'i.-N  ('.uin/mim  iiclìn  stai,  opera,  ch'i 
in  tanta  stima,  sppni  rV  j't:m.vjlk  iihisui  UhH'im.  Jic  di  Francesco 

iN. i  cerni»  union»  del  -0  puddello  5i""a«.'i".i,  né  di  (ìu^ì  lei  ino 
Cardello  come  autore  della  sopì  addetta  Serie  delle  famiglie  no- 
bili  di  Roma,  trovo  che  da'  nostri  bibliografi  sia  fatta  menziono 


Digilized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  aao. 


10163. 

37Ì.  Storia  dì  Roma,  scritta  da  Alberto  Fabri. 

Cartaceo,  in  à"  grande,  cut  litri  conivi,  di  pigine  3oo,  vtno  la  line  del 

Il  titolo  del  presente  codi™  è:  Hiitoria  di  quanto  è  occorso 
dalla  edificatione  di  Roma  fino  «'  nojln  lem;»  .  Alberto  Fabri  amore. 

storia  giunse  sino  ad  K-ricn  Qni:il!)  iiopciatore,  ci"-  In 
scomunicato  dal  Papa  Mestino  III".  —  È  divìsa  in  capitoli, 
ciascuno  de'  quali  ha  il  proprio  argomento;  sono  in  tutti 
diciaolto,  e  non  numerali.  Trascrivo  le  prime  e  le  ultime 
lince  del  codice.  iDcomincia  così  :  ■  Roma  edificata  ila  Romolo 

■  settecento  cinquanta  un  anno  avanti  la  venuta  di  Cristo, 

■  signoreggiata  per  lo  spazio  di  duecento  quaranta  tre  anni  da 

■  sette  Re,  e  governata  per  quattro  cento  sessanta  sette  anni 

■  da  ì  Consoli,  in  ispatio  di  circa  settecento  anni  ascese  alla 
1  iinmiirt.lii.i  ild  inondo.  I.n  sii:*  ■  n i'^iistr  fu  ili  circi  Irò  [iiiia 

■  habitanli,  •  ec.  E  le  ultime  linee  dell' opera  sono  queste; 
"  Acquistò  grande  infamia  u  l'Ini | xr.i tuie  (Tiri™  V")  appresso 
,1  i  popoli  il  non  liaver  voluto  liberare  senza  grassa  tagl-a  il 

■  Re  d'Inghilterra  da  lui  iin|u^i;ioiiai(i  nel  ritorno  da  Terra- 

■  Santa;  e  mosse  Celestino  111°.  a  scomunicarlo.  Morì  non 

•  assoluto,  ma  però  non  impenitente,  l'anno  mille  cento 

■  novanta  sette,  lasciando  il  Regno  di  Sicilia  a  Federico  suo 

■  figliuolo  nato  l'anno  avanti  di  Costanza  sua  moglie. con  la 

•  tutela  di  Filippo  suo  fratello  Duca  di  Toscana,  e  di  Svevia.  ■ 
Aggiungano  gli  studiosi  alle  mie  le  loro  cure,  onde  conoscere 
se  mai  quest'opera  del  Fabri,  clie  pur  sembrami  pregevole. 


43o  MANOSCBITTI  ITALIANI 

fosse  stata  posta  ìu  luce,  non  trovandone  io  falla  menzione 

da'  nostri  bibliografi. 

10166. 

3;&.  Scrini  in  prosa  c  in  poesìa;  Lettere,  Orazioni,  e 
Trattali  sopr  argomenti  diversi. 

GirUcio  in  ^'  fiiLiuih- .  j-.il i -.1 1 ■. i - 1- L  l'.r.  i'i  .  i i L  pr.|:Lii..  liil.o  .  jccoli  l'I"  r  ntl\ 


Si  contengono  in  questo  codice  gli  scritti  seguenti:  1°  L'In-, 
irott»  mone  di  mestscr  l'iati  Mnijn»  t„it'  mitica  Kipiiliilictt  Humana, 
all'Itilo,  el  Renaio.  siijBtir  Cardinale  di  Gamhara.  Il  quale  titolo, 
che  giusta  il  min  continue  rio  IWldnionti;  trascritto  come  ivi 
lesesi,  si  ripete  di  liei  nuovo  nella  pu^iiis  si  inseguente  al  co- 
minciamento  d'essa  irdniibiiìanc .  c  v'ha  l' indirizzo  Al  sii/ no: 
Duu  Ottavio  Caraffa.  Do  lo  prime  e  le  ultime  linee  (li  tjuest' 
opera  a  fine  clic  gli  studiosi  leltori  possano  giudicarne,  ed 
all'  uopo  loto  gjn\;ii'ni'ui'.  Ir  itomi  mia  così:  «Due  sono  le  cose, 
-se  non  m'inganno,  sopra  tulio  l'alilo  degne  della  notizia 
«d'un  Signore;  la  forma  de'  governi  civili,  et  l'arte  della 
"guerra;  a  ciò  clic  et  in  pace,  et  in  guerra,  et  dentro,  ci 
«fuori  possa  beni'  esse  rei  Li  re  l'ollitio  suo.  L'essere  Signore 
i  s'intende  io  due  modi  ;  per  fortuna,  Ct  per  natura.  Signore 
-per  fortuna  chiamo  ogn'uno  eli' li  a  libi  stato  et  sudditi,  in 
i  qualunque  modo  rpiestì  !■'  Imi  no  ;  ri  por  defedi  ti,  o  por  vu- 
«lunta  di  coloni  clic  pnnsorm  darli,  o  per  prezzo,  o  per  vio- 
»  lenza,  o  per  altre  vie  elio  ni  a"  ri  bulinino  lo  tutto  u  por  la 

■  chiamo  uno  eli' è  prodotto  dalla  natii  va  rato  a  comandare  et 

■  liaverc  il  governo  de'popoli          tal  che  uno  può  essere 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i3i 

■  Signore  per  fortuna  et  non  per  natura,  per  natura  et  non 

■  per  fortuna ,  et  per  natura  et  fortuna  insieme ,  ■  ec.  ce.  Alla 
pagina  il  -  del  codice  termina  questa  hdn,:/:::ii;in:  del  Mayuo, 
le  cui  ultime  lince  chimici  a  lecere  come  seguo:  «  Ma  se  ella 

■  (In  repubblica  )  !u  mai  nel  fiore,  ci  nei  minio  ri'  ol;iiÌ  lodevole 
"qualità,  si  può  1 1 iic  eli'  ella  vi  l'osse,  al  ii'nipi  degli  Seipioui, 
•  nel  qua)  tempo  la  conobbe  Polibio;  onde  non  è  maraviglia 
.  s'irli  In  in  ini  I/a  et  cele!  ira  sopra  (nifi-  li:  ali  ri'.  Kl  ipieslu  baili 

■  per  introduttionc  nella  aulica  Repubblica  Romana.  — 11°  Al- 
cune Lettere  ili  Nvijotii  J<!  Giru/ieir  Fin  \iinilnd  Caro  scritte  a 
diversi  Prcncipi.  Sono  es.se  tutte  già  posle  in  luce?  Giù  e  proba- 
bile; ma  non  essendomi  dato  ili  poter  fare  i  necessari  confronti 
cui)  tutte  le  stampale,  clic  da  varii  editori,  in  diversi  tempi 
<■  lincili  si  pubblicarono,  e  a'  miili-i  Riunii  ancora,  penso  di 
pone  sotto  degli  occhi  dogli  studiosi  eri  amatori  del  hello 

sumere  i  nomi  rli  (pie-Ile  persi  ,  alle  ijimli  esse  lettere  sonu 

state  indirizzate;  ciò,  ebe  servirà  loro  di  norma  per  quell' esame, 
cui  lor  piacesse  d' iustituire;  i  quali  nomi  sono  :  Al  Contestabile 
di  Francia,  scritta  di  Roma  a'  3  di  maggio  i555;  A  Madama, 
di  Roma  là  maggio  1 555;  Alla  Regina  di  Francia,  ivi  ìì  maggio 
l555;  Al  Cawliem  Titanio,  le.  stesse  date;  Al  Cardinale  di  Lo- 
rena, le  stesse  date;  lettera  ovvero  Instrattione  a  Monsignore  di 
Ghisa,  1° giugno  1 555;  Al  Cavaliere  Tibartio,  la  stessa  data;  Al 
Re  di  Polonia;  due  altre  Al  Cavaliere  Tibartio;  due  A!  Ile  di 
Francia,  le  slesse  date;  Al  sijj.  (iiiinlunn  Orsino,  Al  Re,  ed  alla 
Regina  di  Polonia,  con  le  dale  medesime,  ma  queste  due  [si 
come  pur  l'altra  qui  poco  sopra  all'Osine)  sono  latine;  Al 
Vescovo  di  Verona;  tre  Ai  Cunliiiale  Sai-elio;  una  Al  Cardinale  di 
Perugia;  una  Al  Conte  Santafiorc;  e  queste  del  mese  di  agosto 
dell'anno  sopraddetto;  indi,  due  Al  Re  di  Navarro,,  del  mese 
di  settembre;  una  Al  Vico-Legato  dulia  Maria,  di  giugno;  Al 


AÌ2  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Conte  Nicola  di  Piiiijiiui-.'j,  in  novembre;  Al  siij.  Don  Alessandrn 
Farnese,  di  maggio;  Al  113.  Adriano  Baglione,  pur  di  maggio,  e 
tutte  dell' anno  i5£>5.  111°  Cinquantaciuque  Lettere  di  Contta- 
tloijlieiizn  ili  messir  (Uova»  JVn:i; ':.s.-.j  Vrinudn  p./r  il  Cardinal  Scr- 
moneta —  Al  Ctudmid  Stivelfa  l'un»o  1  374.  La  prima  incomincia 
così  :  ■  £  Gommone  tra  V.  S.  IlliiTo.  et  me  la  perdita,  che 
abbia  11  io  l'atta  del  signor  Bonifacio  bona  memoria,  et  com- 

■  mune  ha  da  essere  similmente  Fra  noi  la  compassione  et  il 

■  dolore.  A  me  è  mancato  un  fratello,  ■  ec.  E  1"  ultima,  eli' è 
indiritta  0/  Principe  di  Sulmona,  incomincia  così  :  «Credo  che 

■  l'È.  V.  sia  certa  ebe  io  mi  sono  doluto,  et  mi  condolgo 
<  nell'animi]  della  morie  del  sigimi'  IVirujiro  l'elice  memoria, 

■  perchè,  ■  ce.  IV*  Alcuni  versi  sciolti,  che  hanno  per  argo- 
mento Vllcarico,  scritti  e  dedicati  da  Gii).  Battista  Leoni  —  Al 
Ciir\<tiwissÌ!>r.i  i'ì  In v.-'ri ij) r.-Jid  ìli'iiriro  IH.  Re  di  Francia  et  di  Po- 
lonia. Sono  essi  versi  preceduti  da  una  lettera  dell'autore, 
data  di  Roma  nel  mese  di  dicembre  l'anno  KibS,  e  indiritt.i 

a!  si;;,  cardi iiiilc  di  (iinuisa  niu  leti  ore  di  I1' rancia  ,  0  fi  ili'ei 

uremia  sultn  la  sua  protez-ione  quieti  buoi  versi  eroici,  e  gli 
faccia  degni  degli  sguardi  tiri  re.  l'iuxino  essi  stampati  questi 
versi  dell'autore  delle  Considerazioni  sulla  storia  d'Italia  di 
Francesco  Guicciardini?  l'i  r  le  indagini,  che  ne  ho  fatte,  noi 
credo;  ma  ad  ogni  buon  fine  ubbi.mà  i  lettori  i  due  primi, 
ed  i  due  ultimi  di  essi  versi; 

Là  dove  solo  il  gran  Campion  di  Cristo 
Chnstisnissimo  fte  ili  gente  eletta. 

—  Sono  questi  i  due  primi;  e  Ì  due  ultimi  sono  i  seguenti; 

Dell'  ossecratili  sangue  ingiurioso 
De'  nemici  di  Dio  lucido  smalto. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  433 
—  Sono  in  tutti  i  versi  a  2  6.  V"  Oratìone  pronuntiata  innanzi  al 
Re  Christianissimo  sedendo  ne  noi  Slati  Generali  tenuti  a  Blois 
a  is  di  Gennaro  i58g,  da  monsignori!  Carlo  di  Cune  Conte  di 
Brisac,  a  nome  dello  stati)  della  Nobiltà  di  Francia,  alla  anale 
soprassedeva;  c  questa  orazione  e  compresa  in  3.6  pagine.  Vi"  Un 
Trattato  diftsonoinia.  Non  v'ha  nome  di  autore,  e  non  fi  quello 
del  Porto.  Incomincia  dalla  fronte,  c  termina  colla  pianta  de' 
piedi.  Becche  mi  sembrino  un  po'  bizzarre  le  osservazioni  mo- 
rali, che  fa  l'autore  sopr'  alcune  parti  del  nostro  corpo,  c  non 
si  estenda  ad  osservaiìoni  craniologiche  propriamente  dette, 
pur  io  credo  che  special  munii'  il  eh"  unslm  dui  lenir  l'Wati  gra- 
dirà ìa  notizia  dell'  esistenza  di  questo  vecchio  Trattato  di  fisono- 
mia.  VII*  ert  ultimo.  Trattata  dell'  arte  del  ricordare  del  lig.  Già. 
Batta,  della  Porta  Napoletano.  È  diviso  in  1 1  capitoli ,  il  primo 
de'  quali  stabilisce  caia  sia  memoria,  e  l'ultimo  indaga  rome  ci 
lussiamo  ricordare  del  contrario.  Ciniche  io  non  trovi  fatta  men- 
iione  da'  nostri  bibliografi  ili  questo  Trattato  di  Giò.  Battista 
della  Porla  sull'arte  del  ricordar?,  pure  posso  accertare  i  lettori, 
din  Dir  abbiami)  già  il  un  l'ili/iuii  i  ;  I'  una  in  :;  la  ila  un  [ili  Militila  |n 

Napoli  appresso  Mattio  Cancer,  1 566 ,  in  4°.  e  l'altra  in  latino 
pubblicata  pur  in  \apnii  oyn.l .io  lìujii.  Salili!?!»  ifiorj,  in  4*, am- 
bedue le  quali  edizioni  si  trovano  nella  Braidense  in  Milano. 

10170. 

376.  Descrizione  ilei  regno  di  Napoli. 
CirUceo.  in  foglio,  caralltri  ^uiigoticl .  di  papoclao  .adus colonne,  menimi*. 

L'argomento  di  questo  cmlicir  ir  tome  segue  :  Descrizione 
del  Ueijao  di  .Xapt.lt  iva  molli-  i.-wm-olarità.  Ne  trascrivo  le  prime 


ahi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

o  l'ultime  linee,  e  più  la  sottoscrizione  eh' è  in  fine,  onde 
possa  più  l'adluieiilo  risiilliire  se  sia  o  no  pubblicata  quest' 
opera,  .Supponendosi  già,  che  il  lettore  sappia,  che  qui  si 

•  posi  (io  no  de  lo  nome.  In  lo  tempo  de  Solane  philosopho  de 
»  Athcne,  ■  et,  l'i  termina  ani  :  -  Questa  non  e  casa  de  errore 
«  uh  spelo  c  a  de  latrunj;  ma  è  una  Gropta,  la  quale  tene  détro 
«acqua  salutifera,  l'inis.  Divi  ^m.s.  Amen,  i  Dopo  di  che  leg- 
nosi questa  sottoscri?.ione  ;  Lilxr  isir  Imeptiis  fan  die  \i.  Janaarii 

/■■me  lict'irorr/idurlr  di:  lurirelln  ili-  C.tipla  (tic  Irywrj  Cnna-itarium 
M."  dni.  tini.  (/(Nitrosi r  oV  t:ltitu:(Hi>  ila  Fabriano:  cxpktas  Fo  die 
\\m,  inaili  curate  miUeim  cccr."  Unni."  in  villa  bride  amitatas 
sfnntf  :  scriptui  a  l'ini  si  ti:,ntiin-  Strami  mni  annoi,-  ductoris  : 
di'ti  Mtithei  de  iMSf«sM>.  diii.  mei  vbsercttdissiinL  Fine  sto  ,-  pia 
laudi-tur  órijti  Maria.  Amen.  Dell'autore  di  quest'opera,  la 
([uale,  per  la  buona  fede  e  vmpl icilà  con  cui  è  confluita, 
sembrami  pure  di  fpiaicljR  predili,  non  trovo  l'atta  menzione 
non  .solo  ne'  nostri  bibliografi  «tuierali,  ma  nè  pur  nella 
Biblioteca  Napoletana  del  Toppi ,  ne  in  quella  del  suo  bene- 
merito contili  nato  re.  Liuiiardo  Nirodcmo.  Lo  stesso  dicasi  de' 
seguenti  codici  segnali  co'  nuin'  S77  -  378  -  .I79 -  38 1  -  456 - 
afit-i6i-463. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  435 


10171. 

377.  Notizie  sloriche,  poliliclic,  ed  animi  ni  slraiive  dei 
iv  (ilio  di  Napoli  ;  u'iimtnvi  ali  re  operette. 

r^ii.TL  ii .  k,  V,  r  j'r.iMi.ri  Hi:iii;iili'  i .  ili  i  ii'vi  1  .in  ]:.;.iii.- .  il i fu tl»50 dello  quattro 
a  LÌ[jn;jr  priiiLi;  uri.'  {  .  Ili:  .■  i,  l.h-1,  []  li  j  i  L;i  ;  i  conosce  essere  Elatc  t  belli  pOllJI 

UjKiitg  fugri),  secolo  m",  e  di  medioac  rooicnuione. 

Si  ani  ti  ìii  nono  iu  questo  codice  primiera  mente  alcune  no- 
tizie storiche,  ed  altre  politichi:  ed  amministrative  del  regno 
di  Napoli.  E  per  verità  egli  è  un  peccalo ,  che  il  codice  abbia 
la  sopraddetta  imperfezione  nel  sno  principio,  dove  proba- 
bilmente, se  non  dell'  anno  in  cui  fu  esso  scrino  (ciò  che 
parrai  essere  avvenuto  seni'  alcun  dubbio  nel  secolo  X[V°),  forse 
sarà  stata  fatta  menzione  di  chi  scrisse,  0  per  comanda  mento 
di  chi  furono  scritte  queste  notizie.  Dopo  le  quali,  compresi 
in  otto  facce,  l:  un;:  novella  dettala  collii  stile  1  Medesimo  delle 
Mipradilctle  notizie.  Ne  ilo  le  primi'  [ince,  die  a  grande  stenle 
pota  leggere,  a  Fine  che  possa  giudicarsi  del  rimanente  di 
tutto  il  codice.  La  novella  incomincia  cosi  :  ■  Una  bona  novella 

■  voglio  dire  .1  io  nostre  Napoletane;  la  novella  et  dic-la  :  die 

■  le  Napoletane  so  de  loro  natura  le  meglio  amate  de  lo  mundo; 
•  et  provolo  ;  et  state  ad  audire.  Dìo  crii)  lo  inundo  et  fece  tre 
«parte  Asia  Africa  et  Europa,  ■  ce.  oc.  Dimostra  appresso,  che 
la  più  bella  delle  tre  parti  c  l'Europa;  che  in  Europa  la  più 
bella  è  l'Italia;  clic  in  Italia  la  più  bella  e  Napoli,  ce.  ee„  e  per 
induzione  concli.  mìe,  die  le  donne  Napoletane  debbono  dun- 
que essere  amale  sopra  tutte  le  donne  del  mondo.  A  questa 
novella  succedono  altre  memorie  storiche  concernenti  il  me- 
desimo regno  di  Napoli,  dettale  dallo  slesso  autore  e  scritte 


A36  MANOSCRITTI  ITALIANI 

perla  medesima  penna.  Crimini  ili  ijuel  mjnu  è  il  loro  titolo;  ed 
"11  questo  modo:  A  li  m.ccc.ijìxi.  a  ly  xsv  de  maio 
"  "  i  dona  lira  madama  la  duchessa  de  Ca- 
labria le  scrivo  chesia  cronica  la  quale  comenza  da  lo  Re 
.  CoTao  per  fine  a  Re  Carlo  tierzo  el  scriva  per  delio  de  mio 
"patreda  lo  Re  Carlo  in  fine  a  lo  Re  Forante;  lo  aio  veduto; 

■  et  tutte  clieste  cose  so  verissime  de  veduta.  Madama  la  Du- 

■  chessa,  ■  ecce.  Credo  che  a  coloroparlicolarmeute,  i  quali 
intorno  alla  stori;!  ili  i.':;mi  riunì:;  i  loro  stiidj  potrà  essere 
grato  e  forse  utile  il  mnnsrarr  anche  questo  antico  codice.  E 
non  dubito  che  molli  lumi  potranno  loro  .somministrare  le  ul- 
time linee  che  riportai .  r  pili  qui' Ile  die.  n';ii™o.  Le  indagini, 
ch'io  ho  fatte  pur  Scoprire  1' .tutoli.'  di  questi  scritti  ini  lor- 

10171*. 

378.  Compendio  storico  della  città  di  Napoli. 

Carlscc-n.  ìa  i".  cai-alteri  prcsni!:!!.';  Loinli.  ili  jiii^im-  ."uni,  malo  itir. 


Dna  storia  in  compendio  della  citili  'li  Napoli  r  il  coi  1  Ie- 
ri t.i  lo  di  questo  coilii  e.  clic-  vu-iuci  pia  con  !;in'..le  linei':  :  La 
■1  CLlli'i  d.'  iNapuli  1,1  quali:  fra  le  altre  diri  Munirlo  per  limili- 
"  tudine  de  Cavalieri  ci  de  loro  diìel.li  et  pompose  ricchezze 

■  have  acquistala  fama  ^i-iiudis.-ima  ;  In  quali  rose  si  narrano 

■  tulle  per  diversi  volumi  de'  libri,  si  che  per  questa  presente 
«  cronica  si  potrà  .sapere.  Et.  primo,»  ec.  ec.  La  Cranica  ('■ 
divisa  in  '601  capiloli  ;  il  primo  do'  quali  [rafia  della  origine 
e  de)  nome  della  città  ;  e  l'ullimo  lia  il  seguente  lilolo  :  Questo 
cnjiittth  frullìi,  ih  lidie  ir  Ciltu  et  Tirre  itcìln  Prminria  de  Campa- 
nili et  de  ìi  Papa  rlie  suini  ilinwi  mi  issa  Pnu-inrin,  Non  giunge 


OigaizM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  43? 
lo  storico,  che  sino  all'  anno  taSo  dalla  venuta  di  Cristo. 
Quanto  al  modo  coti  coi  scrisse,  si  attenne  più  al  dialetto 
napoletano,  cliealla  lingua  uostra  italiana  propri  ai  Licite  delta. 
Quanto  poi  alle  cose ,  die  vi  si  raccontano,  parmi  veramente 

v'ha  nome  di  autore.  Ebbi  sotto  degli  occhi  molte  croniche 
e  storie  a  stampa  della  città  e  regno  ili  Napoli,  ma  di  nessuna 
di  quelle  eh'  io  fidi  fu  tratto  il  compendio  presente. 

10172. 

379.  Antica  slnria  della  città  di  Mapoli. 

Circuivo,  io  l'i>!;!i'.'  iiUti.Ì'i,  .ardili: il  ibridi,  Ji  pagine  i5u.  secolo  in*, 
iiili]  .■.il.li'i'l.lr  ;  .'  1  i-i □  |"_ ( iU  non  l'.il.'  linr. 

Un'  antica  storia  della  città  di  Napoli  è  il  contenuto  di 
questo  codice ,  che  a  parer  mio  fu  scritto  verso  la  fine  del 
si v"  secolo.  Essa  incomincia  alla  pagina  3a,  ed  è  preceduta 
da  varie  altre  cose  latine  si  stampate,  che  manoscritte,  le  quali 
nini  Le  lamini  .-.lie  l'ari'  cella  sonia  iin''le>iiiiri  Chi  ne  si.i  I'  ,1  li- 
tote, ciò  non  è  didiirir.it' i  in  aleni)  mudo  -,  die  siri  Corsi.:  stala 
pubblicata  ni:'  primi  [empi  ileiia  st.tlnp:i  in  Napoli,  riti  po- 
trdsb' essere ,  ma  per  le  indagini .  die  in  ho  falle,  non  è  a  mia 
notizia;  e  che  ne  sia  forse  altra  copia  inanoscrilla  altrove, 
.-.i  rome  più  probd)  il  niente  in  Napoli,  anche  ciò  non  me 
nolo.  Darò  quindi  trascritte  a'  lettori  le  prime  linee,  per  le 
quali  si  potrà  ri-pondere  m>  rimi  a  tinse,  almeno  a  qualche- 
duua  delle  sopraddette  ricerche.  Incomincia  cosi  r  •  Fu  ne  io 
.  tempo  de  Solonc  philosofo  de  Athene  et  Dragone  de  La- 
-  cedemonia  flettil  i  ile  le  le^i  dei  fìreci  1'  uno  in  Athene  et 
«l'altro  in  Lacedcmoiiia.  eompose.no  le  leggi  ad  ciò  che  in 


W  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«  tutta  Grecie  potcsscno  sottomecterc  a  le  leggi  li  popoli  et 
»  gentili  Uomini  et  Signiuri  de  la  provincia  de  Calcidia.  in- 
■  dignandosc  d'  essere  constricti  ad  tale  lege  determinare,  ■  ec. 
Non  posso  dare  l'ultime  linee  di  quesl'  opera,  perchè  il  cu- 
llino., nome  dissi  ipii  poco  sopra,  è  mancante  di  alcune  carte. 
Veggasi  cii  clie  s'è  detto  intorno  al  codice  376  in  sul  fine. 

10172-. 

38o,  Collezione  di  scritti  concernenti  l'Uffizio  della 
Inquisizione  nel  regno  di  Napoli. 

Varie,  e  di  non  poca  importania,  sono  le  scritture,  clic  si 
contengono  in  questo  codice,  il  quale  porta  il  seguente  titolo  : 
Differenze  delia  Corte  di  Roma  coi  Vice-Ile  di  Napoli.  Nella  prima 
pajrina  Siiggesi  casi  :  Queste  scritture  sono  slata  comperate  in  Na- 
poli l' anno  1710.  dal  signor  Abbate  di  Louvois.  Trascrivo  V  ar- 
^■onicnlo  di  ciascheduna  d'esso  scritture.  1°  Discorso  per  la  città 
e  iìcijno  di  Napoli;  che  utile  i/tme  ile!  S.mlu  Ojfiei-)  s  iiubbia  1:  jm- 
cedere  per  la  eia  ordinaria  seconde  le  lettere  del  He  l'ilippo  Srconttu. 
Nel  margine,  con  caratteri  diversi,  è  scritto:  CrnJo  sin  (il  detto 
discorso)  del  sigT.  Serafino  Biscardi.  Il'  Ragioni  per  non  colere  il 
santo  officiti  della  Inquisizione  nei  Regno  di  Napoli  ;  ilei  sii/nor  Don 
Nicoli  Carovita,  Esaminai  un  poco  questo  discorso,  c  conobLi 
dio  sono  tantissime  non  clic  santo  lo  ragioni  espostevi!  ma 
inni  apparisci1  dal  codici!  te  favorevole  o  no  siane  stalo  il 
risultato.  111°  Osservationi  sopra  la  scrittura  data  in  Roma,  e 
stampata  in  Napoli  col  titolo  :  Risposta  alle  scrittore  e  motivi 
dati  a'  Signori  Deputati  di  Napoli  dalla  sacra  Congregatane 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  4S9 
degli  Ecclnii.  Signori  Cinqui  Cardinali  per  la  fedelissima  città  et 
Regno  di  Napoli  in  esclusimi?  del  ritorno  ilei  ministro  della  santa 
Ingniskione  Generale  di  [toma:  le  quali  osservazioni  sono  segui- 
tate d'altro  molle  brevi  scritturi',  duù:  ila  una  let  lera  indi  rizzata 
sullo  stesso  argomento  al  ministro  ilei  licere;  da  ima  rnemonn 
pel  sopraddetto  ministro  circa  le  novi  ti  iutrodotte  da  mon- 
signore della  Cava;  da  una  lettent  della  tillii  ili  Napoli  al  papa 
In nocu t3 io  XI I'  portala  a  l'unii. 1  ilall'ai  voc.Uu  Piulro  ['osco  iii- 

dcllo  stesso  Pietro  dottore  Fusco  ci  papa;  d'altra  orazione  fatta 
al  papa  dal  signor  marclieai;  di  MantcWlc  [lini  Mario  Goffredo, 
il  di  39  luglio  1693 ,  lo  quale  è  la  brutta  copia  ma  autografa 
del  GolTrerlo;  ila  una  milizia  ilell'  nilicn/.a  dala  dal  papa  Inno- 
cenzo .MI'  al  sopradtlulti;  iii.in.lic.si;;  (la  iilcu:iu  iinlru::oiìì  chic 
il  ai  deputati  della  santa  inquisizione  al  niiin-licse  di  Montefortc, 
ed  a  Don  Pietro  Fusco;  da  alcune  proposizioni,  per  le  quali  si 
possa  supplicare  il  papa  ed  il  re,  a  line  elle  nelle  cause  del 
santo  officio  si  proceda  per  li;  vie  ordinarie;  e  da  ultimo  da 
un  memoriale,  elle  fu  particolarmente  pre.enlato  ai  re.  IV  Re- 
lazione tlelli  molili  e  risposti  nella  informazione  fatta  alti  Eiiuii. 
signori  Cardinali  pi:  la  j'rìrhs<itm\  rtttà  di  i\  lipidi  circa  la  via  or~ 
dinaria,  colla  guaio  in  iLtu>  Hrf/no  .•'ini  da  pincedav  d'ufi  or-.ii:inri\ 
nelle  eaase  del  Santo  Officia.  \  "  Risposta  fritta  per  parte  di  Roma  in 
difesa  del  ministro  'Iella  Inquisizione  Romana,  che  pretendisi  aicr  a 
risiedere  in  Napoli  :  ■■  risposta  all'- Mhz-ioni  in  esclusione  ilei  minis- 
tro del  Santo  Officio  in  Roma.  VI"  Disposizione  per  poter  venire  al 
trattalo  dell' acoommodo  delle  '■  ■.idn-msie  circa  la  cognizione  delle 
cause  del  Santo  Officio  nella  città  e  regno  di  Napoli.  VII*  Difesa  per 
la  fedelissima  città  e  Regno  di  Napoli  circa  il  Capo  della  pabblica- 

Saa  Santità.  RwJ  iS.  novembre  i6q3.  Vili"  RijlessioJlontro  (e 


Uo  MANOSCRITTI  ITALIANI 

osservazioni  (veggasi  l'articolo  III*  in  questo  codice)  sopra  k 
scrittura  linfa  in  Roma  e  stampala  in  Napoli  ec.  Roma  1  tì.  gennaro 
iGgfi.  IX"  Riflessioni  sopra  i  motivi  de'  signori  Ecclesiastici  conte- 
nuli  nel  qui  trascritto  faglio  del  signor  Pietro  di  Fusco.  X"  Scrittura 
del  signor  Dottore  Giacinto  de  Mar/  per  la  causa  del  Santo  Officio; 
la  quale  scrittura  e  l'autografa  del  de  Mari,  la  cui  sottoscri- 
zione e  nel  fine,  ove  leggesi  :  Scrissi  li  37  ottobre  i6g3.— 
Giacinto  de  Marj.  XI"  ed  ultimo.  Discorso  circa  l' Ileresia,  indirizzato 
ulhi  l',eielkiiz.tt  di!  signor  Duca  d'Atvu  per  comprobatione  d  'anti- 
rliìssiino  cnsttuue  il  ipeiolahih  osstnama  dì  non  potersi poner  mano 
nel  Regno  di  .\apali  a  c:tru:rure  munita  persona  per  rama  di  lic- 
ei sia  ■■)  :ìrl  Suntj  Qff'.cic ,  senza  pi  i'iui  durra'  notìzia  uì  rajew  Viveri 
che  governa,  c  con  sua  licenza.  Del  olim  Reggente  Fabio  Capete 
(ì aleuta  all'Itera  fiscale  e  liei/io  t'.ntisiijli-:rc.  >t'l  principio,  nel 
meno ,  c  nel  fine  di  questo  codice  sono  altre  cose  stampate, 
e  tutte  coiteci  in.1  uhi  i'ar^onii.'u'.o  medesimo  ddla  inquisizione 
in  Napoli.  Si  M'.rivmirliljc,  e  si  stamperebbe,  se  si  potesse,  og- 
gidì altrettanto  sopra  lo  steso  iiigouieiilo  ?  lo  io  credo.  Con- 
sultai specialmente  il  Toppi  HiUmleeti  Napoletana,  e  vi  rin- 
contrai bensì  citati  tutti  gli  autori  nominati  in  questo  codice, 
ma  non  sopra  l'argomento,  che  qui  si  tratta  della  Inquisizione 
romana. 

10179. 

38).  ^istituzioni ,  Ordini,  e  Riformagionì  pubblicale  nella 
città  di  Aquila  nel  secolo  xv*. 


Ferdinando  re  di  Sicilia,  (".en^alcmmc,  ed  Ungheria  elesse 
e  mandò  in  viceré  nella  città  di  Aquila  Antonio  Cicincllo.  Nel 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  44 1 

principio  del  codice  è  il  decreto  del  re,  che  nomina  il  Cla- 
udio ,i  rpiclh  carica,  Int-j-'iuLci  insieme  il  più  grande  elogio 
della  sua  oueslà ,  e  dellii  sua  avvedute;/.,!.  Quesiti  ilefrele- . 
cura'  ni  di  costume  special rimine,  a  quo  tempi,  e  scritto  in 
Ialino.  Dopo  del  quale  scinomi  tulli  rji  ordini,  le  le^i,  le 
«istituzioni,  le  riformagioni ,  ec.  ce.,  che  il  Cicinello  giunto 
io  Aquila  pu  l.d  diri'.  ,  ci  iulmdiis-e;  e  queste  occupano  pres- 
soché tutto  il  codice.  Incomincia  cosi  :  ■  Essendo  in  questo 
i  famosa  Citale  Aquilana ,  non  meno  per  la  indi  sposi  Lione  de 
«li  tempi  anlcaci.],  clic  pur  presenti':  cirniptcla  depravato  li 

■  boni  ordiui  nel  regimento, .  ec.  E  finisce  noi  modo  seguente; 

■  E  chi  tCEncrarifLiiic.n le  irnpnsó'rnni  ausasse  et  presumesse 

■  lenir  coiiira  li  presemi  stalliti  onliiii  et  ilecreiì  sia  reputalo, 

•  havuto,  et  tenuto  de  ogni  lenipo  per  inobedicnte  et  contu- 
.  mace  de  la  dieta  Maestà.—  Et  in  pena  de  mille  Ducati  d'oro 

•  da  applicarsi  al  Regio  Fisco.  ■  La  copia  del  presente  codice 
parrai  avere  tutl'i  caratteri  dell'  aiileulicilà.  Veggasi  pur  qui 
ciò  clic  si  è  detto  del  codice  376  in  sul  line. 


10181. 

38a.  L'Isola  di  Creta  descritla  dal  Baroni. 

Ciri.;?...  in  .V  laoniL  .   .■.i::-'l:h  .i.r.i-.i.  ji  ^Llsnc  I;U  ,  s ("':>!» 

Si  dà  principio  al  codice  per  le.  seguenti  parole:  Laos  Dea. 
(577,  Descrittiow  Mi'hiih  ili  Creta,  composta  dal  chiarissimo 
sijnor  Francesco  llaro::i  if.  Giacoma.  Per  l'esame,  clic  ne  ho 
fatto  posso  affermare,  che  questa  Descrizione,  ami  statistica 
verissima  di  qnell'  i=ola,  piselli:  vi  è  considerata  sotto  tutte  le 
viste,  é  fatta  con  molta  diligenza,  e  con  piena  cognizione 


Digitizcd  by  Google 


44a  MANOSCRITTI  ITALIANI 

dello  cose  dell'  isola.  IjlchihÌmoiì,  cosi  ;  -  L' Isola  di  Creta  ha 

•  forma  mollo  più  lunga,  che  larga.  È  posta,  secondo  la 

■  geographia  di  Tolomeo,  nel  principio  del  quarto  Clima  al 

■  trigesimo  quinto  gradii  ir  mi  unii  quindici  del  nono  Paralcllo. 

■  11  suo  maggior  giorno  è  di  ore  ]  .1.  >  ne.  E  termina  in  questo 
«modo:  ■  Nella  Canea  sì  danno  gì'  islcssi  oflicii  come  a  Re- 

■  thimo;  eccetto  dm  si  fa  un  l'almi:  e  II'  Arvnaì  Nobile  Veneto, 
«ut  Capitani  contra  furcs  due  (lilla  di  ni .  et  Castellani  quattro 

■  Cittadini,  .i  Ye^a-i  per  ciò  se  fu  o  no  mai  posta  in  luce 
questa  scrittura ,  dalla  quale  panni  clic  trar  si  potrebbero  de' 
buoni  lumi.  Certo  è  intanto  clic  il  Maiiucchclli  non  la  ripone 
fra  le  opere  stampale  del  Baio™,  fi  laudo  .siilo  questo  medesimo 
coilice  l'ari  gin»,  e  segnandolo  col  proprio  suo  numero  10181. 

10182. 

383.  Annali  di  Napoli  scritti  da  Matteo  Spinello. 

Carla.i'.i.  in        ■■UrnUi-ii  uiiMii.  lii  |ilii;iilr  lìu ,  M.'il.,  un'.  ilil'iM..,,. 

Comprende  questo  codice  :  Gli  Annali  di  Napoli  di  maser 
Mitttco  SiiiiuAlu  tlti  Immi  lli  11 ----11 .  li*  lini  da  ijnelli ,  che  sono  in  po- 
teri del  signor  Midxlr  linualdu.  Ciò  clic  manca  in  sul  principio 
e  nel  meno  non  è  per  difetto  11  mula  cu  novazione  del  co- 

ieggerc  alcune  carte  dell'aulica  scrittura  posseduta  dal  so- 
praddetto Gesualdo;  ed  è  pei  ciù  clic  lascio vvi  per  entro  al- 
cuni logli  Inanelli,  11  cin  che  (toni' ci  dice)  ucrDrrenJo  di  ris- 
contrare i«  alcuna  altra  aulici!  nupia  ,jnelin  i:ha  ani  manca,  fi  sì 
pinta  a<ì  ■/in  11  nere.  Gli  Annali  [clic  li  guardami  il  rujino  di  Sicilia', 
incominciano  dall' anno  ]  -j i 7 ,  e  v.uuio  sino  all'anno  u68. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE  W 
Non  mi  riuscì  di  trovar  fatta  menzione  da'  nostri  bibliografi 
ile'  sopraddolli  Annali.  Il  Toppi  nella  .sua  Biblioteca  Napoletana 
dice,  die  Matteo  .Spinello  compose  i  Diarii  'li  Napoli,  rito  ma- 
noscritti si  nònno  per  la  mani  di  moiri,  e  sono  stimati  per  essere 
veritieri.  Ma  sembra  che  questi  Diarii  sieno  diversi  da'  soprad- 
(li-Mi  .-In  ;■«■'(.  il  ciiu  ti  li  ^ono  ufi  pivsc  ii  le  "idice,  traili  come 
abbiani  veduto  da  quelli  clu-  possedeva  il  Gesualdo. 


38i-  Memorie  scritte  da  Lodovico  Bori  Monaldesclii  sopra 
ciò  fin1  acribie  dall'anno  i327  al  ]34o. 
Cariaci,  i»  à"  |;raiii3L' ,  lajnn.'ii  r-.T>m.  <3t  pagine  4o.  s.trtlo  nir, 
di  buona  cootervuiMf. 

Il  titoìodi  questo  codice  è:  Memorie  et  Annali  da  l'anno  i  Ì17. 
sino  a  tanno  i3io.  ili  messer  l.ak[\'ni  lìon-l '.oriti-  A/f n.- tlrii-f, -hi. 
Trascrivo  le  prime  linee,  per  le  quali  si  avvedrà  tosto  il  let- 
tere, che  il  Mimai rle-i'.lii  amava  lo  sellano;  «lo  Lodovico 
•  Bon -Con le  Monaldcsclii  uacipn  in  Orvieto,  et  fui  allevalo 
.nella  città  di  Poma.  Nacqui  l'anno  l3s7.  nello  mese  di 

■  Giugno,  nello  tempo  die  venne  lo  Imperatore  Lodovico. 

■  Hora  io  voglio  raccontare  tutta  la  storia  dello  tempo  mio, 

■  poiché  io  vissi  allo  mondo  loo.  anni,  sempre  sema  malattia, 

■  et  morii  do  vecchiezza,  et  fui  allo  Iella  17.  mesi  de  conti- 
.  nuo,>  ec.  ec.  Lo  scrìtto  non  giunge  che  sino  all'anno  i34o, 
come  annunciossi  di  sopra,  e  quindi  pare  per  le  sopraddette 
parole,  che  questo  non  debba  reputarsi  se  non  che  un  prin- 
cipio dell'opera.  Comunque  sia,  se  n'é  detto  di  essa  quanto 
basta  per  Farla  conoscere. 


Digitized  by  Google 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10185. 

385.  Trattalo  generale  e  particolare  sull'uso  dello  insegne 
ed  armi  si  dello  famiglie,  che  degli  Siali. 

Di  questo  codice  l'argomento,  tome  leggesi  in  su  la  prima 
pagina,  è  iì  segui'  ti  te  :  Urliti  arili-.  Ititi,  Anni,  o  Insegne  delle  fa- 
miglie, libri  due:  jicr  (ìawjcs  di'  (io::>:  ét  l'isirro.  AlF Erano,  e 
Udititi,  sit/ntir  mio  t  f.tf.lr  no  Coluto,  i!  iiiinor  L'ordinale  Franeesco 
Harltertno  Ai/i.-.d:  di  .Wlrr,  Si:jitoi-'  l'itpa  !  ritorto  Oliami.  Il  IraUjitu, 
eh'  è  diviso  io  dodici  capitoli,  ò  preceduto  da  un  breve  proe- 
mio al  lettore.  Si  parla  nell'opera  dell'  antichità  delle  famiglie 
in  generale,  non  sema  discendere  talvolta  in  particolare  ad 
alcune  delle  più  illustri.  11  primo  capitolo  incomincia  in 
questo  modo  :  •  Universale  sentenza  di  tutti  i  Filosofi  è,  ed 

•  alla  ragione  istessa  grandemente  conforme,  die  nel  princi- 

■  pio  del  trattar  che  altri  fa  di  qualsivoglia  materia,  debba 

•  dichiarare  e  presupporre  quello  che  significhi  il  nome  delle 
iriiE'.'.  delle  quali  e;;li  lui  di  ramini  uro  suo  principali;  intondi- 

.  mento.  .  .  Dico  iìduuijiii',  idie  [[misti  i  vocìi  hn  In  Anni ,  ■■■  ec.  ee, 
E  le  ultime  lince  del  capitolo  mi'',  ch'é  1'  uliitno,  dove  si  parla 
delle  armi  di  Francia,  sono  queste:  -  tosa  maravigliosa  è,  che 
«si  vede  il  Rospo  ed  il  Giglio  nel  capo  del  Gallo,  il  che  age- 
volmente si  seuo] ini  se  bene  si  cuoci;  allesso ,  t  che  legger- 
■■  memo  si  levi  fosso;  e  da  ciò  un  voli-alno  ino  :'  Gro^orio  di 

■  Tolosa  nel  lil>.  1".  piat'lml.  i>|il.  juriscoiis.  )  arguì,  die  ulti- 
«  inamente  la  Monarchia  del  mondo  debba  cadere  in  mano 

■  ile'  Francesi.  ■  Non  può  negarsi ,  che  in  questo  lavoro  dei  de' 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  4S5 
Gozie  non  si  scontrino  a  quando  a  quando  delie  sentenze ,  eh' 
io  non  dirò  bizzarre  sol  Un  lo  ma  stravaganti,  sì  come  non  pud 
negargìisi  una  grandissima  erudizione.  E  sembrami  che  dav- 
vero molto  a  proposito  egli  abbia  posti  in  sul  principio  dell' 
opera  i  due  versi  seguenti, 

•  Qui  iegis  isla,  tuam  reprebenda,  si  mei  lauda* 

ì  quali  tolse  —  ex  Joannii  Aadoeni  lib.  i .  Epigramm.  Di  questo 
(tìiii"C!>  ile  Cmì.i.v  Iruvaii  ilì: Ila  lii  bliiilnca  dell'Ila}  in  registralo 
un  libro  di  Araldica  impresso  in  Uoma  nell'anno  i637,  in  i°, 
ch'io  non  polei  aver  fra  le  mani,  e  per  ciò  non  saprei  dire 
s'ei  sia  diverso  dal  contenuto  di  questo  codice;  solo  osservo 
che  nello  stampato  è  intitolali!  Discorso,  e  nel  presente  ma- 
noscritto si  legge,  come  abbiali)  veduto,  Dell' antichità , 
Armi,  ec.  libri  due. 

10190. 

386.  Memorie  della  famiglia  de' Gambacorti. 


Contiene  questo  codice,  magnìficamente  legalo,  e  colle 
armi  dei  cardinali:  Ujpjii  cui  i:  sialo  ollcrto,  il  -  -  Colamento 
delle  memorie  ddb.i  jiimi-ilin  d./  (innJ-itivrli  ;  d>\  r-  ifiHp<ntli,>!anì,:ii<- 
si  tìarraìiu  li-  dilaniti: ,  onori,  domimi ,  diiiimtii.  porscrutioni ,  ci  in- 
j'ortanii  saccessi  a  della  jamì'jìiit  ;  mi  <  n'ita  da  multi  e  diversi  amorì, 
scritture,  e  privilcgii  concessi  a  detti  Gambacorti.  L'operetta  è  de- 
dicata al  cardinale  Bacili  da  Don  Si^isitiuoilu  Cambaiorli 
vescovo  di  Thelesio  con  sua  lettera  dedicatoria  scrina  in 


446  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Cerreto  il  dì  1°  novembre  dell'anno  1 63 1.  Può  forse  essere 
di  qualche  utilità,  non  clie  di  piacere,  a  distendenti  di  quella 
illustre  famiglia  la  notizia  di  questo  codice,  il  quale  però  quanto 
alla  lìngua  ed  allo  stile  non  è  molto  a  pregiarsi.  In  fine  del  vo- 
lume sono  dipinte  le  armi  della  famiglia,  e  piò  v'ha  di  essa 
mi  ;i]]htì>  evuenlo^ieo  .  t  :  1 1 1:  pili-  i'  effluito  con  molla  ami  lie- 
tezza. Al  nostro  benemerito  marchese  Pompeo  Lilta  non  rius- 
cirà, discaro  il  sopere  del  presente  manoscritto,  che  per  le 
uni, idilli  tii o  ho  l'alte  credo  sia  inedito, 

10191. 

.Ì87.  Scritti  diversi,  lutti  concernenti  fra  Girolamo 
Savonarola. 

Cartaceo,  in  4' grandi-,  ..iliIvi-ì  :,.:nli  .  ri  L  y-i-,  m-,-  ,1,,     i  . 

Tutto  quello,  che  contieni  in  questo  codice  coucerne  la 
vita,  le  opere,  e  la  morte  del  celebre  Irà  Girolamo  Savona- 
rola, e  tutto  vi  t  trascritto  con  grandissima  diligenza.  L'or- 
dine delle  materie  e  il  seguente  :  1°  l'Vta  et  morie  del  lievcr.  Padre 
Fra  Girolamo  Savonarola  da  Ferrara  ile  l'ordine  de'  Padri  Predi- 
calori,  descritta  da  i1' iti /'li''.  Mjnsrf  (Hoian  Fninecea  l'ico,  Signore 
Min  Mirandola,  e  Caute  delta  Concardia  l'anno  H.n.xxx.  L'opera 
è  preceduta  dal  sommario  de'  capitoli,  di  cui  è  composta,  i 
quali  sono  ic,,  e  da  un  proemio  dell'autore.  Lavila  incomin- 
cili :  ■.  Il  paté  ino  avolo  del  nostro  I'Y.i  Girolamo  Savonarola,  iec; 
e  termina  :  iQul  adunque,  come  promesso  babbiamo,  impor- 
■  remo  6nc,  >  ce.  Dopo  di  questa  vita  clic,  come  vedremo,  fu  già 
data  alle  stampe,  è:  11°  Vita  et  morte  del  Rever.  Padre  Fra  Giro- 
lamo Savonarola  da  Ferrara  dell'  online  ile  Padri  Predicatori , 


Digiiizefl  bf  Google: 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  à&i 
descritta  dal  molto  II  l'idre  Fra  Timoteo  ila  Perugia  del  medesimo 
ordine  de'  Padri  l'mt'attori.  V.  preceduta  l'opera  dall'  indice  de' 
capitoli ,  e  sono  gì.  La  vita  incomincia  cosi  : .  Fu  Frà  Girolamo 
•  Savonarola  per  Nationc  et  Patria  Ferrarese,  Lcnchè  si  dica 

«  in  Padova  fu  un  d (..]>■  ie  i!.  (Li  bene  Inumi o  dilaniato  per  nome 

■  maestro  Michele  Savonarola  medico, >  ec.  ee.  E  finisce  così: 

■  IJii'.'St:i  ■■  (miracoli.:-  '  io  l'acculilo  pyi  il  dello  Pier  .Matteo 
■i  Merli,  i'l  lineo  Frulli  Aulonimi  di  A r ■  1 1 1 ■  1 1 ■  >  liei'li  lo  seppi!  in 

■  iscritto  da  una  sua  Zia  Monaca  di  Santa  Marta,  che  da  lei 

■  proprio  l'aveva  inteso  dire  più  e  piò  volte.-  La  quale  viti, 
che  non  è  a  min  nottua  sia  stata  data  in  luce,  è  seguitata  dal 
processo,  che  fu  fatto  ili  fra  Girolamo  dinanzi  agli  esaminatori 
e  denotati  Fiorentini,  il  quale  processo  occupa  4o  pagine. 
HI'  ed  ultimo.  Diacono  sopra  la  dottrina  et  opere  del  M>.  Padre 
ira  (iimtfiTiin  Saivnxnik  .  ee. ,  ji;ttn  dal  Padre  Maestro  Bernardini 
da  Lacca,  ec.  ec;  il  quali!  discorsi!  sta  colla  vita  del  Savona- 
rola scritta  da  G.  Franco.  Pico  (di  cui  s'È  detto  di  sopra)  già 
pubblicata  per  cura  del  P.  Quetif.  E  benché  pressoché  lutto 
ciò.  che  contiensi  nel  presenle  codice,  sia  stato  dato  allo 
stampe,  pure  non  sarà  inutile  che  si  sappia  che  la  copia  n'é 
correttissima  .  e  (on  molla  il  il  idilli /.a  eseguila. 

10191'. 

388.  Narrazione  della  vita  e  morte  di  Filippo  Strozzi. 

Comprendesi  in  questo  codice  —  La  cita  e  marte  di  Filippi 
Strozzi  Fiorentino.  Essa  incomincia  cosi  ;  «  Nacque  Filippo  Slroi/i 


448  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  in  Firenze  l'anno  l4S8. ,  e  fu  al  battesimo  nominato  Gio. 
.  Batista,  ma,  morendo  il  Padri?  poro  dopo  noi  i4<)i->  piacque 
»  alla  Selvaggia  sua  madre,  sotto  ia  cui  tutela  e  governo  egli 
«  restù,  per  rinnovare  la  iiiemtirìa  e  consolare  il  desiderio  dpi 

■  defunto  marito,  di  chiamarlo  col  nome  paterno  Filippo.  Fu 
ti  da  lei  molto  teneramente  amato,  ■  ec.  E  termina  la  vita  con 
queste  parole  :  ■  Onde  si  può  per  le  sopraddetto  azioni  co- 

»  tome  la  mali -ini  :à  dcllu  Città  oojlra.  :.  Vci^a  coni  il  lettore, 
aggiungendo  li;  Mif  alle  mie  indagini,  se  questa  vita,  che 
sembrami  il  ottimo  itile  ed  ci  ^  a  u  temente  scritta,  si»  stota 
mai  posta  in  luce,  e  se  sì,  sappiasi  eh' è  qui  diligentemente  e 
correttamente  copiata.  Del  resto  egli  è  certo,  che  non  è  pur 

nnirdiitii  d;il  MojviiÌ  nulla  Mia  LililioL;]nlia  (Iella  Toscana. 

10198. 

38a.  Relazioni  concernenti  la  Fiandra,  scritte  dal  Cardinale 
Bentivogiìo. 


Si  culi  tengono  isi  questo  codice  le  dae  scritture  seguenti  : 
I"  /jr/a: itine  ilei  mucimcnln  d'armi,  die  segui  in  Fiandra  tanno 
1  tì  i  i .  per  accoltone  d'avere  le  province  Baile  decapata  la  terra  e 
•  iislcllu  di  (iitilins;  i;  di  ijìimil,!  fu  juii  n-.-ijuli-iln  per  accordar  le  dij- 
ferenzefra  l' Eh/tlurc  di  lìrwiJcnibxrj,  ci  il  Duca  di  Ncaburg,  sopra 
la  pretesa  Ioni  suaressiinw  n  ijli  'tuli  della  Cina  di  Cleves;  fatta  dal 
Cardinale  Bentii-ii/lio  in  iiimpo  di-ììn  sua  Xnnliatera  appressi/  i 
Serenissimi  Arcliiduclii  Alberto  e  Donna  Isahcllii  Infunili  di  Spulimi, 
e  indirizzala  ai  signor  di  Belhunc.  Il"  Relazione  del  Trattato  della 


L'I  I  liZOd  b,  COCK 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  bhs 
naerra  di  Fiandra,  che  si  concluse  in  Anversa  a  li  a  d'Aprile  1G09. 
falla  dal  Cardinale  fa  li™;  irà  in  tempo,  ce.  et.,  come  sopra;  ed 
è  veramente  pince  voti;  a  leggeri  olirli  questa  relazione',  poi- 
rbè  mutati  i  noni.  AA'u:  poivoiiu  e  di:'  iuos;lii  S'.'in lirn  brilla  a 
tempi  anr,i  a'  giorni  nostri ,  ne'  quali  si  traila  delia  separazione 
perpetua  del  Belgio  dall'Olanda.  Già  è  nolo  a  tutti  gli  studiosi 
amatori  della  nostra  favella  ,  che  le  due  ii'lazioni  del  Benti- 
voglio  contenute  in  questo  codice  furono  date  aUc  stampe; 
ma  la  sua  legatura  ben  nobile  e  sontuosa,  le  armi  ivi  impresse 
del  signor  di  Belluini? .  io  dorature,  gh  orn  union  ti ,  la  diligenza 
somma  dell' amanuense,  e  soprattutto  l'estrema  sua  corre- 
zione, dando  indi/io  anzi  certezza ,  che  sia  il  presento  codice 
quello  stesso,  elle  il  cardinale  mandi  in  dotto  al  signor  di 
Bctkunc,  tutto  ciò  fa  si,  eli' io  dolessi  tenerlo  raccomandalo 
a'  coltivatori  del  bello  scrivere,  se  mai  accadesse  di  porre 
nuovamente  in  luce  ic  due  sopraddette  relazioni. 

10211'". 

,1o,o.  Racconti,  Lettere,  Memorie,  e  Relazioni  intorno 
a  diversi  argomenti. 

Cartaceo,  in  II",  cimirri  r..r-ivi.  Hi  pjipinn  600.  wcolo  A*ir*, 

■  Il  titolo  del  pre-ente  codice,  clic  noi  ci  ponglviamo  ad  esa- 
minare, non  è  c.lie  questo:  fièri-!  dinar!.  Ivsso  però  contiene 
pli  scritti  scendili  :  1°  IWìohiii  delìi  succisi/  nel  renio  d' Inghil- 
terra dopo  la  morie  di  Odwirdo  VI",  fino  ull'un  ii  u  in  nnel  regno  del 
n-renisiiiini  Prim-ip?  h'iiippu  d',\u:uia,  è  lo  scritto  medesimo,  the 
legniamo  all'  articolo  1"  del  coi  lice  segnato  n'  3i4,  se  non  che 
questa  copia  è  fatta  con  vie  maggior  diligenza.  Il'  Histrelto  delle 


i5o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

colpe  del  Cardinale  Clesscl  in  prctjitrditio  e  danno  del?  Imperatore 
Matthias,  del  Ile  h'erdinumlii ,  (  dell'  Areidnea  Massimiliano  d'Aus- 
tria. HI*  Conclusione  della  Lega  fatta  nell'anno  1671  contro  il 
Turco;  scrino  affatto  diverso  d'altri,  che  iiilorno  allo  stesso 
argomento  leggiamo  io  varii  codici  di  questa  biblioteca. 
IV  Rebtiont  delle  con  del  Regno  del  Perù  nel?  Indie  Occidentali; 
contiensi  in  10  pagine,  e  do»  ha  Dome  dì  anfore.  V' Lettera 
serittu  da  an  Principi:  \:i.ipi>liuuin  al  St:r,-nisiitnn  Don  Giovanni 
d' Ausimi,  uttcrcC.a  da'  Yiur:  ili  Stipuli  su  il'.-  tonale  viene  esonato 
farsi  Re  di  Napoli  e  ili  Sicilia.  F.  sottoscritta  cosi  ;  Ilnmiiissimo 
et  devotissimo  Servidore  e  Vassallo  il  Prencipe  N.  N.  VI"  Reiatione 
tirili  Stali,  Polena),  Furze,  Dominio,  Sito,  Circuito,  Viveri,  de' 
Preìtcipi  d'Italia  ;  diversa  da  quelle  relazioni,  clic  sullo  stesso 
argomento  abbiamo  vedute  in  qualche  altro  codice  di  questa 
Biblioteca,  c  sembrami  uno  scritto  di  non  poca  importanza 
per  la  storia  de'  tenipi.  VII*  Reiatione  dello  Stato,  fona,  e  po- 
tenza del  Gran  Duca  di  Toscana;  la  scritta  al  tempo,  che  vi 
regnava  Ferdinando  figliuolo  di  Cosimo  1°.  Vili"  ed  ultimo. 
ActcTtiiiti'iiti  timi  <i<iU<i  Stmiiiti  tìi  V.u.'m  .S;(;ii.>;v  Papa  GregorioXV". 
ni  Cardinali-  l.udm-isiu  sue-  Xepute  citta  il  modo,  come  si  deve  go- 
rpTiinri:.  Suini  dodiri  c.»i  Ai  i  triintriiti ,  e  Mino  compresi  in 
.io  pagine.  L'ultimo  si  riferisce  allo  furilo  di  carità,  di  cui 
dev'essere  animato  un  vescovo,  0  prelato  qualunque,  e  ter- 
mina coti  le  seguenti  parole  :  ■  Per  ciò  non  deve  il  Prolato  per 
•  attendere  l.roppo  alle  l'aìilir-irlie  ili  p^hc  morte,  mei  tersi  al 
»  pericolo  di  trasentire  li;  fabbriche  viventi  de'  poveri,  cosi 

■  secolari  come  religioni;  poiché.  Mino  le  più  di  loro,  che  sop- 
.  pollami  peiienteoiriite       miserie  di  questa  vita;  hanno 

■  eletto  la  volontaria  povertà,  veri  templi  dello  Spirito  .Santo, 
p  che  meritano  perà  essere  con  puntelli  d'elemosine  sostenuti 
p  a  ciò  che  non  se  cadano  per  deboleiia. .  Del  resto,  se  non 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  46, 
furono  mai  dati  in  luce  questi  avvertimenti ,  ciò  che  per  le 
indagini  fatte  non  potei  sapere,  parmì  che  meriterebbero  la 
pubblicazione.  Vegga  il  letlore,sc  così  gli  piace,  l'articolo  4° 
ilei  codice  segnalo  col  n'  io;). 

10220. 

3gi.  Inatruzioni  date  dal  Re  d'Aragona  al  suo  ministro; 

giuntevi  alcune  lettere  dello  stesso  Re  alla  Regina. 
CiiUc»,  in  4".  cantieri  Bemigotici,  di  pagine  38o.  in  su  li  meli  del  itcolo  11". 

11  contenuto  di  questo  codice  e  principalmente  una  col- 
lezione d' il  istruzioni  e  memorie  di  Stato  date  dal  re  di  Ara- 
gona al  suo  ministro,  anche  per  conferire  e  trattare  col  re 
di  Sicilia.  Pressoché  tutte  le  scritture  comprese  in  questo 
codice  sono  in  lingua  spagnuola;  eccetto  poche  in  lingua 
latina,  ed  alcune  in  lingua  italiana;  ed  è  per  queste  soltanto, 
eh'  io  lo  menzione  del  presente  manoscritto.  Leggonvisi  ap- 
punto alcune  lettere  italiane  scritte  dal  re  alla  regina,  ie 
quali  possono  somministrare  de'  lumi  per  la  storia  d' Italia  a 
que'  tempi.  Sono  tutte  con  date  regolarmente  successive,  in- 
cominciandosi dall'anno  i45o  in  poi.  Quella  che  leggesi  alla 
pagina  119,  e  che  porta  In  data  del  1Ì57,  incomincia  così: 
-  Serenissima   lie.m'na  nostra  in  uhi)  1  urii  el  ni  uhi)  amaij  mii- 

.  gliera.  Respoiidendo  alla  vostra  de'  Mi.  del  presente  vi 
si-uifii  liiiijiiu ,  che  è  vero  che  liavemo  nova  che  in  Genova 

■  se  arma,  ma  la  ragion  principale  si  è  perchè  i  Genovesi  son 

■  tanto  oppressi  et  mal  contenti  del  Duca,  che,,  ec.  ec.  Le 
quali  lettere  non  concernono  che  affari  d'Italia. 


i5a  MANOSCRITTI  ITALIANI 


10231. 


392.  Ricordi  dell'  Imperatore  Cario  V"  al  suo  figliuolo 


11  tilolu  1-.  l'ordine  ilei  pi'cseulr  iodici:  siimi  c.-osiii.?  w^nc: 
Hiconli  di  Carlo  V'.  Imperatori-  ri  Filippo  suo  figliuolo  nella  con- 
seguanone de'  suoi  Hcfini  ci  Stilli,  divisi  in  due  parli;  cioè,  la  prima 
ilei  tempo  della  pace,  la  seconda  ilei  tempo  ilella  tjaerra.  La  parie 
prima  incomincia  rea  :  ■■■  Iti  mi  Mimi  [-coluto,  li;;!  molo  dili.'t- 
.tissìino,  di  venire  «ormai  ali' eliètlo  di  radere  nelle  mani 

voler  Ilici::;  ci  [ìciu  domati  in  a  fan' lo  dar  ordini',  riie  l'atto,  «00. 
li  la  parte  seconda  inioiiiiticia  cosi  :  «  Vengo  hora,  figliuolo 
«dilettissimo,  a  ragionare  con  voi  d'alcune  portinenie  del 

■  tempo  della  guerra,  al  quale  un  Principe,  come  ho  detto, 

■  pensare  assai  si  conviene,  si  per  lo  staLilimento  de  li  Stati 

■  suoi  come  pel  loro  auguuionto,  ■  ec.  Di  questo  scritto  (  die 
assai  probabilmente  è  opera  capricciosa  di  autore  anonimo) 
trovai  molto  piacevole  la  lettura. 


Digiiized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  153 


■'■     ;■   10252.  • 

3n3.  Vita  di  Filippo  11"  Re  di  Spagna,  scritta  da  Oraùo 
della  Rena.     >  ■  ■  .., 

Contiensi  in  questo  codice  il  —  Compendio  delta  fila  di 
Filippo  Secondo  Re  dì  Spagna,  descritta  per  saà  èsèrcitatione  da 
Horatio  della  Rena  fanno  loOoI.Ul  Gran  Daea  di Toscana  ■Fer- 
dinando 1°.  Penso  che  forse  1'  ani  oro  il  uomini  iwiijifm/d,  a  fino 
ili  dar  cosi  una  novella  lode  al  suo  re,  le  cui  geste  non  pos- 
sano considerarsi  .-e  rum  clic  rbil..-  in  n>jii|u.'iidio  qualora  veg- 
gansi  risErelle  in  sole  Son  |i;i|;iinr.  L'opera  6  preceduta  da  un 
sommario,  ohe  contiensi  in  Ire  patine,  indi  incomincia  tuoi; 

■  Della  casa  d'Austria  molli  hanno  seri t In,  Allerniaiio  alcuni 

■  essere  discesa  dalla  famiglia  dei  Leoni,  antichissimo  sangue 

■  Romano.'  Altri  apprnvati  autori'  mostrano  procedere  da  gli 
>  indomiti  Franchi,  et  elio  in  Lei  si  sia  conservata  successi va- 

■  mente  da  Padre  a  figliuolo  la  limai  del  gran  Ile  l'arta inondo. 

•  Origine  famosa  e  nobile  in  qual  si: voglia  maniera.  11  primo 

•  die  traporlas-ip  il  cognomi'  il'Aichia  in  sì  alla  discendenza 

■  fu  Rodolfo  Conte  di  Auspourg, .  re.  ce.  E  hcneliè  da  princi- 
pio dicasi  questo  compendio  essere  diviso  in  due  parti ,  conobbi 
non  esser  cosi;  ma  sibbenc  un  discorso  e  storia! continuata 
semi  divisione  od  interruzione  alcuna.  Le  ultime  linee  dell' 
opera  sono  questi.' :  »  La  maggiore  lclicilj  sua  fu  lasciare  suc- 

■  cessoli!  ilei  ivcinì  il  Principi!  Filippo  .hiuj  liglioolo,  già  inlcn- 

■  dotto  nel  governo,  et  ne'  maneggi  di  Stato;  vivo  ritratto  et 

■  herede  del  nome  et  delle  nirtù  .  sue  medesime',,  die  quale 


45A  MANOSCRITTI  ITALIANI 

•  nuova  Fenice  con  l'eccellenza  propria,  et  con  l'imi  tallone 

•  di  quella  delle  palerne  ceneri,  promette  ora  al  inondo  i'an- 
»  (ica  età  dell'oro.  ■  Di  un  Cosimo  della  Rena  Toscano  trovo 
ricordala  qualche  opera  storica  nella  biblioteca  dell'  Haym; 
ma  niuna  meniione  è  fatta  di  Orario ,  né  della  presente  vita 
di  Filippo  II*. 

10235. 

3g4.  Scritti  di  An  Ionio  Perez  intorno  al  come  debba  condursi 
jl  ministro  di  uu  Principe  a  Cnedi  non  perderne  la  grazia. 

Cartacro.   in   V.  f.vilitm  creivi ,  iti  fluirli'   3n.i,  szctAo  IVil*, 

Gli  scritti,  che  si  contengono  in  questo  codice,  de  quali 
Sono  per  tiare  gli  argomenti .  limi  rio  per  autore  loro  Antonio 
Pere?.,  segretario  di  stato,  e  confidente  di  Filippo  11',  re  di 
.Spagna;  il  quale  Perei,  dappoi  eli' ebbe  perduta  la  graiia  del 
suo  padrone,  si  rodiggi  in  Francia ,  dove  mori  sótto  il  regno 
di  Errico  il  Grande.  Essi  trattano  per  lo  più  della  condotta, 
die  tener  delilionn  i  ministri  ed  i  favoliti  d'ini  principe,  onde 
conservarsi  la  loro  fortuna.  Ed  ecco  piò  particolarmente  i 
titoli  e  gli  argurneiih  d'essi  scritti.  1°  Lettera  del  sopraddetto 
Pere;  scritta  iti  Dura  di  /.erma  circa  il  modo,  con  cai  debbono  jo- 
rernani  catara ,  rhe  chiamanti  i  favoriti  de  Principi,  per  ben  saper 
mantenersi  nella  lor  sorte;  la  qual  lettera  6  preceduta  da  un 
avviso  ai  lettori  di  colui,  clic  dallo  spagnuolo  tradusse  in 
italiano  essa  lettera,  ch'udii  aveva  ricevuta,  come  dice  nell' 
avviso, -quale  prezinsisiinui  ijmia;  ed  è  assai  instruttiva  e  filoso- 
Ika.  Il"  Notìtcil  dcila<vita  c  delie  qualità  del  detto  ministro  Antonio 
Pena.  111°  Proemio  alle  anno  lana  ni fatte  sopra  la  lettera  di  Antonia 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  à3S 
Peni;  dopo  il  quale  proemio  seguono  alcune  considerazioni 
ileilo  stesso  Perei,  le  quali  sono  veramente  belle  ed  impor- 
tanti intorno  alili  nnniitii-:inm ,  che  sono  stale  fatte  sulla  sua 
lettera  scritta  ai  duca  di  Lerma.  F.  queste  considerazioni  rum. 
prendono  gran  [Kilt  i-ilei  e  ni  lice.  L  rn"H  mi  lj  i  d.iii  r  n  il  h  t  [.- 1 1  m  pri|>in;i  l  H 

e  continuando  sino  alla  line  del  codice  medesimo.  La  più 
parie  delle  cose  contenute  in  i] ue.il a  codice,  -duo  slate  tradotte 
in  francese  e  date  alle  stampe;  ma  non  è  a  mia  notizia,  che 
sieno  mai  state  pillili]  irate  in  italiano.  Chi  no  sia  stato  qui  ìl 
traduttore,  non  si  dichiara  in  alcun  luogo  del  manoscritto; 
che  la  traduzione  sia  fedeli:,  pare  che  si;  ch'essa  meriti  la  luce 
anche  per  ciò  che  concerne  la  purità  dolla  lingua  italiana , 
ciò  per  dir  vero  non  mi  sembra,  ma  facilmente,  volendosi, 
potrebbero  raddrizzarsene  alcuni  modi  di  scrivere  non  bene 
alla  favella  nostra  conformi. 

1025Ù. 

3q5.  Ragionamenti  di  Tommaso  Campanella  intorno  alle 
relazioni  di-Ma  Spiana  mgii  altri  Siali. 

Conlcngonsi  in  questo  codice  di-'  {■  incorsi  <>  ragionamenti 
intorno  alla  monarchia  «pugnalila,  considerala  in  se  slessa, 
e  nelle  sue  relazioni  commerciali ,  amministrative,  e  poli- 
tiche con  àltri:Stati.  L' aulore  n'è  fri  Tommaso  Campanella, 
i-li''  gli  composi;  ih; d'anni i  i  òi)h  ,  e,  rome  leggìi  ■  ori  Iriiie- 
simo  anno  dall'età  sua.  È  già  celebre  e  lien  conosciuto  questo 
scrittore  per  mollo  opere  sue  italiane,  uhc.  furono  date  in  luce. 
1  sopraddetti-  din-orsi,  preceduti  da  un  proemio  dell' autore, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  457 
instane  di  un  Don  Alonso  ;  e  protesta  di  scrivergli  non  da  fi- 
sico, nè  da  teologo,  ma  da  politico.  Eccetto  alcune  differenze, 
ma  non  poco  essenziali,  e  la  slessa  opera,  che  leggiamo  nel 
codice  segnato  u°  336  ,  dov'è  taciuto  il  nome  dell'autore,  che 
forse  voleva  riordinarla,  e  correggerla,  come  sembra  abbia 
pur  fatto  in  questo  novello  suo  scritto. 

10254*. 

3«6.  Vita  del  Conte  Duca  d'Olivarez. 

Cariar*',],  il]  .j".  ."Iraltni  ^oiriv:.  di   palili-  t>c>.  Eicolo 
ben  conservilo. 

Tutto  il  presente  codice  non  comprende,  che  la  —  fila  e 
Politica  del  Conte  Duca  <t  Qluarez ;  scritta  da  un  nobile  Vene- 
ziano, che  fu  ambasciatore  per  la  repubblica  di  Venezia  presso 
il  re  cattolico.  Alla  quali!  \  ila  succiale  un  limi;0  Discorso  salia 
caduta  del  sopraddetto  conte  duca  d'Olivarez,  il  quale  perdette 
improvvisameli  Li'  la  ;;iM/.:a  ilei  siili  ]n'ini;ipe .  imi  per  lo  innanzi 
era  caro  oltrcmodo.  Può  forse  non  essere  disgradata  per  la 
storia  di  que'  tempi  alla  Curie  cattolica  la  notizia  di  questo 
manoscritto,  che  probabilmente  non  vide  mai  ìa  luco,  e  ìe 
indagini  che  ho  fatte  ini  confermano  nell'avviso. 


397.  Instrtttioni  politiche  e  diplomatiche. 

Carli™,  in  a",  caralleri  conivi,  di  pagine  800.  secolo  ito*, 


E  di  grande  importanza  il  contenuto  di  questo  codice  non 


WS  MANOSCRITTI  ITALIANI 

solo  per  la  storia  de'  tempi ,  ma  eziandio  per  la  natura  degli 
argomenti,  che  vi  si  trattano.  Sono  qui  raccolte  diverse  ins- 
truzioni  politiche  e  diplomatiche  date  eia" ministri  dn'  |>]-ijn-i|>i 
ad  ani Lasciatoti ,  o  legati,  che  se  ne  partivano  incaricati  di 
qualche  comunicazione  diplomatica,  od  amministrazione  go- 
vernativa, ^e  trascrivo  )  liloli,  c  Milo  i  seguenti:  l'Istruzione 
data  dal  Conte  Duca  a"  Olitiarez  ai  Marchese  de  los  Vcics,  destinato 
ambasciatore  nella  Corte  romana.  Ha  la  data  di  Madrid  de' 
1 7  settembre  i6i i.  IP  Istruitone  a  Monsignore  Pattato  Collet- 
tore nei  regno  di  Portogallo.  IH"  Istruzione  a  Ma&tigwrt  Cam 
peggi  vescovo  di  Cesena  per  la  nunziatura  di  Turino.  IV*  Is- 
truzione a  Mansi i/nvrc  A'/mìa  arcivescovo  d'Amasia,  nutizio 
appresso  la  seiviiissiiiia  n'pidddica  di  Venezia.  \ "  Istruzione 
data  da  Dea  Alfonso  folla  Qaeua  a  Don  Luigi  Brava  suo  succes- 
sore, circa  il  modo  co)  quale  si  dovrà  governare  nella  sua 
ambascerìa  appresso  la  repubblica  dì  Venezia;  il  quale  scritto 
ifijigesì  pure  all'articolo  "i"  del  codice  segnato  a"  354.  VI"  Is- 
uvziuut:  i.d  Signor  Darsi!  ambasciatore  del  re  cristianissimo  nel 
Concilio  a  Bologna  a'  n  agosto  i547.  VQ* Istruzione  data  all' 
Abbate  Manna  limato  in  nome  del  re  cristianissimo  al  papa 
Pio  IV*  de'  Medici  perii  Concilio,  l'anno  i5a6.  \  HI' Istruitene 
data  da  Monsignore  Vescovo  di  Viterbo  Nunzio  in  Francia  a  Mon- 
signore Cipriano  StmicinvHu  spedilo  da  lui  al  papa  Pio  IV"  de' 
Medici,  intorno  alle  rivoluzioni  ed  ai  motivi  delle  eresie  in 
Francia,  l'anno  1 56 e  del  mese  di  ottobre.  IX"  Istruzione  al 
Caiduui!»  Mohii^iiii-uino  legato  del  papa  Paolo  III*  all'impera- 
tore Carlo  V*  pur  le  cose  della  religione  in  Germania  l'anno 
ì  i/ii).  XJ  Istniiicrn-  di.  Dai  Stipi»  di  Castro  al  Daca  di  Terranova 
nell'entrare  al  governo  di  Milano.  XI"  Utiazumt;  a  Monsignore 
Francesco  Sfondrato  nunzio  di  Paolo  III*  in  Germania,  l'anno 
1 543.  XII*  Istruzione  a  Monsignore  Capo  di  Ferro  nunzio  in 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  459 
Francia,  Tanno  i54i.  HIT"  ed  ultimo,  hxrnzhne  al  Rcteren- 
dissimo  Cardinale  Farnese,  che  fu  poi  Paolo  III",  quando  andò 
legalo  all'  imperatore  Carlo  V°  dopo  il  sacco  di  Roma.  Si  ma- 
nifesta già  per  se  stessa  f  importanza  cii  questo  codice. 

1025  6' 

3o,8.  Poema  sulle  conquiste  di  Carlo  Manno  in  Ispagna. 

aiiriuliraiiacco.  (ri  [limili.,  i-sili  IV  ri  lumi;,  ili  [lodili.-  ion.swolo  II". 

Il  titolo,  che  leggesi  all'esteriore  di  questo  bei  codice  è: 
Hiltaria  delle  Spagne.  Ma  veramente  non  è,  che  un  romanzo 
italiano  sulla  conquisi.-!  e  sul  viaggio,  clic  fece  in  Ispagna 
Carlo  Magno,  dove  Rollando  suo  nipote  fu  tradito  con  tutta 
la  noi  ulta  francese,  ch'era  seco  lui.  Questo  romanzo,  o  storia 

in  line  do'  quali  V^gi'si  c-.dsi  :  Finiti  il  ijVii;irw:r.'ÌTtiu  (.auto  <i"!:n 
Spagna.  Deo  graiùis.  Anu-H.  Chi  sia  stalo  l'autore  di  questa  lun- 
ghissiui.i  e  in >i (dissima  tiritèra  ,  non  risulta  in  alcun  modo  dal 
codice;  e  questa  panni  sìa  una  fortuna,  ch'ei  non  meritavasi. 
Gli  ultimi  tre  versi  dell' ultimo  canto  sono  questi: 

Cosi  noi  liberar  vegli  ili  quel  tosco 
Qui-I  v . 1  li i  Dio  fin:  è  pace  et  concordia 
Abbia  di  noi  peccatoti  misericordia. 

Ma  il  codice  è  bello,  anzi  è  bellissimo  ;  per  cui  ne  viene  che 
la  goffaggine  di  tutto  questo  scempiato  ammassamento  di  bar- 
bari versi  fa  un  contrasto  che  veramente  disgusta,  in  consi- 
derando per  chi  e  perchè  tante  cure,  tanti  lavori,  e  tante 
spese.   Scolta  di  pergamene  le  più  candide;  nitidena  ed 


i6o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

uniformiti  costante  do'  caratteri  dal  principio  al  fine  ;  minia- 
ture finissime  ed  in  gran  copia  sparse,  per  tulio  il  volume;  lo 
prima  iltlle  quali  figurata,  e  rappresentante  ile'  l'alti  più  so- 
lenni occorsi  in  (spagna,  adorna  tutta  la  pagina  prima  ove 
comincia  il  romaii/n;  mi  appreso  i  non  solo  una  elegante 
miniatura  ai  principio  d'ogni  canto,  ma  ogni  starna  altresì 
del  ponila  lia  !;i  propria  ini/.iiile  dorata,  e  inaesli'cvoluieiite 
dipinta,  ed  in  somma  è  un  peccalo,  dm  coloro  i  quali  fu- 
rono incaricati  di  un  tanto  irai  ai;tio  in  o  l'abbiano  adoperato 
in  onore  di  un  Atiigbieii,  o  ti'  un  Petrarca.  K  clii  è  in  fallì,  elio 
standosi  in  fede  sul  tilolo  del  presente  codice  Storia  delle 
Spagne,  c  osservandone  il  lusso  e  la  magnificenza  degli  orna- 
menti ,  non  sai  ebbusi  in  vista  rallegrato  di  aver  ritrovala  una 
gemma  di  letteratura? 

10259. 

399.  Volgari zzamento  do!  Milione  di  Marco  Polo. 

(ÌJ-I.I.'M  .  I E I  ì'.   lil.llU  l  i  ■■l]ìipi.li'-i.  di  [■0UÌI1-:  IOO,  Vfr;,.  1^  iLiLt-  if !  i  ■ly'.li;  \|.', 


Comprende  questo  bel  codice  il  volgarizzamento  del  Milione 
di  Marco  Polo;  celebre  scritto ,  die ,  secondo  il  codice  Salviati, 
In  citato  dagli  Accademici  della  Crusca,  e  già  dato  spesso  e 
siili  Uio.«u  nenie  alle  stampe,  e  specialmente  in  fi  milze  da  Giu- 
seppe l'agani  l'anno  1817,  in  4  voi'  in  4°.  —  Sui  principio  del 
primo  foglio,  eli'  è  membranaceo,  leggami  in  caratteri  tondi 
che  sembrano  del  secolo  sv*  e  a  parer  mio  forse  poco  dopo  la 
nielli  del \u-"  seri  Un  le  seguenti  panile  :  Libro  die  trucia  dìMisier 
Marcito  Polo  per  vaiata-.  Omnia  cani  Consilio  et  post  factum  non  pe- 
niteliit.  Poi  nella  pagina  che  segue,  incomincia  così:  .Marco 


Digiiized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  46i 

■  Polo  Vcnetiano  al  novo  Orbe,  Signori  Imperadori  Ree  Duci 

■  e  tutte  altre  gienti  che  volete  sapere  le  diverse  gieneratioui 

■  de  le  gienti  clic  diversità  dir  Ile  regioni  del  inondo  leggiele 
«questo  libro  dove  retrovercte  tutte  le  grandissime  maravi- 
•  glie,  ■  ec.  Ed  io  limi  Incesi  :  Krplicii  liliee  de  Milione  per  Mesi. 
Marcilo  Polo  di  Vinegia.  Dea  gratiai.  Egli  è  questo  certamente 
un  codice  da  rispettarsi  assai  perla  sua  antichità,  ed  insieme 
per  la  mirabile  sua  conservazione.  E  tanto  più  che  non  e  stalo 
né  veduto  tu';  ijittis  risani  ira  ji;  dr;  I  IVnnlLlissioLi)  tav.il  it'n.i  Bai- 
delli ,  non  facendone  egli  menzione  alcuna  nella  notizia  de' 
manoscritti  del  Milione,  che  antepose  alla  pubblicazione  del 
medesimo,  la  qoale  itùìiii,!  lagosi  alla  ps  trina  i.xxin  dui  vo- 
lume 1°.  —  Quanto  poi  sia  diversa  la  lezione  del  codice  Salviati 
(la  quella  dei  codice  prcscotc.  risulta  dalle  sole  poche  linee  del 
comincia  mento,  die  ho  qui  poco  sopra  trascritte,  c  che  ci 
datino  notabili  differenze. 

10266. 

ioo.  Sugli  Imperatori  Ottomani,  Discorso  storico  e  politico 
di  Teodoro  Spandugnino. 

Mcnibiaii-™.  in  \:  iisraltiri  misiii.  ili  pigine  Mt>,  setoli,  su', 

Il  titolo  del  presente  bellissimo  codice  è  come  segue  :  Della 
origine  dclli  Imperatori  Ottonimi,  Ordini  della  Corte,  Forma  dei 
tjUin-e-j.jiiiii:  Inm,  lU-iiij'miu- ,  ìiihi,  et  ('.e-stmni  'le  la  Nalione;  di 
Theodnro  Spandugnino  Patritio  Coiutantinopolilaiw.  Ei  dedica 
l'opera  con  una  ben  lunga  lettera,  che  la  precede,  Jl  serenis- 
simo et  invilissimo  Principe  Signor  Uenrico  per  la  Iddio  gratta 
Deìphino  di  Francia  la  hamile  scrititore  Theodoro  S/ianduniiiiia 


m  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Gauaeatino  Patritio  Constantinopolitano.  Le  quali  linee  d'inti- 
lolazionc  sono  tutte  scritle  con  caratteri  d'oro  inajuscoli;  e  la 
prima  pagina,  ove  col  titolo  qui  poco  sopra  trascritto  si  dà 
principio  all'opera,  è  ornata  all'intorno  d'una  elegantissima 
e  finissima  miniatura  ad  oro  e  colori  d'ottimo  gusto;  ed  es- 
jwiirluii  ifpoLti!  ni'l  iiiai-jrirn'  i  i  Hi  ti  i  m  ■  l'unni  ili  l'ialina  non 
è  punto  a  dubitarsi,  anche  per  l'estremo  diligenza  e  njiidi'M.a 
de' caratteri,  che  non  sia  questo  ii  codice  medesimi),  che  lo 
Spandugnino  offerse,  conio  abbuili  veduto  nella  dedicatoria, 
al  delfino  di  Francia.  Per  quanto  mi  è  noto  non  è  stato  mai 
pubblicato;  ma  il  eh"  Hamntcr  avrà  di  ciò  sicura  notizia,  si 
com'è  a  lui  più  che  ad  ogni  allro  il  diritto  di  giudicarne  del 
merito.  Peraltro  osservo,  clic  no' suoi  Protpetti  delle  fonti  orien- 
tali, da  cui  trasse  la  celebra  rissima  sua  Storia  de!C  Impero  Ornano. 
non  ne  ha  fatta  menzione .  lo  darò  intanto  ijui  le  prime,  o  le 

■  io  con  ogni  diiigenlia  et  sollicitudine  fatto  cercare  li  Iiysto- 

■  riographi  de'  Turchi ,  che  trattano  della  origine  della  po- 

■  tentissima  Casa  de'  Ottomanj  trovo  quella  essere  discesa 

■  di  Tarlarla  ila  l'ecoiarj  della  nalione  de'  Ogus,  •  ec.  E  termina 
così  :  ■  Nuovamente  al  presente  viene  referto  die  il  Sophì  si  ha 

■  pacilìcatn  con  il  Tartaro  dalle  Iicxmtle  verde,  et  fallo  l'arcn- 

■  tado.  Dio  voglia  che  se  non  è  fatto ,  ci  sia.  Che  se  questo 
i  lussi;  mio  sari;,  di  Irmi')'  la  potenza  iloi  Tuit.o.  . . .  clic  lo  on- 

■  nipotente  Iddio  vi  metta  la  mano.  Finis.  >  Dopo  di  ciò  lo 
scrittore  chiede  perdono  al  principe  del  suo  poco  sapere, 
poithì;  l'L'li  dite,  non  fu  la  professione  di  letterato.  La  storia  giunge 
sino  all'anno  i538,  e  si  legge  assai  volontieri  perchè  scrina 
con  buona  fede. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  A63 


10270. 

iot.  Descrizione  delle  cìllà,  e  d'altri  luoghi  dell'Africa. 

Cartaceo,  in  d',  caut:m  i'jLrk'iMici  minniis'imi .  .li  p^ri:-  Sin.  a  due  colonne. 

Il  tilolo  generale,  che  si  dà  a  questo  codice  ù  :  Geografia 
manoscritta ;  ma  u-i'.imeiitij  può  quasi  dirsi  una  statistica  dell' 
Africa ,  descrivendosene  non  solo  le  città  principali ,  ma  ezian- 
dìo le  meno  importanti,  e  le  piccole  terre  e  i  villaggj,  d'alcuni 
de'  quali  gli  scrittori  o  non  fanno  menzione  alcuna,  o  leg- 
gerissima; ì  popoli,  le  loro  abitudini,  i  fiumi,  i  inoati,  te, 
e  le  risorse,  che  gli  abitanti  traggono  da'  loro  terreni.  Lo 
scrìtto  è  preceduto  da  una  Tamia  di  tulle  le  eose  contatale  in 
ansito  libro;  ed  in  fine  è  altra  tavola  alfabetica,  e  più  eslesa 
della  prima,  di  ciò  che  nel  volume  condensi,  la  quale  è  uti- 
lissima; notandovisi  diligentemente  i  nomi  di  tutt'i  luoghi, 
de'  quali  si  fa  menzione  nell'opera.  E  per  queste  tavole,  e  per 
ì'c;aiut!  clic  per  poto  se  ne  faccia,  risulla  die  l'autore  di  questo 
scritto  [i!  cui  jhjiik'M  lariO  iin>:i«  noli/.i^aveiii  piv-n  iia'  via^L'j, 
ch'erano  stali  pubblicati,  e  molte  d'altri  infiliti,  l'anni  però 
che  meriti  il  presente  codice  lo  studio  de'  dotti.  Dopo  di  al- 
cune spiegazioni  e  dilucidazioni  intorno  a' nomi  proprj,  inco- 
minciandosi da  i.|iii;llu  ili  ll'Alrica,  ila  principio  colla  Descrittimi 
particolare  del  regno  di  Marocco;  e  termina  il  manoscritto  con  la 
narrazione  de!  —  Viiu/gio  del  magnifico  messere  Amlrogiu  G/ntarÌRt 
Ambaiciator  di  Veneti/i  ad  Uisancassan  Re  di  Persia  kora  chiamato 
Sophì;  ma  È  piuttosto  un  compendio,  o,  come  qui  leggesi,  una 
ricapitalatione  del  sopraddetto  viaggio,  che,  com'è  noto,  fu  poi 
dato'  alle  alampe  dai  figliuoli  d'Aldo  l'anno  i543,  in  8°, 


i&i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

insieme  con  alcuni  viaggi  falli  da  Giosafat  Barbaro ,  dall'  Aluigi 

e  d'altri. 

10285. 

ioa.  Catalogo  di  Manoscritti  italiani. 

CirUceo,  in  i",  ciralleri  conivi,  di  pigine  600.  secolo  mi". 

Questo  codice  non  c  clic  un  catalogo  italiano  di  libri,  e  di 
manoscritti  ilaliani,  i  quali.  Tacendone  io  un  po'  di  esame, 
riscontrai  tutti  essere  in  questa  regia  biblioteca.  Nuli' altro 
dunque  può  venirne  di  utilit.'i  d.il  pri-*eul<;  ni, in  use  ritto,  se  uon 
dio  riconcsrei'i:  l' esistenza  di  alcuni  libri  e  codici,  notati  però 
col  semplice  loro  tilolo,  nella  Biblioteca  medesima  un  secolo  e 
nicizo  addietro. 

10357'. 

/io3.  Intorno  alla  vita  ed  alle  più  nobili  azioni  di  Luigi  X1V°, 
Lettere  di  Gio.  Paolo  Marana. 

l'.arlacei,  ìit  fi",  cai-alteri  farmi,  di  pagine  3oo.  secolo  "71°. 


Nella  prima  pagina  di  questo  codice  leggesi  Così  :  II  Trionfo 
di  Parigi,  e  k  pih  nubili  tuioni  tlelltt  vita  del  Re,  contenute  in  (re 
ledere,  eie  /'autor,;  uriti  ai!»  sua  l'atrio.  —  Le  tre  lettere,  delle 
quali  sono  per  dire,  «ino  precedute  da  una  dedicatoria  dell' 
autore  Gio.  Paolo  Marana  a  Luigi  il  Grande,  in  essa  dedicatoria 
il  Marana  come  scrittore  si  dichiara  Italiano,  e  come  suddito 
si  dichiara  Francese.  Tutto  m'induce  a  credere,  che  il  presente 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  &6S 
codice  sia  quello  Messi),  clic  l'autore  offerse  al  re,  supplican- 
dolo, come  ivi  leggesi ,  ili  voler  ricevere  le  sopraddette  Ire 
lettere  sì  come  un  or-hrìb,  »  vnmpìmìw.  di  quella  storia,  ch'ei 
stava  preparando  del  regno  felicissimo  di  lui.  Darò  lo  prime 
lìnee  di  tutte  e  tre  queste  lellcit.  La  prima,  eh' è  segnata  di 
Parigi  Del  mese  di  aprile  1C87,  incomincia  così  :  ■  Hor  che  la 

■  pace  pare  stabilita  sulla  terra  a'  danni  solo  della  Monarchia 
<  Ottomana,  ■  ce.  La  seconda  pur  di  Parigi  del  mese  di  maggio 
1687,  incomincia:  «Qn:iui«  cosi;  lui  lascialo  di  raccontare  il 

■  buon  Indiano,  e  quanto  ne  lascerò  io  ancora  di  scrivere  per 
1  la  moltitudine  degli  accidenti,  »  ce.  E  la  lena  ed  ultima  delio 
stesso  luogo,  mese  ed  anno  incomincia:  .Mandami  tutto 
•  quello,  che  lini,  puicln':  sci  divenuta  savia,  0  permeglio  dire 

■  mandami  i  tuoi  consìgli  per  rendere  savio  me  stesso.»  Le 
quali  lelten! ,  die  sono  Ini  te  «  In1  indilli  tifili.'  Francia,  sono 
dato  di  Parigi,  ed  o^niici  in  questo  principio;  Cam.  l'alno.; 
dal  che  sembra  risultare  clie  non  pur  Francese  ina  Parigino 
volesse  dichiararsi  l'autore;  clic  pur  sappiamo  nato  in  Genova. 
Compose  la  storia  del  regno  di  Luigi  XIV",  ina  non  fu  pubbli- 
cata. 11  lettore  che  desiderasse  noti/ic  delia  vita  ed  opere  del 
Marana  può  rivolgersi  alln  Jìr'u.yniiiAi'c  «nri-mt'/fc  posta  in  luce 
dal  benemerito  sig.  Michaud. 

10557*. 

Itoli.  Discorsi  sopra  lo  slato  della  Francia  nel  secolo  XVII*. 


.Sono  contenuti  in  questo  codice —  Dm  Discorsi  sopra  lo  sialo 
della  Francia,  i  <juali  furono  composti,  o  tradotti  in  Roma, 


Oigiiized  by  Google 


ioli  MANOSCRITTI  ITALIANI 

come  ivi  6  scritto,  ì1  anno  1688.  Dico  0  tradotti,  perciocché  con 
caralten:  bensì  diverso  da  quello  del  codice,  ina  però  cou- 
l.'in  p:  -r;uii  11,  hi  aggiunta  -i.l  principio  questa  11  ola  :  Di  Muns' . 
da  Fucf .  Fu  egli  questo  signor  du  Fucy  il  possessore  ile]  codice, 
o  ne  fu  l'agore?  In  questo  secondo  caso,  era  egli  Francese  o 
no?  Gli  scrisse  egli  in  francese,  0  gli  tradusse  in  italiano?  Gii 
Ita  egli  di  poi  dati  in  luce  questi  discorsi  ?  Tutto  ciò  mi  resterà 
a  sapere,  poiché  le  mit:  indagini  riuscirono  infruttuose  ;  e  seppi 
soltanto,  die  fin  vi  3  quel  tempo  un  (In  r'ìii'y  grande  amatore 
e  ricucitore  di  buoni  libri ,  al  quale  forse,  giusta  la  soprad- 
detta uota,  avrà  appartenuto  il  preseute  codice.  Intanto  se- 
guendo ii  mio  includo  darei  li!  prime  linee  hi  dt'l  primo,  the 
del  secondo  distoi-su,  por  le  quali  il  lettore  pei  Irà  Ione  scio- 
gliere taluno  di  que'  dubliii.  11  primo  discorsa  incomincia  così  : 
.  Si  dice,  ch'egli  è  cosa  piacevole  di  mirare  dal  lito  ondeggiar 

»  giuocano  col  mare.  Io  per  me  lo  credo;  et  ciò  altro  non  vuol 

■  direse  non  ch'egli  è  meglio  vedere  il  periculoda  lontano  clic 

■  d'esservi.  Ma  so  dalla  ,-uaimità  il' mi  molile  io  scorgessi  una 
.  Nave,  ove  fossero  de'  miei  amici  con  periculu  di  perdersi,  1  ec. 
Ed  il  secondo  discorsi!  incuiiiiticia  uhm  :  ,  Giusto,  mi  ricorda 
rd1  riaverti  altre  volte  mandalo  una  pianta  della  Francia,  et 

1111  di-ialiti  ilei  tulio  di' ella  linieva  poco  prima  clic  morisse 
.il  Re.  Fu  un'opera  ch'io  feci  essendo  pieno  d'otio  et  in  si- 

■  cureiia  lontano  dalle  niisei'ie  ci  calamita.  Con  ogni  mio 
•  potere  studiai  di  dimostrarti  al  vivo  le  sue  crespe,  le  sue 

■  botte,  le  sue  eirai  nei ,  -  ee.  Mia  dunque  .  elio  questi  due  dis- 
corsi sieiiu  «lati  originariamente  strilli  io  francese  0  in  ita- 
liano, sia  ch'essi  sieno  tradotti,  conio  parmi,  in  italiano  dai 
francese,  due  cose  posso  allentare.  La  prima  che  il  presente 
r.odici!  c  l'autografo  ddl'aulorc  o  traduttore,  che  sia;  ia  se- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  flB, 
tonda,  che  la  lettura  ili  ossi  discorsi  è  pur  di  non  poca  im- 
portanza per  la  storia  di  quel  tempo. 

10558. 
corona  di  Francia. 

Cariaceli,  in  8*.  cai-alluri  «miti,  di  pagine  3DO,  scoilo  ivi:-. 

Il  contenuto  tifi  pioontc  it.nlite  si  dichiara  pel  titolo  se- 
guente :  La  reli'jinsii  Vivami  di  t' minili.  Dismrw  di  frate  Innocen- 
ti» Cibo  Ghisi  de'  Predicatori,  al  Christianissimo  et  invittissimo 
Henrico  UH.  Redi  l-rancia,  et  di  Navarro.  11  discorso c  prece- 
duto da  una  lettera  dedicatoria  dell'autore,  clic  vi  si  sotto- 
scrive: Di  /(omo  l'invi.  Settembre  160A.  Molla  prima  pagina 
vcggoDii,  ma  assai  mal  dipinte,  l'armi  ili  Francia.  Sembra 
però,  clic  anche  considerata  la  diligenza  0  l' aceti  rateila  dello 
scrìtto,  nltrcclie  più  altri  imii/j,  possa  credersi  esser  questo  il 
codice  medesimo,  che  il  Cibo  mandò  di  Roma  per  essere  offerto 
aire.  Le  prime  lineo  dei  ragiouamcnlo  sono  queste:  ■  Egli  non 

■  può  in  modo  veruno  negarsi  (se  già  non  vogliamo  quello, 

■  che  una  sperieiua  universale  attesta,  negare)  clic  non  sia 

•  verissimo  il  proverbio  di  Salomone  —  Stullorum  infinitus 
.  est  numerus ,  cine  corno  Ihi^ì.hI  nni  ionio  traspiri'')  il  Pool  a  — 
«  Infinita  è  la  schiera  de  ii  sciocchi.  ■  ce.  F  th>:!o  ultimo  (luco 
leggesi  cosi  :  «E  questo  «abbiamo  noi  raccordalo,  non  per 

•  toccar  l'honorc  di  Prencipe  alcuno,  ma  per  dimostrare  che 

•  ì  Re  di  Francia,  i  quali  in  Casa  propria  non  hanno  altri 

•  eseronj  che  di  fede,  di  religione,  e  di  osservami  alla  Santa 
«  Sede;  se  talvolta  hanno  (come  porla  la  fragilità  della  conditi on e 


(68  MANOSCRITTI  ITALIANI  . 

■  impacato.  ■  Il  rjunl^  diluvio  ,  di  cui  non  trovo  fatta  incoltone 
da'  bibliografi  ed  assai  probabilmente  inedito,  è  scritto  con 
tanta  liberta,  clic  non  sarcbbcsi  mai  aspettala,  non  che  per- 
messa a  quel  tempo. 

10562. 

rto6.  Notizie  intorno  alla  sacra  Lega,  che  nel  secolo  xvi* 
aveva  il  titolo  di  Milizia  Cristiana. 

(jrSaiM,  in        cantieri  coriiii,  ili  (ialine  ito.  setolo  vìi: 

tutto  il  contenuto.  Conformità,  et  Corrispondermi  fra  la  Lega  de' 

Principi,  ri,?  s;U.-i  ijìi  aiiVyV.ii  fin  ni'itn  -iiìhi  .Salititi!  ili  A.  S.  Paini 
Paolo  V'.  altamente  sì  va  componendo  sotto  titolo  di  Militi  A  Chris- 
tian!, con  f  «m'une  e(  concordili  de'  Cattolici  Potentati,  che  nella 
sacra  scrittura  riserbata  si  scuoprc  ter  'jtiati  nastri  ijiarni.  Et  irete 
cenno  dell  Autori 'iti  ri  Giiirisililvmr.  a  (jm'slu  ìimn-n  Principato  des- 
tinata. Et  come  pi.r  dkortirc  I':  ,.:imniaii!<:  VtrhiÀenze ,  clfaeilitare  la 
strada  a  grandi  j'Airità  per  il  Cliristianesima,  con  la  caduta  del 
Tarchesco  Impero  et  di  tatto  le  altre  Sette,  sascitato  si  vede  dall'  Al- 
tissimo r'n  tempo  malto  opportuno,  motivo  d'accendere  maggiormente 
ijh  aiitim  di  tn'd'i  Caiidki  l'ounlati ,  il  il  ii-ji-.i  altri  pio  et  generoso 
cuore  a  entrare  Concittadino  di  sì  degna  Repubblica,  et  a  favorirla, 
et  a  proteggerla ,  perche  più  agevolmente  possa  seguire  un  tanto  bene. 
Sascitato  da  Marco  Aurelio  Scaglia  della  Terra  di  Fontanile  di 
Monferrato.  Già  s'avvede  tosto  il  lettore  del  modo  di  pensare 
e  di  scrìvere  dello  Scaglia  ;  e  basti  il  sapere,  che  lutto  quello 


OigilizM  bjr  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  46g 
che  dalla  Lega  dovevasi  fare,  si  faceva,  o  potevasi  fare, 
tulio  ei  ritrovavi!  già  T>rt<detu>  ed  eviili-iilemenle  notaio  nelle 
sacre  scritture.  Non  credo  sia  slato  mai  dato  alla  luce  questo 
scrilio,  che  sembrami  l' autografi!;  ma  creilo  pur  ciò  sia  con 
poco  danuo  della  letteratura,  minore  della  storia,  e  nessuno 
della  religione. 

104I5-" 

407.  Raccolta  di  relazioni  o  storie  di  Conclavi,  serbandosi 
pressoché  iu  tutte  l'ordine  de1  tempi. 

Sei  volumi  cartacei,  in  4*.  carnieri  corsivi,  di  pagine  circa  800  ciascheduno. 

Non  contiensi  in  tutti  questi  sei  cullici  se  non  che  notizie  0 
storie  di  diversi  conclavi  seguendosi  nella  più  parte  l'ordine  del 
loro  tempo.  Ne  trascriverli  i  titoli,  e  giovisene  chi  vuole.  Nel 
primo  pertanto  segnato  1  o ii  1 5 " ,  si  trovano  le  notizie  seguenti  : 
I"  Notizia  del  Conclave  che  fa  fatto  per  la  morte  del  Papa 
Benedetto  XI",  ned  quale,  correndo  l'anno  l3o5,  fu  creato 
Papa  il  Vescovo  Burdegavense,  ch'era  assente;  e  fu  quello, 
ebe  trasferì  la  Santa  Sede  in  Francia  nella  città  di  Avignone, 
ed  assunse  il  irami'  di  Cieiiiuile  V";  ll'ilid  Cunei. ne  In  morti: 
ili  Eugenio  IV',  nel  quale  fu  creato  Papa  il  Cardinale  Tom- 
maso Lucano  da  Sarzana,  chiamato  di  poi  Nicolò  V'j  IH'  di 
quello  in  morte  diNicolò  V",  ove  fu  creato  Papa  Alfonso  Borgia 
da  Valenza,  chiamato  poi  Calisto  111°;  IV"  di  quello  io  morte 
di  Calisto  III",  nel  quale  fu  creato  Papa  Enea  Piccolomini 
Sanese,  di  poi  detto  Pio  II";  V°  ed  ultimo;  di  quello  in  morte 
di  Pio  11°,  nel  quale  fu  creato  Papa  il  Cardinale  Pietro  Barbò 
Veneziano,  chiamato  poi  Paolo  IH*. 


47o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Nel  secondo  codice  segnato  11'  io4ió",  sono  le  seguenti 
notizie  :  1°  Notilia  del  Conclave  die  fu  fatto  in  morie  di  Sisto  V", 
nel  .quale  fu.  creolo  Papa  il  Cardinali' Ci».  Hai  lista  Cibo  d'Amalfi, 
chiamato  di  poi  Innocenzo  Vili";  li*  di  ([nello  in  morie  d'In- 
nocenzo Vili",  nel  quale  fu  crealo  Papa  Rodrigo  Borgia  da 
Valenza,  chiamili»  poi  Alessandro  VI"  ;  111° di  quello  in  morte 
d'Alessandro  VI",  ove  fu  errato  Papa  il  Piccoloniiiii  ili  .Siena, 
detto  poi  Pio  111°;  IV"  di  quello  in  morie  di  Pio  III',  nel  quale 
fu  errali)  Papa  il  1  li' Ila  Hi  tv  iti;  Savonese,  chiamalo  poi  li  in  Ilo  11"; 
V"  ili  quello  in  unirli'  ili  din  [io  li1,  nel  quale  li)  ricalo  Papa  il 
de'  Medici  Fiorentino,  detto  di  poi  Leone  V;  VI"  di  quello  in 
morie  di  Leone  X%  nel  quale  fu  crealo  Papa  il  di  Tractto 
l'ianuuiiigo,  chiamato  poi  Adrian u  W';  VII" ili  quello  in  morte 
ili  Adriano  VI",  dove  fu  creato  Papa  Giulio  de'  Medici  nocen- 
tino, dello  poi  demente  VII";  Vili"  di  quello  in  morte  di  Cle- 
mente VII",  ove  fu  crealo  Papa  il  Farnese  Romano,  chiamato 
di  pili  Paolo  IH";  1  \"  (li  quello  ili  Paolo  1(1".  ove  fu  ereato  Papa 
il  Monti  dal  Munii'  Saosmino,  ili'llu  pei  Giulio  Ili":  X"  ili 
quello  in  morte  di  Giulio  111°,  e  fu  creato  Papa  il  Cervino  da 
Monte  l'niciano,  chiamato  poi  Marcello  IP;  XI0  di  quello  in 
morte  di  Marcello  li",  e  fu  crealo  Papa  il  Carrafa  Napoletano, 
detto  di  poi  Paolo  IV";  XII'  di  quello  in  morie  di  Paolo  IV, 
e  In  mei  lo  Papa  il  ih''  Mr.lii  i  \1  i  Lini'.-o.  e  Ina  ni  alo  il  i  [mi  l'in  I  \  \ 
XIII"  di  quello  in  morie  di  Pio  IV',  ove  fu  crealo  Papa  il  Ghis- 
licri  del  Bosco  Milanese  Doininirano.  dello  poi  Pio  V";  XIV°ed 
ultimo;  del  Conclave  in  morte  di  Pio  V",  nel  quale  fu  creato 
Papa  il  Cardinale  lluoncom pn^no  IlolosrrieSf,  che  fu  di  poi 
chiamato  Gregorio  XIII", 

Nel  terzo  codice  segnato  n°  i  orti  5",  seguono  per  online  le 
notizie  de'  conclavi  successivi,  e  sono:  1°  Notizia  del  Conclave 
che  fu  fatto  ìu  morte  del  Pontefici;  Gregorio  XIII*,  nel  quale 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE,  47, 
In  creato  Papa  il  Cardinale  IVrctli  it.  ]  kmi:>  ■  3  :  l  Muri  la  Ito 
Irate  Francescano,  die  rli  poi  hi  chiama  Sisln  V;  11"  (li  quello 
in  morie  di  Sisto  V",  a  fu  creato  Papa  il  Castagna  Romano, 
chiamalo  poi  Urbano  VII";  111'  di  quello  in  morie  di  Ur- 
bano VII-,  e  fu  creato  Papa  lo  Sfondali  Milanesi),  detto  di 
poi  (i  irroriti  M\  ;  1\  "  ili  (j  in  ■Un  in  io  urti.'  (li  Gregorio  XIV", 
'■  In  creato  Papa  il  Fiiccltmelii  IìdSuhìm'.-ìo.  chiamalo  poi  I il— 
uocenno  IX*;  \  "ni  ulti  uni  ;  di  ipirllo  in  morti:  d' limoccii/.o  IX". 
nel  quale  fu  errati)  l'ap:i  il  Cardinale  Aldobrandino  Fiorentino, 
chiamalo  ili  poi  Clemente  Vili*. 

?iel  quarlo  codice  segnato  n°  io4i&'\  noo  si  comprende 
che  la  sola  e  lunga  Vni/.i.i  ilei  Conclave,  die  fu  fallo  io  morie 
di  Urbano  VIP,  nel  quale  fu  eletto  Papa  il  Cardinale  Sfondi-itti 
Milanese ,  che  fu  chiamalo  di  poi  Gregorio  XIV"  ;  fa  quale  no- 
tizia è  al  tulio  diversa  da  quella,  che  leggasi  n«Il' antecedente 

Nel  quinto  codice  segnato  n°  >oii'i'\  sono  le  notizie  se- 
guenti :  1°  Notizia  del  Conclave,  die  fu  fatto  in  morte  di  dia- 
mente Vili",  Dui  quale  In  clcllo  Papa  il  Carilliiale  do'  Merlici 
Fiorentino, -chiamai"  ili  p"i  Leone  M':;  11"  di  quello  ìli  morte 
di  Leone  XI".  e  fu  creato  Papa  II  Borghese  Romano,  detto  poi 
Paolo  V-IIP  di  quello  in  morte  di  Paolo  V,  e  fu  crealo  Papa  il 
Ludovico  Ikilo/itci'j .  delle  (li  poi  Grcu'tjrin  A.Y ';  1\  ■'  ed  iillimo: 
di  quello  in  morte  di  Gregorio  X\  '.  dove  fu  creato  Pana  il  Car- 
dinale Mail™  lkirl.icriou.  che  lii  di  poi  eli  iti  mal!)  Urbano  VII] 1 

Nel  scalo  ed  ultimo  codice  segnalo  n"  ioli 5'",  si  conlen- 
-oun  quattro  ik  iti/ir  il  quattri)  diverbi  scrittori  ini  urlio  al  Gnn- 
etave,  chi:  In  Ialiti  in  unn  i.'  ili  I  rbanu  \  NI',  uri  ipi.de  In  eletto 
in  sommo  Pontefice  il  Cardinale  Gio.  battista  Panfilio ,  che  si 
chiamò  Innocenzo  X".  Della  prima,  die  comprende  pressoché 
la  metà  del  presente  codice,  abbiamo  copia  iti  altri  codici  di 


kr>  MANOSCRITTI  ITALIANI 

questa  Biblioteca;  delle  dm:  fin'  seguono,  (:  sono  anonime ,  non 

abbiamo  altre  copie;  e  l'ultima  è  scritta  in  lingua  spagnuola. 

Della  mature  i)  minore  importali/..!  ,  fin-  possono  .1VCJC  questi 

■  li  codici  per  li'  Morie  generali  ilfV  tempi,  ii  particolari  delle 
famiglii-,  nulla  io  dirò,  contentandomi  di  ripetere  ciò  clic  dissi 
da  liei  principio;  giovisene  chi  vuole. 

10415'. 

/ioH.  Lettere  di  monsignore  Dandino,  scritle  in  nome 
de'  due  Pontefici  Paolo  111°,  e  Giulio  III*. 

(.oiilicne  q!ir-.slo  aulici;  —  hwr:  pune  Ji  ncqui»  lentie  da 
momìgnore Dandino  a  nome  di  Paob  III',  et  Papa  Giulio  etìam  III', 
ism-.iì'i  s:-,-.',i'iijrjf  dr.ìe  Sttniitù  Ism,  Per  questo  polo  titolo,  di' é 
hi  il  principili  della  [ili  ni  li  pagina  ,  lli'll  facilmente  s'  avvede  il 
lettoli;  delia  non  p;ceiola  importanza  (li  questo  nidi  ce,  s  penal- 
mente per  la  storia  di  quo'  tempi,  e  per  le  cose  più  recondile 

■  li  alenile  Corti  europi  e.  I.a  prima  lettera  o  indiritta  ai  nunzio 
l'oggio  li  |3  di  diocndi  co  i  fi.'n  in  nonni  del  cardinale  l'arnese; 
le  due  clic  seguono  ,  a  monsignore  di  G ramici  a  li  i3  (li  giugno 
i54n;  la  quarta  al  cavaliere  San  Giorgio  li  ad  dicembre  dell' 

linaio,  a'  personaggi  d'alto  rango,  e  che  avevano  allora  una 
somma  influenza  negli  affari  politici.  L'ultima  è  indiritta  al 
sopraddetto  cavaliere  San  Giorgio  1'  ultimo  ili  dell' arimi  i55i, 
ma  non  saprei  lini  dire  sr  sfritta  in  nome  di  uno  di  quo'  due 
papi  monir'era  cardinale,  ovvero,  poich'é  l'ultima,  scritta 
forse  in  nome  di  Giulio  111°.  Comunque  sia,  essa  incomincia 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  i7ì 
cosi: -Domani  mi  tocca  di  cantare  la  messa  in  Cappella,  et  non 

■  mi  pare  già  di  liaverla  studiala  bini?.;  però  mi  bisogna  di 

■  attenderci  quieta  sera.  Non  ili  meno  nun  liti  voluto  in  verun 

■  modo  lasciare  di  farle  questi  due  versi.»  ce.  ce.  Io  ne  ha 
letto  alcune  di  queste  lettere  con  molto  piacere,  e  confèsso 
clic  le  avrei  pur  lette  tutte  se  il  tempo  ine  T  avesse  conceduto. 

10Ù16". 

7iot).  Scritti  concementi  la  Corte  di  Roma. 

Cintano,  in  fl\  caratteri  conivi,  di  pagine  300,  kcoLo  mi*, 
di  buona  conferva?  iune- 

Contengonsi  in  qursio  codice  h-  ^ct'ucui;  scritture  :  I*  Dis- 
corso sopra  la  Corti-  di  lUnim  di  mi.iiminurn  Ctnnmtiidnne  Vacata  del 
Zante,  et  poi  folto  Cardinale  da  l'io  IV;  è  lo  stesso  discorso,  clic 
leggiamo  nel  codice  segnato  n°  3oi,  con  la  differenza,  elio  in 
questo  esemplare  sono  compendiale  ne'  margini  dello  facciate 
le  cose  più  importanti,  clie  io  esso  discorso  si  trattano  distesa- 
mente. IP  Relaliulii:  r/W.'.T  '.'.'Ifi  di  Unum.  'un  limoni  dii.hiiiriilil.M 
di  tutta  la  nobiltà  a  origini  di  anelia;  come  anco  delle  Case,  che 

getti,  /all'i  l'anno  1 64  J .  Trovasi  copia  dello  scritto  medesimo 
in  altri  codici  delia  l.iibl  intera  ,  ti  mie  può  vedersi  specialmente 
all'articolo  1°  del  codice  segnato  n"  agi.  111°  Racconto  della  ab- 
juratione  e  morie  di!  siijitor  Ciwìiito  Ventina  nifate  del  Cardinale 
d'Ascoli,  et  altri,  che  wln  ann  duri-  mul  ti-  11  punirà  Signore  Papa 
Urbano  Vili";  il  quale  race  (min  è  M^niluln  tlalia  lederà  scritta 
dal  Centine-  al  sopraddetto  cardinale  sito  zio  nel  punto  che  se 
n'andava  al  supplieio.  Sì  del  racconto,  clic  della  lettera  ab- 
biamo altra  copia ,  inferiore  però  n  questa  quauf  È  alla  diligenza 


i74  MANOSCRITTI  ITALIANI 

dell' amanuense,  nel  codice  qui  poco  sopra  nominalo  agi. 

IV'  ed  ti]  tini».  .In1  irli  fi!  ni  li  ditti  in  iv?e  dalla  Santità  di  Nostro 

Signore  Papa  Gregorio  XV.  al  CWuwIe  Lndovitio  sao  nipoti,  dal 

essere  gli  stessi,  clic  leggiamo  all'articolo  7"  del  codice  segnato 
il"  3t)0,  ma  min  [pulpiti!  al  miulu  nm  cui  limino  qui  esposti; 
ami  leggendo  io  gli  uni  d  gii  altri  m'avvidi,  eli»  il  nipote  del 
papa  in  alenili  Imitili  renile  più  miti  e  più  dolci  gli  avverti- 
menti datigli  dallo  ito. 

10416". 

àio.  Relazione  della  Corte  di  Roma,  e  del  Conclave 
di  Urbano  VOI'. 

Cariarti),  in  i:  caratteri  corsivi.  Ji  pagine  100.  iònio  Ólf, 
di  liiruua  conservazione. 

È  dapprima  In  questo  codice  una  —  Helatione  della  Corte  et 
governo  diRoma,  et  de  Riti,  Ordini,  et  precedenti ,  chu  in  olia  il 
atterrano;  dopo  la  quale  relazione  segue  in  secondo  luogo  la 
Storia  del  Concinne  di  Papa  Urbano  Vili'.  E  della  prima  e  della 
seconda  dì  queste  (ine  scritture  abbiamo  copie  e  ben  più  di- 
ligenti di  questa  in  altri  codici  della  Biblioteca.  Non  ne  dirò 
quindi  più  oltre. 


oigiiizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  H7S 


10418'. 

ili.  Inslitu/.ioni  dflLi  Cnn^ri^Mjioiit  <lfl  beato  Lorenzo 


Si  contiene  in  questo  codice  la  colleziono  delle  regole, 
inslituiioni,  usi,  obblighi,  e  piritiche  interne  (la  osservarsi  da' 
icli;.rÌD.-i  il.'llii  caiii.'ivi.M/.iiiiLi'  riti  [.on'n/.o  (iiusùmriiii. 

S' incomincia  dal  —  Summiiriv  M  mudi:  ti  unliiw  de.  la  celehia- 
lione  drì  Capititi:'  (ìeiwrttle,  e  si  termina  colla  copia  di  alcuni 
Brevi  apostolici  del  pontefice  Paolo  III"  intorno  allo  cose  della 
-y|)i';i(i<lctta  roìi^ivciiiLniic.  P<.t  uii'onin4,iii:aic  autentica,  eli' 6 
in  fine  del  presente  endice,  esso  fu  ne'  tempi  andati  dì  pro- 
prietà di  un  Evangelista  Soaidi  di  Brescia. 

10A28. 

Aia.  Parere  dell' Abaio  Taroni  sul  titolo  di  Re  di  Cipro, 
che  fu  assunto  dal  Duca  di  Savoja. 

Cajlaceo,  in  8",  caialieri  conivi,  di  pagine  Sd.  secolo  sili". 

Il  titolo  di  questo  codice  c  come  segue:  Sentimenti  dell'Ab- 
bati Tiiro--tt  apra  l.i  tihuiìiìa  ■::  rinculili  ■/.//:;  daiomiiiaunne  di 
Re  dì  Cifro,  di  che  si  pregia  Ili  Reale  Altezza  di  Savoia.  Per  tutti 
gì'  indrcj  sembrami  essere  questo  Io  scritto  autografo.  Ne  tras- 
crivo le  prime  e  le  ultime  lince.  Incomincia  così  :  «  Chi  chiamò 
■  la  gelosìa  un  aborto  d'amore,  ben  intese  la  sua  natura,  non 


i7C  MANOSCRITTI  ITALIANI 

.essendo  partorita  (la  altro  Agente,  elle  da  un  supposto  man- 

■  camento  ne  l'oggetto,  che  sì  ama,  »  ce.  E  finisce  con  queste 
parole:  .E  sarà  egli  vero,  clic  un  vano  sospetto  di  gelosìa 
•  potrà  stare  a  fronte  dì  una  generosità  sena  esempio  di  un 
.  tanto  Principe?  No,  che  non  lo  credo.  ■  Non  e  a  mia  notizia 
elio  [[mista  operetta  sia  stala  (Fila  in  luce. 

10428'-. 

4i3.  Cose  occorse  in  Valtellina  fino  al  di  5.  Giugno  1671. 

Carlaao.  in  i°,  caratteri  conivi,  di  pagine  100,  secolo  un'. 

Nella  prillili  pa^ma  del  eodiee  lf'w*i  (.usi  :  Narra/iva  breve 
delle  cose  ocwrse  ia  Valtellina  Jìao  a  li  5.  di  Giugno  1 67] .;  imito 
aera  ci  reale  senza  passione  nessuna  come  leggendo  intendenti:  K  pocu 
suiti  i:  il  t:\'.>il.->  illustri-  /itjHnrr  <!  .ìiipmr  l'.nì.ttsinm  (ùn.  .hd'iilili  Aqri 
per  la  Serenissimi'  Iìi'iiMlicn(iYi  \  ime/.ia)  mentissimo  Sorgente  mag- 
giore appresso  all' '  lììhm.  ti  l'ir-  Inni,  signor  Hieronimo  Moresini  l'ro- 
veditorca  Vaìcanmnica.  Ed  incomincia  così  :  ■  Ritrovandomi ,  II- 

■  lustre  Sibilili.',  gli  a  imi  passali  nel  paese  de'  signori  G  risoni, 

■  et  massime  nella  \  a; -dliiia  r.on  l'occasione  di  essere  bandito 

■  dalla  Patria;  el  fermili  unii  lo  spatio  d'  unni  nove  in  esso  paese 

■  sono  stato  a  viva  fona  sfonato  a  diventar  pratico  di  quello  ; 

■  onde  ho  sentilo  et  visto  cose,  le  (piali  con  ogni  brevità  lescri- 

■  veni,  ma,  ■  ce.  ce.  Com'è  ben  naturale,  non  e  dichiarato  il 
nome  dell'autore  di  questo  scritto,  che  panni  d'altronde  di 
qualche  importanza  per  la  storia  di  rpn;'  luoghi,  e  possiamo 
essere  quasi  certi  eh'  ei  non  vide  la  luce. 


DigiiizM  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  flK. 


477 


10432. 


4i4.  Testamento  originale  ed  autentico  di  Lodovico  Maria 


Prciiosu  codice,  tic!  i]iiali;  si  cnn  tengono  li'  IcM.iiiu'niiine 
disposizioni  di  Lodovico  Maria  Sforza  Dux  Medichili  et  Papiac 


Moro,  divenne  sovrano  di  Milano  l'anno  i48i,  e  nell'anno 
1 5oo  fu  fatto  prigioniero  da  Luigi  XII",  re  di  Francia ,  e  con- 
dotto in  Francia  nel  castello  di  Locbes,  ove  mori  il  di  27  mag- 
gio dell'anno  L008.  Le  sopraddette  disposizioni  testamentarie 
si  riferiscono  specialmente  a  stabilire  il  sistema  governativo, 
che  il  figliuolo  suo  successore  (che  fu  Massimiliano)  doveva 
seguire  dopo  la  sua  morte.  —  Le  prime  lince  del  testamento 
sono  queste  :  •  Mancandomi  quello  fundamento,  quale  have- 
■  vamo  facto  ne  la  virtù  et  prudentia  de  la  illustrissima  Con- 

•  sorte  de  felice  recordatione  al  buon  governo,  et  redricio  de 

•  nostri  (ioli  et  de  la  successione  nostra,  quando  secundo  el 

•  corso  de  natura,  ■  ce.  Credo  di  non  essermi  male  apposto  in 
dicendo  essere  prexioso  questo  codice,  perciocché  può  fer- 

fui'i'  dt;l  viìoLìoIo  [plichi1  ullr;i  cti[ii;i  pini  serbarsene  altrove, 
che  in  qualche  tempo  ne  sia  stata  tratta)  certamente  l'origi- 
nale ed  autentico,  portando  esso  la  sottoscrizione  autoei ti:"a 
del  duca  medesimo.  È  di  non  poca  iiiar,ivu;lia  1]  It'^i  i  lit  i  al- 
cuni ordini,  che  quanto  al  modo  di  governare  egli  da  al  suo 


Sforna  Duca  di  Milano. 


kmiiiM.  Qu« 


i7S  MANOSCRITTI  ITALIANI 

figliuolo  dopo  la  sua  morto;  od  ó  pur  singolare  c  bùiarra  cosa 
il  vedere,  tome  uri  caso  di  disobbedieiija  o  di  trascurateli 
In  minacci  severamente  della  paterna  sua  maledizione  anche 

quanto  grande  sia  la  mutazione  delle  insti luzioni,  de' costumi, 
e  delle  opinioni  avvenuta  a'  tempi  nostri.  La  sottoscrizione, 
mditbiUitaiiiriilc  an h^i-.il'.i  dui  dina,  clic  lesesi  in  fino,  è 
questa,  elle  esaltamento  Irascrn  o  :  ■  Nui  Ludouico  M\  de  Ssfo 
•  alirmamo  li  hin  di  ni  sopra»,  essi  re  <[m  Ili  con  lì  quali  volemo 
.  cii  dopo  Sui  sii  governalo  ci  Stalo  sotto  oro  fiolo  quale  ne 
.aara  suscsore  nel  i  hit-aio  ut  in  lidi'  do  t piloto  li  li  a  verno  solloss. 
«de  lira  ppria  mano  et  fato  spendere  el  me  Ducale  sigillo. F. . 
—  Il  codice  è,  nella  sua  prima  legatura,  ricoperto  con  velluto 
nero.  1  fermagli  probabilmente  d'oro  massiccio,  che  lo  chiude- 
vatio,  non  ne  lasciarono  che  il  luogo  e  le  tracce  loro. 

10S36. 

4  ib.  Operette  a  stampa  e  manoscritte  concernenti  la  città 
e  la  Repubblica  di  Genova. 


Sono  al  principio  di  questo  codice  due  operette  a  stampa, 
che  hanno  per  titolo;  V  una  —  Raggwglio  di  Parnaso.  La  fic- 
pabUkn  di  Genera  manda  un  iob  Stgrttaró  da  Parnaso,  perchè  le 

sìa  decretala  il  inulta  et, me  ,i  !:U-ratrni  a  Italia  :v.ìn  Genova  1617; 
e  l'altra  —  Ragavaglìo  di  Parnaso.  Apollo  confinila  alia  Repub- 
blica di  Geno™,  come  I ih:  mirice  <l'ì!:ilia  il  j<rr-ih(fio,  ec.  Le  quali 
due  operette  sono  seguitate  da  una  lunga  lettera  manoscritta, 
ohe  parmi  autografo,  di  scrittore  anouinio,  per  la  quale  si  fa 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  11  E.  i79 

ed  e  indiritta  ad  un  Jacopo,  di  cui  niente  più  si  dice,  ed  in- 
comincia così  :  <  Signor  Jar.o|>»  mio  Signore;  I limol  ai  sempre 
«et  ebbi  in  grande  stima  la  persona  di  V.  S.  come  di  Ci  lindi  no 
•  per  molli  risgìiardi  eminente  nella  Città  nostra,  ■  ce.  Dopo 
di  ciò  ó  altra  opcreila  .1  stampa,  clic  ba  per  titolo  :  lì  Disin- 
ganno. Risposta  a  Don  Dirrjo  ile  Aw-tfa  e  (laiflutrlt-  ec.  In  Torino. 
1637.  —  Parlasi  in  questa  lctlera  dogli  affari  di  Spagna,  lo- 
dandosene a  ciclo  quella  Cor  le.  .Segue  di  poi  un  discorso  ma- 
noscritto di  autore  anonimo  indirizzato  alla  città  di  Genova 
iiell'  anno  1  lì  li  fi  ;  il  ijUiiii'  ijriiifijiin  [■mi  i[iri'.tc  [iarde  :  ■<  Multi 

■  animali  ancora,  non  clic  ogni  uomo ,  combattono  sino  a  morte 
r  cantra  chi  lor  toglie  la  roba  e  Y  lionore.  E  Tu  ,  Genova ,  più 
<  vile  elle  le  bestie  ti  lai  e  dimostri,  mentre  aduli  a  Spagna, 

■  che  t'ha  lolle  queste  due  cose,  ■  ac.  Indi  d'altro  autore  pur 
anonimo,  segue  manoscritto  un  —  Trattalo  dei  hiotjiii  dell'una 
e  l'olirti  Riviera,  e  dilatlttltjioqìi  dilla  lliiiiihìilini.  ili  fimo':::,  t  di 
alcun  altro  ancora,  tiare  ha  lilla  ryriufci  ra/iione;  et  ultimamente  de 
Fendi  Ed  in -fine  del  codice  sono  le  copie  di  vario  instruzioni, 
che  In  repubblica  di  (innova  diede  in  diversi  tempi  a'  suoi  am- 
basciatori e  procuratori  presso  le  potenze  europee;  le  quali 
scritture  portano  le  date  dall'anno  1  570  all'anno  1676.  E 
queste  operette,  per  quanto  mi  i  noto,  sono  inedite. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10437. 

Sifi.  Storia  d'un  sariio  Sudario,  ch'è  in  Genova,  scritta 
dal  Bitllo. 

Cartaceo,  in  8".  tarmiteli  corsivi,  di  pagine  loc.  secolo  ivr. 

Trascrivo  distesamente  il  titolo,  clic  dì  pur  il  contenuto 
del  codice,  ed  è  come  segue:  Binaria  dei  Santissimo  Sudario 
mandalo  da  Christa  Giesù  ai  flc  Abazara;  quale  al  presente  si  trova 
nel?  inclita  Città  di  Genova  nella  Chiesa  de'  Padri  di  Santa  Bar- 
thokmeo  deijli  Armeni;  raccolta  da  diversi  gravi  autori.  Opera  del 
fi.  P.  F.  Gregorio  Bittk  Genovese  delY  ordine  di  S.  Basilio  degli 
Armeni.  Dopo  il  quale  lYonlispi/.io  sedile  un  ivmaadameato  sotto 
pena  et  in  viriti  di  ìnula  nhnììtv.-.n  dato  da  F.  Stefano  Priore  in 
S.  Ii,isilia  deijU  Armeni  ut  f/f/rr.  Iliti'w  n  [me  il<e  ponga  in  luce  la 
san  aprili.  S'egli  ;d.iì)i;i  (.blindilo  o  n ■  j  al  r omandaniemo  del 
priiue.  n  ceduto  iili.'  Insinuilo  il. 'Il  ìijihu-  proprio,  il  m^jiiij 
coloro  cui  può  in  qualche  modo  iuiporlarc  la  nol.i/ia  di  questo 
codici.-,  il  rpialo  incoili  ilici»  rosi  queste  parole:  »  Mentre  il  fi- 

•  gìiuolo  di  Dio,  urto  por  salolo  dell' huomo  dai  Ciclo  in 
■  Terra,  a  ciò  col  inoz/.o  della  sua  passione  e  morie  al  porlo 

•  di  salute  lo  conducesse,  ■  ec.  La  storia  è  divisa  in  i3  capi- 
toli ,  dopo  l'ultimo  de'  quali  si  cerca  in  un  breve  discorso 
quale  onore  si  debba  a  quella  sacra  immagine. 


OigiiizM  b,  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  48 1 


10458. 

417.  Storia  della  congiura  del  Vacchero,  descritto  da 
Raffaello  della  Torre. 

Cartaceo,  io  8",  caratteri  corsivi,  dì  pagine  jeo,  «colo  ira', 


(Jontiensi  nel  presente  codice  —  La  Sturiti  delta  Confjiura  del 
Vacherò,  descritta  da  Raffaeli  della  Torre.  Iti  coni  in  eia  tosi: 
.  i;  Immani  vita,  Uitloeltó  jicr  naturale  insiinto  liahhi  per  fino 

■  lo  quiete  etati  essa  con  ogni  sÌoìvm  a:-pin  .  iì<I  ogni  modo  lutti 

■  et  incessante!)  ieri  le  nelle  operiil.iniii  hi  nj^ii'si  ti  sii  clie  ta- 

■  pila,  ■  ec.  E  finisce  con  le  seguenti  parole:  ■ ...  Se  per  un 

■  nuovo  Magistrato  con  potestà  assoluta  ili  risecare  dalle  ra- 
.  diei  l'origine  di  tanti  mili  non  si  fosse  con  proportionilo 

■  fondimeuto  reso  il  poverini  pili  rigoroso  e  pili  potente  a  con- 

■  stimare  gii  Immori  maligni ,  die  ne'  turpi  grandi  per  cor- 
aratela  della  natili'.!  itila  gioniatu  vau  pullulando.  ■  Ciò  basti 
per  coloro  a'  quali  può  essere  d'importanza  la  storia  di  questa 
congiura,  o  il  nome  di  citi  ia  scrisse ,  o  la  notizia  certa  delia 
sua  pubblicazione.  Quant'è  allo  stile,  non  mi  pare  ai  tutto 
spregevole.  Del  resto,  ili  lìnllaello  delln  'forre  si  conoscano 
varie  operette  date  alle  stampe,  e  registrate  uell.i  Biblioteri! 
dell' Haym,  dove  però  delia  preM^nle  non  è  fatto  alcun  cenno; 
si  come  nella  Biblioteca  napolitana  del  'l'oppi  è  bensì  fatta 
menzione  di  un'  opera  che  ha  per  titolo  —  De  seditiunt  Napole- 
tana, scritta  in  Ialino,  ma  con  di  questa  che  scrisse  in  italiano 
il  della  Torre. 


DigiiizM  0/  Google 


48: 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10159. 

4i8.  Dialoghi  intorno  alla  citta  di  Genova. 


Dal  principio  al  fine:  di  questo  codice  non  sono  compresi 
che  due  dialoghi;  l'uno  ira  un  Romano,  che  perla  prima  volta 
;ede  hi  l  illii  (li  Genova,  ni  un  Genovese  chi;  ne  1'  iustrnisco; 
e  l'altro,  tra  Paolo,  liberto,  e  Luciano.  Non  v'ha  nome  di 
aulorc.  Scorrendo  (pia  !■  là  (pn'sli  due  dialoghi  conobbi  che 
io  sropo  principale  del  Genovese,  e  quindi  ilei  primo  dialopi. 
era  più  il  dare  una  storia  delle  principali  famiglie  di  Genova, 
che  d' iustru  re  il  Romano  delle  particolarità  e  delle  cose  no- 
labili  della  eiltà  medesima.  Incomincia  il  dialogo  dalla  fami- 
glia Dorij.  i!  di  colui  sprriiilinonte  fidarla,  che  liberò  la  ritt:i 
dal  dominio  de'  Francesi  allorachc  per  essi  era  al  governo 
Teodoro  Tlivul/.io;  ciò  che  In  l'anno  ioli.  Do  il  principio 
ed  il  line  del  dialogo,  onde  possa  vedej-si  n.:  fu  mai  daio  alle 
stampe,  ciò  clie  non  mi  riuscì  di  sapere.  «11  Genovese  ed  il 

■  Romano.  G.  Iior  che  vi  pare  di  questa  nostra  citta?  R.  Renis- 

•  Simo;  e  molto  un'elio  ili  quello  ini  persuadeva,  e  che  la  fama 

■  ne  ìisuona.  G.  Non  e  dubbio  .  rh' essendo  fondata  in  sito  rosi 

•  angusLo,  ■  ec.;  e  termina  lì  Romano  così:  •  Non  voglia  Dio, 

■  che  queste,  discordie  sieno  la  eausa  della  rovina  di  questa 

■  vostra  città,  et  che  noti  ioni  ani  jionlc.-,  i>.\tranea-  qua?  tnllant 

■  regnimi  vestrum  ;  che  allora  li  nobili  vecchi  saranno  vassalli, 
.et  li  aggregati  sa ranno  sehiai  i  :  poiché  sempre  sari  fatta  più 
.       i,i  di  un  \ohil'  n  a  lo  j.er  sangue,  ehi'  di  un  al  Irò  diventato 

■  Nobile  per  la  penna.»  Il  secondo  dialogo,  che  in  parte  sì 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  483 
riferisca  all'interna  ammiiiisti'av.iotir  della  ritta,  incomincia: 

■  Paolo,  molte  sono  et  varie  In  ragioni,  per  le  quali  infinita- 
"  mente  ralle"  ni  re  mi  delibo  J'iwra  rilornalo  a  Genova,  ■  ec.; 
e' termina  Uberto  il  dialogo  con  queste  parole:  «lo  sono  stanco, 

■  perchè  do  detto  assai;  lasciamola  vi  prego,  che  ri  compia- 
'  cerò  un'  altra  Tolta;  et  a  questo  ho  fatto  fine.  ■  -Non  trovo  ri- 
cordati questi  due  dialoghi  in  alcuno  de'  nostri  bibliografi. 

10Ù59» 

ilo,. Relazione  ilei  governo  della  Repubblica  di  Genova. 

Cartaceo,  io  ti*,  ranneri  corsivi,  lii  pagine  5oo ,  secolo  un*, 
ben  conserva  io- 
li Irontispisio  che  tiene  luogo  come  d'indice  deìle  materie  ii 
questj  nella  prima  pagina:  Ile  latitine  esattissima  di  (ulto  il  jo- 
verno  antico  e  moderne  della  Repubblica  di  (reno™  ;  con  la  minata 
di  latte  le  jattioni,  Itijifi,  imomimenti .  ribellioni,  e  discordi»  acco- 
date, llem  della  militia  propria,  del  tramerò  delle  anime,  delle  fa- 
miglie Becchi?  a  nuove,  dello  forze  interne  ed  esterne,  artiglierie, 
manitioni,  rendite  pubblichi  e  private,  acnn:i,  ci  altri  bellissimi 
particolari;  it  tutto  mimttamcnli  et  fedelmente  narrato  l' anno  1626. 
Il  (iiialn  Ironlispmo  è  si>j-uiUi  da  una  1  un^iisMiiia  tavola  ili 
tutte  le  cose,  delle  quali  più  particolarmente  si  parla  nell' 
opera;  indi  dalla  prelazione,  e  poi  dall'ordine  eli  e  si  è  serbalo 
nel]' esporre  la  sopraddetta  relaziona.  Dopo  dì  che,  essa  inco- 
mincia cosi:  .Quanto  agli  Ordini  dello  Stalo,  non  credo  che 
.nessuna  altra  Repubblica  Dubbia  più  spesso  alterato  gli  Or- 
« dini  suoi,  che  la  Genovese,  ■  ec;  e  termina  col  1 —  Numera 
dello  principali  Calate  di  Genova.  Non  v'ha  nome  di  autore;  * 
non  mi  pare  (he  qaeslo  scritto  sia  l' autografò.  É  opera  diversa 


m  MANOSCRITTI  ITALIANI 

al  tulio  da  quelli,  di  cui  si:  dolio  all'intitolo  3"  dui  codici' 
segnati)  n"  3 io,  la  quale  e  pel  suo  online,  e  per  le  materie 
die  i  i  si  trattami.  ,.  per  la  penna  ria  cui  fu  scritta,  è.  a  parer 
mio  di  merito  di  gran  lunga  maggiore  della  presente,  di  cui 
pur  non  è  fatta  meniione  ila'  nostri  bibliografi. 

10459'. 

/(■io.  Dialogo  intorno  alle  bellezze  di  Genova,  e  di  alcune 
principali  gentildonne  genovesi. 

di  buoni  miMervaiiJnT 

Il  titolo  di  questo  codice  e  il  seguente,  rlie.  Ieggrsi  in  sul 
principio  della  prima  pagina  :  Diabgt  dell' Accademico  Sforzato, 
nel  (fixuk  sotto  In  jieiiiiiio.  d'un  gciitilhuomo  Cortigiano,  et  lìim 
Genovese,  sì  raijiuna  Iwrtm-ntt  delie  v!'ijliv::.e  di  Genova,  et  delle 
belicele  di  alenile  Genlihlmiue  ;  e»it  malli  avvertimenti  nobili  et  amo- 
rosi. Interlocutori,  Camillo  et  Giujfredi.  Comincia  Camillo  il  dia- 
logo cosi  :  «  In  line  questa  vostra  cillà  di  Genova,  Gioffredi  mio, 
«  corrispondi'  nisrabilmi.'ole  alla  lama  uiin'cnalu  (1;  tutto  il 
.mondo,,  ec.  ce.  E  le  ultime  linee  del  codice  ossia  del  dia- 
logo sono  queste  :  ■  La  voluttà  e  brevissima  ancora  et  fuggi- 
.  ttva;  lungo  ni  vicino  il  tormento;  l'occasione  ci  lascia,  et  la 
«penitcntia  ne  seguila.  Li  con  questo  entriamoci  in  casa.  ■ 
Veggasi  con  ciò  se  fu  o  no.  dato  alle  slampe  questo  dialugo, 
clic  pur  sembrami  piandole  a  le^ni-ì  là  >pcciobuen(e  ove 
s' in  Itati  iene  a  dire  di  quelle  ] -  vii  ideali  e  celebrale  donni',  die 
a  quel  tempo,  cioè  nel  secolo  ivi",  vivevano  in  Genova,  si 
come  della  Virgìnia  Pallavicini!,  dell' A  urei  iu  Spinola,  della 
Maddalena  Le  rea»,  Maria  Doria,  Laura  Negrone  e  d'altre 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  485 
molti'.  11  eli.  alati:  Spioni»  hciietne.iio  i  (lustratore  della  storia 
letteraria  della  Liguria  potrà  di  questo  accademico  Sformalo 
spiegar  il  nome,  e  vedere  ?r  l'orse  llirt:dounneo  l'asclielii  au- 
tore di  un  dialogo  sopra  le  belle/.zc  di  Genova,  clic  fu  pub- 
blicato in  Genova  l'anno  i583,  in  8J.  11  Coleli  Storia  diluita 
cita  Bartolommeo  Paschetti  come  traduttore  in  lingua  italiana 
degli  Annali  di  Genova  pubblicati  ila  Giacomo  lìoofailio,  ma 
non  fa  menzione  di  lui  come  autore  del  sopraddetto  dialogo. 
11  Giustiniani  pur  non  ne  parla  ne  suoi  Scrittori  Lignri. 

10ÙS0. 

ia  i.  Storia  della  città  dì  Lucca,  scritta  da  Nicolò  Tucci. 


La  storia  di  Lucca,  scritta  da  Nicolò  Tucci,  e  divisa  in  duo 
libri,  è  il  contenuto  di  rpiesto  codice,  clic  per  alcuni  iudizj 
sembrami  essere  l'autografo.  Do  secondo  il  mio  cmiune  il 

principio  di-I  |i  ri  il  io  libro,  f'il  il  lini'  del  secondo;  per  eoi  polliì 
il  lettore  studioso  e  specialmente  amatore  delle  cose  patrie  ben 
chiarirsi  se  l'opera  fu  o  no  mal  data  alle  stampe  Comincia  il 
libro  primo  cosi  :  ■  Lucca  è  città  dell'  Italia  per  ondine,  antica, 

■  e  per  governo  repubblica;  la  quale  sola  fra  tutte  l'altre  della 

■  Toscana,  in  cui  liscile,  si  gode  in  questo  tempo  per  gralia  di 
«Dio  felicemente  U  suo  picciolo  si,  ina  libero  stato.  È  posta 
ii sotto  il  sesto  clima,  ■  ce.  E  le  ultime  linee  del  secondo  libro 
sono  queste:  ■  L  incanto  Pi  mr.ijie  ■■  [(Illune)  ■■  (ini  miseramente 

.fissimi  documenti;  l'uno  del  gran  fallo  che  commette  chi 

■  d'offesa  persona  si  fida,  l'altro  del  castigo  che  finalmente 


486  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  riceve  chi  sono  la  L  V  ■  cT  *  -  ingnillii  altrui;  non  essendo  cosa  ne 

■  più  abominevole  fra  gli  uomini,  nè  più  spugnante  olla  Di- 
•  villa  Giustizia;  la  quale  per  ciò  bene  spreso  permette  che 

■  altri  sia  punito  per  qn.rgli  stessi  mozzi,  per  i  quali  ha  pcc- 

■  cato.  ■  E  cosi  tonni  un  l'opoi'.i,  elio  .indir  (pianto  allo  siile  e 
alla  lingua  panni  dover  giudicarsi  di  qualche  merito.  Nei  ca- 
taloghi delle  storie  particolari  delle  città  d'Italia,  compilati 
dal  Colcti  e  dal  Farsetti  non  è  fatta  menzione  alcuna  di  questa 
Storia  di  Lucca  del  Tucci. 

10445. 

422.  Compendio  della  storia  di  Venezia,  di  Andrea 
Dandolo. 

Ufriil']  n  i.  In  ft'.  .■■ii.iI'i  i  i  li'-: .  di  |.i,;ii:h.   j.i .  ■■■..il..  in' 

di  buona  cooKmuiODe. 

Contiene  questo  prezioso  codice  un  compendio  della  storia 
o  cronica  della  ritti  di  Vcnsv.iu.  Incomincili  m  i  seguente  modo: 

■  Qua  se  comenca  la  cronica  de  la  citati  ol  de  tuta  la  provencia 
<  de  Venezia ...  et  del  so  coniencamonto  et  conio  (b  ordenadi 

■  et  fati  li  Doli  ec.  Con  ciò  sia  cosa  che  Dio  onnipotente  dal 

■  qua!  luto  le  cose  ave  so  principili  ri  dognilo  dr.  Vencxia  denc- 

■  tri)  li  altri  pn'ncip^li  di;  tuli  li  Uirisiiam  jhia  fiiahato,  =  ce. 
E  termina  cosi  :  .  Andrea  Dandolo  coniencalor  et  compiiator 
.  de  questa  ovra.  Doso.  Ano.  dni.  m.cccxlii.  ■  Questo  codice , 
certamente  prezioso  per  la  sua  antichità  ed  autenticità,  fu  in 
proprietà,  come  lesesi  in  lini'  iscrittovi  però  con  caratteri 
posteriori),  della  libreria  Agostiniana  di  Ri  mini  ;  ed  il  cavaliere 
Francesco  Gualdi  Riminese  lo  tolse  dalla  libreria  a  ciò  sia  co- 
piato per  f  eccellentissimo  Signor  Ambasciatole  di  Venezia.  Comi? 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  487 
poi  questo  codice,  non  più  alla  Riminense,  o  alla  Marciana, 
ma  a  questa  Biblioteca  sia  pervenuto,  io  non  ho  che  a  ripetere 
rhabmt  fata-libelli. 

10444. 

Ì23.  Notizie  delle  principali  famiglie  di  Veneiia. 

Cirtlcpo.  in  8",  caratteri  conivi,  ili  rapnc  160,  secolo  Iti*, 


Non  i  questo  codice  se  non  clic  la  copia  d altro  antichissimo 
codice,  il  quale  dava  in  succinto  le  notizie  di  tutte  le  princi- 
pali nobili  famigli»  ili  \  c-nciia  ^o^u-'n do  l'c.]-Jine  del  tempo, 
nel  quale  furono  a^regale  veneta  Nobiltà,  per  cui  pote- 
vano essere  per  diritto  itmnirvso  aticin"-  al  (in  mie  Consiglio.  Il 
codice  però  da  cui  fu  tratta  la  presente  copia  era  difettoso  in 
molti  luoghi,  ciò  die  risulta  per  alcune  parole  dell'amanuense, 
c  specialmente  nel  fine  del  codice  stesso,  ove  legarsi  quanto 
segue:  Qaa  finisse  tulle  le  Croniche  delle  Guada  di  Nobili  conte 
anco  Cittadini,  ma  nei  fine  li  mancano  alcune  carte  G.  B. 

Itili-  Compendio  della  Storia  de' Dogi  di  Venezia, 

Cartaceo  ,  in  i\  1  ,i  1  j I L.i  11       ;cclii-  l'.'iuli,  di  ppginc  ioo,  scmlo  iV, 

Questo  codice,  clic  non  ha  titolo  alcuno;  forse  perchè  i  ca- 
ratteri e  lo  stile  binano  con  cui  è  scritto  hanno  stancata  la  pa- 
zienza di  chi  ebbe  a  registrarlo  nella  Biblioteca,  contentandosi 
quindi  di  apporvi  il  numero;  è  una  storia  ridotta  in  compendio 


488  MANOSCRITTI  ITALIANI 

de'  dojji  di  Vcne/.ia  .  e  jj.  L  n  ri  ■  si  mi  ai  doi/e  Michele-  Slen,  inco- 
minciando cioè  dall'anno  70.Ì,  «nel  quale,  si  lo  faclo  per  lo 
■  povolo  Vcncciano  lo  primo  Dose  lo  quale  a  nome  l'oluco,  ■ 

praddetto  Michrle  Sten.  Miri  (odici  sono  io  questa  regia 

noli/ir  storielle  di  tutti  0  ili  aleuti:  iV;p  di  \  ■TU'/.ia;  ma  raffron- 
tandogli io  un  |k.'  allentamenti'  conobbi  essere  il  presente  ma- 
noscritto ni  lutto  1 1 i ■.  1  ■  [Mi  d.isji  nitri ,  eoiebè  qui  oltre  le  notizie 
allusive  nlla  vita  ili  quel  dui;i.'  di  cui  si  parla ,  le  quali  formano 
la  minor  parte  del  discor.su,  snnu  pure  opporiunenienlc  qua  là 
inseriti  i  fa  Ci  pi  incidali  .il'  .qj-in.-lii-  più  solenni ,  die  in  vita  ili 
quel  doge  occorsero  nella  repubblica.  I  .eggonvi.-i  altresì  alcune 
;,'iudicio=c  r-.iinular.inni  a'  margini  ■:  1(1  le.  pn^ioe  .  ma  esse  sono 
di  carattere  posteriore  al  Imipo  in  cui  fu  scritto  il  codice. 

10444*. 

Cronica  delle  famiglie  nobili  Y  cucitane.. 


La  massima  parte  di  queslo  codice  comprende  una  cronica 
delle  nobili  famiglio  veneziane.  —  Di  queste  croniche,  come 
vedrà  il  lettore,  altre  ne  sono  in  questa  Biblioteca,  ma  la 
presente  è  diversa  da  tulio  1'  allre,  non  solo  per  la  penna  di 
chi  scrisse,  ma  per  le  cose  e  pc!  tonino  in  cui  le  scrisse.  Credo 
opportuno  il  trascrivile  alcuni'  linee,  che  danno  principio 
all'  11  peni  :  »  La  C  il  la  de  di  Vene  tiri  lo  odi  li  i  ila  '..[■:  vubntii  de  Dio 
.  come  Signor  et  Protetto  di  quella —  evennero  a  quel  lungo 
:  :i  scissili  li  1  Libili  '!.'ri  lumi  de  diverse  parli  del  inondo. .  et  !icn> 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  489 

•  nui  vi  faremo  menlion  solamente  i!p  quelle  Casade  de  gentil- 

■  homini  che  son  vive  a  questo  tempo  mille  quattrocento 

■  cinquanta  doe,  e  delle  inancade  non  vi  Faremo  menlion  per 

■  che  le  son  per  numero  altre  tanto  de  quelle  se  trovano  al 
'presente,  et  quelle  metteremo  qui  sotto  per  alfabeto.  •  Esse 
in  fatti  si  novennio  tosto  alfabe.1 inamente,  incominciandosi 
dalla  famiglia  Avìuiml'u  (li  Mantova,  da  quella  di  Abramo  di 
Trieste,  di  Alberto  di  Uerlagna,  ce.  ec.  Questa  cronica  è  pre- 
ceduta d'altra  brevissima  operetta,  il  cui  argomento  è  notalo 
ìn  sul  principili  msi  :  ('emr  .lf.'Yi;  jhiiji-ii:n:  Ih-i  i.'.jyic  ti  ,i  .  in-  .■!!(»(■> 
eì  velie  al  mon.fo.  Incomincia  con  questi;  parole:  »  f)n  poi  ia 

■  passimi  del  nostro  Signor  Jcsu  Cbristo,  li  suoi  Apostoli  fti- 

■  rono  dispersi  lonzamente  per  ci  mondo,  ma  da  poi  la  resu- 

■  ree  I  io  ne  di  quello,!  ec.  E  finisce  così  :  ■  Da  poi  Enrigo 

■  Quarto  succdelte  lo  Imperio  Lutrcro  de  Sansogna,  et  in  lui 
.  fini  la  casa  de  Baviera,  lo  Imperio  tht:  Quarto  Enrigo  bavea 

•  tenuto  l'uno  d  ri  ehi  l'altro.  ■  Quest'operetta,  che  gin  vide  la 
luce,  t  ben  nota  anche  per  la  sua  rarità. 

10ÙÙ6'. 

1Ì26.  Decreti  del  Senato  Veneziano  intorno  a'  Governatori 
degli  Stati  della  Repubblica. 

Membranaceo,  in  rt"  picf olo .  ranneri  corsivi,  secolo  ivr, 
diretto»  di  alcuni  fogli  sul  principio 

11  contenuto  di  qucslo  codice  è  una  raccolta  di  tutti  de- 
creti ilei  Senili"  vendo,  del  Loi>*i<;lio  imi  ghinee ,  <■  rl'aìln 
officii  e  magistrati  subalterni,  sopra  gli  obblighi  imposti  ad 
un  podestà,  rettore,  rappresentante,  o  capitatilo,  che  la  re- 
pubblica incaricava  del  governo  d'una  città,  d'un  castello, 


ago  MANOSCRITTI  ITALIANI 

<T  una  terra ,  o  d' altro  luogo  de!  suo  dominio.  11  codice  è  nella 
sua  prima  li-calura  originale  con  l'ormi  impressevi  in  oro  di 
quel  lettore  o  podestà,  il  quale  lo  aveva  ricevuto  da  quel  ma- 
gistrato, cui  doveva  prestare  il  giuramento  di  fedeltà,  e  ili 
obbedienti,  lì  poiché  d'ordinario  tali  codici  (si  come  pur  lutte 
le  cosi  dette  Ducali,  delle  quali  lae.eiamo  menzione  a  suo  luogo 
e  poyseiliife  il  il  4  j  L;i  1ìi]>!  io!  tra  J  suini  ornali  ili  quali  In'  liei  la 
miniatili';!  inni  e  improbabile,  elie  sprci  a  imbuto  questo  Li  ser- 
basse bella  cosi ,  che  avesse  fatto  nascere  la  tentaiioue  a  qual- 
i- hit'  a  ii  ialine  ile  111'  cosi'  Ivi  li'  si'n/.a  spe>a,  di  toglierla  dal  codice. 

10452. 

437.  Ducale  Veneta  a  Giovanni  Barbo. 
Membranaceo.  In  B".  cantieri  corsivi,  di  pagine  100 .  i-ecolo  iti", 


Ciò  ch'io  sono  per  dire  sul  seguente  codice  segnato  n°  Si8 
può  riferirsi  a  questo,  con  la  sola  diflcrenia,  che  nel  pre- 
■  ente  la  Ducale,  ossia  lelt''ia  di  governo  ,  e  imiirilfa  a  Giovanni 
Barbo  per  l'isola  di  Candìa,  c  ebo  la  miniatura  di  cui  è  adorno 
è  meno  bella  di  quella,  di  cui  è  adorno  il  seguente. 

10453. 

fii8.  Lettera  di  Governo,  ossia  i)acute  i  udiri  Uà  ad  Alvise 
Loredan. 


lì  il  contenuto  di  questo  codice'  una  di  quelle  lettere,  che 


DELLA  UIBL10TECA  DEL  RE.  %i 
ria  Venezia  ni  sì  r.hiaiuavano  Idtai-  [inoli,  n  scmplirt'  riunì  le 
Bacali,  perle  quali  i  dogi  mandando  un  nobile  al  governo 
di  qualche  cìUà  o  provincia  gli  dieliiaravruiLi  inft'  i  suoi  ob- 
blighi e  diritti  nel1,'  csi'i'ciii»  ilei  gnu 'nifi  ini  dosimi),  come  s'è 
detlo  nel  codice  segnato  11°  42G.  Ed  è  questa  appunto  una 
Ducale  del  doge  Andrea  Grilli  ad  Alvise  Lnrcdnn  detto  e  des- 
tinali) podestà  e  capilanio  a  Collegllano.  Queste  Ducali,  come 
s'è  detlo  altrove,  souo  quasi  srnipre  adorne  da  principio  d' una 
miniatura  col  ritratto  di  qin'l  nubili.1  cui  è  indiritta  la  Ducale: 
la  quale  miniatura,  com'è  ben  naturale,  è  più  o  meno  bella 
secondo  la  valentia  del  pittore,  che  fu  trascello  a  dipingerla; 
e  mi  sovviene  di  averne  vedute  di  preziosissime  Fatte  per  le 
mani  medesime  d'un  Paolo  Caliari,  d'un  Tintorotto,  e  d'al- 
tri. Quella  di  cui  è  urnato  il  presente  codice,  e  che  rappresenta 
la  Beata  Vergine  cui  bambino,  dinanzi  a' quali  sta  ginocchioni 
it  I.oredan  dirimpetto  ad  un  vescovo,  che  gli  presenta  il  Van- 
gelo su  cui  deve  giurare,  non  può  dirsi  mali-  condotta,  ma 
in'.'  pure  tra  Ir-  più  hcll.- .  iumiciìihIo  di  .-.piiilo .  ed  essendo, 
come  dicono,  un  po'  secca.  Ricorda  essa  moltissimo  lo  stile 
didla  prima  seriola  di  Giovanni  Bellino. 

10458. 

(ho.  Decreti  della  Veneta  Repubblica  concernenti 
l'amministrazione  interna  de'  suoi  Stati. 

Questa  pure  può  dirsi,  come  l'altre  ne'  codici  seguali 
num'  437,418,  43o,  43i,  una  Ducale,  non  però  delle  comuni, 
poich'essa  rinchiude  non  solamente  la  dichiarazione  degli 


4{p  MANOSCRITTI  ITALIANI 

obblighi  genti-ali  di  colui,  che  in  qualità  di  podestà  o  capi- 
tarne- eia  mandato  dalla  repubblica  ;il  governo  dì  qualche 
citta,  provincia,  o  luogo  qualunque  soggetto  al  dominio 
d'essa  repubblica,  ina  contiene  altresì  una  collezione  copio- 
sissima di-'  (leuvti .  clip  in  varj  lem  pi  l'us  i.iu.  pi  ih!  il  irati  intorno 
alia  particolare  interna  a  un  ni  ni  strazio  ne  degli  stati  della  re- 
pubblica medesimi!.  Veglisi  il  aulire  ugnali*  n"  flaG,  i  de- 
creti coutenuti  nel  quale  sono  tutti  iu  questo,  ma  non  con- 
tiene tutti  quelli,  che  in  questo  si  trovano.  — ■  La  presente 
Ducali  è  nulla  sua  prima  originalo  legatura,  col  bone  impresso 
in  oro  sopra  le  coperte,  ed  i  del  doge  Marino  Grimani,  in- 
diritta a  Carlo  Pasquoligo  eletto  podestà  al  governo  di  Castel- 
franco con  ordine  di  osservare  anche  tutti  gli  statuti  della  cittì 
di  Treviso. 

10459. 


43o.  Ducale  Veneta,  o  lettera  di  Governo  a  Taddeo 
Barocci. 


Altra  Ducale  pur  questa,  cb'è  indiritla  a  Taddeo  Barocci 
eletto  podestà  a  Vale.  Voggansi  i  codici  riunì1 417,  4^8,  43  j, 
e  ciò  che  s'  è  detto  di  quelli  dicasi  di  questo ,  il  quale  però 
manca  del  primo  loglio,  dovi;  foise  nflh  miniatura ,  clic  più 
non  è,  stava  scritto  il  nome  del  doge,  dal  quale  il  Barocci 
ricevette  la  Ducale. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  493 


10450*. 
43 1 .  Ducale  Veneta  a  Pietro  Bollahi. 

Meinbraiuceo ,  in  8\  «nutrì  conivi,  di  pagine  Go,  secolo  MI*,' 
ben  coiuer-.no. 

È  in  questo  codice,  come  vediamo  in  altri  codici,  una 
lettera  di  governo  o  Ducale;  con  la  di0érenia  elio  in  questa  il 
doge  Pasquale  Cicogna  indirizzandola  a  Pietro  Bollani  il  no- 
min.1  eri  elegge  sollJiii.il  consigliere  ìi  lìellilmo  [it'i-  aiiiiì  due. 
Le  miniature,  che  l'adornano,  non  sarebbero  spregevoli,  ma 
sono  guaste.  Sul  principio  leggonsi  questo  parole:  CodcxD.An- 
tonii  Paure.;  |e  poco  innanzi  In  prime  liuee  della  Ducale,  scritta 
con  altri  caratteri  è  questa ran notazione  :  Achcté  à  Venise  le  gc. 
jourd'AousI  1G29.  7     —  Fatert. 

10461. 

433.  Ducale  Veneta  anonima. 


Ciò  che  si  è  detto  del  codice  segnato  u°  42Q,  contenente 
una  lunga  Ducale  del  doge  Grimani  a  Carlo  Pasqualigo,  può 
applicarsi  a  questo,  che  n'è  una  copia.  Se  non  che  qui  non  ri- 
Sulta  né  il  nome  del  doge,  nè  quello  dell'eletto  al  reggimento, 
ossia,  come  qui  sta  scritto,  all'  imperio  di  llomaniti  ri  specinliaeiiir. 
dell'Isola  di  Canditi,  perché  manca  il  primo  foglio,  nel  quale 
al  solilo  sono  scritti  i  nomi  si  del  doge,  che  del  nominalo  al 
tale  o  lai  altro  governo.  E  ben  probabilmente  manca  questo 


da4  MANOSCRITTI  ITALIANI 

primo  foglio,  perclie  adorno  ili  qualelie  bellissima  miniatura, 
rli  cui  forse  taluno,  come  s'è  detto  altrove,  per  amore  alle  arti 
avrà  voluto  impossessarsi  me.  Argimieiito  cosi  non  solo  dall'es- 
sere per  lo  più  tulle  queste  lineali  ornate  di  miniature,  ma 
altresì  per  la  finezza  e  candore  delle  pergamene,  delle  quali 
il  presente  codice  e  composto,  per  l' eleganti  e  nitidezza  de' 
caratteri  con  cui  e  scritto,  per  la  legatura  sua  eh' è  suntuosis- 
sima  per  quo'  tempi ,  e  pei- le  stesse  sue  coperte  tutte  impresse 
in  oro  e  prar.id^  .1  in  cri  i  ■-■  dipinti';. 

10461*. 

433.  Discorso  di  A.  Maurilio  Valperga  sull'isola  dell'Elba. 

(.ioni  prendesi  iti  [presili  ri  11  lire  ini  —  Uteri-  disiano  dell'  Mtut- 
licy'/n?.  ci  ilÌ!/ii-ii:iin'jij:i.  th-lii  iÌik  l'ii/:-c  ili  ì'it. intimo  ci  Isola  dell' 
Elba,  et  In  nuova  fortificutione  d'essa,  perresistere  ad  ogni  attacco, 
a  insnltn  imitimi,  ■■!  -Idir  i/iaii  imisty m 71: 1;,  fin-  ni:  attribuisce  la  Co- 
runa et  la  Francia  insieme.  — L'autore  di  questo  discorso  e 
A.  Maurizio  Valperga,  com'è!  stesso  si  sottoscrive  nella  sua 
lettera  rieri  leu  loeia  tire  precede  ii  ilistoivj  inedesimo,  indirilla 
ad  un  cardinale,  di  cui  non  apparisce  il  nome;  ed  È  data  di 
Piombino  a'  iH  del  mese  di  novembre  dell'anno  i6dg.  La  di- 
ligenza con  cui  fu  scritto  questo  codice;  la  nitidezza  ed  ele- 
ganza de'  caratteri;  Li  legatura  sua  originale  in  pergamena 
co' fogli  dorati;  la  bella  carta  geo  grafico- topografica  fatta  a 
penna  in  fine  del  codice,  rappresentante  l'isola  dell' l-llba; 
lutto  moni  induce  a  credere  esser  questo  l'esemplare,  ebe  il 
Valperga  offerse  a  quel  cardinale,  die  lo  aveva  mandato  a 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  .  i9à 

quell'isola  per  averne  di  essa  tutte  quelle  notizie  topografiche, 
politiche,  interne,  industriili,  r:  ultimili ,  clic  ti  comprendono 
appunto  nel  discorso  sopraddetto,  Hod  so  s'ei  sia  stato  pub- 
blicato, ma  non  mi  semina  rio  probabili:,  poiché  l'accuratis- 
simo sig.  Luigi  Marini  nella  sua  Biblioteca  Jt  fortificazione ,  do1,  e 
ricorda  due  open:  did  rnt;di>sijiiu  Val|>nf;n  poste  in  luce  in 
Napoli  negli  anui  :(i53,  ifìòo,  non  fa  alcun  cenno  della  pre- 
sente. Del  resto  se  fosse  stato  noto  più  per  tempo  questo 
codice,  cioè  allora  quando  del  nome  giustamente  glorioso  di 
quell'isola  ne  risonava  a'  di  nostri  da  per  tutto  la  fama,  io 
credo  bene,  che  non  sarebbe  staio  dimenticalo. 

•10462. 

434.  Contese,  che  in  sul  principio  del  secolo  xvii*  insorsero 
tra  il  Papa  e  la  Repubblica  di  Venezia. 


Contiene  il  pieswile  endice  Li  ■ —  l>»-irtis;itin»u  delle  contese, 
che  sono  slate  tra  Sua  iuii'.dà  ci  in  Sttrrut.'.iimi  Rrpuhlilìia  ili  V'i- 
naila so/ira  li  rapitoli,  dcl/i  tinnii  sima  stilli  li  dispareri;  con  tacca- 
modamento  seguita  con.  il  mezzo  dell'  ìUìno.  Cardinale  di  Gioiosa  per 
Alleilo  manduto  dalla  Maestà  del  Senna.  Re  Christianissimo  di  Fran- 
cia et  di  Navarra,  l'unno  1607.  Due  conoide-razioni  importanti 
nascono  dalla  lettura  di  questo  seritio;  la  prima,  del  gran- 
dissimo allctto  che  i  re  di  1' 'ranfia  portavano  a  quella  repub- 
blica; e  la  seconda,  della  sincera  stima,  di  cut  la  repubblica 
godeva  presso  tutte  le  più  alte  potenze  europee ,  benché  quanto 
alle  sue  fòrze  fosse  ben  al  di  sotto  a  ciascuna  di  loro.  Sebbene 
!"  eleganza  di  questo  codice,  e  l'accuratezza  con  cui  fu  scritto. 


aa6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ci  possano  indurre  a  prima  giunta  a  crederlo  quello ,  che 
l'autore  prescnlùad  una  delle  Corti  ivi  nominato,  pur  io 
penso  non  sia  che  una  copia  la  quale  fu  fatta  per  mandarsi 
in  il'Hi.i  al  .■.];;.  I,  invilii  ni  di  MarsiMi,  al  quale  appunto  c  iti- 
diritto  il  codice,  come  leggasi  cella  prima  pagina.  Comunque 
ciò  sia,  non  era  indegno  di  più  alta  destinazione. 

I0/t62'. 

S35.  Raccolta  di  operette  di  Paolo  Sarpi. 

Cartaceo,  in  Y  pirr ,  r:iriMf  ri  furavi .  i!i  pagine  Knn  .  veote  mi'. 

È  iti  questo  codice  una  raccolta  delie  —  Opere  et  opinioni 
di  Fra  Paola  Sarpi  Servita,  si  come  leggesi  in  sul  principio. 
Forse,  tutto  ciò,  clic  conlicnsi  in  questo  cotlicc  sari  già  stato 
dato  iillc  .stampi!.  \il  ugni  modi)  poircldie  finirne  tldi^eiito 
metitc  l'esame,  essendo  questa  una  copia  singolare  dello  sole 
picciolo  operette  di  fra  Paolo,  la  quale  fu  fatta  in  Venezia . 
mentr'egìi  viveva,  e  di  là  mandata  ad  alto  personaggio  in 
Francia,  il  quale  era  a!]<>i-.i  prò  li,?  li  il  mente  un  cardinale  mi- 
nistro ,  vedendosi  impresse  in  oro  Sopra  le  coperte  del  volume 
le  iiisi.'^ui.'  eardinalmc.  Dei  rrslu  sono  tante  di  numero  qui 
riunite  le  sopraddette  oppi-elle,  die  troppo  tempo  ch'io-  non 
ho  ini  abhisoijriciclilie  ;i  trascriverne  i  soli  argomenti,  inco- 
minciandosi dalla  eiilà  di  Oneda,  poi  sui  Greci,  sulle  con- 
tribuzioni, sulle  processioni,  sul  modo  di  accogliere  i  Brevi 
dei  papi,  sul  patriarcato  di  Aqiiileja.  sopra  quello  di  Cons- 
t.nitinopolì,  siili' abli.iiia  della  Yangad i//.a .  sui  l'adii  della 
Carità,  ec.  ec.  lì  pur  a  desiderarsi,  rame  dissi  qui  poco  sopra, 
che  sia  tran quillam ente  e  per  chi  avesse  il  tempo  ch'io  non 


DigilizM  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  S97 
ho,  esaminato  il  presente  codice,  onde  conoscere  se  tutto  ciò 
ch'ei  comprende  sia  stato  pubblicalo  ;  chè  ben  ne  merita  un 
tale  studio  fautore;  il  quale,  trascrivendo  io  qui  alcune  parole 
del  Gamba,  non  è  a  dir  vero  un  esempio  della  cultura  della 
nostra  lingua,  ma  ha  bensì  l'urli:  ilelln  scrivere,  specialmente 
ndk  ii/n're  di  genere  storico,  come  Cicerone  la  suggerisce, 

10462--*. 

436.  Dispareri  tra  la  Corte  di  Roma,  e  la  Repubblica 
Veneta. 

ClrUceo.  in  appiccolii,  «rallini  wnsijj'ilici .  :li  pagine  80.  jecolo  ira*, 

Conliensi  in  questo  codici'  la  —  Dc-.liiralior.f  ile/li  Capitali 
sopra  li  anali  sono  siale  le  contese  et  dispareri  tra  il  5nmmo  JPonii- 
jìce,  et  la  Serenissima  Repubblica  Veneta;  con  lo  accomodamento,  ec. 
Vcggasi  ciò  che  s'è  detto  del  codice  segnato  n*  434 ,  di  cui, 
eccetto  alcune  picciole  differenze,  questo  è  copia;  o  quello  di 
questo.  Noterò  soltanto,  che  dove  nella  prima  pagina  di  quello 
è  un  iudiriizo  al  sig.  di  Marsilii,  ridia  prima  pagina  dei  pre- 
sente stanno  scritte  con  caratteri  d'oro  le  seguenti  linee: 
All'  I lìmi'.  1.1  Vxihnu-  stufiti:  mii,  Ciilviulia".  il  su/hiir  AiiiMn,  wdir,. 
della  Maestà  del  Re  Chiistianissimo  di  Franta  et  di  Navura,  Resi- 
itui 'ijipirj.'ii  la  S:iìim.  lii-pnU.-tiai  ili  Venetia.  1607.  Il  quale 
indirizzo  sia  stato  latto  dal  compilatori.1  di1'  sopraddetti  capi- 
toli, o  da  chi  fu  incaricato  d' inviarli  all' ambasciatore,  sem- 
brami per  Ogni  indizio  poter  affermare  essere  questo  il  codice 
autentico,  che  fu  presentato  a)  sopraddetto  ambasciatore 
francese. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10462'. 

S37-  Opinione  di  Paolo  Snqii  sul  modo  (fi  perpetuare 
il  dominio  della  Repubblica  Venela. 


Il  titolo  del  presente  coelite  è  coimi  .sr;ia:  :  Opinione  delPadre 
Fra  Paolo  (Sarpi)  Seniitn,  Consnilore  <ti  Start,  data  olii  Signori 
Inquisitori  di  Stalo;  in  qua!  modo  debba  governarsi  la  Repubblica 
di  Veitetia  internamente  et  esternamente  per  haver  perpetri  dominio; 
con  la  quale  sijiondcrano  gì' interrai  ,ii  l'ini  li  Principi;  da  lui  des- 
critta per  pubblica  Commissione,  Hanno  1  fi  1 5.  Intorno  al  quale  co- 
dice nuli' altro  io  ho  a  dire,  essendo  già  stato  pubblicato, 
se  non  ch'è  scritto  assai  diligentemente. 

106Ù2*. 

438.  Opero  varie  di  Fra  Paolo  Sarpi. 


Questo  codice  puro,  sì  come  gli  antecedenti  435,  437, 
contiene  alcuue  opere  del  Sarpi,  le  quali  però  non  sono  in 
quelli .  e  panni  ci:  e  il  codice  sia  stato  sciiti  0  il'  tempi  dell' .Ul- 
tore. Appartenne  dapprima,  carne  qui  sta  scritto  —  ISibliotliecae 
Nigrac.  11  contenuto  è  questo  :  I"  Consolazione  della  mente  nella 
tranquilliti  di  coscienza  caasatu  dai  buonmodo  di  viceré  nella  Città  di 
Venezia  nel  preteso  interdetto  di  Paolo  V".  l'anno  1U0G.  svegliata  da 
Fra  Paolo  Servita  Consultore  di  Stato.  La  scrittura  è  indirizzata 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  498 
agli  inquisitori  di  sialo  ,  ed  incomincia  :  i  Tra  le  molte  infer- 
ii inità,  alle  quali  l' lumia  ila  (luliuU'iiii  è  .sj^jelia.  non  e  alenila 
;  die  sta  ti  di  uisj^inr  pericolo,  otti  più  di  ilici;  rimedio,  elio 

■  quella  che  per  consenso  vien  causata  dall' animo  al  corpo,  -ec. 
Il"  liamiitm-  tifile  marnimi;  ìiiiivrxtli  ii/.'r  pimi'  .,i:\'.rìiwi  /■.,jt;ri;--'f.,i 
fra  la  Corte  di  Roma,  e  la  Repubblica  di  Venezia;  e  principili  cosi: 

•  Hoia  che  habbiamo  posto  fine  all'  esame  (lei  quesiti , .  ce.  ce. 
111°  ed  ultimo.  Strattatjcmma  per  schernire  iprWjiudizj  del  moderno 
inlerdetto,  e  scansar  l' acca  s  imi  e  d'allri  iiili.-nh-lli  per  l'avvenire;  ed 
binimi n eia  coti  queste  parole  :  «Grande  c  stala  la  provvidenza 

•  della  natura  air  hurnano  servitù),  rendere  medicinale  la  carni! 
dell.i  Vipera  in  nidtln,  clic  ili  questo  animale  .  t  ho  ha  il  veleni; 

"  per  sangue,  si  ridivi  il  rimedio  pili  efficuci1  p'Tsmiar  il  ii'- 

■  leiio,  che  uccide,  •  ce.  Di  questi  importa ntissirui  scritti  non 
dubito,  che  taluno,  e  forse  tutti,  siono  già  stati  pubblicati  o 
separatamente,  o  riuniti  in  alcuna  delle  molte  e  molte  edizioni 
che  delle  opere  del  Sarpi  si  posero  in  Iure  ,  ciò  che  lo  studioso 
lettore,  volendo,  potrà  a  suo  agio  conoscere;  ma  intanto  è 
bene,  che  si  sappia,  clic  le  sopraddette  tre  opere  sono  scritte  nel 
presente  codice  con  indila  iliii^eni'.u  e  correzione. 

10Ù65. 

fi3o.  Ordini  della  Repubblica  Veneta  concernenti  le  sue 
milìzie. 

Cartaceo,  in  4*.  ranneri  conivi,  di  popne  70.  secolo  iv". 

Il  titolo  di  questo  codice  è  —  Ammari»  di  diversi  ordini  sopra 
li:  onlint<ti:e  i.'r  'l'ina jerma.  Incoili- nrmiiio-,1  dall'anno  i5l8,  e 
proseguendosi  fino  a  l'anno  i58»  stanno. qui  raccolti  tutt'i 


5oo  MANOSCRITTI  ITALIANI 

decreti  principali,  che  fece  la  Veneta  repubblica  intorno  agli 
obblighi  C  diritti  delle  Ordinanze,  cioè  de' soldati,  che  a  quando 
a  quando  si  arnwiavtmo  in  servigio  ili  essa  repubblica.  . 

10/163 '■' 

àio.  Ducale  a  Vittore  Pasqualigo. 
Membranaceo ,  in  d",  cantieri  rp;'..-i  .:.ir.-ivi .  ili  ]nj\:t<:  i5s.  secolo  ivi&, 

E  in  questo  codice  una  di  quelle  Ducali ,  di  cui  s'è  detto 
in  molti  altri  codici  dì  questa  Biblioteca.  La  presente  è  del 
doge  Sebastiano  Venii™  indirizzata  a  Vittore  Pasqualigo,  il 
quale  fu  nominato  podestà  al  governo  di  Lcndioara.  Porta 
la  data  dell'anno  1Q08,  ed  a  diffcreoia  dell'altre  Ducali, 
questa  ha  di  più  nei  fine  un  Repcrtoriam  (scritto  d' altra  mano, 
e  forse  del  medesimo  Pasqualino  por  propria  norma)  Ctimù- 
rionam  Bet/aninu  Lcndenariae. 

10401. 

i .  Risposte  del  Senato  Veneto  al  Provveditore 
dell'Istria. 

Ed  è  veramente  un  peccato,  che  questo  codice  non  sia  per- 
fetto, essendo  l'originale  ed  autentico,  che  la  repubblica  ve- 
neziana mandò  al  provveditore  dell'Istria  in  risposta  a  tutte 
le  domande,  ch'esso  aveva  fatte  alla  repubblica  medesima 
intorno  a  varii  punti  concernenti  l'interna  amministrazione 


OigiiizMt)/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  i-. 
rli'lld  ilivfra«  l'illA  i!  Inumili  .-.[  ^ ut)  jiovnnio  soggetti,  l'ii  ciò  ni 
1  CMiipo  del  dogli  Ag!)?tiim  IJarliarijjjo,  in  nome  c  per  comanda- 
mento de)  quale  fu  compilalo  e  spedito  questo  codice,  ossìa 
questa  Ducale  a  quel  provveditore,  il  cui  nome  seni'  alcun 
dubbio  stava  dichiarato  ne'  fogli  die  mancano.  Termina  il 
codice  con  queste  parole  :  Datam  in  nostro  Ducali  Palaia»  die  xi>°. 
mentis  Augniti,  indizione  nona,  h.cccc.lsiix  primo.  E  più  sotto  è 
la  sottoscrizione  autografa  dei  segretario,  Georgia!  Nig.ro  secre- 

10465. 

442.  Tasse  delle  merci  forestiere,  ch'entravano  nello  Stato 
Veneto  nel  secolo  xvi°. 

Cartaceo,  in  S"  piccolo,  caratteri  tondi ,  di  pagine  a 00,  «colo  ur>, 

.■|:riv:Tval.. .  l!  i  li  1 L:  10. .  .,,  ini  [irir.l  ìiii..  (li  .Illl  iji'l. 

Si  contengono  nel  presente  codice  le  Noti,  ossieno  i  registri 
doganali  della  ri'pubblku  di  Venezia  in  materia  d*  importazioni, 
e  quindi  di  ciò,  che  nel  secolo  ivi0  ciascuna  merce  proveniente 
dall'  estero  doveva  pagare  entrando  nello  slato  Veneto.  Benché 
di  nessuna  reale  utilità  sia  questo  codice  a'  tempi  nostri,  pur 
è  piacevole  l'osservare  le  differenze  si  della  natura  delle  merci, 
di  cui  lo  stato  allora  abbisognava,  die  delle  tasse  che  a  quel 
tempo  s'imponevano  alle  merci  medesimo. 


5C.5  MANOSCRITTI  ITALIANI 

10465*. 
443.  Elezioni  de'  Veneti  Magistrati. 
ben  amentto**' 

Veggasi  ciò  clic  se  ne  dice  de  cedici  segnati  nura'  448  e 
A4g,  del  primo  (io'  quali  è  il  pnwnlc  copia  esattissima,  e  del 
medesimo  amanuense;  ed  è  stata  fatta,  come  leggesi  in  sui 
princìpio  a  cai'alteri  d'oro,  particolarmente —  perl'Ilìmo.  et 
Ultima.  Hunsiijnoiv  .'[.''idic  Provano  Degnissimo  Ambasciatore  po'  il 
Servai?.  Duca  di  Stirota  oppresso  Itt  Serenissima  Siynarìadi  Venetia. 

10465'. 

444.  Relazioni!  delta  riuj  i:  Repubblica  di  Venezia. 

Cartaceo,  in  A'.  ranlU-ri  r.irsi'i.  di  |.spr:t  ino,  verso  la  Eoe  del  Kcolo  ivr>, 
.1:  !:-.n::n  ,  .-ii^tvi. 


il  titolo  del  presente  codice  e  questo  :  Bplalione  lidia  ima  , .' 
repubblica  di  Venezia,  nella  t/uate  sono  descritti  li  prirteipii  di  sua 
■.■iijiinln.nr,  rtvtmiamenti  ,  fn-ii.Ti.srr  e  i-trilil:-  (Ma,  decerne.  Riti, 
Costumi,  Dominiti,  Forte,  Erario  ,  Adltcrcnze  co  Principi,  et  diffe- 
■ii-:,-  .-(/■  /■/■';.',■,;■!  dti!' Imperio  fi  turisti  ili  precedenze,  incomin- 
cia la  Relaziono  in  questo  modo  :  •  Hebbe  origino  la  Citta  di 

i'\i'l]iHÌil   [si  rome   I'  !IÌ..(oiii!   (iescl  iviilid  )    da'   l'adi,  n  ;i  ni .  li 

ii quali,  per  timore  de'  Goti,  clic  venuti  in  Italia  andavano 
»  (ievaslamli.)  i  Illaidii  |iiii  uolaliili ,  deliberarono  sotlo  il  giorno 
»  dei  i.  Mano  dell'anno  4ai.  ablncarnatione,  »  ec.  Non  risulta 
d'alcun  luogo  di  questa  operetta  chi  ne  sia  stato  l'autore,  e 


L'i  1 1  Zl'I  c, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  So3 
per  lo  indagini  clic  ho  fatte,  probabil melile  è  inedita.  Sembra 
però  che  l'autore  fosse  un  Veneziano,  e  molto  instrutto  delle 
cose  interne  e  più  recondite  della  sua  patria.  Vi  rincontrai 
degli  aneddoti  e  delle  considerazioni  piacevolissime  a  leggersi , 
le  quali  potrebbero  anch'essere  di  qualche  utilità  a  chi  sì 
accignesso  a  comporrò  una  novella  storia  di  quella  un  tempo 
famosa  città  e  repubblica. 

10466. 

/liò.  Scrittura  di  Tommaso  Contino  sul  modo  di  regolare 
il  corso  dei-fiume  Brenta. 
Cartaceo,  in  i',  laraileri  corsivi,  di  pagine  yo,  stailo  «ir, 

È  in  questo  codice  una  scrittura  di  Tommaso  Conlino  Proto 
e  Architetto  della  repubblica  di  Venezia  intorno  al  modo  di  re- 
golare il  fiume  Brenta,  proponendo  fra  tutti  gli  altri  ineizi 
quello  di  costruire  due  riot'tr  rulla  villa  drll.i  Mira.  1  ..i  qu;ilf 
scrittura  fu  so  t  toreri  Ila  <1jl  tutli  ijiu;'  nobili  die  prusiudevano 
alla  magistratura  sul  corso  dello  acque,  i  quali  si  chiamavano 
Savii  alh  acque;  ed  ha  la  data  seguente  :  la  viìia  Mia  Mira  a 
ig.  Marzo.  1G1 1.  Ed  in  fine  lesesi  l'nppi  ava/.Hiiie  del  così  detto 
Collegio  delie  acqtu,  il  quale  ordina,  che  lutto  sia  fatto  et  eseguito 
in  conformità  dei  consigli  dati  in  essa  scrittura.  In  fatti  le  due 
porte  sono  state  fatte  nella  sopraddetta  villa  della  Mira,  e  si 
veggono  presente!  nini  Le;  cusicube  nessuna  utilità  può  trarsi  da 
questo  codice ,  eccetto  quella  di  conoscere  le  ragioni ,  che  de- 
terminarono f  architetto  a  proporre  la  costruzione  delle  duo 
porte,  ed  il  magistrata  ad  approvarle; 


6a6  MANOSCRITTI  ITALIANI 


10Ù67. 

446.  Serie  de'  Dogi  di  Venezia,  e  de'  Procuratori  di 
S.  Marco. 

Cam™,  in  8*.  caratteri  conivi,  dì  pagine  i5o.  secolo  ini*, 
ben  conservalo. 

Contiemi  in  questo  codice,  per  ordine  alfabetico,  una  serie 
od  elenco,  giuntavi  pure  una  brevissima  storia,  di  tult'i  dogi 
e  procuratori  di  S.  Marco,  dal  cominciamento  della  loro  ins- 

deììa  eledone,  il  nome  elei  padre  dell' eie t Lo ,  gii  anni  che  visse 
o  come  doge,  o  corno  procuratore,  l'epoca  più  solenne  del  viver 
suo,  e  finalmente  il  giorno,  il  mese,  e  l'anno  della  sua  morte, 
tutte  queste  notizie  si  hanno  da  questo  codice,  che  può  forse 
per  esse  divenire  di  qualche  utilità  per  la  storia  generale  di 
quella  repubblica ,  o  particolare  di  qualche  Famiglia. 

mio. 

A47-  Regole  del  Collegio  Salviali. 


Si  comprendono  in  questo  codice  le  —  Regole  del  Collegio 
Stilettili ,  fate  dalia  felice  memoria  dell'  Iltmo.  e  Rino,  signor  Car- 
Aiiitik  Sull'iati,  jiiiulalinv  ilei  delle.  I.i.i:«.  Le  sopraddette  regole 
sono  divise  in  sei  capitoli ,  il  primo  de'  quali  concerne  il  go- 
verno del  Collegio,  e  1'  ultimo  comprende  varii  avvertimenti  et 
ordini.  Credo  bene,  che  pochi  si  cureranno  della  notizia  di 


i  n  I  :  c, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5oS 
questo  scritto,  ma  noi,  secondochè  abbìam  dichiarato,  dob- 
biamo esser  coiilpuli  a'  essa  riesca  graia  anclic  ad  un  solo. 

10471. 

448.  Cartaceo,  in  il',  rarilleri  corrili.  secolo  inr,  ben  conservalo. 

Il  codice  qui  appresso  segnato  n°  449  *  copia  tratta  da 
questo,  il  quale  però  è  più  elegante  do'  caratteri,  e  più  dili- 
gente nella  scrittura. 

10Ù72. 

44g.  Elezione  de' Veneti  Magistrati. 

Cartaceo,  in  11".  caratteri  conivi,  di  pagine  ilio,  secolo  ira*,  di  buoi» 
COJjMrvaiione. 

Il  contenuto  del  presente  codice,  come  leggesi  in  sulla 
prima  pagina,  è  il  — Numera  et  qualità  di  quei  Magistrati,  die 
sano  diipcnsati  per  eletlione  dcll'Ecdmo.Consigliodc  X.  et  per  l'Eterno. 
Strialo,  et  per  il  Maggiore  Consiglio  sì  in  Venelia  come  in  Mare  et 
Terra-Ferma  et  per  tutto  il  Sermo.  Dominio  Vèneto.  Termina  ■  lo 
scritto  con  un  indice  alfabetico  dei  Nomi  de  tolte  h  Casade  delia 
Nobiltà  di  Venetia;  come  vediamo  in  altri  codici. 


5o6 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10474. 

i5o.  Discorsi  di  Enea  Alberio  sul  porto  dì  Cervia,  e  sui 
modo  di  fabbricare  il  sale. 


Per' tutti  gl'indizj  sembra  essere  ijui'sto  il  codice  autografo, 
Kiso  contiene  due  discorsi;  l'uno  —  intani»  ut.  l'orlo  di  Cervia, 
e  l'altro  —  intorno  ai  modo  di  fabbricale  ii  sale.  L'autore  n'è  un 
Enea  Alberto,  clic  si  sottoscrive  nella  sua  lettera  dedicatoria, 
eli.-  -ni  nrintipiu,  indirì;t;i  ad  iin  cardinale,  ili  cui  so ■  ■  ■  > 
dipinte  l'anni  scolorì  nella  prima  pagina  rìel  codice.  I  soprad- 
detti due  discorsi  furono  scritti  dall' Alberio  per  comandamento 
di  esso  cardinale,  il  etti  nome  è  taciuto.  Il  primo  discorso  in- 
comincia con  queste  parole  :  ■  Il  Porto  della  città  di  Cervia  è 
■  situato  nella  spiaggia  del  mare  Adriatico  a  dirittura  del  vento 
"Greco-levante;»  ed  al  secondo  discorso  si  dà  principio  in 
questo  modo  :  «  i'er  fabbricare  il  salu  nelle  ialine  di  Cervia,  vi 
-è  necessaria  l'acqua  del  mare;  onde,  ■  ec.  Ne'  nostri  biblio- 
grafi non  trovai  fatta  menzione  alcuna  di  queste  operette,  né 
del  loro  autore. 

10475. 

45 1 .  Feste  che  si  fecero  in  Venezia  all'arrivo  iti  quella 
ci  Uà  di  Errico  11?  Ho  di  Francia. 


Condensi  in  questo  codice  una  descrizione,  o  notizia  jiarlii.o- 


La-.i  i  :  c, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5o7 
lare  delle—  Feste  et  Trionfi  falli  dalla  Serenissima  Signorìa  ili  Ve. 
netia  nella  felice  venata  di  Hcnrico  III'.  Cristianissimo  He  di  Francia 
si  di  Polonia.  L'autore,  di  cui  lacesi  il  nome,  è  un  Veneziano 
(Ml.i  prmmcia  l'adi. vana,  che  se  n'andò  a  V cnezìtt  Ìli  quella 
circoslauia,  e  deseri  \  i:  tulio  quello  e  In-  lui  v  in  luto  cogli  occhi 
proprìi ,  in  co  min  ci  a  lido  così  :  ■  Alli  S.  Luio  i  67  d.  ini  partii  di 

■  Montagnano  per  andar  a  Vcnetia  et  veder  la  venuta  di  Hcn- 

■  rico  111°.,  ■  ec.  Oltre  le  noti;ic  ili  ciò  di'  ri  vide  in  quei  giorni, 
le  quali  certo  possono  meritare  d'essere  conosciute,  dà  poi 
anche  la  copia  (li  alcune  poesie  Ialine  e  italiane,  che  in  quella 
lietissima  circostanza  furono  composte. —  ■  Alli  37.  che  Iti  il 

■  Martedì  me  n'  andai  a  trovare  uno  nostro  Dottore  Veronese 

■  Messer  Francesco  Merendi  dottissimo,  per  visitarlo;  qua!  era 

■  in  casa  di  Messer  l'ani»  Marnicelo,  e!  mi  delle  li  versi  qui 

■  inscritti  compilili  ih  lui.  »  li  c[ui  appunto  seguono  due  cpi- 
^liiiimii  Ialini  ili-!  Mi|n  ii(lili'tlii  Murando.  In  lini:  poi  ilei  codice 
è,  per  la  stessa  penna .  tinscii Ita  la  cojjvi  ili  una  —  Tragedia 
del  S.  D.  Cornelio  Fruniji/iaiie,  al  Christianissimo  et  Invittissimo 
Henrko  III'.  Re  di  Francia  et  di  Polonia  ;  recitata  nella  sala  del 
Giìw  Cii'tirjJif  di  Vearlin;  la  quale  incomincia  così: 

Partito  son  da  l'onde  di  Nettuno. 
E  termina: 

E  riportar  l'antica  eia  dell'oro. 

Codice  0  questo,  clic  reputarsi  dove  prezioso  per  molti  riguardi. 
Come  dissi  di  sopra  non  si  sa  il  nome  del  suo  autore;  ma  certo 
è  intanto,  ch'egli  era  mi  amatore  di  libri,  non  so  poi  se  per  rac- 
coglierli solamente,  0  per  leggerli;  perciocché  alla  pagina  57 
non  dice  niente  più,  ehi:  le  seguenti  paride  :  ■  Me  n'andai  poi  a 
.  San  Marco  (il  di  a8.)  per  comprar  libri.  ■ 


DigjlizMDy  Google 


5o8  MANOSCRITTI  ITALIANI 


10&76. 

i5a.  Capìtoli  del  Magistrato  alle  acacie  in  Venezia. 

Contiene  questo  codice  il  —  Sommario  delle  Parti  Mli  Capi- 
toli de  r  Officiti  sopra  ti  Mtijiiiirutt:  tilt-.-  m.y ur.  Ognuno  che  pei- 
alcun  poco  sia  iuslrultu  del  governo  e  dell' amministrazione 
interna  della  repubblica  ili  Venezia,  non  elle  della  posiziono 
topografica  di  quella  città,  converrà  meco  ben  fac  il  meo  te  sulla 
gravità  ed  import  ;in/.,i  dui  mptiuldetto  magistrato,  c  quindi 
de'  suoi  decreti. 

10477. 
/IS3.  Libro  de' Nobili  Veneti. 

ben  n,i]!erv.to.PaBÌ 

11  contenuto  di  questo  codice,  clic  con  altro  ordine  e  forma 
fu  di  poi  chiamato  il  libro  d'oro,  e  come  segue  :  l.ibiv  de'  Nobili 
Vciirlt ,  ittjijmst/itti  adì  ao.  o'.bilr,-  i  fj/17.  incomincia  dalia  'i'muh 
della  Gran  Nohìhìt  Vract-.t:  indi  seguono  le  cariche  principali 
della  repubblica;  oi\  in  fine  è  l'elenco  0  serie  delle  famiglie. 
Quale  utilità  può  a'  ((iunii  noiìi'i  trarsi  da  questo  manoscritto  ? 
Mi  pare  veramente  nessuna;  ma  forse  così  non  penseranno 
generalmente  tutt'i  miei  lettori,  e  ciò  mi  basto. 


Diginzed  ti)  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5o9 


454-  Elogi  ilegli  uomini  illustri  della  famiglia  Thienc 
di  Vicenza. 


li  titolo  (li  questo  coditi.',  cli(-  ]n'r  lui  Li  <r[\'  inlli/.j  vii  i  lini  mi 
!' auto^riil'o .  i-  il  ji'^ucme:  Gb.  Jui-iji  tìeiti  lìm.mihi  ì\':ih:ii  ikilu 
antica  et  nobilissima  fa  ami  Un  Thityx:  di  faenza  ;  con  (a  firn  del 
Revrdmo.  et  Beato  Padre  Don  Gaetano,  et  delFIlliao.  signor  tonte 
Giulia  'filine.  I  sojiradilRlli  V.lwji ,  ile'  quali  è  autore  Diouisio 
Rondinelli,  gentiluomo  Veronese,  sono  preceduti  da  una  sua 
lettera  dedicatoria,  indiritta  —  A  ludo,  la  molto  illustre  Casa 
Thiene.  Innanzi  a  questa  lettera  i:  io  stemma  gentilizio,  fatto 
a  penna,  d'ess a  !'iiinif;lia.  h  ice  uiiui:  inni  In  ['dizioni  o  memorie 
intorno  ad  Ugutionc  Thienc  fntlo  cardinale  dal  papa  Celes- 
tino 111°  l'anno  1 191,  e  le  ultime  si  riferiscono  alla  vita  del 
Beato  Don  Gaetano  d'essa  famiglia.  Se  a'  letterali  poco  gra- 
dita riuscirebbe  la  lettura  di  questi  Elogi,  credo  che  agli  stu- 
diosi Vicentini  e  ricicli  lori  dille  memorili  patrie  non  sarà  dis- 
cara la  notizia  del  presente  codice. 


455.  Collezione  di  scritti  di  autori  ed  argomenti  diversi. 
Cartaceo,  in  J",  caralleri  conivi,  di  pagine  100,  «eoli  m"eini*. 


Si  comprendono  in  questo  codice  gli  scritti  seguenti: 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
I"  Descrittone  ilclìa  marte  dd  Dina  Alessandro  de  Medici.  Chi  sìa 
1'  autore  ili  quesf  operetta ,  non  risulta  per  alcun  modo  ;  che 
sìa  stata  pubblicata,  noi  credo.  Penso  perù  far  cosa  opportuna 
rli  trascriverne  alcune  lince,  dui  si  leggono  alla  pagina  8]  del 
medesimo  caratine  di  tutto  lo  se  ritto  :  "Questa  Di-scrizione 
•  (manifattura  min  .so  di  chi}  è.  siala  traila  il  ai  libri  i3.  li.  1 5. 

■  delle  Storie  I'"  io  re  riti  ne  di  messelo  Benedetto  Varchi;  dove 
.  un  brandello,  e  dove  Un  altro  ad  verbum,  e  ridona  in  questa 
-  l'orina.  .  Dopo  rli  che  si  continua  cosi  :  ■  Qui  appresso  sarà 
»  'e  copialo  ad  ve  ritti  Hi  j  <|  nello  elle  dire  messer  Iteri  lardo  Sedili 
.  dell'uccisione  di  Lorenzo  di  Pier  Francesco  de"  Medici  nel 
.libro  u.  della  sua  Storia..  —  11"  La  Coiyiara  de'  Pazzi  mai 
twquiut  l'unno  1.I78.  Di  questo  scrìtto  pure  non  e  dichiaralo 
latitoie. —  Ili"  I  ita  di  Uurti-hmmiu  Y/tiiri ,  y.rìtiu  d..i  La-.it  ihlhi 
Robbia,  e  tradotta  in  m/jw,  dn  .UWrjmire  Pietro  Stufa  Canonico 
Fiorentina.  Questo  Pielro  Stufa  era  il  grande  amico  di  Bene- 
detto V ardii,  del  quale,  per  di  lui  cura,  fu  pubblicata  in 
Firenze  colle  stampe  del  Scrmartcìli  l'anno  i5Gg  in  8'  la 
commedia  in  prosa  intitolata  In  Suocera.  Quanto  [^ustamente 
celebrala  la  penna  di  ISarloloiiuneo  Valori,  è  inutile  il  dirne; 
sì  come  pure  quanto  piacevole  a  lecersi  la  sopraddetta  vita 
di  lui.  Questa  che,  come  ahbiam  veduto,  fu  trasportata  in 
italiano  dallo  Stufa,  incomincia  cosi:  .La  città  di  Firenze 
.  sortì  il  primo  suo  nascimeli  o  da'  Romani;  e  s'inganna  per 

■  cerio  chiunque  Ini  Ica  d'  originarla  a  Urini  enti ,  .ce.  E  termina 
con  queste  parole  ;  ■  Tale  è  il  line,  di'lielilie  il  nostro  Valore; 
.la  villi  del  ijii.  de  .'-e  nielli  si  proporla  11  no  ad  imitare  de'.  Cit- 
.  ladini,  che  gm  emano  o'^'i .  si  potrà  vedere  un  ili  gloriosa  la 
.  repubblica  Fiorentina.  "  \  egj;a  il  lellore.  se  cosi  gli  piace,  do 
dio  abbiaiu  delto,  nelk  de.-eriiione  del  codice  segnato  n°  191 
alla  pagina  10 3,  del  qui  |ioc.n  sopra  nominato  Luca  della  HMia. 


l'i  1 1    11  e, 


della  biblioteca  del  re.  , 

Che  foss'  egli  a  un  tèmpo  e  letterato  e  scultore  di  allo  merito? 
I  suoi  concittadini  ci  potranno  instruìre  dello  valentia  di 
questo  novello  Michelangelo.  —  !V°  Ricordi  di  Gino  Capponi 
l'anno  liso.  Sono  essi  compresi  in  sci  panini;,  e  ne  trascrivo 
(e  prime  linee,  che  danno  a  legger  cosi  :  »  Sono  questi  eerti 
.ricordi  fatti  per  Gino  (li  Neri  Capponi,  i  quali  fece  in  sua 
voeehie/./.a  (pianilo  «lava  inffniio,  del  [piale  male  l'idi  tini  ri 
.  l'anno  1  àio;  et  primo:  Tanto  terrà  il  Comune  di  Firenze  sin. 

■  stalo,  quanto  terrà  la  spada  contro  li  Stiaui.. .  più  contento 

■  ho  io  avuto  di  quelle  cose,  clic  io  ho  perdonale,  che  di  quelle 

■  che  ho  preso  vendetta  non  v'  impacciate  co'  preti ..."  se 

•  non  in  quanto  a'  sacramenti  et  olfitii  divini,!  ec,  ec. — 
V"  Memoria  di  Giovanni  £  Averardo  dello  Biechi  de  Mutici  ali» 
morte  sua  nell'anno  i/ii8.  —  VI*  Copia  di  alcuni  ricordi  <kl 
magnifico  Lorcmo  di  Piero,  di  Cosimo  de  Medici,  che  fa  padre 
di  Papa  Lione  A",  copiali  dalli  originali.  Rssi  si  compren- 
dono in  otto  pagine,  ed  incominciano  cosi:  >Narratione 

•  breve  del  corso  di  mia  vita,  et  di  alcune  altre  cose  d'ini- 

■  portanza  degne  di  memoria  per  lume  et  informatione  di 

■  rlii  a  noi  succtilci'j  di;'  figliuoli  no.i'.ri,  funi infiala  questo 

■  di  iG.  Marno  1Ì75.  >  —  VII'  Informatione  a  mi  messa-  Rinaldo 
degli  Attizzi  per  andare  all' lìlina.  Repubblica  di  Vcaelia  fatta  a' 
di... .  8bre.  li  ali.  l'Issa  in  noni  incili  :  •  Andrete  a  Venetia,  et 
.prima  vi  troverete  con  messer  Marcello  degli  Strozzi  nostro 
.  Ambasciatore  a  quella  Repubblica,  «  ec.  F.  nel  fine  leggesi  :  La 
soprascritta  informatione  i  copiata  da  una  di  Suolò  di  Giovanni,  da 
lizzano,  clic  ini/un  1,-mpi  era  ili  prlin-ip'iìi  cittadini  di  Firenze,  l'orsi' 
...irà  slata  puhblioata  nella  e  irei  istanza ,  ch'essendosi  posta  in 
luce  l'opera  della  Decima,  ec.  in  h  voi'  in  h',  jj. Li  anni  i  7)1.5  (iti 
in  Lisbona  e  Lucca,  fu  ivi  pur  pubblicato  un  codice  dei  se- 
colo XV,  già  posseduto  dal  detto  Giovanni  lizzano,  ma  non  mi 


5.a  MANOSCRITTI  ITALIANI 

riuscì  di  poter  accertarmene.  —  Vili"  ed  ultimo.  Copio  di  un 
capitolu  mviaii  di  W.i  n!:f  di  Fra  IJ  infamo  Savonarola  da,  Ferrara. 
Si  riferisce  esso  capitolo  ad  on  dialogo ,  eh'  ebbe  il  sopraddetto 
frate  Girolamo  con  Lorenzo  ile  Medici  poco  prima  della  morte 
ili  quest'ultimo.  Per  le  ricerche,  che  mi  fu  dato  di  poter  ins- 
(ituiic.  per  la        parte  que.^i  scritti  sono  niellili. 

10480. 

/|56.  Storia  della  città  di  Civita-Ducale  ile!  regno  di 
Napoli. 

Cartaceo,  in  8°.  caratteri  conili,  di  jingiiic  ioo.  secolo  ivif, 

Si  contiene  ocl  presente  codice  una  storia  della  città  di 
Civila-Dueale,  eli' è  posta  negli  ultimi  confini  del  reguo  di 
N j  n  ■  1  n .  e  (jiiiisi  alle  radici  dell'  Appennino.  La  storia,  ovvero, 
come  ivi  e  scritto,  il  eumpriittm  storico  di  essa  città  i  diviso 
in  tre.  libri.  Do  le  prime  lince  dell'  ultimo ,  e  queste  basteranno 
per  sapere  se  l'opera  Tu  stampata  o  no,  di  che  non  potei  ben 
chiarirmi.  ■  L'anno  vegnenti',  clic  fu  il  iI>ao.  min  Massimi- 

■  liane  fmperadore,  et  fu  eletto  Curio  Quinto  da'  Sucri  elettori 

■  dell'Imperio,  ancorch'ei  avesse  avuto  per  competitore  et 

■  concuiTcute  Francesco  lic  di  broncia;  della  (piale  clettione 

■  fu  fatta  gran  festa,»  ec,  ec.  L'autore  di  questa  storia  non  è 
chiaramente  manifestato,  ma  sembra  essere  un  Papirio  Picedi, 
ilpl  quali?  da  priiicipid  >i  prò pongo mi  alcuni  quesiti  da  scio- 
gliersi nel  progresso  della  stona  medesima.  I  bibliografi  però, 
e  specialmente  il  Toppi  nella  sua  Biblioteca,  non  ne  fanno 


OigittzM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5i3 


10481. 

457 .  l'alti  memorandi  occorsi  in  Italia  dall'anno  1^37 
all'anno  i33o. 

Sembra  a  prima  giunta  che  si  contenga  in  questo  codice 
una  Storia.  d'Italia  ,  '.'«sai  rione  pur  quesiti;!  lilolo,  ma  fattone 

tizie  concernenti  i  fatti  più  uteinoiaiidi  accaduti  in  Italia, 
iDComin  ciao  dosi  dall'  anno  i3^7,  e  non  giungendo  clic  sino 
all'  anno  i35o.  —  Non  è  dichiarato  il  nome  dell'  autore,  il 
quale  però,  considerata  anche  la  dettatura  del  suo  scritto, 
sembratili  essere  staio  ini  Piapolclano  ;  ma  nel  Toppi  non  ne 
trovai  fatta  niemimio.  L'opera  è  preceduta  da  un  Prologo,  il 

.'nello  libro  de  le  Etimologie,  che  lo  primo  homo  de  Grecia,  che 
11  trovasse  lettera  fu  uno  Greco ,  lo  quale  habe  nome  Cadmo. 
-  .Vinte  In  tirili po  ili  questi  1  inni  era  lettera,  »  ce.  PC.  Kssa  opera 
è  divisa  in  11  capitoli,  l'ultimo  de'  ipali  concerne  il  ritorno 
in  Roma  di  Cola  de'  Hiensi.  Da  principio  si  veggono  a'  mar- 
gini delle  pagine  le  citaiiuiii  di  quelle  opere  di  classici  autori, 
dalle  quali  sono  stale  tratte  le  notizie,  ma  appresso  non  sono 
più,  o  perchè  l'autore  se  no  rimase,  o  perchè  furono  dimen- 
ticate dall'  amanuense. 


5ii  MANOSCRITTI  ITALIANI 


10A8S. 

458.  Statuii  de"  Cocchieri  in  Roma. 

Membranaceo  ,  in  Aa,  [srallcri  laudi,  «li  pagine  3o ,  secolo  uvin, 

Contiene  questo  bel  codice  —  Gli  Staimi  Mia  Università  de 
Cocchieri  in  Roma,  li  desso  sema  dubbio  alcuno  ii  codici; 
autentico,  elio  ruiiservavasi  presso  la  sopraddetti!  Università. 
Le  molte  miniature,  e  non  ispregevoli,  ad  oro  e  colori,  di 
cui  e  adorno,  rappresentanti  le  armi  del  papa  Pio  IV',  quelle 
della  citta  di  Pisa,  quelle  di  Pio  V,  di  Gregorio  XIIJ"  ed  altre 
di  diversi  politeisti  r  r-.ii-ilii ki  1  i ,  de'  eoiili-noarono  o  prolesscri) 
l'Università  ;  giuntavi  la  miniatura  della  Beata  Vergine  col 
bambino,  sotto  i  cui  auspici!  si  u  osse  la  Società  de'  Cocchieri: 
i  varii  decreti  nelle  pubbliche  binile,  le  sottoscrizioni  auto- 
grafe de  cardinali  o  notaj  ad  essi  Untori,  il  sigillo  del  senatore, 
quelli  de'  consiglieri  del  senato;  lutto  ciò  chiaramente  di- 
mostra l'autenticità  e  i' unicità  del  codice,  ilei  quale  forse  a 
taluno  non  sarà  discara  la  notizia. 

10483. 

uào,.  Descrizione  della  Villa  Tiburtina  Adriana 
di  Pirro  Ligorio. 

tartareo,  in  4*.  canili™!  Limili,  [li  |iiigiiu<  i(o,  yits<j  la  fine  dei  secolo  iv', 
iti  buona  cocKruiiooe. 

Il  contenuto  di  questo  bel  codici.'  è  dichiarato  perle  seguenti 
linee,  che  si  leggono  da  principio  :  Dtscnttioitc.  delia  superba 


l'ì  j  i     II  C- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  5iS 
''i  miu}inficihihsimii  villa  Tiburtina  Iladriana ,  di  Maser  Pirro 
Lignrio  dedicata  alt  Ili1"»,  et  Jìmu.  signor  Hippaìito  cardinale  di 

naie.  Incomincia  cosi  :  «Tivoli  città  do]  I .alio  Ili  edificata  sopra 
-  l'acque  Abnliiee,  e  ,  secondi)  Virgilio  n<-  dimmtra,  fu  fahri- 
»  cala  dicco  età  d'Intorno,  o  in  circa,  avanti  la  destrullione  di 
■  Troia,  da  Cattilo  e  Tihurlo  frate-Ili,  i  quali,»  ec.  Sono 
mollo  cita/ioni  e  nolo  ne'  mai'giiiì  in  d  ir  li  i:i  razioni!  od  illus- 
traiione  di  alcuni  passi.  Non  è  a  mia  notizia  clic  questa  bella 
opere- ita  sìa  sialo  pubblicata. 


46o.  Diario  dei  Principe  di  Monleleone. 
Cartaceo,  in  8-,  carnieri  corsivi,  ili  rasine  55o,  verso  k  fine  del  letolo  irr", 
di  buona  conserva  liane- 

11  contenuto  di  questo  codice  è  un  —  Diano  del  Principe  di 
Monticane.  Prende  incomi neiamento  il  Diario  (clic  ha  per  suo 
titolo  —  Diavi i  di  Monleleone)  dal  papa  Urbano,  che  fu  Fran- 
cese, e  che  "istituì  la  Crociata  contro  i  Saraceni!  cioè  dall' 
anno  e  giungo  sin"  ali'  a""°  la'J7<  chiudendosi  col 

racconto  di  una  grandissima  neve  caduta  in  i/arsta  nostrupatna 
(cioè  nella  Terra  di  Bari),  «che  durò  più  d'un  mese  c  meno, 
.  che  mai  certamente  in  queste  nostre  contrade  non  fu  né  si 
.  ricorda  mai  tanta  quantità  ,  et  tanto  tempo  a  squagliare.  • 
Per  quelle  parole  in  questa  nostra  patria,  e  per  altre  ancora 
più  chiara  alla  pagina  g.63,  è  dimostrato,  che  l'autore  del 
Diario  era  nativo  della  Terra  di  Bari.  La  più  parte  però  delle 


5,tì  MANOSCRITTI  ITALIANI. 

notizie  e  memorie,  die  qui  sono  raccolte,  riguardano,  coni  c 

ben  naturale,  i)  regno  di  Napoli. 

10Ù851. 

/i 6 1  -  Storia  di  Napoli,  scritta  da  Antonio  Castaldo. 

Cariaceli,  ili  A",  wraileri  corsivi,  di  pigine  170,  in  sul  finire  del  secolo  ivi", 
bei.  lOQMr.alo. 

Il  titolo  del  presuli lu  codino,  di  cui  a  lume  de'  lettori  vo 
a  Ie'jm: rivel  i'  li;  primi:  e  1'  u  1  il  1 1 11-  lini'C,  t-  :  Misturiti,  di  .\iipnti , 
scritta  in  qaattt'i  iiln-i  da  Ium/in  I.'ds.'.-jÌ/h  —  Delle  cose  succedute 
a  sani  tempi  net  ipim-un  di  Pieliti  ili  Toledn  Marchese  di  Villa- 
franca;  dove  si  d-jsirii-nito .  1/  tu.ua.dto  accadalo  in  Napoli,  per 
evitare  (  Im/iiisi-iun-!  al.1'  uni  di  6jmijna,  nel!'  anno  1  54  7  ;  et  l' in- 
felice fine  di  Ferratile  SailS:vcriito  tiUimn  Principe  di  Salerno. 
Incomincia  la  storia  nel  primo  libro,  senza  prologo,  lettera, 
11  avvertimi  ilio  alcuno ,  cosi  :  ■  Mai  nido  io  dopo  lunga  consi- 

■  deralioile  tisololo  Dell'  animo  mio  ili  soviicre  situili  paitico- 

■  lari  degni,  se  non  m'inganno,  di  memoria  et  di  annota- 
li tioni,  »  ec.  K  chiude,  il  nudici.'  nel  ejuarto  ed  ultimo  libro 
della  storia  con  queste  parole  :  •  lit  perchè  la  invidiosa  fortuna 

■  sempre  tende  ii:s;die  .dir  lidiriiaili  Immane,  darò  con  questa 
*  allegrezza  fine  a  questo  ifiiiiriti  libili ,  Lisciando  alli  bislorici 
»  illustri  la  narrazione  del  seguito  dappoi.  ■  La  scrittura  mate- 
riale di  tutto  il  codice  è  nitidissima,  e  correttissima.  Io  non 
posso  affermali',  che  non  sta  stata  posta  in  luce  questa  storia , 
ma  certo  è  che  né  il  Colini,  ne  altri  de'  nostri  bibliografi  ut 
fanno  menzione;  anzi  il  Toppi,  il  quale  citando  il  Castaldo 
dice  «  che  ba  scritte  molle  uose  pesuarrecie  in  lingua  nostra 


DtgHMd  b»  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  017 

■  che  piaceranno  grandemente  a  lutti  ; .  —  nulla  dice  intorno 
alla  storia  contenuta  in  queste,  codice. 

10485'. 

\iv.i.  Discorsi  su  l'invcslilurii  del  regno  delio  dm;  Sicilie. 

Cartaceo. in  8°,  carailcri  cuniii,  di  pagine  lou.  acculo  ira", 

Tri;  diluirsi  si  fotiliuiguiMi  in  iiut'sUi  codici?,  di>' quali  tras- 
crivo gli  argomenti ,  e  sono  :  I"  Discorsi)  uri  i)mile  si  mimimi 
la  cagione  della  intestitara  delle  due  Sicilie  data  io  Napoli  da  Inno- 
cenzo il',  Pimlefii'  «inarato,  a  tlwiipc-m  tiuifcardo  usurpatore 
vittorioso;  il  qudu  discorso  è  ili  viso  in  i  3  capitoli.  11°  Discorso  nel 
'joule  si  propong/m»  le  rvgwiù  jmlitiilir ,  pei  In  ovali  Innocenzo  II", 
deve  concedere  a  Ruggiero  Guiscardo  f  investitura  delle  possedute 
Sicilie;  e  questo  i-  diviso  io  ■>-/  capitoli.  111°  Discorso  nel  gaale  si 
dimostra,  che  se  Innocenzo  II;  non  ancor  liberato,  concetti  fin- 
mtitura  a  Raniero  vincitore,  non  per  aitato  pregiadica  alla  repa- 
talione  del  Saccrdotio;  e  si  conclude  la  causa  con  la  Corvnatione 
e  la  Pace.  E  taciuto  il  nome  dell'autore  ili  questi  tre  discorsi, 
die  per  le  indagini  che  ho  fatto  io  credo  inedili ,  ma  ail  ogni 
buon  fine  darò  il  principio  di  tutti  e  ire,  — 11  primo  incomin- 
cia :  «  Le  mutationi  de'  Trinci  pali  prandi ,  »  ce.  ;  il  secondo: 
•■Fervido  fu  il  zelo,  col  quale  declamò,»  oc.  ;  ed  il  tcrio  ; 

■  ina  non  tacque  l'applauso,  -  ce.  Il  codice  è  tutto  elegante- 
mente scritto  dal  principio  al  fine. 


MANOSCRITTI  ITA  LIA  M 


10485'. 

/llii.  Ragioni,  pur  le  quali  la  città  di  Napoli 
noci  vuole  presso  di  se  l'I  disio  della  romana  Inquisiiione, 
esposte  ila  Giuseppe  Vallella. 


Il  rollini ii lu  [L'I  [ncM'iiif.'  aulici'  è  mia  Iun^i  disseriazione 
ii  discorso,  uni  quale  si  dichiarano  tulle  le  ragioni,  per  cui 
la  città,  anzi  il  regno  di  Napoli  rifiuta  Ir  ima  mento  presso 
ili  se  l'institn/.iinic  del  <  usi  dello  salilo  nllirio  della  romana 
Inquisito  ne.  i\  cedasi  su  ijucsto  slesso  argomento  ciò  che 
s'è  dello  nel  codice  segnalo  n"  3Ho.  )  In  nessun  luogo  di 
questo  codice  si  mauifesta  il  nome  dell*  autore;  ma  nella 
prima  pagina,  strillo  però  con  caratteri  diversi,  leggisi  che 
l'opera  è  del  dolio  Giuseppe  I  ttUetltt.  l'issa  è  iudiritta  dall'autore 
al  papa  Innocenzo  MI";  ed  il  IVonlispi/io  composto  di  caratteri 
russi  ed  aurei  è  il  seguente  :  '1/  nastro  Santissimo  Padre  Inno- 
centio  XII-  intorno  al  procedimento  Ordinaria  e  Canonia  nelle  carne 
chi  li  trallallà  Mi  Trionnah  del  Santo  Ufficio  usila  citlà  e  regno  di 
Sapoli.  Ubi  peniti! \::;i  intimi  intrudi  tur,  ibi  prm  ni  dubio  est  pteniai 
rtmatilradunt. —  limpir.  A.  in  Canni.  Lni/dnn.  ludi  principia, 
coni  imi  j,  e  il  lii'-coMu  sempre  uKlirbialo  :d  s'.i|ir.id- 

ilello  pontefice  lui  merino  MI";  r  non  è  preceduto  nò  da  lettera 
dedicatoria ,  ne  da  proemio  alcuno.  «  Egli  fu  sempre  mai  cer- 

■  Religione,  el  una  sola  Chiesa,  •  ec.  ec.  E  conchiude  citando  le 
seguenti  memorande  parole  di  Mirino  Kodeziio  inquisitore 


OigilizMD/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5ig 
KurKT.iìi.1  del  santo  uflicio,  al  papa  Urbano  Vili":  ■  Gaptura 
•  tantum  in  causis  [idei  majorem  infamiae.  notam  inurit, 
«  quam  in  aliis  condem natio.  ■  Non  par  probabile,  massime 
a'  tempi  io  cui  fu  scritto,  die  sia  stato  posto  in  luce  questo 
discorso,  111,1  irato  e  c.Ih:,  almeno  quanto  ri;.- unii  I  eri:  dizione, 
si  può  aiìeniiare  ch'esso  inerita  •l'esser  Idi»,  l'Ingo  l'autore, 
che  sia  la  città  stessa  (li  Napoli,  la  quale  rivolgasi  al  ponte- 
fice nel  sopraddetto  discorsi!.  Sul  priiici  pio  del  codice  lesesi , 
con  caratteri  però  dillerenti  da  quelli  dell'  opera,  la  nota 
seguente  :  Ce  lits.  a  riè  adirti!  n  .\ tipici  puf  M.  l'abbi  de  Loacois 
en  1701  ;  ed  è  quel  medesimo  aliale  di  Louvois,  clic  nell'  anno 
stesso  acquistò  in  Napoli  il  codice  qui  sopra  menzionato 
□um*38o,  come  ivi  si  legge.  Del  resto  nel  tomo  XXIV"  del 
Giornale  de'  letterali  d'Italia  .  dov'  è  un  beli'  elogio  di  questo 
valente  uomo,  quale  si  lo  erri  urne  11  le  Giuseppe  Valotta  0  Val- 
letta ,  e  celebre  ricoglilore  allrc-i  di  rari  lihri,  non  è  fatta  punto 
menzione  del  discorso  contenuto  nel  presente  codice,  E  vera- 
monte  io  maraviglio,  che  nel  Dizionario  degli  nomini  illustri 
stampato  in  Napoli  non  iacciasi  par  cenno  alcuno  di  lui. 

10Ù87. 

fi64.  Vita  del  letterato  Giannozzo  Marietti. 

Carta»,  in  4°.  carnltwi  illudi,  di  papine  ino,  secolo  n", 


Il  contenuto  di  questo  codice  è  la  —  I" l'ira  del  celebre  triierak, 
Giamutzza  Mentiti.  Chi  sia  l'autore  di  questa  vita,  che  origi- 
nariamente,  come  ne  resulta,  fu  scritla  in  latino;  e  chi  sia 
l'autore  di  questa  versioni:  italiana,  ciò  non  apparisce  in  alcun 


5io  MANOSCRITTI  ITALIANI 

luogo  del  codice.  Quello  clic  sembrami  certo  c,  in  primo 
luogo,  clic  per  tuli'  gTindizj  e  materiali  e  formali  è  questo 
il  manoscritto  autentico,  se  non  l' autografo ,  del  traduttore; 
ed  in  secondo  luogo ,  die  questi  era  un  buon  conoscitore  della 
nostra  lingua;  di  guisa  che  se  il  volgarizzamento  della  pre- 
sciitc  i  it;i  neri  fritti-,  nini  sl.iln  puliliiii-.-iln.  mi  die  f  [ìer 

la  memoria  del  dolly  Mainili,  e  j j ■ .- 1 -  ['decima  e  purità  dello 
scritto  potrebbe  desidera rglisi  la  pubblica  luce.  Do  le  prime 
e  le  ultime  linee;  incomincia  cosi  :  ■  Messere  Giannozzo  Ma- 

■  netti  nacque  ne  l'anno  m.ccc.i.sxxxvi.  adi  v.  di  Giugnio 
.  d'onorati  parenti  chiamati  i  Manctti.  Ebbe  il  padre  nome 
.  Bernardo.  Essendo  di  pochi  anni  lo  mandò  secondo  la  con- 
suetudini' della  {:illà  a  imparare  a  lecere  et  scrivere,  et  in 
,  bjvvi1  li:[ii|)n  Mijn-iì.'  gnaulo  appartiene  a  uno  ,  clic  abbia 
i  a  essere  mercatante,  ■  ec.  ce.  E  termina  con  le  parole  se- 
guenti: ■  Et  a'  suoi  ossequi i  andarono  tulli  i  signori  et  chor- 

■  li  gialli  della  maestà  del  Ile,  et  tulli  i  gentili  buomìni  :  et 
«  non  vi  rimase  huomo  alcuno  di  conditìone  tbe  non  andasse 
«  alla  sua  sepoltura,  n  Due  vite  del  Manelti  scritte  original- 
mente in  italiani!  ,j  coTiosronn ,  ed  ambedue  inedile;  ìa  prima 
di  Vincenzo  Acciaili  ridia  quale  fa  n [emione  il  Giornale 
de'  letterali  d'Italia,  alla  pag.  Sai  del  toni.  XXI;  e  l'altra  di 
\  espasiano  ria  Bisticci  dedicata  Bernardo  del  Nero,  ed  esis- 
tente nella  Maruccelliana  come  ce  ne  instruiscc  il  Morelli, 
toni.  1°,  pag.  i3t  della  sua  ttMajrafia  della  Toscana.  Quella 
dunque,  che  si  con  tieni'  ud  presente  codice,  essendo  un  vol- 
garizzamento dal  latino,  non  è  ne  quella  dell'  Acclajoli,  nè 
quella  del  Bisticci.  Potrebbe  forse  essere  tolta  da  quella  che 
appunto  in  latino  scrisse  l'  r;i m  esco  Bocchi,  o  da  quella  pur 
in  latino  diNaldo  Naldi,  o  d'altra  ancora  inedita  ;  non  pochi 
essendo  gli  scrittori  die  ci  diedero  la  vita  del  Manelti  in 


L'i  .i:-.']^ 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


latino.  Ma  può  mai  suppurai ,  che  il  dilige  olissi  ino  Morcni , 
il  quale  ben  conosceva  esse  vile  in  latino,  come  può  vedersi 
neiia  sopraddetta  sua  opera  nella  BiUìioqmfm  della  Toscana, 

o  dell'  una  o  dell'altra,  e  molto  pili  di  quello,  cLcontiensi  nel 
presali  te  rodici!  di-  l'insinui  d'igni  lo-rlc?  l'ossiamo  dunque  es- 
sere quasi  re  eli  ,  (di'!  que.-lii  India  versione  ile]  lutino  in  italiano 

della  vita  del  celebre  (jiannozzo  Murici  ti  è  inedita,  e  panni  clic 
ne  meriterebbe  Li  piibliìic:ni(ine.  F,  tanto  più  ciò  sarebbe  utile 
alla  letteratura,  che  io  line  del  codice  Moviamo  una  tavola 
copiosissima ,  c  certo  superiore  a  tutte  quelle  che  furono 
poste  in  luce  di  tulle  Ir  operi1  edite  ed  inedite  di  esso  Ma- 
nclti,  cìois  i"  di  tutti'  quelli',  eli'  ci  scrisse  in  linguii  volgine, 
e  sono  al  mimerò  ili  Jfi,  essendovi  pur  di  ciascuna  notato 
I"  areninoli  lo;  J"  delle  sue  versioni,  e  queste  latine,  o  dall' 
ebreo  o  dal  green  di  alcuni:  parti  della  sacra  scrittura,  e  di 
alcune  opere  di  Aristotile;  '■>"  delle  opere  sue  latine,  le  quali 
ascendono  al  numero  di  Si  ,  fra  le  quali  nono  ben  conosciute 
le  vite  di  Dante,  del  l'elrarc»,  e  del  Boccaccio,  già  stampale 
in  Firenze  per  Gin.  Paolo  Gio\ anelli  l'anno  17. '17  in  8°  insieme 
con  altre  sue  opere,  ma  non  con  tutte  quelle,  che  in  questa 
tavola  sono  indicate. 

10488. 

465.  Difesa  di  Claudio  Massoni  accusato  di  aver  ucoiso 
Giulio  Grandi. 

Fu  accusato  Cimóso  Mazzoni,  frntello,  come  pare,  di  Jacopo 


5ia  MAN0SCT11TTI  ITALIANI 

celebralo  scrittore  nostro,  di  avere  ucciso  messere  Giulio 
(ìramli.  Scrive  qui  il  Mazzoni  l;i  sua  difesa ,  la  quale  è  precc- 
duta  da  un  breve  Prologo,  che  ha  per  titolo  :  Buona  fama  di 

.  venne  a  notiti.-.,  sonori  Untori,  poco  toni,.,,  fa  corta  scrittura 

■  fatta  contro  messere  Claudio  Mazzoni,  alla  quale,  quando 
.1  che  lussi:  i  1 . j t . i  pidiMirala  .  e;  me  in  -ei  ni  nata  j >■  - f -  l-Vi-r.-n-ii. .  . 
»  seni'  alcun  iliililnn  ni  esser  (  Ila  lidio  avi  vii  In.'  data  «unenti  ole 

■  risposta,  i>  ce,  l'oiclié  inni  vide  In  Im  i'  la  soppraddclla  scril- 
(ura.  coti  proba  hi  lui  «>!,.■  sarà  pur  inedita  questa  risposta,  la 
ijuale  per  ogni  indizio  sembra  l'autografa  del  Mazzoni  mede- 
simo. Kssa  porta  lo  data  dell'anno  i  567. 

■'ili().  lìistre.lto  storico  delle  famiglie  Eiiiln.lir  e  moderne 
della  città  di  lìomo. 

\li'iiihr,uiai:ri>  in  |kljli-  i.l  in  |i;iil..  (Mrl.n'ii.  in  >v  ,  imi mi, 'li  i  .jj-mi  i  .di  pagine  loci, 

rinchiude  questo  liei  codice  un  —  Rtslreltn  delti-  jamiijite 
iijilh-hi:  a  im-ili-ntr  /fimiune.  VA  è  veramente  un  Ristretta;  percioc- 
ché la  storia  più  ltiiis;,i  di  «.Laiche  famiglia  non  oltrepassa  la 
ipiinta  pagina,  in  (ine  del  codice  È  la  tavola  delle  famiglie, 
delle  quali  si  parla  nell'opera,  e  queste  sono  :  l'arnese,  (ihis- 
lieri  Bonelii,  Buoncuui|)agni ,  Perelti,  Aldobrandino  lior- 
gbesi,  Lodovisi,  Barberini,  l'anfdj,  Chigi,  Rospigliosi,  Al- 
tieri, e  Odescalchi.  Ma  ciù  che  rende  prezioso  questo  codice 

la  storia,  fisse  occupano  tutta  intera  la  faccia  del  foglio,  e 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5i3 


sono  esso  pur  miniali'  sopra  peri;.! mena.  Anche  per  questi  aral- 
dici ornamenti  potrà  forse  essere  di  qualche  utilità  la  notili» 
del  presente  manoscritto. 

10489'. 

A67.  Discorso  intomo  alla  famiglia  Malvezzi. 

CarUreQ,  in  8°,  cantieri  corsivi,  di  pagine  100.  sul  princìpio  del  secolo  mi*, 
btm  conservato. 

Condensi  nel  presente  codice  un —  Discorso  sopra  la  nobi- 
lissima Casa  Mainiti.  Da  bel  principio  e  indicata  una  Tavola 
dalli  nomi  c  cotjnmhi  </<  <i:!t<  />  nule  do.  gl'ili:  .<<  irn  iMifu  y  >  in 
presente  opera  ;  ina  questa  U\olii  min  si  trova.  Sembrami  per 
tulli  gì'  indi/.j  ,  1'  spcpiiil  11  icnti'  pri1  quello  delle  npporl ime  cor- 
rezioni falle  già  per  la  stiv-sa  mano,  essere  questo  il  inauos- 
ci-illo  autografo.  Il  nome  dell'autore  non  risulta  d'alcun 
luogo.  11  discorso  principia  cosi  :  ■  La  illustrissima  et  noti- 
li lissima  Casa  de'  Malvezzi ,  per  sangue  illusili',  per  Imoinini 
n  onorata .  et  per-  nobilissimi  fatti  auuuver^t.-L  Ira  le  prime 
•  d' Italia ,  ■  ec.  (Siluro  cui  per  qualche  ri -.pel  lo  può  ci  deve 
importare  la  storia  di  questa  famiglia  (e  parti  col  arni  etite 
al  signor  Litta,  di  cui  si  dirà  nel  seguenlc  collii;,'  segnato 
num*  ii6n|  credo  saranno  per  trarre  molti  lumi  da  quesla 
operetta  ,  il  cui  autore  se  non  possiamo  addurre  in  esempio  di 
hello  scrivete,  dà  prove  cerle  perù  della  sua  instancabilità  e 
diligenza  ucl  far  le  necessarie  indagini  ad  ornamento  della 
sua  storia,  che  imprese  a  trattare.  Ma  fa  egli  mai  posto  in 
Im  e  questo  discorso;  IVr  le  indagini  che  ho  fatte  posso  asse- 
rire che  no.  Sarchile  egli  l'or-c  un  compendio  Oli  esfralto  ili 
quelle  notizie  elle  deiia  lemiglia  Malve/zi  ci  diedero  in  diversi 


.Wi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

lempi  molli  scrittori,  si  come  il  Biondo  da  Folli,  il  lieinbo 
nininiaìe,  ii  Colli)  ndls  'Idiij  il;  Milano,  il  l'iyria  nella  slo- 
ria  di  Ferriira,  il  Guicciardini,  il  Giovio,  e  sopra  tutti  il 
Sansovino ,  poicliò  ne  parla  più  ,i  iuujjip  ili  lutti,  nelle  sue 
i''<wiiijìit!  iìtiutri  ifllaii-i':  Onesti)  è  :ipp  il  ulti  il  dubbio  iti  che  mi 
pose  non  solo  l'annunzio  della  sopraddetta  Tavola,  ma  la 
risposta  altresì  clic  diedemi  1* ottimo  ed  erudito  mio  amico 
Giuseppe  Molini  alloracliè  gli  domandai  per  lettera  il  suo 
avviso  su  questo  pillilo.  Non  potendo  in  dunque  pormi  allo 
.studio  de'  sopraccitati  scritturi  e  d'altri  inulti  clic  lasciai  ili 
nominare,  n'esaminai  il  solo  Saiisovino,  c  in  fatti  trovai  clic 
l'anonimo  nostra  scrittore  non  pur  si  giovò  di  alcune  sue  no- 
tizie ,  ina  ne  ricopiò  delle  intere  linee  come  il  Sansovino  ce 
le  lasciò  scritte,  e  special  mente  alla  pa^.  m'S,  edizione  di 
Venezia  i58a,  m-i°. 

1058Q*. 

468.  Memorie  sulla  disfida  tra  Girolamo  Carraia, 
ed  Antonio  Granai. 


11  contenuto  di  questo  codice  ù  dichiaralo  pel  seguente  suo 
titolo,  elle  in  caratteri  maiuscoli  lesesi  nella  prima  pagina  : 
Il  Pmecsso  dalli  Cartelli  passali  Ira  il  signor  Ginn  Geronimo  Car- 
mja,  e  ì  tignar  Dat  a  di  Ferrandina.  Il  primo  di  essi  Cartelli ,  nel 
quale  il  Carraia  dislìda  a  duello  il  duca  di  ferrandina,  clie 
cosi  chiamatasi  don  Antonio  Granili  Custrioto ,  fu  affisso  in 
Napoli  il  di  l\  di  dicenilire  dell' anno  i34a  ;  e  il  secondo,  eh' è 
del  duca ,  nel  quale  si  rimprovera  fortemente  al  Carrafa  di  non 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5aS 
essere  comparso  a  quel  luogo,  ch'ora  stalo  stabilito  per  la 

distilla.  In  allissii  in  Milano  uri   m>  ili  ^iii^rni  I'  anno  i  ;"i/i:i. 

E  molto  proballi  Ir  ,  cìie  la  presente  sin  V  unica  copia,  ebe  siasi 
conservala  ili  questi  CtuliAìi,  <■  quindi  putrii  (orse  non  essere 
discaro  a  qua!  clic  il  uno  delle  sopraddette  famiglie  tuttavia 
esistenti  i)  sapere  di  questo  codice. 

10490. 

469.  Storia  delia  famiglia  Borromeo,  scritta  da  Giuseppe 
dì  Guastalla  Servita. 

Cariano,  in  8".  csralteri  conivi,  di  pagine  100.  su]  principio  del  «coki  TOT, 

11  titolo  del  preselle  codice  è  :  Misturiti  dtdlu  famiglia  livm- 
mea,  scritta  dal  R.  P.  F.  Giuseppe  di  Guastalla  Servita.  Bene 
esaminato  questo  codice,  tutto  m'induce  a  credere  essere 
I'  a  u  leu  lieo,  e  l'orse  l' a  11  Iol,tjI'u  del  irai  e  Giuseppe.  .\e  trascrivi! 

•  derava  di  nietlerini  a  questa  i mpro.-a  di  scrivere  la  historia 

■  «t  1'  origini'  ,  i  l'alti,  ':l  li;  (  piali  i.i  dell;:  Ci. a  IV.utuiium.  Di  i  ni 
-per  havere  notitic  vere,  mi  sono  trasferito  in  Toscana,  et  in 
«  Firenze;  cercato  quanto  lio  potuto  ninn  are  si  da  Iradiliuiii . 

■  come  da  disforie  et  .il (re  memorie.  Un  cen  alo  inTormatìoni 

■  di  Pisa  :  ho  veduto  Milano;  et  ho  tolto  quanto  ho  potuto 
•'bavere.  Un  parlalo  con  |>rau  pai!''  dei  lirin.iniei  di  Padova. 

•  Ho  voluto  veder  Vcnelia.  ÌU  non  liei  Lisciato  luogo  dove  io 
«babbi  inteso,  ebe  vi  sia  stato  orine,  segno,  o  vestigio  de' 

liornimei,  >  ce.  oc.  In  lino  del  endice  è  (jin.sln  d.ilai  Adi  1  o. 
novembre  1 6 1 3.  in  Cittadella.  Per  ìe  molte  indagini,  ebe  ne  ho 
fatte,  specialmente  in  Milano,  non  mi  e  noto  che  sia  stala 


5s6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

inai  data  in  luce  questa  istoria.  E  veramente  mi  è  di  grande 
piacere  il  darne  iioliiia,  pcioljù  forse  potrà  fame  buon  uso  il 
più  volte  lodato  e  benemerito  sig.  uiarcbcsfi  Pompeo  Litta, 

■l'Ilil'::!  sjjp.iugiii'Tii  la  il  «ria  -Iella  l',i  i  m  ut  i  ,1  ] Sorroiii rai .  clic 
certamente  ira  li'  Italiane  per  rupia  il  -.jcntiLoi  insigni  va  sin- 
golarmente annoverata. 

10S92. 

/170.  Orazione  ili  Orazio  Tos  candla  in  morte  di  Gabriele 
Morosino. 


Comprendevi  io  questo  r.oilicc  mi' —  Onainiie  ili  Orazio  Tos- 
nun-ilu  delln  famiijlÌH  ilei  uiaalni  l.ma  b'uirenlimi ,  nella  morie  ilei 
durissima  M.  Gabriel,-  .Uonuimi.  l'recede  questa  orarionc  la 

I  !■  I'        ■  ■  I  I  !*■.•■  -(.(Ili  n,. bruii  j  L  >(']•■  M  

sin»  figliuolo  del  fa  Gabriele,  la  qual  lettera  porto  la  data 
■li  l'iWf/HI  VII.  i/i  lirliliillì-.  11.  I).  mi.  litlllr.bé  il  Tiiscaiielfa 
nini  -ia  reputali]  nini  ilo'  più  .i.-i-inpj  ili'll.i  murra  lingua  , 

pur  inerito  clic  V  Alberti  si  giovasse  di  filmino  sue  locuzioni, 
e  die  qualche- suri  lavoro  lei  Inni  rio  lusse  pur  annoveralo  tra 
quelli  de'  nostri  buoni  scrittori.  Do  quindi  le  primo  linee  della 
orazione  a  fine  die  si  possa  più  facilmente  conoscere  s'è 
inedito  o  no,  ciò  che  non  mi  riusci  di  sapere.  Incomincia: 
»  ()  l'aliaci  sperali;.'  ili-'  mi -eri  mori  ali!  O  incoi  istante  fortuna! 
n  0  vane  opcrationi  nostre!  O  breve  spaliti  et  caduco  della 
1  vita  nostra!  ■  te.  Sei  librami  pur  molle  rapinili,  che  sia  questo 
il  codice  autentico,  clic  il  Toscanell.i  ollersc  a  Leonardo  Mo- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  537 
rgsino.  1  nastri  liiìdiojrraiì ,  die  fan  iicj  un'unione  di  molte  opere 
di  Orazio  Tosca  nello  non  un  fauno  punto  della  presente. 

10402  '. 

hi  i  ■  Scritti  in  lodo  del  Cardinale  Cesare  Fachenetti. 

Cariano,  in  S".  cirsUrri  libili,  di  jjajjinc  io.  «culo  inr. 

Contiene  da   prima  questo  codice  un  —  disama  laudatorio 

lingua  spaglinola  ;  dopo  dei  quale  è  mia  orazione  latina  pill- 
ili lode  del  cardinale  mediai  imi;  ina  si  di  quello  die  di  questa 
£  tarullo  il  nome  depli  autori.  Iodi  segue  uu  —  Bnw  epìlogo 
in  Italiano  dilla  Lede  Spar/aaola.  e  Ialina.  Uraliane  per  f  Emna 
no.  Cardinale  Fachencm.  t'.iì  in  line  notici  le  seguenti  poesie; 

 ■        ■(■    1  ||'     I-  ■•  •!   l'i.   I'l  ■        il.    ■•■     i.  ■!• 

dulie  tre  sopraddette  orazioni;  un  epigramma  latin»  di 
Epifanio  Rosa;  altro  pur  Ialino  ili  Anioni..  Ausovino;  un 
.r  pi  j;  ramni  a  italiano  .li  Dui. «mio  A  ti.  ilo,  c  da  ultimo  un  .litio 
epigramma  Ialino  ilei  sopraddclio  Pastorelli;  e  lutti  questi 
componimenti  in  lodo  di  esso  cardinale.  Nulla  più  intorno  al 
presente  codice. 

10492". 

473.  Conclave,  nel  quale  fu  eletto  il  Papa  Alessandro  VI!". 
È  in  questo  codice  la  Sturiti  ilei  (Uinchrc-,  mi  quale  fa  cmibi 


5a8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Pontefice  il  Cardinale  Fabio  Oliai  Sunne,  detto  pai  Alessandro 
Settimo.  Diversa  al  tulio  è  questa  storia  da  quella,  clic  sopra 
hi  •.h-.-.sn  incuneo  te.  li>L'£Ì.im(i  ìi II '  .1  ri io"  IX''  ilei  codice  segnato 

"  è  grande  •  (tosi  incinti  inda}  ■  In  lui  i-i:>-it.'i  per  olii  legge,  tanto 

■  è  maggiore  la  difficoltà  per  chi  scrive  gli  avverameli  li  di  art 
«Conclave.  È  difficile  il  rintracciare  la  verità,  dove  sempre 
.  attendono  a  tenerla  nascosta  ì  consigli  degli  huomiuì.  Nei 
■■  sitimi;! in  del  Condivi;  udii  ffiurijii-  se  non  alcun  barlume  del 

■  sole,  facendosi  ti  potila  oscilli'  Ir  .sia  me  prr  impedirlo.  Tutto 
■■  ciò  clic  si  opera  ira  quel  le  pareti  e  coperto  'lai  la  si  inula  Lione- 

.  rt  ulW.  ancor,  dilla  mer^r,..  0B„™„  »u„l  giù- 

■■  ilicaio  il'  h;t\(T  «'Onerato  alla  creaiione  del  nuovo  pontllicc . 
mi  nega  allucini  il' essersi  implicato  a  pniniovrre  gl'interessi 
«  d' alcun  pretendente,  ■  ce.  \i  cosi  sciupìi1  Ira  oca  meli  te  e  libc- 
raiucnte  pensando  e  scrivendo,  prosegue  e  termina  l'autori! 
questa  sua  storia,  eh' è  certo  inedita. 

10494. 

/i-j'i.  Descrizione  del  regno  d'i  Cipro  composta  da  Ascanio 
Sivorgnano. 

CarlflCCO,  in  8°,  iJlraLliT:  ^.TiiÌ!>ol;ii .  di  rubili.'  <|fi,  del  SGfVlti  111". 

11  titolo  di  questo  codice  è  come  segue  :  Deserittione  delie  cose 
di  Cipro  roti  k  rmjinm  in  [unire  n  tuiiint  direni-  'finirmi;  et  delle 
precisioni,  ch'erano  necessarie  per  tjuel  regno.  L'autore  del  pre- 
sente scritto  È  un  Ascanio  Sjvoi -imho  nobile  veneto,  che  la 
repubblica  di  Venezia  mandò  nel  regno  di  Cipro  ondi;  averne 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  big 
tutte  le  insirorioni  e  iioti/.it:  Tir'i  r.-s.u  ir  miclir  per  poter  nu't- 
terlo  in  istato  dì  buona  difesa;  ed  è  questa  la  copia,  che  un 
Francesco  Marcaldi  (  cosi  sottoscritto  nella  sua  lettera  dedica- 
toria ,  che  precede  l'opera,  in  diritta  Al  mollo  illustro  signor 
Cavaliere  Lodovico  Cacciatigli,  la  quale  lettera  porta  la  dota 
Di  Ferrara  h'k.  novembre  1074  )  è  questa  dico  la  copia  ch'esso 
Marcaldi  inviò  in  dono  al  Cncci.iliipl  medesimo  ;  e  quindi  non 
dubito  punto  di  credere  die  il  prcseiiic  codice  sia  quello  stesso, 
clic  gli  fu  offerto.  «  In  altro  scritture  è  stato  esposto  in  quali 
■  termini  si  trovava  il  regno  dì  Cipro  ;>  cosi  incomincia  la 
sopraddetta  descriiione  dui  Savorgnano,  di  cui  non  trovo  falla 
menatone  alcuna  da'  nostri  bibliografi,  e  ben  probabilmente 
é  inedita. 

10S95. 

l\-}ti.  Storia  dell'Isola  di  Candìa. 


Contiene  questo  codice  Li  vi  „.-,. ,  ,\i  UY1.1.1  ,|i  (and  19  le  cui 
notizie  sono  Male  roccolic,  sccoinlo'Ue  I  .lulore,  del  qu-Jr 
tacesi  il  nome,  ce  ne  assiiura ,  da  J-Jfner.li  lenitoci  enuthi 

dine  seguente  :  I*  Alcune  cose  dell'  isola  di  Canditi  trulli'  duiUt  {.'ru- 
nica. 11°  Alcunecose  dell'isola  di  l'.iui.iiu  trutte  duii' Insinua  di  l.am 
Diacono.  111°  La  descrizione  della  presa  di  Candìa.  IV  Alcune  cose 
tratte  dalla  Cronica  di  Laamedantc.  V*  Altre  da  Gioroto  Vnchimeni. 
VI°  Altre  cioì  sesto  libro  delle  antichità  di  Giosefo.  VII"  Altre  dalla 
storia  dei  Tradimenti  composta  da  Nicolaa  Antiocheno,  eda  hi  tratte- 
dalia  storia  di  Folibio  Megalopolita.no.  Ne  pure  di  questo  scritto  si 
fa  alcun  cenno  da'  bibliografi. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


10496. 

jÌ7 5-  Memorie  ili  ciò  die  accadilo,  in  varii  lempi  e  luoghi, 
specialmente  in  llaìia,  sul  principio  del  secolo  svi". 

Cartaceo,  in  i|*  |iicnl„,  caral  l.'ri  wrn  [jollf  i,  <U  (ialine  i -o  .  secolo  in*, 
ili  mediocre  .oojcrriuoiie. 

Il  titolo  di  questo  codice  è  il  seguente  :  Memorie  ili  pià  cose 
seguile  in  varj ' /nn/tr '  ;  ed  e  veramente  una  collezione  di  fatti 
solenni  e  d'epoche  memorabili,  per  la  più  parte  d'Italia  e  spe- 
cialmente di  iìonin  1  di  l'ire  ri /.e .  Incomincia  il  codice  du.ll' ori- 
gine della  famigli;!  de'  Miglici  ;  imli  viene  la  serie  di  luti'  i 
papi  e  cardinali  di  essa  famiglia  ;  poi  si  prosegue  col  racconto 
dì  diversi  falli  storia  riguardanti  co-i  i  ]>sj>i  in  Homa,  come 
i  sovrani  in  Firenze.  Oltre  a  ciò  si  trovano  pur  in  questo  codice 
altre  scritture ,  le  quali  non  riguardano  direttamente  l'Italia, 
ma  possono  a  lei  riti-cirri  in  qoidihe  maniera  ;  si  come  esem- 
pigrazia È  la  copili  di  ana  lettera  di  Costantinopoli,  indiritta  ad 
un  Prelato  /(ora ino,  per  la  erm/e  si  ■/.■;  tirvì&i  ilAiu  granii:  m-iisioiii- , 
che  ha  fatto  il  Gran  Signore  de  Tintiti  delli  Sacerdoti  thlìti 
Divina  per  hacerc  anelli  costantemente  confessato  et  detloeon  ragione, 
n'ir,  la  iiijij:'  fi  fede  Christiana  è  la  vera,  et  la  Maomettana  faba  ; 
ciò  che  è  accaduto  nelli  giorni  del  mese  Hi  Loglio  dell'anno  lS39.ec. 
Molli  c  molti  altri  scritti  di  diverso  argomento,  e  tutti,  per  ciò 
che  mi  pare,  di  qualche  utilità  par  la  storia  de'  secoli  ivi*  e 
vii"  c  delle  cose  d'Italia,  si  comprendono  in  questo  codice;  in 
line  de!  quale  leggesi  la  seguente  annotazione:  H.D.  mxim. 
Qaesto  Uhm  è  di  Francesco  di  Fidano  dei  Rosso  di  Santa  Croce  fio- 
rentino et  Cittadino  fiorentino  che  ha  sua  caia  nel  quartiere  di  Santa 
Maria  Novella  nella  via  de  l'amore.  Possiamo  pur  reputare  ine- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  53i 
dite  lo  sopraddette  Memorie,  che  ini  sembrano  di  non  poca 
importanza. 

10496'. 
476.  Relazione  dell'Isola  di  Fine. 

Urini  ■una  ir» .  in  ,ir,  cri  ratti  ri  cr?ùi .  '.li  Tifine  5o.  Kcolo  XVIJ". 

É  in  questo  codice  una  relazione,  die  un  veneto  governa- 
tore dell'isola  di  Fine  (chiamata  ah  aulico  Idrassa)  manda  alla 
repubblica  di  Veneri»  inturno  alle  cose  deli'  isola  stessa.  Chi 
Fosse  questo  governatore  udii  risiili a  iti  aleuti  luogo  del  codice; 
ma  certo  era  un  nomo,  quanto  diligente  ed  accurato  nelle  sue 
indagini,  altrettanto  devolo  verso  il  proprio  governo;  ami 
panni  troppo  devoto  sccondochò  si  fa  manifesto  dall'  ultime 
linee,  che  transcrivo,  della  sua  Hriorionc  «  E  questo  è  quanto 

•  verso  questa  serenissima  Repubblica  in  questo  primo  Go- 
1  verno  concedutomi...  Ed  in  servire  Sua  Serenità  non  cedo 
<  ad  alcuno  ;  come  non  cederò  mai  in  prontezza  di  sacrificale, 
■  se  ne  sarà  bisogno,  la  mia  vita  e  l'anima  stessa.  •  Del  resto 
può  essere  di  non  poca  utilità  per  la  storia  di  quell'isola  il 
presente  scritto,  ch'io  credo  certamente  inedito. 

10Ù96'. 

477.  Narrazione  della  morte  di  T renio  Sflvello. 

Cartaceo,  in  8'.  caratteri  conivi,  di  pagine  9o.  in  sul  finire  dtl  «colo  ivi-, 
ben  conservalo. 

Il  titolo  del  codice  è  questo  :  Aforte  dell'  illustrìssimo  signor 


5.3=  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Trailo  Saltilo  decapitala  in  Koma  nel  Castello  Sani'  Angelo  olii 
18.  d'Aprile  1  òcfi.  di  Salii/atti  (die  \  1  kore  e  rar.-.-o.  E  poco  ai  di 
sollo  di  questo  liloio  Icpf-csi  con  caratteri  d'altra  mano  — 
scritta  dui  suo  amf-awr  rum,  t/ni  si  kija».  Incomincia  la  Storica 
]U([  i;i/!U[]i.'  in  questo  mudo  :  <■■  Lo  scrivere  vile,  e  morte  altrui, 

■  se  sono  piene  di  accidenti  novi,  fanno  communemente  i  let- 

■  tori  ammirare;  so  dolorosi',  compatire;  se  fortunati,  desiare; 

■  se  strani,  teiueiv.  Ma  questa  morte,  che  liora  prendo  a  scri- 
«  vere,  raccoglie  in  se  medesima  si  fattamente  questi  accidenti 

■  tutti,  che  cliiinxjue  sentii^  empire  in  uno  l'animo  suo  dì 

■  maraviglia,  di  compassione,  di  desio,  et  di  timore,  »  ce.  Noi 
marcine  fieli  <i  pi-ima  face  in,  lesesi  seri  Ilo  con  caratteri  diversi 
dagli  altri  :  Ex  iibris  Conymgtititmis  Sancii  Mauri  Roma;.  Benché, 
come  se  ne  dà  notizia  sul  principio  del  codice,  apparisca  pur 
manifesto  in  molti  altri  luoghi  dell'opera,  elio  questa  vita  fu 
scritta  dai  confessore  del  Savello,  non  risulta  però  in  alcun 
modo  chi  si  fossi;  questo  mio  e.'»)  fesso  ri;  ;  ilei  quale  se  forse 
non  si  possono' fu'  molle  ledi  come  i etterato,  certo  molte  ne 
merita  come  dotto  e  pio.  Non  mi  riusci  di  poter  sapere  se 
sia  stata  data  in  luce  questa  operetta  ,  ma  per  alcune  conside- 
razioni fattevi  in  leggendone  qualche  squarcio,  prohahil- 

10496*. 

£78.  C  oli  et  ione  di  Lettore,  Memorie,  e  Scritture 
di  argomenti  diversi. 

Comprende  questo  codice  una  collezione  di  memorie,  dì 
rclasioni ,  di  copie  di  lettere  di  alcuni  sovrani  0  d' altri  gran 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  IXE.  533 
personaggj,  di  inscrizioni,  di  spiegazioni  e  dichiarazioni  ili 
antichi  monumenti,  ce.  ce,  il  lutto  al  numero  di  52  scrìtti, 
de'  quali  è  l'indice  in  sul  principio  del  volume.  —  Una  lettera 
della  città  di  Napoli  al  Papa  Gregorio  XIII°,  in  favore  de  Padri 
de'  santi  Apostoli;  altra  al  Cardinale  Orsino  nello  stesso  argo- 
mento; altra  al  marchese  di  Coltri-  ,iulIki*™Um,i;  tli:l  n>  rn^iii- 
nissimosopraladi  lui  ricliiesta  dì  rimettere  i  gesuiti  in  Vene- 
ita;  una  Relazione  d'incerto  autore  sai  sito  della  citta  di  Napoli 
natica;  Memorie  della  vita  di  Fui  Lorenzo  Mangiò  vescovo  di  l'os- 
inolo; Catalogo  di  tufi'  i  Cappuccini,  clic  nell'anno  1635  erano 
in  Europa  (ed  erano  in  quell'anno  circa  diciannove  mila)  ; 
veni  italiani,  ed  anche  latini,  di  varii  autori;  tra'  quali  una 
canzone  italiana  di  Don  Clemente  Pandolfini  Fiorentino  stili' 
amor  della  Croce,  la  quale  mi  sembra  degna  d' esser  letta  ;  e  cosi 
molli  e  molti  altri  argomenti  più  omeuo  importanti,  pe' quali 
non  dubito ,  che  qualche  diletto  ne  potrebbe  tornare  a'  lette- 
rali dallo  studio  di  questo  codice. 

10512. 

479.  Narrazione  delle  vicende  di  Maria  regina  di  Scozia, 
scrìtta  da  Francesco  Marcaldi. 

Cirtaceo,  in  8',  caratteri  conivi,  di  pagine  60,  scoilo  ivi'. 
ben  conservilo. 

Ccmliensi  nel  presente  codice  la  —  Narratone  dello  stato 
delia  Regina  dì  Scozia ,  et  del  Prcncipe  suo  figliuolo  ;  incominciando 
dall'  anno  i54»,  r'n  ch'ella  nacque,  e  proseguendo  col  rammemorare 
le perseoutioni ,  et  irumgli,  et  [,Tt<ji:»im  di  essa  Hcgiaa.  Diquesla 
narrazione  è  autore  quel  Francesco  Marcaldi ,  ebe  fece  dono 
al  cavaliere  Gaccialupi  della  descrizione  dell'isola  di  Cipro. 


534  MAhOSCRITTI  ITALIANI 

di  cui  s'è  licito  nel  codice  sognato  mini'  473.  L'opera  è  da 
esso  indirizzata  con  lettera  dedicatoria  Al  mollo  illattre  signore 
Conte  Scipione  Avogadro;ed  in  fine  di  essa  lettera  si  sottoscrive 
in  f'enetiaa  v.  dAprilc  M.  D.  uoou.  Questo  codice  pure,  come 
parvemi  del  sopraddetto  sotto  il  mini"  4?3,  io  lo  reputo  l'au- 
iu^r.iln,  noi  I'  auli'ntiro  .  clic  il  Marcateli  offerse  al  conte 
V,  lenirò.  Incomincia  la  narrazione  cosi  :  ■  Maria  flegina  di 

■  Scozia  ;  figlinola  di  Jacobo  Quinto  He  del  medesimo  regno; 

■  >::IÀC  giorni  dipo  ;!  .5110  nascimento  successe  ai  padre  nel 
«  remilo:  pei ilclió  »  ce.  l'i  tenui  :on  queste,  parole  :  ■  Et  cosi 

■  Sua  Divina  Maestà  si  degni  di  concedergli  questa  gratis, 

■  massime  in  questo  turbolentissimo  tempo.  ■  La  quale  ope- 
retta, che  per  quanto  mi  è  noto  è  inedil.i ,  parmi  essere  di  non 
poca  importanza  si  riguardo  al  tempo  in  cui  fu  scritta ,  che 
riguardo  a  quella  buona  fede  che  sembrami  di  poter  riconos- 
cerne nell'autore. 

10534. 

48o.  Viaggio  in  Tcrrasanta  di  Gabriele  Capo  di  Lista 
padovano. 

Cartaceo,  in  8'.  tara'. Li  11  Ei.:i.]i  .  .li  ;ii;i]ii;  1  70.  secolo 

F.  in  questo  codice  la  copia  della  descrizione  del  viaggio, 
che  fece  l'anno  i458  in  Tcrrasanta  il  nobile  conte  Gabriele 
Capo  di  Lista  Padovano.  Paolo  Boncambio,  dopo  di  avere  più 
e  più  volte  e  sempre  inutilmente  pregato  il  conte  Gabriele 
di  voler  pubblicare  la  sopraddetta  descrizione  del  suo  viaggio, 
che  ciò  cornei  .scrive  sarebbe  tornalo  n  gloria  della  Religione  et 
utilità  della  storiti,  pensò  di  trarne  copia  col  suo  assenso,  riscr- 


Digiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5.15 


bandosi  a  momento  opportuno  di  porla  egli  stesso  alla  luce- 
Questa  copia  pertanto  eh' è  correttissima,  e  per  le  indagini 
fatte  forse  Tunica  manoscritta  die  si  rumisi  ,i ,  è  pur  forse 
l'autografa  del  Boncambio  fatta  vivente  l'autore;  e  s'essa  non 
l'osse  ili  lauto  belhi  ootiserv.i/.ioni'  aggiungerei ,  che  servi  ili 
esempio  alla  stampa.  11  conte  Capo  di  Lista  imprese  quei 
viaggio  più  per  ispeciale  sua  devozione  verso  que'  luoghi,  che 
per  quel  desiderio  già  romune  a  tuli' i  viaggiatori  d'ina- 
fruirsi  de'  cinl  imi  e  delle  cose  interne  de' luoghi  medesimi 
Con  tutto  ciò  non  è  omeaa  particolarità  alcuna,  ed  a  tanti 

altri  vecchi  viagj   i, usimi!!      p.n..ii  non         •  <i-i»-.iu  j  

inferiore.  Era  anche  poeta  il  conte  Gabriele .  e  adornò  il  suo 

v:jgg:ii  <ì:  aii'uiie  iv.u:t  i.  bt  ne,  ■  Le  ii.i!m:u-,  i  II  no  

sembrano  prive  di  merito.  Incomincia  la  descrizione  del  suo 
viaggio  con  le  seguenti  parole  :  ■  Hi  trovandomi  io  Gabriel 

•  Capodiiista  eavaìier  padovano  dal  Elimina  Iddio  inspiralo  et 

•  dentro  al  mio  core  un  fermo  proposito  di  visitare  personai- 
j  mente  ni  san  et  issi  mo  ioni  de  J^ru.-aii'in,  >  er..  E  termina  così  : 

•  Jean  li  presterà  gratis  de  lo  andar  et  ritornar  in  salvamento 
■  et  poi  continuando  nel  ben  fare  li  prospererò  in  questo 

•  mondo,  et  ne  l'altro  li  concederà  per  soa  dementili  la  vita 

•  eterna.  Finit  itinerarius  terre  soncte  felicitar.  •  E  chiudesi 
la  desci'iiiorie  del  vinggi-i  in  pili  [  .ile  perchè  ìl  conte  Gabriele 
lo  imprese  e  fini  in  compagnia  del  reverendo  padre  et  Andato  dar 

diketissime,  si  pome  leggesi  m  sul  principio  della  quarta  pa- 
gina. Fra  i  tanti  scrittori  della  Palestina  accennati  dal  dottore 
Giulio  Ferrarlo  nella  sua  bella  Descrizione  delia  Palestina,  pub- 
blicata in  Milano  l'anno  i83i ,  in  4°,  non  vedendovi  io  ricor- 
dato il  Capodiiista,  dico  il  vero,  che  ninna  od  assai  poca  sol- 
lecitudine adoperai  per  conoscere  da'  nostri  bibliografi  se 


536  MANOSCRITTI  ITALIANI 

questo  viaggio  fosse  slato  o  no  posto  in  luce;  per  lo  elle  io 
sfavami  per  dichiararne) o  incelilo.  Ma  chi  non  sa  clic  le  ricer- 
chi? no' stucl  j  bibliografici  non  hanno  mai  limite? lo  sono  quindi 
debitore  all' ermi  ilo  Unito  quanto  niii-r  amico  mio  professore 
lrranccsconi  bibliotecario  della  università  di  Padova  di  poter, 
anzi  di  dover  francamente  asserire ,  clie  questo  viaggio  è  stato 
già  pubblicato,  i'iglì  fu,  clic  mi  fere  avvertilo,  che  un  esemplare 
i.  slampn  m>  ne  trovava  lutila  biblioteca  Pmelli,  e.  cbealle  pagine 
107,  108,  109,  110  del  tomo  S"  del  catalogo  (ii  esso  biblio- 
teca il  eli"  nostro  Morelli  aveanc  reso  esattissimo  conto-  Ora 
(ini  sappiaci ,  clic  il  benemerito  bibliografo  sig,  Giacomo  Carlo 
Brunet  ce  ne  dà  esso  pure  la  descrizione  alla  pag.  l65  del 
■.■;bi io'-  1  °  il»!  *i!]ìjìiinir-;rii(i  ni  suo  Mnr,it,-t  ila  libraire,  suppli- 
mento  che  in  Ire  voi.  io  8°  vide  ìa  luce  sul  principio  di  quest' 
anno  in  Parigi  per  le  stampe  di  A.  Pinard.  Né  io  temo  che  i 
mici  lettori  mi  vogliano  rimproverare  di  averli  troppo  a  lungo 
in  trattenuti  il  il  li  riio  fui  un'opra,  li]  il  da  q  ne  ti  io  si-coli  fu  e.ià 
pubblicata;  perciocché  in  primo  luogo  i  pregi  intrinsici  del 
codice  che  abbiam  per  le  mani,  de' quali  pregi  ho  detto  di 
sopra,  il  rendono  prezioso  agli  occhi  de'  letterati  e  de'  dotti; 
in  secondo  luogo  perchè  l'edizione  di  questo  viaggio  divenne 
si  rara,  che  a  grande  stento  putì  con  certezza  indicarsi  l'esis- 
tenza di  un  secondo  esemplare  oltre  a  quello  del  Piacili,  il 
quale,  dice  il  Brunet,  se  non  fu  venduto  che  soli  a5  franchi 
alla  pubblica  vendita  che  fu  fatta  in  Londra  di  quella  famosa 
biblioteca  ,  ben  più  di  venti  volle  quel  prezzo  si  venderebbe 
ni:;:!! li  sr-  un  iiovi'llo  esemplare  se  ne  preseutasse  alle  ricerche 
degli  amatori;  in  terzo  luogo  perchè  il  nostro  codice  contiene 
ricllopoi'nit:  del  eonte  Gabriele  in  più  gran  copia,  che  non  Sono 
nulla  stampa,  e  nii  confinerò  a  trascrivere  le  due  prime  stanze 
di  una  ben  lunga  canzone .  che  leggesi  in  sul  (ine  del  codice 


Lt.i  i  :  c, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE,  537 
stesso  ancìie  perchè  il  Morelli  non  ne  fa  alcun  cenno: 

Perdonami ,  signor,  chcl  tempo  passa , 
111  luci  sono  1  giorni  t-l  fuggili  l'ori!, 

Oudio  con  tultol  coro 
Misericordia  chiedo  et  dico  onici; 

Perdonami,  signor,  sii!  per  Colei 
Gì  ricopi  -.li  |u'i-  lij:li;i,  sposa,  et  maire 
Quando  dal  sommo  Palrc 

Munitalo  fllSti  ::  SIII  I  DITI!]  «li  llimijoil 

i'i'rii'.iiijiii!.  sìj;]li.|-,  ini  i[ii< -III'  [!iiini,  or.  or. 

Spero  quindi  che  i  concittadini  del  rontc  Gabriele,  tra'  quali 
piacemi  pur  nominare  il  sig.  avvocato  Piazza  diligente  rico- 
gììtore  delle  memorie  patrie,  vorranno  gradire  la  notizia  del 
presente  codice. 

Dal  «■  1  ,1  »■  500. 

48i.  La  grande  Raccolta  di  scrini  storici ,  politici,  statistici, 
diplomatici,  amministrativi,  formala  per  le  cure  del 
Cardinale  di  Bri  enne. 

Coni  prendesi  in  questi  trecento  volumi  la  famosa  raccolta, 
t ■  I j " o  stila  l'itla  dal  ra^linaii!  di  liiioniit' .  di  tulio  ciò  olir  in 
argomento  di  storia,  dì  politica ,  di  diplomazìa,  di  ammi- 
nistrazione, ebbe  già,  ed  aveva  pur  al  suo  tempo  relazione 
diretta  col  regno  di  Francia;  giuntevi  altresì  molle  scritture, 
le  quali  benché  in  vista  non  appartengano,  negli  argomenti 
che  vi  sì  trattano,  se  non  che  ad  altre  potenze  europee,  pur 


538 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


potendo  esse  indirettamente  rilcrirsi  «Ile  toso  ili  Francia  egli 
è  per  ciò,  clic  fanno  parli!  ili  [{iicsla  raccolta.  Tu t l'i  volumi 
Mino  in  jii-.iu  Inalili  :  -l'anali  col  ninnalo  progressivo  dall'  i  al 


([uno.  Io  gli  iio  prosi  lutti  in  (.-.sanie  rial  primo  all'  ultimo;  ma 
non  potrò  dar  notizia  particolare  .  clic  ili  hijIì  quattro,  cioè  del 

i]liiìsli  (piatirò  sol  Uni  lo  si  troiano  scritti  italiani,  dove  in  lutti 
gli  dilli  sono  o  francesi,  o  spaglinoli,  od  in  allre  lingue;  od 
il  lettore  sa  bone  quale  ^ia  il  mio  proponi  monto. 

l'erUnlo,  nel  volume  n"  a,  si  contengono  le  seguenti 
cose;  I"  Lettela  del  ('.ordinali-  i.adoi-isi  al  l'airdinale  ihrivmcv  in- 
tono aik  Italia  svila  Anione  del  Papa,  fauna  161/,.  IP  Illazione 
del  Conclave,  adunate  fa  assunto  ai  Pm^aUo  Papa  Urbano  Vili'. 
ed  è  diversa  da  ipiolla  ,  clic  I  i  :  1  un  ■  .-.':  \  a  r  li  coli  >  r  del  ■■"  ile' 
codici  segnati  nuin"  '233.  \ì\"  Altra  relazione  d'altro  autore 

siili' argomenti  lesimi).  IV"  Ri-lti:innr  tìeiln  Girle  di  [ioma  el 

de  Hill  da  assettarsi  in  essa,  et  de'  suoi  Magistrati  el  OJfteiì  imi 
ia  foni  dislalia jni-i>:di;iviii-  ;  mmpi/l-.i  dui  enm/iVre  Girolamo  Luna- 
dmv  l'anno  ili  1 1  di  llennaro;  è  una  eopia  di  <| nella,  die  leg- 
gesi  all'articolo  1*  del  codice  scanalo  imiii'  ,'ioo,  ma  di  scrit- 
lura  pili  nitida  e  più  corrella.  \  "  Istruitoti!-  de  Cortili  ia  ni .  cioè 
collezione  di  avvisi  e  consigli  sono  in  tulli  M  )  a  coloro,  clic 
hanno  in  animo  di  voler  iivqiieiil.irc  la  colle  ìli  Roma  con 
l'idea  0  speranza  di  coriinjam  de'  lui  ijiadi  "J  incarichi;  piace- 
voli ed  importatili  a  lecersi  ipioslo  istruzioni.  \  1°  od  nllimo. 
Istruzioni  ad  uà  Aiidia.v  latore  del  Ut  Chi-isti/uiifiimi  presso  ia  Corte 
di  Roma,  a  fui-  eli' e:  sappia  in  mudarsi  cerne  il  richiede  l'onore  della 
Francia ,  ed  il  suo  proprio. 


wgnificameote  legati;  di  ottima  conserva- 
li parlo  ili  sci  in  se  II  eco  11  lo  pagine  ciasclio- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  S3o 

Nel  volume  segnalo  uum°  3,  si  contengono  i  seguenti 
scritti  italiani  ;  1°  Relaziona  intórno  alla  Corti:  di  Roma,  fatta  al 
Sellata  Veneto  li  d  novembre  i6a3,  dal  «umiww  Raniero  Zeno, 
Amliinritìtiiiv  drlln  Hepidldira  presso  di  aurl'a  Cork:  11°  Relazione 
della  Repubblica  di  Venezia  jutlii  dal  Manin-se  Don  Alfonso  de 
la  Coeva  di  lledmar,  AnAasiiaioie  Colloliro  pressa  la  suddetta 
Repubblica.  111°  l'arte  presa  iteli  forche  Ci.iLii.jii,,  di  Dicci  in  Vene- 
zia a  dì  3i.  dicembre  i6s6.  contro  tinelli,  che  hanno  eammesso 
l'atrocissimo  Millo  nella  persona  del  nobil  homo  Ramerò  Zeno  Ca- 
valiere. JV°  Senlmlia  dell'  lineho  l'onsiijtni  di  Dan  in  l'enetia  li 
7  Gennaio  ìiri'].  rimira  Zor:i  Corner  et  altri  rhr  haano  assassinato 
il  caratiere  llanìeru  Zeno.  V"  ed  ultimo.  Senientia  dell' IWelso 
Consiglio  di  Dirci  contro  i  complici  di  '/.orzi  Corner  nell'assassinio 
dei  Zeno;  fra  i  quali  an  Olmo  e  un  Tacan  gondolieri  del  Corner,  ed 
un  Bernardo  l'veti  romano,  ftimtoh>trt  del  Corner  medesimo:  e 
questi  cinque  scrini,  ecce  Una  li  ne  Eilcuni  altri  brevissimi  in 
lingua  francese  o  spalinola,  essi  soli  comprendono  tutto 
questo  codice  num°  3. 

li  volume  segnato  num°  5 ,  c  una  collezione  di  varie  scrit- 
ture concernenti  la  corte  di  Roma  negli  aliali,  ch'essa  ebbe 

la  copia  di  alcune  convenzioni  seguite  fra  gl'imperatori  d'AIe- 

renza.  La  inassi  ma  parli.'  iti  qnt'sie  seri  Mure  essendo  in  lingua 
latina  o  spagnuola  ,  ed  il  piii  gran  numero  In  quest'ultima,  ci 
dovremo  contentare  di  averne  data  !a  sola  notizia  della  loro 
esistenza  in  questo  volume.  Delle  podio  cose  però,  clic  in 
lingua  italiana  qui  si  contengono,  ne  do  gli  argomenti,  e 
sono  :  1*  CapitnloUioie  eonrluiua  il  di  :>.  Cingno  \  ~>-i-].tra  il  Papa 
c  rj'/inlt  dilli:  Ma  e  .■■iti  G'sriF'fn;  e  con  renio  la  libertà  del  com- 
mercio attivo  e  passivo  negli  stali  dei  papa.  Il"  Trattato  di  pace 


S4o  MAN0SCH1TT1  ITALIANI 

ira  il  Po/m  Paolo  IV  ed  il  Re  di  Spagna ,  tonchioso  il  dì  lo.  di 
settninhre  i  ;V!Ì7  ;  i!  quale  trulla  tu  ■:.  se  luì  Lo  (In  Lutti  gli  atti .  ca- 
pitoli, e  convenzioni,  che  accaddero  fra  i  sopraddetti  il uc 
sovrani,  Ul"  Ia  pubblicazione  antenata  in  Fiorenza  il  dì  i5.  Di- 
cembre i  5G(|,  della  [timoni  Bulbi,  per  la  quale  il  Papa  Pia  V°  crea 
Cosmo  di  'Mcdi'  i  Dir.  u  ili  l-'inivn:ic  t  di  Siena  i:  suoi  successori,  Gran 
Ducili  di  'l'inclina;  l.i  quale  l'nbblicttnionc  fu  di  poi  stampata 
presto  i  Giunti  in  [■'iremo.  IV"  7in(((ito  dì  Lega  fra  il  Rodi  Fran- 
cia ed  il  Dima  Gisjn.j  M,  diri  (',;  F:<nrrt;a  ,  r7  dì  l\.  Agosto  j5tìa. 
V'Ietterà,  clic  Maria  de'  Malici  Principessa  di  Toscana,  e  di  pai 
Regina  ili  Frantiti ,  s<  risse  di  t-mren:ti  il  dì  ai.  Giugno  ]  Goo.  o/ 
iie  Cristianissimo,  in  risposta  a  quella,  die  il  Ile  le  arein  indirilta  il 
dì  a4  Maggio  dell'anno  medesimo.  VI"  ed  ultimo.  Lettera  del  Car- 
dinale Uhaldìni  Vescovo  ili  Maiitcpitleitato  ni  Cardinale  Bonjkese  in 
Roma,  essendo  Annuo  .(V  t'ap-.i.  prtMo  :ì  He  Jì  l'nntàa  ;  nella  qual 
lettera  gli  raccomanda  l'abbate  del  liosco,  che  se  ne  andava 
a  Roma  per  disbrigare  alcuni  affari  tra  il  papa  ed  il  re  cris- 
tianissimo. 

Il  uilitmu  sibili.  In  unni"  in.  udì  min  !  iene  .  clic  nw  presMi- 
chè  lutfe  conci; ni iinli  l'Ilaìiii,  e  relitti.1  pur  quasi  tutto  in 


lica)  dello  Staloili  tatti  Principiti  e  dell,  lìepnbhUchc  d'Italia.  Non 
è  dichiarato  il  nome  dell'autore,  nè  l'anno  in  cui  fu  scritta, 
ma  .si  può  aiferniarc  clic  ciò  Iti  in  mi i  1  Unire  del  secoli!  xvii". 
Il*  Relazione  delle  eann;  ■•In  iteli  titiiin  i  u  ì  j.  liutaio  mosso  laRcpaii- 
Idicu  Veneta  n  mot  t  i-  Iti  gurrni  imi  Frinii  nt/ìi  Usi-occhi.  111°  Causi- 
telo di  Stato  sepia  in  jn'jti  dnili  Spoaaiteìi  ''ti  Veruna  nel  mese 
dì  Dicembre  iGa5.  IV-  Sommari,  delle  congiure  fatte  dal  Duca 
d'Ossuna  contro  la  hhii-'ìì'w.i  / j * /■.-■'-■£.■/ j <  di  I  inezia;  al  quale 
sommano  è  a^giiiiiUi  ki  copili  della  M-ritturn,  clic  il  capitano 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  54 1 

Giacomo  Pietra  inviò  ;ul  esso  duca  d'OjsHTiii  :  i'  più  unii  Di- 
ehi/ira-inne  sui  uni  il'  iiiipudmniisi,  senni  intelUiieiiza  della  città  di 
Venezia,  del  Capitana  Giacopa  Piato).  V«  Rthtimu  Ma  Repub- 
blica di  Venezia,  fatta  alla  Maestà  de!  Ile  Cartoli™  Filippo  III-, 
Re  di  Spagna  per  il  ino  Ambasciatore— Dan  Alfonso  della  Graia 
residente  in  Venetia  l'anno  ìliiy;  relazione  diversa  d'altre  clic 
drlki  siesso  Amb.isciaioiY  rudi" .ii'jioiiu'ntn  meditimi:-  IiV'lt.ìi.-ì 
in  allrj  codici  dì  questa  biblioteca,  e  che  panni  iroportanlis- 
sima,  potCLidn  sotuitmiisu'arti  de'  linoni  inni  alla  storia  ili 
quella  famosa  rc|i'jljl>]l'\i.  \  ]s  ((■ .'. j f :<-ue  dì  ipomiin  ,■  ^om^o  •„  il,, 
Rea!  Corte  del  Ile  CaUoit:"  lidia  partenza  del  Serenissimo  Principi: 
di  Galles;  ibilli  lampi, menti  xynili  fra  le  Cuttidielie  Maestà  Serenis- 
simo Infante  e  serenissima  Infanta  eoi  detto  Serenissimo  Principe; 
delli  presenti  ricilii^iaii  pini  duii'  una  parìe  r  l'ultra;  e  delle  mer- 
cedi osale  alli  CaiVijiniii  di  nini,:-  le  parti.  \  II"  Disiamo  pulitila  fatto 
sopra  faiidaM  'iti1.'  •ììtiitrìj<'iw  Cur.linnti  lìiirhriiit)  in  Ispaijnu; 
il  quale  discorso  è  seguitato  da  una  Inslruttivne  per  lo  illustris- 
simo Cardinale  lìnrberin-j  distillino  Lie.alo  dalla  Santità  di  Nostra 
Signore  Papa  Urtano  Vili',  alla  Maestà  del  Re  Cattolico.  Vili»  Co- 
pia di  una —  Lettera  scritta  dal  signor  Torneato  Roecltia  Matstn, 
•li  Cu;»  del  ugnar  Dan  IvnpiaM  Canti  Gennai'  dell'  iirtiqlunii  .li 
San  Maestà  Cesarea  ni  signor  Pnn'ipedi  San  Gregorio,  nella  gnalr 
yh  dà  telatione  ilei  pan-  et  costami  delli  popoli  di  Daiumarai- 
IX'  ed  ultimo.  Reìatione  di  Costantinopoli,  delt  ItlàZ:  signor 
Ctrittafaro  Vallerò  rùuniaW  da  goti  Ha'laggio  per  la  Serenissima 
Repubblica  dì  Vene  fa  Canno  >Ci&. 

E  quello  i>  lutto  f  iò,  die  eccitici  in  lincei  italiana  io  ti  (ro- 
vai ne'  quattro  codici  3,  5,  io,  della  Raccolta  Brienne;  dei 
quali  soli  quattro  ho  data  la  descrizione  per  quella  ragione  , 
L-li'è  unitile  di  rijielen;,  avendola  io  jdii  addulla  più  \n\h\ 
Aggiungo  bensì,  ch'egli  è  assai  desiderabile  ad  utililà  non 


Sii    MAN  OS  CU.  ITALIANI  DELLA  BlEiL.  DEL  RE. 
meno  delie  sci^n/.e,  die  <ì--.ìh-  Idlrre,  die  fosse  composta  e 
messa  in  luce  la  Tamia  gmcnilc  ili  tulli  gli  strilli,  che  in 
questi  trecento  volumi  si  comprendono;  della  quale  io  sono 
fedissimo,  che  molto  se  ne  g  i  ove  celi  liero  j  letterati  ed  i  dotti. 


DESCRIZIONE 
DE'  MANOSCRITTI  ITALIANI 

DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE, 

I  QUALI  SONO  COMPII liSI  NEL  SUPPLÌ  MENTO. 


!.  Disegni       «ostruire  le  fortezzo  esposti  da  Giacomo 
Ponzoni. 


S .  :  1 1 1 1  !■>)»:•.!  i     (lidlKUMti  ili  ciurlo  Ili-I  volumi'  il  le  il  ni  iliaci;!  il 

Saluzzo  il  (Il  i°  dell'aulici  ifip.'i ,  si  sottoscrne,  quasi  anloiio- 
tiiasticameoli.',  il  l'niiziine.  F.d  ii!  fatti  era  ptflì,  M'ciiniloelit  ri- 
sulta per  la  lettera  stessa ,  non  solo  architetti!  per  propria  pro- 
fessione, ma  archi  tetto  pure  .1'  suoi  tempi  Hi  quid  clic  cclnhrilii. 
SÌ  dà  principio  all'opera  col  ilni't/ti»  <lrl  mim-luiaio  di  Salane 


544  MANOSCRITTI  ITALIANI 

"•nqnuilci:i  iilrwir  ferri:  iM  l'ii-rnnr,!!).  il  volume  por  tutti  gl'indi!] 
'Invi?  giudicarsi  essere  quello  slesso ,  che  il  Ponzone  offerse  al 
duca  di  Nevcrs.  Nella  prima  pagina,  dove  stanno  disegnate 
le  armi  del  duca  ,  è  un  lavora  fimo  a  penna  ,  elio  comprende 
luiia  intera  essa  pagina  ,  mi  i  st  ruito  ohi  line/.za  e  diligenza  si 
grande,  che  a  prima  giunta  sembra  una  stampa  d'intaglio  in 
rame.  E  lo  Messii  diradi  di -Ila  pinna  li-lleia  iui/iale  della  dedi- 
catoria, e  quindi  mollo  più  di  lutti  i  disegni ,  che  formano  io 
scopo  principali'  de! l'upiTa  ,  cippi-csi'iitanli  i  diversi  modi  pra- 
tici di  fortificare  una  piazza.  E  nobilmente  legalo  il  volume 
eoo  sopra  coperta  di  velluto,  <■  ricami  in  uro.  Sul  merito  in- 
I  i-i  usimi  tini  pie-rnli'  endice,  rpianln  sjietl.i  alla  scienza  od  orli- 
di  cui  traila,  ne  giudicherà  ni  ni  i  dotti ,  cui  l'uree  potrà  cadere 

19.  [mtiiNM  L.V.) 

'.Sii.  Comenlo  del  Barbigi  sopra  l'Inferno  della  Divina 
Commedia  di  Danto. 

secalo  i**p  di  pagine  ciru  700 .  ollioiaiiiciilc  conservalo  h  ù  adorna  dì  uni 

-ji  -i..i.i.ì  libi  idilli  11 1:1    ■  1  ..1^1  .■  <  1  l  il-,  L.il  un  !a  |:ril]i.l  .  I-  0:11  'UHI.  I** 

bramii  iniziali  |mr  didimo  ad  dio  e  colorì. 

Si  dà  principio  al  codice  per  le  seguenti  parole  :  «  Incomin- 
.  ria  lu  cemento  snpea  Innìenin  (iella  Ciiinrdia  de  Dante  Àldri- 
™gevi  Uroliti  no  compo-to  da  Mcser  ( luinilorlo  de  li  Bargigi 
«  doctor  ec.  et  su  venga  allexpusitione  del  testo  de  Dante.  ■  Indi 
seguono  due  ragionamenti;  t°sul  perchè  Dantesia  stalo  mosso 
a  scrivere  dell'  inferno ,  del  purgatorio,  e  del  paradiso  ;  a"  per 
(jual  cagione  Dante  ha  intitolalo  latta  ìopra  sotto  nome  de  come- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  545 
dia  et  le  parli  principali  ha  chiamate  cantiche,  et  li  capitoli  conti.  E 
termina  il  codici!  con  queste  parole  :  ■  Finita  questa  canlicha 
•  del  Derno  co  aiuto  de  Dio.  Cui  benedictio  et  elaritas  et  sn- 

■  pienlia  et  gratiar  actio  honor  et  virtus  et  forti  ludo  in  secU. 

■  seclor.  Amen.  Kxpositioe  de  Guiniforto  di  IJargigy.  »  Nella 
rinomata  edizione  della  Diviilfi  Commedia  pubblicata  in  Milano 
gli  anni  1477-78,  che  per  eccellenza  chiamasi  la  Nidobeatina, 

gli  rende  conto  dei  diversi  fomenti  che  in  essa  edizione  si 
contengono ,  Ira  i  quali  nomina  appunto  questo  di  Caini/orli 
Bar:i;a.  Ma  presi  in  esame  essi  fomenti  da'  nostri  letterati  si 
conobbe,  che  il  principale  è  quello  di  Jacopo  della  Lana,  e 
che  poco  o  nulla  fu  introdotto  depi  altri  selle  fomentatori 
nella  sopraddetta  epistola  nominati.  E  certo  poco  O  nulla,  in 
sogi; iunp TÓ  .  di  quello  de.]  nostro  Haryi^i .  non  potendo  pur 
essere  altrimenti;  poiché  se  si  effettuino  le  poehe  pagine, 
che  comprendono  il  testo ,  tutto  il  rimanente  di  questo  grosso 
codice  ,  composto  come  s'è  detto  di  oltre  700  pagine,  non  si 
riferisce  che  al  solo  fomento  della  prima  parte  della  Divina 
Commedia;  e  quindi  anelli'  per  le  hiilairini  ch'io  ne  ho  latle 

Messomi  pertanla  allo  studio  <[■■[  presente  endici1 ,  ecco  ciò  die 

lezione  del  testo,  che  quanto  al  coniente,  (.il rea  al  testo  dico 
il  vero  che  potili  altri  coditi  di  Dante  mi  vennero  sotto 
d^jili  ocelli  coir  una  k/àoiie,  cenerà  onerile  ;  1.1  ria  ni  lo.  si  Imi  mi 
come  potei  riconoscerla  nel  presente ,  massime  in  qW 
luoghi  ove  al  solito  ci  frallcnghiaino  co'  nostri  esami.  Le 
due  famose  terzine  del  canto  lacnn  si  leggono  così  coinè  le 


546  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Gii  ciccho  ad  brancolar  sopra  trascinino 

I: I  lino  ili  li  '  Ili  ili  pi  (  III!  Tur  unirti 

Poscia  |iiù  i-liei  dolor  nuotai  digiuna. 

Quando  hebbq  dicto  ciò  co  li  occhi  (orli 

lìij>rCM:l  ti-wliiu  miao  LO!  denti 

Che  forar  lusso  come  tlun  can  forti. 
Circa  ptii  al  ctiiupnlo  ini  |>ìiit  rti'i'sso  mitrili  i|tialclii!  Iorio.  Ne 
imn-'i  s'jltn  i1i:ì<1ì  nrclii  ■■  Li ■  ~  L ■  ~ 1 1  ■  j i" i  alcun'-  jimv,  |is?i  li1  ([nuli 
potranno  formar  il  j>iurlizic>  Ioni.  —  ■  Nel  memi  ilei  caniio  ili 

■  uro.  vita.  ■  l'i  due  mudi  si  pessime,  intendere  i/ueslc  parole  :  «  Nel 

■  inolio  del  camiti  •  ire.  inde  per  e.r.idcniut  di  i/nesio  didihiumo 
sapere,  c/te  in  iti"'  intuì;  se  ehimnit  'nr/M  mlnmente  lineilo  che  disia 
eijutitmenle  ila  ii  r.rlrrmi  ;  et  in  iptesla  matto  se  dire  ehi:  Hinitseha  è 
nel  MEZZO  del  camino  Ira  Milano  e  Paria.  In  altra  mallo  se  chiama 
mezzo  Inllo  ciò  che  se  comprende  Ira  ti  cxlrcmi  ci  a  questo  modo 
che!  Parelio  et  In  ariosa  t  i  vgni  spada  del  elimina  è  mezzo  Ira  Mi- 
lani) e  Pavia.  Intendi  min  ittii.ihinijve  il  lesiti  di:  limili-  nel  prima  modo 
direma  :  «  Nel  mezzo  ili'l  camin  di  (lustra  vita,  ■  c/ci1  nel  eia  etna 
xx*\.  anni  peroriteli  IAX  sona  reputati  essere  etnie  misura  do  la  vita 
hnniana  secando  lite  appare  per  e.ij.erienlui  et  per  nvelorkà  de  David 
propinata  nel  psalmo  lxxwiiii.  ove  dice  :  dies  annamm  nostrorum  in 
ipsis  st'ptutttjiitttt  tinnii-,  ce.  l'urini  in  Mimma  poter  concili  Oliere, 
clic  gli  amatori  studiasi  di  questo  nostro  ino  estro  non  Irove- 


ni\in*  Commedia.  J  lignori  fnLiMppa  Campi  («rggaai, \v  eoji  piace,  alle  pagina  if6 e 
117  <li  quals  vciIudic).  Jsoj|io  t'errane  fruirò  TamctUnl  Icucmtì  italiani,  etuUi  e  Ire 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  S47 


40.  ( 

484.  Storia  di  Venezia. 

,1  grande,  caratteri  corsivi,  di  pagine 


Lcggesi  nella  prima  pagina  il  (itolo,  elle  ben  giustamente 
fu  dato  a  questo  codice ,  ed  i:  :  Mstorìa  di  Ventila.  Si  di  prin- 
cipio per  alcuni1  notizie  sulle  nobili  Famiglie  di  quella  repub- 
blica. S'incomincia  doliti  più  .mticlie  e  si  prosegue  Gno  ai  se- 
colo xvi".  Sono  poste  per  ordine  di  alfabeto ,  e  vi  si  vigono 
a'  luoghi  loro  dipinte  a  colori  le  armi  tutte  delle  famiglie  me- 
desime. Dopo  di  ciò,  lesesi  rosi  :  a  Quìi  sarà  un  i  notfldc  tutte 

■  le  casade,  clic  son  manebade  dal  principili  de  Vcgnesia  uno 

■  al  ]  454.,  e  le  iiol.irciiin  i n.i  driedn  idi'  altra  per  alfabeto  or- 
l' demi  tornente.  •  E  cosi  fu  faiti>.  Segue  di  poi  altra  notizia  — sa 
tutti  li  Oficiì  de  Vegnaia  et  le.  libertà  che  si  anno  per  el  suo  oficin. 
Indi  succedono  alcune  brevissime  biografie  de'  dogi  veneti  sino 
al  finire  del  secolo  xv",  e  poi  comincia  la  sloria.  Do  le  prime 
linee  del  ano  principili,  e  le  ni  li  me  eoe  eui  termina  ,  onde  si 
possa  conoscere  s'essa  fu  pubblicata  o  no,  o  so  abbiavi  e  dove 


^iiiia  .apii.ìlr:  c  ii.iii  .  ni,i.-rin  di  .  i  .  si  [■n^[-jiii;u[qD  di  pasturo  in  Inghilterra  od  ivi 

n.i>lic.  -n.<li.,  .1,'  - ...ii<  i  .vii.  «       ì,; ij ;.,t„-.,  .:,it,;,.„[;i„  ,.».,><>.  «ha  fu  .'.baie 

Li]u]iiii-  Uie  -ar  t'  croi.  .1  '..io  coslain.i  i.i  cj,l  l'ai I u  v:iiit(i  .lì  lr.n.i.-li,  ilili:i  r, -Jnlr-  iì 
■|   ;  l  i  ■"..-■III:  II. i..  r.ii.i  .]ili.i  iìiil-  n:ia  .utla  alle  lunfitic  e  diullima  msdilH- 

I-i   ......li-M'    I  H'I, idilli  I  .  ■  Il.l         |    ■  .  imi.:.  li  il   f..   N  T  il  


m  MANOSCRITTI  ITALIANI 

altro  manoscritto,  donde  sia  stato  tratto  il  presente.  Incomincia 
così  :  ■  La  Giade  de  Vanesia  lo  edificada  di;  volontarie  ilei 
Ministro  Signore  Mf.wr  i lonicimlio,  ut  tolscla  in  defeusion 

»  sua  .salila  lede, .  re.  l'i  lurniinii  «mi  t]  in'sti-  parole  :  «  Iit  per  sta 
■■  signora  »  (In  li^liiinlii  naìiirale  del  Ile  d'Aragona]  ■  li  fo  man- 
■■  il  ili  Iti  ilo  iiiiihas-aduri  al]  l'ornisi  ,  porli  >l  li  a  rli<ii;ii'  i  consueti 
*  doni  pei-  tal  nozze  ;  et  noia  clic  vene  li  allegrarsi  lutti  i  Am- 
»  hassaduri  d' Italia.  »  Sopra  le  coperte  del  volumi?  sia  un  arme 
ove  sono  imprese  in  oro  duo  aquile. 

03.  (bvppiìhekt  L.  V.) 
485.  La  Leggenda  di  san  Giosafatte  con  altre  operette. 


Ciò  clic  prinei palm fole  mulinisi  in  questo  codice  È  la  sto- 
ria ,  o  corno  ivi  è  scritto  la  /.n;jem/rt  dì  ina  tìiasafatte,  ed  il 
titolo  riè  il  sc£ii''iilc  :  a  Questa  legenda  si  e  de  sancto  Josafat 
«  re  et  Piolo  de  lo  re  arenerò  rie  india  et  converti  la  india  che 
■  «ir-™  padani  a  :a  fedi'  cristiana.»  ludi  incomincia  lì  lesto  in 
questo  modo  :  «  Disc  questa  legenda  cric  la  india  aveva  uno  re 
-  lo  quale  aveva  nome  A  venero,  questo  re  A  venero  si  era  homo 
«  molto  erudelo  con  Ira  Cristiani  et  aveva  falò  questa  lege  en 
«ÌO  so  regnarne  clic  case  li  uno  homo  che  ioi.se  Cristian  incon- 

imbrattata  di  molte  e  pessime  miniature  allusivo  agli  argo- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  54a 
infinti  che  vi  si  trattano]  nulla  lia  che  lare  con  la  storia  di 

Ilaria,!  imi  r  fliij-iil.il].'  re  tir' 11'  Imi  in  .  l^ià  a  II  ri  1.MÌ  tu  il  S.  Giovanni 
D.ijiiìi^ci'ho,  ui'^ari/yiila  nel     culi)  \iv".  pubMirala  in  ialini 

e  studio  ili  Giovanni  Bottai-i;  ma  è  un'  operetta  uncinale  ita- 
liana, di  cui  tacrsi  il  minte  ili  II  autori',  e  clic  forse  dovrà  ri- 
porsi  nel  numeri!  ili  quelle,  in  turno  alle  quali  ee  ne  instruìsce 
il  G;;inl)a  alla  pagina  i '.p  rl'-iia  sua  jVnr..  f Hip' :  (1!  e.-si  l.e.j- 

si  lyitan/ffin  !(■(')  pai. r  il.  fi  (ce  le  infilati  ;  iriili,  .-d'i  imi-  hujtr  tipcrcle 
tir-  stimili  lli'ruiirdii  in  ,\(~'.  Ji'sn  i/ai  ttpprtsiti  li-  srrìni.  VII .  opere  prin- 
cipali de  la  peitilcnlin.  prima  'J-A  ■'■  ■jiiii:iiic ,  ce.  poi .  qui  si  pongono 
di  solo  ceni  pensieri  et  oinfrW  die  sue"  apportano  remedi"  cantra 
la  leaiptatìonc  ci  iiii/ji sitali,'  dtl  dinamo;  fi  in  fino  è  una  canzone: 
ili  GUcopone  da  Todi,  clic  incomincia  : 

Oh  anima  fedele 
Chi;  voi  di  Dio  sentire 
Deh  non  uscire  de  lene 
Che  loco  ci  poi  trovare,  ce. 

Io  non  dirò,  che  sia  questo  un  codice  prezioso  specialmente 
in  ciò  che  riguarda  il  bello  della  nostra  lingua  (se  si  eccettui 
la  canzone  di  fra  Giacopone),  ma  dirà  bensì  essere  un  codice 
da  farsene  conto  per  le  sode  sentenze  che  vi  si  racchiudono, 
e  perla  faciliti  con  cui  potrebbe  ridursi  tutto  loscrìttoa  buona 
lezione. 


55i 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


118.   (snrni*5=iT  L.V.) 

i86.  Volgari  lamento  de'  libri  di  Giustino  isterico 
aopra  le  storie  di  Trago  Pompeo. 


K.-;iiiiili;iiHÌn  I''  varie  ti'ailiivtìfini  .  che  ite'  filtri  (li  CìiiiMiim 
abbiamo  aite  slnoipu  ,  trovci  che  li  presenti'  e  quella  ili  'lim- 
iamo Squarciafìco  posta  in  hicc  per  la  prima  volta  in  Vene- 
zia l'aunti  1  i  77  in  -odio,  indi  riprodotta  pur  in  Venezia  da 
Pietro  de  Nicoli Jii  da  Sabio  l'anno  |535,  e  da  Bartolommeo 
de  [Sindoni  l'anno  iÒ4a  in  8°.  Nulla  più  dunque  io  avrei  a 
soggiungere  ;  ma  poiché  lettine  eli*  in  m'ebbi  attenta  mente,  e 
r,i H'i  onti' ti  ivi  a  urlio  alieni  liin^lii  cugli  ■- 1 .1  n  1  [ i ,t ( i ,  mi  sono  con- 
vinto, elio  in  questo  scritto  sono  in  assai  minor  numero  gli  er- 
rori  dir  (jcrm'snm  urlìi'  Kipr.olili'lìi'  edi/ii.ini,  per  ciò  non 
tralascio  di  tener  raccomandalo  alle  s  r  il  leci  indirci  degli  studiosi 
il  codice  presente. 

125.  (scppiìhest  L.  V.  ) 
/i8j.  Rime  inedile  di  Luigi  Alamanni. 

Mriiiliranti:<<ii .  in       «ratliTÌ  i.mivi,  di  pigine  (00.  serrilo  in-, 

Preziosi  mìo  io  ['.'idicc,  clic  «intime  gran  numera  di  poesie 
di  vario  argomento,  e  tutte  ineditedi  Luigi  Alamanni  :  sonetti, 
sestine,  ode,  terzine,  madrigali  e  camoni.  Non  dubito,  che  i 
letterati,  non  che  gli  studiosi  amatori  della  nostra  favella. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  55i 
gradiranno  oltreuiodo  epifita  intima,  ch'io  reco  loro  con  lauto 
piacere  quanta  fi)  in  tur  hi  !ji<.>i;i  in  ijitrl  ih  .  dir  <:;iddei)LÌ  lia 
le  mani  il  presente  codice.  I1'.  ititilih:  ch'io  ne  dica  piùoltie.  Se 
ne  giovi  dunque  chi  vuole.  Aggiungerà  solamente,  che  la  cor- 

reiione  drilli  Sl.iilln,  In  di  I  i«i  t]/.;i  somma  dell'  ilmii  mieiiM- . 
l'opportuno  punteggia  mento  ,  1'  oh'^anr.a  de'  rara  iteri,  la  niti- 
dezza delle  pergamene,  nulla  più  lasciano  a  desiderare,  e  tulio 
è  veramente  conforme  ai  meriti  dell' autore,  e  di  quell'alto 
personaggio  (ben  probabilmente  Francesco  1°)  cui  fu  offerto 
questo  volume,  l'or  darne  un  piccolo  sappici  ini  contenterò 
di  trascrivere  il  seguente  sottolio  in  lode  .lolla  Vergine: 

Donna,  nel  cui  viiginco  e  puro  seno 
Habilar  volse  il  gran  Motor  del  cielo, 
Allhor,  ch'ei  i  cone  a  soffrir  caldo  e  gelo, 
Presa  pria  forma  d'huom  vile  e  terreno; 

Tu  clic  sei  d'ogni  gratia  uu  fonie  pieno 
Mira  le  colpe  mie,  ch'io  sol  non  celo. 
Ami  a  Te  ad  una  ad  una  numi]  rivelo 
Come  a  chi  ha  '[  scn  d'ogni  pietà  ripieno; 

E  prega  il  tuo  diletto  unico  figlio, 

Che  con  epici  sangno,  ch'oigii  sparai-  interra. 

Lavi  le  macchie  del  mio  gran  fallire, 

Ancsoccbt  '1  no  avversario  nel  morire 

Mio,  non  faccio  a  qucsl' alma  alcuna  guerra, 

Ch'e  vìssuta  Dn  qui  senia  consiglio. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


155.    (  S'PPLÉMEKT  L.  V.  ) 

488.  Vita  di  santa  Catterina  da  Siena. 
Carta™,  in  V.  serrilo  sjv',  «raiii'i-i  |inwlif!  limili,  ili  pagiiw  nao. 


II  contenuto  eli  questo  bel  codice  è  la  Leggenda  ossia  la  vita 
di  santa  Calici  imi  ili  Siena,  li  divisa  in  tri'  parti,  e  queste  di- 
vise in  capitoli;  ed  in  fine  del  volume  è  un  epilogo  dì  tutta 
l'opera,  Conliinitai  questa  le^i'cidn  con  alcune  a  stampa  che 
potei  avere ,  ma  nessuna  ili  quelle  eli'  io  vidi  ba  che  fare  con 
la  traduzioni'  pn'M.'iiti'.  Credo  iippoi'liiuu  per  lauto  trascrivere 
i-in  clic  leggìi  in  sul  principio  ilei  aulici',  indi  pui'il  comin- 
cìameLito  della  Leggenda;  per  cui  potrà  il  lettore  farne  nudi' 

ii.n  t-  riunii'  l  1 1 1 1  '  I  ^indilli!,  i  Iih  ■  sili  sembrerà  più  i'olHi:nimti'. 
Si  dà  principio  al  codice'  in  questo  modo  :  ■  Questa  leggenda 
,  ile  sune.l.i  (di.iVi  i>iu  ila  Sima  rlrl ioni li-.-  della  |i..  nilori li;,  ili 

■  nlo.-Doineiiiidio  in  ■■eririijiie  Ulti -rato  ad  i>l:mtia  di  certe  per- 

■  sono  litlerate  per  uno  venerabile  padri!  irate  T  li  omaso  da 
-  Siena  dello  ordi-ir       Unii  predici  iato  ri  e  i.  irosi  per  lui  mc- 

■  rizzata  si  cimine  in  pm  ko^Ui  appare  piando  luy  priore  del 

■  chagìonc  fu  anche  vul  .ariizata  ila  uno  venerabile  pari  re  don 
•  Stephano  ile  Maclioni  ila  Siena  dellordine  de  la  Certosa  il 
i  quale  fu  ^cnerrdr:  del  di  Ilo  ordine  e  .;i:i ì^ii  1  lu  i-  divulo  di'.llj 

■  detta  beala  et  nd^ari/./.olln  -icotido  che  qui  si  contiene 

■  siando  lui  priori:  dei  Iti  casa  di  sili.  Maria  dei  le  grafìe  ila  Pavia 

■  et  Ite*  supplendo  i'lu'1  -.opratlrlto  padre  frale  Tliomaso  lavesse 
vnS^,iri/Wii.!.  ■■  Nnn  eia  tU]iii[iii:  .i  i:nli/ia  del  Macinìi,  clic  un 


DicjilizM  By  Google 


DELLA  H18U0TF.CA  DEL  UE.  tei 
llo  coiifrniclìu  e  cotieitM dinu ,  ((".ile  si  fu  il  frale  Tommaso 
ria  Siena  ,  avesse  già  I  rad  nitri  in  ila  li  rum  quota  vita  (li  S"  Cal- 
terina;  e  cosi  nini  è  a  nostra  milizia  che.  sia  inni  stato  pubbli- 
cali! il  pivsenrn  ,1.111  novelle  vuijsirly.K.imciili.,  ili  i  ni  i  liililio- 
gralì  non  fanno menzione  alcuna  ;  ami ,  come  re  ne  instmisee 
il  fiauiha,  non  si  conosco  allea  opera  ns'ampa  ili  esso  Martini 
in  Fuori  di  una  sola  sua  lettera,  eli* è  nel  voi'  i°  (li  tulle  le 
opere  di  S"  Catlerìna  pubblicate  in  Lucca  pel  Venturini  l'an- 
no 1731.  Quali  l'è  [mi  al  meri  In  ili  i|nesio  i  ni  ga  rizzai»  dito  in 
ciò  elio  concerne  la  purità  della  n unirà  l'ai  olla  ,  mi  pare  cll'ei 

<■Ja.cb.opo  di  Iìcnincasa  prese  per  sua  sposa  una  venerabile 
•  donna  chiamata  Madonna  Lapa  Inno  et  Ialini  ili  buona 
<  conilitione  et  di  singolare  liuiicsta  et  fama. . .  et  avendo  la 
u  detta  Madonna  Lapa  guadagnali  molli  figliuoli  el  figliuole 
.  al  dette  Jailmp  i  alnltimo  partnH  unii  tijdinnla  chiamata  Ca- 

epilogodi  cui  s'è  detto  di  sopra,  e  eh' è  annuncialo  così  :  incipit 

penso,  che  gli  ai  cadmimi  di  lla  Crusca  se  fosse  loro  stalo  nolo 
il  presente  volgarizzamento,  alla  voce  gaadagaare  che  Jìjuiu- 
Inmenff  nule  jencrare,  ci  avrebbero  dato  questo  esempio  a  pre- 
ferenza di  quello  clic  nel  vocabolario  si  trova.  1  letterali  ne 
giudicherà  mio. 


654 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


158.    (  SlimiMENT.  ) 

llSc,.  Cronica  ile'  Principi  ili  Monferrato  scritta  da  Galeotto 
dal  Carretto. 

ói  baàaTamrmSoae.  ^ 

Per  le  seguenti  linee ,  scritte  in  caratteri  rossi ,  é  dichiarato 
il  contenuto  di  quiMo  codice,  il  nome  del  suo  autore,  e  il 
tempo  in  cui  scrissi'  :  Milli-  ijiitilrneerdo  ninnala  e  tre  :  adi.  xv.  /li 
At/atto,  Win)  de  la  ipimtli'ijia  ci  ritc  ihjli  l littorissimi  Principi  el 
Iwtrliiii,  Manda  ti  da  Monferrato,  da  Mulraino  in /ino  a  ijnesli  tempi, 
rompasi!»  ila  (ìnlcnll-i  dui  Camillo,  et  intitolato  ni  Illmò,  signore 
Bonifacio  Murrlu-fi-  nuJ.enio  dì  Mao  ferraio.  In  leggendo  le  due 
prime  pagine  potei  conoscere,  dui  Calmilo  dal  Carretto  lii  in- 
vitato a  comporre  questa  storia  o  cranica  rial  sopraddetto  mar- 
chesi: lìnnil'acio-,  e  per  hi  magniilieenaa  del  volume,  ch'é  pur 
ornato  di  qualche  miniatura ,  non  dubito  poter  asserire  eli' ci 
sia  l'autentico,  che  l'autore  «(Terse  al  marchese  medesimo. 
Non  mi  sembra  spregevole  1'  opera  nò  pur  dal  lato  dello  stile 
e  della  lingua  nuslra.  In  (ine  ilei  codice  È  una  novella  Cronici) 
.yanpendioio  dvjìi  Itimi.  Principi  dì  Monferrato  composita  dai  me- 
tlesmn  lìahutlo  dal  Carrello;  il  (piale  compendio  rinclmidesi  in 
dieci  pagine,  ed  e  appunlo  il  compendio  dell'opera  qui  con- 
tenuta, clic  per  quanto  mi  i  nolo  non  Tu  pubblicata. 


DigitizM  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE,  555 


146.  (  scfpiìhent.  ) 
4go.  Lettere  c  Memorie  del  Cardinale  Spada. 

Cartaceo,  in  faglio,  canlLiTi  fnr'i.:,  rli  inaine  (ÌOO,  secolo  AVn°, 

di  belli  (Muenulont. 

Comincia  ii  aulici?  con  lo  salienti  linee,  die  ne  danno  il 
contenuto  :  Lettere  e  memorie  A  ih  fic.'.nìifi.'rt.'fjc  <fc.'  srjnor  Cnniì- 
nn/s  Spm/ii  iVimfro  Apatìe-lieo  in  Francia,  concernenti  la  censura 
de!  lifov  & SmU'tiilio  negli  unni  1G26.  e  1627.  Tutta  questa  col- 
Iciione  di  lettere  e  di  memorie  nell'argomento  del  soprad- 
detto libro  trovasi  pure  nell'ultimo  de'  codici,  che  abbiamo 
segnati  col  n*a3j,  al  (piale  rimetto  il  lettore. 

178'.  (aumiMMT.) 
S91.  La  Prigione  di  Fillindo  il  Costante. 

Mcmlinnan».  in  fofilio  piccolo,  carnicci  conivi,  di  pagine  ma,  semiti  uni*. 

RiiK'liiu-'i  in  un  -ri'aiidso  disegno  0  peni  1,1  e  il  sannite  titolo 
ili  questo  elegantissimo  codice  :  jiriijitmr  ih  Fillindo  il  t'.m- 
lante;il  quale  titolo  è  scritto  coti  caratteri  d'oro,  si  come  pure 
nella  parte  superimi'  del la  ['rima  |, animi  lesesi  in  caratteri 
A' urti  :  Di litin'  pituita  inni  carcera.  Sono  molti  i  poetici  com- 
ponimenti, elle  si  comprendono  in  questo  codice,  de  quali 
dovrò  contentarmi  di  porre  sotto  degli  nerbi  de'  lettori  i  soli 
argomenti,  e  sono  questi  :  1°  La  Fedeltà,  II"  La  Prigione. HI'  Le 
Nove  Torri  ove  albergano  le  infelicità  della  prigione,  di  cui  la 
prima  è  la  solitudine,  IV  11  Silenzio.  V"  La  Melanconia.  VI"  Il 


556  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Sospellu.  VII*  La  Speranza  vana.  Vili"  La  Povertà.  IX"  L'Oscu- 
rità. X"  11  Rigori:.  XI"  La  \leiiiuna.  —  Unii  se^uomi  Ir  ciii^rila- 
/iniìi,  e  ila  [u-i iii.i  iiiii'll.i  -lei  La  |ia,.icii/.a.  La  Ciiis  il.i/.iniii] 

delia  costanza.  XIV"  La  Consolazione  ilrll.i  speranza.  XV"  La 
Consolazione  (Iella  nidillrreii/.a .  X\  1"  Le  Catane  di  san  Pielro; 
e  da  ultimo  chiude  il  collice  con  on  componimento  in  sestine 
—  Per  un  Regolo  augello  ;  quale  venne  alla  mìa  prigione  alludendo 
a  quello,  ohe  nella  ernia  sbranalo  da  un  Aquila  presagì  la  mone  di 
Cesare.  Circa  alla  bellezza  esteriore  de)  codice,  credo  averdetto 
quanto  basta  a'  miei  L'I  lori  l'acri  irli  i  Ioni  supero  ,  cli'ei  fu  tutto 
-enlki  ed  rimalo  dulia  pemu  rivi  l'amc-o  J;inv.  il  quale  alia 
pagina  ]3,  in  Tuie  delle  ottave  sulla  prigione,  si  sottoscrive  in 
questo  modo  ;  X.  Jarry  Pam.  srrìp.  itti  3.  Qnant'  è  poi  al  me- 
rito letterario  de'  coi  n  poni  in  enti,  ne  trascrivo  la  prima  sestina 
della  Fedeltà,  eh'  6  al  numM',  C  se  ne  giudichi: 

Penna,  ohe  sciolta  da  i  più  bianchi  vanni. 
Di  moribondo  cigno,  in  mezzo  al  pronto 
Imparasti  a  spiegai  pene  et  affilimi; 
Deb  fa  ch'unita  al  duol  con  flebil  canto, 
Mostri  Ira  i  neri  inchiostri,  c  l  tuoi  candori 
Benché  oppressa  la  Fede,  I  suoi  splendori. 

e  dichiarisi  altresì  il  nome  dell'autore. 

195.  (swriiilntT  L.V.) 

iga.  Poesie,  satirici»'  del  nivalicrr.  IWlolomraeo  Dotti. 


Mihiirnio  gii  alle  stampe  la  più  par  tu  delle  satire  del  cava- 


DigitLzBd  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  55? 
licre  Dotti  nella  edizione,  che  se  ne  pubblicò  in  Ginevra  pel 
Cramer  Fanno  1757.  in  1  voi.  in  1 3°.  Olire  a  ciò  fu  tra  tempo 
eli'  esse  satire  ebbero  ai  buona  fortuna  ,  per  cui  quasi  in  tulle 
le  pubbliche  e  private  bìblìolrchi: ,  ili  que'  paesi  specialmente 

tutto  questo  non  sarà  l'orse  discaro  a  que'  lettori,  che  tuttavia 
le  tengono  in  molto  pregio,  ch'io  qui  trascriva  gii  argomenti 
ili  quelle,  die  sono  rnìiiprese  in  questo  codice,  e  sono  i  se- 
guenti :  II  Carnovale  —~  I  Vajuoli  —  Proponimento  ili  non  isiriier 
jiiìt  salire  —  La  Quaresima  —  V  Antonio  —  Sopra  r  peri  caratelli 
—  I  Gamberi  —  /  Carpioni  —  Al  signor  Domenico  liianclii —  Il 

l'ani-  ili  Sjiiuum  —  ,1/  tir.. -ni»  — -  Sifru  iìi„i  j-iijiioìlo  ili  u", r"  — 
Tubami  d'Innlithcrrn —  M  Mnr.enigo —  Al  signor  Giorgio  Ali- 
prandi  — ~Ricorth —  Sopra  il  Partitante  de'  sali  —  Al  signor  Già. 
Barbarìijo  —  Contro  la  signora  N.  N.  —  Alla  signora  Lucrezia 
Mocenigo  —  Relazione  —  A  Saa  Eccellenza  la  Padrona  —  Alla 
signora  N.  (V. —  La  scrittura  it'è  diligenlissiiiia,  e  la  lenitine  è 
ben  corretta. 

219.  (aOFPliMEHT.) 

.'193.  Dizionario  italiano  e  turco. 

Cartaceo,  in  4"  piccolo,  caratli'ri  ...r-iii.  ili  p^ini-  ilio,  wcoìi,  wir, 
di  buona  oaienulnu. 

La  carta  è  cliìnese  ben  forte,  c  probabilmente  è  stato  scritto 
in  Costantinopoli  presso  qualche  imbasceria  italiana.  Esso  è 
diviso  in  due  parti ,  cioè  di/.ionaiio  de'  nomi,  e  dizionario  de 
veilii,  ina  è  l'i  5  tic  Iti  ssi  ni  0  nel  numero  delle  voci,  e  sembra 
veramente  fatto  per  l' uso  particolare  di  qualche  famiglia  ivi 
slanciata.  Ad  ogni  modo,  la  scelta  delle  voci  italiane  e  buona , 


558  MANOSCRITTI  ITALIANI 

sì  conio  non  dubito  essere  tali:  quella  de'  vocaboli  turchi  da 
poi  die  il  sig.  lleinattd  peritissimo  delle  lingue  orientali  me 
ih-  .ì-.^kuio.  l'ii'ivbbr  quiryli  essere  ti-  qiialdie  giovamento 
nel  sopra  dtl  ti  In  taso,  rbe  lalimo  fermar  volesse  la  sua  dimora 
in  tjuella  capitale,  o  in  quello  altresì  di  ristampare  con  giunte 
in»  «Ile  il  Lexicon  Arabtei.-IVrMr.o-TiiiT.ie.iiin  .  pubblicalo  in 

lavoro  di  Francesco  di  Mc.^niti]  Menili?  ki,  del  quale  rende 
frinii,  il  .v>|niillinliilo  -i;;.  lìi'iriiiii.l  (].'!l;t  lìirijiraiìn  universale 
postn  in  luce  dal  sig,  Micbaud  in  Parigi,  a  l'articolo  Menatila. 

228.  (sw-HAiENt.) 

Agi.  Lettera  di  Giusto  Fonlanim  all'aiate  Giorgi , 
ed  altri  scritti. 

ilartarpn,  in  (rifilili  |iirrfili).  rarnii'ri  rw>iiì.  eli  pgine  nr,o,  scruto  imi-. 


Gontiensi  in  questo  codice  una  —  Lettera  dell' Mino,  c  Ramò. 
Monsignore  (ìiusii  l-'uiilainiii  Arciwm-Q  d'Aitimi  n  Don  Ignazio 
Glorili  Ab.  Melitense  sopra  la  di  lai  opera  —  De  Divo  Paolo  nau- 
frago, Al  Rmb.  Padre  iij.  mìo  Poe.  Oss"  il  Padre  Abaie  Don 
Ignazio  Giorgi  dell' Ordine  di  San  Iknedett»,  Presidente  della  Con- 
greoaiione  di  JHnfa.  Rimi  Padre,  ec.  Questa  lettera,  eli' è  com- 
presa in  dodici  pagine,  c  porla  lo  data  di  Roma  a'  io  luglio 

I  -.Vi  .  il  :'t  il  eiiiiiuiciaiNeilli.  ili  rii'Uee.  ludi  aerili  '  la  —  ■  Hi  ipriti: 
di  limi  lifmrJo  liimifi  idìa  pmt.jaite  lettera  del  moni'  Funtaninl : 
e  questa  risposta  ,  die  font  irrisi  in  là  pagine,  è  ditta  di  Ragusa, 

eruditi  .favoregqwton  di  Multa,  futie  cantra  il  suo  libro  intitolato; 


Digiiized  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  .5  Su 

Dldtu  Pattini  1 /)«> fu las  in  muri,  i/wid  unni:  V'cmJrn  jiVhij  dicitur, 
naufraytu,  c(  ìkliti-iiiis  Dtiimtitttais  Insula!-  post  anafraijiam  hos- 
pes  ;  dedicata  al  st  1 1  u-ntl  ■  le  Ho  iutnisij;i]<ij,f  (misto  Montanini.  Da 
ultimo  è  una  dissrrla7.ione  sotto  Forma  di  lettera  scritta  dall' 
abbate  Stefano  (iosa  di  Ragusa  a'  a8  giugno  I75a  e  indiritta 
a  Nicolò  1  [adisiavo  iiilnnio  alla  domanda,  clic  quest'ultimo 
avevaglì  fatta ,  cioè  quale  lingua  si  fosse  parlata  nell'Ulirio, 
prima  ohe  verso  la  line  del  -esiti  secolo  dell'  era  cristiana  cso 
fosse  stato  invaso  dai  Sa  in  iati.  L  til  issimi  e  per  la  storia,  e  per 
l'erudizione,  eri  insieme  ragguardevoli  per  hi  chiarezza  delle 
lor  peone  sono  tutti  questi  strilli ,  i  quali  non  mi  riuscì  di 
sapere  se  l'abbiamo  avuta,  ma  panni  clic  meri  le  re  b  ber  la  luce. 
Di  contro  alia  prima  farcia  del  rodici:  lesesi  ia  seguente  an- 
notazione :  linruyr  jinr  M'  /Vv.'miic/  et  irmi*  par  ordre  de  M'  Ir 
Conile  d'Argmiìoii  k  p:\--iucr  l'ii/'t-:  :  y.VS.  A  Paria. 

255.    (  8DPP1ÌHEHT. ) 

.'ino.  Collezione  di  scritti  di  autori  ed  argomenti 
diversi. 


Stanno  raccolte  in  questo  codice  (oltre  varii  importantis- 
simi scritti,  de'  quali  siamo  per  dire)  alcuoo  Relazioni  diplo- 
matiche e  politiche,  della  piò  parie  tirile  quali  però  serbasi 
copia  in  altri  endici  ilclla  reyia  llibiiolcca.  Ciò  non  (istalli* 
od  ogni  buon  fine  pongo  pur  di  esse  lutto,  senza  eccettuarne 
alcuna,  i  titoli  sotto  degli  occhi  de'  lettori  anche  perché  qui 
le  riconobbi  scritte  con  vicrn.iL^mr  diligetr/.a ,  che  altrove. 
iL  itcl/i:i<-ne  ile!  vlanss\:r:(i  sii/.  Marcantonio  Barbaro  alia  repubblica 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
di  Venezia,  ritornatosi  da  Comlanlinopaìi  Canno  i573.  11°  Rek- 
zioac  del  durissimo  si-j.  (iui"iuto  Siran:o  alia,  repubblica  di  Vene- 
zia ritornato  itti  ('.iiiisttiiitiiHiiHiìi  fintini  i  ,'178.  111°  Le  t',<tpitttlt!!i-an 
a  l'Imperatore  della  Turchia;  tradotte  del  'l'arco  io  Italiano  da 
Satiri  Draconiano  del  (ima  Signore  et  dell'  Imperatore  di  Francia, 
IVlln  versione  ili  quoto  scritti),  die  seni  Ivr  .imi  i Diportali tis- 

si       a  lecersi  ir  l'orse  scomi-n'iuio  alla  tlu,  nini  abliiamo  altra 

■  h > | iiiL  11  t'Ha  [iililiiili'i.a.  i  \  '■  (iV/u  .-[:.■■«■  sulla  l'irsi»  del  signor  V  in- 
celilo degli  Ateìsintiìri  tiii»  Hiptihhl'nit  Vciirla.  \  'J  Altra  Riduzione 
111(1  imo  all'  ai  ;;(inn'iik>  medesima,  ma  vi  è  taciuto  il  nume 
dell'autore.  VI"  Discolpo  'li  Tacltinai  tic  di  Persili.  VII"  Storia 
del  Portogallo  ridotta  in  Imre  lompendio  ;  ili  cui  nou  ai  dichiara 

il  11  tk-ll'  ju;niv.  Wll'  Iti  a 1  i  -ili-. ,  <•  '  ii"  A.  scrittone  del  l'orltt- 

galh.et  hìstoria  di  i,ael  popolo  l' unno  L  G  7 7 .  j  dì  questa  bei.  lunga 

della  Spanna,  di  Agostino  di  Cmvalitz;  a  porta  ia  data  de'  a5  eli 
gennaio  dell' aimu  1070'.  in  Pana.  X"  Sti/mitati»  d'unti  rclatione 
/atta  nel  consiglio  di  guerra  di  S.  M.  Cattolica  et  datali  in  scritta 
nlli  1  j.  Marjnii-  1  -~j  7  .  sopra  il  mulo  ti  iinpainnuasi  di  l'ortoijaiìo 
bisognando  adoperine  Ir  armi.  Xl°  Discorso  (di  cui  tacesi  il  nome 
dell'autore)  diretto  alla  tiepidi.  Ut  a  ili  Venezia  sul  modo  eoa  caldee 
essere  tlieisa  Vitali».  MI"  Iteltitione  deliri  Signorìa  di  Venetia ,  nellu 
guati  si  conticitrijuanto  Sitili.-  Inumo  S'gii-iri  I  citeluiui,  auantaar- 
muta  mettono  in  mure;  et  ilei  ni'nlo  -1  lnitita  ilei  i/iuditare  gli  Stufi. 
A  li  XX.  di  Luglio  l'anno  1  56y.  XIII'  Relatioae  dello  Stato  et  font  et 
governo  della  serenissiiit»  signi.nn  et  Repubblica  ili  \  malia  al  dit- 
tai ini  He  l-'ilippo,  \\\"  (iiii.ilifiuiiie'iti  ile'  Signori  Velietiuitl  per  In 
pace  fatta  col  Turco.  Di  que.'H'  liii:u'lnisirin>  [azionamento  non 
v'  ha  nome  ili  autore.  XV0  Risposta  alle  giustijieationi  dei  Vtnt- 
tiuni  per  la  pace  fatta  col  Turco.  XVI'  Relatioae  del  alarissimo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  iti* 
signor  Girolamo  l.ippiunaim  Andasiriulorc  a  Don  Giovanni  d Aus- 
tria in  Napoli,  j alta  nel  Senato  Yenetiano  I' anno  XVH'iti- 
tolatìoitt  dei  Dottori  Legisti  intorno  le  controversie  fra  la  serenis- 
sima Casa  dAitsiim  rt  In  litpniiiilica  di  1  Mietiti,  ciò  i  se  li  signori 
I  mulinili  siimi  i'ailinni  i-t  S'njiuai  d\  l  mare  Adriatico,  et  se  possono 
mettere  gabelle  et  dalli  ai  Xaii.iianii.  loiiopin.-stì  «!  d-jiiiiiìo  di  rss.i 
Casa  d  Austria.  XVilI"  Summario  delle  leoni  della  Ripubblica  )  e- 
tli'lti  loiiieriiaili  sjK'.udwuu  il  u.mmneii  interim  al  .Munii  di  issa 
Repubblica.  XIX'  Ciyitn.in.ri-  dil  \ln.-tynr,  Oiiisnjìio  di  Venezia  ,  as- 
siditi preterizioni,  lerjiji,  titoli,  diritti,  e-.ì  obólyjlit  di  i  iasr.un  im /li- 
bro componente  il  Limititi:  Consulta'  1  enettana;  dm  in  quel  dialetto 
chianiavasi,  Mazor  Consegio.  XX*  Sommario  della  risposta  per  il 
Duca  di  Ferrara  u'.ì'  iojì.riiii:.lìoiu:  dei  Dio  a  di  Fiorenza;  al  quale 
sommario  ne  succede  un  altro,  il  quali'  contiene  le  ragioni  di 
precedenza ,  che  ha  il  duca  di  Fcitji-j  sopra  il  duca  di  Fio- 
renza. XXI"  Discorso  sul  ngno  di  \apott,  esilile  mg  ioni  per  etti  il 
Retti  Francia  può  t.muidcrc  ni  possi  >ì-i  di  Relitta.  XXII"  Al- 
tro Discorso  sai  Ducato  di  Milano.  r  do  Inanizione  di  tutte  le  rat/ioni, 
che  ha  il  Re  di  Fronda  sopiti  io  Stato  di  Militilo.  \\1I1J  Fspo.titianr 
delle  rat/ioni,  per  le  tjuati  £  mossa  la  Regina  di  Francia  n  dire,  che 
a  Lei  si  devo  il  nano  di  Portogallo.  XXIV  Breve  discorso  sulla 
citlà  di  EUgUSB.  XXV  ed  ultimo.  Lettera  di  un  cavaliere  di  Malia 
al  Gmn  Maestro  in  forma  di  discorso  sopra  la  fortificazione  di  aneli 
Isola.  Senza  più  ,  vi  de  il  Irllurc  ili  quanto  grande  importanza 
sia  o  possa  essere  la  notizia,  che  s'è  data  del  contenuto  del 
presente  codice. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


Ac|6.  Compendio  della  storia  dell'antico  Testamento. 

Caiinttn  ,  in  foglio  piccolo,  caratteri  tondi  .  di  pagine-  iloo,  se-colo  in", 


pci:~o  noi)  doversi  ,-iìlribiiirr  ,  che.  al  ■secolo  siv"  o  tutfo  ni  pili 

linee  :  ■  in  hi  principio  Ilio  r>ro  (  I  ciclo  et.  Li  terra  :  cine  l'Ali 
-  pjelica  natura  par  lo  cielo  ;  el  per  la  terra  le  parli  inferiori. 
«  Alcuno  scripse,  che  Dio  in  prima  fece  la  materia  prima,  la 
»  quale  fu  chiamala  Ulcm,  «  ec.  E  le  ultime  lince  sono  queste  ; 
•  Et  avvedendosi::  rli-abeili  si  parla  della  concisione  di  S.  Gio- 

■  vanni  Battista)  elitra  gravida  celo  el  ventre  suo  cinque  mesi; 

■  pero  clic  se  vergognava  di  essere  pregna  perche  ella  era  molto 
vi-ecliij.  K\p]iei:  !il)--c  iiiliii:  Tc-.liiiLn.-nii  ii.-lori.s.    Mi  pare, 

che  questo  scolto  anche  in  ciò  che  concerne  ia  dizione  po- 


OigiiLzed  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  563 
tiebl)  es=crc  ooiiMili.itri  coti  o-iuldic  IVìiHij;  per  le  indagini 
clic  lio  falle  e  inedito. 


A97-  Relazioni,  Lctlcre,  ed  altri  scrini. 


flompmidun'i  in  qi.it;?tu  cedici;  [di  strini  sognenli  :  I"  Slu- 
na del  Conciare  fatto  per  la  lede  vacante  di  Gregorio  XV'.,  ntl 
quale  fa  creato  Pontefice  li  Cardinale  Maffeo  Barberino  Fiorentino, 
dftl'i  Urinimi  I  III".;  ilrll.i  <|il,lc  Mmia  ,ililii;iiini  alltv  copie  ■  n ■  " 
manoscritti  ih  questa  lllhliaìcca ,  st  eomc  quella  cli  c  -i ci  cu 
'lieo  segnalo  num°  4  i<J-  per  die  di  una  sola.  IT  Lettera  seri  Ma 
al  re  di  Spagna  da'  suoi  sudditi,  die  si  trovavano  in  Roma 
l'anno  1637;  essa  porta  la  data  de'  10  dì  ngusto  di  quel)' 
anno,  0  vi  si  cerca  ili  pT.iur.de re  ai  He,  eh" ci  non  è  punto 
rispettato  in  Homa  da  coloro,  elle  lo  rappresentano,  e  che  in 
Fine  adoperi  cosi .  eli  e  sia  tmwuUi  l'alio  sriu  Trono.  Ili"  liclatiom 
tirila  jiii/n  tirili  Siiinuri  Dani  r  Ihlfliessa  di  Lorena  dal  Castello  di 
ftancy  me  erane  i:\isltnllli  dalle  funi-  frantesi.  IV"  (.oujc  per  le 
quali  il  Cardinale  de  Medici  si  sia  partito  di  Roma  nel  mese  di 
irt'rt  ]ti38.;  con  un  brere  disioiw  sopra  li  Titoli  .link-nasini 
sacri"  e  profani.  V"  Ib  lolmur  ili  .Sparimi  falla  dall'  Eeclino.  Signore 
t.amtinlu  Min»  ,1  infili  «ni  (e?  e  /  l'itelo  pressa  la  Maestà  del  He  Cat- 
tolico l'anno  1619.;  è  la  slessa  che  leggesi  all'articolo  a"  del 
endici'  Menalo  num"  3  lo,  dove  il  lettore  può  veder  ciù  che  si? 
11'ù  detto.  VI"  ed  ultimo.  Copia  di  una  lettera  intorno  alla  tstra- 
zloac  de  Sietlìli.  Non  è  indicili,  il  jicTMirla jjsjlu  cui  lu  illdirilta  , 


Digftzad  by  Google 


S6à  MANOSCRITTI  ITALIANI 

scritta  ;  ma  cerio  è  eli' essa  merita  esser  iella  per  le  gravi  cose 
die  vi  si  contengono  specilline» le  sull'autorità,  anzi  sulla 
Iona  come  ivi  e  scritto  ,  dt^li  ecrli'hiai-lid  nel  secolo  xvi*. 

287.  (  sumimuT.  ] 

/tj)8.  lustrazioni  intorno  al  modo  di  preparato  U'  artiglieria 
militari. 

menti,  intorno  a'  quali  le  scr-il/.:-  <:  Ir  ar'i  (Vccro  infiniti 
progressi.  Ad  ogni  modo  io  sono  cerio,  che  non  sarà  discara 
a'  dotti  il  sapere  della  esistenza  di  questo  vecchio  manoscritto. 
Ed  eceoue  il  cmilmnto  :  1"  In  ehe  minio  .«■  à  da  pistare  la  polvere 
ci  da  poi  compendia  jjr  I»  prm-a  .'i  dia  ì  hiai\a  l:!  ir  ci-.7irirfr.inj 
che  dia  deve  kacere.  Il"  Mudo  de  far  le  artiglierie  di  bromo  et  la 
«mani  o  compositione  del  metallo.  Ili"  Afisara  delle  bombarde 
•/rosse  et  corte  fi  da  pi."  ili-  in  pnipnrlìnHe  loro.  IV*  Come  se  ha  da 
■  ari  l'arlujlierie  et  rome  se  Ita  da  osservare  per  tirar  dritti  al  n:t)iui. 
V°  Sono  raccolti  varii  piccioli  trattati  sui  stupini,  sul  peso 
delle  palle,  sui  pignattai,  sui  rani ,  ec.  ec;  e  chiudest  l'o- 
pera coli'  insegnine  il  riunir)  ili  frire  una  mistura  in  pietra,  la 
quale  possa  accendersi  collo  sputo,  o  con  l'acqua.  Non  v'ha 
noitie  di  autore.  É  ornato  il  codice  di  molte  ligure  allusive 
agli  argomenti,  che  vi  si  trattano,  e  per  la  più  parte  sono 
eseguite  a  penna  e  non  senza  qualclio  maestria. 


Oigiiized  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5GS 


546.  ((M.i.uhnMT.) 
,'igg.  Lettere  autografe  ili  diversi  personaggi. 

CarllCCO,  in  A'  grami'' .  i  ai-.i  ILi  i  i  r..]::^i  ,  ;[i  li,.:.,  ercoli  I\f  e  JVII", 

ber,  amMmfe 

In  qucil:;  codio;  .  e  In;  Ini  per  t  il. ilo  11,'mi-il  ili  f.i'i-.-.-.,- ,  Hlaium 
[-accolla  ino! li. vili»;  lettere  ^(i'.ii!;r\d'i!  ili  grandi  persona;;;;!,  li' 
quali  si  riferiscono  ad  affari  o  di  politica  o  di  religione.  Pres- 
soché tutto  però  sono  scritte  o  in  latino,  o  in  francese,  ed 
alcuno  pure  in  lingua  spaL-nniila.  Non  rincontrai  chi;  dm;  siili' 
lettere  scrille  in  italiano,  le  quali  veramente  non  sono  di 
grande  importanza,  ma  secondo  ch'io  mi  sono  proposto  debbo 
farle  conoscere.  L'ima  è  in  nome  di  tutta  la  compagnia  di 
Gesù,  indiritla  al  sommo  pontefice,  nella  quale  si  fa  vedere 
al  papa,  che  s'egli  fo?se  d'avviso  di  \oler  pio  ni  ove  re  e  pro- 
movesse alla  dignità  di  vescovo  il  padre  Hcrnando  di  Salaiar, 
la  compagnia  di  Gesù  .lovrel.be  fortemente  temere  d'essere 
distrutta  in  pochissimo  tempo.  La  lettera  6  certamente  l'au- 
tentica, che  ricevale  il  papa.  Non  si  sa  a  qua!  papa  sia  siala 
indirizzata;  non  v'ha  noia  di  luogo  o  di  anno,  ed  è  sotto- 
scritta cosi  :  Noi  seni  fui,  fi  jtfii  Aacilìae  tuae.  Tulle  queste 
precauzioni  dimostrano,  che  il  papa  la  ricevette  con  altissimo 
segreto.  —  L'altra  è  una  lettera  autografa  del  gesuita  Stefano 
Carletti,  data  di  Homa  a'  7  ottobre  1037,  e  indirilta  al  padre 
Minio  Vitellesclii  preposito  della  compagnia  di  Gesù  in  Fras- 
cati. Essa  veramente  non  contiene  cosa  alcuna  elio  meriti 
darsene  conto. 


sei; 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


366.  («ipiiMnT.) 
5oo.  Avvertimenti  circa  la  Sloria  di  Pietro  Maltei. 

Il  titolo  dui  corticc  è  mini'  m;j;iic  :  .-lei  inimciKr  fimi  fkistoria 
ili  Pietro  Matlm,  ch'hera  i  ia  stampa.  Al  He  Amo.  Ludovico  XIII', 
III  ili  I-'rnnda  r  ili  \aiarra.  Hssi  arrtriiaicnii  sono  preceduti  da 
una  lettera,  eli' è  sot  Inserii  la  da  /'.  Mattini  t  e  indiritta,  al  30- 
prallodalo  Re  Luigi  XIH°.  Incomincia  la  lettura  con  queste 
paiole  :  ■  Sire,  tjuirst"  istoria  erudendo  trova  ir  aìlrollaiila  parli! 
■  rie'  vostri  lai  ori,  quanta  ne  posn-dr  in  quella  di-Ila  ieri  là  .  si 
il  vanta,»  ce.  Non  è  a  mia  notizia  ,  che  questi  AtTurliinenli  sieuo 
stati  posti  in  luce;  ina  dessi  in  fine  non  sono,  clic  una  difesa 
dalle  critiche  anzi  censure,  clie  parie  scritte  e  parte  pubbli- 
cate uscirono  fuori  omini  la  sopraddetta  sloria  dì  Pietro 

Mattai. 

567.  (uimiMun.) 

noi.  Sullo  precedei):'.!'  de<;li  Ani  base  iato  ri  in  Roma. 

Cluiileiiiftuisi  in  questi)  quaderno  li-  --  -  Uncinili  a  filtrare  liti 
l'iin,  ijii:  l'rij'.-llii  i  m  i!  in  pmi'ili-tiLi:  suf.rti  ij/i  Ambasciatori.  Del 
quale  scritto  abbuimi  eopia  e  pili  ili  lignite  ili  questa  in  altri 
codici  della  Biblioteca,  e  quindi  non  ne  dico  più  oltre.  Veg- 
liasi, se  cosi  piace,  l'articolo  1"  del  codice  segnato  mini'  3)5. 


Dm  i  tv 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  .167 


372.    (  SCrrLÉMBVr.  ) 

.  Inslruzione  sulle  medicine  de'  cavalli,  scrina 
da  Ercole  ISiolco. 


11  contenuto  di  [juicio  endice  dichiarati)  nel  sfinenti:  mio 
titolo —  Libro  di  mediiine.  di:'  niaiìli .  dei  signor  earnliere  Krnde 
Biotto.  Sia  esso  Stato  stampato  io  non  saprei,  dopo  tulle  le 
ricerche  die  ne  lio  falle  ne'  libri  di  bibliografia,  aflérmEire 
né  il  si  nè  il  no.  Certo  è  intanto,  che  il  nostro  diligentìssimo 

Incomincia  col  ricercare  in  quale  tempo  i  pnird ri  imitano  i 
denti  ;  e  finisce  col  dare  de'  secreti  rarissimi  per  guarire  da  al- 
cune straordinarie  malattie  i  cavalli. 


!io3.  Ragionamento  sulle  qualità,  grandezze,  bellezze, 
e  virtù  delle  Gemme. 


11  contenuto  di  questo  manoscritte 
risulta  dal  titolo  :  Delle  Gemme,  che  produce  la  natura.  Della  qua- 
lità, grandezza,  bellezza,  et  rertii  foc/.  In  dm;  parti  è  diviso  nel 
codice  questo  ragionamento  sulle  gemme.  Nella  prima  s: 


568  MANOSCRITTI  ITALIANI 

tratta  delle  gemme  in  natura,  cioè  tali  che  noi  le  abbiamo 
per  aula  opera  della  natura;  e  nella  seconda  si  parla  delle 
N-.-mim;  lavorino;  e  qnrft.i  •  rcui:ih  parie  può  considerar.-.]  essa 
pure  divisa  in  due.  Nella  prima  si  tratta  del  modo  di  lavo- 
rarli;; e  nella  seconda  si  de.itrivono  itiirliiolanncnle  i  più  bei 
la  mi-i  antichi,  elio  .si  coi)  osci  nu  in  ipieslo  genere.  Suo  dira  mi , 

di  .'.cri  II  ori ,  penso  che  s;li  sludion  polreiibeio  mi'Uersi ,  c  l'orsi: 
con  frutto,  ai!  esaminarti  il  presentir  codice.  Si  dà  principio 
con  un  proemio ,  clic  comincia  cosi  :  ■  Quantunque  le  gemme 
«siano  comunemente  prezzale,  come  dice  il  noslro  genlilis- 
"  simo  poeta,  dal  vulgo  ava  in  el  sciocco  per  lo  guadagno,  clic 

■■  fili-  ilflibo:io  (.■.'■sire  istimale  tiri  ogni  nobile  ingegno,  •  ce.  ee. 
Consultai  un  amico  mio,  grande  amatore  e  conoscitore  di 
pietre  preziose,  e  che  possedè  una  non  picciola  raccolta  di 
libri  vecchi  e  moderni,  che  uscirono  in  luce  sopra  questo  ar- 
gomento (  e  disscmi  non  averne  alcuno  che  alla  descrizione 
ilei  codice  presente  sia  conforme, 

422.  (si-pfììkint.) 

sol- Di  Tito  Lucrezio  Caio  de  sei  libri  della  Natura  delle  Cose, 
volgarizzamento  di  Alessandro  Mart'lietl i. 
('.allacci,  in  V  [iin-oli..  rariLtl.-ri  .im,ì.ì.  il;  pagine  ioo .  retilo  i*iin. 


Il  titolo  di  questo  codice  è  :  Di  'filo  Lutreiio  Curo  Mia 
Natan  delle  cose  libri  VI.;  tradotti  dal  Romano  nel  Fiorentino 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  569 

idioma  da  Alessandri;  Miur!itii\  Til-.isn/o,  e  Matematico  ordinario 
nella  celebre  Università  di  Pisa,  li  rrwl  In  dapprima  in  propri  cui 
di  Fabio  Baldinotti  l'anno  1697,  com'ei  stesso  afferma  e  si 
sottoscrive  nel  principio,  e  più  volte  nel  mezzo,  e  nei  fine  del 
codice  stesso;  il  quale  passò  di  poi  iti  possesso  dell'  abate  de 
Rotlielin ,  ebe  no  fece  un  dono  a  questa  ic^ia  hibliolera 

posta  unita  prinw  DojiD  il  «.prad'Ie-Md  llloio  ó  un 

—  Sonetto  del  Triid:it<;n\  indiri//.;iti)  ;i  questa  sua  traduzione 
Dell'atto  d'inviarla-—  Al  Serenissima  Cosimo  111°.  Gran  Duca  di 
Toscana;  ed  e  scritto  d'altra  penna.  Indi  segue,  del  medesimo 
carattere,  la —  Protesta  del  Traduttore;  dopo  la  quale  è  una  — 
Lettera  scritta  all'untori-  ttrUti  pinzute  traduzione  tatto  il  dì  a 8.  ili 
Aprile  lGGt).  dall' Mino.  sin.  Coati:  liirnlamo  Graziasi  Primo 
Segretario  c  Consiijlt'.iv  di  Stati  ài!  S-imo.  Duca  ili  Mudami,  e 
sommo  poeta  S'Imito,  e  Travi™  ih-l  nostro  .•noto:  eil  indi  seguono 
alcuni  versi  latini  composti  da  Pietro  Adriano  Vanden  Broet 
pubblico  professore  di  eloquenza  nella  Università  di  Pisa;  i 
quali  versi  sono  intitolati  cosi  :  «Lucretii  monca  ad  elarissi- 

■  mum  et  «celle nlissitnum  virum  Aleiandrum  Marchetti  Phi- 
.  losophiac  in  Academia  Pisana  Professoroni  ordinarium  Alle- 
gra nccscrfprcncipe  di  Savoja  e  di  Piemonte,  Cavaliere  del 

■  Tosone  d'oro...  Generale  Maresciallo  dell' Impero,  ec.  Altezza 
=  Si!rcjiÌH>im;i.  Ii'ojjen.'  ■:  inailo  sonu  rumi'  gii  cilificj,  »  et. 
Nella  qual  lettera,  che  pi' t-  lutli  <;i  in. I i/.j  in  reputo  l'autografa, 
è  sottoscritto  P.  Antinoo  Rullo  in  dota  di  Londra  il  di  i* 
dell'anno  1717,  inviando  al  principe  la  traduzione  del  so- 
praddetto poema.  Noi  mezzo  della  prima  pagina ,  che  rinchiude 
il  tìtolo  dell'opera  qui  sopra  riportato,  leggonsi,  scritte  con 


S7o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

penna  diversa  (In  tutte  l'altre,  queste  parole  :  Il  y  a  des  dìffe- 
rences  iftwer  l'imprime,  Inlnnm  lilla  importanza  delle  varie 
lezioni,  elio  s' iiicunli'aiid  .'osi  nelle  diverse  stampe,  ehe  nei 
eodici  di  questo  volgarizzamento,  merita  davvero  esser  letto 
quanto  si  trova  nell'Antologia  di  r'irenie  iimn*  i  iiì,  luglio 
1 8,Ho ,  a  earte  1 1 3  e  seguenti.  Posso  intanto  assicurare  i  lette- 

i ,  i-Ili'  il  uniii'i;  li  |irej;OYi>ÌLSMlm>.  e  cllf  n-  non  è  I'  ìli  i  te  i  - 

grafo,  certo  fu  tratto  dall'autografo,  e  per  mano  di  chi  ben 
sapeva  del  nostro  scrivere.  Il  donatore;  la  Biblioteca,  cui  fu 
ricalato;  quella  specie  d' oti;o;Jii>  di']  possessore,  ehe  ci  fa 
sapere  sei  o  sette  volle  della  sua  l'urtinia  ili  possederlo;  la  let- 
tera, ch'io  non  dubito  «seri:  Fan  Inaiala  do]  Kullo;  e  soprat- 
tutto la  somma  dili«en/.a  e  correremo  dello  scritto;  tutto  ciò 
devo  fui1  nascere  m'ali  s-.udiosi  !' uiini.  vdlc  desiderio  'li  esami- 
narlo,  e  di  consultarlo.  Che  se  ben  a  ragione  disse  il  nostro 
Gamba,  che  le  stampe  che  del  presente  voi gariziamcnto  sono 
state  latte  in  Parigi  non  ineritami  d'essere  registrale  perchè 
poco  corretto,  leggendo  o^li  ipioslu  elidici-  converrebbe  meco 
nell'avviso,  elio  e  j;li  orlilori  Parigini  noi  conoscevano,  o  il 
maltrattarono  nella  stampa. 


òo.'i.  Viario  lai  tu  nella  Tona  Santa  da  Simone  Sicholi. 

K  in  ijuoslo  endice  la  descri/.imie  storica  d'un  peUegrinag- 
gio,  ossia  viaggio  latto  nella  Terra  Santa  da  Simone  Sicholi 
nel  l'imo  u  i  SS'i  ,  ciò  elio  risulta  d.dia  leti  uni  della  scila  prima 
pagina.  Vi  si  parìa  sempre  in  plurale;  per  cui  deve  dirsi,  che 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  Ì71 
i  viaggiatori  fossero  più  di  uno,  111,1  nati  è  dichiarato  alcun 
ni L! ( h  nome,  cuccilo  quelli:  del  Sudioi:.  <  l'arliimiio.  cosi  loi'- 
gesi  da  principio,  .  ili  Firenze  a  di  1 3  Agosto  mille  Ire  cento 
•  ottani»  quattro,»  ec.  Intorno  alla  quale  operetta,  cli  c  uu 
testò  di  lingua.  Don  ne  dirò  più  i>ltre  essendo  già  stata  pub- 
blicalo  l'anno  ] 819,  in  Firenze  in  8°,  con  illvistraiioni  di  Luigi 
Fiacchi  e  Francesco  Poggi  sopra  un  codice  Magliabecchianu. 
Aggiungerò  soltanto,  che  l'orse  a  quo  letterali  non  sarebbe 
tornato  inutile  anche  l'esame  del  codice  presente. 

'ififi.  [  siipplìmikt.  ) 

Ò06.  Storie  de'  l'ootelici  SaloniUmi,  0  Koillani;  scritte 
r!;i  Tommaso  Arcidiacono,  e  da  Mirha  Madio. 
CutioBl,  in  fofilio,  wrotlcri  coniti,  di  pagine  3i5.  «enti,  ini", 


Due  scritti  di  qualche  importanza ,  maxime  per  la  storia 
de'  tempi  e  de'  luoghi,  si  contengono  in  questo  codico.  Il  pri- 
mo è  :  lliilaria,  di  Tomaso  Jrvidiw.umi  di  .^m/ufu,  ile  t'uuttjiri 
Saloni/ani  e  Spalalmi.  L'opera  è  divina  in  5i  capitoli.  Il  primo 

«parlila  dall' Ungheria ,  e  viaggiando  per  le  parti  della  Croa- 
.  zio  se  ne  veniva  a  ricercare  la  fedeltà  de'  Salonitani  e  de' 
.Spalatini  verso  Uela  ano  figlio,  ch'era  sialo  fatto  Duca  di 
«  qur'  piicii .  orii atti  ci:'i  co:iii'  ]irini'i«ciiilo  ili-S  ll.->  Sii' fono  1 1 ■■  1 1 
.Corona di  tiii^heria, .  oc  ec.  Il  secando  di  quesli  scritti  porla 
li  titolo sentiri ile  r  H iunrin  ili  Melili  .Uni/ic  i/c'  lkirh.izi.vii  ila  Spil- 
lato. De'  gestì  de'  /forni»»  Imperatori,  sommi  Pontefici.  Parte  della 
itamJa  parte  dell' anno  del  Sonore   1  ago.  Quest'opera  è  divisa 


57a  MANOSCRITTI  ITALIANI 

in  48  capitoli;  il  primo  ili;'  quali  si  riG-risce  al  papa  Nicolò  IV0, 
che  fu  appumo  eletto  in  «uni ino  poniclk-e  ni'l  seipiiidrieltu  anno 
1  3ijo;  <'  l' ri  Ili  NHi  miirrrri!-  I'  ;in:i\  .'-cm  n  lucerlo;  dopo  ili  che 
i  una  Memoria  ch'Ili  .ircimiwi  (hdlii  Cà'u-m  Sufoiiiituiu  <■  Sp'.dt- 
tina,  e  questi  sono  al  numero  ili  L  og, ,  incominciando  la  Me- 
mmia  daH'araviwjivd  Git;nint,  i:  lennimanio  coll'avrii  l'ii-ni .1 
Alv.se  Michiel,  con  cui  lia  pur  fine  il  codice.  Non  credo,  per 
le  indagini  die  ho  falle,  che  queste  due  opere  abbiano  veduta 
la  luce,  e  partili  che  potrebbero  meritarne  lo  studiose  taluno 
impiumici-  vidi  ~r  !a  pidiMicaiimu-  ili  una  novella  ; storia  di 
quo'  luoghi  si  celebrati  per  tanti  riguardi  e  di  antichità,  e 
di  posizione  geografica,  e  di  uomini  illustri,  che  vi  ebbero  l 
natali. 

468  S'\    ì  SOPPLÉBEKT.  ) 

.107.  Volgarizzamento  di  alcune  lettere  di  Seneca. 


Questo  codice  contiene  ir  Irtlne  'li  Si  [u:cì\  Ira  sporta  lo  dall' 
originala  Ialino  in  lingua  Ira  11  ersi'.  Sul  principio  del  volume 
è  una  vaga  miniatura  ad  oro  e  colori;  e  le  iniziali  sono  pur 
tutte  miniate  ad  oro  e  colori;  e  generalmente  parlando  (senza 
entrare  a  diro  sul  merito  della  versione  francese)  deve  stimarsi 

stati  aggiunti  tre  fogli,  essi  pur  membranacei,  ne'  quali  leg- 
gousi  in  lingua  italiana  le  lettere,  che  (come  ivi  è  scrillo) 
indirizzi  Seneca  ad  santo  l'ai  to  Apostolo ,  el  le  risposte  di  onesto  ad 
Seneca.  I  caratteri  non  solo  pressoché  tondi,  ma  ia  dizione 
slessa,  ch'è  pur  de  buoni  tempi,  dimostrano  questa  giunta 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  5;3 
essere  forse  del  secolo  mi'.  Incomincia  così  :  •  Nei  nonio  dei 

■  nostro  Signore  Gesù  X". . .  San  tu  Geronimo  scrive  di  Seneca 
<nel  libro  chiamalo  Catalogo  de'  Santi  :  parole  ili  san  Gero- 
che  termina  in  quesio  modu  :  »  Cosini  (Seneca),  due  anni  in- 

■  nanij  che  Piero  ci  Paulo  fossero  coronati  di  martirio,  da 
•  Nerone  fu  morto;  >  si  di  principi.!  .die  snpraildelte  lettere,  clic 
hanno  la  seguente  intitolazione  :  Ledere  di  Seneca  Maestro  di 
Nerone  Imperatore  ti  Punk;  Apasluh  fi  di  Puah  ad  Seneca  :  et 
prima  di  .fair™  ad  Pania.  —  .  Seneca  a  Paulo  salute.  0  Paulo, 
«  io  credo  che  a  te  fu  dello  quello  che  noi  traclammo  ieri  col 

■  nostro  Lucilio,  •  oc.  Le  lettere  sono  sedici;  e  disposte  a  due 
colonne  nella  pagiui ,  enn  alunne  e,iiii!i.ic>i>Mmc  ; i oli ■  ni  us- 
servmioni  a'  margini  della  pagina  slessa.  E  mi  sembra,  die 
ridotte  anche  a  più  facili'  lettura  in  ciò  «he  riguarda  il  pun- 
teggiamento e  l'ortografia,  potrebbero  pur  darsi  in  esempio 
di  belìo  scrivere.  Fu  queslo  codice  l'anno  1 535  in  proprietà 
di  Pietro  Roland  di  Chambery;  e  l'anno  1 558  passò  in  pro- 
prietà di  Pietro  de  la  Porte,  letterato  esso  ancora  di  Chambery, 
cut  il  diede  in  dono  il  sopraddetto  Roland.  Tutto  ciò  chiara- 
mente risulla  dalle  annotazioni  autografe  si  dell'uno,  che 
dell'altro  de'  due  possessori  di  queslo  codice,  le  quali  si  leg- 
gono nell'  ultima  faccia  do!  codice  stesso.  Fra  i  nostri  lesli  di 
liiiiiua  foiio  riluti  nel  v  oca  buia  ìi  i  de^li  Accademici  \ani  vni- 
«riri-/./,-i mcnli  delle  pillole  ili  Sein'ra,  e  qm;s!o  ebe  proLibil- 
infiilB  e  mio  <)r.u)'  iuedili  somliraiui  clic  uionleiebbe  dV^eic 
compreso  in  quel  numero. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


o  di  Tito  Livio  Un  l'asini  intorno  olle  ^ioic, 
od  a  metalli  preziosi. 


Il  titolo  del  codice!  è  questo  :  La  liilnnaa  sincera  di  Tito 
Lilio  Bnratini,  ™  la  quale  per  Teorica  e  Prativa ,  con.  l'aiutotkll' 
acqua,  non  solo  si  '.orinar  ir  frutti  iteli' am,  e  dcqli  altri  metalli,  ma 
«nrnrn  la  bontà  ili  tulli-  te  gioie  e  iti  tutti  ì  tietptari.  I,' operetta  e 
umilio  di  molle  ligure  allusive  asli  ar^mnrnli  trattati,  ed 
esei-uite  a  penili  rini  qualclii;  tlili^rn/a.  Non  so  se  sia  stata 

aito  anche  in  torno  .1]  codi  ce  scanalo  mini'  boi.  or!  applichisi 

■  tiouc,  lauto  le  antiche  quanto  le  moderne  liisloric,  lic-iln 
•  sollile  inventione,  elle  ritrovò  Archimede  coli' acqua  per 

■  iscoprire  la  falsità  deli' ori: liei' .  clic  mescolò  l'argento  con 
«  l'oro  nella  corona  ili  I  lilroiic  Vie  di  .Siracusa  ,  la  quale  offerse 
»  a  uno  de'  suoi  Dei  per  l' ni  le  fi1,  ila  Vittoria  ,  »  ce.  Potei  conos- 
cere in  leggendo  alcuni  passi  dell'opera,  che  il  Buratini  la 
scrisse  in  Polonia  .  0  the  si  dichiarava  debitore  di  molti  lumi 
verso  Monsignore  Stanislao  l'udlocoski  dottore  e  matematico 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  a7£ 


509.    (  StWI.ÉMEKT,  ) 

ontf.  Storie,  o  Relazioni  di  alcuni  Conclavi. 

Carlncco,  in  il",  «talleri  corsivi,  di  parine  5oo,  «colo  «II*, 

li  i»  questo  c-odire  nini  collezione  di  storie  di  alcuni  con- 
clavi ,  de'  quali  mi  fo  a  trascrivere  i  titoli.  1°  Conclave  per  la 
sede  vacante  di  Urbano  VII",  ove  fa  creato  papa  il  cardinale 
di  Cremona,  detto  di  poi  Gregorio  XIV \  II*  Conclave  per  la 
sede  vacante  di  Gregorio  XIV",  nel  quale  fu  assunto  al  ponti- 
ficato il  cardinale  Gioì  anni  Antonio  F.irrhcnetto,  detto  di 
poi  Innocenzio  IX".  111°  Per  la  morir  d'Innocenzo  IX",  e  fu 
creato  pontefice  il  cardinali;  Aldobrandino,  dotto  ili  poi  Cle- 
mente Vili".  IV"  Per  la  morte  di  Clemente  VITI*,  C  fu  assunto 
ai  ponti  Orato  il  cardinal;'  il:  rior-.'jizu,  ri  etti!  di  [lui  Leone  XI". 
V"  Per  la  sede  vacante  ili  Leone  XI",  e  fu  creato  pontefice  il 
cardinale  Camillo  Borghese,  detto  di  poi  Pa-do  V*.  VI*  Pur 
la  morte  di  Paolo  V",  e  fu  creato  papa  il  cardinal  Lorbvisio. 
chiamato  di  poi  Gregorio  XV".  VII*  ed  ultimo.  Conclave  fatto 
nell'anno  i6a3,  nel  quale  fu  messa  per  la  prima  volta  in  uso 
la  Bolla  della  eiezione,  pubblicata  da  Gregorio  XV",  o  fu  creato 
sommo  pontefice  il  cardinale  Mall'eo  Barberini,  detto  di  poi 
Urbano  Vili".  Delle  quali  storie  o  relazioni  di  conclavi  ab- 
biamo copia  in  altri  codici  ili  questa  Biblioteca,  od  almeno 
della  più  parte;  ma  intanto  è  bene,  che  si  sappia,  che  nel 
presente  colliri',  sono  tulle  scritte  con  molta  diligenza. 


576 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


512.    (  9UPPLÉMENT.  } 

;uo.  Inslruzione  intorno  all' Online  degli  Ospitalarii, 
dello  l'Ordine  di  Malia. 

Corlicco,  in  à\  c"™'^ri  ™™'  di  P*?™  ,iS'  "™l0  1""r- 

Il  contenuto  del  preseme  codice  si  dichiara  pel  seguente 
titolo  :  Brere  c  pnr'kcìun  hlruiirim  ilei  imro  online  militare  degli 
Ospitaìurj ,  detto  oggidì  volgarmente  ili  Malta:  e  Mia  diverta  qua- 
ìittì  ili  Persone,  e  di  Gradi,  che  lo  compongono;  slcsa  da  un  Cavaliere 
professo  della  medesima  Reìhfv.me  T  unno  1717.  Si  dà  principio 
coli'  indice  dei  capitoli;  dopo  il  quale  è  una  dedicatoria,  che 
fa  l'autore  (di  cui  la  cesi  il  nome)  Al  Santo  Precursore  Giovanni 
r'  I'hiHÌsW..  inili  •A:f\\--  il  pì'imri  capitolo  mlorim  alle  p li i-tìrol.-i ri 
qualità  dell'  Ordine  sopraddetto.  ■  Avendo  piò  volte  •  (cosi  in- 

«  dello  Spirilo  Santo,  approvali  e  soccorsi  dai  sonimi  Ponte- 
ilici,  e  dai  Principi  Cristiani,  irileiitaruno  ed  eseguirono  il 

■  ^riin  Piotilo  (Ictl.i  od.'.lr.i  Udizione  in  Gcrosolìma,  ho  sti- 

■  malo  convenevole,  »  ec.  L'ultimo  capitolo,  eh' è  il  quarante- 

dell'Ordinc.  Sulla  instituzione,  sul  fine,  e  sui  meni  di  quesl' 
Ordine  onde  pervenire  a  quel  fine  nulla  io  posso  dire  che  non 
sia  già  nolo  a  chiunque. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  fìE.  fl7J 


551.  ( eumiMEKT. ) 
6 1 1.  Sloria  del  Concilio  Tridentino,  scritta  dal  Miledonc. 

Carne»,  in  i:  carotieri  corsivi,  di  pagine-  1000.  secolo  IYD". 

Il  lìloln  di']  premute  (•odi;1.'  o  qre'sui  :  //'sfc.na  tL-ì  l',niiiit<» 
ili  Trento,  scriwt  pi-:  minili  M  siijimr  AitUuiia  Milttloue,  secretorio 
ilei  Coiìsiln,  de'  limi.  Oli;-,-  alia  stori :i  <li  esso  i  Lucilio  di  Trento, 
la  quale  comprende  la  massima  parie  del  codice,  sono  altresì 
varii  documenti  di  molla  importanza,  e  tutti  conccrncnli  o  i 
concilj  in  generale,  o  quello  di  Trento  iti  particolare.  Non  è 
mai  stala  pubblicala  questa  sioria .  di  cui  pur  si  Irova  copia 
in  un  codice  della  liibliotrea  Marci.ma.  Credo  per  allro  op- 

innanzi;  per  cui  il  lellnic  puhà  facilmente  giudicare  del  me- 
rito e  di  cbi  scrisse,  i  ili  ciò  che  se  risse  ;  notando  CEiandio, 
se  cosi  l'osse  di  suo  piacimento,  le  difTerenie  che  rincontrar 
si  polessero  fra  i  due  coditi.  Il  proemio  e  questo  :  •  Poi  che  io 

•  non  posso  mainare  d' olilieilire  a  questi  Signori,  i  quali  io 
.  amo  et  reperisco,  et  anco  osservo  sommamente,  che  mi  lianuo 
.  comandalo  scrivere  l' liisloria  del  sauro  Concilio  celebrato  in 
i  Trento  (  quella  però  del  tempo,  che  vi  sono  stalo  segretario 

■  con  II  durissimi  signori  Ambasciatori  della  Serenissima  Si- 

.  Ira  Itera  sommaria  umile  del  II  (  .oiieilii .  che  Mino  siali  talli  nino 

■  al  preseli  le;  nel  secoli  ilo,  di  questo  ultimo  di  Trento,  l'i  perché, 
«questa  seconda  parte  è  il  principale  soletto,  intorscriverò 

•  in  essa  l'historia  in  universale  di  quelle  cose,  che  sono  oe- 
.  eorse  in  tal  tempo  degne  di  memoria  ;  dal  che  non  ricercando 


rJ78  MANOSCRITTI  ITALIANI 

•  io  altro,  che  soddisfare  a'  miei  .Signori  osservandissimi. 
«  scriverò  ceni  ipe-lle  parole,  die  io  sono  solilo  usare,  quando 
«  ragiono  familiarmente.  Onde  se  non  sarò  graia  a  molli ,  li 
"  prego  li.imvni  per  iseiisntfi;  e  non  volendo  laudare  questa 
.  mia  fatica,  almeno  non  la  bitumare  poiché  se  non  vi  Sarà  la 
purità  della  lingua,  vi  farà  corto  la  verità  delle  cose,  ha  vendo 

■  io  avuto  comodi  là  di  .saperle;  uè  essendo  in  me  passione  che 

■  mi  possa  deviare  dalla  verità,  le  narrarù  succintamente  e 
»  puramente  con  ogni  lealtà.  ■  Le  al  Ire  memorie ,  documenti, 
Irattali,  dissertazioni .  il  lutto  allusivo  al  sopraddetto  argo- 
mento, contenute,  come  abliiam  detto,  in  questo  codice,  sono 
scritte  por  altra  mano. 


532.    (  anpPLÉMEST.  )  ■ 

Trattalo  sull'arte  della  ['raspollivi 


Si  comprende  in  questo  volume  un  Trattala  intorno  all'  arte 
'Iella  l'rnfjKtlu-o ,  fi  alla  sin:  irtjtilr.  Il  codice  ■;  qua  e  là  ornato 
opportunamente  delle  ligure  necessarie  all'  intelligenza  delle 
particolari  di  mostrai  ioni;  le  quali  ligure  sono  eseguiti'  a  penna 

•ruìtauo  le  Suonisi -l'uni  MU  iimspciiiva  pratica.  E  queste  sono 
ai  niim'  di  J  i .  l' ultima  delle  quali  è.  esposta  cosi  :  .  Quelle 
«cose,  ehe  sono  vedute  da  riijred.  die  più  piegano  alla  man 
i destra  ci  appariscono  più  destre;  e  quelle  die  sono  vedute 


□igitized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ó7o 
•  da  raggi,  clic  più  pi.:L.mo  alla  sinistra  ci  appariscono  più 
»  smiMre.  ..  ])i>|H>  le  «iii.dji  .><!fì>i>i':i<i<i'  seminimi  i  Tuoi-etni,  e 
questi  sono  uniti  a  diversi  problemi  con  le  loro  annotazioni, 
e  si  ronliiiiiailu  nino  ,il  [ine  del  rudiee,  il  ipiale  !ernii:ia  con 
una  annotazione  sn/Jc  Sagnic  delti  Pilastri  c  delle  colonne.  In 
ledendo  <|tià  e  la  questo  trattato  parventi  di  conoscere,  che 
l'autore  nelle  mi:  del trini'  <iÌM'ortli  spc-so  dalle  pili  appre- 
ttate; ina  i  dotti  odi'  arte  ne  giudicheranno. 


535.  (  seprtiMENT.  ] 

fn  -L  Poesie  italiani:  post,.-  in  musica. 

8     di  odimi  COflRrV«b°C  ^ 

È  in  questo  preiioso  codice  lina  raccolta  di  ]>oesie  italiane 
poste  in  musica.  In  sul  principio  e  una  miniatura  clic  com- 
prende tutta  intera  la  prima  pagina,  l'.ssa  è  ben  disegnata,  e 
finamente  dipinta  ad  oro  e  colori.  Ilapprcscnta  l'origine  delta 
musica.  Due  sono  le  ligure.  Nella  parte  su  priore  del  foglio, 
sotto  d'una  nicchia  sta  seduta  graziosa  donzella,  che  tiene  so- 
pra i  ginocchi  un  organetto,  eh'  essa  va  tasteggiando;  e  nella 
inferiore  è  un  vecchio  con  folla  barba,  che  batte  il  maglio 
sopra  l'incudine,  ed  è  (piasi  in  alto  di  meditazione  sentendo 
la  diversità  de'  suoni,  che  n'  escono.  11  [littore  avrA  forse  vo- 
luto indicare  in  questo  vecchio  il  Tu  bai  cai  ti  della  sacra  Scrit- 
tura. Le  linee  sopra  le  quali  sono  con  molta  diligenza  scritti' 

le  note  ino -leali  Simo  sei  ■  li  le  note  vi  soni.  ;;i:i  ilisposlr  sei-  lo 

l'uso  di  quel  tempo,  cioè  a  punti.  Le  prime  pagine  del  volume 
contengono  la  Tavola  dei  componimenti  poetici  in  esso  com- 
presi. Sul  merito  dello  musica  ne  giudicheranno  i  sapienti. 


■58o  1      MANOSCRITTI  ITALIANI 

Quali t' è  poi  alla  scelta  delle  poesie,  essa  fu  falla  eoo  molla  av- 
lediile/.ja  «  buon  nuslti,  rincolli  randosene  noli  poche  (li  linoni 
autori,  ami  ili  classici,  tra  le  quali  pur  alcuno  d  di' immortale 
nostro  Petrarca,  sì  come  per  esempio  il  madrigale  ]",  eh' e  la 
prima  volta  ch'io  veggo  posto  in  musica;  ansi  dopo  l'opera 
musicale  (li  Cipriano  de  Ilore  posta  io  luce  in  Venezia  per  le 
stampe  di  Antonio  Cardano  l'anno  i557,  in  8°,  [Vegga  il 
lettore,  se  gli  piace,  l'articolo  fiore  nella  descrizione  ilella 
mia  Biblioteca  Petrarchesca;  Milano,  per  Paolo  Emilio  Giusti 
i8a6,  in-i°,  alla  pagina  a33)  e  pur  la  prima  volta,  eh' io  vidi 
in  musica  le  poesie  del  mio  Petrarca.  Ma  non  so  qui  rima- 
nermi dal  render  pubblica  una  osservazione,  che  accaildemi 
ili  l'air  in  lucendo  :l  testo  ti;  e;':o  madrigale  r  in  quoto 
codice.  É  necessario,  eli'  iti  in  pulita  qui  pur  iutiero  sotto  degli 
ocelli  de'  mici  lettori  com'ero  lieve  lecersi  e  si  Io[;i;ì:  stranili  o 
la  vera  e  sana  lezione: 

\o:i  .il  mio  ;uu,ui1e  iii  'i  llinihii  | ■- i ì-l ■  - 1 1 ■  i ■.- 
Quando  per  avventura  tutto  ignuda 
La  vide  in  mezzo  alle  gelide  acque: 
Ch'a  me  la  pastorella  alpestia  e  cruda 
Posla  a  bagnar  un  leggiadretto  velo, 
1,1:  ::  ]\nir;i  li  -..ì^a  v  biondo  capei  chiuda; 
Tal  cho  mi  fece  or  quand'egli  arde  il  cielo 
Tulio  tremar  d'un  umoroso  gelo. 

Ognun  sa  del  grosso  errore  occorro  in  pressoché  tutte  l'edi- 
lioni  delle  poesie  volgari  del  Petrarca,  stampando  il  versovi" 
di  esso  madrigale  così  : 

Ch's  Laura  il  vago  e  biondo  capei  chiuda, 

contro  ciò,  clic  non  la  sofisticheria,  ma  la  più  semplice  critica 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  58i 
ami  il  solo  buon  senso  richiede,  cioè  : 

.1  I'  ni; ri  il  •  i^.--  i'  bulinili  :■  ^ j ■  il- :  ''I  li. 

La  quale  sana  e  vera  lezione  fu  tosto  approvata  da  tulli  gli 
editori,  che  di  esse  poesie  \cmieru  .impresso  l'cdìiion  mia;  si 
come  il  lettore  può  fiii'il munii'  elisarirseni!.  Aceaililenii  dunque 
di  osservare  con  mia  somma  maraviglia  ed  altrettanto  piacere, 
elio  il  sopraddetto  verso  Vi°  del  madrigale  in  questo  vecchio 
codice  è.  scritto  cosi  : 

Ch'ai  solo  e  a  l'aura  il  vago  capei  chiuda. 
0  che  fin  d' allora  si  fosse  agitata  la  quistionu  se  a  Lniira ,  o  a 
l'aura  dovesse  concedersi  la  lezione  della  voce  (mira  (clic  cosi 
seri  l'evasi  negii  onliclii  tempi  per  mancanza  di  apostrofo);  u 
il  ricoglitore  di  queste  poesie  avesse  tratta  la  copia  di  quel 
madrigale  da  un  codice,  dovi;  il  verso  si  leggesse  veramente  sì 
come  s'è  riportato,  . 

Ch'ai  solo  e  a  l'aura  il  vago  capei  chiuda; 
oppure  che  per  togliere  ogni  equivoco,  e  forse  anche  per  to- 
gliere d'imbarazzo  il  ci)iLh|iosi'uiv  ili'lfi  niiisieii  nuli  sapeiidu 
come  adattare  la  melodia  del  canto  se  ad  uno  persona  a  Laura, 
o  ad  ima  cosa  a  l'aura;  il  fatto  è,  che  levando  dal  verso  l'epi- 
teto di  biondo,  che  d'altronde  poteva  parere  non  assalii  lanieri  te 
necessario,  avendo  le  tante  volle  detto  e  ridetto  il  poeta  che  i 
capelli  di  lei  erano  biondi;  e;l  a^iu^neudovi  una  novella 
aiione,  che  far  doveva  opporlunaiuenle  il  velo  ii'  iniyi  im  i. 
capelli  di  Madonna,  guardandogli  non  meno  dalia  insolenza 
del  vento,  che  dalla  forza  de'  raggi  solari  ;  il  fatto  è,  io  dico, 
che  la  novità  di  questa  lezione  —  ch'ai  sole,  e  a  l'aura,  ec. 
(benché  io  per  me  in  buona  fede  la  creda  arbitrariamente 


S8i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

i»t™l»lU)  io»  d„  ropuni  .1  IMlo  .pregerole,  o  .1.™ 

ri.n.  d.  pi»  «coli  .  mlrnm.  eh,  „„„  gii  .  Umv.  m. 

/'k.'ipì,-  Ic^i/iii  ilei  i;  m.'l  \orsu  vi' del  siiriraiidntto  ouuh'ii;;iìe. 
Esso  «  alle  pagine  iv-  e  v"  dei  codice;  a  due  voci  :  basso 

540".  (  iufuìbeht.  ) 

fu  4-  Trattalo  ili  Galileo  Galilei  sulle  utilità,  che  si  traggono 
della  Meccanica,  e  do'  suoi  istromcnti. 

.Sotti)  questo  numero  54o"  (swfiÌMEMt)  stanno  raccolti, 
quasi  io  un  fascio,  molti  scrini  fiaiice^i  ili  diverse  penne;  si 
come  per  dirigili  slcun  i,  la — t'.ritìinitrì  l 'min-  Simun;  il  Calatogli 
,(■;■  iihri  I.',  tri.'icIo-.T.'  :i7  titilli: i'j  ;  iilfitr.f:  I.iIU:iì-  tiitlaui-ttli-tti  rarn 
letterati  ai  lialuzio  medesimo,  ec.  ec;  e  v'ba  pure  in  lingua  ita- 
liana un  fascicolo,  che  comprende  una  hen  nota  operetta,  che 
Ita  questo  titolo  :  Delti:  titilliti,  ila-  .ti  triitjguini  Mia  laecaaìca  el 
de  sani  inslmmenli ,  'l'iiiW.ibi  del  :tig.  Cuiikv  Caldei  Fiorentino. 
La  prima  cilitiuoe ,  per  quanto  io  mi  sappia,  di  sì  prezioso 
scritto  del  Galilei  fu  po-la  ni  luce  da!  cavalieri'  Luca  jjanosi 
in  Itavenna  l'anno  ìGiij,  in  4°,  col  titolo  seguente  :  Delia 
jcii'jiza  nitrranrfa  e  liciti:  utilità  tini  si  iragg'.tv  da  gi'islromentì  di 
tftutla,  opera  ati-nin  tilt'  i«wunnm  del  li<ililr,i.  lo  non  so  come 
ne  donde  il  cavaliere  lÀ-mesi  alilna  cnmia  qucsl.'  opero  per  la 
sua  ediiiune,  elm  ii'iign  miUu  degli  ocelli,  ma  so  bene  che 
facendone  il  confronto  non  nulo  noi  presente  scritto  della  Bi- 
blioteca, ma  eziandio  coli' udizioni  che  delle  opere  del  Galilei 
pubblicarono  in  Bologna  gli  eredi  Dona  i'aono  ifi56,  e  i  Tar- 
imi e  Franchi  in  Firenze  l'anno  1718,  e  il  Manfrè  in  Padova 
l'anno  17&&,  e  con  altre  ancora,  vi  rincontrai  grandissime 
dillerciiic.  lo  non  dubito  punto,  che  quant'è  a  ciò,  che  con- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  083 
come  ìa  sostanza  delle  rlollriue.  esse  nel  nasini  codice  non 
sicno  in  piena  r.onli.iniiti .  se  non  eullj  edizione  di  Ravenna 
certo  colle  celebri  Mjpracdlate  edizioni,  ciò  che  Ì  dotti  ve- 
dranno;  ma  posso  assicurare  i  lettori,  che  questa  operetta  e 
qui  scritta  con  grandissima  correzione,  si  come  pure  con 
molta  diligenza  sono  delineate  in  figure  allusive,  di  cui  è  il 
codice  adorno.  Ne  fa  cominciala  la  copia,  cli'è  in  picciolo 
carattere  corsivo,  il  di  16  di  febbraio  dell'anno  i6i3,  e  fu 

notato  per  la  penna  medesima  ,  olu-  trssrri'sc  questo  trattato, 
eh* è  in  forma  di  0°,  cartaceo,  e  di  quaranta  pagine,  lo  tengo 
per  fermo  che  presto  o  tardi  si  farà  una  novella  edizione,  la 
quale  lui  te  compi  'enda  le  open:  conosciute  di  quel  grand' uomo, 
e  non  lascio  quindi  di  raccomandare  al  novello  editore  lo  stu- 
dio di  essa  operetta ,  che  contienisi  in  questo  codice,  la  quale 
fu  trascritta  nel  tempo  ilei  più  bri  ln»v  di  -li  sl.udj  e  della  età 
ilei  Galilei,  die,  com'è  noto,  morì  l'anno  i64a. 


515.  Inslru 
sul  modo  con  cui 


date  da  diversi  pontefici  a'  vescovi  od  a  loro  vicarj ,  onde 
sappiano  come  conformarsi  agli  ordini  spirituali  «  temporali , 
che  fossero  loro  dati  dai  pontelici  medesimi.  Delle  quali  is- 
truzioni sono  i  titoli  questi ,  che  mi  fo  a  trascrivere  :  I"  Istraaime. 


584  MANOSCRITTI  ITALIANI 

die  fu  data  dalla  corte  di  Roma  a  Monsignore  de  Massimi  ves- 
covo di  llertinoro  per  andare  nunzio  del  papa  in  Toscana;  e 
questa  e  data  di  Roma  l'anno  1621,  11°  Altra  lunghissima  a 
Monsignore  Corsini,  destinalo  nuniio  in  Francia,  di  Roma 
a  aprile  i6aa.  Ili'  Altra  a  Monsignore  vescovo  di  Avcrsa, 
destinato  iiun/.io  a  Kerdinando  11",  imperatore,  del  di  la  aprile 
ifiai.  IV*  All'arcivescovo  di  Seleucia ,  destinalo  vicelcgato  del 
pontefice  in  Avignone",  i3  aprile  16»  1.  V"  All'arcivescovo  di 

l'iltl'ilSM),  Il  U  n  /.io  filli  ll.'liio  11]  i''i;i|l(l|-il  .  1"  lll.'l  libili  I  .  V  ]"  Al 

irsrovo  ili  Campagna,  liestiintlo  nunzio  ordinario  agli  Svìz- 
zeri, la  maggio  ifiai.  VII''  A  Mi  m'itilo  re  di  Torres  arcives- 
covo di  Andrianopoli,  nunzio  destinato  in  Polonia,  1S  luglio 
itìn.  Vili"  A  Monsignore  Moniorio,  vescovo  di  Nicaslro. 
destinato  nunzio  in  Colonia,  3i  luglio  ifiai.  IX"  A  Monsi- 
gnore Verospi  auditore  di  rota,  destinato  nunzio  straordina- 
rio eli' imperatore  Ferdinando  li',  17  genn°.  i6ai.  X"  Allo 
stesso  Monsignore  \  erospi  per  trattare  eoi  sopraddetto  ìmpera- 
Inic  ini. inni  , ili. 1  |.crs  lei  c:i  rilinale  (.'.lev.'l  lio  ,   i  .'i  ir'.'riiiaìn 

16».  XI"  Al  medesimo  Verospi  per  rallegrarsi  in  nome  del 
papa  coli'  impelli  ture  e  l'i  in  pelatrice  delle  nozze  loro,  i3  gen- 
naio ifiis.  MI"  Al  vescovo  Albergali  destinato  dal  papa  suo 
collettore  in  Portogallo,  4  marzo  iGai.  X1H"  Al  vescovo  di 
Aneglonc,  destinato  nunzio  in  Toscana,  20  agosto  i(ì-ii. 
XIV"  Al  dottore  Leone  Allaccio,  scrittore  greco  della  biblio- 
teca Vaticana  pei  andare  in  Germania  in  servigio  del  papa , 
a3  ottobre  i6a».  XV"  A  Monsignore  Lanceilottì  vescovo  di 
Nola,  destinalo  nunzio  in  Polonia,  10  dicembre  1622.  XVI"  Al 
signor  Matteo  ila  elioni  pji;alorr  delle  genti  ,  clip  il  papa  spedi 
nella  Valtellina  per  andare  di  poi  a  Milano  in  servigio  del  papa 
medesimo,  T'aprile  iGalì.  XVII"  Al  signor  duca  dì  Fiano, 
destinato  a  pigliare  in  deposilo  0  nome  della  sedia  Apostolica 


Oigilized  bjr  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  585 
i  Forti  della  Valtellina,  5  aprile  161 3.  XVW  Al  sopraddetto 
duca  rial  medesimo  argomento,  □  aprile  i6a3.  XIX°  All'ar- 
civescovo di  Tebe,  destinato  nunzio  al  re  cattolico,  16  ottobre 
1621.  XX"  Alio  stesso  arcivescovo  per  trattare  col  sopraddetto 
re  intorno  alla  lega  contro  il  Turco.  XXI"  Allo  stesso  pei' 
trattare  col  re  medesimo  sugli  affari  della  Valtellina,  c  questa 
istruzione  non  ha  data  alcuna.  XMI'  A  Monsignore  de  Mas- 
simi vescovo  di  Bertinoro,  nunzio  presso  il  re  cattolico  per 
trattare  con  esso  re  sopra  la  dispensa  del  matrimonio  di  sua 
sorella  col  principe  d'Inghilterra,  in  aprile  XX1I11  ed 

ultimo.  Considerazioni ,  per  le  quali  si  conosci;  dover  esser  utile 
il  matrimonio  delia  sorella  del  re  cattolico  col  principe  d'In- 
ghilterra, anche  al  beni:  della  religioni;  cattolica.  Senza  ch'io 
ne  faccia  parola,  ben  s'avvede  il  lettore  quanto  e  per  quanti 
riguardi  e  storici,  e  diploma  li  ci ,  0  politici,  e  amministrativi, 
f  religiosi  sia  0  possa  essere  utile  la  notizia,  che  ho  data  del 
contenuto  del  pieseule  codice,  il  quale  non  ha  che  questo 
titolo  :  Istruzioni  ai  Vescovo  ile  Masiìmi. 

551.  (  scptléhent.  ) 
5 16.  Lettere  autografe,  e  documenti  autentici  importanli. 

Ctrttcen,  in  4*,  uralliirì  temigolici,  di  pigine  160,  secoli  in*  e  IVO-, 
dì  buona  conservazione. 

Il  contentilo  di  queslo  prezioso  codice  è  di  Ì8  lettere  aulo- 
gi-iili;  di  ra^gu.'ii'drvoli  [iìtmuii-.  e  d'altri  documenti  autentici 
sopra  diversi  argomenti.  Seguendo  il  mio  costui  ne  darò  a  conos- 
cere tutto  quello  soltanto,  che  il  codice  racchiude  di  scritto 
in  italiano,  c  questo  è  ;  1°  Lettera  del  Cardinale  Altieri  Prefetto 
delt Institelo  de  propaganda  jide,  data  di  Roma  a'  18  di  aprile 


586  MANOSCRITTI  ITALIANI 

I  (17. 1,  e  indiritta  al  generale  tir'  gesuiti.  II"  Lettera  di  G10.  l'aolo 
Oliva,  data  di  Roma  a'  j  a  fdibraiu  itìSo,  c  indirilta  al  padre 
I-  rTLTiri'M-n  de  '  .\y,iv/.r  in  l'aii^i  III"  (VI Ira  lettera  delio  stono 
Oliva,  de  i4  aprile  i(i8o  ai  medesimo  padre  de  La  Gliaiie. 
IV  Altra  dello  stesso  al  medesimo,  a'  b\  settembre  ](i8o. 
V°  Altra  dello  stesso  al  medesimo,  a'  il  novembre  t68o. 
Vl°  Lettera  aatuniiai  ili:  principali  C'Ari»  d'ani  della  Cocincina,  e 
ytciabnentt  di  tatto  la  chrisUanità  di  Chaehaa  al  Vescovo  di 
qw  paesi.  VII'  Memoriale  dei  Catechisti  Dinis ,  Mtckcle,  Leone, 
p.  Pietro  ai  signor  Vescovo  di  Siam.  Vili"  Lettera  d,  Costantino 
FhuaU-on,  data  di  Siam  li  3  gennaro  1688,  indirimta  al 

li'ltcre,  ri  il'  si  ro  11  Im^mio  ne:  priVv'n'.i:  codice,  prir-^idir  tulli: 
di  argomento  diverso,  r  clic  lorinaiio  in  maggior  imporlania 
del  codice  stesso,  sono  scritte  in  varie  lingue,  si  coinè  latina, 
spaglinola,  tr-jtnertst: ,  ni  inglese. 


017.  Discorso  di  Galileo  Galilei  sul  flusso  e  riflusso 
del  mare. 


E  in  questo  codice  il  discorsa  di  Galileo  Galilei  sopra  il 
flusso  ed  il  riflusso  del  mare,  indirizzato  al  cardinale  Orsini. 
Del  quale  discorso  abbiamo  altra  copia  nel  codice  segnato 
nv  160;  se  non  clic  questa  c  più  coiti;  Ita  ni  co  le  scritta  di  quella. 
V l'ubasi  però  ciò  clic  il!  esso  discorso  si  è  dello  in  quel  a*  160. 


Digitized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  587 


562.    [MPPLÉBmt.  ) 

li  18.  Tariffe  della  Corte  di  Itoma  sulle  dispense  e  grazie 
che  concede. 

Questo  bei  r.oilirrttn,  ane.lie  per  r.u\  elei  riguarda  l' eley.m/.j 
delia  penna,  eccitn  in  vero  quakdic  il- -.si di' i-iu  niizi  curiosità  di 
leggerlo;  e  ciò  tanto  più  ch'io  penso  che  per  la  margini-  parte 
sieno  sconosciute  al  tutto  le  notizie  eli"  esso  comprende.  Può 
questo  intitolarsi  un  Wyùffo  di  tutte  le  tasse,  o  tariffe  deter- 
minali" in  discesi  tempi  ed  impilile  dalla  Cu  eie.  0,  com'è  ieri  Ito, 
dalla  Cancelleria  di  Roma,  alle  dispense,  grazie,  benefirj, 
esenzioni,  impieghi,  dignità,  ec.  te,  di' essa  Corte  concede. 
S'incomincia  dalla  tariffa  dello  dispense  matrimoniali  dei 
minori  ;indi  si  passa  a  quelle  de'  maggiori  in  i°,  i-ai'  grado; 
poi  a  quelle  de  brevi,  delle  abbaile,  delle  asso] union Ì ,  delie 
benedizioni,  delle  coadjutonc ,  dei  cmieni-si .  delie  indulgenze, 

de^li  indili:!  .  rl(;jr|i  inli'|-.-li/.:i ,  .Ielle  legi  ItiiiiMiiii:  i  .  dei  jimlii- 

uiilnriali.  dei  canonicati,  dei  vescovadi,  ce.  ce,  e  in  somma  di 
tutto  ciò  che  forma  "  Ibernava  una  delle  principali  rendile  di 
quella  Corte.  Delle  quali  tariffe  si  è  forse  non  poco  diminuito 
il  prodotto  da  quel  secolo  a'  giorni  nostri. 


588  MANOSCRITTI  ITALIANI 


605.    {  Stim.liMO"!.  ) 

5 1  g.  Risposta  di  Nicola  Sorniani  sugli  anatemi  Ambrosiani 
contro  i  Galli. 

Cartaceo,  in  h"  grande,  caraitcri  corsivi,  di  pagine  itio,  -lcoNj  slmit. 

Contiensì  in  questo  codicela  —  Risposta  critica  sopra  ijh  ana- 
temi Ambrosioni  mitro  i  C'.iiU.  ct-mpi-sttt  dal  i'.ij.  Don  Nicola  Sor- 
mani  Dottore,  BiLlio!ccario  dell'  Anilnisiiiiiii,  Sacerdote  Teologo 
Mikniii ,  OblAalo  delia  Veneranda  C'..iiiirefri:ioi\e  rie' 5. 5.  Ambrogio 
i  Cui  Lì,  (''Munir,:  vii.nniio  dei/o  Ai:ii.o:.fioiiil  IiitfliiilL:  lltsilirtc  ; 
sotto  gli  aaspizj  di  S.  Ecctza.  \ì  jiVjnor  Marc f ci a ilo  Duca  di  Muiiil'ìici 
Generalissimo  dell'  esenito  Galliamo  in  Italia  ce.  ec.  la  Milana, 
fanno  m.dcg.ixxyi,  Non  è  dunque  il  presento  manoscritto  se 
non  clie  una  versione  italiana  (a  dir  vero,  per  ciò  che  spelta 
alla  nostra  lingua,  poco  felicemente  condotta)  dal  latino  dell' 
opera  sopraddetta  già  data  in  luce  in  quel  luogo  ed  anno  qui 
sopra  indicati. 

619.    {  SLTPLÉMEHT.  } 

5ao.  Vita  di  fra  Paolo  Sarpì,  scritla  dal  padre  maestro 
FulBe„.io. 

Uìr'^ciM.  in  i:  .;r,nL'!': ,  oiollu  i  ."i-ivi.  ài  pcjoc  iììo.  -scolii  ivii". 

È  nel  prescute  codice,  si  come  dichiarasi  nel  seguente  suo 
titolo,  la  —  Vita  dei  nitrendo  l'adir  MaHtm  Paolo  Sarpi  de 
Veneti/i,  deli' ordini  di  '  .,i:r:i,  ì'iieolojo  'I,  ilo.  Sì  min.  liepiilililicii  di 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  589 
Vcnetia;  scritta  dalli.  P.  Maestra  FtttyeTitio  bresciano ,  del  medesimo 
ordine.  Tlteologo.  Questa  vita,  come  ognun  sa,  fu  (lata  più  volte 
alle  stampe ,  e  quindi  non  ne  dico  più  oltre.  Dirò  soltanto  elio 
la  copia  qui  manoscritta  è  brutta  per  ogni  riguardo. 

620.  (SUPPLII.) 

5ai.  Lettere  di  Regnier-Desmarais  a  letterati 
e  dotti  italiani. 

O.-lacfc ,  in  f.-'i.;]i:>  pinoli ,  rara  (Ieri  ramivi.  ili  pjlii.-  juo.  secolo  ini'; 


Questo  prezioso  codice  comprende  la  copia,  eh' è  forse,  e 
veramente  cosi  panili,  l'autentica  di  moltissime  lettere,  che 
il  celebre  letterato  francese  fiegnier-Desmarais  scrisse  a  let- 
terati e  dotti  italiani,  e  pressoché  tulle  in  argomento  di  amena 
ietterà lura.  I.c  pninc,  clic  50110  i udiri/sali;  ad  Ugo  Maffci  por- 
tano la  data  di  Parigi  dell'  anno  1  GG5,  e  l'ultima  a  Lodovico 
Adimari,  essa  pur  di  Parigi,  è  dell'  anno  )6o8.  Oh  quanta 
utilità ,  cos'i  come  mi  sembra ,  tornar  ne  potrebbe  alla  repub- 
blica delle  lellcie  dal  iiioUfrsi  in  luce  questo  raccolta!  Se 

l'aliale  lìtgniei-1 Vm  ni*.  .seonido  il  giudizio  datone  dal  de 

Rogati,  riportò  per  lo  sua  traduzione  italiana  delle  odi  di 
Anacreonte  la  palina  sopra  tutte  quelle  degli  altri  letterati 
d'Italia;  e  se  diletto  grandissimo  recano  pure  le  sue  conside- 
razioni sopra  le  poesie  volgari  dui  Petrarca ,  può  ben  pensare 
il  lettore  quanta  utilità  derivarne  potrebbe  dalla  lettura  e  stu- 
dio di  queste  lettere. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


2.  Ailro  Lettere  di  Begli icr-Dcsmarais  a  letterati 
e  dotti  italiani. 


Il  tìtolo  di  questo  codice  è  —  Lettere  italiane  scritte  all'  Abate 

Magalotti;  ma  fattone   ?saiiic-  conobbi ,  ch'i:  un  secondo  e 

niente  meo  prezioso  volume  dulie  lettere  del  sig.  Regnier- 
Desmarais  scritte  ,1  vnrii  et I P i  i  distiuli  li'ilernti  italiani,  delle 
quali  ii  volume  1'  è  nel  codice  antecedcii le  posto  Isella  lli- 
bliotcca  sotto  il  mini"  IÌ20  (supri.ihiii.vr)  al  quale  rimetto  i 
lettoli.  K  siccome-  la  pniisa  lettera,  nel  presenti'  codice  è  in- 
dirizza ta  appunto  a  Lorenzo  Ma  gu  lutti,  e  data  di  Parigi  l'anno 
1(170,  può  sema  dubbio  essere  per  ciò  nato  l'equivoco  nel 
dichiararle  sema  più.  Lettera  scritti*  al  Mnijiihui,  e  nel  consi- 
decado  un  codice  separalo  rl.iU'  altro.  L'ultima  ,  clic,  pur  in- 
dirizzala al  Magalotti  medesimo,  ha  )a  dal*  di  Parigi  t  8 
luglio  1709. 

Ù22.     (  SI  1-l-l.hMl-M-. 

5a  3.  Della  Congiura  Catilinaria  di  Sallustio;  volgarizzamento 
di  Lodovico  Carbone. 


trinsieo  del  codice  die  succede  qui  appresso  al  min)"  5a4  si 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  S9i 
applichi  dal  lettor*  .il  codice  presenti',  eli.'  coti  lume  1»  versione 
italiano  di  Lodovico  Carbone  della  guerra  Catilinaria  già  scritta 
in  latino  da  Sallustio ,  e  ad  Alberto  da  F,ste  intitolata  dal  In- 
duttore. La  soia  diUtrenza  c.-.n:i-,ii,ili>,  clic  può  notarsi  tra  il 
codice  seguente  e  questo  è,  che  il  presente  è  scritto  con  mag- 
gior foi'iv/.iurie.  Il  numeri:'  drllr  pagine  diinuMr.i  la  rlivcr.ii.i 
de'  caratteri. 

625.  (suppiìhebt.) 

Sa  /j.  Della  Con^nu-i  C:i(  ilii^iria  di  Sallusl  iu;  \oi  gai-izza  me  rito 
di  Lodovico  Carbone. 

MrutUiaiiaLro.  ì„  4-.  umiferi  lundi,  di  pa|,-ìne  y^.  secolo  tv*. 

Il  «intentilo  (li  questo  codice,  con  bellissimi  caratteri 
scritto,  adorno  in  ..ni  principili  ili  vaga  miniatura  ad  uro  ■■ 
r:riif.i-i  .  t;  irmi  tulli-  le  grandi  ìnii-.iàti  liiiami-nìc  pur  ud  orti  ■: 
colori  dipinte,  è  la  traduzione  in  lingua  italiana  ili  l.-iilourn 
Carbone,  dulia  <".u\\ w  ma  t.'.a  lilioa  ria  ili  Sallustio.  E  dedicata 
questa  traduzione  dall'autore,  elicsi  sottoscrive,  —  Min  \  ilustiv 
et  gratiniti  Signore  Misteri:  Alberiti  ila  /irte,  i.'  opera  è  preceduta 
da  due  proemii;  l'uno  del  volgarizzatore,  e  l'altra  già  noto  di 
Sallustio.  Fra  le  tante  versioni  italiane  di  questo  classico  libro, 
non  trovo  d'alnui  bibliografo,  e  specialmente  da'  il ili^i  nl is- 
simi Paittmi  ed  Argeìaii  fatta  menzione  alcuna  di  questa  del 
Carbone;  per  lo  che  io  argomento,  ch'essa  sia  inedita,  e  vorrei 
pur  ingannarmi ,  non  essendone  da  poco,  ami,  pel  contrario, 
sccondochè  mi  sembra ,  non  affatto  comune  il  suo  merito. 
Trascrivo  le  prime  lince,  come  vi  sì  leggono.  •  Lullo  Catilina 
•  di  nobile  sangue  nato  ne  la  famogfta  chiamata  Sergia  Hi  di 


r.1,1  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  {,'ran  rianimo  et  non  di  minore  forzo  dei  corpo;  ma  bebbe 

■  natura  maligna  et  perversa.  A  costui  fino  da  pucritia 
«  erano  grate  Ct  suro  inamente  piacevano  le  guerre  inlrin- 
•  sedie  :  le  morti  violente  :  ie  rapine  :  le  civili  discordie  :  ei 

■  in  così  fatti;  così.-  la  su;i  «iovciie;;/.:!  esercitò  ci  ci  corpo  suo 
«  disposto  a  pai  ire  lume,  liei  li  lo.  \  i  «il  in  pi  l'i  r.lie.  non  si  potoria 
□  mai  credere  :  l'animo  bebbe  ardito,  doloso,  vario,  di  ciascuna 

654.  —  055.  —  630.  (.emi-rar.) 
5ai>.  Opere  varie  di  Tommaso  Campanella. 

Tre  relomi  ariani,  in  8'.  tarattcri  cornivi,  dì  pigine  ioo  il  !•  e  di  aoo  il  11' 
ed  il  III*;  tulli  e  tre  bea  conswvtti. 

Si  contengono  in  questi  tre  codici  varie  opere  del  frale 

questo  codice  sono  comprese  sicno  date  io  luce;  ne  entro 
a  cercare  se  ì!  incrilino.  Mi  eeolioem  soltanto  a  dar  notizia 
degli  argomenti  trattati  in  ciascheduno  d'essi  volumi.  Pici 
primo  segnalo  nella  Biblioteca  col  mira1  G34  (aoPPLBMEMT)  è 
l'opera,  che  Ila  il  seguente  titolo;  Monarchia  dei  Campanella 
ifisf" «'<(<<  al  III-  iti  Sim/jii/i  :  me  eoa  i/i'r.r.u  disiarsi  il  osservaùoni 

a  confederati  tutti  li  l'rcncipi  ilei  mi/udii.  Questo  discorso  è  diviso 
in  33  capitoli,  nel  primo  di;'  qo;ili  s'incomincia  cosi:  iTre 

■  cause  coinn  nini  con  corri  ino  all'  acquisto  ct  a'  man  Icoimrnlo 

■  d'ogni  Signoria  granile;  cioè  Dio,  Prudenza,  Opportunità; 

■  le  quali  cause,  ■  ce.  Quasi  tutto  il  codice  comprende  questo 


DicjinzM  Dy  Google 


DELIA  BIBLIOTECA  DLL  RE.  593 
discorso,  e  soltanto  nel  fine  e  un'  Orazione  (in  sudici  pagine) 
faUadatt  Illiho.  Ambasciatore  Veneta  al  He  ili  Francia  Lodovico  XIII' 
per  rinttrtae  della  Valtellina  oc caputa  dagli  Spagnuoli.  Non  e 
dichiaratoli  nome  dell* ambasciatore. 

Rei  secondo  de'  sopraddetti  codici  segnato  nella  Biblioteca 
niim"  635  (sih'I'I.smf.st)  si  contiene  un  —  Compendia  della  mo- 
limi Ina  dà  Menta  :  dilli  rit'iwni.  di.l.  Ik>mini,i  ì-i/liiiinlia.  Oi/i..  il 
di  tulli  li  Prencipi  nu-mkrn  w  :  di  /  'ni  V'i'inum.»  ('.airtpain-IUi  Itomi- 
nicaaa.  Questo  compendio,  ebe  abliraccia  tutto  il  presente 
codice,  è  diviso  in  i5  capitoli.  È  già  nota  quest'opera  latina 
dei  Campii  in.1' In  c  f  iti  Ini' I  (il  In  in  1  invilii  italiana  .pini  pare  nm 
quiiklic  rlcj;ai»a  di  stile. 

Nel  terzo  codice  segnato  nella  .Biblioteca  num"  G36  (sui>- 
plémest)  si  contengono  —  Discorsi  a'  Vinti  ipi  d' lidia  ;  •:liì-  pir 
ben  (ora  e!  del  (.Vi  mimo  «imi.  mi  dMmw  nmtruddire  alla  Monar- 
chia di  .Spagna,  imi  jai-vrirlu  ;  il  rmnc  dtd  iu/nto  di  essa  si  panno 
guardar*  nel  Papato:  et  per  quella  cantra  gii  injideli  con  modi  mira- 
l'ili:  /lidi  per  fra.  Tummrtsri  tstmpniudiu  l)i.ini!ii:iii,,..  Siimi  niniiii 

■.riili.i.i'  .  benché  non  privi  di  qualche  stravagante  opinione; 
il  rlii-  j>ià  *La  nid  c-.aialHire  ilull' éiiiIdit.  hi  lim'  del  cudii.e  è 
una  —  I  astrazione  a'  Prenci  pi  della  maniera  con  la  quale  si  gover- 
nano li  Padri  GieSHÌU.  Tende  l' ii «Inizio ne'  u  persuadere  si  il 
pontefice  d'allora,  i  :i' era  l'aulu  V°.  che  tutt'ì  principi  cris- 
tiani a  ilislni'i'jciv  In  f  i  n:i  ]  ni  il  11  i  ■(  di      i  ]>:niii. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


659.    (  BUPPLÉMENT.  ) 

.'126.  Distorso  ili  Francesco  (liiiixhu (lini  sopra  l'origine 
della  potenza  secolare  de'  romani  Pontefici. 

fjrticeo,  in  8".  anturi  conivi,  di  pipine  àoo.  sscolo  ITO*. 


Dà  princìpio  al  presente  codice  unii  —  iiekziutu-  di  Imma 
allo  RcpMliw  di  Vinata  fatta  dall'  Ecatiiniiuinu  Skj.  Cavaliere 
Heiiiero  Zeni.  Della  quale  Mozione,  .clic  abbraccia  tulio  Io  stalo 

corretta  di  .questa  all'  avlie"  liei  piiuio  do' nudici  seguati 
uum*  338,  al  quale  rimetto  ì  leilori.  Ma  in  fine  do!  presente 
codice  è  uno  scritto,  di' è  veramente  singolare,  il  cui  titolo 
è.  questo  .:  Discorso  inforno  alla  wuiin.,'  «din  p-A-;iiz'i  serolarc  /Iella 
Chiesa,  e  Ma  jui-wic  putitio/  ;  il  <jiu/fc  mitn-  a  nel  0  Ninfe  Itimi  tirili- 
ithlvrit-  di  mi»  f  Frattt.es-.:ti  liaUnitnlnii  nr.-mti  tlt  ,t)h  entri  nel  dts- 

.  l'i']-  Li  dici  darai  ione  della  cjual  coso,  et  di  molte  oltre  succo- 

■  dute  ne  tempi  seguenti,  la  materia  ricerco,  clic  si- faccia 

■  incnlione  delie  rapimi,  dio  lo  Chiesa  La  sopra  .le  terre  di 

■  Romagna,'  ec.  ec.  li  termina  con  le  seguenti  parole:  

.vincitori,  esercii:,  v.u  io  la  littoria  ad  arbitrio  loro  ;  vinti , 
«  conseguisi/unii  le  cmirlilioili  die  coglioni)  ;  ci.  sLiiuiilaiitli  .«I  i 
da  cupidità  di  sollevarli  i  congiunti  loro  da' gradi  priva!] 
.  a'Prencipali,  sono  stati  da  mollo  tempo  in  qui  spessissime 

■  volle-  mstromeuto  rli  suscitare  guerre  et  incendii  nuovi  in 

■  Italia.  »  Al  capitolo  v°  del  libro  IV*  della  Storia  di  Francesco 
Guicciardini  leggesi  tal  quadro  della  potenza  terrena  pontili- 


DELLA  BHiLIOTECA  DEL  RE.  5nò 
cale,  die  a  dire  II  vero  paro  clic  ben  poco  resterebbe  da  ag- 
giungere. Con  lutto  ciò  io  non  trovo  in  e™  libro,  clic  vi  si 


il  eh"  [irnit'Hiorc  lìmini  militine  i'd  illiMi'.iliuc  lieiicin^iilo  di 
essa  storia  non  sapra  rimanersi  dui  consultar  questo  codice. 
Ebbi  anclie  sotto  degli  ocelli  il  libro  intitolalo  —  Thanmis  res- 
titaùu,  stampato  in  Amsterdam  l'anno  i663  in  11",  dove  del 
Guicciardini  si  leggono  alcune  cose  lino  a  quel  tempo  inedite, 
ma  non  vi  si  la  ]>nr  probi  :!fl  >:--j>r,i<l(lcltt>  iliscurso. 

fififi.   (  srU-IJsMKNT.) 

5ÌJ.  Aiumaeslramènti  politici. 

Cariala,  in  ùa-  caratteri  corsivi .  di  pagine  4c,h  secolo  xvii", 
di  mrdiucrtr  conirrvflzione. 

II  titolo  del  presente  scritto,  di  cui  non  e  nominato  l'au-i 
lore,  è  questo  :  //  l'alitici  fu  rj'rtiu  :  wi'im  .'liiiiiiiii-sfivimiirir  Puli- 
ti] Dominio  naturale  ha  commuriiiii  naturali;;  il  violento, 
-violenta..  Sono  davvero  degni  d'esser  letti,  e  sono  pure  dei- 
tati  con  qualche  eleganza. 


5g6 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


067.  (  sltplìmetìt.  ) 

5a8.  li  Camerone;  ovvero  la  prigionìa  del  cavaliere  Marioo 
in  .Napoli;  j;Ì!.m!;ivi  la  prigionia  di  esso  cavaliere  iti  Torino. 

Cartaceo,  in  (■,  rjr:ili,.ri  m.-im,  <1!  [.nainn  !)<>,  «Telo 

Contengono  in  questo  codiec  le  seguenti  operette  dei  ca- 
valiere Marino;  II  Guarniti-,  Vi-iifmin:  Itiiirriitlissima  in  Napoli, 
■".■e  fu  curecrato  il  caealicr  Marmo.  Sono  1 1 3  tonine  veramente 
piacevoli  ti  leggera.  Trascrivo  la  prima,  e  l'ultima. 

Magnammo  .Signor  gii-  volge  un  mese. 
Glie  mi  trovo  sepolto  in  questo  inferno! 
E  per  quanto  conosco  È  un  mal  paese. 

e  l'ultima  è  questa:. 

Ma  perchè  veggio  hsvervi  il  capo  rotto 
Folìn,  perchè  finisce  anco  l'inchiostro: 
Dal  Cameron.  di  Giugno  novant'otto, 

Segue  altra  operetta,  che  ha  questo  titolo  :  La  J'ru/iuaia  del  c«- 
valier  Marino  in  Torino.  Essa  incomincia  così  :  ■  De  profundis 
.  clamavi  ad  te  Domine.  li  quando  verrà  una  volta  quei!'  An- 

■  ragli  di  questo  maledetto  graticcio?  o  ad  aprirlo  con  la 
.  clavicola  di  Salomone,  ■  ec.  I!  finisce  con  queste  parole:  p  Ma 
«pongasi  il  più  savio  del  inondo  nel  baratro,  ove  io  Sono,  c 

■  sapri  dirmi  se  anclie  il  suo  cervello  alzerà  il  tuono  in  aes- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  I\E.  597 
«  quiaìtcra.  Finis.  Con  augurarvi  da  messer  Domine  Dio  quel 

■  che  vorrei  per  me;  e  impauritivi  r  o i r. | n-; i^-.-i i-  il  fastidio  ili?  vi 
«dà  il  mìo  scrivere  col  soninio,  ci  ri'  \i  potrà  liir  questa  carta. 

■  Dal  Senato  lì  \  febraro  ìGia ,  il  cavali ier  Marino.  ■  Questa 
soltoscrisione,  ch'è  d' altro  tarattere ,  è  forse  l'autografa  del 
Marino  medesimo.  In  non  so  se  questi  due  scritti  del  celebrt' 
autore  dell'Adone  sieno  stati  dati  in  luce  in  alcun  tempo,  ma 
no  certo  al  suo;  perciocché  vi  si  scontrano  alcune  cose  non 
solo  sporche  eri  arnioni  costumi  lontrarn:,  ma  altre  «in  utili  r 
molto  imprudenti  contro  la  politica  di  chi  allora  regnava.  Del 
resto  posso  accertare  i  lettori,  eli' io  esaminai  pur  attenta- 
mente  l'edizione,  nella  quale  il  Ciotti  stampatore  in  Venezia 
riunì  e  pubblico  l'anno  ]GoS  tutte  le  opere  del  cavaliere 
Marino,  e  che  le  due  in  questo  codice  contenute  non  vi  si 
trovano. 

072.    (  SCTriiKENT.  ) 

òag.  Storia  dell'isola  di  Scio,  scrina  da  Vincenzo 


Per  render  il  più  esatta  che  si  può  la  dichiarazione  del 
contenuto  nel  presente  codice,  trascrivo  un'autentica  anno- 
tazione, che,  scritta  perla  stessa  mano  con  cui  fu  scritto  tutto 
il  codice,  leggesi  in  sul  principio  della  prima  pagina;  ed  è 
questa  :  i  li  presente  libro  intitolato  historia  di  Scio  ó  stato 

•  estratto  ad  vernino  da  un  libro  simile  scritto  per  mano  di 
.  Monsignor  Soffiano  Vescovo  di  Scio  l'anno  i64G  nella  città 

•  di  Iìoma;qual  libro  non  bavera  titolo  d'aulhore;  ma  ben  è 


.ic|S  MANOSCRITTI  ITALIANI 

»  vlti.1,  die  per  molta  ililigcima  usala  nei  saperlo,  gli  si  disse, 
ii  rlie  quello  che  l'ha  composto  I"  ori  lai  Signor  V  incelilo 
ii  Giustiniano  die,  un  anno  prima  delia  presa  di  Scio  da  Piali» 
»  bassa-,  era  stalo  mandato  dal  He  Chris! ionissimo  di  Francia 
ni  I  ...!ii-Linlì:'iii|n:-li  li;-]-  ■  i  i'  .il  mi  ni  aliar!  il!  quella  Coróna. 
■'  Al  silfide!  tu  libro  .sono  stale  aggiunti!  ilii  morir  l'ili  alenile  COM'. 
.1  elle  in  varii  tempi  occorsero,  ci  al  premute  vi  stanno.  »  Questa 
slnria  ili  Scio,  che  |ici  Ir  rirerclie  chi'  ne  lui  l'alte  può  repu- 
disi inedita,  è  divisa  in  dieci  libri,  ed  è  scritta  con  qualche 
graiia  di  stile.  Peccato  che  l'amanuense  ne  sapesse  poco  di 
I t'Itera  ,  essendo  piceo  «*ppn  il  codice  non  solo  di  grossi  errori 
di  ortografia  c  di  grama  lira  ,  ma  soprattutto  di  .storpiature  di 

cara  a' studiosi  lettori  Li  nnii/ia  ridia  csi;:(cii/,a  di  questo  ma- 
noscritto per  l'utilità  che  può  tornarne  alla  storia  di  quel!' 
isola  un  tempo  si  celebrata. 

090.  (  srjppLÉafEST.  ) 

.">!ii>.  Desi'  ri  /.ione  dell'isola  dì  Corsica  :  di  .Mari.'amoiiio 
Cec  caldi. 


Il  ululo  dell  opera,  die  n .ir: prender  in  questo  roilire  è 
come  segue  :  Def.-riili.Mu-  d'Ii'  r.;.-../n  ili  (Corsica  et  di  alcune  sue 
binila  ri  delle  prodotte  dalla  Datarti  tecanao  dice  Marc'  Antonio  Cec- 
caldi  del  Vescovato,  di  Casinaa ,  fatta  transcrivere  dal  signor  Antonio 
BvMaJoco  Capitano  ai  sertitio  di  Saa  Maestà  Chrislianissima  nel 
iieijijimrìito  IWtdi:  Gir«.  l'unno  «iici.i.iin.  Trascrivo  un'anno- 
M/aonr,  e  he  d'  altra  mano  In  posta  uri  principio  del  volume. 


Oiginzed  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  5ug 

lettóri  formare  il  giudizio  loro  sul  merito  della  presente  storili. 
.  L'Abolii  Gioachino  Coiiiliiiigi  ,  ;m((i[(!  dello  -Iorio  del  meno 
•  eli  Corsica,  ee.  ec.  (l'irenze  1770,  4  voi.  in  &')  così  scrisse  nel 

■  suo  avviso  alla  Nazione  Corsa  :  La  prima  Cronica  è  ili  messere 
■■  Giovanni  ilei  lo  (iroso  .  primu  Mei  noie  il  e  III;  nif  morie  Corse, 
«die  scrisse  secondo  il  rozzo  ed  antico  costume,  dai  primi 
.  cogniti  tempi  sino  al  1  200,  cose  tutte  clic  più  il  favolosa  die 
-  o  Veridico  Florio  si  osi  in  i  i  gì  i  il  pio.  I.o  seminìo  r  ili  Pier  A  II  Ioli  io 

■  Monleggiani  di  Mariana,  che  scrisse  sino  ni  i  5;t5;  ma  ancor 

■  questi,  comecché  era  sdito  discepolo  iti  Giovanni,  non  dege- 

■  nerando  dal  suo  precettore,  è  amico  delia  favola.  La  terza 

■  poi  è  di  Maro' Antonio  Circolili,  che  dal  i.isó  continuo  la 

■  sua  Cronica  fino  al  ■  i  ofio.  Questi  a  vi' min  mio  tip  ie  cose  oc- 
scorse  nei  suoi  tempi,  come  ancora  parlando  spassionato- 

pijsia  in  luce  quieto  ile.icn/idne  dell' isulii  i Iella  Corsica  dei 
Ceccaldi>  A  buon  conto,  senza  far  parola  de' bibliografi  ge- 
neroli  clic  consulto! .  nel  rutriiuno  delie  '-torie  pur  tieni  uri  li'  ha- 
llo pnhlilicoln  ilol  Coirli  .  e  orili,  biblioteca  dell'  Mavì",  non 
é  punto  ricordata.  In  fine  del  codice  è  un  Indici!  delle  pariw- 
larità  della  presente  istoria,  'l'ulto  e  se  ri  Ho  cui  glande  dilieo'iizo  ; 
e  credo  clie  se  al  tempo  delle  gloriose  imprese  di  quel  gran 
capitano  clic  fu  Napoleone,  al  quale  quest'isola  ebbe  la  sorle 
di  dare  i  natoli,  lòssu  stato  tonoseiniu  questo  codice,  ben 
tosto  sarebbesi  pubblicata. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


695.  (  scrrtJÉHEiiT.  ) 

iiii  .Trattalo  sul  modo  di  governare  ed  esercitare  la  milizia; 
composto  da  Orso  degli  Orsini. 


pota  da  Orso  itegli  Orsini  ftico  d'Ascoli  e  Conte  di  Nola,  è  il 
contenuto  di  questo  bel  codice,  la  cui  eonscrwione  è  vera- 
mente mirabile.  L' opera  i  preceduta  da  un  breve  proemio  in 
forma  di  dedicatoria  ai  re  ili  Napoli;  in  (ine  del  quale  l'an- 
idre si  sottoscrive  rosi  :  Dui.  Crapuli.  Die  i  i ."  .iiinuiirii  Mitìc. 
itwfjritiiicritCi'in').  .<ipniii'i(!\:iM  s:ftiiiìii.  linai:'.'  scrutarci  Ynxatltis 
Vrsnt  ile  Ursinis.  Incomincia  il  Trattelo  con  le  seguenti  prole  : 
«  Li  principi  chi:  lui:  mi  alia  da  Din  ile  governare,  devono 
»  nitriere  studio  et  (liiri1  onini:  opera  possìbile  per  che  li  exer- 

«  che  ne  li  altri,  ■  ec.  Notai  in  leggendo  l'opera  qui  c  là,  che 
la  prima  e  principale-  «dvcrtcìtlta  clic,  secondo  l'aulore,  si  deve 
avere  nel  governo  della  milizia  è.  qm', la  :  .  Che  lo  stipendio, 
»  che  fu  «indicai»  mingano  di  ilare  allo  soldato,  et  che  gli  fu 
■  |  .1OJHL0-.--C.- .  ili'lili.i  da  i-I  Liccio  (idei  mente  ;  senza  avaritia;  senza 
»  iulerniplirinr-;  ci  senza  di]  ninni  inni',  >  Sa  l.ien  ognuno  i  gran- 
di ai:/i  in  li  i)  ili  [irniri'fSM ,  ■  - 1 1  ■.  ■  dal  -reo  lo  \v"  (Ino  a'  di  nostri  .-i 
fecero  in  quella  scienza  ed  arte,  clic  forma  I'  argomento  del 
presente  trattato,  ma  ciò  non  toglie  clic  forse  non  abbia  ad 
essere  per  qualche  riguardo  utili!  lo  studio  di  questo  codice. 
Consultai  i  bibliografi  generali,  e  i  nostri  particolari,  a  vidi 


Di  iiiied  ti  C 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6ol 
pure  moili  cataloghi  <!i  privale  biblioteche,  ma  non  trovai  falla 
ine^i uni;  di  esso  t  radalo .  elle  poithirno  ([iiuidi  reputare  ine- 
dito. 

690.    (  8OTPLÉKENT.  ) 

53a.  Sull'arte  dì  ben  maneggiare  la  spada;  trattato 
di  Giovanni  Antonio  Lo  vi  no. 


Contiene  questo  prezioso  codice  un  trattato  teorico  e  pratico 
Milla  scienza  di  maneggiare  le  armi  da  taglio,  e  specialmente 
la  spada.  L' autori:  a'  è  Giovanni  Antonio  Lovlno  Milanese ,  che 
cosi  si  sottoscrive  nella  sua  lettera  dedicatoria,  che  precede 
l'opera,  la  quale  [Kt  osmi  lettera  è  intitolata- — Allo  imriuis- 
limo  et  Cliristinniuinto  Enrico  111°  Re  ili  Francia  ci  Polonia.  Non 
so  se  sia  stala  mai  data  alle  stampe  quest'opera;  ma  per  le 
indile  indagini ,  che  ho  [alfe.  |>ar[ioi!iii-]iienle  uni  le  ili  ir  hi  hi  io- 
teche  Milanesi  Braidense  ed  Ambrosiana,  noi  credo.  Essa  in- 
comincia così  :  .  Ilavcndo  in  verini".  .Serenissimo  Ile,  il  eiiin- 
.  munc  uso;  ami  por  dir  meglio,  più  tosto  abuso;  non  tanto 
•  delle  persone  idiote,  che  fanno  questa  professione  di  anni, 

■  quanto  ancora  di  coloro,  che  in  essa  scientìa  hanno  com- 
.  pesili  diversi  volutili ,  ri  rea  il  ni  odo  cui  quale  l'Ini  omo  si  deve 
-  appresentarc  por  cacciar  mano  alla  spada;  nel  che  tutti  tirati 

■  da  una  certa  naturale  ìnclinatioiie ,  si  fermano  con  la  gamba 
.  dritta  innanzi,  sema  punto  considerare  che  ■  ec.  ec.  —  In  fine 
del  codice  è  un  Dialogo  coni  presi  i  in  dieci  pagine  tra  fautore 
e  Luigi  Arluno  intorno  alla  sopraddetta  scienza  (li  maneggiare 
le  armi,  e  particolarmente  la  spada.  Questa  Luigi  Ariano, 


Diajlized  0/  Google 


6cj  MANOSCRITTI  ITALIANI 

NobiliisimoGentitairmo  Milanese,  rome  le;.'L't':u  messa  lettera  dedi- 
caloria,  fu prega Lo  dall'aulore  d'imprendere  ri  viaggio  di  Parigi, 
od  ivi  fill^i  iir'.  in  suo  iiumr  ul  re  il  prò, rute  rolliti'  ;  eie  the  In 
fallo.  —  Sul  merito  scientilico  di  quest'opera  ne  giudiche- 
ranno gli  amatori  e  professori  dell'arie.  Ma  quanto  a' meriti 
esteriori  del  codice,  posso  scuramente  affermare,  che  per  la 
-.11,1  Ivi  li ma  sui  licenza,  ed.  eleganza  non  era  indegno  d'es- 


renriono  il  collier  .  il  ripeto,  veramente  prezioso.  Esse  sono 
allusive  al  maneggio  pratico,  clic  il  cavaliere  deve  fare  della 
sua  spada.  11  disegno  delle  ligure,  loro  colorito,  la  disposi- 
zione loro,  la  loro  grazia ,  lutto  in  somma  mi  ricorda  in  esse  il 
merito  d'un  gran  pittore.  Sono  al  nmn"  di  tifi,  cioè  altret- 
tante quanti  sono  i  capitoli  in  cui  è  diviso  il  trattato.  Ognuna 
d'esse  comprende  e  irta  In  mela  della  pagina..  Alcune  non  rap- 
presentano elle  una  sola  figura;  la  più.  palle,  due;  molle, 
(re  ;  e  nel!'  ultima  e  un  cavaliere  a  piedi ,  clic  si  difendi  con 
la  sua  spada  da  un  cavalieri'  armalo  a  cavallo.  Chi  sia  stato 
colui,  che  ha  dipinte  que  le  in  in  ialine ,  l'erse  gli  f  tu  ti  lesi  ilei'.a 
scuola  Milanese  potranno  darne  finita  sriilen/a  ;  ina  chi  sa  die 
non  convengano  meco  nel  giudicarle  opere  di  taluno  de'fa- 
inosi  Lovlni  a  l.uini  discepoli  ed  iiiiilalnji  del  celeberrimo 
l.ionariio  da  Vinci  ?  ("erto  è  che  1'  autore  del  presente  trattalo 
scientifico  è  di  quella  famiglia,  e  quello  delle  miniature  mi 
sembra  poter  assai  degnamente  appartenervi.  Aggiungasi  a 
lutto  questo,  il  l'ii  ili  e  ri  ce*  'la  in  'limo  ii  eoi)  ite,  ed  il  per- 
sonaggio tli'eldu'  l'onorevole  i mai  rito  di  oller  iiglii  lo.  Con- 
sideri in  fine  il  lettore,  che  non  covandosi  altra  copia  di 
questo  codice  nelle  due  soprannominale  Milanesi  biblioteche. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6o3 
■i-come  ne  fai  assicurato  dal  clr  Gironi  prefetto  .Iella  Brai- 
(Iriisi;,  i!  pur  mnlln  pmli.ìhilf .  rlir  n<>  silfio  [n'ivi-  l'.illr-  Ir  alliv 
pubbliche  ir  priin'i|iali  liihlioteclie  ri*  Italia,  e  possiamo  quindi 
francamente  reputarlo  codice  unico. 

701.    (  SlirrLiMEBT.  ', 

533.  Relazioni  di  Ambascerie  a  diversi  Principi. 

CarloccO.  'n         CJrlIfi'ri  culi     :[i  picnic  tiuo,  secolo 
di  buon»  conserva  rione 

li  titolo  generale,  che  ha  questo  codice  è  —  Relazioni  di 
divèrse  Ambascerie  ;  ma  noi  dobbiamo  conoscerle  particolar- 
mente, e  sono  queste  :  V  Relazione  al  Veneto  Senato  del?  Eccel- 
lentissimo sii).  CnsUijum  Villini,  ritornarli  tini  liailttiii/iu  di  Costan- 
tinopoli, l'anno  i6i5.  Il"  Mattone  iella  Corte  di  Roma  fatta 
dall' Eccìmo.  sitj.  Antonio  Crimanì  Amboxialort  Veneto  presso  il 
Pontefice  Clemente  IX"  l'anno  1667.  Ili*  Altra  sullo  stesso  ar- 
jionicnlD  ri. 'Il'  \]i;ki.<  i,-i:nj.-  nifili^inui  riiornalo  Rum:,  lu'l 
Pontificato  di  Clemente  X"  l'anno  1670.  IV'  Altra  soli' argo- 
mento slamo  dcll'Iicclmo.  sig.  Pietro  Mncenigo  ritornato  di 
Roma  Ambasciatovi;  vi'nctn  presso  ClcHK'ute  X"  1' anno  1675. 
V*  Altra  suoli  stilli  dell'  Impani  Germanico  letta  al  remto  Senato 
l'anno  liji'io.  dui'1'  lin  han.  ai-i.  Coi.  Hiiiliitii  \iini  ritornato  Am- 
linsiintori-  pressa  In  Curri-  ili  Viranti  :  la  quale  relazione  è  diversa 
da  quelle,  che  nello  i(f-sso  arbori  ut' lo  alitiamo  in  altri  codici 
di  questa  Biblioteca.  VI*  ed  ultimo,  lispositione  fatta  nel  Veneto 
Cullili  io  dui  MnntteìC  tiri  lìot-.j'.-  Aml.".in:inl:-ri  straordinario  di  Sa- 
mja;  per  la  quale  esposizione  il  marchese  assicura  il  collegio  di 
tutta  l'affezione  del  suo  sovrano  il  duca  di  Savoja  verso  la 
repubblica.  Di  alcune  delle  quali  relazioni  in  questo  codice 


6oA  MANOSCRITTI  ITALIANI 

contenute,  benché  sia  copia  in  altri  codici  della  Biblioteca, 
come  può  il  lettore  facilmente  chiarirsene  per  la  tavola  delle 
materie,  pur  è  bene  elle  si  sappia  ulte  qui  sono  tutte  scrìtte 
con  molta  diligenza  e  correzione. 

705.    (  SUPPtiMEHT.  ) 

53tì.  La  giusta  staterà  de'  Porporati. 


Il  titolo  o  la  dichiarazione  dei  contenuto  nel  presente  co- 
dice è  come  Strilli  :  Im  ijilllln  St.iteiu  ile'  l'urpnrati  ;  dove  s'  Hi- 
tende  la  vita,  nascila,  cottami,  discendenza,  aancrcnta,  ricchezze, 
possibilità,  inclinatiani ,  virili,  c/di,  cariche,  dignità  ;  et  perchè  sona 
slfitì  prumnssi  alla  Porpora  li  Cardinali  viventi  dell'  anno  16Ì6.  La 
liilaucia  l'oiiiincìa  li'  sur  rjpi'r.i/iiiiii  Miprs  il  canliiiiiìi-  C.iniilln 
l'amfilio  Romano,  e  termina  col  cardinale  Giulio  Roma  Mi- 
lanese. DÌ  (utt'i  cardinali,  de  quali  si  parla  nel  codice,  è  un 
ritratto  d'intaglio  in  legno.  Benché  con  qualche  piccola  dif- 
ferenza, possuili:  la  [ìihliuti'rn  altra  ciipia ,  m.i  più  diligente, 
di  quest'opera;  intorno  alla  quale  può  consultarsi  il  codice 
segnalo  num°  170,  dove  ne  abbiamo  reso  conio  distesa- 


ci igiliz  ed  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


709.  (  snppjjìireiiT.  I 

536.  Lettere,  Discorsi,  Proposte,  e  scritti  diversi  intorno 
a  varii  argomenti. 


Si  contenti  il  lettore,  ch'io  gli  poltri  sotlo  di'gli  «cdii  il 
solo  argomento  degli  scritti,  cho  sono  molti,  racchiusi  in 
questo  codice.  Essi  sono  i  seguenti  :  l'  Lettera  scritta  da  An- 
tonio ISabington  alla  Regina  di  Scolia  intorno  a31a  suo  libera- 
tone dalla  prigionìa.  11°  Lettera  risponsiva  della  Regina  di 
Seosia  al  sopraddetto  Babington,  a'  la  Luglio  i586.  IIP  Dis- 
corso sopra  le  ragioni,  per  le  quali  la  famiglia  di  Guisa  pre- 
tende alla  corona  di  Francia.  IV"  Altro  Discorso  intorno  alla 
Lega  di  Francia.  V°  Discordo  sopra  iti  ragioni .  ptr  le  quali  il 
Duca  di  Lorena  pivtemli'  al  pussusso  de<;li  siali  (.Mia  Prove  ma, 
di  Aogers,  e  di  Sroiaus.  VI"  Miro  sulle  |  np  rodati  ve  c  premi- 
nenie  del  regno  di  Francia.  VII"  Altro  sopra  la  libertà  della 
Chiesa  Gallicana.  Vlil°  Ragionamento  sali" autorità  nV Ponte- 
fici sopra  i  Principi  temporali,  fondato  sopra  documenti  sto- 
rici, e  testimonianze  di  diversi  scrillori.  1X°  Nota  di  tatti  gli 
Imperatori  eretici .  e  de'  Ile  d'  Malia.  X°  Altra  nota  di  tulli  gì' 
Imperatori,  che  furono  scombui  ideati  dai  Pontefici.  Xf"  Or- 
dini dati  dal  Re  (Errico  IV)  di  Francia  per  la  guerra  contro 
la  Spagna.  XI P  Discorso  Tatto  ad  Errico  Ite  ili  Francia  e  di 
Navarra,  nel  quale  si  corca  se  non  sia  bene  far  pace  col  Ite  di 
Spagna.  XIII"  Lettera  di  un  Francese  sopra  nn  cerio  disamo, 
che  fu  fatto  intorno  alla  precedenza  del  Re  di  Francia  a  quello 
di  Spagna.  XIV"  Ragioni  per  le  quali  alcuni  Principi  possono 


fiofi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

protendere  ad  alcuni  Slati,  die  sono  in  possesso  del  He  di 
Spagna.  XV  Articoli  et  raJil'wi  il-,  ila  .-;  perpetua  canfede- 
ratioM  contratta  tra  gli  Altissimi  et  Potentissimi  Principi  Filippo 
per  la  grafìa  ili  Dìo  Ha  Oillaìiaa  ili  Spugna,  et  I  Intrico  IV."  per  la 
(linfomi/i  jrrffrn  (le  t~,liiistimi<:.iiiim  -li  i'mnfiti.  XVI"  Articoli  della 
pace  di  Camhrosis  segnati  l'anno  i  55n.  XVII"  Aisiqnatioat 
fatta  dai  Ite  Cattolico,  per  dote  della  serenìssima  Infanta  Isabella 
tua  figlinola,  degli  nati  di  Borgogna  et  de  Paesi  Bassi;  data  di 
Madrid  li  6  Maggi»  '  X\'lÌl"  Domestico  ragionamento  fatto 
da  Errico  111°  Re  di  Francia  con  la  sua  Corte  di  Parlamento  li  8 
rfi  Febbivro  lòtto,.  XIX"  Secondo  ragiona  mento  di  esso  ite  nel 
Parlamento  di  Parigi  nell'anno  medesimo;  del  quale  ragio- 
namento non  so  rimanermi  dal  trascrivere  le  prime  linee,  e 
sonu  queste  :  -Voi,  0  Signori,  mi  parlate  dulia  Religione, 

■  della  Coscienza,  et  delio  Sialo  Quanto  alla  Religione ,  questo 
.è  stalo  sempre  il  pretesto  della  Lega.  La  Coscienza  io  la  ho 

■  ne  avreste  miei  poco  che  ve  ne  resta.  Delio  Slato,  io  ne  sono 
.  il  Rulro,  e  voi  no  avulc  loiulo  essere  i  distruggitori.  Voi  mi 
.  allegate  il  l'apa.  Sappiate  eh'  in  ne  sono  più  innato  ili  quello, 
.  che  voi  avule  procacciato  eli'  io  il  l'ossi;  c  quando  io  il  vorrò, 
.  io  vi  farò  scomunicare  tutti.  Parlo  a  voi,  0  Signori,  che  -  ec. 
XX"  Proposto  fatto  dagli  Amhasciatori  della  Maestà  Cesarea 
agli  Siali  delie  Isolo  d'Olanda  e  Zelanda  con  le  risposte  ad 
alcuni  Capitoli.  XXI"  Serie  de' Capi  li, li  della  pace  conchiusa 
Ira  Errico  IV  Ro  di  Francia,  e  il  Duca  di  Savoja,  firmali  in 
Lione  ìl' 1 7  (inumili  ifioi.  Wll'  Capitoli  [Iella  Confedera- 
zione tra  la  Signoria  di  Venezia  e  li  Signori  (ìrismii  l'an- 
no [6o3.  XXI11"  Decreto  di  Idrico  IV*  per  lo  ristah dimenio 
nel  regno  della  compagina  de'  l'adei  (iesuiii.  segnato  in  Rouen 
l'anno  1  Go3.  XXIV*  Sommario  dì  un  Discorso  del  Cardinale 


Digiiizefl  bf  Google: 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6o7 
liranudii  sui  nimicili  dello  Cìali'o.  e  li  e  poi  rebbi!  armare  il 
Re  Cattolico.  XXV"  od  ultimi).  Discorso  md  quale  si  cerca  ìli 
qua!  modo  la  Casa  di  liiiisa  sia  divi  nula  si  Ronde  in  Tran- 
cia. S'avvede  bene  il  lettore,  che  tutti  questi  scritti  non  sono 
per  la  più  parte,  che  altrettante  traduzioni  da)  francese,  o 
dallo  spagnuolo.  Ma  dall'  un  canto  io  debbo  attenere  il  pro- 
posito mio  ili  dar  notizia  di  tult'i  manoscritti  italiani,  elle 
sono  ut  questa  regia  Biblioteca ,  e  dall'  altro  in'  è  pur  di  con- 
forto poter  assicurare  il  lei  lori;  medesimo,  elio  alcune  di  esse 
traduzioni  sono  veramente  italiane,  e 


72Ù.  (suppiìhei...) 


53fi.  Raccolta  di  scritti  concernenti  la  Corte  di  Roma. 

Cariaceli,  in  .1".  raiallcri  corsivi,  ili  pj;ine  (in;),  scruti  im-ci.ii', 
ben  conscr.Ho. 

lì  in  questo  codice  un  misri'llan™  di  divei'ìc  scritture,  tulle 
perù  concernenti  In  corte  di  l'orna;  e  sono  :  1"  .Vota  delle  en- 
trate Mia  Camera  Apostolica,  delle  spese  della  Santa  Sede,  defili 

gina  de'  Cardinali.  ìli'  Storia  del  Conclave  del  l'apa  Paolo  HI'. 
IV*  Altra  de!  Conclave  del  Papa  Pio  IV0.  V  Altra  del  l'apa 
Sisto  V",  che  fu  il  Cardinale  Montai to.  VI'  Altra  del  Papa 
Gregorio  XIV",  nella  quale  si  rilavala  distintamente  tutte  le  ut- 
tòmi  che  nel  Conciaie  sana  occorse,  l'anno  i5oo.  VII"  Altra  del 
l'apa  Clemente  Vili*  l'anno  i  5ij ì  ,  nella  quale  il  (radano  jum- 
te  tolte  le  f. i riti  in  <ftt<!  Cuiii /hit  s'.ittt'  i.tcorjc.  Vili*  ed 


6o8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ultimo.  Altra  Storia  del  Conclave,  nel  quale  è  slato  eletto  in 
Pontefice  Innocenzo  X".  —  Di  queste  storie  o  rotazioni  di  con- 
cilivi aliliiamo  più  rupie  in  nitri  codici.  In  questo  però  sano 
tutte  trascritte  multe  accui-alami'iite. 


5.Ì7.  Avvertimenti  del  Conte  di  Verrun  sul  modo  di  sapere 
ben  condursi  nelle  Corti. 


Comprende  questo  codice  in  primo  luogo  un — Dittano 
del  C.nrdinak  Oumncn'hnr  indiriiMiu  ni        Girolamo  Snvor- 

dcl  quale  discorso  sono  allre  copie  nella  Biblioteca,  e  rimetto 
quindi  il  lettore  a  ciò  che  pi  11  pnilicolanuenle  s'è  dello  di  esso 
discorso  nel  codice  segnato. num°  3oi ,  ed  all'arile"  i*  del 
codice  sinuato  nuin°  /|oy.  Ma  in  fine  del  codice  presente  si 
trovano— Gir'  ttvrcrlimenii  'lei  signor  Conte  di  Verna  sai  modo 
di  emularsi  ia  Corte.  E  sono  veramente  piacevoli  a  leggersi, 
['iwsi  non  si  confinano  .lolìau'o  Lillo  coni  de'  Principi  c  de' so- 
vrani ,  ma  si  estendono  alle  private  famiglie  de'  ricchi  e  grandi 
signori,  o  distinti  personaggj.  Questa  operetta  per  quanto  mi 
è  noto  io  la  credo  inedita  ;  ma  se  ogjo'ili  dovesse  vedere  o  rive- 
dere la  luce  penso  clic  vi  si  introdurrebbe  un  qualche  can- 
ijiiimi!iil(n  considerati  nj>|iiiiiLi]  i  cangiamenti  clic  negli  usi, 
ne' costumi,  nelle  abitudini  accaddero  da  due  secoli  in  qua 
nelle  corti  de'Principì  non  meno,  che  nelle  particolari  nostre 
società. 


Digitized  ùy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  609 


7&9.  (urotanr.) 


538.  11  Trionfo  de)  Tempo,  di  Francesco  Petrarca. 


Un  vecchio  commento  in  lingua  francese  del  Trionfo  dei 
Tempo  di  Francesco  Pclrarcii  contiensi  in  questo  codice,  dei 
quale  do  notizia  sol»  pnv.lir  r.-icchindc  il  lestn  del  nostri j 
]Mieta.  Ma  questo  testo,  per  dir  vero,  vi  è  disgra  datamente 
malconcio  così,  che  niente  più  mi  occorre  di  aggiungere  sul 
presente  codice. 

760.    (  SBPPLÉMEHT.  ) 

53o.  Girone  il  cortese,  di  Luigi  Alamanni. 

Cjrtaceo,  in   V.  i  r-.ir'iv..  d]  |:a^L,n  ;>2j.  ::;•«!"  H 

di  buona  conserva  liane. 

1!  contenuto  di  questo  bel  endici'  ì-  dichiarato  nel  seguente 
sao  titolo  ; —  Gìmiw  r,'  Corb-ic  d.ì  !.uì<r-  A!i:n:n,-i',i  ni  Chiistm 
nissima  Re  Francesco  1°.  Ha  i  fogli  dorati,  è  ricoperto  con  seta 
cremisi,  e  soprattutto,  ciò  che  più  importa,  è  assai  diligen- 
temente e  correttamente  scritto.  Sia  o  no  questo  il  codice  au- 
tentico, che  fu  offerto  a  Francesco  I"  io  non  potrei  affonuare 
ciò  nè  negare:  bensì  sembra  mi  poter  credere,  cb'ei  ne  fosse 
degno.  Anzi  io  penso,  che  dovendosi  fare  una  ristampa  della 
presente  opera  del  celeberrimo  Alamanni  potrebb' essere  con- 
sultato con  molto  frutto,  liberandola  cosi  d'alcuni  errori, 


6.o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

clic  pur  occorsero  iiclìn  edizione  pubblicato  in  Bergamo  pel 

Lancellotti,  1737,  in  1  voi.  in  15°. 

761.    |  SUPriÉMENT.  I 

òlio.  Armilla  amante;  Canzone. 


Comprende  il  presente  ciidicr  una  Canzone  composta  di  iti 
stanze,  tutte,  eccetto  l'ultimo,  di  versi  10,  e  ebe  ha  per  ti- 
tolo :  Armilla  amante.  Sotto  il  finto  nome  eli  Armilla  si  nasconde 
una  dama  di  qualche  riguardo,  la  quale  essendo  saggia  ed 
nuesLa.  ai  insieme  l'urlujiii'iiln  presii  d'ammv  per  .SiVuio  (altro 
nome  finto)  ch'era  ammogliato,  si  querela  della  sua  sven- 
tura in  questa  Canzone,  lo  quale  sembrami  di  buono  stile, 
e  di  bei  pensieri  adorna.  Incomincia  : 

Sciolta  i)  crin,  nudo  il  piedi: ,  e  pensierosa. 

Lungo  un  rivo  fuggente. 

Vidi  Lilla  giacente, 
Dei  suo  duol  la  ragion  tenendo  ascosa,  ce. 

Pare  che  per  la  bella  sua  legatura,  per  l'eleganza  de'  caratteri, 
per  la  doratura  de'  lugli,  pe'  fermagli  (li  seta  co  quali  è  chiuso, 
sia  stalo  oilèrlo  questo  codice  a  qualche  ragguardevole  per- 
sonaggio. A' margini  dello  scritto  sono  a  quando  a  quando 
introdotte  alcune  brevi  annota/.ioui ,  por  le  quali  si  spiega  la 
iorza  di  ipulelte  1  uealmln,  <i  ne  rendomi  pili  rimiro  il  signi- 
ficato; ciò  che  mi  dà  a  credere,  che  forse  il  dono  sia  stato 
fatto  a  taluno  non  bene  iustrutlo  della  italiana  favella. 


L'i  1 1  :e"J  C:- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL-  RE. 


762.  (  sumimi<T. } 
54i.  Canzonette  veneziane  d'argomento  giocoso. 

CarUceo.  in  fl*.  caratteri  conivi,  ili  paginr-  il,  a-colo  un', 

Sono  io  questo  pi  croio  rodii  e.  i  fu  a  II  io  <  ian/.onri 'o  in  rj bici  In 
veuciiano,  ami  veramente  bergamasco,  sopra  argomenti  tutti 
giocosi.  Non  mi  pare,  clic  meritimi  it.di-  alcuna;  r  quindi 
nienle  più  aggiungo, 

80-3  (swriliBKT.] 

Ma.  La  rivoluzione  accaduta  in  Napoli  nel  secolo  wif, 
descritta  da  Barnaba  Gran  lìrso. 


Il  tkolr, .  c.c.iv.i-  k'::j!"fi  nella  prima  pagina,  è  il  seguente  : 
H'atoria  di  Napoli  -.ii  Ihiiialm  liti::'.  Orni  H.-I.ilim  1°.  nel  quale 
si  contendono  ih  :i(-:idi<:t:  tkdìa  lii\:ui:.i:ii::ic  di  MtisainitHu 

fino  «  f  ultima  giorno  dell'  unno  16^7.  Un  breve  avvedimento 
a'  lettori,  che  precede  l'opera.,  dolo  di  /fornii  primo  (lennam 


ciano  all'Italia.  Abbia  egli  potuto  attenere  la  sua  promessa; 
sia  stalo  0  no  pubblio  tu  questo  smi  primo  libro;  di  tutto  ciò 
nullo  io  posso  affermare.  A  buon  conto  non  è  «riamente  ira 
gli  stampali  indicalo  dal  Coleti,  e  nessuna  memione  ne  fa  il 


Su  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Toppi  nella  sua  lUhlntiva  \,tiujitatat.  Ma  debbo  qui  pur  ag- 
giungere;, che  per  la  buona  fede  con  cui  si  descrivono  i  fatti 
accaduti  in  essa  liiit-iu-x-l'.i',  i's>«n-  as^li  studili;.!  ili  moli.: 

utilità  I  csi  ;M  prn.-.^n!£!  t;i.u)iiM>.  r.ìic.  [ini-  tutti  gl'indizi  sem- 
brami poter  reputarsi  l'autografo. 


'n  \  \ .  Dìssei  lazione  sul  modo  di  rimediare  a'  mali  die  soffre 
la  religione  cattolica. 

(Jartscto.  in  i6*.  caratteri  tondi,  di  pagine  60.  secolo  IVO", 

È  in  queste  codice  una  dissertazione,  che  ha  per  titolo  : 
II  Consilia  Mia  pubblica  Salme.  L'argomento  ossia  lo  scopo 
della  dissertazione  non  e  die  di  dare  alcuni  consigli  alle  po- 
tente cristiane  onde  riparare  a  que  mali,  che  soffre  la  reli- 
gione cattolica.  Disserlazmiir .  nllrciliè  malamente  scritta, 
goffa  del  tutto  e  meschina  per  h  rose  che  contiene. 

811.   (  sur- ninnici,  j 

a/ii.  Sopra  l'educazione  de'  figliuoli:  opera  di  Plutarco 
volgarizzata  da  Leonardo  Acchiappati. 


L'operetta  morale  di  Plutarco  intorno  alla  educazione  degli 
aacsli  fyiiu&li  trasportata  in  italiano  da  Leonardo  Acchiappati 
è  il  contenuto  di  questo  bel  codice,  che  tutti  gl'indizj  es- 
teriori ed  interni  dimostrano  essere  l'autografo  e  l'autentico. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  6i3 
che  il  traduttore  offerse  in  dono  —  Alla  virtaosisstma  Signora 
Maria  di  T.,  inviandoglielo  con  una  sua  Iutiera  itala  Da!  Calli  ■ 
già  de'  Lombardia  siv.  Febbraio  u.  D.  lxxii.,  in  l'ine  della  quale 
l' Acchiappali  si  sottoscrivi.'.  Di  quest'aureo  trattatelo  di  Plur 
tarco  si  hanno  già  alle  stampe  vani  italiani  vc.l;>ari;.zainenii . 
de'  quali  vieni'  il  presente  mi  acrresciTc  il  numero,  u,  secondo 
il  senso  e  gìudicin  mio,  stnm.  putti  annoverarsi  tra  i  più 
pregiali.  Ne  trascrivo  le  prime  linee.  Ini -Munirla  cosi  :  «  Con- 
~  Sideri  a  ino  un  poco  ciò  diesi  può  din'  interno  alia  educati  onc 
de  idi  lioueslì  figliuoli,  i'l  con  i piale  uso  di  cose  siano  eglino 

■  per  pervenire  alla  boui.i  de'  costumi.  E  fia  Forse  bene,  iu- 
«  nanii  che  si  dica  d'  altro,  cominciare  dalia  procreatane  loro. 

■  Adunque  se  alcuni  desiderano  di  essere  padri  di  honeati  et 

■  virinosi  li  gli  nuli ,  io  sono  d'opinione ,  die  si  guardino  di  non 

•  congiugnersi  con  donne  vili  et  di  nessuna  stima;  si  come 
«  meretrici  o  concubine.  Con  ci6  sia  cosa  che  queglino  a' 

•  quali  è  innata  qualche  macchia  del  Miiijiue ,  »  uc.  ce.  Neil' 
anno  iuu5  fu  possessore  di  questo  codice  l'Ai},  di  Nouailles, 
ciò  che  io  due  luoghi  ei  stesso  dichiara  soltoscrivendovisi  di 
propria  mano, 

815.  (suppijìmént.  ) 
545.  11  Capìtolo  fratesco;  poema  di  Sebastiano  Chiesi. 

dawbcdu □ondilo  ivii-,  bea  conservati.  ^ 

Questi  due  codici  comprendono  un  poema,  diviso  in  16 
canti,  che  ha  il  seguente  titolo  :  Capitolo  fratesca  dei  Padre 
Sebastiano  Chiesi  da  lUggio.  Iu  un  breve  avvenimento  al  lettore, 
che  precede  il  poema,  si  narra  che  il  padre  Chiesi  lo  diede 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
([unsi  sognatameli  li-  a  logoro  mi  uij  ilio  ini  imo  amico,  e  con 
l'ohhligo  di  farjdieiic  la  ivslihiiioiie  il  giorno  appresso  ;  e  che 
l'amico  attenni'  fedelmente  1:j  jii-oitti-ssu  fattagli,  ma  avendona 
serbata  copia  presso  ili  se;  uri  che  riuscì  separando  il  manos- 
critto in  quinterni,  c  divìdendo  quindi  fra  varie  persone  la 
fatica  della  copia.  Sul  principio  del  primo  volume  leggesi 
questa  annotatone  :  C'cst  un  potine  tris -gitimi,  doni  l'aalear 
ni  un  jitsile,  aiti  (olirne  ifjrctéU-mcnt  ci  jmemenl  cn  ridicale  lei 
Ckapilves  des  .1/ui'ms.  //  n'u  jnnmìs  i-li:  imprimi-,  tpu/iijiiir.  Italie 
on  en  sminuite  passionnènicnl  l'impression.  lo  ne  ho  lette  alcune 

Timldir  ili  quella  liui.i  non  ni ,1  ìc  s'appi^li  eoi  diri',  eh"e  un 
poema  tenuto  iu  islima;  perciocché  se  in  poco  pregio  può 
forse  aversi  dui  laro  della  lingua  iinstia.  inulto  puro  vi  si 
troia  a  lodare  ila  quello  il  ella  facilini  si  nel  concepire,  che 
nell'  esporre  le  proprie  idee.  Ma  (pianto  ai  desiderio  grandissimo 
dell'  Italia  di  vederlo  stampato,  ciò,  noi  oee,o.  saia  forse  stato 
ve^o  al  tempo  in  cui  fu  scritto  il  poema  i  ma  adesso  che 
i  frati,  generalmente  parlando,  pare  che  non  godano  più  di 
quell'alta  estima/àmie ,  di  cui  ■;oilcvniio  due  .lecoli  sono,  io 
penso  elio  uessiiu  lilie.iio  -i  a^uoiereliiie  di  pone  io  lore  per 
ispccolaiionc  commerciale  questi  due  volumi.  Veggasi  il  co- 
dice segnato  num°  584. 

826.    (sUPPLimST.  ) 

546.  Raccolta  di  poesie  amorose. 

Cartaceo,  in  iG°,  rar^ill. tl  [..™n.  .li  pi^ne  200.  eccolo  «i". 

Sono  in  questo  piccolo  codice  raccolte  varie  poesie  italiane, 


Digiiized  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  61S 
alcune  delle  quali  tolte  da  buoni  e  classici  autori,  e  già  poste 
in  luce,  si  come  dal  Petrarca,  dal  Filicaia,  dal  Marini  ;  ed 
altre,  non  peri  senza  qualche  inorilo,  di  diversi  scrittori ,  de' 
quali  fatesi  il  ninni'.  e  Ir.r.c  non  puMiiitale.  I .'  argomento  è 

che  ha  qualche  verso  tùlio  d'ai;  in  ricci. i ,  ed  li  a  questa  sottoscri- 
lione  :  A  ili  18.  ili  Liv/lio  1  (ioti,  (iiiiredì  a  bore  xxi.  1!  codice  è 
diligentemente  scritto,  0  generalmente  parlando  ben  corretto, 

833.  ( SUPPiiuiHT. ] 

547-  Versi  di  Pier  Francesco  Minacci  in  lode 
di  Innocenzo  XI". 


Il  titolo  di  questo  codice  è  come  segue  :  Per  taaìbmiim  al 
Pontificavi  di  Nastro  Signore  Pupa  Tnnoeemio  Undecima,  Poesia  di 
Pier  Frane  r.m  Miniaci  t'iurentiim  Aeriulemieo  Apatista.  All'  limilo, 
et  Revereitdis'.  signore  il  signor  Cardinale  Binisi.  La  sopraddetta 
poesia,  eli' io  non  saprei  chiamare  ne  canzone,  né  capi  Itilo,  e 
ne  pur  vor.-.i  sn-ir jl li  i^ondone  Lilciini  rimali,  ne  rimali  |i.iic1ii'' 
per  la  più  parte  semi  sciolti ,  è  proceduta  da  una  lettera  dedi- 
catoria dell'  autore  :d  suo  cardinale,  che  canta  verso  la  fine 
d'essa  poesia, 

Dell'Arno  inclito  germe, 
Della  Senni  splendore, 
Del  Tcbro  eccelsa  luce. 

Per  tutti  gl'indizi  sembrami  lo  scritto  autografo,  non  che 
l'autentico  che  il  Minacci  presentò  in  argomento  della  sua 


6i6 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


devozione  all'  Emno.  Porporato. — Intorno  al  inerito  letterario 
li  queste  mal  ordite  rime  (  sono  lo  parole  dell'  autore  in  essa  ìet- 
Icra)  parmi  essere  ben  da  poco. 

8A8.    (  IDFF1ÌIUNI.  | 

548.  Serie  cronologica  degli  antipapi,  de'  scismi, 
e  degli  antica rdìnali. 


Condensi  in  questo  codice  la  serie,  anzi  storia  cronologica 

ili  tulli  gli  .  i>  ili  111  Iti  gli  tei -mi  .  chi'  jicxaddrrn  dall' 

anno  n5a  fino  al)'  anno  ifiia.  La  cronologìa  di  essa  storia 
segue  in  ordine  quella,  clic  di  tutt'i  papi  fu  fatla  in  Roma 
sotto  il  pontificato  di  Clemente  X°.  —  In  fine  poi  del  codice  è 
l'clencd  Ai  tulli  gli  nniirarclinali.  l'i  pur  curioso  il  contenuto  di 
questo  nianoscritlo.  clic  può  tornar  altresì  di  motta  utilità  alla 

8Ù9.    (  SIIPI-UMENT.  ) 

5/19.  Relazione  di  Angelo  Corraro  intorno  alla  Corte 
di  Roma. 

Cartati».  in  A"  |>in.il.'.  <<irai(ui  i.M-ni.  iti  |.*i-iu.-      ,  secolo  iTn\ 
ben  conserv.to. 

K  nei  presente  codice  lina  —  Relatiane  intorno  alla  Corte  di 
Roma  fatta  al  Vinti"  Striato  Uni  I\i-e!:no.  sìniinr  Angela  Corraro 
ritornato  t'arino  1660  Amtiasfhtfif  <hl!«  lìyMliai  pressa, li  quella 
Onte.  Ha  gii  l;j  liililioti'ca  più  nipic  (li  questa  slcssa  relazione 
In  altri  codici,  e  qui  veramente  è  scritta  con  poca  diligen.ua. 


Oigiiizcd  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE. 


8.7 


850.    (  BUH>1ÌMENT.  ) 

55o.  Sentii  di  vario  argomento,  c  di  autori  e  tempi 
diversi. 


Si  conten «orni  in  questo  endice  «li  seri  Ili  sfinenti  :  1°  Rela- 
zione della  congiura  contro  Pier  Luigi  Farnese  duca  di  Parma 

e  di  Piaceri™  ;  della  quale  rela/.i  ;  abbiamo  altre  copie  nella 

Biblioteca  come  può  il  lettore  facilmente  conoscere  per  le  Ta- 
vole di  questo  volume.  II"  Storia  de!  Conclave,  nel  quale  e 
stato  eletto  in  sommo  pontefice  il  papa  Marcello  11°.  1 1 1"  Dia- 
logo Ira  i  cardinali  r'ranceseo  ed  Antonio  llarberiiio,  nei  quale 
poli  li  cam  cu  le  vanno  fra  Ioni  infialando  quale  sia  or!  e.^-r 
possa  quel  cardinale,  che  a  p  re  re  re  n  -/.a  d'ogni  altro  proporsì 
debba  al  sacro  collegio  a  line  ili  farlo  eleggere  in  sommo  pon- 
tefice. IV*  Storia  del  conclave,  nel  quale  fu  eletto  papa  il 
cardinale  GÌ6.  Battista  Pamlilio,  detto  di  poi  Innocenzo  X*. 
V"  Dialogo  tra  Pasquino,  Martirio,  Babuino,  ed  un  facchino; 
elle  ba  per  titolo  :  l.a  Comjn-nulwiie  di  ijitnttni  spie  delle  Quattro 
Corone;  e  queste  sono,  l'Austria,  la  Francia,  la  Spagna,  e 
l' Inghilterra.  VI°  ed  ultimo.  Miuiijrsta  deli'  limi Mentissimo  signor 
Cardinale  Pamjìlia,  nclqiialc  dà  le  raglimi  per  Ir  amili  condisce ride 
a  deporne  il  Ca/fcll.-,  <■  pmidcrr  ijre.yfYc  Hi  questo  ultimo  scritto, 
ben  curioso  a  leggersi,  non  è  copia  in  altri  eodici  della 
Biblioteca . 


6i8 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


853.  [  buppiìuejit.  ) 

.!)5l .  Kelazione  ili  Alessandro  Siringi  a  Carlo  1°,  ritornandosi 
dalla  sua  Ambascerìa  presso  la  Corte  di  Spagna. 

Carttfpù,  in  4°,  carlino  mr^i,  (li  libili:   1ÒU,   J*'i»la  IVII*. 

di  buona  copriti iiow. 

Co mp rondi! si  in  questo  codice  la —  /(cifrane  <M  mule  /l  fcs- 
sittultìi  Sli  u/iji  iti  St-ri-tii/simn  ( sirlo  l~.  Unni  ili  Muntimi,  dì  Mon- 
ferrato, iiNmwt,  Prona,  e  Rethel  tanno  iG32,  della  lUa  Am- 
haseierìa  di  sui  anni  in  S/mi/nu,  e  dello  stalo  presente  di  quella 
Corona  e  Corte.  —  La  lettura  (lolla  qual  Relazione  partili  esser 
possa  di  qualche  vantaggio  )ier  la  storia  ili  quel  tempo,  di 
quella  corte,  e  de'  costumi  ili  quella  nazione.  La  lettera  clic 
precede  la  relazione,  e  indirizzala  al  principe,  è  sottoscritta  dì 

pnnivi  uni  ili  No  Striai  .  e  quindi  non  è  ninni  dubbio  elio 

il  presente  codice  non  sia  l'autentico,  che  Sa  presentato  a 
Carlo  I".   Essa  lotterà  porla  la  data  di  Arriano  a  ai.  Febbraio 

i63i. 

857.  (*DPWÌ1IKHT.) 

ii!ì-2.  Opere  militari  del  Cenerale  Monlecuccoli. 


Si  comprendimi)  in  ipir-iln  liei  codine  le  opere  militari  dei 
Munteeiu'coli  celebre  -et)  era  le  delle  lru)ì|ie  dell'  il  operati  ;i'e. 
Per  liei  1  Cina  di  cari»,  per  nitidezza,  di  caratteri,  per  grami  is- 
simi correzione ,  e  per  la  iuiiimii  diligenza  clje  fu  adoperata 
dall'  amanuense  nel  presente  codice,  lutto  fa  ragionevolmente 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  tìi9 
presumere  .  eh' e:  sia  -tato  ollrrto  in  donu  a  qnalcltc  pian  per- 
sonaggio, oppili'*'  eli''  l:iu  sollecitudini  a:l)'iliuii>i  rleKIuuio 
qualche  letterato  zelante  estimatori1  ed  ammiratore  dell'  opere 
del  MoiUeriLt-.roli.  io  eredo,  die  il  sip.  (iiuse|ip-  tirassi  Tori- 
nese che  ci  regalò  di  esse  opere  la  edi-/.innr.  pin  pregiato  per 
sincerità  di  lezioni,  ayrebhe  pur  con  piaceri-  consultato  anche 
il  presente  codice,  ch'ei  certo  noti  conobbe;  non  lucendone 
menzione  alcuna  nt-il'  indite  delle  opre  stampate  e  manos- 
critte dei  nostro  autore,  posto  in  fine  del  voi.  Il"  dello  mede- 
sime da  lui  con  tanta  pernia  illustrale. 


553.  Discorso  intorno  alla  Reggenza  della  Regina 
Maria  de'  Medici. 

Condensi  in  questo  codice  il  —  Discono  della  ifc^tjuii  tìilttt 
Serenissima  Regina  Maria  ile  Medici,  tliciso  in  dae.  parti.  Nella 
prima  .<!  trutta  dàìa  qtuct'-  tìil  Rettati ,  in  Ha  ;<  untiti  tifi  murimi  ali 
Incomincia  la  prima  parte  cosi  :  .  I  più  giuditiosi  politici,  e 
.quelli  rlie  con  maggior  fondameli  lo  consideravano  lo  stato 

■  della  Tri  li  ri  :i  .vii  In  il  pianile  I  Ir:  urie»  ron  cordava  no  tuli]  nel 
•  credere,  che  due  cose  principalmente  ne  mantenessero  la 
.  quiete  :  la  prima  ,  l'autorità  del  Ile,  e  la  riputatone ,  eh' egli 
.pervia  dell'anni  s'era  acquistala;  In  seconda,  la  eogoilione 
«  che  iiavevano  i  popoli  delle  misi-rie  della  guerra,  et  il  onn- 
'  mune  desiderio  loro  di  mantenersi  in  pace.  Et  sì  come 

■  questo,  ■  ec.  La  parte  seconda  del  discorso  termina  nel  modo 
seguente  :  n  La  Maestà  sua  è  adorna  della  maggior  gloria,  die 


Ciò  MANOSCRITTI  ITALIANI 

•  liabl»  mai  li  avuto  Regina  alcuna;  si  come  è  particolarmente 
.  cumulata  di  tntt'  i  doni,  c  le  gratie  di  Dio;  et  la  sua  Reggenza 
■  più  felice  e  inaiavi  gì  iosa  di  tulli"  l'altre,  si  vede  iti  eterno 
'  iejjsiulai.:»  con  h  ristyrstidiu:,  p.ir.ificationc,  et  con  servati  one 

•  della  Francia.  •  Non  è  dichiarato  il  nome  dell'autore  di 
questo  bel  disco™ .  di  cui  l'.o  trasenti'.1  alcuno  lince  a  fi  in.'  di 
poter  conoscere  s't'i  fu  mai  dato  alle  stampe  ,  ciò  che  non  ini 

888.  [supplìment.) 
554.  Nota  dello  sposo  o  rondile  della  Sono  Apostoli™. 

Coriacea.  ìd  Foglia  piccolo.  ciinlii-i-i  .:  u:  i\  i .  ili  pilli?  l 'So,  secolo  iti*. 


Trascrivo  l'annotazione,  che,  per  la  Stessa  mano  per  la 
ijuale  fu  scritto  tutto  il  codice,  fu  posta  in  su  la  prima  pagina, 
e  ciò  basterà  per  conoscerne,  il  contornilo  :  M.  D.  jwy.  In  ijnesto 
libro  si  farà  hrie.aniui.le  hhUi  di  full!:  !e  murate  t:*  tld  Sale  Apustti- 
iica,  membro  per  membro;  et  all'  incontro,  e  ili  ciascun  membro  si 
notaranno  ijli  esili  et  curnlit  :  fi.'  s-nin  sopra  tu';  membri.  Et  ancora 
si  farà  nota  ili  tinti  oli  l.'lfitii,  spiti:-  per  spetti;  et  itlln  vaiata  di 
essi,  et  donde  ciascun  InMì  i  smm  mnulumcnti  ;  et  cliam  quali  di 
tuli.  Itjjilii  s  appartii/f/tino  a  Jan-  -il!:'.  Stintila  ili  .Y,  S.;  et  oliali  al 
lìmo.  Camarlinijn ,  ci  lyrmfi  al  Unni.  \  'icc~(.'.imcclliere;  et  qaali  al 
limi*.  Miujijiorc  Penitentiere ,  ei  jouli  od  altre  persone.  —  Bernardo 
Motta.  È  nella  biblioteca  del  re  altro  codice,  segnato  nunT  53G, 
nel  quale  si  trovano  gli  tiessi  registri,  ma  d'altro  tempo,  e 
con  minore  esalto™ .  elio  in  (piesLo,  il  quale  sembra  ossero 
stalo  fatto  appostata men le  por  mandarsi  dall'  ambasciatore 
francese  presso  la  corte  ili  Roma  alla  sua  corto,  li  titolo,  che 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  Hai 
ha  il  presente  codice  È  :  Barena  da  l'ape.  E  su  questo  stesso 
argomento  vegga  pur  il  lettore,  se  cosi  gii  piace,  il  codice 
filalo  mi m"  5 1 8- 

918.  (5DPPLÉ.6ST.) 

555.  Compendio  della  Storia  d'Italia. 

CtrUcto,  in  figlio  piccolo,  cimiteri  conivi,  di  pagine  ìao.  leccio  ni*. 

Il  contenuto  di  questo  codice,  dichiarasi  pel  seguente  suo 
titolo  :  Hisloria  tvmpcndmwi  tirili'  costipili  niAalnli  occorse  in  Italia 
datiti  Jaiinatione  del?  Imperio  romano  c  dalia  iiincndtiiionc  di'  bar- 
bari fitto  alla  sua  aniete;  avendo  avuto  principio  le  «tlnmitA  d'Italia 
fanno  di  nostra  salute  38o.,  e  avendo  dnntM  fino  all'  anno  1 575. 
Trascrivo  le  prime,  e  l'ultime  lince  della  storia.  Essa  inco- 
minciatosi :■  Nell'Imperio  di  Valenti nia no,  e  di  l'apa  Damaso. 
<  intorno  l'anno  3So,  si  liehhc  guerra  in  Italia  co'  iJiiryotidioui , 
»  Sassoni,  et  Alani,  popoli  molto  più  feroci,  che  siano  mai 
»  sliili.  Indi  a  nini  unii  lo  ali  ri  crudeli  popoli  '■!  o  ilio  imi  i]  i ,  cito 
.  ciati  de'  confini  di  Scitia ,  delti  Goti , .  ec.  ce.  E  finisce  nel 
modo  seguente  :  ■  L'Ambasciatore  di  Spagna  fece  far  tregua, 
■  e  bandì  che  ognuno  che  li.ive.--e  umnlotii  Solili  II  li, n  sii,  ri  li 
«  mainiate  via  (ili  Genova;  :  ma  il  pr, pulii  da  piccolo  Vitiello 

•  tumulta ,  e  domanda  che  si  levino  le  graveiic  ;  onde  ia  no- 

•  biltà  si  ritiro  nelle  sue  Terre;  e  di  poi  in  Genova  ognuno 

•  vivevo  a  modo  suo,  ed  operò  qualche  cosa  il  Cardinale  Mo- 
li rone  Legato  del  Papa.  ■  Non  risulla  d' alcun  luogo  del  codice 
il  nome  dell'autore  di  quest'opera,  che  sembrami  con  beli' 
ordine  condotta;  e  della  quale  non  trovai  cenno  alcuno  ne' 
iiostrì  bibliografi  né  come  stampala,  nè  come  manoscritta. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


9G8.    (  SCPPIÌHF.HT.  ] 

551).  Dell'architettura;  opera  di  Leon  Battista  Alberti. 

GirijiTii.  in   *r  bramir,  <a[\lltcii  curavi,  di  papiri  secoln  JLVIJ*, 

lien  conservilo. 

V.  una  copia,  che  contiensi  in  questo  codice,  dell'opera 
— Della  architettura  di  Leon  Balista  Alleni.  Dopo  le  belle  edi- 
zioni, clic  furono  date  hi  luce  dì  questa  classica  e  celebre 
opera,  e  parli  col  a  ri  ut  ni  e  dopo  quella  che  si  pubblicò  in  Bo- 
logna per  l'Istituto  delle  scienze  1'  anno  1781  in  foglio,  poco 
conto  potrebbe  (arsi  d'i  ut  ui.iuom- ritto,  a  meno  elle  0  non  fosse 
l' iiiiliigral'o.  n  fosse.  fiiT  In  Mia  nrcnr.itry./,.i  c  r.on'i'/.ioi"u'  s.upr- 
riore  a'  tesli  datine  ti  li  ora.  Ma  queslo  non  avendo  II  merilo 
né  ridi'  una,  ne  dell'  altra  cosa,  non  occorre  perciò  dirne  di 
vantaggio, 

97Ù .  —  980.  —  982.  —  983.—  987.  {s^pl^t.  ) 
507.  Raccolta  di  Lettere  autografe  scrille  da  dotti  c  letterati 
di  diverse  nazioni  alT  astronomo  francese  Bouillaud. 


ili  l'11'iv  ;nitn^i-;ilf.  Miriti'-  tu  imi'ii'  [i]i:_'iu!  il.  .•  li'llcr.ili 

di  diverse  nazioni  al  celebre  astronomo  francese  Bouillaud. 
Essendo  il  mio  divisamelo  di  non  dar  notizia,  che  delle  sole 
cose  manoscritte  ilaliane  possedute  dalla  Biblioteca  del  Ke , 
noterò  qui  i  nomi  di''  soli  scriituri  italiani  rli  esse  lettere. 

l'or  tanto  nel  1'  di  quieti  portafogli  segnato  univi"  07J  (stp- 
pi.kment).  trovai  alcune  lettere  di  Lorenzo  Magalotti  scritte  di 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6a3 
Firenze,  ori  alcune  ili  Scbasliriiio  (  .rf.-ili  mtìIIc  (li  Parigi. — 
Nel  11°  segnalo  unni"  ySo  isiii'ri.i:iui:vr) ,  una  ili  Forili  n  a  lido 
Dardi  tli  Fi  reme;  alcune  di  Alfonso  Antonini  di  Udine;  una 
di  Galileo  Galilei  scritta  li  io  febbraio  1 638  —Dalla  mia  car- 
cere di  Aratri  ad  esso  Alfonso  Antonini  in  Udine,  ii  quale, 
beuclic  il  Galilei  l' avessi?  pregalo  di  non  farla  i  utiere  a  cliic- 
chessla,  pur  ne  mandò  loslo  copia,  eli" è  la  presente,  all' 
astronomo  Iiouillaud  in  Parigi,  e  fu  di  poi  pulibliciita  utile 
prime  edizioni  delle  open'  del  Galilei  ;  alcune  altre  dello  stesso 
Galilei,  ma  scritte  in  latino,  di  Fircii'/.r  l'anno  i  (ì'ìn;  una  del 
iiouillaud  medesimo  a  I  lo  caci  l' era  in  Venezia,  al  sopraddetto 
Antonini,  nella  quale  osservai  con  piaceri:  e  quasi  con  mara- 
viglia le  correzioni,  die  con  Infinita  pa/ieo/a  faceva  qua  e  là 
il  Iiouillaud  In  essa  le  t  fera  seri  ita  in  una  lingua  a  lui ,  se  non 
ignota,  inusitata;  dal  che  può  argomentarsi,  clic  tale  pur 
l'osse  la  francese  all'  \ntnnini  ;  alcune  di  Antonio  Santini,  di 
Roma  ilei  i644;  di  Giovanni  della  Pa\,  dì  Smirne  del  iG48; 
ed  una  ili  Andrea  Morelli  sopra  ole  udente  alle  (nrtilirazinn  i 
de'  lidi  in  Venezia  l'anno  »  067.  —  Nel  111°,  segnato  mini'  982 
(suiti, émem)  ,  si  comprendono  pei-  la  piò  parie  ledere  ilei 
principe  Leopoldo  di  Toscana  indiriltc  ailo  sks*..  astronomo 
Iiouillaud,  di  cui  le  risposte  sono  in  latino;  alcune  poche  dì 
Carlo  liinaldini  professore  nella  Universi  li  di  Pisa,  ed  una  di 
Vincenzo  Viviani.  —  Nel  IV,  segnato  col  num"  o83  (sUpvlé- 
ment)  ,  una  di  Antonio  Magliabechi  di  Firenze  ad  Egidio  Me- 
nalo in  Parigi  ;  alcune  di  Nicolò  e  ili  Vittorio  Siri ,  scritte 
di  Vienna;  di  Lodovico d' Aglio ,  scritto  di  Roma;  di  Adriano 
Risolanti ,  di  Parigi  ;  e  dell'  abate  Fintone  pur  di  Parigi.  — 
Nel  V"  ed  ultimo,  sognato  mini"  987  (supplémeut) ,  una  di 
Gio.  Domenico  Cassini  collo  diebiarazioni  di  alcuni  strumenti 
astronomici  e  con  le  ligure  elio  vi  appartengono;  alcune  ili 


6ih  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Tito  Livio  Burattini ,  scritte  ili  Jaszdowa;   e  non  poche  di 

letterati  quale  e  quanta  utilità  ne  risulterebbe  alle  scienze 
non  mv.ua  elio  ;illc  letteli'  daìla  puhlil'iM/iune  ili  t(i!i'st;i  pre- 
ziosa raccolta.  Vcggasi  pur  ciò  che  s'è  detto  dell'  altra  ne' 
seguenti  codici  sognati  nimV  j58,  e  cosi  molto  più  dì  quella 
eh' è  compresa  ne'  endici  sognali  num"  579. 

979,(«  )_979.c)  (mphìhint.) 

55S.  Lettere  autografe  di  Fianei  si.-u  Grullo  ali* astronomo 
Bouiflaud. 

Questi  dui:  ■  volutili  n  portafogli  eniiteii gmio  uno  preziosa 
raccolta  di  letture  autografe  di  Francesco  Gratto  indiritte  al 
Bouillaudcelcliie  asinini  imo  i'r.nircsr\  si  clinic  pur  ne  vediamo 
impressi  in  oro  i  nomi  sopra  gli  stessi  portafogli.  Cosa  singo- 
lare perà,  che  iti  sì  gran  Damerò  di  lettere,  che  il  Grado 
scrisse  all'  astronomo,  una  sola  volta  glien'  abbia  fatto  l' indi- 
rizzo col  suo  vero  cognome,  chiamandolo  ora  Boulliau,  ora 
Boullian,  oBouliau,  oBnllien,  Bonllien,  Boulliald,  e  ima 
salii  volta  ,  corni'  dissi,  litui illainl.  Conni ni|ne  sia  ili  |:ile  stra- 
onlinaria  distrazione  ili  mente  nel  Gratto,  certo  è  che  questa  - 
raccolta  è  estremi)  meri  le  preziosa,  nini  solo  per  essere  tutte 
autografe  le  lettere  qui  raccolte  ili  un  uomo  che  godeva  dell' 

possono  somministrare  de/  lumi  grandissimi  per  la  storia  ilei 
secolo  ivu".  Sono  pressoché,  tnlte  se  ritte-  di  Danzica.  Sono 
poste  con  ordine  cronologico  ;  e  la  prima  lia  la  data  dell'alino 
1660,  e  l'ultima  nel  portafoglio  segnalo  miro*  979  (  a  ) 
(supplément),  ha  la  data  dell'  anno  1  GGn;  cosicché  il  conte- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6aÒ 
mi  in  di  q  mv>ti.'  lettere  |mi['i'lilw  dirsi  una  sturiti  ili  ciò  che  di  più 
importante  accadde .  speciaimenle  nr-^li  aliar!  politici,  in  quel 
secolo;  e  dico  storia ,  perciocché  ove  io  ini  pensava  che  gli 
argomenti  delle  lellcre  fossero  tutti  di  astronomia,  o  almeno 
di  matematica  in  generale,  conobbi  che  il  Gratto  non  ne  fa 
mai  panila  alcuna,  e  quinni  clic  il  ISoniiiaud  min  sempif 
inlialli'ii.'iasi  colla  Mila  sua  srieii/a,  che  professava  ,  com'è 
il  solito  costume  de'  dotti. 

990.  (S,r[.LéHEST.) 

55rj.  Lettele  aulo^rafe  intimile  al  signor  di  Peircsc. 

t.unticusi  in  questo  volumi!  l'epistolare  commercio  dui  si- 
gnor di  Peìrcsc.  l.c  In  t  f  r?i  n  imi  ili  tic  a  questo  dotto  nomo,  e  qui 
raccolte,  sono  tulle  nu tornile;  ma  la  più  parie  scritte  in  lingua 
francese,  ed  alcune  pur  in  tedesco.  D'italiane  ne  rincontrai 

ben  poche,  cioè  :  Ire  ili  Giar.i        Spinola;  alcune  di  Nicolò 

Alemanni;  altre  di  l'ilippo  llainhofer,  di  Edmondo  IlniE,  di 
Orazio  della  Valle,  di  Pietro  della  Valle,  e  di  Natalizio  15e- 
nedetti.  Oltre  a  queste  lettere,  furono  pur  inserite  uel  presente 
volume  alcune  poesie,  relation!,  e  memorie,  tutte  concernenti 
la  storia  del  secolo  svi  E",  ma  essendo  esse  scrìtte  in  lingua 
lranee-e.  i(.  ilrlilni  cs^ci  f.imlcnlo  ili  avoniele  riciieralineiiti 
indicate,  come  parte  del  volume  medesimo.  Al  sig.  Paris,  che 
ba  in  animo  ili  pubblicare  un  di  le  notule  bi  Minora  lidie  r 
letti'iaric  ili  lutt'i  iH.IUK.entlì  francesi  deila  liiLliutee.a  del  V.t  . 
intorno  al  quale  direi  qoasi  i  lenso  lavoro  sta  ora  indefes- 
samente occupandosi,  è  riserbalo  il  piaceri.'  di  renderne  conto. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


56o.  Volgarizzamento  delle  Pistole  di  Ovidio. 
l'antica  vita  del  Petrarca;  ed  il  Comrnen lo  dì  Messer  Poggio 
sul  Trionfo  della  Fama  de]  Petrarca  medesimo. 


dia  concerne  la  pulit  i  ridia  t i n ì i ■  :i  l'.ivi'SIo,  comprendoni)  iti 
quello  codice ,  e  sono  i  seguenti  :  1"  li  una  traduzione  dell' 
epistole  (li  Ovidio  ,  la  quali;  mi  sembro  in  vista  essere  quella 
medesima,  che  fu  pubblicata  in  Napoli  da  Sisto  Riessiiiger 
in-4°  senza  nota  1 1  "  -i 1 1 : j o ;  imi  alcune  differeii/r,  clic  ncomihhi 
in  questa,  facendone  il  confronto  con  le  prime  linee  ili  quella 
riportali'  ila!  (iumb.i  alla  pagina  i  !\~.  lidia  sua  Si-rie.  mi  fecero 
accorto,  che  si  dalla  di  un  lesto  al  tntlu  diverso.  Non  sia  dis- 
parii a'  littori  avrre  soliti  oe^li  ocelli  in  primi!  liner  del  pro- 
logo, come  legnisi  nella  edi/.itiue  del  Ili  essi  nyer,  e  come 
lej;!;onsi  nel  presemi'  codice.  Nella  edi/.iouc  incomincia  cosi  : 
.  Vedo  die  In  intendi  i-  ~appi  a|!ta;ncn:e  larle  i-I  hi  scicnlia  di 

■  qsto  libro  sappi  die  Ovidio  d  lece  per  correiere  et  per  ain- 

■  maeslr  re  li  giovarli  li  no  in  ini  elle  iiiin  ani  puzelfe,  ■  ec.  K  in 
questo  endice  il  Proliyo  principia  cosi  : .  Accio  clietu  lettoreabbi 
.aptaiiiente  lontanili  meniti  di  tf.  libro  sappi  che  Ovidio  fece 

■  queste  pistole  per  amae.-l  rare  gli  giovani  huomini  e  le  gio- 
.  vani  donne  ,  ec.  •  La  versione  datane  da  questo  codice,  ch'io 
eredo  inedita,  parmi  più  chiara  e  più  elegante  dell'altra;  ma 
disgraziatamente  mancano  alcune  carte.  11°  È  una  vita  di 
Francesco  Petrarca  die  fu  -eri Ila  nel  secolo  uv',  già  cono- eiuta . 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6aj 
e  chi!  abbiamo  alle  stampo  nelle  primi:  edizioni  dello  rime 
volgari  ili  esso  [Mieta.  Incomincia  :  •  Francesco  Pclrarclia  liuo- 
"  nio  di  grande  ingemo  et  non  di  minore  virtù  nacque  in 
■  Areno,  et.  ■  111°  F.  il  già  nolo  commento,  tìalo  in  luce  nel 
secolo xv°,  ili  incuci-  l'oggi"  l'  iorenlino  sul  Trionfo  della  Fama 
di  Francesco  Petrarca,  il  quale  commento  fu  dedicalo  a  Pieni 
dì  Cosimo  de' Medici.  Bella,  nitida,  e  corretta  scrittura,  che 
potrebbe  pur  consultarsi  nel  caso ,  oon  però  molto  probabile, 
che  ai  volesse  nuovamente  riprodurre  quel  commento.  Pec- 
cali*, che  in  fino  manca  di  qualche  carta! 

1054,  (  sirrriiMENT.  j 

fi6i .  Lettore  di  Lorenzo  Magalotti  in  materia 
di  religione. 


Tutto  questo  codice  non  comprende  clic  letlere  di  Lorenzo 
Magalotti.  11  titolo  nella  prima  pagina  è  come  segue  :  LelUre 
familiari  in  materia  di  religione  del  signor  Cònio  Lorenzo  Maga- 
latti.  Com'è  ben  noto  furono  già  date  m  luce  per  la  prima 
volta  esse  lettere  iu  Venezia  l'anno  1719  per  le  stampe  del 
Coleli  in-n°,  e  per  le  cure  del  cavaliere  Fninr.e.sm  .Sellimaiini , 
con  questo  titolo  :  Lettere  familiari  (contro  F Ateismo)  di.ri.it  in 
due  parli,  di  Lorenzo  Moyalniti.  I'.  sì  canne  tali  lettere  furono 
Lune  scrit'.c  i-ùiiii-i!  tri i  ale»,  cosi  suole  chiamarsi  questa  rac- 
colta eoi  nome  dell'  Alca  convinta.  —  In  questo  codice,  come 
abbumi  veri ulo  .  non  si  (lenoni  in. mo  dir  eoi  (.itolo  generale  di 
l.ilim  jumiliiiri  ii,  iwtlriiu  di  iidii/iiiiie,  ina  In  line  non  sono  che 
quelle  stesse,  che  ptilibliro  il  Giieii,  e  ciie  si  ristampammi 


<1q8  MANOSCRITTI  ITALIANI 

anche,  ili  fresco  in  Bologna  l'anno  1831,  in  3  voi.  in  8",  con 
alcuni!  a  il  1]  olir/,  i  ai  li  ili  Donu'iiieo  Maria  Vanni,  e<l  altre  del 
valente  conosciti!  re  delle  Toscane  eleganze  ed  accademico 
della  Crusca  signor  I-ui  pi  Mi  «vi.  Siimi  qui  pure  lììvise  in  due 
parti,  si  comi-  nelle  edizioni  sopraddette.  Ciò  che  di  singolare 
io  credo,  dopo  un  attento  esame  clie  ne  ho  fatto,  poter  no- 
tarsi intorno  a  questo  pre/.iuso  eoi  lice  è,  idi' tóso  sia,  non  dico 
l'autografo,  ma  certo  l'autentico,  che  il  Magalotti  inviò  al 
sibilili-  Marchese  l!nrlii  'l'eoi lui'] .  clip  più  volte,  j viragli  chiesta 
con  grande  instatila  una  copia  di  osse  lettere ,  delle  quali 
avevane  già  f'orsr  liicvnta  una  parto,  rome  s'è.  dello  al  codice 
num"  fio-  Questa  copia  in  falli  e  bellissima  ,  ed  ignita  assai 
accuratamente;  0  qualche  piccola,   ma  ben  opportuna  cor- 

iioinalissinie  biblioteche.  Io  nuli  su  di  quale  iinuiii-irillo  sia.ji 
servito  il  Seltùnanni  nel  pubblicar  quelle  lettere,  ma  certo  è 
che  volendosene  fare  ristampa  non  dovrehb'  essere  trascurato 
anche  io  studio  del  presente  codice.  La  lettera  intimità  al 
Teodolj  È  data  di  Firenze  a'  5  agosto  1690,  cioè  trent'  anni 
innanzi,  ch'esse  lettere  lusserò  date  alle  stampe. 

1040.  (  semiwMT.  ) 
562.  Dialogo  tra  il  fiume  Tevere  e  la  città  di  Roma. 

Cariai™,  in  luglio  pkci'tii .  r.irnllr.i  tnrsiri,  ili  pagine  Boo.  scrolli  ine. 
Molti  scrini  di  diverso  argomento  e  teologico,  e  filosofico. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6aH 
e  letterario  .si  contengono  in  qiinsio  codice  ;  ma  la  più  parie 
.suini  in  lingua  Ialina  o  franco.*: :  e  ivAh  Ialina  specialmente  è 
un  lungi] is.iino  scritto.  i'lif  sembra  aulngralb,  intorno  all' 
Eneide  di  Virgilio.  Avvenc  perù  uno  in  lingua  italiana,  ed  è 
un  dialogo  Ira  il  Tevere,  e  la  città  di  Roma,  diviso  in  ire 
trattati,  che  veramente  •:.  piandole  a  hggersi.  Per  ragioni  an- 
lidii-.sitne.si  cerea  di  dimostrali!  in  qur.sl'  opera  ,  essere  almeno 
assai  difficile,  che  un  governo  temporale ,  il  quale  è  esclusi- 
vamente allìdalu  a  persone  ecclesiastiche  non  si»  di  continuo 
ingiallo  ad  e nori .  a  sbagli,  «il  a  inala  amministrazione  si  in 
quello,  che  cunernie  il  politico,  che  in  quello  die  si  riferisce 
all'  economico.  Il  dialogo  finisce  così  :  ■  Tevere  —  E  che  sarà 
«  dunque  di  quesLa  corte,  dove  tulle  le  cose  di  stalo  e  di  guerra 
«passano  per  le  ninni  del!'  l'iielcsinstieo  —  llomn  :  pensar.! 
»Tu;  ch'io  me  ne  vado  a  piangere  inconsolabilmente  le  mie 
■  miserie.  ■  Con  molla  probabilità  può  affermarsi  essere  inedito 
questo  scritto. 

1051.  |8D»Ltotr.) 

563.  Discorsi,  Relazioni,  Lettere,  ed  altri  scritti 
-  sopra  argomenti  diversi. 

l^rUr.'.].  in  ,\"  Ki.imli' .  i  .jnil  !,■[■!  ;,,;-,m  .  ili  |i;i£ÌJIi'  -li  io.  STfolo  lui*. 

Gli  scritti,  clic  sono  compresi  In  questo  codice,  tutti  di 
non  poca  importanza,  sono  i  seguenti  :  1°  Esposizione  delle 
milioni,  it-n  ir  r/;i!;/i'  si  il'i  ■■.■hi.-.trciiicn.'w  di':i;ii.re ,  che  la  Francia 
non  vuole  dare  la  pace  al  Cristianesimo.  Quest'  operetta  fu  com- 
posta nel  tempo,  ch'era  primo  ministro  in  Francia  il  cardi- 
nale Richelieu.  II"  È  instimi  lo  un  Parnìeilu  fra  l'imperatore 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
Ferdinando  Ih  e  Lodovico  Vili',  rediFrwicia.  incominci  a  il 
discorso  cosi:  -  Non  sia  chi  dica,  hor  che  di  guerra  risuona 
«  l'Italia,  e  (la  pur  lutto  odcsi  il  rimbombo  dell'  armi,  essere 

■  più  quello  che  questo  avantaggioso  Prcncipe,  prode  Cam- 
u  pione,  fortunato  Capitano;  perciocché  Fortuna  egualmente 

■  -i  nifj-,:i,:i,  e  oiì  eguali  kiiicic  bilico  i  campi ,  ut  ordina  gli 
•  eserciti.  Noti  potrà  meco  gloriarsi  la  Germania  del  suo  Ce- 
-  n.iiT,  .  co.  IH  1!  un  liiiigliiroimo  scritto,  che  ha  qncsto 
titolo:  Apocofypsì  rf  ìlullniuliu ,  Itln- rumente  espostaci  interpretata 
j>e r  Pambone  Vreimandima,  tradotta  dalla  Jiammcliga  nella  lingua 
lUilìantt  ilnl  siijnnr  Dadiodato  Verdeggia,  ne/I'  anni)  iiìi!i,  in  .Xirus- 
tadt.  1V°  Relationc  Mio  stato  presente  della  Germania.  Esse  fa 
scritta  verso  la  lini'  del  sccolu  xvit".  \o  abbiamo  altrp  copie,  e 
piò  diligenti  di  qi n'ala .  m'ISii  liiblioli'rn.  \  '  Dn.inrso politico  sopra 
la  resa  di  Brisac,  e  sur  eoiistyarn:e  nelf  nani)  ifi3o.  \  I"  Discorse  ili 
Tommaso  Campanella  circa  il  modo,  col  quale  i  Paesi-Bassi,  volt/ar- 
nuiiff  delti  di  /■■(>[.' !■/(■■; .  si  /■  t-sùm,  ridurr:  s.iUf  i"  nii!iitlie«;a  tiri  Re 
C.nttolirn.  Veglisi  ciò  clit'  s'è  ilcHi)  il!  questo  srriUore  ne  codici 
segnati  miai"  58,  6a,  3q5,  5i5;  e  questi  ;is.rgiuriL'uti  Lilio  opere 
ivi  annunziale.  VII"  Lettura  scritta  da  Incerto  al  Papa  Pio  V, 
acciocché  gli  Hctrei  et  le  meretrici  non  si  scaccino  Ja  Roma;  con  le 
milioni  allupiti-  per  il  tinnissimo  effetto  per  ti  Romani.  Vili*  Discorsi) 
Politico  sopra  il  matrimonio  tra  il  Duca  di  Parma,  e  la  sorella  del 
Duca  ili  Firenze.  IX"  Copia  (Iella  lettera,  che  scrisse  Sebastiano 
(jiltnredo  ii  san  Mtiest'i  (iriilhiuifuiir.i  ili  Frantiti ,  tifate  di  prrstni- 
derlo  a  non  coiichìitduiv  In  pati  imi  la  Casa  £  Austria;  ciò  che  fu  al 
tempo  di  Luigi  XII".  X"  ed  ultimo.  Orationc  militare  del  Serenis 
timo  di  Stivaja  alt  Italia.  Questa  poetica  orazione  è  composta 
di  quartine  al  numero  di  76,  e  non  parnii  cosa  di  gran  merito. 
La  prima  quartina  è  questa  : 


Digjnzed  Dy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE 


O         ma  il  re  liei]' a  i-mi  c  ite  piieri'ieri . 
Della  Tetra,  e  del  Mar  gii  nobil  Donna 
Itilia  mia.  die  h  pomposa  gonna 
Sleiidesli  likmlaule  in  mi  gì' imperi . 


1087.  («ominiti.) 

5fi/i.  Ragionamenti  inforno  ai  governi  di  Venezia, 
di  Spagna,  c  del  Turco: 
giuntivi  altri  scritti  di  autori  ed  argomenti  diversi 


Il  contenuto  del  presente  euiliec  è.  :  I"  I  n  discorsu  intorno 
Lilla  repubblica  di  Venezia ,  sulla  sua  polizia  interna,  e  poli- 
tica esterna,  sui  suoi  magistrati .  sul  suo  gran  consiglio,  sulle 
sue  spese  ed  entrate.  È  compreso  in  So  pagine,  non  ha  nome 
di  autore  ed  incomincia  cosi  :  ■  Tutto  il  governo  della  Repub- 

■  blica  di  Venezia  si  può  dire ,  che  consìste  nelle  mani  di  4 
«Senatori  solamente;  cioè,  sei  Procuratori  dì  Santo  Marco,  il 

■  quale  grado  è  supremo,  nò  si  può  venire  a  maggiore  da 
.  Prencipe  in  Cuora  ;  et  alcuni  sono  eletti  Procuratori  per 
«aver,-  ec.  ec.  Havvi  pur  una  compendiosa  descrizioni1  di 
tutte  le  città  e  luoghi  principali  soggetti  ail  essa  repubblica. 
11°  Altro  discorso  intorno  al  regno  di  Spagna  al  tempo  del  re 
Filippo,  ed  è  compreso  in  So  pagine.  Esso  fu  detto  al  senato 
Veneto  da  un  ambasciatore  (di  cui  sì  tace  il  nome)  che  ritor- 
navasì  da  quella  corte.  Non  ahbiamo  altra  copia  di  questo 
importante  scritto  nella  Biblioteca.  111°  Altro  discorse  detto 
al  senato  Vendo  ila  un  n mi.i asci.':  loie  di  quella  ropuMii ir.-i . 
ritornandosi  da  Costantinopoli ,  intorno  alle  cose  de'  Turchi 


635  MANOSCRITTI  ITALIANI 

nel  Ioni nudrl  miIlujn  .\:m;ralìi  ][!';  r  né  pini;  di  (]  nello  sj/ritlo. 
rll  mi  non  risulta  il  nome  dell'  autore,  è  altra  copia  nelle 
llibliolcca.  IV"  Disertazione  di  circa  80  pagine,  nella  quale 
.si  espongono  i  principali  inolivi  e  Ir  sode  ragioni,  per  cui  ri- 
mangono gì  usi  i  lìciti  i  Veneziani  per  aver  conchiusa  la  pace 
tra  la  repubblica  ''il  il  Turni.  Ili  rpir.ta  di-sri  lii/iniii'  abbiamo 
allrc  copio,  V*  Oratone  fallii  da  .lji>n.w;n<jrr  lìlino.  di  Vaiatila 
all'  liliiia,  signoria  ili  Ventila,  (mistifica  in  essa  il  suo  re  cris- 
tianissimo dalle  ini]) illazioni,  che  ila  diversi  principi  e  special- 
un  suo  amlia-a'i  iìore  iii  Ci^laiiliinipuli.  \  1"  ni  ultinui.  Alila 
ura/.inim  dello  Wr.n.-aijiirii  r .  falla  dinaiui  al  papa  e.  (ulto 

il  collegio  rln'  cardinali,  perla  quale  ^iusliuca  il  suo  redatte 
iln<jlinti:r  della  Sul:  Apostolica  per  cu)  .  the  contro  l'autorità  di  osa 
Selle,  pi  in  dispnijìo  del  l'.oncilio  di  Trailo,  ci  cor  pierlui-hatianc  liciti 
orlimi  soliti,  abbia  it  Ile  rotalo  far  radunar!  an  Concilia  ,\itliotiale 
di  tinta  la  Francia. 


.ili.).  Sluiia  di  lla  Congiura  di  Ciulio  Cesare  VacchiTo. 


Coinpiendesi  in  questo  codice  la  —  .Sfurili  delia  Conyiara  dì 
I india  Cenare  l  accherò  contro  la  nobiltà  di  Genova ,  l'anno  ìbao. 
Di  questa  itoria  abbiamo  copia,  forse  però  meli  diligente  di 
questa,  nel  codice  segnato  num"  417,  al  quale  rimetto  il  let- 
toli' sB'jjli  piacesse  ili  vedere  ciò  che'  ivi  s'è  fletto  intorno  ad 


La  i  i  zeù  b,  Gol 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  633 


1093. 

566.  «dazioni,  Discorsi, 


ed  ar^di  nei  ito  dn  iti-u  .  u  più  ■>  meno  di  non  poca  in  pniiaii/ii . 
racchiudi'  quello  endice.  Esmi  sono  1'.'  Miglienti  :  ]°  Rctulwiw 
del  seguilo  Ira  f'.lwfw  wdiii'  ''.ili'  huperiilnee,  (/,-/  fir  Cattidico,  ed 
il  Principe  Prefetto  ili  Roma  intorno  alttt  precedenza  amidi  la  San- 
tità di  Innoccittiu  A",  uri  ijiurim  della  uni  i  leni  l'i  ili  e  di  Gioeedi  olii 
i.i  di  scttcmlire  l'anno  iG44-  Questa  minzione  è  diversa  da 
<[uella ,  elio  nella  Mi-vai  ar^miienki  iilihiiimii  in  altro  endici1 
dulia  lliblioleea.  Il'  Mentori, ili-  dnln  >.ltd  l'rciiripe  Don  Taddeo 
Barberino  Prefetto  di  Santa  Chiesa  alla  Santità  di  iYoiftU  Signori 
Innoccntiu  X*  per  la  Precedenza  pretesa;  contro  olii  Ambasciatori 
de  Principi.  Ili"  Copia  di  ima  lettera  scritta  dal  re  Cristianis- 
simo al  suo  ambasciatore  in  Uoma  il  signor  di  Siinsciamunl 
intorno  al  cardinale  Antonio  Uarberiuo,  clic  veniva  privato 
della  grazia  di  sua  maestà:  e  di  allre  due  lettere  dello  stessi i 
a  odiasela  line,  f  il  n.i  al  cardi  mi  le  Hai  Si.'i  lini ,  r  l'ai  Ira  al  cardi- 
nale Mazarino.  Esse  tutte  e  due  portano  la  data  dell'anno  i  G44- 
IV  Memoriali  indirizzato  al  sopraddetto  pon telici:  Innocenzo  X", 
dagli  aiiiba-iii.lori  di  tutte  le  eerti  de'  principi  intorno  al  so- 
praddetto arenili  iiin  dulia  precedi: n, a  ;  il  ipial  Mi-nmruili-  e 
seguitilo  da  un  Dìsiorso  ■■  noie.-ii'  d-Aìtt  i'reeed-:;i-e.  '/■  v  .r'  i.eai 
u'fti  Amhtm-iatari  della  l'u-ìiijioixe  di  Malta  con  li  Gran  C'raci  della 
lidiii'ioite  m edes ima.  V"  Ditemi.,  in  difesa  de'  Signori  della  Gran 


Dlgiiizad  &y  Google 


634  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Croce  della  Sacra  Religione  di  S.  Giovanni  Gerosolimitano  contro 
<i([Mjn6ascrnloic  della  medesima  Religione,  residente  nella  Corte  di 
/fama,  presentititi  oda  .S'niiiif-ì  </j  \nstru  Signore  dal  enealicri-  Ma- 
.jidotli  isterico  delia  d-.-ttu  Uilitji-iiit.  l'anno  i  fi 3  5.  Questo  discorso, 
ch'é  compositi  di  6o  pagine,  ili  una  bella  e  nitido  scultura, 
|hiù  ossei'  le tlo  con  mollo  piacere,  se  non  per  la  natura  dell' 
argomento,  clic  sembrami  non  essere  oggidì  di  grande  im- 
portanza, almeno  pel  sommo  [■.'indori'  d'animo  con  cui  scorsesi 
scritto  dal  Magalotti.  \  1"  Memori  uh  de'  (ìenotrsi  per  la  Precedenza 
del  loro  stendardo  a  istallo  di  Multa.  A  (picsln  Memoriate  succe- 
dono due  decreti  del  re  di  Spnpia  imoi-iio  ,id  iwo  rjuisiione , 
e  sono  scritti  in  lingua  spaglinola.  Vii"  Regole  da  osservarsi  da 
un  Maestro  di  Camera  d'un  Cardinale  per  il  haan  Smith  del  Pa- 
drone, e  buona  ret/nhi  della  insti.  Queste  regole  comprendono, 
ciò  cli'io  non  mi  credevo ,  niente  mono  che  la  quarto  porte 
di  tulio  il  presente  codice.  Hanno  la  data  di  Roma  de"  l5  giu- 
gno l  ti  n  j .  Vili'  iU  lntioia  i  im  di  futa  d  pregresso  delie  ideeemonte 
e  Jontiemi  chcjitmm,  usate  e  [ulte  nella  suhnaità  della  Coronatami: 
dell'  Imperatore  Carlo  V.  seguita  nella  città  di  Bologna  per  mano 
della  felice  memoria  di  Clemente  VIP.  li  13.  e  i4-  di  Febbraio 
ió3o.,  e  della  (/J'unn !<'■«<■  de!  lie-f  no  dì  Lombardia.  IX"  Lettcm 
dell'  Ambasciatore  di  Savoja  per  l'Altezza  dei  Cardinale  di  Saivja 
intorno  al  titolo  di  Eminenza  ohe  si  dà  ai  Cardinali.  X"  Relatione 
dt:llit  partenza  ite!  sitjmif  Cardi  naie  ile'  Medili  da  Roma  a  Firenze 
con  un  breve  discorso  nfm  i'  tei, sui  di'  tifili  nuoean,e:ii!  introdotti. 
Si  ragiona  parte  a  parte  sopra  i]\ve.  titilli  onorifici  clic  di  tempo 
in  tempo  vennero  introdotti  presso  le  varie  nozioni;  se  no  fa  una 
giusta  critica  corri <hl.i  di  <kwi-\ ;i/.iur.i  mollo  importune  siili' 
argomento,  ed  e  in  somma  una  relazione  assai  sensatamente 
scritta.  XI"  Raceotilo  dell'  tinnita  jaiie.  idi'  .Uveite  l  abbroni.  Resi- 
dente in  Roma  per  la  /lo/óiii  Madre  Ji  l'ratieut ,  dal  Cantinole  Or- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  63 fi 

si'ho  ,-  con  un  irai  rag  7  '■«</  'i'-  </f."//r-  joiiouatii,  e  ti  tuli,  clic  godono 
vii  Aaibatciutori  a  lìn m 'l'ut!  i/c'  l'i-mcifii.  \dii  è  iletto  uè  da  chi, 
nè  por  ordine  di  cbi  sia  sialo  scritto  caso  Riicranlo ,  i!  quale  è 
pur  piacevole  a  leggersi.  XII"  ed  ultimo.  Relatione  bitte  di 
quanto  si  è  inteso  e.  listo  licita  aiijarniinai  ili  Giacinto  Contini  e 
compagni.  Abbiamo  già  alla  distesa  questa  importante  lìela- 
lione  in  ;i  11  i-i  fediti  drilli  IViMìdììtii  e  .sp-'i  ini  menti'  ;jr]  coi  liei1 
segnato  num"  4oi|,  ma  la  pii-M-tile  rum  11'  ó  di-.-  il  compendio. 

109-4.  (TOW1Ì1TOT.) 

Pi  fi  7 .  Raccolta  (li  scritti  di  autori  ed  argomenti  diversi. 
Cartaceo,  in  4',  car.-ill.-n  l-<.-j ; ■.  i .  ili  pigine  3oo,  neccio  xin*. 


Si  comprendono  in  questo  codice  gli  scritti  seguenti ,  in- 
torno a'  quali  mi  con  li  nero  .1  lame  conoscere  i  soli  titoli. 
!•  Esposizione  dello  ragioni  a  favore  dei  Re  Cattolico  sopra  il  pos- 
sono degli  Stali  di  Bari,  di  Rossano ,  e  a"  atiri  nel  retjno  di  Napoli, 
pretesi  dal  Re  di  Polonia,  e  discendenza  di  Francesco  Sforza  Duca 
di  Milano.  11°  Etpothiam  delle  cose,  che  giustamente  pnù  domandare 
la  Sede  Apostolici!  al  III-  di  Spagna,  .-in-  impariariitito  entrata  gros- 
. ri.' rum  ìi Ila  Siììit-'ì  .Sii/c.  Ili"  Meiaenaìc  dillo  al  l'apa  l'anno  1653. 
il  nome  del  He  Cattolico  circa  la  eeiieenioiic  della  contribmioitc  del 
Clero  di  Custit/lia  al  donatilo  del  medesima  Regno  di  19  milioni 
fallo  alla  detta  Manta  Cattolica.  IV"  Tarala  di  ciò  che  si  contiene 
atl  libili  che  jn  [aito  da  M.  ì'itiarw  (ilainiitina  intorno  alle  giuris- 
diltioni  et  concessioni  ile  i'anleja  i,  ed  alle  pmpra-.ld  che  tiene  la  Sede 
àpdttolica  lopra  !i  rapii .  ufi!;,  ra.i'cili:  nella  St.it:,  /'.'.■:.;,s;.ij(;ìi,  e 
al  di  fuori.  V"  Ducono  intaniti  alle  ragioni,  die  ha  la  Chiesa  sopra 
le  Terre  della  Romagna ,  et  sopra  molle  altre,  le  gitali  ha  in  «uni 


B3fi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

tempi  possedute ,  a  turò  hors  possiede;  et  in  ehe  modo  institela  da 
principia  terumniti-  pi-r  l'timmioi.'trtitaim-  spirituale,  sia  pervenuta 
agli  Stali,  et  ui/ii.  Imperli  imitiil'inì;  il  che  congiantioni,  et  conien- 
ti'™' jiemi  stati-  p  i/rin/c  e/  udir  ragioni  in  liire'ìi"  (rai)»',  (m  jli 
l'oiitefiri  et  gli  imperatori.  \  i"  Risposta  data  per  Saa  Maestà  Ce- 
sarea iti  Vcsami  di  Fano,  Ahhi/ii  <(i'  ,Sim  .Smifiri,  jopm  (o  ita»  di" 
l'iaeea:a;  la  quali'  risposi;!  i'  un  i -iliaUun  l-j  i  he  seguitata  ila  un' 
■i lira  ilrl  papa,  ilio  li ■  l'anta  111°,  ad  una  Scrittura  data  in  nome 
di  Siili  Maestà  (.ViiiK.i  i'(  dì  2.r>  lii  tnjft'o  1  ajg.  circo  j('j'n- 
ternssiili  l'arimi  e  di  l>i«een:a.  VII"  ìl'ueorsti  dtl  .•igne:  di  Salinaio 
dato  al  Serenissimi!  Dmr  di  Cenoni  e  suoi  Assistenti.  Giustifica  il 
.S.ilìiaiio  iti  q insto  discorso  la  Mia  corte,  eli' era  la  callo  1  ica  , 
sopra  di  alcuno  nule  in  li/lì  i^'ii/.c .  di'erano  (incorse  tra  la  re- 
|iiil>lilii'.-i  ili  Genova,  od  il  ri:  di  .Spagna.  \  111"  Imposizione  delle 
ragioni,  che  arenimi  i  s'ignori  l'i  in  ni  saprà  alcuni  confini  del 
ioni  Stato  con  qnrlli  ilrll'  /,.'n7ciui.'ii..rj  ,■  od  a  questo  ragioni  ne 
succedono  alcuno  allre,  clic  ha  la  Chiosa  nello  stosso  argo- 
mento d'essi  conlini  con  quelli  de'  Veneziani,  e  ciò  special- 
mente nel  Poli'siiio.  IX'  cri  ni  limo.  Pirtrmtimii  del  Duea  di  Neo- 
liarqh,  e  d'altri  /  Vili,  ipi  sopra  li  Dib'ati  ili  Oialitn  i:  (.'(erri.  Onesto 
scritto  ha  la  d«ta  dell'anno  1617. 

1098.  (■ninimtrr.) 

568.  delazione  dello  stato  dell'  Imperio  e  della  Germania 
sino  all'anno  i6a8. 

Tutto  questo  gran  codici!  non  comprendo .  clic  una  Rekitione 
della  stato  dell'imperili,  e  della  Germania  per  tutta  l'anno  iCs8. 


Oigiiized  bjr  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  03? 
Non  risulla  d'alcun  luogo  chi  rie  5i;i  l' autori',  ina  più  comizio 
sciiihratiii  essnn  s,l.il<>  in  Siiriiiii  di'!  papa  prnsso  I' impei-iiline. 
La  relazione  è  divisa  in  rjuattro  parti.  IVI1.1  I"si  l ratta  do' rumori 
passali  e  presenti  della  Germania  ;  india  il"  dello  stato  attuale 
dell'imperio  Germanico  :  nella  1I1J  del  li  elicci  Circoli,  ne'  quali 
è  diviso  l'imperio  medesimo  ;  e  nella  IV'  delle  diverse  leghe, 
che  si  sono  iiisliluitt  noli' . \Unmo gua  in  nirii  tempi,  e  special- 
mente delle  li 'gin:  fin]  li'  ci  Ma  A  fiw.it  idie,  lleiniiie. .  e  Svcuiihe. 
In  lino  del  codice  è  uno  —  M,tn  di-Ile  f»se  più  memorande,  che  sì 
contengono  nella  lirluiinitr.  l'eliso  clic  qu est' opera  riuscir  forse 
potrchhe  di  molta  utilità  agli  stuilj  di  que'  dotti,  che  anche  a 
di  nostri  5'  intrattengono  intorno  olia  storia  di  esso  impero, 

1100.  (SIPPLÉllEKT.) 

5fia.  Libro  dell'arte  della  Geomnnzi a,  composto  da  Gherardo 
da  Cremona. 


L'argomento  di  cui  si  t ratta  in  quoslo  codice,  il  < pia  le  sem- 
brami per  molli  rispetti  rangu.-mlnvoic  <:.  chiaramente  detto 
net  seguente  suo  titolo  :  Il  Uhm  dell'  .irte  delia  (Romancia  compi- 
iti; 'in  .■!/«, imi  fihtmril::  i/n  Cremi  mi,  ùlii  n.Miri per  via  de  Astro- 
nomia et  solio  essi  Autori  iiiaipusto  il  lompiìitto  anno  Dai.  nostri 
m.  ce.  i.mMin.  (Quest'opera  ,  ì;i.ì  scritta  in  latino  Tu  pubblicata 
nella  edizione,  che  di  tutte  le  opere  di  Errico  Cornelio 
Agrippa  fecesi  in  Anversa  l'anno  i53i,  1  \oV  in  8°,  c  leggesi 
alla  pagina  5on  del  tomo  1°, — Se  ne  vide  dì  poi  una  tradu- 
zione francese,  che  iii  fatta  pel  signor  di  Salerno,  e  che  fu 
posta  in  luce  l'anno  itine,  in  Parigi.  Ma  della  prese n le  versione 


638  MANOSCRITTI  ITALIANI 

italiana,  che  pur  sembrami  di  qualche  pregio,  per  le  irida- 
tili che  ho  fatte,  non  ne  trovai  ne'  nostri  hi bliograti  menzione 
alcuna,  e  quindi  può  reputarsi  inedia,  si  com'è  certamente 
ussLii  ri.sjiollahilc  anche  per  la  sua  anticliìlii.  In  fine  del  titolo , 
che  riportai  qui  sopra  ,  leggo  queste  parole  :  Le  prèsesi  manm- 
crit  est  vena  de  iioanjcs. 

1105.    [  5DPPLÉHE\T.  ) 

570.  Relazioni  politiche  e  diplomatiche  sullo  stato  di  alcune 
potenze  europee  nel  secolo  xyi\ 

Si  contengono  in  questo  endice  alcune  relazioni  diploma- 
tiche e  politiche  di  varii  ambasciatori  a'  rispellivi  loro  governi 
intorno  allo  slato  delle  diverse  l'oleine,  presso  le  quali  erano 
stati  inviati.  Ne  irascrivo  i  titoli,  si  come  le^onsi  io  sul  prin- 
cipio di  ciascheduna,  e: sono  i  seguenti  :  l*jfab|wu  delduris- 

ùone  a  Carlo  V".  Imperatore  et  a  Filippi  Re  di  Spagna  [anno  1  3nH. 
Il"  flcfairoM.'  iti  Simi/a.-i  </<■/  1  iVirrisjjini  .«Hjn'jr  Vi,  Ilici  Soriano  Am- 
basciatore della  Repubblica  di  Venetìa  al  Ile  Filippo.  É  la  stessa, 
che  leggiamo  nd  li"  de'  codici  segnati  noni'  a33;ma  in  questa 
v'  Ila  di  più  in  fine  un  .Sommario  di  tutte  l'entrate  e  ipese  partico- 
lari di  Sua  Mitici  t'.itlUiliia.  Ili"  Sommnrin  delle  /Ustorie  e  antiche 
et  moderne  di  Spagna;  importantissimo  scritto  per  la  storia  di 
quel  regno  che  iu  sul  principio  del  secolo  ivn'  compose  il 
dotto  autore ,  di  cui  laccai  il  nome.  IV"  Re/aliane  ilei  Carissimo 
messa-  Bernardo  Nawgitro  Ambasciatore  a  Pupa  Paolo  UH'.,  fatta 
ai  Senato  Veneziano  l'anno  1 558.,  della  quale  è  copia,  ma  un 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  63 9 

pi)'  mini  diligente  'li  [jiifila ,  all'  ardo1  voi"  dpi  codice  segnato 
num"  3l5.  V*  Relatione  di  Polonia,  fatta  a!  Senato  Viiarliaiw 
I'  unni'  I  :>;■.].  lini  il/trisiiltli'  sii/lii'l-  trip.. lumi'  l.'/ip-miiw.  Vl'gga.si 

ciò,  che  di  essa  relazione  s'è  detto  all'  artic'  ui°  del  codice 
segnalo  num"  017.  VI°  IMui'r.n-.-  ih  !  rturisiimu  situar  Giovanni 
Mkliicl  ritornato  dalli.:  s-jo  l.vqnzioru  n'Intihiitvrra  l'anno  ìbbj. 
VII»  Trattalo  Ma  Lega  falla  Vanno  i  570.  fra  la  Santità  di  Nos- 
tro Signore,  la  Maestà  dei  Re  Cattolico,  et  la  Serenissima  Repub- 
blica di  Venelm.  Non  è  altra  copia  di  esso  Trattato  nella  Biblio- 
teca del  Re;  è  lunghissimo,  e  contiene  memorie  di  molta 
importanza  per  la  storia  di  quel  tempo.  Vili'  Discorso  sopra 
la  Corte  di  Roma  di  Monsignore  Mino,  et  Rdmo.  il  Cnnìinaìe  O.  ri- 
mandone, Vescovo  del  '/.nnle.  Ilei  (inule  discorso  abbiamo  copia , 
anzi  più  copie  nella  regia  Biblioteca.  IX°  ed  ultimo.  Discorse 
politico  sullo  slato  della  Mosi.ai.ta.  \  nomasi  ciò  ohe  di  questo  dis- 
dirsi! -'e  1  Iridi  all'  artic1  un'  dri  codici-  venato  [iu:nn  i'rj.'i. 

1112.  [SttPPliHEST.] 

571.  Discorso  di  Giovanni  Cervoni  intorno  alla  famiglia 
fiorentina  Gondi. 

Cartaceo,  in      pìccolo,  [j  rati.:  11  ivr-Lii,  ih  [ocinr  100.  r.crolc  \\n*. 

Un  discorso  di  Giovanni  Cervoni  intorno  alla  nobiltà,  alio 
grandezze,  e  virtù  ridia  (iorniitma  famiglia  de' Gondi,  con- 
densi in  questo  codice.  L'operetta  e  preceduta  da  una  lettera 
dedicatoria  di  esso  Cervoni ,  che  vi  si  soLKMnvi:,  indi  ri  Ita  ,■[/ 
Clarissimo  et  molto  illustre  mio  usservnnlissinio  il  signore  Lorenzo 
Gondi  Fiorentino,  et  Commissario  di  Pisa.  Esso  lettera  è  data 
di  Pisa  a'  io  settembre  1G07.  È  inutile  il  dire  del  merito 


6jo  MANOSCRITTI  ITALIANI 

letterario  dell'autore  dello  foraosn  orazione  in  lode  di  Maria 
de'  Medici  regina  di  Francia,  già  pubblicala  in  Firenze  pel 
S  'i  miinrlli  r.ìniirj  i  .rj S 7 ,  [jiia Ir  ni'  In  appunto  i]  (lenoni,  llcsla 
solo  ii  sapere  se  questo  imi  tritili  abbia  o  no  veduta  la  Iure. 
1W  trascrivo  Ic.primo  lince  :  «  La  nobiltà  niello  famiglie,  illus- 
-  tri  per  antichità,  rj  pei  ricchezze,  o  per  arte  militare,  o  per 

■  virlù,  o  per  dignità  ili  gradi  e  di  stati,  per  sua  Maturala 

■  maggini-mcnle  I'-  gratili''//!'  di  ipst'll.i  rillà,  e  di  quella  pru- 
-vincia,  dond'eììc  traggono  origine.  Kra  le  molte  fanii- 
.  glie, .  ce.  ce.  Deve  notarsi,  che  in  fine  del  discorso  è  una 
attestacene  nelle  forme  del  [Solaio  Fiorentino  Francesco  Ma- 
ria de  Giuntiui,  nella  quale  dichiara  che  —  Jihm>  millesimo 
«-.ri  attcstino  neem'cJtmti  nana,  die  cero  Kiijcsiwi  srptuiw  .loreml™  , 
rctraetii  futi  (Mitri-  jimnii  ivpiti  ce  ifHtxItim  libro  cooperici  cera- 
niiiir,  ciisteril-.:  piiit-.i  iìlìislrissiiiìnm  GtnhuH  Autonittm  de  Gtindìi 
Palritiam  Fbmonmn,  et  fila  facto,  per  me  ì\ot.  injrnscripttim 
'lilujr-nt:  editino ne,  in  vmiiibiu  ri  jirr  onniiit  ctiiìconìurc  imeni, 
idit-npie  me  sntsrripsi  :  Eijo  l-'rtitirisfiii  Muriti  dr  iiiimlinis,  ce.  ec. 
Sembra  dunque  per  tulli)  ciò,  the  la  preseli  le  rupia  sia  forse 

instamia  ili  qualche  lettorato,  che  avesse  iti  animo  di  pubbli- 
carla. Aggiungasi,  clic  qiiesln  Discorso,  sceotirbi.li>'-  ìeggesi 
sul  principili,  fu  tolto  da  quel  codice,  che  racchiudeva  pure 
hi — Descrizioni'  drlir  i/r,tndc::c  drilli  cititi  di  Fiorenza,  e  delle 
azioni  e  if mode: jc  drilli  Sii-cuissiioa  (ittnt  tic'  Urilii  i  dolio  stesso 
Cervoni;  il  quale  nella  Mijiraiidiil j  Irllera  tini iralori;i  |uv- 

»  sarà  pubblicata ,  sarà  vista  e  lolla  con  piacere;  ■  e  quindi 
rimana  a  veliere  so  noti  solo  il  Dist<.-r<o  sulla  famiglili  Conili, 
ma  questa  Descrizioni-  mei  lei  ma  delle  grandezze  di  Fiorenza 
(opera  che  cerio  esser  deve  di  non  poca  importanza)  sìa  slata 


Oigilized  &/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  64 1 

mai  pubblicala.  Del  resto  ritornandomi  al  sub  contenuto  del 
presente  codice,  consultati  ch'io  m'ebbi  nei  proposito  tntt'  i 

Ab.  Bcttio  bibliotecario  della  Marciana  mio  singolare  amico, 
il  quale  con  sua  U'I^ra  tip'  18  ^iu^uo  18H  1  mi  rispose  ne'  se- 
guenti termini  :  <  Nessuna  traccia  io  rinvenni  del  Discorso  del 

•  Cervoni  intorno  alla  famiglia  Fiorentina  Gondi  ;  discorso 
"ignoto  affatto  anche  al  nostro  Gamba,  il  quale  corrisponde 
«  alle  sue  cordialità  .  ee.  Sono  ben  certo,  che  i  letterati  gradi- 
ranno assai  !a  notiiifl  dell'esistenza  di  questo  codice. 

1123.  (semini!*!.) 
573.  Le  Storio  Fiorentine  di  Benedetto  Varchi. 

Bau  volniDÌ  carlini ,  in  l'i  il  primo  di  pagine  ifioo,  il  «Mondo  di  pagine  idoo; 
caralleri  ramivi .  .wili.  un',  11™  l*ne  conservali. 

11  contenuto  di  questi  due  volumi  ì  il  seguente  :  Storie  di 
Fiorenza  de' suoi  tempi  di  M.  Benedetto  Varchi  Fiorentino.  Ali  Ulms. 
ed  Eccìmo.  tignar  ilio  Olirmi.  Cosimo  Medici  Duca  II'  dì  Fiorenzo 

•  ■  Siena.  Confrontando  io  questa  coli' altra  copia  clic  ili  tale 
cijlidjraussiina  stori:!  liu  la  ISililiolrcii  no'  due  codici  segnati 
nulli*  369,  potei  conoscere,  clic  la  presente,  quanto  alla  dili- 
gcnia  e  correzione  della  scrittura  ,  è  di  non  poco  superiore  » 
quella;  ma  ha  la  disgrazia  di  essere  difettosa  nel  fine  di  al' 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


1129.  { siraiunr.  ) 
573.  £ 


iq  lino.  kcoIo  mi". 


Cui» prendesi  in  questo  cudite  una  raccolta  ili  predichu,  n 
tome  vi  s'intitolano — Sermoni  Cristiani.  Ne  ho  letti  qoà  ìà  varii 
]iassi,  e  di  due  cosi!  [mici  avvedo  ri  pi  i.  La  prima,  eli' essi  sermoni 
min  vini)  (ulti  ilei  ìinsli'siiiio  aulore;  e  In  seconda,  elio  non 
meritano  general  meniti  die  se  ne  tenga  gran  conto,  nè  quanto 
alla  purità  della  nostra  favella,  né  quanto  alla  condotta  0  Irat- 
Lizioni'  diluii  argomenti,  la  1  piali-  e  al  lutto  bassa,  anii  triviale, 
rmn  t  dichiarato  il  nomi":  di  alcuno  dogli  scrittori,  tu;  paniti 
die  sieno  stali  tulli,  o  pres*idii'  lutti,  co  ti  temporanei. 


1268.  (srWMSNT.I 

57Ì.  [iistrtrzioni  per  conservare  in  sanità  il  corpo 

Mh'IiiIiijjij.:        in  l'obli'.  i.lKil'i'ii  ili-  lindi,  ili  ;ii:;iiiri  jitli.  wcuìo  1IV, 

Comincia  il  codice  nel  modo  seguente  :  Qui  appresso  saranno 
stritte  latte  le  mbiielit  de  CJmpituli  'li  i/iwiin  libra  il  yuufe  si  chinina 
il  lil/ro  de  lo  ingegna  de  la  situila  tt  contiene  in  se  di  belle  hj.it  et 
buone  et  utili  a  conservare  la  sanità  del  corpo  do  l'iiuomo.  1  capitoli 
sono  181;  il  priniu  do' quali  ira  Un  dv  l'aere  quale  e  Laono  0  reo 
perpiit  sanamente  dimorare,  e  l'ultimo  tratta  del  Sale  et  di  sua 
natura.  Dopo  di  ciò  seguita  «pia  bella  scienza  et  dilettevole  la  quale 


Oiajiized  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  fiii.l 
si  chiama  fiscnumia  che  insegna  conoscere  la  niilura  di  cadauno 
uomo  per  li  segni  ili.  fin-ri  ci  per  i  iò  s'appella  jisanomia,  che  Jiso- 
nomo  ebbe  nome  colai  che  la  trovo.  ìndi  si  suggeriscono  i  rimedj 
allora  che  amiate  alcuna  soperchianza  in  una  delle  ouallro  parli  in 
cai  è  diviso  il  corpo  dello  Intorno,  dà  è  capo,  pelle,  stomaco,  el  luti- 
coli.  E  finisce  il  codice  col  ra-:como  ili  certi  nobili  el  beile  virtù 
del  Homo-ino  h  quali  sono  di  numero  avi.  Non  si  dichiara  il  nome 

antica sottoacriLnc:  Qui  JmpjilscWinf  jcm^r  ImDo™™  cfWI. 
— .  Vinai  in  esiti,  sempcr  cum  Domino  felix.  Amen.  Quant'  è  al 
m<:n:<>=L  Ì<-ir.ifi™  di  irtiesl'o pera ,  ne  g  imi  idi  era  mio  i  ciudi  iicii' 
arie  salutare,  bendi.';  lac.il  inni  le  pus.-.;i  prilline™,  che  niente 
vi  si  dica ,  o  proponga ,  o  spieghi  clic  non  sia  noto  a'  nostri 
fisici;  ma  quanto  al  inerì  tu  leLt-.'raiiu  riguardo  alla  nostra  lin- 
gua in  cui  è  dcltato,  mi  pare  essere  uno  scritto  da  tenersi  in 
qualche  pregio,  almeno  per  alcuni  vocaboli  e  per  alcuni  nomi 
proprj  di  cose  naturali,  che  forse  sarebbero  accolti  di  buon 
grado  anche  a'  tempi  nostri,  ne*  ipiali  lanlo  lorlevoli  ed  utili 
■! .uij  si  l'anno  per  accivicrrc-  ia  ricr lie/./.a  della  nostra  lingua, 

1307.  (  swPiiMEvr.  ) 

573.  Volgarizzamento  del  Trattato  di  Agricoltura  composto 
da  Palladio  Rulilio  Tauro  Emiliano. 


La  traduzione  italiana  di  di  clic  tu  scritto  intorno  ai  lavori 
0  coltivazione  della  terra,  ossia  del  Trainati  di  Agricoltura 
già  composto  in  latino  da  Palladio  Umilio  Tauro  Emiliano 
più  volte  pubblicato,  e  il  contenuto  ili  questo  bel  codice.  E 


644  MANOSCRITTI  ITALIANI 
veramente  bello ,  non  solo  per  la  finezza  e  candore  delle  per- 
izio '',        la  uilitle/za  (Iti'  cai-atteri,  [ice  alcune  miniature 

che  l'adornano,  e  per  l'eccellente  sua  conservazione,  ma  altresì 
e  soprattutto  per  essere  un  pie/.inso  teslo  dì  lingua,  nella  quale 
si  dò  a  divedere  ben  esperto  maestra  l'autore ,  chiunque  ei  si 
sia,  di  questo  già  noto  e  pregiato  volgarizzamento.  Merita 
ogni  fede  il  nostro  Gamba,  e  non  dubito  ch'esso  volgarizza- 
mento posto  in  luce  in  Verona  pel  llamanzìni  l'anno  1810, 
e  per  le  somme  cure  dell' Ab.  Paolo  Zanetti  a  buona  lezione 
l'idollo,  nulli!  più  Iorio  lami  a  desiderare.  Pure  si  com'è  multo 
probabile,  che,  massime  considerata  l'importanza  dell'argo- 
mento di  cui  SÌ  traila  in  questa  classica  opera  di  Palladio,  a 
presto  o  tardi  si  pensi  di  riprodurre  in  luce  la  sopraddetta  pre- 
gevolissima edizione  de.i  lianuiuini ,  cosi  io  credo  di  non  dare 
nò  cattivo  nè  inutile  consiglio  a'  novelli  editori  ili  poni  pur 
all'esame  del  presente  codice,  che  probabilmente  non  fu  ve- 
duto dallo  Zanotti,  e  spero  non  so  ne 'troveranno  scontenti. 
Trascrivo  le  prime  linee,  die  d.moo  \*.  legger  ce^t' :  ■  (lui  t:o- 
.  miccia  Palladio  Rutilio  Tauro  Emiliano  Intorno  chiarissimo 
.  degni  cosa  di  lavorio  rli  terra.  Parie  dì  priidcntia  et  di  sapere 
■  è  lo  estimare  chi  è  la  persoua  di  colui  con  cui  tu  parli.  Et 

•  però  colui  che  ammaestro  il  lavoratore  di  terra  non  si  debbe 
1  insegnare  ili  parlare  pulito  pur  arte  di  rettorica  si  come  fe- 
ti cero  molti  li  quali  parlando  pulitamente  et  artificiosa  11  ieri  le 

•  ai  Villani  u'è  seguilo  l'I  in  la  lord  dottrina,  «  ee.  ce.  Termina 
il  volume  con  quelle  .■iole  parole  :  l',.rp'int  invilitili  l'uiiadii  ;<Y 
AfjricaUani;  e  non  v'ha  indicazione  alcuna  nò  del  luogo,  aé 
del  tempo,  ne  dell' amanuense,  ne  dell' autore  della  tradu- 
zione. K  dopo  le  sopraddette  parole,  si  eonlciigono  in  Ire  pa- 
gine le  Expositiom  ili  :  mainiti  ili  l'allodio:  con  che  si  dà  Gnc 
al  codice. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  GiS 


1515.    {  SCPPLÉMEST.  ) 

376.  Giornale  della  spedizione  fatta  da  Livorno 
per  Porto  Maone. 

Cartaceo,  in  S",  tìifltteri  corsivi,  di  pagine  07.  secolo  ivmD. 
ben  tonwmtt. 

Si  contiene  in  questo  codice  il  —  Giornale  delta  spetti  an- 
jatla  da  Livorno  per  Porto  Maone  il  dì  a  4-  Febbraio  1781.  Giunge 
il  giornale  sino  al  di  3  del  mese  di  ottobre  di  esso  anno  1  781. 
É  già  nota  questa  spedizione  composta  di  Corsi,  Sehiavoni,  ed 
Inglesi  contro  gli  Spagnuoli,  intorno  alla  quale  ne  parlarono 
tante  volte  le  gazzette  di  quel  tempo.  Qui  però  la  storia  è  tutta 

1337.    (  SUPPLÉMEUT.  ) 

577.  Osservazioni  storielle  di  Ambrogio  Rossi 
sopra  la  Corsica. 

Com|!i-midesi  in  essi  17  volumi  una  sola  opera,  e  questa 
ha  il  titolo  seguente  :  Delle  osservazioni  storiche  sopra  la  Corsica, 
deli'  Abbate  Ambrogio  Rossi  d'Ajaccio.  L'opera  è  dedicata,  per 
lettera  dell'  autore  con  la  data  di  Ripoli  in  Toscana  del  di 
(i  settembre  1819, — A  Sua  Maestà  Christiaaissima  Luigi  X  Vili', 
Re  di  Francia  e  di  jYuuarra.  »  Quest'  opera ,  »  come  scrive  l'autore 
in  sul  principio  di  essa  dedicatoria,  »  non  deve  vedere  la  luce 
«  se  non  ebe  all'  ombra  de'  gigli-  Essa  é  il  lavoro  di  quaranta 


6i56  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  e  più  anni,!  ec.  Niuna  difficoltà  a  creder  questo,  dan- 
dosi uno  sguardo  alla  soia  materiale  scrittura,  rd  alia  massa 


enorme  del  travaglio,  cui 

iIKosai  dovette  se 

stcocrc.ll  suo  ono- 

rjilu  desiderili  però  non 

fu  adempiuto,  e  : 

i' opera  non  è  stala 

ancora  pubblicata ,  e.  nT.uo^iir  hi  non  saprei  pronosticare  se 

ciò  pii'i  aceaderà,  o  tpiai: 

do.  Non  già  di' a 

sa  ,  come  può  ben 

credersi  Facilmente,  non 

contenga  quanto 

mai  per  ogni  ris- 

non non  fu  detto 

oni  ignorato ,  qui 
le  clie  ne  ho  fatto. 

dir  1'  aitlorc,  volendolo. 

avrebbe  potuio  ri 

Aula  alla  metà  di 

a  stessa  di  alcune 

pel  modo  con  cui  le  espi 

me  e  le  tratta.  Coi 

edi  <■  ìuduliilalo  olii'  se  . 

i  taluno  cadesse  in 

animo  di  porre  in 

luce  una  novella  storia  di-ila  Corsini,  non  dovrebbe  omettere 
io  studio  di  qui'sli  volumi .  e  sarebbe  assai  contento  ili  rìtro- 
varvici  alcune  particolari  notizie,  ebe  indarno  cercherebbe 
anche  oel  Filippini,  che  pur  n'é  reputato  lo  storico  classico 
di  qacll'  isola.  Tutt'i  volumi  sono  gli  a  ti  I  oprali,  e  pervennero 
alla  Dibliotcca  del  re  pel  desiderili  mamlesialo  dall'  autore  in- 
nanzi alla  sua  morte;  al  qnal  fine  essendo  egli  in  Firenze 
pregò  il  cavaliere  de  Fontcnay,  ch'era  allora  l'incaricato 
d'affari  di  S.  M.  Cristianissima  plesso  di  quella  corte,  di  ap- 
porre a  ciascheduno  di  essi  volumi  il  sigillo  reale  a  dò  che 
dopo  la  sua  morir  p;!i  credi  (li  lui  dovri-rno  loilo  trasmetterli 
alili  regia  pubblica  IJi bliolrc.ii  iti  l'arici,  dov'era  stia  ferma  L r t — 
tem.ioiie,  elic  fossero  stali  consegnati  e  custoditi.  Tutto  ciò  fu 
eseguito,  si  come  ri-ulla  dah'ai'o  aiitcnlico  irunito  di  lolle 
le  forme  legali,  che  vertasi  in  sulla  prima  pagina  del  primo 
volume.  L'opera  ha  i)  suo  terrnme  in  quell'anno ,  in  cui  cadde 
Napoleone,  e  fu  elevato  al  trono  di  Francia  Luigi  XVIII". —  La 


by  C  ciogle 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6i7 
Corsica,  già  Francese;  Napoleone,  Corsoi  il  de  Rossi,  Corso; 
l'opera  incominciata  -otto  il  reeuo  de'  lìui  ln.'iw  ;  continuata  nel 
tempo  della  repubblica;  finita  sotto  l'impero  di  Napoleone; 
>'  ria  ultimo  [Indicata  a  un  Iterili  ;  creda,;  pure  cwinr  pia- 
cevole la  lettura,  e  specialmente  dei:'  ultimo  volutile  .  nei  quali' 
s'ingegna  l'autore  nel  miglior  modo  die  può  c  sa  di  star- 
cene, conte  dicono,  sema  gl'ave  s:jo  incomodo  seduto  non 
sopra  due,  ma  sopra  più  scrinine.  Vcggasi  il  codice  n°  5.ìo. 


078.  Descrizione  de' Cieli,  delia  Terra,  e  degli  Elementi. 

Membranaceo,  ii:  Y.  ljliI:.'iì  s<::iiÌi!uLill.  di  p.i£Ì[]L  do,  si-culo  il". 

Una  poetica  descrizione  de'  cieli,  degli  elementi,  e  delle 
tre  parti  della  terra  ,  di  quelle  cioè  ch'erano  anticamente  co- 
nosciute, ed  in  particolare  dell'Asia,  6  l'argomento  ed  il 
contenuto  di  questo  codice,  fi  componimento  è  in  otiava 
rima,  e  le  starne  sono  al  numero  di  1  di.  —  b,  ornalo  qua  là 
I!  codice  <T  alci  me  minia  In  fu  allu-ivo  tdla  divei-a  oatioa  de^H 
argomenti,  che  vi  si  trattano,  le  quali  hanno  un  qualche 
pregio  non  solo  per  essere  bene  condotte  nel  loro  disegno, 
ma  eziandio  pel  lor  colorito.  Peccalo  che  alenile  abbiano  un 
po'  sofferte  le  ingiurie  del  tempo!  Venendo  ora  a  dire  soltanto 
del  merito  letterario  di  quest'opera,  non  ini  pare  in  verità 
poter  allegarsi  come  esempio  di  beilo  scrivere,  ina  né  pur 
come  cosa  da  spregiarsi  affatto.  Trascrivo  la  prima  starna  ; 

Al  Padre  al  Figli;)  allo  Spirilo  sciite 
Per  ogni  secol  sia  gloria  et  honore 


M&  MANOSCRITTI  ITALIANI 

El  benedetto  sia  suo  nome  quanto 
Tutte  la  creature  hanno  valore 
Laudato  el  ringraziato  in  ogni  canlo 
Con  pura  mente  et  con  devoto  core 
Glie  confessata  sia  la  sua  contate 
l'ieliì  miscriairdij  et  dnriizle. 

Non  v'ha  nome  di  autore;  nè  nota  alcuna  d'anno  o  luogo, 
in  cui  fu  scritto  il  codice,  e  dopo  ì' ultima  starna  non  si  leg- 
gono che  queste  parole  :  Dco  oraltaj.  Finis.  Forse  avrà  veduta 
lo  luce  nel  secolo  xv°  questa  operetta  fattasi  poi  rara  appresso 
anche  per  essere  composta  di  poche  pagine,  ma  per  le  inda- 
gini die  ne  ho  fatte  io  la  credo  inedita. 

1522'.  —  1522*.—  1522'.  (aowLtawrO 

57 1).  Raccolta  di  Leltere  autografe  di  seritlori,  argomenti, 
e  tempi  diversi. 


Sono  questi  In1  grossi  volumi  tutti  e  Ire  segnati  collo  slesso 
munito,  i'  chi  li' lipomi  le  si  fjui'iiti  le!  («ri;  autografi;  italiane,  che 
dividerò  in  altrettante  serie  quanti  sono  i  nomi  degli  scrittori, 
1°  Lettere,  e  molli ,  .li  (Irìslinn  iiv  Mi  dici  libinola  di  Carlo  li* 
di  Lorena  .moglie  di  Ferdinando  gran  duca  di  Toscana,  e  indi- 
ritte  a  don  Giovanni  d«'  Medici,  queruli:  dt'H' artiglieria  dell' 
imperatore.  Il"  Altre  di  esso  Ferdinando  al  sopraddetto  don 
Giovanni.  111°  Di  don  Giovanni  de'  Medici  a  Marco  Giani. 
IV  Del  dottore  Peizcns  allo  stesso  don  Giovanni.  V*  Del  Vinta 
a  don  Giovanni.  VI"  Di  Cosimo  Baroncelli  al  Giani ,  allo  stesso 
Medici,  e  ad  altri.  VH*  Di  Curzio  Pienone  a  diversi  ministri 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6/,g 
dui!'  imperatori;.  Vili'  Di  Giacopo  Gasparini  a  Marco  Giani 
IX°  Di  Marco  Giani  a  don  Giovanni  di:'  Mediti.  X"  Molle  l'iu- 

niìe  in  mi  Cise.in  ili  diversi  -ei'ilt-jii,  si  <:<.-i  lei  Mu/./.i,  dell' 

Ughi,  del  Palli,  del  Valiero,  del  cardinale  Barberini,  del 
Modesti,  del  Fei,  del  Bartolini,  del  Guidi,  ec.  ec.  XI"  ed  ul- 
timi!. Almi:  e  indite  del  -i  piTiddetlo  don  I  iiuvarini  'le'  Mt  iiiei 
diveisi  personaggi  di  allo  rango,  ed  a'  dotti  di  diverse  na- 
zioni. Sulla  preziosa  raccolta  di  queste  ìeltcre,  che  sono  più 
di  Soo,  tulle  aulugrnle ,  i!  clic  possono  giudicarsi  tutte  inedite, 
nulla  io  dirò,  essendo  per  se  ben  manifesto  il  vantaggio, 
che  a'  dotti  ed  a'  letterali  tornarne  potrebbe  dalla  loro  lettura. 

1663.    (  SUl'l>l.t*E5T.  ) 

58o.  Discorso  politico  intorno  all'Alcmagna  ed  all'Italia. 
Cariano,  in  i-  [rande,  caralleri  tonivi,  di  pagine  800.  secoli  ti*  e  tir, 

t  [juesto  un  gran  porlidn;;! io ,  ehi-  contiene  ima  raccolta  di 
memorie,  edili:,  iiiauiiesii .  didima/ioni ,  nctilita/.iùiii ,  leileie 
pubblichi;  e  private,  ec.  ec.,  il  tulio  coneernenle.  gli  aliai  i  dell' 
Alemagna  c  dell'  Ungheria  in  sul  finire  del  iv°  secolo,  c  in 
sul  cominciarli cnto  del  secolo  xvi°.  —  La  raccolta  è  preziosa 
ed  importatile.  Vi  si  leggono  alcune  scritture,  che  sembrano 
proprio  fatte  oggidì;  tale  e  tanta  è  l'analogia  de'  pubblici 
all'ari  penna  nifi  ed  nni;lieie.si  ri:  rpe'  tempi  eon  ([urlìi.,  die 
si  agitarono  Fra'  dipliimaliei  a'  «iurjiì  nostri.  Ma  tulli  questi 
scritti  sono  in  lingua  latina  e  francese.  Purv'ii»  sul  principio 
del  codice,  o  portafoglio,  un  discorso  polilico  e  diphjmalìco 
intorno  all'Alcmagna,  c  all'Italia,  scritto  in  buono  e  Lello 
italiano  in  sul  Unire  del  secolo  w",  elie  sembrami  meriterebbe 


650  MANOSCRITTI  ITALIANI 

veder  la  luce  pe'  molti  lumi  clic  .somministrare  potrebbe  alla 
storia  di  quel  tempo.  Per  disgrada  però  mancadella  prima, 
e  di  qualche  altra  cario  nel  meizo. 

1762.  (sefflWt.) 

58i.  Relazioni  storiche,  politiche,  e  diplomatiche  scritte 
in  diversi  tempi,  e  d'aulori  diversi. 

''. :■  ri J in  t^lii;  ] i L-.- ii,  i  li  ilii-.i  ...i.'iv: .  .li  [.  i!!::ir  ii.it'i  \\a\ 

Si  comprendono  in  questo  codice  gli  scritti  seguenti  : 
I"  lleltiznnie.  delio  slatti  di  Piumini.  Fssa  e  .scritta  da  un  ambas- 
ciatori: veneto  presso  quelli  torte,  e  letta  al  senato  di  Venezia 
nel  suo  ritorno  da  quella  ambasceria,  Non  v'ha  il  nome  del 
diplomatico.  II'  Lettera  di  Antonio  Perez  secretano  del  Re  Catto- 
lico Filippo  IP,  ci™  (7  modo  che  deve  tenere  un  Corteggiano  favorita 
per  conservare  la  stia  tuona  fortuna.  Veggasi  l'artic°I°  del  codice 
segnato  n'  3rjn  III'  litlatiami  /Itila  stata  e  forzi:  tlell' I  mjicettton; 
e  de'  Principi  della  Germania.  Di  questa  relazione  ,  ebe  fu  latta 
ili  li.mipo  (MI'  i il l [i. t,. li >:v  !■"(■]  dì] Lindo  libinolo  dell'  Arciduca 
Carlo  di  Gratz.  che  lo  il  figlinola  minore  dell'imperatori' 
Ferdinando  I",  sono  più  copie  in  altri  codici  della  Biblioteca. 
IV'  Reìatiene  di  Spagna,  cioè  Ordine  della  Casa  del  Re,  Consiglio 
ili  Spaiiiia,  .Spese  ilei  Re.  Veseaiiì  e!  A n'i'ivsfui'i ,  Ltiji\aiji:j  ili  Spu- 
gna, et  entrate  de'  signori  Titolari;  lunga,  diligente,  ed  esotta 
relazione,  che  fu  fatta  al  tempo  di  Filippo  IP,  delia  quale  non 
abbiamo  altra  copia  nella  Biblioteca.  No»  risulta  da  chi  sia 
stala  scritta, -nè  per  ordine  di  chi,  nè  il  luogo,  nè  l'anno  iti 
cui  fu  scritta.  Incomincia  cosi  :  .Quasi  tutti  li  Preticipi,  cosi 
«  inlìdoli  comi'  fili  risi  inni .  nel  principio  del  loro  regnare  pi- 


DELLA. BIBLIOTECA  DEL  RE.  65 1 

«gliano  con  molta  solennità  c  pompa  le  insegne  del  loro 
-  domìnio  ;  e  questa  ccrcmuiiia  chi  .ima  no  la  In  corona  tionc ,  »  ec. 
E  termina  con  le  seguenti  parole  : .  Ni:  tampoco  alcun  Grande 

■  può- essere  decapitato  per  homicidio,  o  altro  delitto  com- 

■  messo,  eccetto  però  per  questi  tre  falli  :  di  Lesa-Maestà,  del 
•  peccato  nefando,  et  di  Eresia.  >  V*  eil  ultimo.  Discorso  di 
pra-i.i.'ivi-o  fra  ÌTapcm  ■:  Spai/su,  dui  filali;  è  più  il'  ima  copia 
in  altri  codici  della  Biblioteca. 

1763.    (  SCTP1ÌVF.P.T.  ) 

58s.  Descrizione  dell'isola  e  regno  di  Candii; 
di  Marco  Boschini. 

Cirtacetì.  io  4"  Brand*,  carjUui  l',i;.vl.  ni  y^-in-  ,  jo.  secolo  in'. 

Contieni:  in  questo  codice  mia  descrizione  o  più  veramente 
una  statistica  dell'  ìsola  e  regimili  Cantila.  Molte  relazioni  poli- 
tiche ed  amministrative  di  quest'isola,  scritte  da  vari!  ambas- 
ciatori in  diversi  tempi .  po.-sede  In  llihiiotcca  del  re.  Vergatisi 
i  còdici  legnati  nnm"  tso3,  3a3,  Ì74,  e  soprattutto  il  a"  de' 
codici  segnali  n'  fio/i ,  eli  i-.ii  siilo  tic  ne  i-jccìi  inde.  Ma  la  pre- 
sente di  cui  do  notizia  è  al  tutto  diversa  dalle  sopraccennate . 
non  solamente  pel  metodo  che  fu  adottato  dall'autore  nell' 
osservare  e  descrivere  le  cose  di  quel!'  isola,  ma  altresì  per- 
dio, quantnnrpic.  ci  non  fosse  m'i  polilico,  né  diplomatico,  né 
letterato,  pur  era  un  uomo  attissimo  a  dar  una  giusta  idea 
ili  ciò  die  più  imporla  sapere  ,  onde  conoscere  e  Ine  conoscere 
lo  stato  pratico  di  una  amministrazione.  L'autore  di  questo 
scritloè  Marco  lioscliini  Veneziano,  nome  ben  noto  per  altre  sue 
produzioni  storiche  e  calcografiche.  Già  è  conosciuto  il  libro 


er»  MANOSCRITTI  ITALIANI 

die  Ila  per  [Itolo  :  Il  Regno  tatto  di  Candia  delineato,  e  parie  a 
;i.:<ric  in<-i'/ìiaiM  /tu  Mamj  B::.<-:!iiui-  Vaìrtia  i(ìji.,  in  foglio;  se 
non  che  ne)  pri'senli!  mtìIIo  si  jiociiiilrano  alcuni;  e  non  pic- 
riole  cEfibreuic  colf  opera  giri  slair.pjla.  i^W  è  per  tanto  indu- 
liitato,  che  av  rnilu  sol  In  degli  ocelli  Ih»'  i  (.orlici  die  Ilo  qui 
sopra  indicati ,  e  posseduti  (Lilla  regia  Biijliotrci ,  i  quali  trat- 
tano dell'isola  di  Candia,  potrcbl>esi,  volendo  farsene  una 
novella  descmioot,  giovarsene  molto  e  con  molto  frutto. 

1764.  (sUPPIÌMENT.) 

583.  Storia  de!  Conclave  nel  quale  fu  eletto  il  Pontefice 
Alessandro  VUJl0. 


(!om|)iì:iii|i,.fi  in  questo  codice  la  —  /Ustoria  del  Conclave 
onde  usci  Pontefice  il  Cardinale  Pietro  Ottholono  coi  nome  di  Ales- 
sandro Ottam,  opera  divisa  in  tre  parti,  o  vero  in  Ire  Tempi;  e 
iic-fer(.-i  i!al'~  tinteli--  nlt' KniTin.  e  Zumo-  stonar  Cardinale  Pietro 
Quhobono  Nipote  di  Saa  Santità,  in  Roma  mv  decembre  1689. 
Questo  titolo  dell'operai  suntuosa  mente  scritto  a  caratteri 
d'oro  nella  prima  pagina.  Non  si  saprebbe  desiderare  un  co- 
dice di  più  beila  •-  nitida  scrittura  di  questo.  Per  tutti  gli  este- 
riori ed  illU'iui  indir.)  può  eiviliTsi  r»n»  I' .>>empl.i]v  [di.].'- 
simo  die  lo  storico  offerse  in  dono  al  suo  Mecenate  il  cardi- 
nale Pietro  Ottoboni  ;  ma  nò  nella  lettera  dedicatoria ,  nè  nel 
proemio  o  avviso  ai  lettori,  né  nella  introduzione  alla  storia 
si  trova,  e  nè  pur  può  congetturarsene  il  nome  dell'autore. 
Non  ù  veramente  a  proporsi  in  esempio  di  beilo  scrivere  in  lin- 
gua nostra,  ma  sì  in  esempio  ili  .storico  accurato,  impaniale, 


Digiiized  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  653 
e  fedele  di  tutto  ciò  che  accadde  in  quel  conclave,  ed  è  por 
ciò  fra  In  moke  relazioni  di  conciavi  da  farsene  buon  conto 
per  l'ntiliti  clic  può  tornarne  alla  storia  quel  tempo.  H 
volume  è  magnificameli  le  legali) ,  doralo  sui  logli,  e  colle 
armi  del  Pontefice  impresse  in  oro  sopra  le  coperte  del  volume 
medesimo.  Al  di  sopra  del  titolo,  elio  riportai  da  principio, 
leggesi  scritta  d'altra  mano  questa  aunota/.ione  :  Doni*  <i  hi 
lltblwthitjui:  des  V.apscms  de  Suinl-limorè,  par  le  P.  Angélique 
de  Paris,  Capacia.  Agenl. 

1765.    [wmiMEKI.)  ' 

584.  H  Capitolo  Fratesco i  poema  composto  da  Sebastiano 

Cartaceo,  in  /f  grande,  caratteri  conivi,  ili  pagine  àio,  secolo  «II*, 

11  titolo  del  presente  codice  è  come  segue  :  Capitolo  jra- 
tesco  cainposto  dal  Padre  Tiiiibriitiio  S'irhiit  Aemdemìeo  Lepida 
Reggiano,  ce.  ec.  Intorno  al  merito  di  quest'opera,  vegga 
il  lettore ,  se  così  gli  piace ,  ciò  che  s' è  detto  del  codice  se- 
gnato num°  545,  di  cui  è  una  copia.  Uè  perché  nel  sopraddetto 
titolo  si  vede  cangiato  il  nome  dell'  autore  si  pensi  die  siavi 
pur  cangiamento  o  diversità  alcuna  tra  questo  e  l' altro  scritto. 
Sappiasi  che  Ttsiihenum  Sechiti  è  I' -inagrii moia  di  Sebasliuno 
Chiesi;  e  in  falli  actjil ricini  di  os^vvare .  clic  lo  lettere  per  le 
quali  cominciano  i  versi  delle  cinque  ultime  stame  del  com- 
pilili un'ilio  d ar.no  a  leggere  di  ia  ramni  to  rosi  :  lidi-utiano  (,','ir.rfi 
Reggiano  Accademico  Lepido  ;  com'è  pure  net  codice  sopraddetto 
num°  545. 


65A  MANOSCRITTI  ITALIANI 


.1767.  (ibmùnfrx.) 

f>8à.  Volga rizzamento  dell'  Oracolo  Manuale,  già  composto 
in  lingua  spagnuola  da  Vincenzo  di  Lastanosa. 


di  Prudenza;  di  Don  Vincenzo  di  Lastanosa;  tradotto  in  lingua 
italiana,  e  dedicati'  allu  Illustri, unii  w,iiii."ii  Mmuierot.  Sia  giunto 
o  no  alle  mani  di  questa  doma  il  presente  codice,  ch'c  pur 
legato  maciniti  a  un']  itn,  unii  m  saprebbe  cui  affermare;  e  nè 
pure  contiseli  l'è  chi  ne  sia  il  Irai!  ultore,  il  quale  nella  lettera 

con  queste  iniziali ,  eh'  io  certo  non  saprei  diciferare,  G.  B.  F. 
— Sono  però  imi  uhi  [ale  li;  scrunili  cose;  e  la  prima  è,  che  per 
tutti  gl'indizi  (Ine  reputar;;  ii  i  od  ice  u  litografo  noti  che  auten- 
Lit(i,  die  fu  ibi  tiailiillnri'  dedicali,  allu  signora  Mulinerò!;  e 
la  seconda,  che  il  traduttore,  sccondocbè  parmi ,  non  era  tene 
instrutlo  riè  della  lingua  da  cui  traduceva,  ch'era  la  cnsti- 
gtiana,  né  ili  quella  in  cui  si  propose  di  traslatore  quest' 
opera,  cioè  l' italiana,  liasla  li  bere  uno  de'  loo  capitoli,  ne' 
quali  è  diviso  l'Oracolo,  perchè  ne  sieno  persuasi  anche  tutti 
quegl' italiani ,  che  ne  sanno  onon  nesannodella  casligliana  ;  sì 
come  fra  il  mi  un.' ni  ih  quieti  uiiimi  ci  sono  io  pure.  Ma  quant' 
i:  alla  soslaiii-a  delle  dollrine,  e  la  sodeiia  delle  massime, 
sembrami  vcr.niicule.  un  libro  doario  li  essere  conosciuto.  Io 
non  so  se  sia  stalo  tradotto  in  altre  lingue,  non  ritrovandone 
Fatta  menzione  da'  liibliografì;  e  né  pur  si  saprebbe  dire  se 
l'autore  sia  o  no  il  celebre  antiquario  Vincenzo  di  Lastanosa, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  655 


poiché  il  diligentìssimo  Bruirei,  die  ci  enumera,  oltre  le  sue 
opere  fatte  ormai  assai  rare  sulle  antidn:  m udii;;! in  mulete 
spagnuole,  pubblicate  in  Huesca  e  Zaragoza  in  su  la  mela  del 
secolo  ivil",  ed  altre  ancora  di  diverso  genere,  non  fa  men- 
zione di  questa. 

1768.  (  surf  lem  eiit.  ) 
586.  Atalia;  tragedia  del  /Infine,  voi  gain /.aia  dal  Conti. 

I!  Lilolo  a  l'anioni  mito  ri  i -1  picwutf.  un  ilei-  r  rpn^:n  :  Aiulia. 
Tragedia  trulla  dalla  Scrittara  Santa  diMr.  R.  (Monsieur  Racine), 
tradotta  dal  Siijnar  MiIiiiU'  Gatti  \'ulak  rcaeta,  l'anno  di  nostra 
salate  1736.  11  componimento  è  diviso  in  cinque  atti.  É  pre- 
ceduto ila  una  lunga  prelazioni:  dell'autore,  nella  quale  rende 
ragione  di  tutte  le  parli  della  sua  opera ,  e  previene  e  scioglie 
le  obbiezioni  die  gli  si  potrebbero  fare.  La  traduzione,  come 
ognun  sa ,  non  può  non  esser  degna  di  quel  bravo  poeta  e  filo- 
sofo veneziano.  Si  dirà  ch'io  ho  falle  qui  anelli:  troppi:  parole 
su  questo  lavoro  (lei  Conti ,  ebe  fu  già  pubblicato  nel  tomo  1- 
delle  sue  prose  e  pwii:  positi  in  luce  in  Venezia  l'anno  I7'3g, 
pel  Pasquali  ;  ma  si  consideri ,  che  in  leggendo  io  qua  e  là  il 

presente  llianoscrilld,  potili  i:iillosi:e)l:,  rli'i'Mio  onó  ,  pur  ìli 
somma  sua  correzione ,  essere  consultato  con  molto  frutto  nel 
caso  che  si  volesse  di  bel  nuovo  riprodurre  in  luce  le  opere 
dell'  aliate  Conti. 


K56  MANOSCRITTI  ITALIANI 

1769.    (  6tFPlÌHEHT.  ) 

587-  Vita  di  Paolo  IV.  —  Ricordi  di  Paolo  UP. 
Mai  Le  de'  Carni ji:><-li.i. 


Tre  scrini  si  contengono  in  questo  codice.  1J  La  vita  del 
papa  Paolo  IV',  eliti  l'u  il  cardinale  Caraffa  Napolitano;  della 
quale  tacesi  il  nome  dell'  autore.  Fu  questo  papa,  che  aveva 
persuaso  il  suo  antecessore  Paolo  111°  A'  iusliluire  in  Roma  il 
tribunale  della  inquisizione;  ciò  che  Ju  fatto.  11°  Ricordi  del 
papa  Paolo  111°  al  cardinale  Farnese  suo  nipote.  111°  Maligne 
della  morte  de  signori  Carrafachì  eioè  il  Cardinale.  U  Daca.il 
Come  di  Alifi,  e  Don  Lionardo;  fatti  morire  dal  Papa  Pio  IV, 
i'nnno  i  56a.  Nulla  più  oltre  su  questi  scritti. 

1770.  {swpiìmekt.) 

588.  Istruzione  del  Papa  Urbano  VII!"  al  Cardinale 
Ginetti. 

Cartaceo,  in  i-  grande,  caraUnri  ninhì,  ili  pgiiir  3oo,  secolo  iyii". 

Comprende  questi)  codice  la — -Inslnttlione  data  al  signor 
l'.-irJmalr  (ì t'ietti  l.-:..iitl->  'le  Ktta-:  ut  (.'a/ssu  per  l.t  pare  BwcrsaU. 
Di  questa  iuslnndoiie ,  che  I"  dalli  ni  esso  cardinale  dalla  corte 
dì  Roma  nei  pontificato  di  Urbano  VII1°  per  trattare  nel  cele- 
bre congresso  di  Colonia  in  unione  li*  ministri  di  tutte  le  po- 
tenze europei1  iidle  pritc  generale,  abbiamo  due  altre  copie 


Oigitizàa  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  tì57 
nella  regia  Biblioteca  :  l'uria  cioè  all'artic*  V°  del  codice  se- 
gnato num°  ago,  e  l'altra  nel  codice  segnato  nuni"  3n. 
Rimetto  il  letture  specialmcnle  a  quest'  ultimo. 

1771.    (  5UPPLÉ1IENT.  ) 

S89.  Relazioni  politiche  delle  Corti  di  Roma,  di  Venezia, 
e  di  Spagna. 

;.:.il.KC.'.  ir-      iJi-nn-li'  ,  r-^rs-ii tiri  .-n?'ivi.  di  p.ipjnr  soo  .  ^colo  *vi;' 
ben  anuBvato. 

Tre  relazioni  polìtiche  e  diplomatiche  si  contengono  nel 
presente  codice,  e  sono  :  I"  IMnlmw  della  ihrtc  dì  Roma,  sani 
ojjitti ,  Governo  t  lini  :  il/H.i  ipiiih-  icla/ionc  altri'  copi'1  in  pili 
codici  sì  conservano  nella  llihlioler.a.  11°  Rejaùoae  (Mìo  Stulo 
ili  Veneti,!,  fatta  da  Dia-  ,K/.:.jr,u  dalia.  Clama  Martha:  dì  lìcdmm: 
già  Ambasciatori-  per  la  Maestà  Cattolica  presso  delta  Repubblica, 
l:t:u .7 l'.'i  Cardijiaìi.  di  Stinta  Cl\itv>.  Iti  questa  relazione  e  altra 
copia  e" assai  più  corretta  nel  c  odil  e  stigliato  nuiii"  .1  iG.  111°  Re- 
lattone,  di  Spaijiiu  fatta  dall' Ilinio.  et  Et:t:(mo.  signor  Leonardo 
Moro  Ambasciatore  animarlo  per  la  serenissima  Repubblica  di  Vene- 
zia appresso  Stia  Maestà  Caìlaii-.a.  Hìl  !,■  Lìilsliutfca  situi  copili 
della  stessa  relazione  all'  arlic'  \"  nel  coi  li  ni  segnalo  n  11111°  4p,7- 
e,  se  cosi  pince,  vengasi  pur  ciò  clic  se  n'è  detto  nella  des- 
i-ri/.ione  rli'l  indire  segnato  mini"  '.ini,  all'  arlic"  11". 


658  MANOSCRITTI  ITALIANI 


1776.  ( suppiìkem-. ) 

figo.  Trattalo  di  Geomaniia,  di  Gerardo  da  Cremona. 
Membranaceo,  in  i8">  araueri  &emìgotìci.  di  pigine  iyoT  aerale  ir. 

Principia  i]  codice  nel  modo  Seguente  :  In  nomine  Domini. 
Amen.  Qni  incomincia  il  libro  \  che  fico  il  maestro  Gheranto  da 
Cannona  forarne  ftontfi  |  iti/uni,-  liltm  jiarlu  ikltrt  natività  dello 
/monto  et  de  h  fontani  fi  (fu  fo™  («/«r  i-(  soll'i  ai  i/uale  pianeta  sarà 
nuto.  Et  annuii  .<<;  /«  frmenu  i/rm-iilit  partorirà  maschio  o  fomena 
et  dì  che  maniera  .timi  (/  ii.i:.  f:<ihualn.„  ìil  ajjii  toso  fi  può  uefllcrc 
/»r  fi  A/faUtii  im  'Viri  '/ni  '//  s«»<.  per  rrurair  Jc  piaitete.  Termina 
il  h  iiiL-iNi  villi'  iiilliirni!-  eli'1  ])os:,oii»  averi:  i' ^eclissi  del  sole 

0.  della  lima  nel  nascere  dei!'  uomo  o  della  donna,  in  line  non 
legsjonsi ,  clic  le  seguenti  parole  :  Laus  libi  sii  Chrisle.  Quia 
libcritxidir.il  iste-  V.  questa  piuttosto  una  compilatone,  etra 
min  v.-ifiirirm  dn!l'npn|-a  di  trerardo  ria  (JrennniLi  .  inlonio  alili 
quale  puri  vedere  il  lettore,  se  gli  aggrada,  ciò  die  se  nò 
detto  nel  codice  segnato  num'  0G9. 

1770.  (  bupplìicebt.  ) 
5c)L.  Satira  di  Lorenzo  Aziolini  sopra  la  lussuria. 

in      iai,iHi.[i  i  .ii  .ìw  .  ih  [.mine  .iìi.  mtuÌ'n  ivnn. 
di  conservazione. 

IVI  seguente  titilli)  li  dichiari!  pur  il  contenuto  di  questo 
codice  :  Salirà  sajtra  In  Lussuria,  rnaipusili'jiir  ili  Mmtsitjtmre  i.e- 

1.  '.it.'.-.  .1       'il.;    VCìf-if:  -il  ilipainttlillttl ,  i'.'M  J;'./Il7.(i;-1  ilr'  l'rtth:  Ipt 


OigiiizM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  1\E.  tìog 
et  m)'vU'iii)  di'ili  i.tiHiiifhc  di  Fmw.ii!  ■:  S/i/iiiim.  ìì  quale  titolo 
è  adorno  di  un  arabesco  ad  uro  e  colori,  avendo  all'intorno 
de  segni  vescovili  ;  e  se  non  è  l'autografo,  panni  esse  re  quel 
codice  medesimo,  clic  l'autore  offerì  in  tributo  a  gualche  gran 
personaggio.  Yv  già  posta  in  luce  questa  satira  fanno  i  liSfi 
in  Venezia  in  una  .Scelta  di  poesie  italiane  dell'  Azzolini  in  8°, 
ed  è  componimento  lodatissiino  dal  Crescimbeni  e  dal  Man- 
chini  di  Prato.  Del  resto  il  presente  manoscritto  ha  il  pregio 
d'essere  correttissimo. 

1777.    (  SLFPLÉMEtlT,  )  . 

593.  Lettere  di  Vincenzo  Luccioli  senile  in  nome  del 
Cardinale  Otloboni. 

Cartaceo ,  in  S*.  nriltrri  rorsivì,  [ìì  (kiijIiu-  ']  io,  setolo  l'ir, 
ben  conservato. 

Compieurlesi  in  questo  codice  una  raccolta  di  —  Lettere 
famigliari  di  dimisi  generi  scritte  per  •rri  itui  di  II'  Umiiwntisiimo 
signor  Cardimi/e  OtihJriiu  dui  ,'15111,"  \'iiuen:n  Luccioli  da  Beva- 
gnu  Aii/mlHriu  di  dello  Unititi,  in  lltma  et  111  Brescia.  Quanto  a' 
personaggi  cui  sono  indiritte  queste  lettere,  può  pensar  di 
leggeri  il  lettore,  ch'essi  furono  tutti  0  pressoché  tutti  della 
più  alta  sfera,  si  come  l'imperatore,  il  duca  di  Mantova,  la 
repubblica  di  Venezia,  la  duchessa  di  Parma,  il  duca  di  Mo- 

uon  si  possano  allegali.'  in  esempio  di  ('litania  di  stile  e  di 
purità  di  lingua,  pure  sono  senile  eoo  mollo  sapore,  e  con 
tanto  nobile  semplicità,  clic  la  loro  letlura  non  annoia  punto, 
ma  pel  contrario  reca  piacere.  In  fine  quanto  all' utilità  che 
per  la  storia  del  tempo  può  trarscne,  essa  è  evidente  per  se 


olio  MANOSCRITTI  ITALIANI 

medesima.  Cominciano  osse  lettera  dall' anno  i65i,  e  giun- 
gono fino  all'  unno  1673. 

1778.  (sumimsT.) 

5u3.  Vita  tleil'abbiilf  dulia  iturnera,  scrilln  da  don  Francesco 
di  San  Bernardo  di  Mondovi. 

Si  dicliiara  da  bel  principio  il  contenuto  di  questo  codice 
per  le  seguenti  linee  :  t.a  ril-i  del  Yriiiml,ilr  All'/ite  Dan  Giovanni 
11  Sanctii  Benedetto,  ovcro  delia  Barriera,  lìUtùntort  delia  Congre- 
r/ulIONC  Fogliense;  «imposta  in  liaifiia  italiana  dal  fimo,  Padre  Don 
Francesco,  di  San  Bernardo  di  Mnndovi,  Superiore  (•','iirraie  della 
V.i'iiijivantium-  rifmiial.-i  di  San  ìiiniiiid.i;  Mi'  iintama  e  per  comun- 
damentodcgli  limili:  micini!  Canliiiuli  Fy.ini.i.yr,  ri  Auinm-i  lìnrinn- 
•ii,  nipoti  dei  Smo.  Musini  Siijiiim  Urbani  Pupa  ViH°  in  Roma,  nel 
ii, mi .11  tino  di  Salita  !':n:cr.i'iii\:i  ì'miiri  iG.il>.  .Non  è  a  mia  notiiia 
clie  questa  vita  contenuta  nel  presente  codice  sia  slata  posta 
in  luce,  ma  ciò  non  è  improbabile  essera  stalo  fatto  al  tempo 
della  cali on illazione  di  esso  Abbate  della  Barriera.  Certo  e, 
die  quanto  alla  lingua  nostra  essa  è  qui  assai  polita;  ma 
■guanto  alle  cijsc  e  soprattutto  ai  miracoli,  che  vi  si  narrano, 
in  penso  che  un'idi  l'eeelrsif;sLLi\j  f'n  isioiil1  medesima  non  ne 
|n-ruu'ltcivbbi:  I'  impressione.  Nul  principio  del  endice  è  il 
ritratto  d'intaglia  in  rame  del  venerabile  Don  Giovanni,  il 
quale  era  Fram  es' ,  le^emlm  i-i  :  fi.  .fumi  nei  de  fa  Barrière,  e 
leggendovi.^  per  l;i  copia  di  una  sua  lettera  scrina  in  francese, 
indiritta  al  padre  Itoillart,  nella  quale  si  sottoscrive  casi:  Votrv 
Immote  et  ahéissant  frere  en  nre.  Sàgaear  F.  Jean,  Abbé  des 
Fenilluns.  De  Home  /'un.  1009. 


oigiiizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  661 


1779.    (SUPFLÉHENT.  ) 

5o4.  Trattato  della  pittura;  di  Leonardo  da  Vinci. 

Cartiera,  in  8".  corniteli  univi,  di  pagine  300,  secolo  mi', 


nardo  da  l>W;  inl,>rno  al  quale,  rsamiiianrìo-ic  ,  .:;„■;,! Ir,-,  ,■ 
l'ortografìa,  io  non  ho  alcuna  difficoltà  a  credere,  che  sia 
stato  scritto  innanzi  la  primo  magnifica  edizione,  che  di 
questa  classica  ii|iera  fu  uuliMicata  io  Parigi  l'anno  i(iyi 
in  loglio  per  le  stampe  del  Langlois  ;  ma  oltreché  In  presunti1 
copia  manca  di  alcune  carie  nel  line,  iu  pur  male  eseguita, 
e  eoo  molta  negligenza  per  parte  deli'  amanuense. 

1780.    (  SCPPLÉHEriT-  )  " 

5qj.  Statuti  de' signori  Inquisitori  di  Stato  in  Venezia. 


Si  comprendono  in  questo  codice  gli  —  Statuti,  leggi,  fi 
ordini  delli  signori  Inquisituri  di  Stato  (di  Venezia),  («ilio  mila 
erettione  loro,  quanto  ne  tempi  muésrm  ■  m  oaah  rata  j>renn(h. 
il  modo  del  Governo  casi  intani,  come  /airi  della  Città;  et  tanto  <dn 
Ministri  de  Premiai,  guanto  con  proprj  Ambasciatori;  diffusi  in 
capitoli  cento  e  tre,  È  divisa  la  serie  de'  varii  decreti  fatti  in 
tempi  diversi  da  que'  signori  Inquisituri  in  tre  Istituzioni. 
Nella  1",  che  incomincia  dall'anno  i454,  si  contengono  de- 
creti, o.  come  ivi  detti,  capitoli  48.  Nella  II',  eh' è  detta 


663  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Aggiunta  al  m/iiMim-  tirili  f  ttjtitirt  Inquisituri  di  Stato,  sono  capi- 
toli a  i .  E  nulla  IH",  eli.' e  della  Aifjhim»  mmisuma  al  sopraddetto 
Capitolare,  Iti  i/utile.  Mt:  ti  un  prtiu-.ìpiu  uri  tempii,  tli't-ra  Inquisi- 
tore il  signor  Domenico  Molino,  51  contengono  capìtoli  34  .  i 
quali  Lutti  formano  la  somma  (li  capitoli  cento  e  ire.  Può 
|>l:lisil'  ili  lci;i;i.'n  il  I u <  1 1 : [-. .■  cuci  ipi.uitii  eirrospc/.ione  e  con 

quindi  può  credersi  (poiché  iì  codice  a  parer  mio  ha  ben  più 
di  due  siH'iili)  clic  a  qualche  ani  lui. scili  torc  Jrauccse  presso 
quella  repubblica  l'osse  rilucilo  di  aver  questa  copia  di  quello 
Itiquisitoriali  ileteijtiiiiii/ii.jiii  ;  le  quali  aiileuliclie  se  ne  stanno 
adesso, come  creilo,  jprrt.;  a^li  occhi  di  iliiinii(tic  ne'  pubblici 
archivi  in  Velleità-  • 

1781.    |  «IPFtiMEIlt.  ) 

5<j6.La  giusta  sia  te:  va  de'  Porporati,  viventi  nell' anno  1 
Cartacipi.  in  rt' grandi:.  (ìli-.iOitì  r..rsiii .  di  pogiop  a  So  . 

dì  buoDacpnjcrvsiionc. 

Il  litoio  di  questo  codice  è  :  La  Giulia  Staterà  de'  Porporati, 
dure  s'inlentlr  l'i  ritti,  nasi  Un,  ilist  t-titlniui .  pussil.i/ta  ,  iitclinutitine, 
ricchate,  m'rtù ,  et  vitti  di  tati' i  Cardinali  viventi  del  i648.  Vegga 
il  lettore,  se  cosi  gli  piace,  ciò  che  st.  detto  intorno  a  quesl' 
opera  nel  codice  segnato  nnm°  370,  di  cui  0  copia  il  presento, 
ma  beo  inferiore  a  quella  per  diligenza  ed  accuratoiia  di 


L'11  l'zod  b,  Co 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  6fiì 


1884.    [  81PPLÉ1IEST.  ) 

397.  Relazioni  politiche  e  diplomatiche  della  città  del 
Quinsai,  dell'isola  di  Malta,  delia  Sicilia,  di  Lucca, 
della  Francia,  della  Polonia,  di  Napoli,  della  Dalmazia 
e  del  Levante,  di  Genova,  di  Costantinopoli,  de'  Cantoni 
Svizzeri,  della  Savoia,  di  Milano,  e  di  Ferrara. 

C.Irtsreo,  in  fogli»,  «nitori  corsili,  .«ole  ini",  .li  pagine  lòoo, 

Il  titolo  che  internamente  cosi  ch'esteriormente  si  dà  al  pre- 
sente codice  è  questo  :  Itela/ione  della  gran  liita  drt  IJniii.wi .  e 
dei  Ite  della  China  e  ilio  goceno  et  altre  particolarità.  Ed  è  vera- 
mente così,  clic  per  questa  Relazioni:  sì  dà  principio  al  codice; 
ma  altri  multi  ori  iinprirlinili  sn  [ni  esso  contiene,  de'  quali  io 
dovrò  confin urini  a  dare  poto  pivi  che  gli  argomenti,  ed  il 
lettore  potrà  a  suo  agio  farne  quelle  considerazioni  :  ed  «isti- 
tuirne quelle  ricerche ,  che  gli  saranno  più  a  grado.  Gli  sentii 
sono  i  seguenti.  1°  La  sopraddetta  /W'f.'r.nc  Jrlla  ijriin  viltà  ilei 
Quinsai,  ce.  ec;  nella  quale  si  tratta  del  sito  deila  provìncia 

de  Musici,  del  lago  m'è  [insili  ii  Quinci:  .  della  |  insrv  li  ino  Ic|i.i- 
grafica  del  Quinsai,  del  suo  gran  tempio,  del  palazzo  re; di', 
della  sua  popolazione ,  della  sua  ricchezza,  de'  costumi  de'  suoi 
abitanti,  del  suo  tu  ri-i  tu  rio,  degli  animali,  e  di  hit  lo  ciò  di 
cui  essa  abbonda.  !''"  scritta  questa  r-ehiy.irino  in  obbedienza 
ngli  ordirli  di  un  allo  persona""») ,  imi  essa  e  dedicata  dall' 
autore,  che  si  sof tosi  rive  N.  iV.  nella  sua  lettera  dedicatoria,  la 
quale  incomincia  cosi  :  .Poiché  dicendole  in  questi  giorni, 
.che  alcuni  gentiluomini  francesi  desideravano  d'intendere 
.ciò  che  mi  sovvenisse  della  maravigliosa  città  del  Quinsai, 


664  MANOSCRITTI  ITALIANI 

V.  5.  Ilìnla  mossa  di  nobile  desiderio  dì  sapere ,  »  ec.  ec.  IP  itc- 
laiionc  dell'isola  di  Malia.  Non  lia  nome  di  autore,  ed  t  indi- 
ritta ad  un  papa ,  di  cui  lacesì  il  noni i".  F.  diversa  da  quelle 
clu'  lediamo  in  stiri  endici  di  questi  regia  liibliotcco,  ed  in- 
comincia con  queste  parole  :  «L'isola  di  Malta,  Beatissimo 
l'.idif,  posseduta  Loggiib  i'l  latta  validissimo  propugnacolo 

■  contro  gl'infedeli,  ■  ec.  111°  fir'n  r.iiww  ^iHtii  u  dei  governo  dì  Sici- 
lia. Non  ba  ninne  di  autore,  e  le  prime  lince  danno  a  legger 
cosi  :  ■!  Siciliani  nei]'  universale  Simo  più  astuti  clip  prit- 
«  denti,  più  acuti  che  sinceri,  amici  di  novità  ,  litigiosi  ,  adii 

.  latori....  ma  questi  medesimi  sono  obbedienti  alla  giustizia, 
«fedeli  al  Principe,  pronti  nel  servirlo,  affezionati  a'  forp.s- 
«lìeri,-  ec.  ec.  IV"  Ih-lmiune  della  lefiiihidìin  di  Lima.  Questa 
relazione  pure  è  anonima  ,  e  principia  con  le  seguenti  parole  : 

■  Questa  è  ritta  nobile;  è  pinta  ne] hi  Toscana;  è  dilaniata  cosi 
«da-  Lucramene  lic  de'  Toscani.  Dice  Slrabunr  ne]  quinto 

V  Relazione  del  regno  di  Francia.  Si  da  princìpio  cosi  :  .  Ho 
•  veduto  il  regno  di  Francia  nel  tempo  di  questa  mia  lega- 
gliene sotto  tre  forme  fra  loro  differenti,  ■  ec.  VI"  lielalione 
copiosissima  del  regno  di  Polonia  riferita  dall' Aliate  Raggiere  a 
l'io  IV°.  ritonmmk  Smith  dai  He  .%;.•-«!<:.  a  ,-(o  Augnilo  n «r,-t,i- 
del  Signore  i5G8.  Incomincia  in  questo  modo:  «Ancorché, 

■  Beatissimo  Padre,  io  abbia  continuamente  ragguaglialo  la 

■  Santità  Vostra  con  lettere  negoziate  per  ine  in  Polonia,  .  ec. 
Vii»  Relationc  del  regno  di  Napoli.  È  anonima ,  e  principia  cosi  : 

■  eccetto  da  Greco  e  Tramontana,  dove  confina  con  lo  stalo 

■  della  Chiesa;  gira  i4Go  miglia,  ■  ec.  ec.  VBJ'  Relazione  della 
Dalmazia  e  Levante ,  fatta  dal  clarissimo  signor  Andrea  Giustiniani 
Conno  1S7G,  Sì  dà  principio  in  questa  guisa  :  -Dovendo, 


■Serenissimo  Principe,  alle  Signorie  Vostri-  Eccellentissime 
"riferire  lutto  quello  clic  i)  mio  claiissiino  Collega  Valerio 
'fi!  ni  ajiliiamn  (..perirlo        Nii.-licsto  i  ?  li  .il  lei  'li  !)iili[i;ni;i 

«Levante.»  ee.  E  mollo  diffusa  la  presente  Religione  Ila 

quale  si  rende  pur  conto  in  particolare  di  tutte  le  città,  vil- 
laggi, e  luoghi  clic  SODO  compresi  nella  Dalmazia  c  nel  Le- 
vante. IX"  Rc!a:  io  ne  compitissima  della  irpnbbliot  ili  Gettoni.  Non 
è  dichiaralo  il  ninne  dell'  anioni,  ed  è  la  slessa  clic  leggesi  all' 
arlic°  111°  del  codice  segnalo  unni''  3  io,  eri  in  torno  alla  quale 
può  veliere  il  iellorc ,  se  tosi  gli  |>ìace,  ciò  che  ivi  si  è  dello. 
X°  Relation?  cunijiil'iiinit  dì  l.'w.'.r. ir \:a.:-oli  con  lo  stili-  delle  in/iji 
Miro  Fiutone,  tanno  i6ià.  li  anonima  e  comincia  così  :  <  La 
«  ci  Ila  iti  Costantino!  ioli  v  i-i  I)  1 1 1"  '  <:at  j  sopra  ti  ria  punta  (li  Ter- 

■  rafenna,  die  entra  nel  canali'  che  tiene  dal  Mar  Muggini'' 

■  dolio  Mare  Negro  Adriatico,  »  oc.  Assai  bella,  e  molto  sen- 
satamente scrina  I;  questa  relazioni-.  XI"  Relutione  ili  Helrrlia 
che  ultrimcnte  si  chiama  lì  tredici  Cantoni  ile'  Signori  Scìz;cri. 
Non  è  dichiarato  il  nome  dell'autore,  ed  è  divisa  in  capitoli, 
il  primo  de'  quali  principia  cosi  :  ■  Gli  Halvotìi  dagli  anlichi 

■  se  ri  Ilo  ri  Ira  i  pupilli  rhr-  di  Ila  (Irdli.i  I  inni  al  a  erano  chiama  li 


oggidì  nella  superiore  Germania.  ■  ec.  Si 

danno  le  notizie 

storiche  di  ciaschedun  cantone  in  p artico- 

lare, c  sembrami 

li  il  a  relazione  fatta  con  inolia  esattezza. 

Xll"  Mattone  dello 

stato  del  siijnor  Daca  ili  Sutoia.  È  anonima  . 

ma  in  leggendola 

si  viene  a  conoscere,  ch'essa  fu  scritta  da 

un  ambasciatore  d 

■  ch'c  di  riferire  a 

\  .  Maestà  quello  ch'io  posso  aver  osservato 

■  nello  spazio  di  n 

lesi  mil,  ■  ec.  La  relazione  ò  assai  min» la- 

uta. XIII"  Relalione  ili  Milano  e  suo  itolo. 

Questa  pure  è  rei 

azione  anonima,  e  fu  scritta  nel  tempo  che 

IÌ66  MANOSCRITTI  ITALIANI 

la  Lombardia  Milanesi!  era  Miggotla  al  dominio  della  Spagna. 
Incomincia  in  questa  guisa  ;  .  Li:  cose  die  a  me  è  qui  paruto 
«di  dover  riferire  a  V.  Altana  intorno  alio  sialo  di  Milano 

■  sono  quella  stesso  elio  couuuteinonlo  desiderano  i  Principi 
»  -aiioro  per  i  n  forma  ti  onc ,  non  tanto  dolio  If  istorie  c  de  suc- 
«  cessi,  quanto  delle  forse  e  dogli  interessi  dogli  slati  al- 

■  imi, .  ec.  XIV"  od  ultimo-  Relatione  di  Ferrara  e  suo  dominio. 
Non  lia  nome  di  anime,  ed  il  prmnpin  n'é  questo  :  ■  Ferrara 

■  è  ri  Uà  granilo  d  furie  por  ossero  |  tosta  in  silo  jiiano  et  basso. 
•  E  cinta  intorno  di  buono  nutra, ■  ec.  Fu  scrina  questa  re- 
lazione nel  tempo  die  vi  regnava  il  duca  Alfonso;  e  finisce 
così  :  Falla  in  Homa  ci  aula  a  N.  Signore  a  xsyi  dì  Gennaro 
i  595. 

Oltre  a  quella  relazione,  dì  cui  s'è  detto  alfartic"  IX'  di 

toglie  al  inerito  od  importanza  del" codice  stesso,  e  tanto  più 
eli'csso  fu  lotto  srritio  con  molla  dilìgono  dal  principio  al 
Cito.  Anzi  dico  il  vero,  obe  s'io  avessi  pollilo  avrei  ben  Vo- 
lootieri  imitato  l'esempio  di  colui ,  die  fu  un  di  possessore  del 
proselito  codici',  in  lino  del  quale  lasciò  scritto  le  seguenti 
parole  :  Incomiiirim  Ji  li:i:/<-,r.  Reciti.  libra  il  primu  ili  Moggi" 
i  liSo  ri  hu  fintiti  li  ■!  i  ^liufr/iti  in  Imre  1 1  di  tempo. 

I  936.    (  SOTPLÉMEMT.  ) 
fioci.  SoriediMeda^lio  impernili  della  casa  Palazzi. 

Il  titolo  del  prosi 'il    coi  lire,  e  Ite  lotosi  nella  pei  ma  pagina. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE,  667 
è  il  ve; urinili  i  .iene  di  nii-tlwjlir  lutjH-tìidi  di  prima  e  seconda 
grandrztil  tipptifU-nrilli  all'i  limi':,  di  crini  l:nìa;:i  1'  indi  pil.isilh;  ili 

casa  Boschi,  la  urie  delle  granii  comincia  da  Adria™,  e  stenditi 
fiso  a  Crispo  Cesare.  La  serie  delle  mezzane,  dopo  alcune  Greche, 
comincia  da  Giulio  Cesare,  e  segue  sino  a  Posiamo.  Benché  sem- 
ini hi  visti,  die  1111  calalngri  di  meriggile  dm  appar- 
tenevano 0  privale  fn  nii^lic  sìa  0  possa  esseri;  di  poca 
importala  pegìi  amatori  di  così  fatti  studj  ,  pur  l' esperienze 
multo  avendo  di  musi  vaio  il  eoulrario,  specialmente  ne'  cata- 
loghi ili  Mitri  tl'  li  -  |i,irlii  nliit'i  hiiilielev-ii: .  pensr>  die  -afa  n 
potrà  etscri!  loro  gradita  la  notizia  di  questo  codice.  Intorno 
al  quale  niente  più  io  dirò,  se  non  clic  quello  clic  descrisse 
le  iiit'iliij^lie  ne  .sa  pi  vi,  tu  me  mi  pare,  assai  bene  del  fallo  suo  . 
non  polendosi  desiderare  uni  più  fedele,  cbiara,  eri  esatta 
descrizione  delle  medaglie  medesime. 

1992.  (surpiiHEM-.) 
5gt).  Relazioni  ed  Ignizioni  poìilieho  e  diplomatidie. 


Si  ei;!i:orin::-tiij  in  queilu  te-dive  iji  senili  seguenti,  de'  quali 
pongo  sottri  degli  ovvili  de'  lettori  i  liluli  come  vi  si  leggono. 
I"  Rclalionc  dell'  A  mia  se  ia  to  re  di  Yntetia  ritunutto  dtiìla  Curie  Cat- 
tolica, ifoee  tali»  di-ile  fusi-  «mi-fé  dui  pritit  ipin  ili  Filippo  I"  sino 
aì!c  rci-i-ltitioni  ili  Ci.ttitioijii.il  1011  ia  ritti  c  libìdica,  del  conte  Duca 
(d'Olmrez).  Questa  sensatissima  relazione,  di  cui  tacesì  il 
nome  dell'autore,  e  di  cui  non  abbiamo  altra  copia  nella 
Biblioteca,  abbraccia  per  tre  quarte  parli  il  presente  codice, 
e  può  dirsi  un  vero  quadro  dello  stato  fisico,  politico, 


66S  MANOSCRITTI  ITALIANI 

animinislralin-i.  inililn ir .  l'enti. unico,  reliixioMi,  morale,  e  so- 
i  i.'lc  il  ■!  ..:m;;i:u  ilo  .'  <]Oi'l  lempn.  I.n  C  politica  del 

'■olilo  duca  d'Oli  vare/, ,  cli'ó  in  fine  'li  questa  ivlj/.ìono,  è  t| nella 
stesa  clic  le^jjiiiTiici  nel  inilirr  segnato  unni"  3i)G  dov'è  più 
to  nclta  clic  nel  presente.  il  leti  o  re.  ,tcij«ì      piace,  il  so- 

praddetto codice.  IPInjdOzMine  ai  Jiflnor  /)«™  i(i  Errano™  /Jm- 
hasciatora  Cattolico  in  Roma  tirai  il  m«fc  cerne  Jote  (nidore  Sf  rate- 


duca  di  Terr.itn» a  alloraelié  amli'i  pivcrnatorc  in  Milano. 
Vedasi  l'artic"  l\  "  del  roilirc  seminilo  1111111"  335.  HI"  Ragiona- 
menti' dei  Ile  l'Uopo  sei-miti,  neijli  ultimi  ili  della  sua  vita  al  Prin- 
eìpe  ino  figliuolo.  Incomincia  così  :  Se  Itene  ehi  vive  agli  affanni  ci 


rm:!nc::a;  ho  wm  di  meno  grand'  obbliga  al  Signor  Iddio,  che  sopra 
il  consueto  de'  nastri  Antenati  Inibbni  emuliti»  ipieslii  mio  corso  filale 
toni  altre,  'he  posso  ir  dei, .  i\on  ra:r  fiorire  nello  persona  vostra,  ma 
rendere  anco  fratto  i/uelìe  viriti,  elie,  ce.  Di  questo  bel  ragiona- 
mento non  è  altra  copia  'iella  Jiibli.r.ccii. 

2115.  (  5iirrLÉ«EriT.  ] 

600.  Canzone  per  lo  nozze  del  Principe  di  Conly 
e  la  Principessa  dTLste. 
t'jriaceo.  in  fi-,  anturi  mudi,  di  parino  10.  secolo  un-, 

Il  titolo  è  questo  clic  leggesi  nella  prima  pagina  ;  Per  le 
acclamatissinic  mi::,!  dell'  Altc;;e  'uro  Seratistioie  signor  Principe 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  "  669 
Luigi  Franaseli  -li  Cerci  v,  Girci!'  ili'  la  Mim-kn  ;  e  In  signora  Prin- 
cipessa Fortunata  Maria  il  i'.sic.  V.  uria  canzono  composta  ili 
li  stanze,  in  fine  della  quale  Ifggcsi  :  In  segno  il' nmilixsiniu  e 
profondissimo  ossaiaio  il  C-juU  livnarailura  Cardani  fra  Timidi 
di  Man(ora  il  ttilìraiu.  Sia  poi  quieto  (ìarthni  l' autore  di-Ila 
canzono,  0  sia  quello  che  ne  La  lalla  l'olii' ri  li,  ciò  è  elio  rosta 
a  sapersi;  ma  per  dire  il  vero  ben  poca  sollecitudine  io  ado- 
pero i  onde  togliermi  ili  i|ui:-.m  dubbio.  piTudoini  pur  poca 
cosa  la  «anione  medesima. 

Ahimè,  die  l'estro  usalo 
Già  in  cor  mancar  mi  senio  : 
Deh  perche  non  mi  0  dato 
Da  Febo  allo  concento! 
Pur  non  abbiali-  piii-imii 
Mi,!  kiwi-  rimo  a  si!i-g!iti  : 
.  Il™i,.,.,„,.,n,™ 
Perdoni  al  lardo  ingegno. 

È  questa  l'ultima  stonia.  Tutto  il  codice  è  scritto  con  ca- 
ratteri d'oro. 


DigilizM  Dy  Google 


DESCRIZIONE 


DE'  MANOSCRITTI  ITALIANI 

DELLA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA, 

NELLA  BIBLIOTECA  DI  SAN  GERMANO. 


li',  i  .   Inlnr  Jiin/iiiju  .  I >i.-ro:si .  I n-tni/.ini i  ,  <•  mtlIIi  durr.i  : 
la  più  parie  politici ,  di  vjrii  autori,  e  tempi. 

Cartaceo,  in         cjTall.jn  «ir^.b,  .li  y.r.'-iai-    .\,jo  ,  secolo  mi". 

Hi  comprendono  in  questo  codici!  gli  scritti  clip  seguono  : 
I  '  liliali':::!-  '.hi  'In  ri  turili;  Mr.is/r  Daniel  Barbara  rilurnalu  AinL'ii- 
,  ialini:  itili  irifli"  il  '  InijliiUi-rru  jiny  Iti  ripulitili,  n  jvi.rld.  Notili  alcuna 
differenze  tra  lii  religione  piesenle.  c  quella  che  dello  stesso 
llaibaro  e  soprii  I' m  ynmi  nln  meili'simo  \i"-'#x\  all'artic"  VI" 
del  codice  segualo  mini"  393.  II'  Compendio  degli  Stati  el 


67)  MANOSCRITTI  ITALIANI 

t/ooemi  di  Fiandra  nel  tempo  del  Ile  Filippo,  ndt  anno  iB-}S. 
IJ1"  llittritlliolti  ili!'  lìlmn.  jri/nrjf  P'n-lm  Caettiitii  tifila  stia  Badata 
alla  ;,«erra  di  Fiandra  sotto  il  serenissimo  Duca  Jf  Parma:  pinna 

Virm/n.  Bpptrssv  ti  quali-  si  r.vi,Ua  l'reneipe  et  ad  altra  persona  di 

[[iti-sli  ancrlimniìi.  i  i|iuli  :nr:i 1 1 - 1 1  .'t 1 1 1 1- 1 1 Le  danno  pur  a 

una  famosa  sentenza  -ià  adottata  d'alcuui  celebri  pubblicisti , 
pei'  la  (piale  .si  ai'uomuda  l'iir  illiu'illi:  d^ril  l'aeeiMlda.  IV'  Segreta 
e  particolare  Informatane,  che  ai  lic  Filippo  il"  di  Spagna  vicn 
titilli  mila  reptilililita  ili  Venditi  ;  m'Ha  quale  è  pur  curiosa  cosa 
i)  Vinicio  comi;  l' alitino  iVt  et-nt  iiil'oiinaziom.' .  la  chiami  (per 

■■  irai  io  al  pir-ciitv  i  pi.  'Ili  .S<;u-.ri  m-l  "ii'.ini.nr  il  suo  Domìnio. 
•  et  quante  Salere,.  oc.  X- Memoria  di  quello ,  che  frullano  alile 
di  Spanna  an  anno  per  l'altro  le  little  della  Crociate.  Quale  (risia 
memoria  !  VI"  ìlela.-ioin-  ih  II,-  II,  udite  nnlitivìt;  ili  ogni  anno  del 
Ffjjiiij  ili  Castìijha  .  li  quali  inno  tulle  in  itiiiitt-nto.  \  11"  lie/qu/n/iìo 
di  tulle  le  Farle::e,  Cititi,  il  Citstelìi  i  lie  Itiittao  li  signori  Venetiani 
in  Istria,  Dalmatia ,  et  Levante:  et  in  che  termini  si  ritrovino  alpre- 
tatù.  Erano  gli  anni  circa  tulio,  in  cui  fu  fatto  questo  Rug- 

scgue  un'  opcircUa  italiana  con  questo  titolo  :  .41™™'  discorsi 
sopra  il  primo  liliro  ili  Cnrttclif  Tn,  ito  :  imi  il  latto  e,  clie  il  dis- 
corso e  un  solo,  ed  ó  quel  medesimo,  clic  si  couticnc  nel 
codice  segnalo  ntitti"  sGS  all'  artic"  xi°.  IX*  ed  ultimo.  Discorso 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  67i 

intórno  agii  ordini  :u  ■essarii  ni  reijijinii-nln  ili  una  armata,  in  ogni 
tempo,  ed  a  quale  si  raglia  persona,  ehe  havesse  corico  di  legni  ar- 
mati. Non  è  dichiarato  il  ìiomc  ridi'  autore  di  questo  discorso. 
Chiudici  il  codici!  ron  unti  scrino  Ialino  intorno  alle  popolari 
sedizioni. 

740.  (SlUNT-GEBHAlK.) 

605.  Documenti  su  l'ambisi  iala  del  si«'  liru-liird  presso 
la  Repubblica  tli  Venezia;  giuntevi  dui'  \Mitiivuioni  Ir 
quali  concernono,  l'una  il  regno  di  Boemia,  l'altra 
l'Italia. 


.Si  contengono  in  questo  codice  i  documenti,  le  memorie, 
e  le  notizie  dell'ambasciata,  che  pel  re  cristianissimo  fece  il 
sig'  Bruslard  presso  la  repubblica  di  Venezia  ;  scritto  di  molta 
importali/.;!  per  In  sLdi'ki,  ed  il  solo  die,  amie  pare,  doveva 
essere  compiego  nel  predente  codice.  Ma  in  fino  sono  state 
posi  enormi  iute  UM^inni,.  dui'  sitrt'  feritili  re  ,  e  .-.unii  questi!  :  l.a 
prima  e  In  eopia  della  sol  enne  notifìc.nie.ne  di  h'iTtlinnirilo  li" 
imperatore  d'Austria  a  lutti  gli  stali  del  suo  impero  sulle 
compansioiic.'jli  rirco.itan/.e ,  nulle  tpi.ili  ritrovava;.!  s  quel 
tempo,  cioè  l'anno  1620,  il  regno  di  Boemia;  e  la  seconda 
È  pure  una  .\eii/iV,i_-rW-,  nella  quale  si  rende  conto  all'  Eu- 
ropa della  pace  seguita  in  Italia  l'anno  1617,  e  eoncbiusa  e 
sottoscritta  in  Parigi  da  Lodovico  XIII*. 


674  MANOSCRITTI  ITALIANI 


785.  v<*  e.  —  785.  voi«  w.  —  785.  Voi-  nfc 

6o3.  Scritti  di  autori,  argomenti,  e  tempi  diversi. 

ciascheduno,  secoli  \?iu  e  itii\  beo  (owernli. 

Questi  tre  grossi  volumi  ri n chiudono  alcuni  senili,  de' 

Tavole,  e  copia  in  ali  ribollici  della  Biblioteca.  Poiché  perà 
ridili  massima  parti"  la  nopi.-i  >':  unica,  daremo  qui  scn/.a  ic- 
i:e/iun(;  alcuna  IViiumiTazione  ili  lullo  ciò,  clic  in  ciascuno 
d'osi  volumi  cuuti'',[isi.  volume  I"  per  t.inlo  si  compren- 
dono gli  scrini  seguenti  :  1"  Relazione  di  messere  Michele 
Soriani!,  ritornando  da  Uoma  A  in  hascialii  re  f  lolla  Repubblica 
Veneta  al  tempo  de'  due  Ponleuci  Paolo  111°,  e  Clemente  VIP. 
11'  [ìciarionc  di  niesser  Tic  ni  ardo  Vavagicro  alla  Repubblica 
di  Venera  ritornandosi  da  Roma  Ambasciatore  della  stessa 
UupubMica  jjr'Cisu  li  Papa  Paolo  l  \  ' .  IH'  :V  inizia  rioni  di  Lega 
e  di  Pace  tra  Carlo  V°  Imperatore  ed  il  Re  di  Francia  Fran- 
cesco I*.  IV"  Relazione  di  messcr  Nicolo  Tiepolo  alia  Veneta 
Repubblica,  riloioiiiiilusi  imba^cialore  dal  Convento  di  Nòia, 
dove  fu  fatto  l' abboccamento  Ira  il  Papa,  l'Imperatore  ed  il 
Re  ili  Francia;  la  qua  In  Ridii/iono  «  M'«iiiinl;i  ila!  Cu  pigoli  ilollii 
tregua  omcliiusa.  \"  ])iv:;r::i'  notizie  sluric li e  intorno  ni  Con- 
clavi di  Pio  V-,  di  Paolo  IV",  di  Marcello  IP,  di  Clemente  VIP, 
di  Adriano  VI",  di  Pio  IP,  e  di  Leone  X",  scritte  da  differenti 
penne.  VP  ed  ultimo.  Traìlafo  del  Cardinale  .Sirlelo  indiritln 
al  Cardinale  Borromeo,  intorno  alla  Chiesa  di  Santa  Maria 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  675 
Maggiore  di  Roma;  giuntovi  un  discorso  del  cardinale  Com- 
rnctul'irit!  sopiti  la  Curio  lìuiiuna.. 

Nel  volume  II',  unni"  78.1  (sawmehmàui  ),  si  comprendono 
alcune  Relazioni  di  ambasciatori  vene-nani  falle  alla  loro 
repubblica,  rito  ma  11  dose  De  dall'  imbasciata  spaglinola,  e 
moo  lo  seguenti  :  ["  Rcia/.ionc  clelli  S|i;i ^n;i  di  messer  Nicoli 
Tir-polo  .  ritornato  Ani base l,-. t;no  dilla  lìepniihlicj  di  \  ene/ia 
presso  Carlo  V-  Impera lore  l'anno  i53a.  II"  Relazione  dell* 
Spagna  di  mcssr.r  Bernardo  Navagicra  \  cnciiano  Ai  ti  Lasci  a- 
lorc  presso  l'Imperatore  Carlo  V,  l' turno  1 546.  111°  Allra 
'lidia  Spagna  di  messere  Marino  Cavalli  Ambasciatore  Vene- 
rano presso  Culo  V",  l'anno  JV  Altra  dulia  Spagna 
di  messer  Federico  Badoaro  Ambasciatore  Veneziano  presso 
Carlo  Ve  Filippo  suo  figliuolo ,  l'anno  1ÌÒ7.V  Altra  rela- 
zione pur  della  Spagna  dì  mosser  AIicIicIli  Soriano  Vei-ioto 
Ambasciatore  presso  il  Ile  Filippo,  l'anno  i55q.  Benché  di 
ipiesln  Pa/lanuiii  ìiiìc.miii  al  ii-^]hi  di  Spadini  si  rincontrino 
altre  copie  spai'fr  tjiià  e  la  n.;'  dividisi  codici  della  ISiblioicca , 
pure  e  assai  opportuno  po'  lellori  il  ritrovarle  tutte  qui  unite 
in  un  solo  volumi';  0  laido  pili ,  clic  .'.«no  sevi  tic  con  diligenza 
più  grande,  dir  altrove.  In  lini'  poi  del  preiciile  codice  e  una 
.Vinilici  ;!;nca  delle  tltecfvm,  e  pompe,  efanerali,  che  si  fecero  neila 
cillà  di  Bruxelles  ne!  di  ag.  del  mese  di  Dicembri  dell'unno  1 558. 
per  la  morie  dell'  Impaniare  Carli  I"'.  L  runico  esemplare,  cLc 
di  questa  importante  notizia  si  conservi  nella  Regia  Biblioteca. 

.Nel  volume  IH",  esso  ir'  7 fi  j  .'s.irsT-ci-.KM.UN ),  si  contengono 
i  seguenti  scrini  :  I"  Relation  e  dì  messer  Marino  Giustiniano 
Ambasciatore  Veneto  ritornandosi  dalla  Corte  del  Re  Cristia-' 
nissimo.  11°  Discorso  ci  itecci-linu-ntu  supnt  fé  pmiiche  et  parlamento 
che  si  dice  di  pace  fra  il  Ih  Q-^ti-Jiiissiniii  1  F.rrico  IV)  et  i  suoi 
ribelli.  Ili'  Rektùwe  copiosissima  del  regno  di  Polonia  riferita  dall' 


676  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Aliati  Raaaìcm  al  Papa  Pio  IV  tanno  i5G8.  Può  vedersi  su 
ij (ittita  Relazione  l'arlic0  i"  dei  codice  segnato  num°  617. 
IV  Relationc  J Inakiltcrra  riferita  da  Giovanni  Michele  nel  sao 
Salala  Veneta  ritornando  Ambasciatore.  \"  Mira  Relazione  del 
regno  d'Ingliil terra,  fatta  alla  Repubblica  di  Venezia  da  Ries- 
ser Daniele  Barbaro ,  ritornando  Ambasci  a  Ioni  di  essa  Repub- 
lilic.i  presso  ii  He  Oilo.ir'lo  \  HI".  1  I"  lido/ione  dui  redini  di 
Polonia,  della  quale  tacesi  il  nome  dell'anfore.  VII"  Relazione 
ihibi  Sitila  iidi-t  Smuijit ,  fittili  ni  Vfiti.-I.il  Slittili'  Ai  Maser  (itoiitiiiti 
Carrara,  tumuliti  usi  Imlmn  tuttne  ibi  t/ucl  Vaca.  Vili"  ed  ultimo. 
Diiii'i-lii.-ttnie  intiiirm  ai  Priiiripw  ti  im-Ìijiiu-  tiri,  sturo  hospital/?  et 
unitili:  ili  militili  ili  Siiti  (Hikuimì  ìintisin  fi  (i'.ti uh cri  ì lierosolimi- 
tani;  scritta  da  .1/L.wre  Gì:.\  tinnì  ApJrot  (irsut.iii.ln.  Di  questi  due 
11  il  il  dì  fi  ti  meri  die  pur  nini)  'li  nini  poca  impuri  :m/a  non  abbia, 
mo  copia  altrove  ni'lln  Ri  hi  io  teca.  Perle  indagini  fatte  non  potei 
conoscere  se  lo  sopraddetta  Dissertazione  stili'  origine  de'  ta- 
volieri di  Malta,  scrilla  dal  Ci 'Miai  rio,  sia  mai  slata  pubblicala; 
clic  pur  sembrami  meriterebbe  la  luce,  almeno  per  la  valen- 
tia delia  penna,  clic  la  scrisse,  e  per  le  molle  crudizìoni  sacre 
0  profane  che  vi  si  coulengoiio. 

786.— 787.— 788.— 789.— 790.— 791.— 792. 
794. —  795. —  gli.    (siTBT-eiaiuiN.  ) 

6o4.  Racco!?,!  di  documcnli  aumentici  intonili  a  diversi 


I  na  ìniportanli.-iiin.i  raccolta  Ji  documenti  ,1  nienti  ci  soprii 
diversi  stali  dell' liuropa  e  dell'Asia  contienisi  in  questi  dieei 


Oignized  !>f  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  G77 
volumi,  e  no»  dubito  elio  lo  studioso  iellorc  accoglier.!  di 
buon  grado  la  notizia ,  che  per  Li  prima  volta  gli  verrà  data 
di  tulio  ciò,  din  parlieoìamicnfe  in  rasi  volutili  aiiiipvenitesi. 

gli  scritti  seguenti  :  I"  l'eia/ione  sloriiii  e  politica  della  repub- 
blica di  Venezia,  fatta  al  tempo  del  doge  Pietro  Laureano. 
Non  ha  nomo  di  autore.  11°  Relazione  fatta  al  Senato  Veneziano 
sulle  cose  della  Dalmazia  dai  due  Sindici  Michele  Bon,  e  Gas- 
paro Erizzo,  ili"  Altra  relazione  sulla  Dalmazia,  e  sul  Levante, 
fatta  al  Veneto  Senato  l'anno  1.17(1  da  Ambra  Giustiniano. 
IV  Altra  al  Senato  medesimo  iuloruo  allo  stalo  di  tutta  la 
Terra-Ferma  veneta  di  Luigi  Mocenigo,  che  ne  fu  il  Provve- 
dilo!' generale  l'anno  j  ititi.  V"  Altra  allo  stesso  Senato  in- 
torno alle  cose  del  mare,  falla  l'anno  1&37  da  Cristoforo 
Callaie  Provveditore  del  veneto  golfo.  VP  Altra  al  Senato  me- 

VII"  Copia  del  Trattato  della  Tregua  fatta  tra  il  Papa  ed  il  Re 
di  Francia  l' anno  1  5 Sa  nella  guerra  di  Parma  e  la  Mirandola. 
Vili'  Proposta  fatta  alla  repubblica  di  Venezia  l'anno  i54i 
il!  nome  ilei  [le  Cli.sliailiwìilio  rial  Mio  \ ni liaM1 ialine  il  .i-mn- 
di  Montine  a  fine,  cb'c.-sa  repubblica  entri  in  lega  con  Lui 
contro  il  Turco;  della  quale  scrittura  ha  la  Biblioteca  altra 
copia,  e  più  diligente  di  questa,  all'arlic"  a"  del  codice  re- 
gnato num"  .Sa3.  IX"  Altra  proposta  falla  l'anno  iodi  alla 
sopiiidil-'.:;,  inpiibìilie.i  su  l'.ir«iii!ii-iit(j  meile.i.iiiiu  dal  cardi- 
nale di  Ferrara.  X"  Nola  diplomali!-,,!  ilei  signor  ili  |-'i;i-«ifr 
Ambasciatore  straordinario  ile!  Re  Cristianissimo  alla  Veneta 
repubblica,  nella  quale  domanda  c  cerea  ili  oUenere  la  gra- 
zia di  assoluzione  dal  bando  dì  un  gentiluomo  Vicenlino  per 
omicidio  commesso.  Tacesi  nella  nota  il  nome  di  questo 


678  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Kentiiuomo  bandito,  ma  sarà  stato  forse  incbiuso  nella  iVoto 
con  altro  noto  separata.  Vedrà  il  lettore  di  quanta  importanza  sia 
questo  codice  ed  ih  seguente,  anche  solo  considerati  ir)  quelle 
relazioni  che  si  rili:  risto  no  alla  rcpuHilu-.a  V  r lieta .  rndlf  (inali, 
essendo  in  questi  due  codici  tutto  unite ,  può  quasi  dirsi  es- 
srrc  compiY-ia  la  •Ai.-n:i  di  quello  Staio  .1  qnc'  tempi. 

Nel  11" do'  pri'-riiti  dico!  volumi,  Migliato  inun*  787  (saikt- 
i,ri.«  1:'.  j,  .-i  iiioii:i) -mio  i  snilii ,  clm  si  possono  divi- 

dere in  due  parli;  l  una  cioè  che  riguardo  l'isola. di  Cipro, 
e  l'altra  l'isola  di  CWia.  Gli  argomenti  sono  questi  :  1°  Itela- 
zione  fatta  al  sonalo  di  Venezia  sulle  cose  dell'  isola  di  Cipro 
da)  magnili™  Tiii'SSfiT  lliTnai'do  Siigli -do,  pro\  vvdiloiv  di  essa 
isola,  nel  suo  ritorno.  Il"  Altra  Relazione  intorno  all'isola 
medesima  .  m: lilla  da  .Waiiio  Savnr^naiin  l'anno  ifiGa.  Ili"  Al- 
tra sopra  lo  stesso  argomento,  di  Francesco  Attar.  IV'  Altra 
intorno  all'isola  di  Candia,  scritta  l'anno  l573,  da  Marino 
de'  Cavalli  provveditore  deir  isola  stessa.  Ne  abhiamo  altra 
copia  nel  codice  segnalo  mim'  3a3.  V°  Altra  Violazione  sopra 
la  stessa  isola  di  Candia,  di  (ìiacomo  Posranni  procuratore 
di  San  Matto,  scritta  l'anno  1.177.  l'issa  è  divisa  in  tre  parti, 
ed  ò.  diversa  da  quella  eh' È  in  altro  codice.  VI"  Altra  sulle  cose 
dell'isola  medesima  di  Brunoro  Zampcsclii,  che  ne  fu  il 
provveditore  generale  per  la  repubblica  di  Venezia. 

Nel  III" de'  dieci  volumi,  segnato  num°  788  (sAurr-oiBiiAitf), 
>i  l'oinpn-ndr.iiu  !;li  sellili  SH^n.'iili  :  I'  Tre  l'ieia/anni  supia  Ir. 
stato  di  Napoli;  b  prima  r.ioe  di  ("limiamo  Lippomani  indiriz- 
zala a  don  Giovanni  d'Austria  l'anno  ]575;  la  seconda  di 
Giovanni  Battista  Leoni,  l'anno  1076;  e  la  terza  di  Filippo 
Gentile,  scritta  l'auno  1578.  11»  Lln  sommario  delle  entrate 
dello  stato  di  .Wrinn  l'anno  ifijj);  [ini  una  relazione  critica 
intorno  ad  esso  sommario;  e  in  fine  una  notizia  di  alcune  cose 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  '  679 

più  rimarchevoli  sullo  stato  di  Milano  negli  noni  1677,  1678, 
e  1379. 111°  Relazione  del  signor  Ferrante  Gonzaga  a  Carlo  V° 
.sugli  all'ari  della  Sicilia;  iodi  seguono  alcuni  avvertimenti  pel 
governo  eli  quesl'  isola  dati  a  Marcantonio  Colonna  l'anno 
1579  da  don  Pietro  do  Castro;  e  da  idlimo  è  un  calcoìodellc 
rendile  il<-l  regno  ili  Sicilia  al  lompo  ili  Giovanni  de  Vega, 
l'anno  1578.  IV'  Una  longa  relazione  sullo  stato  di  Genova; 
alla  quale  si  uniscono  moltissimi  documenti  diplomatici,  e 
pubblici  e  segreti,  del  Lomellìno,  del  Doria,  del  Morene,  del 
duca  d'Alva,  e  d'altri  sullo  stato  medesimo,  i  quali  sono  lutti 
ilrlli:  più  ^i-Militi  impurlan/a.  lì.; [  inali ili >  ossi  qui  imiti  una  lira 
storia  dell'  origino,  e  della  politi™,  e  pili  del!"  .1111  minisi  ra- 
zione inlernu  ed  esterna  di  ipiella  rcpul.ihlìca  ue^ii  mini  i'>-,ii . 
1573,  e  157(1.  \  "  Noli/.ie,  1  Memorie,  e  iela/.ioiii  intorno  alia 
repubblica  di  Lacca.  VP  Altre  sul  re  di  Etiopia,  e  sul  re  di 
Portai/allo;  giuntavi  una  lettera  di  Pietro  V alasco  intomo  al 
prete  Jan  ai.  VIP  Altre  notizie  e  relazioni  inforno  a  7niu«, 
sull'  ii u p ]',-■?.-[  oi  dun  Cimarmi  il' Ausilia  l' alino  1073  ;  ed  i  suc- 
cessi della  guerra,  che  in  quel!  anno  e  nel  seguente  fu  fatta 
renilo  Tullia.  \  lli:  Rclaiione  scritta  l'anno  litio  sulla  insti- 
luiiotie,  sui  privilegi],  i'  sugli  obblighi  ile'  cavalieri  di  lindi, 
oggidì  chiamati  di  Malia,  informa  di  dialogo;  nel  quale  gì'  in- 
terlocutori sono  il  Giustiniani,  ed  il  coi  11  ni en datore  Cam- 

Nel  IV*  volume,  segnato  nuin°  789  (S\  Gennain),  si  com- 
prendono gli  soniti  sego  enti  :  1"  Tre  lì  eia /.limi  .sulle.  Malo  dell;. 
Savoia;  la  prima  di  (1  invaimi  I  iorrarn,  scritta  Tanno  i56i  ; 
la  seconda  di  SìgL-inondo  Ciualii,  l'anno  ió(ìn;  .1  la  Ler/.a  di 
Francesco  Molin,  l'anno  1075;  tulli  e  tre  Ambasciatori  della 
Veneta  repubblica  presso  quel  duca.  IP  Relazione  sopra  lo 
stalo  di  Ferrara,  scritta  l'anno  1Ó78  da  Emiliano  Manolcsso 


6Bq  '  MANOSCRITTI  ITALIANI 

segretari»  (Iella  repubblica  Veneta;  giuntavi  una  informa' 
zionc,  ili  cui  laccai  il  nume  dello  .scrittore ,  iu  favore  della pre- 
ccdoii'a .  clic  ni'vo  roncc.  lersi  al  linea  ili  [''crrara  .sopra  il  duca 

di  Fiorenza.  Ili"  Qu  v  Ri  h-iumi  sulla  i-upuljljlica  di  Fiorenza; 

la  prima  eli  Marcii  l  'osci  ri  seri  Ita  f  Limici  ]  53o  ;  la  seconda  di 
V  incrini)  Fedidc,  I' .iiin.i  i  .Vi  l  ;  la  Irmi  ili  Lorenzo  Prudi  ,  il 
tempo  (Ielle  nozze  del  (luca,  l'unno  i  Mi(i  ;  e  la  quarta  di  An- 

prcsso' di  quella  corte.  IV*  Uni  lettera  del  gran  duca  di  Tos- 
cana, acrilla  di  Firenze  il  di  1 1  dicembre  al  duca  ti L 
Savoia  sopra  questo  titolo  ili  ,  e  Ili  risposta  del  duca  di 
Savoia,  data  di  Torino  li  -ij  ilii'eiiibro  lób'n,  al  sopraddette, 
gran  duca  di  Toscana.  V"  Orinone  ili  Aìessumlru  Picahmitii 
alla  RlfMlica  Senese.  Essa  incomincia  cosi  :  .  Tarmi  di scor- 

.  * *-.-*m  »■-  ---!■«.    »  l-|  li  in  -i  ■  .i^l-j .  -  li--  u» 

«  tanti1  persone,  In  quali  0  per  in  a  tu  cita  il' anni,  0  per  copia  di 
■  gran  consiglio  bottoni  lissi  111  r:  .segalino  in  questo  luogo,  io  di 
■1  questa  età  di' io  ini  scino,  1  vi:.  Non  (uno  ricordata  questa 
bollii  ora/Jone,  ili  unii  scrittori''  Ira'  nostri  beu  giustamente  ce- 
lebrato (benché  il  Fnrcellini  nella  tita  dello  Speroni  alla 
pagina  m,  0  Apostolo  'ù:nt>  nelle  sue  annotazioni  al  Fontanini, 

10  accusino  di  plagio),  come  data  alle  stampe  da'  nostri  bi- 
bliografi, e  specialmente  dall'  Haym  nella  sua  Biblioteca  ita- 
liana, llè  dai  l'aliijojrlii  (lappimi  i'  Simili,  die  (uoUisiilue  e 
pressoché  tutte  riportano  Ir  opere  ilei  Piccolomioi.  Ter  i.llro 

11  Fabiani  nel  suo  chigio  del  Piccolomini,  che  fu  stampalo  in 
Siena  l'è  ni  10  17.)!),  dice  alle  pagina  !f'  elle  »  A  lenii  od  10  Pic- 
«  colomini  compose  un'  Orazione  al  Popolo  per  la  conservazione 
«della  città  di  Siena;-  e  la  ricorda  come  manoscritta  ed 
inedita  al  tempo  suo. 


Oigiiized  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  68> 


l'orse  non  sarti  diversa  dalla  presente,  ma  converrebbe 
poler  farne  il  dovuto  confronto. 

Nel  V"  codice,  segnato  num°  790  (sjjnt-gebmaim),  si  conten- 
gono otto  relazioni  di  ambasciatori  Veneti  intorno  al  regno  dì 
Francia;  c  sebbene  di  alcune  di  queste  serbisi  copia  in  altri 
codici  della  Biblioteca,  pure  sembrami  mollo  opportuno  per 
Sjli  studiosi  della  storia  1'  averle  qui  tutte  riunite  in  un  solo 

sodo;  di  Marino  Giustiniano  dell'  anno  1  535  ;  di  Francesco 
Giustiniano,  dell'  anno  i537;  di  Marino  de'  Cavalli,  i546; 
di  Giovanni  Michiel,  ibuo:  di  Michele  Sumim.  K161  -  di 
Marcantonio  Barbaro,  i56a;  di  Giovanni  Correrò,  i56g;  e 
(l'i  Giovanni  Micbicl ,  dell'anno  1  -~> 7 : > .  Sappiasi  pmv,  f.ìie  sono 
anebe  scritte  con  molta  accuratezza. 

Nel  VP  codice ,  segnato  num°  70. 1  (smnt-germais),  si  com- 
prendono relazioni  di  diversi  ambasciatori  Veneti  presso  di 
varie  corti;  ed  altri  scritti  di  varii  argomenti.  Ne  trascrivo  i 
tìtoli,  e  sono  questi  :  1°  Relazione  di  Vincenzo  Quirini  Ve- 
neziano ,  letta  all'  eccelso  Consiglio  de  Fregadi  l' anno  1 5o6, 
intorno  allo  stato  delia  Borgogna ,  ritornandosi  dalla  corte  di 
quel  duca.  11°  Relazione  di  Nicolò  Tiepolo  Veneziano,  scritta 
l'anno  i53i  al  tempo  di  Carlo  V,  intorno  alle  cose  della  Ger- 
mania, e  del  regno  di  Spagna.  111°  Altra  di  Federico  Daduero 
veneziano,  ritornandosi  della  sua  ambascerìa  l'anno  1S&7 
presso  l' imperatore  Carlo  V",  intorno  agii  stati  dell' Àlcmagna. 
IV9  Di  Marino  de'  Cavalli,  ritornandosi  l'anno  ]55i  della  sua 
ambascerìa  presso  Carlo  V",  intorno  alla  sua  corte. imperiale, 
V*  Dì  Michele  Suriano,  ritornandosi  ambasciatore  presso  Fer- 
dinando re  de'  Romani ,  intorno  alla  posizione  geografica  dell' 
impero  germanico;  e  particolarmente  intorno  alle  disposizioni 
di  esso  Ferdinando  verso  la  repubblica  di  Venezia.  VI"  Di 


68a  MANOSCRITTI  ITALIANI 

<  invaimi  Mirimi  e ,  di  ritorno  r;<;;[ii  fina  im  Lanata  l'anno  lòfi  J 
presso  l'imperatore  Ferii iuando  d'Austria,  intorno  alle  forze 
esterne  ed  interne  del  suo  impero ,  ed  a  tutto  ciò  che  concerne 

10  stato  e  f  amministrazione  in  ogni  rapporto  dell'impero 
medesimo.  VII"  LI:  M^Mc  Smini!)  ritornandosi  della  sua 
ambasciata  1' nano  iTiGi  presso  il  n;  l'i lip|i;>  ili  Spagna,  in- 
torno alle  cose;  tutte  ron  rerum  u  quel  rcjrno.  Vili"  Di  Antonio 

finii' argomento  medesimo.  IV  Dopo  :o  sopra  d  de '.te  relazioni, 
.seguono  :  Cose  principali  itifii  di  Spadini  untate  in  Madrid 
('olino  1 584.  Non  risulta  il  uomo  dell'autore  di  queste  memo- 
rie storielle  e  politiche.  X°  Discorso  intorno  all'  ordine,  che  si 
osserva  nella  casa  del  re  cattolico  l'anno  i  SjG,  e  qui  pure 
tacesi  il  nome  dell'  nutrire.  Xf  lielazioue  dello  stato  del  regno 
di  Spagna  nell'  anno  1 577  ;  non  v'ha  nome  di  autore,  ma  la 
relazione  e  seguitata  da  un  sommario  di  ciò  ch'essa  princi- 
palmente contiene;  il  quale  sommario  «  M'.triliaito  a  Lorenzo 
l'riuli  Veneziano.  XII".  Altra  relazione  del  medesimo  regno  di 
Spugna,. «'ritta  l'anno  l '>  ja  da  A  nloiiioTiepolo  pur  Veneziano. 
XIII"  Discorso  sul  Portogallo,  scritto  l'anno  1671,  c  non  si 
nomina  l'aulorc.  XIV"  Itelay.ifinc  sul  regno  del  Portogallo,  e 
sulle  cagioni  che  mossero  il  re  Sebastiano  all'  impresa  d'Africa 
l'anno  1-578;  e  non  v'ha  nome  di  autore.  XV"  Lettera,  che  dà 

11  fine  al  presente  volume,  la  quale  ò  piacevolissima  a  leg- 
gersi ,  e  ne  trascrìvo  li'  inaine  linee.  Essa  è  del  re  Mulei  Ha- 
niet  al  re  don  Sebastiano  <li  Portogallo,  prima  ohe  partisse  di 
Arzilla  per  dargli  la  battagli»,  Incomincia  cosi  :  •  Un  solo 
«  Iddio  sia  laudato  in  ogni  luogo  come  a  Chi  si  deve  il  tutto. 

•  A  Te  il  mollo  alto,  et  mollo  polente  Ite  di  nome,  perchè  i) 
"di  più  resterà  in  quello  che  avrà  verità,  et  giustìtia,  et  ra- 

•  gione.  Non  so  che  ti  mosse  He  Don  Sebastiano  a  voler  guerra 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  083 
•  meco  tanto  ingiusta,  perchè  Dio  si  dispiace  mollo.  del le  in- 
■  giustizie,  ii  ce.  Sorpassando  sulla  poca  fedeltà,  clic  ite  nei  mi- 
niente parvenu  di  riconoscere  nella  traduzione,  è  nu  docu- 
mento degno  degli  studiosi. 

Nel  VII*  codice,  segnato  irum"7i)a  (smist-gerhain),  si  con- 
tendono alcune  relazioni  sopra  diverbi  strui  ■'  corti  ili  li'  lùiropa, 

Miiildini  sr-iilloi-j  kìiliiuii  in  molla  slima;  ma  certo  è  che  la 
presente  relaziono  non  b  pini  io  indegna  delle  lor  penne.  Il*  Re- 
lazione siili'  Inghilterra  c  la  Scozia  di  Daniele  Barbaro  Vene- 
ziano, clic  fu  ambasciatore  al  re  Eduardo  l'anno  i55i,  c  di 
poi  patriarca  eletto  d'Aqtiileìa.  Ili"  Allra  sullo  stesso  regno 
d'Inghilterra,  letta  al  senato  \cneto  li  l'i  maggio  i556,  da 
(iimannl  Mirliit'l  ,  ritornando*!  ani  hii.eiiHiiM'  della  repuljlilica 

presso  la  regina  Maria.  IV*  Altra  che  fu  fatta  ni  pontefice 
Pio  1V°  da  Monsignor'!  tonilo  linieri,  nloruato  nunzio  di 
esso  pontefice  presso  il  re  di  Polonia  l'anno  i568,  intorno 
alle  cose  tutte  di  quel  regno.  V"  Discorso  sopra  il  ducalo  di 
Moscovia,  scritto  nell'anno  1Ó83.  È  diviso  in  due  parli;  non 
ha  nome  di  autore,  e  sembrami  un  discorso  che  meriti  molta 
considerali  one. 

Nel  codice  Vili",  segualo  mini"  70Ì  (s.uti-oeumain),  molte  re- 
lazioni si  contendono,  pressoché  tutte  concernenti  le  cose  de' 
Turcbi,  e  la  città  di  Costantinopoli,  c  l  utto  veramente  impor- 
tanti per  la  storili.  I  titoli  o  gli  ardimenti  sono  questi  :  I"  Re- 
lazione di  Bernardo  Navagicro,  ebe  fu  di  poi  cardinale  e 
libato  al  Cunei  Ilo  ili  Trento,  Iella  al  senato  veneziano  l'anno 
i5ig,  ritornandosi  della  sua  ambasciata  presso  la  corte  del 
sultano.  II*  Altra  soli'  argomento  medesimo  ed  al  medesimo 


6U  MANOSCRITTI  ITALIANI 

senato,  di  Domen  ico  Trevisani ,  l'anno  i55i.  Ili"  Altra,  come 
sopra,  di  Marino  do'  Cavalli  l'anno.  1 567.  IV"  Descrizione  del 
viaggio,  che  fece  a  Costantinopoli  il  sopraddetto  de' Cavalli. 
V'  Relazione  della  città  di  Costantinopoli  al  senato  veneto, 
di  Marcantonio  Barbaro  l'anno  1 673.  VI°  Altra  relozione  in- 
torno al  sultano  Sclim  imperatore  de'  Turchi ,  dopo  conchiusa 
la  pace  co'  Veneziani,  strilla  ria  Costali  tino  Garanti  veneto 
ambasciatore  presso  il  sultano  medesimo  l'anno  iS7i.  VII'  Al- 
tra di  Francesco  Gondola  Raguseo  al  pontefice  Gregorio  XIII' 
l'anno  1674,  sopra  di  alcune  cose  particolari  del  Turco. 
V1IL°  Altra  al  sciusn  vounfo  ili  (incorno  Soranzo  ambasciatore 
presso  il  sultano  Amuralh ,  e  commissario  ai  confini  della  Dal- 
mazia, sugli  stati  del  Turco,  scritta  l'anno  1576.  1X°  Altra 
del  medesimo  Suraniu  Millo  sWo  argomento,  l'anno  1278. 
X"  Mansioni  del  Turco,  et  nota  di  alcune  cose  Tarchesche;  senza 
nome  di  autori1.  XI'  IVv.'imijm:  del  vinaio,  tln'  f'-'ce  a  Costan- 
tinopoli Giacomo  Soranzo  al  tempo  dei  Ritaglio;  ciò  che  fu 
l'anno  i58a.  XII'  Relazione  scritta  l'anno  t58a  da  Maffeo 
Venier  veneziano,  il  quale  fu  arcivescovo  di  Corfù,  intorno 
alla  città,  costumi,  c  rendila  ili  Costantinopoli,  e  general- 
mente intorno  agli  stati  Turchesclii. 

Nel  IX" codice,  segnato  num'  736  (saint-gepsiaik},  si  compren- 
dono gli  scritti  seguenti  :  I'  Storia  turchese»,  scritta  da  Giovan- 
ni .Maria  A  rigidi  elio  schiavo,  c  d'iiliii  ,'diia\i,  dall'  amiti  1  .',1  :i 
sino  all'anno  i5ig;  storia  di  non  poca  importanza  special- 
mente po'  fatti ,  che  vi  si  descrivono  ,  forse  sconosciuti  anche 
a'  storici  de'  tempi  nostri.  11°  Dichiaraziouc  (lei  Successo  dilla 
guerra  fra  il  Turco  et  il  Persiano  l'anno  1 553 .  Non  c'è  il  nome 
dell'  autore,  il  quale  compose  però  in  buono  stile  e  con  qual- 
che eleganza  questa  sua  storica  dichiarazione,  che  meriterebbe 
d'essere  conosciuta.  111°  Relazione  intorno  alla  Persia,  scritta 


DiqitizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  685 
da  Vincenzo  di  Alessandri  segretario  della  signoria  di  Vene- 
zia, l'anno  1575  ;  ben  diversa  da  quella,  che  sei  anni  dopo 
egli- inviò  alla  repubblica  di  Venezia  sullo  stesso  argomento,  e 
che  ieggesi  all'  arlìc°  ili*  del  codice  sanato  mini"  Olà.  IV°  fle- 
latiouc  della  guerra  fra  Saltan  Amoratk  Imperatore  de  Turchi,  et 
■iiuh  Mrkrmtd  ChuttiTMil  He.  di  Persia  et  li-  (ìionjittni  Uinslmiu 
dal[  anno  fino  alt  anno  i5Si.  È  la  relazione  medesima, 

che  abbiamo  all'  artic"  11°  del  codice  segnato  num'  6ao. 
V'  Altra  [■  l-  1  :r /J ■  j  1  l l>  riolle  cose  di  Persia,  scritta  da  un  Console 
di  Aìeppo  veneziano,  l'anno  i58i.  VI"  Altra  breve  relazione  in- 
torno al  saccesso  della  guerra  Ira  Turchi  et  Persiani  l'anno  iSfla. 
Non  ha. nome  (li  autore. 

Nel  X"  ed  ultimo  di  questi  volumi,  segnato  num°  811 
(saint-oemiaiw),  si  comprendono  molti  scritti  concernenti  tutti 
lo  famosa  lega;  de'  quali  i  titoli  smio  questi  :  1°  Trattato  della 
lego,  conchiuso  l'anno  1570  da  Michele  Surinno  ambasciatore 
veneto  a  Roma.  li"  Altro  trattato  di  esso  lega  con  i  Veneziani, 
scritto  da  Marcantonio  Colonna.  111°  Relazione  di  tutto  quello, 
di  cui  ogni  anno  abbisogna  l'armata  della  lega.  IV'  In  che 
luogo  s'banno  a  trovare  le  munizioni  per  lo  detta  armata,  e 
qual  parte  ne  tocco  a  ciascuno  de'  collegati.  V"  Proposta  fatta 
sopra  di  essa  lega  da  Girolamo  Zane  capitano  generale  de'  Ve- 
neziani, l'anno  1570.  VI"  Due  pareri  su  l'argomento  mede- 
simo; l'uno  di  Marcantonio  Colonno,  e  l'altro  dì  Pompeo 
Colonna.  VII"  Difesa  e  narrativa  di  Sforza  Pallavicino  gover- 
natole generale  de'  Vonmiani  ..opra  tuli'  i progressi  dell'  ormata 
contro  i  Turchi  l'anno  1670;  e  questa  scritturo  è  seguitato  da 
due  altri  pareri  dello  slesso  Sforza  sul]'  argomento  medesimo, 
e  da  due  altri  ragionamenti  del  Doria.  Vili0  Informazione  de' 
successi  dell'  armata  contro  i  Turclii,  dacché  si  seppe  esser 
mente  del  re  cattolico,  che  le  sue  galere  servissero  insieme  con 


680  MANOSCRITTI  ITALIANI 

quelle  del  papa  e  de'  Veneziani.  IX°  Relazioni,  lellere,  rag- 
guagli; capitoli,  costituti,  e  diehUrazioni  di  diversi  diploma- 
tici, tra'  quali  il  Pallavicino,  il  Celso,  il  Colonna,  il  Doria, 
il  Quirini,  il  Sozomcno  ed  altri  siili'  argomento  stesso  dell' 
armarsi  contro  il  Turco.  Xc  Tre  lettere;  l'una  del  gran  maes- 
tro di  Malta,  lo  seconda  di  Marcantonio  Colonna,  e  l'ultima 
di  Andrea  Doria  intorno  a  ciò  ,  clic  accadde  nell'armata  con- 
tro il  Turco  tra  l'anno  1671,  e  l'anno  i57a.  XP  ed  ultimo. 

eoi  Turco  l'anno  l574.  Di  alcuni  descritti  contenuti  in  questi 
dirci  rodici  si  trova  copia  iti  altri  coditi  della  Biblioteca  ;  ma  r 
bene  che  si  sappia,  che  in  questi  tulio  fu  scritto  con  molta 
diligenza- 

795.  (mht-gmum.) 

6o5.  Scritti  concernenti  la  politica, 
la  diplomazia,  la  statistica,  e  )' amministrazione  di  alcune 
potenze  europee. 

Cartaceo,  in  foglio,  caratteri  conivi,  di  [Hgbe  800  .ircelo  vnf, 
di  Inumi  anunuine. 

Si  comprendono  in  questo  codice  i  Manenti  scritti  :  I"  Ra- 
gionamento indirizzato  al  Senato  Veneziano,  contro  di  quelli,  che 
'n'usimi!)! a  il  Re  (di  Francia)  per  bavere  Amhasciatore  in  Constan- 
imepoU.  il  Nciti/k  ;  fi  li.ilic.be .  poi  Hi  clic  ,  cri  economiche  de! 

fatta  al  senato  voii!;zi;nifi  julbi  stalo  fieli'  impero  alemanno  nel 
tempo  di  Carlo  V"da  un  ambascia  tora  di'lla  seni'ts  n-pubblica 
presso  l'imperatore  medesimo.  Non  e  dichiarato  il  nomo  dell' 
ambasciatore.  IV0  Notizia  statistica  dell'  impero  alemanno.  Qui 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  687 
pure  non  e  dichiarato  il  nome  dell'  aulorc.  V"  Relazione  di  un 
veneto  ambasciatore  presso  il  re  cattolico  Filippo  figliuolo 
di  Carlo  V",  odia  quale  si  rende  conto  de'  motivi,  clic 
cagionarono  la  lunga  guerra  tra  il  re  di  Spagna,  il  re  di 
Francia,  il  pontefice,  il  Turco,  ed  i  Mori;  e  del  trattato  di 
pace,  che  l'ha  seguita.  VI°  Altra  relazione  di  altro  veneto  am- 
basciatore fatta  alla  sua  repul  jblic;i  sulle  successioni  di  alcuni 
troni  dell'  Europa,  e  sui  modi  onde  avvengono  od  avvenir 
possouo  le  successioni  medesimi'.  VII"  Altra  di  un  venetoam- 
basciatore  alla  slessa  repubblica  sullo  stato  politico  esterno  ed 
interno  della  Francia;  e  si  espungi jiuì  pin  e  in  kj  i  ilirilli,  chi; 
ha  la  casa  d'Orleans  sapra  lo  sia  tu  ili  Milano.  Vili"  Altra  alla 
stessa  repubblica  sullo  stato  di  Costantinopoli .  IX"  Altra  adii' 
argomento  medesimo.  X°  Altra  concernente  lo  stato  di  lla  Sa- 
voia. XP  Altra  sul  regno  di  Francia;  ed  È  diversa  da  quella, 
di  cui  s'è  qui  dato  cenno  all'  artic°  vii*  del  presente  codice. 
X1P  ed  ultimo.  Altra  relazione  intorno  all'  isola  e  regno  di  Ci- 
pro. Di  tutt' Ì  discorsi ,  relazioni,  e  memorie,  clic  si  contengono 
in  questo  codice,  non  rinvenni  copia  in  altri  codici  della  Bi- 
blioteca, e,  cosa  pur  singolare,  non  è  d'.iliuno  ilidiiiiraio  il 
nome  dell'  autore. 

872.  (UMr-MM*) 

GoG.  Ragionamenti  sulla  potestà  del  Papa,  sili  Cardinali, 
sui  Vescovi,  sui  Canonici,  ed  altri  Preiati. 

Cai-liceo,  in  foglio,  caralteri  conivi,  di  pigino  ftoo.  molo  ini». 
*  buona  coiucmiìonc 


Dà  cominciarne nto  al  presente  codice  un  —  Breve  compendia 
della  potestà  e  creativa  del  l'apti;  dell'  orinine,  de  Cardinali  e  loro 


688  MANOSCRITTI  ITALIANI 

titoli;  de'  Vescovi,  Canonici  regolari;  et  affini  della  Corte  Romana. 
Chiaro,  giusto,  e  ben  condotto  ragionamento ,  o  compendio, 
che  in  vero  meriterebbe  d'essere  conosciuto.  Non  v'ha  nome 
di  autore,  c  principia  cosi  ;  =  La  potestà  del  Papa  si  può  con- 
■  siderarc  circa  Ire  cose.  La  prima,  quanto  ai  dogmi,  cioè 
quanto  a  quello  che  si  deve  credere;  la  seconda,  quanto  alla 
«  Politica  Ecclesiastica;  la  terza,  quanto  al  temporale,  che  si 
.  divide  in  beni  privali,  e  boni  fdnrbdizionjli.  ■  Indi  dà  un' 
idea  de'  ili  versi  modi,  e  furono  i  i  ,  co'  quali  fino  dal  secolo  xvt" 
fu  fatta  l'elezione  del  sommo  pontefice.  Termina  alla  pagina 
180  con  uu  discorso,  il  cui  autore  è  messer  l'elico  Guallerio, 
indirilto  a  Riesser  Cipriano  Sarac'mr-llo.  su:  doveri  in  generale 
ilei  conclavisti,  ni  in  particolare  ali  una  ad  una  di  lutto  quelle 
persone,  che  stanno  chiuse  nel  conclave  lino  a  tanto  che  sia 
stata  fatta  l'elezione  [lei  novello  pontefice;  e  quindi  si  ragiona 
sugli  obblighi  dei  cardinali,  e  si  giunge  sino  a  coloro,  che 
sono  destinati  al  servigio  Materiale  del  conclave  medesimo. 
Tutto  il  rimanente  di  questo  codice  si  riferisce  a  storiche 
notizie  di  diversi  conclavi,  delle  quali  per  la  massima  parte 
abbiamo  gii  copia  in  altri  codici,  si  come  del  conclave  di 
Clemente  V,  di  Paolo  111°,  di  Marcello  11°,  di  Paolo  IV'  (e 
questa  è  scritta  dal  Lottini,  e  la  sola  dì  cui  non  ha  la  Biblio- 
teca altra  copia  ) ,  di  Pio  V',  e  di  Gregorio  XIII".  Molti  altri 
conclavi  sono  pure  descritti  nel  presente  codice  in  lingua 
latina,  ma  di  essi  altresì  abbinino  esempj  in  iingiia  italiana 
in  altri  codici. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  689 


87 II.  (smiT-ewmn.) 
607.  Storia  del  Conclave  in  cui  £u  eletto  Papa  Innocenzo  X°. 

Il  contenuto  di  questo  codice  è  :  Conciane  fatto  por  morte  di 
Papa  Urbano  Vili",  detto  prima  il  Cardinale  Matteo  Barharino 
Firentino  ;  nel  quale  fa  eletto  Pontefice  il  Cardinale  Cv,ic,i>r,i  Bai- 
tista  Panfilio  Romano,  detto  poi  Innocenzo  X".  —  La  copia  delle 
storiche  notizie  di  questo  conclave ,  tali  quali  sono  qui  rife- 
rite, la  abbiamo  g\h  rincontrala  in  più  il' un  codice  della 
Biblioteca;  e  nella  presente  la  differenza  non  ò,  che  nella 
diligenza,  correzione,  e  possiamo  anche  dire  nello  splendore 
con  cui  essa  i  scritta  dal  principio  al  fine. 

957.  {ttlKT-OEMUIN.} 

608.  Compendio  delle  Croniche  di  Giovanni  Villani. 

^      di  buoua  <™*rvatÌMc! 

Il  titolo  del  presente  codice  &  come  segue  :  Bcdactionc  brine 
tracia  delle  Croniche  ili  Giutanni  l'Ulani  et  Hi  pia  altri  scriptori. 
Taccà  il  nomo  dell'  autori.' ,  non  ci.':  quello  d'.'l  lic (Miliario  cui 
l'opera  è  dedicala  per  una  lettera,  0  più  veramente  proemio, 
che  la  precede.  In  questa  lettera  trovasi  il  seguente  passo, 
che  trascrivo  intieramente  poicln'i  dà  a'  lettori  un'  idea  chiara 
del  lavoro...  ■  Mosso  io  adunque;  huomo  excellenlissimo,  a 
■  questa  opera  per  molti  tuoi  conforti ,  et  conoscendo  questa 


r,go  MANOSCRITTI  ITALIANI 

•  opera  ti  o  ne  essere  di  lande  d'Iddio,  et  .incora  de)  primo  auc- 
lon\  il  ìi  ìitililà  della  invilii  Ctfilà  rf  de'  smii  r.ipladini...  in- 

■■  li' mio  i  iella  predente  opera  pigliare  irli  elleeti  10II0  brevità  delia 

■  divinici  limvi-n>  lii>lo[l;i  ecnipn'la  ila  lliovanni  (Ir  Villani 

■  Cipladino  di  Firenze  et  de'  suoi  successori ,  pigliando  sola- 

■  melili'  quello  cnai,  elio  un  [«itiiiiiii  appai'leriere  alla  nostra 

•  Cipl.i  di  i-'imiie  ,  ci  lasciando  quelle  de'  paesi  strani  et  lon- 

■  ginqui;  non  perchè  io  ponga  dilcclo  allo  autiere  d'avere 

■  traciato  quelle,  ma  eomo  (-ose  ini  perii  non  li  a  noi ,  et  che 

■  non  cappiono  in  questa  mia  breve  reductionc ,  et  come  cose 
.  più  di>o->iiini'iitr  per  avventura  descriple  da  gli  joclori  in 

•  quelli  paesi. ..  A  te  dunque,  li  nomo  excel  lentissimo,  aili'i/./o 

•  questa  operetta ,  et  perche  ad  essa  mi  confortasti ,  a  le  ne 
«  commetto  liberamente  la  eoreoetioue.  »  Termina  il  codice 
con  queste  linee  :  Del  mese  di  Febbraio  a.  ecce.  vm,  (unii  in 
Firenze  il  nostra  Capitano  della  guerra  da  Rama  con  le  nostre  genti, 
ri  muli-  ir  uni  ■;,)■(:  il  Mi/niiii  ri  .■lìsinuinciiìi'  iitris"  r.'e'/f  ■■;i,il\t'.;!,i 
et  stato  del  paese  et  de  suoi  pareri.  Fa  cedalo  lietamente  et  mollo 
■  lodato  cf  commendato  di  ciò  che  avena  Judo;  et  non  avendo  per  al- 
lora il  nostro  Cornane  bisogno  di  lai,  si  tornò  a  casa  con  la  grafia  di 
tatto  il  popolo.  1  caratteri  del  presente  codice  a  parer  mio  sono 
indubitatamente  del  ..eeolo  sv".  Oltieeliè  dili^enli.-aimamenli' 
scritto ,  è  pur  adorno  delle  iniziali  dipinte  ad  oro  e  colori ,  e 

data  in  luce  (mesta  riduzione  o  compendio  delie  croniche  del 
Villani?  Vedendo  che  l'accuratissimo  Motenì  nella  sua  biblio- 
grafia della  Toscana  non  ne  Fa  alcun  cenno,  io  credo  di  no. 
Meriterebbe  la  luce  ?  Mi  pare  clie  sì.  Sari  forse  questa  la  co- 
pia unica  che  di  tale  opera  si  conservi?  I  bibliotccarj ,  e  i  let- 
terali specialmente  della  bella  ed  illustre  Fiorenza  rispon- 
deranno per  me. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  691 


958.    (  SAINT- GEBUAIK.  ) 

609.  Lettere  sugli  affari  d'Italia  ne  secoli  z\T  e  ivn°. 

Cartaceo,  in  foglio  piccolo»  cantieri  tondi,  di  pagine  1100.  «coli  1*1"  e  mi", 

Dà  principio  a  questo  codice  la  storia  dei  conclave  per 
morte  del  pape  Urbano  Vili"  Barberino  Fiorentino,  nel  quale 
fu  assillilo  ili  pi.iiililic.-iln  il  cardili/i  li!  l'ali  lilii)  H  n-i  1  il  n,i  ,  defili 

di  poi  Innocenzo  X".  Delle  notiiie  del  quale  conclave  abbiamo 
già  copia  ansi  più  copie  in  altri  codici  della  Biblioteca ,  ma 
non  cosi  d'altri  importantissimi  scritti,  clic  nel  presente  co- 
dice si  comprendono.  Sono  qui  raccolte  centinaia  e  centinaia 
di  lettere  parte  autografe,  e  parte  autentiche  sugli  affari  d'I- 
talia, e  particolarmente  della  corte  di  Uomo,  ne'  secoli  IVI* 
i'  xvii",  e  pressoché  lutti'  ili  pi.'ifoiiii!;i;|  u  [ut  1;i lenti .  ti  per  in 
lliini/..1,  0  pel  r.'ia/.iot'.i  .  <i  [UT-  nlIr.'.Hi  ir.j;^tj,1iilcM..M.  Ileìlr 
quali  lettere  a  leti  ne  sono  sparii  unir ,  bienne  francesi,  ed  alenile 
italiane.  É  questa  una  raccolta,  dio  con  grandissime  cure  Cu 
ralla  da  qualche  /dante  anialore  e  ricoglitore  delle  cose  ita- 
Mare.  0  elle  fari!l;l)i'  al  tutto  inip  ..cibile  farla  a'  giorni  nostri. 
Per  poter  render  conto  dell'  argomento  di  ciascuna  di  queste 
lettere  ricliicdercbbesi  quel  tempo,  eh'ìo  non  ho;  e  quindi 
invito  allo  studio  di  questo  codice  lutti  coloro,  a'  quali  im- 
portasse di  ben  conoscere  in  alcuni  rapporli,  forse  non  ancora 
conosciuti,  la  slnria  d'I  lidia  ne'  sopraddetti  due  secoli..  E  tanto 
tori  maggior  lìtiucia  io  gì'  invilo ,  quanto  che  questo  codice, 
a  differema  di  quasi  tutti  gli  altri,  lia  in  sul  principio  una 
Tavola  di  dieci  pagine  contenente  gli  argomenti ,  che  o  nelle 
lettere  o  in  alcuni  discorsi  si  trattano. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


1035.  (wmr-omaujs.) 

610.  Avvisi  del  Marchisio  ai  Priacipc  Tommaso  di  Savoia 
intomo  alia  guerra  civile  di  Parigi  in  su  la  meta  del 
secolo  xvn°. 

Cartaceo,  in  foglio,  caratteri  renivi,  di  pagine  3o,  recedo  ito', 

E  ben  dichiarato  II  contentilo  dì  questo  codice  pel  seguente 
suo  titolo,  ciio  li  i^'^i  'il  [ì  l'i  nel  pio  della  prima  pagina  :  .Jrt-m 
et  consigli  utilissimi  doti  ihntil?  In  senomhi  guerra  tirili:  di  l'ungi 
dal  signor  Referendario  Giovanni  Dominìco  Marchisio  al  fa  sere- 
nissimo Prencipe  Tomaso  di  .S'«™"n  Primo  del  Consiglia  di  Sua 
ìliifstà  Chriìliniuìtinui,  d'iraii'v  !  !ifj.v.'E:.[  deli  Kmwea'issim-i  signor 
Catiliaide  (iitiloi  \lti:nrini;  con  alcune  giastifteatiani  d'altri  consi- 
drriii'ih  siTTiif;  t'.r'.  d'ilio  s'u-sso  signor  Marchisio  alla  delta  Maestà , 
et  al  delta  signor  Cardinale.  11  codice  è  scrino  con  tanta  dili- 
genza ,  c  grazia,  eh'  io  non  saprei  dirne  a  bastanza.  Ccrta- 

pcr  mandarsi  al  duco  di  Savoia.  Leggesi  in  fine  cosi  :  Scritto 
et  extracto  da  gli  originali  per  me  sotlosignato  Consigliere  e  Segre- 
tario di  Stalo  di  imi  Aitino  !i<n!,:  di  Snroin.  In  Parigi  li  a  5.  di 
Giugno  ]65o.  —  Fatri.  Oltre  a  sopraddetti  fonagli,  clie  sono 
pur  importanti ,  sono  nei  codice  altri  documenti  intorno  ad 
essa  guerra  civile,  i  quali  mi  sembrano  veramente  preziosi 
per  la  storia  di  quel  tempo. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  693 


.  Elogio  della  Corona  di  Francia,  scritto  da  Innocenzo 
GÌ  lisi  Cibo. 


Questo  codice ,  scrii  l  con  bellissimi  caratteri  corsivi,  co' 
fogli  dorali,  c  co'  gigli  di  Tann  ili  impressi  in  oro  sopra  le 
coperte,  contiene  in  una  breve  storia  l'elogio  della  corona 
di  Francia,  composto  ria  l\  Iiiimrenio  (illisi.  Il  titolo  è  come 
se^ue  :  J.ii  /u-!( Cernuti  tli  FruMÌtt  ;  .ti  Christianissimii  et 
hìitìelissimti  Ikntini  Qimrlr,  Pie  ili  l-'nuieitl  ci  (fi  iStmirrti  IkJintta. 
Il  sopraddetto  Ghisi  si  sottoscrive  Gitisi  Cibo  nella  sua  lettera 
dedicatoria  al  re,  la  quale  precede  il  discorso,  e  data  di  Ve- 
nezia a'  1 5  dì  gennaio  ìGotì.  Non  mi  riusci  disaperc  perle  in- 
dagini clic  ne  lui  l'atte  se  sia  slata  pubblicata  quest'  opera ,  che 
sembrami  pur  non  indovini  <!'  essere  conosciuta.  Pie  darò  per 
tanto  le  prime,  e  V  ultime  lince.  Incomincia  cosi  :  'Egli  non 

•  può  in  modo  veruno  uegursi  (se  nìi'i  non  vogliamo  quellu, 

•  che  una  sperienza  universale  attcsta  ,  negare  )  che  Don  sia 

■  verissimo  il  proverbio  di  Salomone  nel  1"  Capitolo  dell' 

■  Ecclesiastico,  clic  slulloram  infittita!  est  numerai;  cioè  come 

■  leggiadramente  trasportò  il  Poeta  —  Infinita  è  In  schiaìi  •It- 
igli sciocchi;  e  che  questo  sciocco  mondo  non  sia  ormai  ona 
"  toni  usa  <;.il'bia  di:'  [ia;'.w  ti  velato.  Onde  nvv  iene,  eli  e,  >■  et. 
E  termina  con  le  seguenti  parole  :  «E  chiesto  abbiamo  noi 
.ricordato,  non  per  toccar  l'onore  di  Prcncipe  alcuno,  ma 

■  per  dimostrare  che  i  Re  di  Francia,  se  talvolta  hanno  (come 

■  porta  la  fragilità  della  condì  [ione  humana)  punto  traviato, 


69i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■  d;i  C:i-ìi  iilfnii  li;i]inij  cimili  '-icnipi  imparati.  Qur-Mii  copia 
due  anni  dopo  un  po'  ritoccata  l'avrà  forse  il  Gbisi  iiniairi  a 
qiialr.licduno  della  famiglia  reale.  Veggasi  il  codiw  segnato 
num'  4o5. 

1352.  (sAn.T-CEM.AIS.) 


6ia.  Discorsi,  Relazioni,  ed  altri  scritti  di  vario 
argomento. 


Sono  in  cpii'=lo  codice  <r]j  scrini  si^unili  :  1°  Relatione 
venata  di  Trento  di  quanto  occorse  in  Cappella  il  gineen  ili 
San  Pietro  sopra  la  peci  edema,  degli  Amiasciatori  di  Francia  et  di 
Spagna;  con  alcune  letteli  di  Monsignori  Riha».  Paleolto,  et  del 
Cardinal-;  di  Lorena  intomo  a  onesta  materia.  Il"  iiaginaamenia  ili 
Carlo  V  imperatore  al  Re  Filippo  suo  figliuolo  nella  consignatione 
del  governo  ili'  saia  stati  et  regni ,  dna:  si  ecnlienc  come  si  dehbe 
ipni-eiiaiv  in  tetnp-j  della  pia-,  ii  Alili  .iiiirra:  i:  ni  sìcsmi  distorni , 
r.lie  leggiamo  in  altri  codici  della  Biblioteca,  se  non  che  qui 
la  scrittura  n' È  più  diligente.  111°  Relatime  compitissima  della 
R^pnhldie.n  ili  Canna  i.un  discorsi  del  suo  Governo,  et  leggi,  fallii 
Tanno  i5g7;  la  quale  relazione,  scritta  con  molla  ayvedulezja 
ed  erudizione,  è  diversa  da  quella,  che  nello  stesso  argomento 
ha  la  Bibliuteca  nei  eodici  M><riia!i  rumi0  ìoy  e  ìi/i.  1V°  Rela- 
lione  di  (ùnstantinapt/ii  et  (jran  'l'nrcka,  ilei!  fi  contiene  il  modo 
del  premei,  et  entrate  del  Gran  Signore,  con  molti  altri  particolari 
degni  di  consideratimi:.  E  la  stessa,  che  leggesi  in  altri  codici 
della  Biblioteca.  Vf  lielalione  ililìi  Pane-pi  ti1  Italia.  ,  di,;  ,:■  si  i 
tengono  molti  particolari  degni  di  consideratimi!:  ;  legnosi  c?;a  pure 
in  altri  codici.  Vl°  Discorso  sopra  la  precedenza  tra  il  regno  di 


Digiiizad  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  fi95 
Spaglia,  e  il  rejno  di  Francia.  Scritto  importantissimo,  nel 
quali?  l'autore,  di  cui  tacesi  il  nome,  jkw  in  luce  alcuni  punti 
di  storia  intorno  a  quo'  due  regni,  che  Forse  sarebbero  stati 
ignorati ,  e  quindi  dimenticati  per  sempre.  VII"  ed  ultimo. 
Discorso  sopra  Cornelio  Tacito  nel  primo  libro.  È  lo  stesso,  che 
leggisi  all' a  i-tic*  viri*  del  codice  segnato  num°  6oi . 

1578.  (««t-oebj™.) 

Gì  3.  Osservazioni  sulla  prigionia  del  Conte  di  Ovcroia, 
e  del  Duca  di  Birone. 

Cartaceo,  in  d",  caratteri  conivi,  di  pagine  80,  secolo  mf, 
ben  conservalo. 

L'argomento  del  presente  codice  comprili!  Li  prigionia  disi 
conte  di  Overnia,  e  del  duca  di  ISironc.  11  codice  è  diviso  in 
due  parti  ;  la  prima  ha  per  titolo  :  Ossenationi  nella  prigionia 
del  conte  d' Ovovìa ,  et  del  Duca  di  Birone;  e  la  seconda  ha  il 
titolo  seguente  :  Hisposiaallc  osseniationi  mandale  attorno  nella  pri- 
gionia del  conte  d'Oecmia,  et  del  Duca  dì  Birone.  Benché  a  dir 
vero  ini  porti  più  alla  Trancia  che  ad  ogni  altro  paese  il  par- 
i.itrj hi  1 1  ■  ai^Linn'iilo  di  -'.ritto,  pure  non  n'è  inutile  la 

lettura  a  chiunque  volesse  conoscere  un  po'  a  fondo  gl'incre- 
dibili giri  e  rigiri ,  che  in  alcune  circostauie  si  pongono  in 
opera  da'  diplomatici  presso  le  Corti. 


6o6 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


1417.  (iìmmul) 

Gii.  lustrazioni  del  Pontefice  Clemente  VHP  ad  alcuni 
suoi  Ambasciatori. 

Canneto,  in  d".  cinlttri  conivi,  di  pigine  60,  ireolo  mr". 

Comprende  queslo  rodici'  fìs  M'.rilli  Sf^ui'uli  :  1°  Insti  liy.ìuriF?, 
che  fu  data  per  ordine  del  papa  Clemente  Vili*  al  reverendo 
don  Alessandro  de  Comuli ,  arciprete  di  San  Girolamo  di 
Roma,  mandato  da  esso  pontefice  a  diversi  principi  e  poieol.iti 
nelle  parti  settentrionali.  Questa  mslnrcione  segreta,  e  clie 
certamente  non  fu  timi  p;d.;!ilic:i» .  diniosi  ni ,  ^v'.tlv.o  avveder- 
sene, come  sin  dismnvcniciilo,  clic  il  successore  di  San  Pie- 
tro sia  un  principe  temporale.  Ponendomi  in  fatti  a  leggerla 
qua  e  là  vi  rincontrai  alcuni:  massime,  ch'io  veramente  non 
saprei  come  giustificarle  in  bocca  d'un  vicario  di  Cristo,  non 
elle  d'ogni  altro  principe,  per  cui  può  nascere  il  dubbio,  che 
questo  scritto  ,  al  meno  iti  parte,  sia  capriccioso.  Ha  la  data  di 
Roma  a'  i  o  di  novembre  dell'  anno  1 5o3. 11°  Altra  «istruzione 
d->llo  stessa  puolefiee  al  sijr.  cardinale  Midi  ucci,  d  quale  d'or- 
dine di  esso  poni  e- li™  doveva  partirsene  por  la  corte  Osa  rea. 
Ili*  Alcuni  avvertimenti  dati  per  coni  a  mimico  lo  del  pontefici; 
medesimo  al  sopraddetto  cardinale  Madrucci  legato  alla  dieta 
di  Ratìsbona  l'anno  i5o,4.  IV"  [ostruzione  dello  stesso  papa 
Clemente  Vili"  al  sopraddetto  don  Alessandro  de  Colmili, 
mandato  ambasciatore  presso  Teoiloro  grao  duca  di  Moscovia; 
la  quale  «istruzione,  data  di  Roma  a'  37  gennaio  i5e,4,  c 
seguitala  da  una  giunto,  che  per  ordiuc  de)  pontefice  vi  fece 
il  cardinale  Madrucci.  V*  ed  ultimo.  Altra  instruzionc  dello 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  fi9; 
stesso  pontefice,  a  Monsignore  San  Vitale  Vescovo  di  Spole  ti,  et 
alti  sitjitnn  Orsini  simi  yvj-:irìidnrii  iLstmiai  Nantii  a'  Principici 
Potentati  d'Italia,  par  nttrarir.  aiuti  cantra  i!  Turco,  ed  e  ilota  di 
Rnmn  li  3o  gennaio  i  :>t)fi Creda  pur  il  letture,  dio  pe  prin- 
cipi >  Pc  f31-1'  c'''-'  ciinlii'iio,  e  perdio  forse  non  se  no,  serberà 
copio  alliuve,  v  di  udii  poca  iinpuitan/a  il  presente  codice. 

1452.  (SU1.T-OIM1MK.) 

6  l  a.  Sonimi)  ri  i  ti  Redazioni,  concernenti 
gli  Svizzeri,  ]a  (ie-nmiiìitì ,  la  Francia,  il  Turco,  la  .lforiji™, 
e  la  Persili . 

Confidisi  in  questo  codice  :  1°  Sommario  della  forma  et  modo 
di  itttjùtiare  to'  Sr.i::cri  ci  Grisvni.  Non  Ilo  nome  di  autore. 
Il*  li  una  lunga  !k-hi:itine  Milla  Germania ,  die  fu  scritta  nel 
L'ili]!»  die  ]i'^n:i\n  I'i:ii|icr;j1i)]i;  Uncinili  i  !["  il'  Ansli  i;i .  F.ss.i 
relazione  è  preceduta  ilo  una  oppo  riunissi  in  a  Tavola  di  tutte 
le  materie,  che  vi  sì  trattano.  Non  ha  nome  di  autore,  ed 
incomincia  così  :  .  È  ottimo  institutu  il  far  llclationi  in  iscritto 
■  delle  AiiiLiscitÌc;  sì  peri  Ini  si  vede  in  esse  più  realmente  la 
•  forma  del  governo,  le  forze,  i  costumi  de'  Principi,  come 
-  penile  il  successore  n'slii  niellili  instriillo ,  •  ec.  ec.  Innanzi 
a  rpie-ta  relazione  si  trova  una  notti,  clic  sembrami  importante 
per  la  storia  di  quel  tempo,  cioè  do'  nomi  di  tlitt'  i  preloti  die 
allora  vivevano  nella  Germania,  ocosi  pur  di  tutt'i  prelati  dell' 
Ungheria  ,  ed  una  lista  allicci  ili  tulli'  li:  Accademie  ed  Univer- 
sità della  Germania  medesima.  111°  lìclationc  del  signor  Fran- 
tali, tjonduln  JatUi  aita  Sinili!n  ili  l'-ipa  < i rcijiiriv  XIII'.  intorno 


6gS  MANOSCRITTI  ITALIANI' 

ad  alcuni  particolari  del  Tutto,  scritta  fanno  1574,  Risulta  pel 

contesto,  eh1  ossa  fu  scrina  per  ordine  del  pontefice.  IV  lie/u- 


Francesco  Tirpvlo.  VI*  Capitali  [atti  Ira  il  Re  ili  Francia  ni  iì  pre- 
sente Gran  Tuti-hn  ;  r/urr  si  m/c  1'/  ;r«7rj  minr  si  ihlibann  ijnurnure 
fuetti,  eh,:  miwjann  cui  Van  tili  jr<tiucsi  ;  ci  nitri  la-Ili  jmytimlari. 


per  le  infinito  grazie  cicl  giusto,  grande,  et  onnipotente 


.creatore,  et  por  l'abbondanza  dei  miracoli  del  maggiore  de 
■  suo,  profeti,  Imperatore  degli  invitti  Imperatori,,  ce.  «. 
VII"  ed  ultimo.  Relation?  di  Maser  rincen:o  .leali  Alessandri  al 
Serenissimo  Principe  ci  Eccellentissima  Signoria  di  Venezia,  Me 
cose  da  lai  osservate  nel  renna  dì  Persia.  Con  picciole  differenze 
è  la  rclaiione  medesima,  che  dello  stesso  autore  e  nello 

Kles-.ii  :<fffi melili]  U-gy  si  ni'l  1  urlici'  si'  ;  mitri  unni"  G'->f'. 

H55.  (umi-mmu».) 


616.  Stato  della  repubblica  Veneta  nel  secolo  XVII°. 

r.iXi'Hn  diclini  liberi  cii]L";iriiii''t]h,  è  il  presenti:  Inserititi 
stesso,  clic  contiene  il  codice  segnato  mnn°  (i a  1,  al  quale  ri- 
inetto  i  lettori,  (luì  i:  perù  (lidia rato  il  ninne  di'ìl'  autore  della 
relaiione  sulla  repuìil ilici  di  Yeiie/.ia  ,  elle  tjuestu  codice  pur 
contiene  ;  e  fu  In  Sparii  nuli  1  rlr.in  l'Yainesrri  ili  Vera  cavaliere  di 
San  Jago,  che  la  indirizza  al  re  callulico  Filippo  d'Austria. 


Oigiiized  &/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  UE.  699 


1457.  [siOiT-OBiaura.] 

617.  Helazioni  di  vario  argomenta,  e  di  diversi  lempi 
ed  autori. 

Carismi,  in  4\  raratleri  rinsìvi,  ili  jiiLgiiii'  Sdii,  swolo  mr, 
ben  conWrvaiu. 

I  seguenti  scrini  si  motengono  in  rpiralo  rodile  :  1°  Rcialione 
di  Roma  inferita  in  Senato  Inietti  tini  Aviem/cro,  ritornato  Ambul- 
iti quella  del  snpraddi'Uo  ciulici-.  Olirai  nuii/.ia  pure,  si  come 
la  relazione,  som)  st;i!t  i(r;ttc  I'  anno  1  i>  jt>.  II"  HiAidìime  nfi— 
sissinui  iU  mimi  ili  Pulmini .  rifiniti  dati'  Abiliti  /iry/iem  aPio IV, 
liliitiiiiiiiin  Sniditi  dai  He  Siyi  mutuila  .1  agosto  neil'  annodai  Signore 
i56'8.  Bella  rcla/.ioiii-,  ebe  il  j  rofrssoru Ciampi ,  telante  inda- 
gatore delle  cose  di  rpiel  r-iigno.  logori' libi-  assai  volontieri,  se 
puri1  sfuggi  alle  sue  ricreile,  III0  iieìnlione  dei  durissima  mn- 
,1  r  ■,''(! ■■so  l.\pp  imii!\o  ::■:!  /no  l  itoeno  d:  l'oìmtì'i  .titiia  ali'  l  '.  :,:iin:. 
Senato  Veneziano,  l' utinu  )  ii-j'.i.  Moli"  11  ni  ri  rei  .Maliziala  e  niente 
meno  importa" lo  .1  leggersi  Giulio  per  alcune  diversità  di 
sentente  tra  l'uno  e  ì' altro  d'essi  due  ambasciatori  peli' argo- 
mento mcrkiiiiio  della  Polonia.  IV"  Relativa?  deli' Eri-Imo .  siqmrc 
Don  Filippo  l'erimini  Im/ieriiile  AmbnseiiiiviT  di-Ila  Maestà  Cesarea 
al  Gran  Preneipe  di  Motcovia,  Tanno  i57g.  Questa  relazione 
si  riferisce  non  meno  alla  politica,  clic  all'  amministrazione 
infunili  della  Moscovia  in  ipiel  tempo,  eli' «ssa  cominciava  a  far 
[|iialcht-  passo  verso  l' ino  vii  ondilo  litiropeo.  V"  Ragguaglio  del 
successo  della  guerra  mossa  Tanno  1579.  dal  Re  di  Polonia  al  Gnu 


iNOSCRITTI  ITALIA! 


lalwr  futi»  per  dmagnif. 
hxlmu.  Caglia  ,k  fregi 

del  ducalo  di  Fiorenza  e  Sima,  falla  al  veneto  Senato  Tanno 
dal  magnilieu  niewere  Vincenzo  Fedele,  ritornandosi 
ambasciatore  della  republiliea  presso  quel  duca  ;  la  quale  è 
molto  più  ciiiMJstrui/.iuln.  dell'  autei.eileule  scrina  dai  Foscari. 
Né  dell'  lina  uè  dui  1'  altra  di  queste  due  Relazioni  serbasi  altra 
copia  nella  Biblioteca. 

1430.  [MlHT-OEMUm.) 

fitS.  Conimcnlaiii,  Discorsi,  e  scritture  di  autori 
ed  argomenti  diversi. 

Canneto,  in  4U.  'flrallfii  i-m'ivi.  ili  [libine  700.  secolo  in?. 
ili  homi*  ootiservaiiorn?. 

I"  11  codice  in  coni  ilici  a  ila  uno  scritti!  importantissimo,  il 
cui  argomento  e  qiirsLo  :  Commentarli  ilei  regno  ili  Francia  ilei 
cimiamo  imam  Michele  Soriano,  ritornato  Ambasciatore  da  aaclia 

roatico  per  altre  sue  avveilutissime  relazioni,  eh' ci  fece  alla 
repubblica  di  Venezia;  si  come  allresi  per  quella  di  Spagna 
[pianilo  riioroossi  ili  la  ambasci, il- ne  | ier  i:sm  ii-p nbl-.lica  presso 
il  re  Filippo,  la  quale  può  leggersi  all'  arlic"  u"  del  il"  de' 
cudici  seguii  li  lumi"  n.'i.'ì.  Ma  ipiesta  ini  egli  diede  il  liloloiii 
Coiiwientnrii  è:,  sec.onoiicllc  pano;,  un  ra  j  io- 1,1  vi  ii'o  di  politici  . 
di  prudenza,  di  franchezza ,  e  di  lealtà.  Essa  comprendi.'  circa 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ■),„ 
una  quarta  parte  ili  lutto  il  proai-iite  codice;  e  la  scrittimi 
vi  fi  a  bastanza  ililinntilc  e  corrella.  II"  Heltifliitte  _di  Francia 

auel/a  C'irti:  l'unni:  i  fi  fi  cj  ;  i  la  stessi,  che  ha  la  Biblioteca  all' 
artic"  il"  del  codice  segnato  mini"  S  i  ti.  Ili-  Discorso  al  He  Chris- 
tinnissimo,  esortandolo  alla  pace.  In  line  del  discorso  lesesi, 

di' l'i   Fll  SCl  ittO  Uri  Castl'lln  ili  H'.il(i;;!l;i-.UÌ-M. .!V  dal  signor  ili 

Moruillicn ,  e  chi:  In  scrissi;  e  indirizzò  al  re  per  proprio  suo 
comandamento.  Si  esorta  il  monarca  a  serbarsi  in  pace  colla 
Spagna.  IV"  Altro  discorso  al  re  Cristianissimo ,  in  cui  si  cerca 

sia  stato  scrìtto.  V'  Hehtione  di  Savoia  del  liwmimo  messere 
Giovanni  Correrò  (veneziano)  al  tempo  ilei  Daca  Emmanuel?  Fili- 
berto. Diliyciilissiina  relazione  ,  ed  uli  lissiina  a  lc™rr.-,i  audio 
a'  giorni  nostri.  VI*  ed  ultimo.  /!<■;'<  ffn.m-  tiri  tlarissimo  messer 
(.'i"i >i in fjty  l.itiptiituttit:  .1  j.ii  uiwc  •!( .'!':  S.  rtiui.  signoria  di  Yeilc- 
tia  presso  il  sig.  Daca  di  Savoia;  nelle  quali  due  relazioni  si 
comprende  lutto  ciò,  elio  ili  magioni  importanza  concerno 
quello  Stato. 

IMO.  (siDIT-GEEHira.) 

619.  Relazioni  politiche  e  diplomatiche  sulla  Germania. 

Cartacei),  in  4".  caratteri  conivi,  <li  pagine  ijoo.  «roto  un-. 

Tre  Relazioni  politichi:  ■:  ilijiloinal.iohe  concernenti  la  Ger- 
in.inia  ,:i  fon(.u;i[;i)ni)  in  r 1 1. 1  1  ■  j  codice,  e  sono:  1"  lìclatiam. 
dei  durissimo  messer  Ftderiijo  Bai  onoro,  ritornato  Ambasciatole 
della  Scrina.  Repubblica  ili  )  enclia  da  Carlo  V'  Imperatore,  et  ila 


7oj  MANOSCRITTI  ITALIANI 

teg^  fll'  articoli-  del 'cjdice  segnato  num"  3i3. 11°  Relation! 
della  Germamuct  di  Ferdinanda  d'Aaslria.  Hede  Romani/alla  Tanno 
i5S6.  et  àj.  È  taciuto  il  nome  (li  chi  la  scrisse,  ma  fu  cerio 
un  ambasci  a  lo  re  della  veneta  repubblica  presso  l'imperatore 
l'ordinando.  Ili"  lichene  del  cforisttam  ninfei  Michele  Suriaaa, 
ritornato  Ainhuseialam  dal  Sin-nissirnu  Ite  de  Romani  Tanno  del 
Signore  ibb-].  Questa  relazione  coli'  antecedente,  ebe  tratta 
dello  slesso  argomento,  comprendono  pressoché  tutto  il 
codice. 

1445.  (UHM»] 

620.  Viaggio  a  CosLuiiinopoli  t!i  Giacomo  Soranzo; 
giuntivi  altri  scrini  di  argomento  diverso. 

Curia»)!,  i«  fogli"  pinoli:-,  rara! ini  .-r.i^i.i  .  ili  vaiginu  lìo.  wtolu  ivf. 

I'  Ila  j:  1  i  1  n-;pi  rj  ai  cori  irò.  una  Illuda  —  .Ita™  J'kh  riaffilò 
fatta  a  Canslanliunpidi ,  et  ili  ideane  reit  natale  a  quella  Porta  nella 
l'iiioniirinne  di.  .Sic'lru,-  M.iln.;:\eile  jiiiìia-.-h  di  .So/ion  Anrnall,  rre- 
senle  Imperatore  de  Tarchi,  Tanno  |53».  Fu  nella  circostanza, 
die  Giacomo  Sonmzu  ambagi utoio  (lolla  veooia  ve  pubblica 
presso  la  Porta  Ottomana ,  d^ponoiitli-i.-i  al  mio  viaggio  per 
Costantinopoli,  fu  propalo  ila  molti  f;enliluomiui  dì  diverse 
cittì  il'llalia  di  concedi:!  Ioni  l'onore  di  accompagnarlo  in  quel 
viario,  a  fim:  'li  [nr.fr  essere  presenti  alla  grande  solennità  di 
quella  circoncisione,  è  poter  quindi  con  più  agio  osservarne 
e  notarne  tutto  lo  parti  cobi  i  core  mori  lo.  Oi  tennero  il  loro  in- 
tento; e  si  trovano  qui  rogiti-ali  i  nomi  ilo'  sopraddetti  gen- 
tiluomini, veneziani,  romani,  bolognesi,  vicentini,  diFuligno, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE. 


di  Albano,  di  Pesaro,  e  d'altre  città  dell'Italia.  È  taciulo 
il  nome  dello  scrittore,  ma  paro  clie  la  Memoria  sia  stala  fatta 
di  comune  consenso  d'essi  sianoli.  .Si  divide  la  Memoria  in 
due  pai-li.  Nella  prima  si  narrano  lutti  i  preparativi  alia  cenmo- 
nia,  c  ciò  che  fu  fatto  -ino  .il  suo  compiine!] lo  ;  nella  seconda 
si  descrivono  li'  t<tlnjr<-;:e  ili  fÀntimliinipnli  per  il  liìnijliu  ili  Slit- 
tali Mthemet figliuolo  di  Saltali  Amanita  Impennare  de'  Turchi.  Può 
pensar  ili  ìeg^i'ii  il  lettore,  quanto  piaeevole  sia  ìa  lellura  di 
questo  scritto ,  di  cui  foc.se  non  suri  copia  in  ailre  Kibliolcijlie. 
11°  Notizia  dei  sin-rcisi  ili  l'in  i/iiirrn  fi/i  Saltini  \iìwrn.th  I  mperuhm 
de'  Turchi  et  Schak  Mehemet  Chatovenl  Ite  di  Persia,  et  li  Gl'albioni 
Christianidal  ibyi.  finoal  1 58 1 .  111°  Discorso  sopra  la  repub- 
blica di  Genova;  ed  è  quel  medesimo,  clie  Ita  la  Biblioteca  nei 
codice  segnato  num°  3a3,  all'  artic°  ir*.  1 V"  Lettera ,  dola  della 


tra  il  Prctemnoui  il  He  de'  Trogloditi  fanno  1 58o.  V°  Discorso  del 

caidinjli  (io  icndoue,  nel  (pale  si  c.f'fi'li  ili  dunosi  iure  l'Ile 

l'imperio  derivi  c  sia  dipendente  dai  papi.  E  gii  nolo  questo 
cardinale  per  altri  suoi  scritti  di  qualche  imporlania.  Ira' 
quali  il  suo  ragionamento  sulla  corte  di  Roma,  che  leggeri  nei 
codice  segnalo  num"  3oi;  ma  credo  bene  ,  clic  oggidì  il  Coni  - 
mendone  non  s*  intralleneblie  più  culla  Iralla/.ioue  di  alcuni 


Ambasciatore  ili  i^a-.-liii  \lu,<i'i  niipns.fi  In  su'idctUi  sitjiwrin.  fu 
detta  questa  orazione  al  veneto  senato  dal  sig.  Monluc  l'an- 


>63. 


1" 


no  i  j.i'i. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


I52C.    (  SADtT-GMN.IK.  ] 

621.  Sialo,  forze,  e  governo  (Ma  repubblica  Veneta 

É  questo  ili  su  la  prima  pagina  il  titolo  del  presente  co- 
die  :  Rdatinnc  dallo  slato,-jor;c,  et  ijorerrai  dilla  llimiUi'iia 
Feneliana,  falla  al  Tir  Ctttitilìca  Filippa  ti  Austria.  Chi  sia  l' am- 
ba .«iato  iv  die  fa  quosta  Relazione  ai  suo  principe,  non  risulta 
per  alcun  modo  dallo  strillo.  line  cose  però  posso  afl'ermare; 
e  In  prima  è ,  che  la  presente  relaziono  intorno  allo  stato  della 
repubblica  ili  Venezia  t  al  lutto  diversa  da  quelle,  che  sopra 
io  stesso  nrgoj inailo  riricoiiiriajiio  in  molli  altri  codici  della 

serba  una  e  pia;  e  la  seconda  ,  eli  è  uua  relazione,  ìa  cui  lct- 

puft  som  ministro  ri-  alla  sloi'ia  <li  ipn'lla  illu.slrc  repubblica  nel 
secolo  svn°.  • 
1527.  [««i-sb™*™.) 

622.  Pareri  di  Gaspare  Giannotti  intorno  al  regno  di  Cipro, 
ed  alla  Casa  dì  Savoia. 

Cai-laura,  in  tf.  caralleri  corsivi,  di  pigine  i3o,  «colo  ito", 

L'argomento  di  questo  codice  e  dichiarato  pel  tilolo  che 
segue  :  Parere  di  Gasparo  Giannotti  sopra  an  Ristretto  Mie 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  7o5 
rivoluzioni  del  litanie  di  Cipri,  e  dilli:  nijinat  ihc  c 'ha  In  serenissima 
l'usa  ili  .S'urul'd  ;  <■  su/im  rur  «ffm  Traila!.*  tli-i  tiluin  lirijnh-  rkii/n  ci 
.Sdii  i(ir  sri ;■;),(;.  (luosAo  discorsa,  iì  parere,  è  indiritto  al 

sigi)'  Giulio  Cesare  Catitelnii,  che  aveva  incaricalo  il  Gian- 
isotti  ili  ]vi!rs.irgli  il  mio  avviso  in  torno  a  dui'  libretti,  ch'erano 
.stali  posti  in  luce,  l'uno  sopra  il  Rislrello  delle  rivolniioni,  e 
l'altro  sopra  il  mo/o  Wrjro  uWnlo  t'mn  <t' Joeoùi.  Non  so  se 
questo  Gaspare  Giamiottì  Tosse  della  famiglia  eh  Donato,  ne  é 
.1  rui:i  nui!/.ia  l'In1  il  suo  l'uriR  l:j-ì  stilli'  pimlilir;:  In;  :na  certo 
il  Hi'  cjrli  !■  i]  il  va  Ini  Ir  sci  il  Imi',  clic  vrt-~.iriljl.iH  jri-.icl  ì  I  Et  non 
rhc  utile  la  lettura  di  questo  scritto  por  li'  nuiltiplioi  crudi- 
zioni  di  cui  va  adorno. 


1528.  (suRT-oiaiun.) 
6^3.  Relazioni!  soni  ricali  a  degli  stati  Italiani. 


Contiene  questi >  rodici'  ima  IkluLÌmie  in  cui  ri  pendio  di  tutta 
l'Italia,  nella  quale  si  dà  pur  notizia  delle  spese,  delle  entrato, 
<■  dello  stato  politi™  ili  diversi  principi  ilidl'  Italia  medesima. 
Eccello  alcuni'  piccole  dii'cr.si:.i  ili  (cuoio,  ó  la  stessa  rela- 
zione, che  rincori Iriiinio  in  pi»  cullici  della  Biblioteca. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


1554.  (bamt-ghuuui.) 


l'in  la  metà  ili  (lucilo  cuòio'  cuitic-m:  alcuni.'  memorie 
antiche  snlln  cose  (li  i''raui'.in.  l'isse  «imo  .scrino  in  lingua  frail- 
ccm'  .  ma  (li  \!:i:i'ìiii.i  i-Ili-.- ,  i  li  luuttHi  il  tildi:,  Ialino  :  Dr  r.'ins 
Galikts,  Dopo  le  quali  memorie  o  croniche  segue  in  lingua 
italiana  un  dialogo  politico  Ira  un  Francese  .  uno  Spaiamolo, 
ed  un  Veneziano — Jn;im  f  Inumili  ili  Frinirla  Ini  il  Ile,  hi  Madre, 
ed  Q fratello  negli  anni  i63i,  «  i63a.  Non  risulta  chi  ne  sia 

c  lituo  instruttu  ilclle  cose  [iiù  recondite  di  quella  corto.  È 
piacovolo  a  leggersi  questo  dialogo. 

1847.     (  SAIHT-GEIUMIN.  J 

6(l5.  Relazioni  politiche  sopra  il  Turcu,  la  Spagna, 

Tre  politiche  Relazioni  si  comprendono  in  questo  codice. 
La  pròna  ò  di  Marcantonio  Barbara,  dell'anno  i,r>8G.  Essa  ab- 
braccia tutto  quello  .  diVi^i  nella  mi  a  qmiH'a  di  am  lisciatore 
della  veneta  repubblica  presso  la  Porta  Ottomana  potè  vedere 
e  sapere  di  più  importante  della  cittì  di  Costantinopoli  ;  indi 


Digiiized  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  707 
degli  siali  e  proYÌnr.1'  succili!  al  dominio  del  Gran  Signore^ ; 
di  (ulta  l' l'sii'iisioue  (Irli'  iiinino;  rlol  1  ■  ■  sue  fiw;  rloll.s  sua 

filali        ;  liei  III  [Mi  lienlare  cimi  Ir  il  In  ili  esso  (ini  li  Signore;  e 

in  somma  di  tulio  ciò,  die  può  dar  ben  a  conoscerò  la  posi- 
zione ed  animi  lustrazione  politica  interna  uri  esterna  di  uno 

Siiilo.  Relazione  ù  questa,  ci"'  manifesta  In  (  11  prudenza, 

ed  avveda  lena  del  suo  autore.  —La  seconda  relazione  è  pur 
d'altro  ambasciati  ire  veneto  ili  cui  \  irrsi  i:  inmiei  al  In  repub- 
blica ili  \  eur/.ia  ,  f  1  < h j  1  ■  r ij  1  m U >.-. i  ili: Un  oli  ti;  ili  Spagna.  Si  p.u  lj 
specialmente  della  gronde  potenza  del  re  dì  Spagna  (eli' era 
allora  l'iìippo  II")  sopra  i  Midi  ridditi  ;  e  de»]'  intridili  inau- 
diti, anzi  incredibili  messi  in  opera  ni  leiupo  di  quella  corte; 
ciò  die  fu  l'anno  i5Go,  0  in  quel  tomo.-— 1. a  terza  ed  ultima 
relazione  è  di  messere  \  incelino  degli  Alessandri  ritornalo  di 
Persia  l'anno  1378,  ainbasriiiiiirc  della  1  i  j nihblica  veneto 
presso  di  quella  curie.  In  essa  relazione  fa  conosci 'i>  ;.:  senato 
tutto  ciò,  eli' è  di  il  iai!  L'i  "le  ini  porla  n/n  in  ipiel  redini;  assi  ci  ira 

rcpiihlilien  l'osse  costrelta  a  mover  la  guerra  alla  l'ersia.  Altra 
copia  ma  assai  men  diligenti  di  questa  abbiamo  della  slessa 
relazione  all'  artic"  V[|°  del  codice  segnalo  num"  6'  1 5. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


(i;6.  Scritti  concernenti  le  due  Corti  di  Francia, 
e  di  Roma. 


Contiene  il  pri'hi'iilc  codice  ^li  scrini  Meliniti  :  1"  Relatione 
n/mpitit  di  talli  li  itiricai ,  naioliiiti ,  morii,  rumi/ri,  dijftrrii:e. 
pastininole,  scritture,  disiarsi  r  satin:  Inulti  in  rursti  yuflnto  in  prosa 
folte  e  seguiti,  tini  prilliti  .jiarnn  tldL  morte  di  Urbano  VIII°,  sino  al 
dì  della  festività  di  San  Clemente,  giorno  solennizzata  dalla  Santità 
di  Xuslrti  Sit/nfiie  l'upa  bintinMiti  A",  per  il  possesso  preso  in  quel 
tjiorno  in  San  Gibnonni  Lateranu  li  l3.  Novembre  i644-  È  questa 
la  relazione  medesima,  elle  lediamo  ali*  arlic"  r*  del  codice 
segnalo  num°  atìfi;  se  non  che  olir' essere  la  presente  copia 
molto  più  corro! tu  e  più  < I i 5 L i ■  1 1 L i ■  ] n ■  r i •_ i ■  m- ri  Ita  di  quella,  notai 
qui  pur  alcune  differenze  nel  racconto  di  qualche  fatto.  Le 
poesie  satìriche  ialine  ed  italiane  in  morie  del  sopraddetto 
papa  Urbano  Vili'  sono  quelle  medesime .  die  limolisi  nel 
codice  segnato  mini"  385,  ma  nel  presente  codice  v'ha  di  più 
una  particolare  notizia  di  tutti  i  cardinali,  clic  concorsero  col 
loro  voto  alla  elezione  di  Innocenzo  X".  II"  Copia  di  una  lettera 
scritta  dal  re  di  l'ianria  in  I1':. rifai  nei  i  Ira  li  il  ili  ì  i  i  il  li. I. re  ;  li.'(/|, 
al  ni  a rei io su  di  Sanse  i  au  io  ni  suo  a  m  ha  sei  a  Iure  in  Roma  ini  urini 
la  condotta,  che  limnc  verso  di  lui ,  il  re,  il  cardinale  Antonio 
Barberino.  111°  Copio  della  lettera ,  ohe  scrisse  del  suo  palazzo 
il]  Roma  il  di  2Ìi  ottobre  it>'\!\  il  sia,1.  Salisela  moni,  ambas- 
ciatore di  Francia  presso  la  corte  di  lioina,  al  cardinale  Anto- 
nio Barberino.  IV*  Copia  della  risposta  di  questo  cardinale 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ;og 
scritta  dì  casa  sua  in  Roma  il  dì  a  5  ottobre  1644,  al  soprad- 
detto brucia  tare  franassi;.  \  "  Copia  d'altra  lettera  scritta  di 
Roma  li  3i  ottobre  iG'i.'i,  dal  ninli'sinio  eardiuale  al  cardi- 
naie.  Magnino  in  Parigi.  VI"  ed  ultimo.  Discorso  in  forma  di 
Dialoga  Ira  il  Cnnlìimìe  Alitatili!  ed  il  tienili, e.:,-  Francesco  Barbe- 
rino, co!i::ermritr  t  pariì'.ihrì  toro  mlercMi  d,l.  p,i:,nt!,,  Coi:,  lo-e .  e 
la  loro  cattiva  fortuita  per  knveiv  perduta  li  tjrullti  del  Re  di  Fran- 
cia. Beo  piacevoli:  a  leggersi  questo  dialoga  tra  i  due  fratelli. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
DELLA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA, 

[  QUALI  EBANO  IN  ADDIETRO 

NELLA  BIBLIOTECA  1)1  VERSAGLI  E  3. 


627.  Discorsi  due  di  redolito  Ajilinori  :  l'uno  sulle  Sedizioni , 
l'altro  sulla  Reputazione. 


ilaual.  votai  perder*  Coricamo*  trattato  con  fo  rigale  vere 
Mn  medicina,  si  può  intitolili*  :  Delle  malattie  dei  Ihminii,  et  ilei 
muili  di  rÌHietlittrri ;  aimp-.istu  da  Fridn-iio  \iiliimri  ijelitii  hnoma  di 
iwjiW  j.tirentiiin ,  rt  t'.tiitilien  ili  l(  tlnlim-  ili  S.  Su-Javo.  Ho  ietto 
con  vero  piacere  qualche parte  di  questa  operetta,  la  quale  oltre 
eli' e  dellata  Cini  Iiuodo  stile,  ilice  pure  cose  non  |>oco  impor- 
tanti. Ei  riduce  a  quali  ni  li'  nillst-  fiiliiiiuit'  ri  iiuliirtlli  titilli  stilìe- 
vationi.ci  rimlte  neijli  .Sinli.      prima  ,  la  religione;  la  seconda, 

H-ti  aeravi!  si  li  irati  sul  popolo;  la  terza,  le  crudeltà  verso  il 

popolo;  la  (piarla,  il  dsspii/in  del  popoli). ■ — Uopo  di  questo 
discorso,  o  cn!",  ilir  ahi  irai1  ria  per  due  [.tic  parti  il  volume,  si 
leggono  io  line  dello  slesso  autore,  —  Sentimenti  toccanti  il  par- 
titillare  dell'  hemore  intrinsìco  del  bene  operare,  et  estrinseco  della 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  711 
spinimi?,  <Irll.11  ce::;ii:h:r<''»li\  lì  l-  |  minili  mi1.  Amimi  il'uijìii  /lenimii,  ci 
gl'ini  imeni,- ih-'  (irmi  Piiniii-i.  il.'',  ,(.-,  umilissimi ,-,(  m/ii.  Anelli' 

quesl'  operetta  è  assai  piacevole  a  leggersi ,  non  dirò  perché  ni 
si  espongano  i-ose  nuovo,  nm  peri: Ih';  le  si  espone  in  mudo,  che 
ne  diletta  mollo  la  lor  lettura.  Sembrami  che  il  codice  sia  ,  se 
non  l' autografo  certo  l'autentico,  clic  al  tempo  suo  sarà  stato 
offerto  alla  particolare  Itili  li  olerà  del  Ite  a  Versaglics.  Non 
posso  sicura  ni  ente  affermare  che  sieno  inediti  questi  due  scritti, 
ma  partili  che  meriterebbero  di  non  esserlo. 

43.  (««,„«.) 

628.  Prose  e  poesie  d  ivini/io  Mulinili  in  ludo 
di  Luigi  XIV". 

Carlacco.  in  4"  grande,  onllerì  cnrsM.  di  pagine  àoo .  «colo  ini", 
ben  conservalo. 

Quesln  bel  codice,  per  ciò  clic  concerne  la  sua  magnifica 

Ieri  nitidissimi  e  roslaulomi'iile  iniilormi  rial  principio  al  fine  . 
non  contiene  clic  proso  0  poesie,  tulle  In  bude  ed  onore  di 
Luigi  XIV",  composte  da  un  hjiuiùu  l'ian<ry:ii  Midiqìn,  com'ei 
stesso  .-.i  so- Inserivi'  ii'.'lla  prima  pglna  .  l'uutovandnne  pur  la 
-ottuse  ri /.ione  11  eli  ;i  sua  lei  lem  dedica  Loria  al  prinnpe,  al  quale 
offre  questi  suoi  (iti-uri  li-llrrinii  jiiiiti  euri  i/nui  jiilidif  \  timto  1606. 
Poi  comincia  con  un  sonetto  in  lode  degli  occhi  del  He;  tic 
segue  un  alito  in  lode  della  sua  bocca;  indi  un  altro  iti  lode 
della  sua  parrucca,  ce.  ce.  Dopo  molli  di  questi  sonetti,  è 
una  Iriidii/ione  italiana  di  e-.i;>  Mulinili  deda  vita  'li  Alossan- 
dro  Magno  (al  quale  viene  rassomigliato  Luigi)  scritta  da  Plu- 
tarco, della  cui  (radunane  però,  si  come  pure  de'  sonetti ,  se 


7ia  MANOSCRITTI  ITALIANI 

n'abbili  niisericordiii.  \ou  dirò  dunque  più  oltre  de' meri  li 
letteraij  dell' autori',  poiché  io  non  saprei  ove  trovarne,  e 
v. | li  (in  1 1 1 :<-i 1 1 1 ■  in  ciò  olir  ni.'Uind.i  In  nii-tv.-  Livelli!.  Nili)  dubito 
untilo,  che  il  Mi  il  is;  in  -1:11:1  sialo  ululalo  dal  ro,  ch'era  geue- 

E'ilSil  !'   111,1!;  Ili)  Il  Ìli  II)  III   Illlto,   ODI   ili   Cl'i'ilil  olii'  !' .1 1!  (.Ellf  (Il  qilO.sl] 

cuiiilKiiiiioi'iiti  sia  stillo  liei)  i'urluiialo  d'aver  che  fare  con  un 
monarca,  cui  luti'  aldo  cadi' va  in  ani  eoo,  olio  di  leggere  poo 
sic  in  sua  lode,  e  poesìe  di  un  nome  ch'io  penso  sarà  stalo 
nidi' oscurità  tanto  allora  ,  qnantu  n'ò  presentemente,  l'i  quasi 
quasi  adesso  mi  pentirei  aver  ili'Un  ni:l  mio  proemio,  clic  non 
.si  può  mai  .sin hi! ire  1' iìssdI  utj  imiti Ijìn  ili  un  libro;  ma  alcune 
poesie,  elie  .si  Ii'^oiid  iu  qiii'sio  codice,  li!  quali  enumerano 
li'  grandi  operi-  pubbliche,  1 1 1-  por  comandamento  di  quel 
monarca  sono  slate  l'atte  ad  utilità  ed  alli  bo  al  diletto  (lolla 
popolazione  parigina  ini  confermano  nella  mia  massima  già 
enunciala  nel  proemio  medesimo. 

55.  (VERSAILLES.) 

629.  Orazione  dì  C.  Guyonnet  de  Verlron  in  lode 
di  Luigi  XIV. 

He  mbraciocEO ,  in  S'giaiidii,  caiatlni  nu-lii,  ,11  [ig^Eno  il,  secolo  ini", 
dì  boom  comcrvoiione. 

Ourslo  codice  ma  j;ni  lira  n  noi  !c  lecito,  dorato  sui  fogli,  e 
srrilto  is.iii  U-'liis.iini  ri,rnl:i'ii ,  coiiti'.'iii.'  ii.'  ludi.  In  fili  ni;,  di 
orazione  o  di  paucgirir.0,  dì  Luigi  XIV,  alla  cui  Maestà  fu  of- 
iérlo  da  C,  C.  Gujonnet  de  Verlron ,  il  quale,  nella  dedi- 
catoria ad  altro  personaggio,  per  cui  spera  poter  ottenere 
la  regal  proto/.ione .  ilice  clu'  c;li  cadde  in  animo  di  far  ira- 
ti une  questo  -un  l'mu  ijinai.  sjiii  scritto  in  francese,  in  tre  altre 


Oigiiized  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  7i3 
lingue,  cioè  Ialina,  italiana,  e  sprillinoli!  (e  sono  veramente 
nel  codice  queslc  tri;  tradir/ioni)  «  a  fin  quii  les  l'tranirers  à  qui 
N  nutre  langur  r.sl  ioi'iinniie  un  solfili  ìiiallieur-eii-eiueiit  prives 
.  du  plaisir  de  lire  cette  hisloire,  qui  sera  mille  foisplus  belle 
"  ijtic  les  rommr-u  lai  res  ilrs  IIìmis,  i'I  le-  vìi's  des  Alcsandres.  « 
Mi  pare  clie  sema  più  p<«a  il  leliore  per  queste  poclie  linee 
giudicare  di  tutta  l'opera.  Nulla  io  dirà  delle  due  versioni 
latina  e  spagnuola,  ma  l'italiana  è  Leu  meschina  in  ciò  che 
riguarda  io  stile ,  e  qualche  cosa  pure  la  stessa  grammatica. 

73.    (  5EIISA1IJJÌS.  ) 

63o.  La  città  di  Costantinopoli  dcscritla  ed  illustrata 
da  Domenico  Gerosolimitano. 

Cartaceo,  in  4*,  cai-allori  conivi,  di  pagine  150.  secalo  HIT. 
di  buona  cooscrvaiionp. 

Il  titolo  (li  questo  codice  ù  come  segue  :  Itelatione  della  gran 
Citta  ili  CaiKtaiitim-poìi ,  iI-kc  si  tratta  di  latta  la  crtdi,  colline, 
rulli ,  f>rlr;ze,  pìtt;;e,  pnla::i,  imi.trlmr- ,  finitimi' .  Iitittivjhe,  limi/lii 
mercantatoli,  alloggiamenti  tic  Jorcstii-n,  Huspilali,  Collcgii,  ti 
Imujlii  ilr  inanitumi ,  i-t  altri.  Si  narra  unni  In  ri-gale,  che  si  mano 
iti  essa  tifili  pi:t  ornano,  mUn.  tjimtUin,  tu.  Ili  ditti! ,  et  nel  viceré, 
di  tjtti.it  rttrìrlii  di  tfi'tiUi  il' -.«ini  tintinni-;  il  tutto  mirrati  dit  ìhmi-iiiin 
Hierowlimitano  gran  modico  arila  penanti  ili  Mtan  Àmarath  Avo 
del  pile.  Gran  Turco,  che  regna  nell'anno  ifin.  Questo  scritta  , 
elio  a  parer  mio  c  certa  nn'n  te  l' aiituyraHi ,  i:  al  tutto  diverso 
d'altri  molti,  i- 1 1 Miipiii  li.  -ìi'sso  argoinciilii  idiliia ino  india 
Biblioteca,  benché  il  suo  titolo  che  ne  dà  il  contenuto,  rasso- 
migli in  parte  a  quello ,  i:ln:  lodiamo  apponi  ad  altre  relazioni 
iuloriiu  Lilla  cjtli  sopraddetta.  Sembrami  per  altro,  r.be  le 


7,4  MANOSCRITTI  ITALIANI 

narrazioni  ili  qnrrln  medito  -iami  l'atte  con  buona  fede,  e  che 

trarsi  possa  qiial^ln-  ulililii  dalia  lemmi  ili  questa  operetta. 

79.    {  VEHS«I.LKS.  ) 

63  l .  Oda  intorno  al  castello  di  Trianon. 


Leggesì  in  sul  principio  di  questo  codice  la  seguente  anno- 
tazione :  An  iiii,  <.hlc  /ri (ine  irle  Trillimi,  pur  Muns'.  Boutartl; 
[radaite  cu  fmnriv.<  pur  Muufciqiitur  li-  /);(<■  de  /ioriri/orpie;  ci  en 
itaiien,  pur  un  Acadéndàen  de  la  Crossa,  [j'oda  è  indiritta  a 
Lui^i  XIV-  —  Nulla  rSiffiiilu  della  ii,jiì:i/i(:ni:  francese,  l'ita- 
liana per  verità  è  assai  lidia.  IWcaUi,  dm  l'amanuense  ignu- 
I l 1 1 J -J-  li'  |)liiif ip.'ii  ledili'  mila  lineali  italiana,  l'ablna  qir.'i  Li 
h i ■  ni. I n i .1  d'emiri  ;  si  cu] no  inni  sapidi  il  perdiè.  sin  Ini' i ulti  il 
nume  ili  ijiici:  Accademico  c;i  ]  1  n  Cresci ,  clic  fu  ii  tradii  i  love 
di  questa  poesia,  incinte  soni)  didiiar.iti  i  nomi  dell'autore 
dell'oda,  e  dd  suo  traduttore  in  frane™.  Comunque  sia  di 
ciò,  è  un  bel  codicelio  e  scritto,  quant'è  alla  parte  materiale, 
con  tanta  eleganza,  dm  non  può  desiderarsi  più  oltre. 

81. 

6fo.  Trattalo  delli.'  t'ori  Mica/,  ioni  militari. 

Cariati».  Lo  i".  emulil  i  i  L";  -^i .  ili  |         Joo,  arcalo  avii*. 


Il  titolo  generale,  diesi  dà  alla  presente  opero  è  :  il  Team 
militare.  Nella  prima  pagina  è  un  disegno  a  penna ,  rappresen- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  7i5 
laute  la  Faina  e  Marte;  Un  le  quali  din;  fi^ur*;  sta  appunto 
rinchiuso  i)  litui»  siipi-addi'llo.  Indi  sreaie  un  allr»  disegno 
composto  di  rimiti;  liismv,  le  (piali  stallino  intente  a  travagliare 
intorno  ad  alcuni  ritiri?/.!  militari.  Sul  meri  lo  di  questi  disegni 
niente  io  dirò  perchè  in  vero  non  ne  hanno  alcuno.  Ma  ve- 
nendo a  far  qnaltlie  panila  sopra  ciò,  che  più  importa,  cioè 
ili'll'  «ironie  ri  lo  de!  p  i<  'sei  ite  Mirino,  che  i-i't  lo  è  l'autografo, 
esso  è  come  leggiamo  stri  principio  «ri  Truilnln  'Idir-  l'vriijuu- 
tioni  illuderne.  L'ari  ioni,  il  cui  nome  non  risulta  il'  alcun  luogo 

dell' 'ipe ni  .  .;.-r:ih[',i  ;uf-rl;i  e  poV;l  .lil  insinui!  Mie  ili-'  gim  ani  , 

che  avessero  in  animo  di  dedicarsi  alla  professione  militare. 
S  iticiiniijic.iii  quindi  per  ì.i  dellnuitnie  di''  Irimiiu  geometrici, 
cosa  sia  il  punto,  la  linea,  la  superficie,  oc;  poi  ili  mano  in 
mano  va  progredendo  l'ii  istruii  ori  e  (ino  allo  dimostra /.ioni  le 

p.  '  quali  può  ottenersi  una  lirn  simra  ioitilica/ionc  in  qualsi- 
voglia lungo,  ove  credasi  (ipportuiui  o  in'ce.-sarin  di  costruirla. 
Lo  sentiri  e  adorno  di  multi:  ligure  geometriche  allusive  ali  li 
varie  dimostra/ioni ,  chi1  si  propulsoli»  ;  e  panni  in  somma 
un  lavoro  fatto  con  grandi:  paz.ioiua  ed  aurore  dell' arte. 
Pur  le  indurirli ,  die  lui  latti'  ,  credo  clr'ei  sia  inedito.  Me- 
rita poi  d'esseri'  consultai»  dop»  tante  opere  classiche,  che 
in  questo  argomento  lin  oni)  puhblierrlr  ?  Può  trarsene  ciò 
non  ostante  una  qualche  utilità?  I  dotti,  volendolo,  ne 
giudicheranno 


7.6 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


li33.  Com|)()iiiiiii?[ih  lt:t(i;j-arii  in  lodi:  di  Luigi  XIV". 

C.irlT.™,  ili  foglio  ()i,:tulo,  liiiallefi  mi-siii.  ili  pasiuc  70,  secolo  mi*, 

Sul  principio  di  (pesto  codice  ie;;;icM  Li  ;;e;!ii  ciste  iliclii.-ira- 
nioiie  :  limatili!  me, /tutu  In  Miiisiii  Cristianissima  di  Luigi  XIV'. 
di  favorire  la  Casa  del  Conte  l'epoli  Gonfuìoniciv  di  Bologna  con 
terni?  a! sacro  fimi,:  il  sin  figlinolo  l.itigt  ;  mcarieiindo  dell'esercizio 
di  tale  più  fui'.: -fon;  j!  Munìic;,:  Ippolito  IktUii-c-iiii  ;  il  Conte  Ercoli- 
pipijii  il  signor  (.'(in mi. ii"  C-ìism  CiKiniiiù,  l'iiwipi:  1Ì1.H  \,:aid,-r,iìn 
deglilnabili,  accechi  vok^con  Inaili  signori  Accademici  concor- 

lapabblica  soddisfazione  porsi  alto  onore  concedalo  alla  ,aa  casa ,  e 
quindi  alla  Cimi  di  Bologna.  Sema  più  vede  oro  il  lettore  ili  che 
si  tratta  in  questo  codico.  il  ipide.  eon  un  sonetto  clie  ìeggesi 
nella  prima  pagina,  Iti  i udiri/.™ lo  al  cardinale  d'F.sfrées,  pre- 
gando sua  eminenza  ili  farne  l'umile  offerta  al  monarca.  Del 
trulli  il-:'  liei  nomi  ili  anloii  \ ,  g^i:iiiu>  v:lh -cri Ili  in-'  rii\.-i>i 
eoni^oniiuciili .  l.'i  come  di  1111  Angelo  Antonio  Sacco,  di  un 
Francesco  Se-pi ,  ili  un  l'urlìi  A 11  li  in  io  I  in  lo  ri ,  ed  altri  molti. 
A;;:oi.i:i:.;;|.ii  pire,  clic  il  codice  e  adorno  di  irr.i/iu^i  Uuori  11 
jieinsii  ii-m  io  tulio  i-1  pinoli;  Lisi/sali,  i:\ir  in  ijiielln  riti-  vol- 
garmente diconsi  vignette,  officno  rpc'  fre^i  che  soglionsi 
porri:  in  sul  principio  od  in  sui  fine  della  pagina ,  i  quali  a 
dir  >-cro  sono  assai  commendcvoli  sì  quanto  alla  corrciioce 

ilei  disi-gnu,  e  illl.l  If'ijgiiiiirjll  llclli:  COJH|>0-Ì/i-HLI  ,  clll:  l|llilolo 

al  maneggio  della  penna;  e  in  somma  ornamenti  dì  molto 
pregio,  e  degni  di  quella  dotta  città  ove  sono  siali  eseguili. 


Digiiizea  0/  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  717 


634.  Discorso  di  C.  Guyonnet  de  Vertron  sulla 
eccellenza  del  sesso  femmÌDÌle. 


L'argomento  AA  prra'iiti;  codii.;  <■  dirli  iaralo  poi  seguente 
suo  titolo  :  /.il  Minerei:  Dclfna  ;  'invio  i'nu-llrit:n  del  sello  fem- 
minile. Discorso  Accademia  1  i>ivattie;ini!:  1/11/  Cut!ri-U\rtc  deli  At  en- 
demia Rea!  Arcìatense  C.  Ga.  de  Vertron,  e  presentalo  alla  sercnis- 
sima  signora.  Delfini.  Fra  in  li  Giliola  d'Alluri  ti'  \  ustvh  la  Di'llìuit . 
alla  quale  il  de  Vertron  oliera-  qni^lii  suo  di.iorìo  sull'  eccel- 
lenza dei  sesso  femminile.  Egli  fu  autore  di  molti  altri  scritti , 

ragion  amen  III  ,  benché  non  m1  ih1  filosa  l.uv  r^ran  luili  qn.inln 
alla  dizione.  È  singolare  però  ed  ingegnoso  il  suo  assunto 
(benché  non  nuovo),  clic  ben  voìoulieri  pongo  sotto  degli 
ocelli  di.1'  miei  lei  lori.  1"  tjamitii,  fu  1  retila  la  Dorina?  dopo  tutte 
l'altre  creature.  Essa  fu  l'ultima  come  sigillo  di  perfezione. 
IP  Dove  fa  creata  la  Donna?  nel  giardino  stesso  dello  delizie; 
dove  che  Adamo  fu  creato  al  di  fuori.  Ili"  DÌ  linai  materia  fu 
creala  la  Donna?  di  carue;  di  ivo  e  In;  Adamo  fn  creato  di  terra. 
Sono  questi  i  tre  punti  cardinali  del  suo  discorso,  che,  come 
ben  di  leggeri  può  credersi ,  conduce  poi  a  passo  a  passo  alle 
lodi  della  Delfina. 


718 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


132.    (  VEK5MLLES.  ) 

635.  Sonetti  di  Quintino  Pavia  intitolati  a  Luigi  XTV"\ 

.Suini  in  «lo  codice  .i.i  i!n  •.  rn  :h  -i'i^Ijiì  olle  yfant  ilei 
Mmana  turni  ASI  *  L'autore,  rhe  modesta inorile  si  solTittcrive 

in  ogni  sonetto  i  un  Q  l'Ili  l'ani»  Genovese.  A'  ilifJ»nil(-Dli 

del  sifoni-  l'avia  sarA  conr  fisso  in  memoria  del  loro  Antenato 
di  diii'dor  cupia  [li  <|in...-,h  |iiit'li.:i  ri'mjiiiiiiinenti ,  nu  min  [lu- 
tici consigliai' ne  i  mìei  lettori.  In  veg^endo  ili  cosi  fatti?  offerte 
letterarie  ori  un  principe  .si  illustri.',  quale  fu  certamente 

pur  il  re  ma  nessun!)  nr  Il';;«c'shl:  inai  min  linci;  altrimenti  è 

essere  riposte  in  una  delie  Biblioteche  particolari  del  re 
medesimo. 

154.  —  135.    (  VERSAILLES.  ) 

636.  Studio  di  pittura  offerto  da  Francesco  Nerìi 
a  Luigi  XIV° 

Due  volumi  carta™,  in  (■,  CSOlteri  conivi .  di  papne  aoo  ciaichednno. 

Questi  due  volumi  non  sono,  che  due  copie  dell'  opera  me- 
desima, eseguile  ambedue  colla  slussa  diligenza,  ner  lo  stesso 
amanuense,  e  tutte  e  dm:  splendidainc nic  Iridate;  se  non  che 
una  è  nella  sua  legatura  assai  più  suntuosa  e  magnifica  dell' 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  7,9 
altri,  perchè  forse  fu  quella,  rio  ì'.i;iImc  olìersc  in  persoli j 
al  re  Luigi  XIV.  — Era  allora  nunzio  apostolico  io  Parigi  il 
cardinale  Francesco  Nerbi,  e  pensò  di  poter  far  cosa  grata  a 
quel  principe  coli'  ofTcrirgli  qucsl'  opera,  cui  diede  il  tilolo 
seguente  :  -S'jili/r'i!  ih  p ilinr-l  r  pr,:<[;:i!.i:-:t  r  .':;?.■(!■■>  il'ilin  l'r:ìit::t,!f  i: 
titilla  Giurili  ti  San  Min  ,(.(  (  j'i i  j  rmd.  Ini  piemie  il  cardinale 
i  descriverci  principali  quadri,  tutti  però  di  storia  sacra ,  che 
ammiransi  nelle  pilliglieli.'  «allerir  di  Fkiim,  facendo,  coiti' pì 
dichiara  da  bel  principio ,  le  sue  considerazioni  sulle  viste  ed 
idee  particolari,  ch'ebbero  i  pittori  nella  composizione  di 

ciò  rlicprteva  e  dovevs  cttendor.;i  (lami  rc.-pieno  iiMiiona^io, 
che  d'altronde  non  era  costretto  a  far  conoscere  la  sua  poca 
perizia  m  nello  eo.H:  d'  ai  te ,  che  in  quelle  <i:  li.  Utralura. 

215.    [  VERSAILLES.) 

637.  Panegirico  di  Gian-Paolo  Marana  in  lode 
di  Luigi  XTV 


Quel  Giovanni  Paolo  Marana  Genovese ,  che  tradusse  dall' 
arabo  alcune  lettere  d'un  esploratore  Turco  (vedasi  il  codice 
segnato  num°  (Ì3g)  scrisse  pure  in  buona  lingua,  e  con  qual- 
che eleganza  di  stile  un  elogio  di  Luigi  XIV',  che  si  comprende 
appunto  in  questo  codice.  Il  titolo,  che  leggesi  nella  prima 
pagina,  è  come  segue  :  Per  le  memorabili  imprese  ci  he/viene 
azioni  falle  in  pace  et  in  guerra  il,t  I.uii/ì  il  Umilile;  Panegirico 
sentiti  di:  Iji-in-l'tiotu  Manina  in  l'ai  i-jil  ■inno  1  litiH.  11  panegirico. 


7io  MANOSCRITTI  ITALIANI 

com'è  cosa  ben  naturale,  è  dedicalo  ai  principe  al  quale 
nella  lettera  dedicatoria  chiede  la  permissione  (li  mandarne 
copia  alla  regina  di  Svezia,  a  fine  clic  fi  sappia,  ci  dice,  delle 
i-<n\t  mare  ;;<■'  più  !o:ilnni  pt/tii.  D;j1  che  putivMjc  inferirsi,  clic 

Ibrsc  due  soli  sirnn  gli  es  i  i  ili  quest'opera;  ma  ciò  non 

è  vero  iilti-iiiion'.i.  l'ere  iocclié  accaddemi  di  vederne  un  terzo, 
eh'  esisteva  nella  biblioteca  del  fu  sig'.  Boulard.  Esso  è  ripor- 
tato al  min"  3 io,  pag.  i5n,  del  quarto  volume  del  catalogo 
ili  invi  biblinieca  .  il  hi-  In  pnsta  a  ila  pubblica  vendita  in  l'iiii^i. 
fra  l;i  serie  de'  nia.iosci'itt :  possediiii  d.ii  [toujard,  le  illustra- 
zioni de'  quali  i'uiiuio  date,  dall'  erodilo  sigr.  l'arisou ,  della 
cui  amicìzia  io  mi  onoro.  11  presente  codice  ha  le  armi  del 
ministro  Colbert. 


638.  Orazioni  di  C.  C.  Guyonnet  de  Vertron  in  lode 
di  Luigi  XIV". 

Cìrfifr..,  ii,  v'  i:n.iiil-    rair.U.:i   ..'.[-r.].  .1]  j'./i:li'  :y.- .  ,,'mlr.  vvii' 
bd  nraservito. 

Si  comprendono  in  questo  codice  quattro  orazioni  in  lode 
di  Luigi  XIV"  composte  da  C.  C.  Gnyonncl  de  Vertron,  del 

quale  infumi  vedersi  iillri  -elidi  ne  cedici  se-iulti  ninn'  fì-.!f| 
fi  (ui.'t.  Ksse  quattro  orazioni  -:'>]i']  in  quaUro  diverse  linone, 
cioè  in  francese,  in  spasimilo,  in  Italiano,  e  in  latino.  L'au- 
tore le  intitola  così  :  Bifferai!  portraits  ile  Lum-lc-Grand.  Noti 
farò  parola  dell' altre,  ina  siami  permesso  il  dire,  die  l'ita- 
liana orazione  è  ben  por-i  cosa.  Dalla  lettera  dedicatoria,  dui 
precede  questi  Rilutti,  iiidirifta  al  principe,  risulta  che  per 
anni  molli  questo  signore  de  Vertron  si  consacrò  alle  fatiche 


Dlgitizad  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  jai 
letterarie,  e  che  tulle  o  quasi  lutto  Ir  sue  opere  furano  in  lode 
del  sopraddetti)  monarca,  lììsullii  allresì  diilla  stessa  tiedicalo- 
ria,  olio  Luigi  lo  nominò  dapprima  suo  istoriografo ,  e  di  poi 
Acailèmium  re/ni.  E  saranno  pur  eternameli  le  vere  quelle  parole 
che  vediamo  scritte  —  Insta  opportune,  et  importane. 


236.  (VERSAILLES.) 

639.  Lettere  di  Malimut  Arato ,  spione  ìu  Parigi 
per  la  Porta  Ottomana. 


Il  litolo  di  questi  due  volumi  è  :  L'esploratore  Turco,  e  le  di 
lai  pratiche  segrete  con  la  l'urla  Ouumann  scoprrte  in  Parirji  nel  re- 
gno di  Luigi  il  Granili-  l' iman  itiJì.i.  [In  Mutuimi  Arabo  se  ne 
visse  45  anni  in  l'arici  .servendo  sempre  in  qualità  di  spione 
il  Gran  Signore,  e  vissi!  M'om»c.ÌLito  tosi ,  olio  venne  a  morte 
senza  clic  alcuno  ne  sapesse  il  no  me,  e  diremmo  quasi  l'esis- 
tema,  non  dio  la  prol'csMinne. —  Giovanni  Paolo  Marana  Ge- 
novese (volgasi  il  codi  i-i  ■  sognalo  11  uni"  IÌ.Ì7  j,  elle  tarmata  già 
aveva  d'alcuni  anni  la  sua  diinora  in  Parigi,  ebbe  per  caso 
nelle  mani  tutte  le  carte  e  memorie  di  Mainimi  poco  dopo  la 
sua  morte.  Pensi)  di  indurr.'  iti  li  tigna  italiana  dall'  arabo  in 
cui  erano  scritte,  alcune  lettere  delle  più  importanti,  clic 
l'esploratore  scriveva  alla  Porla.  E  poiché  non  solo  di  luti'  i 
principi  e  stali  d'allora ,  ma  vo  gol  armeni  e  della  Trancia  e  di 
Luigi  XIV°  molte  ne  scrisse  il  Habmut,  così  non  dubito  il 
Marana  di  raccoglierle  in  questi  due  volumi,  ed  offcrirnoli  al 
principe.  Questa  perù  non  è  che  una  parte  di  esse  lettere ,  che 
furono  ritrovate,  del  Mainimi.  Se  il  Marana  appresso  ne  abbia 


■J33  MANOSCRITTI  ITALIANI 

tradotte  dell1  al  Ire,  riè  non  risulla  uè  dalla  sua  dedicatoria  al 
monarca,  ai  dal  suo  avviso  al  lettore!  ma  d'alcuno  parole 
sembra  elle  no,  l'orse  atterrii»  per  l'ini  mensa  fatica  ,  eli' ci  du- 
rava in  essa  tniduiioni:  min  sol»  per  la  lingua  in  cui  erano 
scrillc,  ma  altresì  pi'r  owii:  le  brullo  copie,  lai  trndiiiione  è 
Ini™  :i  sì  quauki  ai  la  i  iridila,  ehi'  quanto  ali»  siile  ,  ed  eseguila 


quelle  medesimo,  elle  unite  ad  a  Uve  multe  vediamo  nella  ben 
nota  opera  ,  elie  ba  per  titolo,  L'Espimi  /Die  diins  ics  tonre  dei 
i'rin,  ■  j  ,  Imtiuis,  aiaiisp.Ua  e  :;u:  ibi  naia  ili  Culi;»  la  l'anno  i  7 -Si . 
in  G  volumi  in  H°.  E  cosi  è  veramente,  eli' eccetto  la  diversilà 
della  lingua  euuoiibi  essere  Lo  medesime  lettere,  che  in  lingua 
francese  leggiamo  udì'  opera  Icslè  accennata.  Il  Marena  però 
volendo  dedicarlo  a  1  ,uie;i  \1\  "31011  tradusse  se  non  elle  quelli' 
che  appartenevano  alla  Francia,  e  come  abbiam  dello  nè  pur 
lolle;  dove  in  queli' open  (".t.'/i.a.iji  are  si  raccolsero  e  si  tra- 
dussero tutte  in  francese  sema  ececiione  alcuna. 


255.  (WIUH.) 

6/(0.  Poema  in  lode  di  Luigi  XIV*. 
Cartaceo  .in  8*.  anturi  tóndi,  di  pigine  Ooo.  secala  ine, 

Il  titolo  0  l' argomento  di  questo  latito  bello  quanto  prezioso 
codice,  è  comò  segue  :  Fatti  di  Luigi  XIV*.  il  Grande,  li  mar- 
chese Filippo  cavaliere  tempieri  di  ISolo^n.i  avendo  ottenuto 
dalla  benignità  di  Luigi  XIV0,  clic  il  suo  primogenito  fosse 
tenuto  al  sacro  fonie  in  nome  del  principe  slesso  (veggasì  il 


DELLA  BIBLIOTECA  DLL  RE.  7s,1 
endice  segnato  mi  111°  033)  ponsò  di  inanifi.'siargli  la  sua  gra- 
titudine offerendogli  il  presente  codice.  Uadunò  i  principali 
letterati  lini  ugnici  '.li  qui.'l  h:  in  pi.;  e  certo  \  ein'  furono  di  gran 
merito;  e  gli  pregò  di  ini  componimeli!!)  poetico  in  lode  del 
re  cristianissimo,  enumerando  lo  azioni  sue  più  illustri.  Il 
poema,  che  tale  veramente  p«"  chiamarsi,  è  diviso  in  dodici 
canti  composti  di  quatcrnarii;  i  quali  canti  portano  il  nome 

guarnente  trattare  ilellr  imprese  Ir  più  segnalale  di  quel  mo- 
narca. Se  mal  noi)  mi  appongo,  ini  pare  che  ciascun  canto  sia 
di  diverso  autori.';  ma  cerio  e  die  vi  si  leggono  in  tulli  ile'  bei 
pensieri,  e  felicemente  esposti  e  condotti. — Quant'  è  ]>oi  agli 
ornamenti,  ile'  quali  e  ablvliitij  il  c 01 1 i-.-f  .  essi  1011»  inoìtii  su- 
periori nel  mei i 1 1 1  a  quelli  ilei  sufuinlfi^llii  rodici;  rumi"  033, 
de'  quali  però  abbiamo  fallo  il  convenirli  le  elogio.  In  questo 
le  vignette,  eie  grandi  iniziali  sono,  per  ciò  die  mi  sembra, 
dello  stesso  artista,  che  lavoro  pel  tonte  l'epolì,  ma  non  così 
de'  bellissimi  disegni  a  penna  al  numero  di  i3  della  gran- 
dezza  di  tutta  la  pagina ,  i  quali  sono  stati  fatti  da  Lodovico 
Mattioli  artista  assai  li  ni  mia  lo  a  ([ilei  tempo,  e  non  ignoto  pure 
a'  giorni  nostri.  li  piatilo  ra  pprcruta  il  ri  n'aito  liei  re;  e  (li 
altri,  i  dodici  mesi  dell'  anno,  cioè  la  rappresentazione  di  un' 
azione  od  impresa  del  principe  in  ciascun  mese.  In  poche 
parole  il  collice  fu  veramente  degno  del  personaggio  cui  fu 
presentato.  A  differenza  di  ciò  che  abbiamo  notalo  nel  codice 
633  ,  qui  sono  0111  messi  i  nomi  di  tulli  i  poeti.  ,  .  .  . 


MANOSCRITTI  ITALIANI 

DELLA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA, 

[  QUALI  ERANO  INNANZI 
NELLA  BIBLIOTECA  DELLE  MISSIONI  STRANIERE. 


165.  (HI58HW5  ÉTm\aÉnta.) 
Cji.  Raccolta  ili  scrini  politici  i;  di|ili>iiiEilioi. 


Uni  mettendo  di  p.ubre  lìi-^li  sei-ini  fr.surcsi,  die  si  con- 
tengono in  i|!n'olo  ondi,  e,  oioé  (li  alcune  irii'iuorie  pulilicht: 
(]■:!  cancelliere  de  l'Uòpila]  anieenieiiii  i  diritti  e  lo  preti1] munii 
che  ha  la  Francia  .sopra  qualelie  stato  europeo,  ilari  notizia 
degli  seri  Ili  italiani,  e  ..ni  in  ipiesli  :  I"  lìrlnlionr  dell'i  Hata  pn  - 
sente  della  Carle  et  regno  di  Stelia.  Pion  v'ha  nome  dì  autore. 
Risulta  dal  principio  della  relazione,  eh' ci  la  scrisse  l'anno 
l66l.  IP  Disf/ria.  ln:l  i/nilh  si  frani  se  un  l'ritiriju-  il-AAit  rYlil/yeii 
(  suor  -Miigistritti  i/.'ierdfc  errami,  ti  Janna  r nij insti lie  ;  e  per  foSe  ro- 
pròni  11  mofce  cne  si.  111°  Giudizio  degli  Viaxxhi,  che  fa  scritto  in 
tettiti),  et  ora  Jal  telino  ridotto  in  i-oteurr.  È  nella  Biblioteca  altra 
copia  di  rpie.sin  giudkin.  IV1  Disruiso  sopra  la  pace  tra  li  Re  di 
Francia,  et  Spai/a: .  vn'e,  iy.  rji.Ki, -.■  i r--  terriero  fauno  l5gtì. 
V"  Discorso  sopra  l'anione,  eli  è  tra  i  Pontefici  e  la  serenissima  Re- 
pubblica di  Venezia.  Non  v"  lia  nome  ili  autore.  VP  Relatìane  dell' 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ;l5 
infelicissimo  Saccesso  Mia  furiant  di  i'Jisua  idhrnrhi  fa  assalita  dai 
Turchi.  L'aulore,  ili  cui  tacesi  il  nome,  chiude  la  sua  relazione 
con  queste  parole  :  «  l'uccia  Iddi.),  u.li.-  l'nlililla  Ceisl  larditi  fi 
.  liberi  dalla  poterle  mano  di  questo  cane,  ■  VII"  Relazione 
fatta  alla  repubblica  di  Vendita  da  l'iclro  Duodo  interno  allo 
slato  di  Polonia,  ritornaiidovJiK'  aitilvisctaLore  della  Slesia  re- 
pubblica presso- di  quella  curie.  Vili"  Discorso  (anonimo) 
indirizzalo  a  Filippi) ,  eli.'  fu  di  poi  tu  ili  Spinila  intorno  a  ciò 
di  cui  dovrebbe  losto  ocniparsi  nel  e oli  itetela  me  e,  tu  d'i  :an> 
regno.  IX°  Rehirii.nr  su.  la  stati*  ili  Parimi  futili  dal  sii/mirfitueoiiai 
Paalaaì  filli  sii/nari  Cailseirnluii  et  mi  lita  Po/iato  Ramami,  nel  mai 
ritorno  dal  si//.  Cantinate  Farnese  l'anno  l5gl.  X°  A  Nicolò  Pe- 
tmrxìno  Pranilitan:  ili  Casa  d'India,  Hitroiiyino  Contestaggio ,  Re- 
tatione  dell'  apparecchio  per  sorprende,-*  Algeri  nel  anno  1G01.  Gii 
apparecchi  proposti  dal  Conte- lappiti  erano  formidabili,  ma 

anno  i83o,  con  molto  minori  apparecchi,  forze,  c  spese. 
XI°  Narràùmie  ilei  Oliatane.  Cianiti»  Cai/iitnru  da  l'arma,  Ingeanem 
Generale  della  Cesarea  ,1/aestó,  su  tu  perdita  d'Apria,  città  posta 
ni  II'  l;nijlima  Supeiiiaa ,  elle  ulti  I  li.  nf/a/ili!  I  fiyli.  per  accordo  SÌ 
dette  in  potere  de  Turchi.  XII"  Utilissimo  et  iratissimo  Avviso  d'un 
gentiluomo  Alemanno  desideroso  del  bene  dell  afflitta  Repabblica 
Christiana.  Alti  Serenissimi  et  Potentissimi  Re,  Principi,  et  altri 
ampissimi  Stati  della  Cristianità.  XIII'  JVoiaìl'fe  MnHnra  in 
l'nnllìa  pii-lrasiaiie  del  Ri  ili  Spanna  .  unii-:  irudi.in  .■!'"/.■:(<;  eie"  (e  nj- 
jo/n(o  Padrone  dell'  AhMiiaijiiii .  latta,  l'iinln:  l.ìgS.  XIV"  ìlisearso 
intorno  allo  stato  politico  ed  amministratilo  iiutio  di  l'ùita^dlla. 
Non  V  ha  nome  di  autore;  che  peni  scriveva  verso  la  (ine  del  " 
secolo  sestodcciino.  XV°  Discorso  sopra  l'Imperio  del  Turco,  il 
anale  ancorché  sia  Tirannico  et  violento,  pureì/  per  esser  durabile  con- 
tri/ l' ii/ii tini  tic  di  Ari.si.alik;  et  saia  Im-inciìiik  per  raijiuni  naturali. 


7i6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

È  pur  curiosa  e  piacevole  a  leggersi  questo  Anonima  disserta- 
zione. XVI"  Parere  del  Gran  Duca  Cosmo  di  Toscana  sopra  la 
Corte  dì  Rama;  ne  abbiamo  copia  in  altri  codici  delia  Biblio- 
teca. XVII"  Storia  del  Conclave  di  Papa  Gregorio  XIV.,  «ella 
rjrt:i 7  V.  ::-!:Ui  i.ii.il:.:il.i.lin.t::it-i  il  'li::ilimtaiie:nic  !«,'!(.  [V  «Ml'uN!  •  '<('  in 
esso  sono  occorse,  urli'  ntuw  i  "hjo.  Diversa  al  tulio  da  quelle  sta- 
ni'.  elio  ni  osw  Ctn=i:*;i vi-  h io-." .ir^i  ir:  più  iodici  della  l.Si  Lito- 
teca. XVIIP  Rehtione  ietta  stato,  nel  qaale  è  il  governa  dell'Impe- 
rio Tarchcsco  in  ijuai-i  anno  ili  ili  ;  et  delle  cause  per  le  quali  abbia 
volte  le  armi  al  presente  urlìi-  parli  il'l'iiglirrìa.  XIX"  Discorso  intorno 
alia  li.-itt.::ti  d'i  Unì  in.  1!  (li-icm-o  e  ;u  ioti  imo.  _\A"  Discorso  sopra 
l' investitura  di  Ferrara.  L'antere  di  questo  discorso  fu  un  Giù-, 
liauo  Goscbini,  che  si  sottoscrive  nel  fine,  ponendo  la  data 

deli'  urlilo  1  il  ().'>.  I  .11  -rT  ilio  e  m"1/;i  (I  il  li]  'io  al  curili  l'allldyvclo. 
XXI"  ed  ultimo.  Diseorsii  sopri  Ir  puniti  cuti  ioni,  che  debbono  spin- 
gere il  Re  Cattolica  pia  tonto  all'  impresa  d'Inghilterra,  che  a  qaella 
ili  Fii'.iidr.t.  t-  ■  !  d\ in :sir,i  In  jii:iiilii  n  ;'((  min  di/jìr-jUà  per  i  enscjurrt 
curi  frinii  successo  i/uest'  ultima.  \im  v'ha  ri  rune  di  autore. 

164.    («IWiCWS  ÉTIiJBCÉBES.  ) 

GÌ2.  Jt'olizie,  Relazioni.  Discorsi ,  e  scritti  vani  politici. 
Cnriatto.  in  foglio  grande,  anneri  canili,  di  pagine  iauo.  secolo  in", 

Più  clic  due  terzo  [in.  ili  di  ipiosto  codice  «rio  occupate  da 
una  Raccolta  di  memorie,  dichiarazioni,  ed  altri  scritti,  che  si 
riferiscono  all'  offerta,  che  fu  falla  della  sovranità  de'  Paesi- 
Bassi  al  re  Errico  111°,  dalli  deputati  di  tulle  le  proviocìc  com- 
ponenti essi  Paesi-Bassi;  giunteti  pure  alcune  relazioni  con- 
cernenti diversi  sl.ili  europei,  E  tutto  ciò  i  in  lingua  francese. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  717 
Seguitano  dopo  alcuni  S  litti  italiani,  ì  cui  argomenti  sono 
questi  :  I"  Relazione  sullo  stufo  poliiu-f  ni  iinimmislrauiio  del  regno 
ili  Spugna,  futili  dull'  Kccellcntissimo  signor  Reniardo  Moro  Ambas- 
ciutore  Ordinario  per  la  scremi'  Repubblica  di  Venezia  appresso  Sua 
Maestà  Cattolica.  il°  Notizia  de  particolari  ed  importanti  motivi 
drilli  disgrazia  dì  Don  Gasparo  di  Gusman,  Conte  e  Duca  di  San 
Locar  ultimamente  favorito  di  liltppo  IV°.  Re  di  Spagna,  e  delle 
mutazioni  accadute  india  Cork  di  Sua  Muniti  Cattala  a  dopo  questa 
strana  metamorfosi  taccata  il  mese  di  Gennaro  dell'  anno  i643. 
Ili"  Informazioni,  chi!  sdì  io  stale  dati;  al  papa  sopra  le  preten- 
sioni, che  il  duca  di  Modena  ha  verso  la  Camera  Apostolica. 
IV°  Storia  del  Conclave  della  Sede  vacante  di  Urbano  VIII'.,gi<\  Maf- 
feo Barberini ,  cuna/or  1  slat-.iusinn!,-  ni  l'unti  fa  ntoii  Cardinale  l'am- 
plio, che  di  pai  fu  chiamata  lnhùtt:ii:ii  X".  l'anno  \  644- Se  abbiamo 
già  altre  copie  nella  Biblioteca.  V"  ed  ultimo.  Notizia  del  ra- 
gionamento, diesi  tenne  tra  Monsignore  nunzio  Scolti,  ed  il 
signor  di  Savigni,  intorno  a'  differenti  modi  di  urbanità  e 
civiltà,  die  si  usano  in  Francia  c  in  Italia.  Scritto  assai  pia- 
cevole a  leggersi. 

211.  (wssioss  ÉTBUiCÈBES.  ) 

643.  Dialoghi,  Relazioni,  Instnirioiii,  Sommari),  ed  altri 
scritti  concernenti  la  più  parte  cose  di  politica  e  di 

Cartaceo,  in  4\  caratteri  conivi,  di  pagine  Cut),  secolo  ITO*, 

Eccetto  un  discorso  in  lingua  francese,  eh' è  in  sul  princi- 
pio di  questo  codice,  e  che  concerne  il  regno  di  Gerusalemme , 
tutti  gli  altri  scritti  sono  italiani,  e  gli  argomenti  sono  : 


718  MANOSCRITTI  ITALIANI 

I"  Dialogo  sopra  il  famoso  sacco,  che  ne'  tempi  andati  accadde  m 
Roma.  Interlocntori  Basilio  et  Antonio.  11°  Relalione  (anonima) 
di  tatti  li  Principi  et  ìtepabbliche  dell  Italia.  Abbiamo  nella  Bi- 
blioteca aìlrc  copie  di  questa  relazione,  eli* è  però  qui  assai 
diligentemente  scritta.  Ili"  Relazione  di  Costantinopoli  fatta 
alla  signorìa  dì  Venezia  l'amiti  iGii,  dal  nubile  Cristoforo 
Vallerò  ritornato  da  quel  Maggio  per  la  repubblica  veneta. 
IV"  Relazione  delle  cause,  perle  quali  fu  mossa  la  veneta  re- 
pubblica l'anno  i6i5  a  porsi  in  guerra  nel  Friuli  contro  gli 
llscocclii.  V*  ColMÌgSo  ili  Stato  sopra  la  fuga  uctjli  Spugniteli  ila 
Vcrnia  nel  mescili  Dicembri'  l' anno  iti-i  b.  \  I"  lìelazione  sopra  Iti 
Stalo  jiolilico  ed  ;im  minisi  nil  ivo  rlcll.i  i  cpuhl  jl  le;-,  ili  \  t!l  ir/in,  in 
viata  d:il  marchese  rli  Gondomar  ni  re  cattolico,  essendo  suo 
ambasciatore  presso  la  stessa  repubblica.  VII"  lustrazione  data 
dal  Marchese  di  iiimài-mur  ijia  ,1  in. ',■■/!•  r ■  j f ^ -■  f <  Crlfcn'i'v  in  I  •  ne:  in  a 
D'in  Luigi  Urani  sua  successore,  n'irn  1/  moia  con  cai  dovrà  condarsi 
nella  san  Ambasceria  di  Vati  ria.  Vili"  Sommario  delle  cowi/Ìbiv. 
fatte  did  Duca  di  (ksnn.i  contro  la  lìcpnUiliia  di  Venezia.  Cbiutlesi 
il  sommario  con  queste  parole  :  «  Viva  San  Marco  per  mare  et 
■  per  terra,  et  muoia  il  Duca  d'Ossima  con  tutti  li  Spaglinoli.  » 
IX°  Sommario  della  scrittura,  idi  e  il  tonila  no  Giacomo  Pietro 
inviti  al  duca  di  Ossuna.  X°  Relazione  dello  stalo,  forze,  e 
potenza  della  repubblica  Veneta,  indirilta  alla  Maestà  del  re 
cattolico  Filippo  III*  di  Spagna  per  il  suo  ambasciatore  don 
Alfonso  della  Cucila  residente  in  Venezia  l'anno  ili  19.  Xl°  Hc- 
la  zinne  fatta  al  Senato  Veneto  il  di  a  ■>.  di  noccmlre  dell  anno  I  Ga  ,ì. 
dal  ciualicre  Hameci  /ino  in'urnu  liI  L;  ci '.■/ioni:  in  sommo  pon- 
telice  ili  l.rhano  V  III",  a  Ile  ly  w,  Il  hi  ili  questo  [>:i|ia  .  ed  alla  na- 
tura de'  ministri,  ch'ei  scelse  pel  governo  de  suoi  stati.  Xl[°  ed 
ultimo.  Discorso  die  poco  prima  di  morire  fece  Carlo  V*  im- 
peratore a  Filippo  11°,  re  di  Spagna. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  7j9 


221.  («rssions  iìtbjskìiies.  ) 

64/i.  Raccolta  di  Relazioni  e  d'altri  scritti  la  più  parte 
poli  tiri .  di  ■.nrii  .nitori,  i'  di  Icmpi  e  luoghi  diversi. 

In  questo  codici:  Irovi-ni  il  lultoiv  alami  .scrìtti ,  <ie'  quali 
la  Biblioteca  del  Re  possedè  copia  in  altri  codici.  Ma  poich'essi 
sono  la  minor  parte,  seguirò  il  mio  metodo  dandone  oui  no- 
tizia esalta  di  lutti.  1°  Ragioni,  ehi:  ha  la  sci'»-  Apostolica  sopra 
la  citla  ed  il  dominio  ili  Ferrara.  \\"  Relazione  fatta  alla  sii/iinrin 
di  Venezia  da  Giovanni  Battista  del  Monte,  ch'era  stato  incari- 

<f  arme  al  servigio  di  oLlia  Repubblica-  III"  Sammano  della  Rela- 
zione alla  RrpuUiìini  Venria  fatta  dal  t-iaierate  di  Terra-Ferma 
r  anno  Lago,  in  (urne  ali'  aiip -ni  ei,tu  medesimo  dillo  siato  in  chi"  si 
trova  la  saldateseli  al  sen-igio  d:  Ha  sterni  iltpiMItai.  IV"  Relazione 
sullo  slato  di  .iltpp-i  fott  i  ulta  signoria  ili  Vi-neziu  l'anno  1587  ; 
dai  SùhìU  tiioeaiini  Miihclr,  ivi  Outs'ifc  t/i7!«  turione  veneziana. 
V"  [nstilutioni  de  cavalieri  Hospilahrii,  oggidì  chiamati  di  Malta. 
L'autore  di  questo  scritto,  dì  cui  tacosi  il  nome,  ci  di  nel  line 
una  notizia  statistica  di  quell'  isola.  VP  Relazione  di  Gabriele 
Cavana,  Segretario  del  \tdiih  Lvita:o  linnardo,  inviato  Bailo 
11  l'iistiiittiiiifoli  in  sostituzione  del  Uf-pnimmi:  Questa  relazione 
non  concerne,  clic  il  viaggio  Fatto  da  Venezia  a  Costantinopoli 
di  rsHi  Itili  lo  l.'iii'imi  IWimrdo.  \  II''  Instili  ;>'t<nt  sulla  liidiijioae 
del  Re  di  Etiopia  detto  il  prete  Gianni.  Di  questa  istruzione  ha 
la  Biblioteca  altra  copia  nel  codice  segnato  DUm°  G(i8,  ma  la 
presente  è  latta  con  maggior  diligenza.  Vili"  Notizia  di  tutti 


■jio  MANOSCRITTI  ITALIANI 

■di  MMi,  'In'  ..i.ii.i  .^i i  Ili  .il  rli.iniiiiu  di  Filippo  l'arciduca 
d'Austria  a  re  lii  Spagna,  c  si  fa  vedere  in  qual  maniera  sono 
essi  venuti  in  possesso  dei  re.  Fra  questi  stati,  oltre  i  proprj 

di  Fioraia!  la  Borgogna,  ed  i  Paesi-Bassi!  IX"  Bei-mone  fatta 
alia  signoria  di  Venezia  sullo  stalo  politico  ed  amministrativo 
del  regno  di  Spuria  il/']  nobile  Tommaso  Cuolarìiii,  ritor- 
nandosi ambascia  loro  della  repubblica  veneta  presso  di  quella 
corte,  l'auuo  ióy3.  X"  Altra  Relaziono  sopri  lo  Slesso  argo- 
mento fatta  alla  veneta  ro^ii  Uh  liei  l'anno  i  òi)b  dal  cavaliere 
Francesco  Vendramino  ritornalo  iiiibascialore  di  essa  repub- 
blica presso  la  maestà  cattolica.  Xl°  Relazione  fatta  al  re  di 
Spagna  Filippo  d'Austria  dal  signor  don  Francisco  de  Vera 
cavaliere  di  S.Jago  intorno  allo  stato  della  veneta  repubblica, 
ritornandosi  ambasciatore  di  sua  maestà  cattolica  presso  la 
repubblica  slessa,  liebiiiiiie  clic  sembrami  multo  importante 
per  la  storia  di  quel  tempo.  XI1°  Altra  relazione  sopra  lo  stato 
delia  Savoia,  l'atta  il  di  20  settembre  ilei"  anno  1  ."><p  alla 
signorìa  di  Vcin*/.ia  dal  nubili!  Menino  de'  riavalli,  ritornato 
ambasciatore  della  repubblica  presso  di  quella  Corte.  XIII"  Kc- 

l'anno  1 557  (''-  cavaliere  Giovanni  Michiel,  ritornandosi 
dalla  sua  legazione  presso  di  quel  re.  XIV"  Notitìe  intorno  agli 
Svizzeri,  Griìuni ,  e  Vaitesuni  :  ti  iatùi'ia  alle  Leghe,  eh' eiii  hanno 
tra  di  Ioni,  et  con  talli  i  l'alt  Mali  ili  l'ai'fa  ■  et  al  mollo  particolam 
del.  'uro  guarii-:',  niìc  j'-;r:t  militar: .  et  alle  L-n-  eidnilt ,  utitiuin- 
tioi  tutti  i  capitali  tirile  l.-.-./hf  rt  inuic,-  furo  :  et  111  fine  la  ualiliu 
della  pace  die  hanno  rondima  io!  ile  di  Francia  tanno  1Ó16. 
Moti  v'ha  nome  di  autore.  Risulta  perù,  cli'ei  scrisse  queste 
notizie  l'anno  j  5ao.  Importantissimo  scritto  pur  questo  per 


DELLA  RIULIOTECA  DEL  UE.  73i 
la  storia  de!  lampo.  XV °  Relazione  del  redini  ili  Persia,  fatta 
alla  signorìa  ili  Venezia  l'anno  1074  da!  nobile  Vincenza 
Alessandri  ritornandosi  ambasciatore  della  veneta  repubblica 
presso  di  quel  re.  XVI0  Relazione  della  città  di  Costantinopoli 
e  dell' imperio  del  Gran  Signori',  falla  alia  signorìa  di  Vene- 
zia dal  nobile  Man-jntuiiiii  Barbari!  rit.irnahi  ambasciatore 
della  veneta  repid.bl  ica  pie-su  il  sul  (suo.  XV 11°  Relazione  fatta 
alla  signoria  di  Venezia  il  dì  1 1  ottobre  dell'  anno  i56g,  sopra 
lo  slato  pulii  ini  ed  amministrali™  del  regno  dì  Spagna  dal  no- 
bile Antonio  Tiopnio,  ritornandosi  andiasciatorc  della  repub- 
blica presso  il  re  cattolico.  XVI11'  Discorso  sul  Portogallo,  e 
notizie  particolari  di  quello  stato  al  tempo  del  re  Sebastiano. 
È  in  fine  una  nota  di  tulle  le  npese  ed  entrate  dì  quel  regno, 
Non  c  dichiarato  i!  nome  dell'  anidre.  M.V  Kclazionc  che  fu 

coi  tacesi  il  nome,  n'ara  stato  incaricato  da  altissimo  perso- 
naggio, di  cui  pure  non  risulta  il  nome.  XX'  Descrizione  di 
tutta  Cisoia  di  Candii,  di  tutte  le  Città  sue,  e  Castelli,  e  Ville,  e 
Monti,  e  ftuni  principali,  e  le  ine  antichità,  tt  molte  altre  cose 
iiuditi.'r.  L'autore  di  quo.1. Li  descri/iono  tu  il  nubile  veneto  LcO' 
nardo  Quiriui,  elie  la  indirizzò  all' eccelle» lissimo  Pietro  Zane 
capitano  generale  nel  regno  di  Candìa,  per  ordino  di  cai  la 
compose.  Leggesi  in  fine  cosi  1  i5go.  Jesus  Maria.  In  Venelia 
à  San  Cantian  a  divi,  ottobre,  jinit.  hora  16.  in  casa  dei  Clarissiao 
iitiw/1'.  lì.  Vi'i;;!,-,  il  Idi  un;,  ff  itisi  !;li  pian',  qui'  Ilo  die  in  turno 
a  quest'  isola  s'è  detto  nella  descrizione  del  codice  segnato 
num°  58i.  XXI°  Relazione  fatta  alla  signorìa  di  Venezia 
l'anno  1 575  dal  nobile  Emiliano  Manolesso  intorno  allo  stato 
di  l'orrara,  r. timiando.ii  ambasciatore  della  repubblica  veneta 
presso  la  corte  di  quel  duca.  XX1I°  ed  ultimo.  Altra  relazione 
fatta  alla  signoria  di  Venezia  sopra  lo  slato  di  Savoia  e  sopra 


Oiginzed  By  Google 


7Ìi  MANOSCRITTI  ITALIANI 

la  persona  rli  quel  duca,  die  n'era  al  governo,  dal  nobile 
Francisco  ria  Moliu  rilormndiiM  ;i  1 1 : 1 hoi>-  delia  repub- 
blica presso  ìl  duca  medesimo. 

228.    (HI5SIOSS  ÉTnAriGÈBES.  ] 

G/|5.  Manifesto  di  guerra,  die  la  veneta  Repubblica 
pubblicò  contro  il  Duca  di  Modena. 

ljc^:..  in  lujiliu,  cai-allui  ^.illd,  ài  |.j^im:  .j.ia  ,  creili  sv%  s\in,  t  i*u\ 
di  buoni  conservazione. 

Giuslissìmo  <:  II  titolo  di  M-.'-'m^ia  t'e  iliumi  pitoni  anciennes 
et  carieases,  clic  b'gge.si  di  questa  endice  nella  prima  pagina. 
Gli  scritti  ch'esso  contiene  sono  tutti  di  diverso  autore,  di  di- 

quaUè  il  testamento  in  francese  di  monsignor  Ottavio  di  Bel- 
legarde,  arcivcsnivo ,  e  primate  della  Germania:  c  l'ultimo, 
die  comprendo  più  di  un  terzo  del  codice ,  È  in  lingua  latina, 
il  cui  argomento  e  questo  :  De  feutiis  et  neiji/tiis  S*.nc5iKilìii!ns  Gir- 
cassoiue  et  Belliruilri  et  Thulnsmiì  et  Ciitam-nsis,  ci  Rhtiteaensis. 
Pure,  nel  bel  me-./.w  (H  que.j:n  -ro^ù  volume  (rovai .  in  lingua 
italiana,  il  manifesto  di  guerra,  ebe  la  repubblica  dì  Venezia 
pubblicò  contro  il  duca  di  Modena  pie  i  ìmùuui  nstiqndimiv 
dello  siala  di  Castro  e  di  Montato  fatta  al  Duca  dì  Parma.  Si  co- 
im-e.-.:  ni  :  la  lettura  d'esso  manifesto  la  potenza  non  solo,  ma 
la  generosità  ■•  lu  saggezza  altresì  ili  quella  repubblica.  Fra 
te  altre  disposizioni  ordina,  ebe  intanili  per  evitare  un  inalile 
spargimento  di  sampie  (e  veramente  imitile  puicliè  poteva  consi- 
derarsi lo  guerra  tra  il  topo  e  IVliTnnte)  sia  tosto  tutta  circon- 
dala la  città  di  Modena  dalla  soldatesca  della  repubblica  in 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  733 
modo  che  nessuno  possa  più  nè  entrare  nt  uscirei  e  ciò  a  fine 
CUO  ri  più  presto  il  Daca  teglia  ridursi  alle  rie  del  giusto.  E  vi  si 
ridusse  cosi  presto,  che  forse  l;i  re  pubblica  nuli  si  attendeva. 

295.    (UISSIONS  ÌTHAUC-ÌBES,  ) 

G46.  Lettere,  Memorie,  e  Documenti,  che  concernono 
la  legazione  del  Cardinale  di  Tournon  nella  Cina. 

Io  questo  codice,  ch'è  cerio  ili  molti  imporlaiiia ,  e  un:: 
raccolta  di  tutte  le  scritture,  lettere,  relazioni,  memorie  e  do- 
cumenti, ci:!:  ci.si;  midi  ano  k  celebre  Legazione  del  Cardinale  di 
Tóunten  tuirimptn  della  Cina.  Comincia  il  codice  da  una  ben 
lunga  Relazione,  che  fa  il  sopraddetto  cardinale,  come  visita- 
tore aposloli™,  lilla  ronj;ie;;,T.ii]iic  rlelli'  milioni  in  Roma; 
In  qmil.-ft  iVi;r"Mcoccupa  circa  3oo  pagine.  Iodi  icgur.  la  dichia- 
razione delle  J%rmir"  proposte  nlesumiimtea  favarelle!  delirio  pub- 
blicato dal  signor  Carditeli:  di  lo'iir.en.  f:.»niiii™  e  t'iti  talare 
Apostolico,  conpotestà  di  legato  a  laterc,  in  Pudnscerì  li  4  luglio  1 7oy, 
per  le  missioni  dì  Maihmt,  Mitrar  e  Carnali-;  ili  li  fatti  confessati 
dal.  padre  l.ayne;.,  e  dal  padre  lira:: ini  di'- io.  Compagnia  di  Gesù: 
ap of.tr  per  o<von:k  delia  (xngrcgaio.rae  particolare  telatasi  in  Roma 
dinanzi  al  Cardinale  Imperiali ,  ce.  Sul  princìpio  di  questo  scritto 
*  una  nota,  ch'è  veramente  curiosa,  e  che  piacenti  di  trascri- 
vere ed  è  questa  :  Capi?  jid.eiò:  sor  l"io\otioo'  flit  it  Rome  et  pre- 
sente ani  Cardinaax  et  Prélati  de  la  Congrègatioa  patir  certe  eaii.se 
i'année  1727.  He  tulli  gli  scritti  di  questo  codice  furono  stam- 
pati, qual  necessitJt  di  trarne  copia  dalla  stampa?  E  qual  ne- 
cessità pure  se  si  parli  soltanto  della  Relazione,  che  abbraccia 


;34  MANOSCRITTI  ITALIANI 

pressoché  il  terrò  del  codice,  facendone  poi  copia  eoa  Unta 
diligenza  da  non  polersi  ili'siderare  uiaj;|;iore?  forse  che  il  libro 
fu  posto  nell'indice  de'proibiti  da  leggersi,  e  quindi divenùto 
rarissimo?  Torse  che  non  se  ne  tirarono  che  due  a  tre  soli 
esemplari?  Non  saprei  invéro  clic  dime.  Tutto  il  rimanente 
del  volume  comprende  uiu  Ruccolta  di  trflre  Scritture  riferite  alla 
f.W/iH/iKr'fljj.-;  iwrti&iitin-  di  iati  i  l'anni  Apustoiki  della  Cina  dal 
Segretario  della  Cniiartgazìone  medesima.  È  gii  per  se  manifesla 
la  somma  utilità  clic  può  risultarne  dallo  studio  di  questo 
codici',  sia  pure  in  tulio  o  in  parie,  ed  ilo  i>  inedito;  perciocché 
quantunque  lo  scopo  principale  r:i  (pie' vicari]  e  do'  missioni!  rii 
sia  quello  di  render  conto  della  dilatazione  della  fede  cris- 
tiana presso  i  Cinesi,  e  de' mezzi  perciò  adoperati  da'  missio- 
uarii  medesimi,  ciò  non  ostante  non  possono  non  intratte- 
nersi di  quando  in  quando  nel  descrivere  le  posizioni  topogra- 
fiche delle  varie  cittì  e  provincie,  che  percorrevano,  e  quindi 
parlare  specialmente  dei  costumi,  e  del  carattcredcgli  abitanti 
di  quel  vastissimo  impero. 

297.   (MISSIOKS  ÉTBANGÈflES.  ) 

647.  Giornale  della  Legazione  nella  Cina  di  Cario 
Mewabarba. 


Coinpreiidrì-i  in  questo  codice  il  Giornale  della  Legaiione  di 
monsignore  Carlo  Mezzabarha,  PatriarcacU  Alessandria  nella  Cina. 
Comincia  il  giornale  l'anno  1720,  0  termina  l'anno  1738, 
nel  quali:  pur  eiilie  cinipi  mento  la  legazione  d'esso  patriarca. 
Lascio  pensare  allo  studioso  lettore  ,  e  specialmente  agli  ama- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,35 
(uri  de' viaggj  c  delle  storio  di  que' paesi ,  quanto  utile  sia  od 
esser  possa  la  lettura  di  questo  giornale;  e  tanto  più  scritto 
da  un  uomo ,  il  quale,  oltreché  molto  erudito,  si  dimostra 

di  tuLtu  ciò  chi-  J.-H  acculili;  'li  voilfriT  <;  <!(jii(iHt:cro  Jay  vicino  in 
quelle  ri'gii.mi.  Iììhì;i'.i:'i.'!  universale  f  1  ■ 1 1  sifjiicsr  Michael 

all'articolo  M&xaharba  Carlo  Ambrogio  trovo,  cli'è  già  stata  im- 
pressa una  Relazione  della  luminile  alla  China  di  questo  autore, 
e  che  per  la  prima  volta  fu  posta  alla  luce  io  francese,  e  dì 
poi  in  iliiliiiini,  ed  ambedue  jndiblie.il.e  (peste,  edizioni  ne]]' 
anno  1 7 3g.  Forse  eli' è  l'opera  stessa  contenuta  nel  presente 
codice?  Ma  perchè  s'è  cniigi.iln  il  titubi  di  (ìi'inuile.  datogli  dal 
suo  autore  io  quello  di  Relazione ,  elfi  pur  cosa  diversa?  Perdili 
si  nomina  qui  Carlo  soltanto,  e  nella  Biografia  Carlo  Am- 
brogio ?Cen  ve  itili  EiiT  setto  dej;li  ocelli  1'  nuao  l'altra  di  quelle 
edizioni,  delle  quali  pero  il  signor  lìrunct  non  fa  menzione 
alcuna,  onde  poter  accertarsi  se  il  presente  codice  sia  edito  o 
inedito. 

302.  (iHSSIONS  ÉIB*NGÈM1S.  ) 

648.  Metodo  della  dottrina  insegnata  da'  Gesuiti  a'  Neofiti 
della  Cina. 

di  buona  ™«™ri(iiJ"* 

Il  contenuto  del  presente  codice  dichiarasi  pel  seguente  suo 
titolo,  che  YO  a  trascrivere  :  ,Vc.'e(/e  drilli  <l"l!i"nn ,  ila  i  Vr.iln 
della  Compagnia  di  Gesù  insegnano  a'  Neofiti  nelle  missioni  della 
Cina;  con  la  risposta  alk  'Mii-uioui  d'tdcnni  muJerni ,  che  la  im- 
pugnano. Opera  del  l'adre  Antonio  Rubino  ddìa  Comp.->:ji\i,i  ili 
(.ìcili  ,  Yiitl'ttti'C  dilli,  intit  :iil  l.'r\npi-ol,t  i- dritti  l'Ano  :  trmtalln 


736  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Hai  portoghese  in  italiana  ilei  l'mkc  Ciwtmni  Filippo  de  Marini 
il.'ìia  Bifidi  indi  (.'iim;'(,-i((ir(T  ;  lujijiunturi  ni  fine  un  lirei'e  Imitato  della 
forma  del  battesimo  pronuncili'.,!  in  ìi:h;;mi  l'iimkmae,  e  proposti  ai- 
cani  etai  i'i  matrimonia  colà  occorsi.  Leggonsi  nella  primo  pa- 
gina del  codice,  se  ri  ite  però  d'allra  mano,  queste  parole: 
Roma  ex  mn  pi  list  i-i'/i/i'.ì  missivnnri-inim  un  ultiruim  Gallonimi  e  v'ha 
puro  il  sigillo  autentico  del  collegio  o  convento,  cui  il  codice 
apparteneva.  In  line  di  essa  prima  pagina  leggesi  così: In  Lione 
/tppna-i  Uiiruti-j  brinai  c  6"i"oji/ro  Remali  m.dx.lsv.,  con  appio- 
lattone  et  permissione,  rosse  l'iniezione  di  quei  padri  di  far 
imprimere  in  Lione  quest'opera,  o  sia  essa  stata  veramente 
ivi  impressa,  non  saprei  dirne;  e  tanto  più  clic  gli  slessi  bi- 
bliografi francesi  non  mi  prestano  notizia  alcuna;  ma  ciò  eh' 
è  indubitato  si  è,  clic  il  pi'usuite  roditc  non  lu  certo  quello, 
che  servi  olla  stampa,  essendo  troppo  ben  conservato.  E 
d'allra  parie  perchè  dar  copia  d'un  liliru  stampato?  Ma  di 
soverchio  iu  m' intratleuili  sopra  d'un  manoscritto ,  eh' è  di  poca 
importanza  per  se  stesso,  e  di  nessuna  per  ciò  che  riguarda 
la  nostra  favella. 

303.   (  Ul 5 SION S  ÉTEViCinES.  ] 

64g.  Lettere  autografo  di  tempi,  argomenti,  c  personaggi 

CaiLJiiHl.  ir:  fii!;lin.  i.lc]  Lini  .-rii]i:;  ilìrì .  ■'  lincivi,  ili  ],if:i]ih'  i  3[.r. . 

e  latina.  Se  ne  tiovjuo  peri)  jllreai  in<ii  putii  e  aerine  in  liilpua 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  737 
ila] iai^i  .  si  f.diiic,  |n>r  (limi;  di  aliarne  .  i  Iti'  ^otio  pur  (li  .min ri 
ragguardevoli,  rii  Carlo  Aldobramli .  di  don  Ferdinando  Me- 
dici, di  Giovanni  ISaurliui,  di  Carlo  l'ini  inaimele  di  Savoia, 
dui  cu  «1  inaln  rYrdinandii  duca  dì  Mantova  e  di  Minilo  ri-alo, 
di  Francesco  Gnirriardini  al  re  di  Spagna,  e  lo  risposte  del 
re  al  Guicciardini ,  ma  queste  por  la  custodia  del  segreto  sono 
in  rilie  niiiiiei'iidni  ,  mal  sapendosi  iillura  di'l  I'  ii.sn  de.u'li  aridi 
e  (loirl'  iodiiostri,  come  dicline.,  simpatici  d'''  nostri  giorni, 
lieiiclié.  pie-enli'ineiil!'  questa  stessa  scoperta  non  porli  più  a 
nulla  essendo  gii  conoscili  la  dj  Iti  i  ti  la  .-.■(imposizione  diqucgl' 

(!  idi  argomenti  di  tu  Ilo ,  irenerabnunie  purìundo,  sono  di  non 
poca  utilità  e  per  li;  sciivi/.i:  e  perla  lelte.ra tura  delle  Irenaiiouì. 
La  raccolla  e  certamente  inedila. 


300.  (  hissioms  ÉTmsGÉlta.  ) 
lì 5 ci.  Descrizioni,  Relazioni ,  Discorsi ,  Note,  e  scrini  diversi 

Gli  argomenti  de^li  scritti ,  clic  si  ri  intendono  nel  presente 
codice,  sono:  I"  Colazioni'  sullo  .itala  di  Udina  al  tempo  de' 
due  pontefici  Pio  IV,  e  Pio  V",  fatta  alla  repubblica  veneta 
dal  suo  ambasciatore  in  l'ionia  Paolo  Tiepido,  l'anno  1661. 
È  altra  copia  di  questa  reta /.ione  noi  codili:  segnato  n° 
11° Descrizione  della  Transilvania,  fatta  da  messcr  Pietro  Busto 
Bresciano,  musico  di  quid  st-roiiìssimo  principe,  data  di  Al- 
bagiulia  il  di  ai  gennaio  i5o5.  111°  Notizie  intorno  alla  Mos- 
eoviit,  siritle  rial  -:^:ior  Don  l''ilip|iu  l'i  rni'sl.dn  A  odiasi  ialurc 


Oigiiized  By  Google 


733  MANOSCRITTI  ITALIANI 

imperialo  della  Maestà  Cesarea  presso  il  priucipe  dì  Moscovia, 

l'ani  ni  i  .171).  I\  "  U',--|>"ste.  ri  ii.ii-.:^ihiiv  Mura  Mi ,  M'irci  tirai 

de'  Brevi ,  diede  per  ordine  del  sommo  pontefice  alle  domande 
del  clero  di  Spagna  allusive  alla  conservazione  de'loro  diritti 
spirituali  e  temporali,  e  massime  di  questi  ultimi,  i6o4. 
V°  Discorsi  sopra  il  primo  libro  di  Cornelio  Tacito.  Il  discorso 
è  un  solo  ,  e  ne  abbiamo  copia  in  più  cullici  della  Biblioteca. 
VI°  Relazione  di  messer  Giovanni  Corralo,  ritornandosi  am- 
basciatore della  repubblica  veneta  presso  il  re  cristianissimo 
l'anno  i5G8.  Di  questa  Rclationt,  che  può-  dirsi  una  storia  In 
compendio  dello  stato  politico  del  regno  di  Francia  in  quel 
secolo,  serbisi  copia  in  alil  i  collii::  del  Li  I ìililiuleca,  ma  qui  ol- 
treché scrina  con  maggior  [liìigcn/.a  si  ri  n  coni  l'ano  alcune  dif- 
ferenze, Kssa  incomincia  tosi  :  «  Ilo  veduto  il  regno  di  Francia 
«  nel  tempo  di  questa  mia  legalione,  Hereuiss"  Principe,  Padri 
.Ectimi,  sono  Ire  forme  differenti  tra  loro,  ma  non  tanto  dil- 
li ferculi  die  I'  una  non  los-  ■  presaga  ci  vera  indovina  dell'altra. 
■  l.a  prima  ,  dubbiosa  et  piena  ili  sospetto;  la  seconda  sangui- 

•  nolcnla,  et  con  guerra  aperta;  la  terza,  in  che  l'ho  lasciato, 

•  pur  In  guerra  dopo  una  breve  et  finta  pace»,  ec.  ec.  VII*  Re- 
laziono della  Savoia,  scritta  da  Girolamo  Lippomano  al  tempo 
del  duca  Emmanuel*:  Filiberto.  Vili"  Relazione,  che  può  ve- 
ramenti:  dirsi  statistica,  del  remilo  ili  Sicilia.  Non  v'ha  nome 
di  autore,  ina  in  leggendola  si  conosce,  che  ehi  la  scrisse  fu 
per  qualche  lentie  il  p'eiidcnle  »  jrovcrnatore  di  quel  regno. 
1X°  Relaaiuiie  dello  stalo  di  Urbino,  fatta  alla  repubblica  ve- 
neta l'anno  1O70  dal  signor  La/aro  Mucenigo,  ritornatosi  am- 
basciatore per  essa  repubblica  presso  quel  dura.  )L°  Nota  di  tutte  le 
entrate  et  spese  <ÌlÌ  Gran  .Sy/aire.  V.  diversa  dalle  altre  note,  che 
nello  slesso  arg.. mcnlo  leggiamo  io  altri  codici.  Questa,  eli' è 
pur  curiosa,  sembra  scritta  in  sul  principio  del  secolo  jrvn", — 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  7.19 
Le  somme  vi  suini  lull'i  ripurlult'  in  ctu'cliiiii  siluriani,  e  tal- 
volta al  loro  viiloi':  approssimativo.  XI"  lì  elezione  della  città 
i' corln  ili  l'ionia  ,  .-.Luiiti!  iì:i:  signor  Aniaiili'ji.  MI"  ed  ultimo. 
Altra  Relazione  sullo  *\i\*o  argotncnUi  dulia  dita  c  corte  di 
Ruma ,  fatta  alla  signoria  di  Yeneiia  dal  cavaliere  e  procura- 
tore Giovanni  Delfino  l'anno  1 598  ritornandosi  dalla  suo  ntn- 
basciala  presso  il  postulici!.  Di  questa  ?.tcsj.ii  lle-laviott''  ahliiaino 
copia  in  altri  codici,  tua  non  così  dell'antecedente  dell' 
Aniaidcn, 


65l.  Jnst  cui  ioni ,  Relazioni,  Lettere,  llagionomeuli , 
Dichiarazioni,  ed  altri  scrini  la  più  parte  politici. 
Carla™,  iu  C  rsiatvri  conivi  ,  dì  pagine  700.  secolo  ini". 

1,1  ni'- lo  rodici'  oli  ri"  nr|  iilru  iti  strilli  latini  ■■  I  rilucisi  ci  10  li  

pur  i  seguenti  italiani  :  1°  Itelatione  Ma  Carle  di  Roma  et  del 
Sommo  Pontefice.  H'è  copia  in  altri  codici.  Il"  Rclatione  di  anello 
è  passato  nel  nr.yr>(i<>  dell'  aanliitinni-  dui  siijBm-i  Venetiani  confasi» 
/oro  dalla  Santità  di  Xwtm  .Si.yui.Tc  pi  r  manti  del  Cardinale  di 
Gioiosa,  il  di  WVll  ili  Aprili:  1(107.  Ili"  laslrnttitwie  11  Munsìi/nor 
\esrorn  di  Himini,  destinato  Xiinlio  itila  HrpuUiltra  ili  Vcnetio 
dalla  Santilit  £  N.  S.  Papa  Paola  V.  IV"  Relation  dalla  grande 
città  di  Constantmopoli ,  dove  si  tratta  di  latta  In  forma  Mìa  città, 
culline,  valli ,  polii:  :i,  ne.  li  diiersa  da  ipndla  ,  clic  leggesi  in  altri 
codici.  V"  Relatioae  delle  cose  di  Spagna ,  della  città  di  Madrid , 
et  della  Corte  del  Re  Cattolico..È  anonima,  e  fu  scritta  l'anno 
1 6  ]  1 .  VI'  InstriiMiunr  di  oh  aiti-  iw  appiirtairnli  al  limili  governo 
ilei  rei/no  di  !\'npidi ,  rofi.1l.11  ila  m'u  kltrm  dal  amtr  di  Olieiuv: , 


OlgiitzKi  By  Google 


7/io  MANOSCRITTI  ITALIANI 

l'anno  ijijT-  \  li"  Discolo  sopra  il  governo  e  alato  presente  di 
tutta  ìa  Spagna,  scritto  l'anno  1067.  E  indirizzalo  questo  dis- 
torso  al  duca  ili  i'Virrara,  e  non  lia  ninne  ili  iiutore.  Vili"  iVoIa 
di  i/uunlo  spende  Sua  Muesia  pel  miuUcniaitntu  ilei  suo  inailo  di 
Napoli.  Fu  fatla  questa  A'ofu  in  su  la  mela  del  secolo  1111'.  IX"  Re- 
lazione dello  stato  e  corte  di  Roma,  fatta  alla  signoria  dì  Ve- 
nezia dal  cavaliere  e  procuratori:  Diclini),  riluniiiTiiIose-ju'  am- 
basciatore presso  di  quella  Corte  per  la  repubblica  di  Venezia 
l'anno  i5g8.  X°  Aziona  mento  dei  Duca  c'Alile  alla  Santità  di 
Aojfnt  Signore  :  ed  neeertinuitii  secreti  d'un  eueulierc  Castigliaito  al 
Dne/i  d' Alni  mipin  il  rity  immilli  mn  pilli,  dii  lai  alla  Sitatiti  dì  IV.  S. 

—  1  ,i-ii  i  1  \iL;n:n:i]inTi:.o,  (  Dine  [ili  avvi  li  monti  11  ■dami 

ebe  il  bene  generale  dui  popoli  d'Italia.  Sh  Lettere  del  Re  di 


naie  Orsino  al  signor  Paolo  Orsino ,  perchè  abbandoni  l' idea 
di  precedenza  sopra  il  principe  di  Parma  ,  ec,  ec.  XIII"  Rela- 
zione venuta  di  Trento  il  di  1"  di  luglio  1 563 ,  sopra  la  pre- 
ceduti'..! di' gli  iiiiibaiciati.iii  di  r [-micia  e  di  Spagna;  la  quale 
relazione  è  seguitata  da  varie  lettere  sullo  stesso  argomento, 
si  come  del  cardinale  Paieclhi,  . 1 1 1 . ■  c 1 0 1  cardinale  di  Lorcno 
al  ji:ip.L  l'in  t\  "  cu.  ce.  XIV  '  Copia  dcll.i  risposi;!  dadi  a  Mar- 
tino Alonso  per  ordine  del  papa  Paolo  IIP  sopra  le  ragioni 
della  Chiesa  verso  gli  .siati  (li  Piacenza  e  di  Panna.  XV"  Let- 
tera di  Massimiliano  imperatori.'  al  sacro  collegio  de' Cardinali, 
nella  quale  cliicdc  la  rnoai-wne  dei  7 1U1Ì1  di  Serenissima  e  di  Al- 
tezza, dati  da  molti  cardinali  alli  duebi  di  Mantova  0  di 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  7j, 
Ferrara;  con  la  risposta  del  cardinale  Morone.  La  lettera  dell' 
imperatore  è  in  latino,  e  porla  la  dilla  di  Praga  de' a  5  maggio 
dell'anno  i575.  SVI*  Dichiaratione  del  Daca  di  Umena.  alF  Illmn 
Legalo  circa  i'elettioae  ili  Giura;  segue  di  poi  la  risposta  del  legato 
al  duca  d'Umcna.  XVII"  Notizie  mt'.rtw  aliti  Corte  di  Homo,  ed 
alla  italara  del  suo  governo.  Sono  anonime,  e  diverse  da  quelle 
clic  sopra  lo  slesso  argomento  ba  la  Biblioteca  iu  altri  codici. 
XVH1°  Considera/ioni  indiri/.y.alc  al  signor  conte  de  Viscli , 
ambascia  loro  tifi  di;ca  di  iavida,  intorno  alla  corte  ili  Rodi  a  . 
e  speciali in-ril^  sui  nipoti  del  papa.  XIX" ed  ultimo.  Copia  di 
lettera,  che  fu  scrina  al  cavaliere  Vinta  segretario  di  stato  del 
gran  duca  dì  Toscana  al  tempo  del  papa  Clemente  Vili".  La 
lettera  c  anonima  ;  e  anonima  probahilnicnlo .  -econduchè  mi 
pare,  sari  slata  inviata  al  Vinta. 

554.  (iuìsims  iniAMoiiua.) 

652.  Relazioni,  ed  altri  scritti  politici  del  Cardinale 
Guido  Bcntivoglio. 

Cirtacso,  in  4",  caratteri  conivi,  di  pigino  i5o,  secolo  ITU*, 

Comprcndesi  in  questo  codice  una  raccolta  di  tutte  le  Rela- 
zioni, clic  in  diversi  tempi  e  circostanze  scrisse  il  cardinale 
Guido  licnlivoglio ,  dandosi  qui  principio  da  quella,  che  si 
riferisce  alle  Provincie  unile  di  Fiandra  allorach'  egli  era 
rum/io  pretro  gli  arciduchi  Alberto  c  donna  isabella  infanta 
di  Spagna.  Oltre  a  queste  Relazioni,  clie  già,  com'è  ben  noto, 

abbiamo  altra  copia  nel  codice  segnato  num"  38g;  cosicché 


74a  MANOSCRITTI  ITALIANI 

nulla  più  dir  mi  rimane  intorno  a  questo  codice,  se  non  che 

scritto  coti  molla  diligenza  ed  accuratezza. 

350.   (nissiONS  ^TKWGSHES.  J 

G53.  Opere  del  Cardinale  Pallavicino. 
Stalo  della  religione  Cattolica  in  lutto  il  mondo 
nell'anno  1677. 

Cortina,  in  a*,  caraitcri  enrsivi,  di  pigine  JOO.  secolo  Hit", 

Si  dà  principio  a  (piasti)  codice  per  una  —  CoUciiviìe  di  varie 
lettere,  e  serittnrr  non  'Uri il-juli-  ili!  Cardinale  ì'ullaeieiim,  indiriz- 
zale alla  Santità  £  Papa  Alessandro  VII".,  Tarmo  1 663.;  due  alla 
repubblica  di  Venezia,  alcune  a)  cardinale  Corrado,  altre  al 
cardinale  Carraia,  altre  a  diversi  porsoim^j  s  11  gli  eccessi ,  che 
commìsero  i  Corsi  l'anno  iGaa;  e  Ira  questi;  una  al  re  di  Fran- 
ila con  I-i  risposta:  altre  e  ivaAì.::  al  iiisi-cljiw;  Luca  Duraiii  di 
Genova;  altre  a  Monsignor  Roccio  nuniìo  apostolico  in  Na- 
poli, ec.  ce.,  essendomi  al  tulio  imponibile,  inslruire  qui  il 
lettore  di  tutti  gli  scrìtti,  e  specialmente  delle  lettere,  clic  di 
risso  cardinali!  sì  .serbano  in  ipicslo  codice.  Ma  sono  poi  esse 
veramente  tulle  non  diuilyatr?  Converrebbe  avere  sotlo  degli 
occhi  tutto  ciò.  clic  di  questo  autore  111  diversi  tempi  12  luoghi 
fu  posto  in  luce,  e  farne  II  risconLro  con  tutli  gli  scritti ,  che  di 
lui  qui  si  trovano.  Per  tal  modo  quello  fra  i  mici  Icllori,  cui 
per  avventura  stesse  più  a  cuore  questa  notizia ,  ed  avesse  agio  e 
tempo  maggiore  eh'  io  non  ho,  potrà  accertarsene.  È  in  se- 
condo luogo  nel  presente  codice  un  lungo  scritto,  clic  ha  per 
titolo;  Stato  della  Rclii/ione  Cattolica  in  (riffa  il  mollilo,  l'anno  1(177. 


Duri  :ea  hj  C00N 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ;43 

Qatsto  immenso  laron  fu  impreso  ci  terminato  per  ordine  del  Papa 
Innocenzo  XP.  da  Urbano  Orn  Segretaria  della  C.oiHjmjazionc  ile 
propaganda  fide.  Si  comincili  il  Savori!  dall' indico  (li  !utte  le 
tllt.'i  r  I  ungili  |i-iiiriji..ìi  di 'lì'  Kinop.i;  lodi  dell'  A -la  .  poi  dell' 
Africa,  poi  dell'  A  in  erica  ;  e  in  line  si  dà  anche  lo  slato  in  quel!' 
anno  della  congrega  zi  onc  medrsinin  de  /.rapnijtinda  jiile.  Monte 
io  dico  sul  pregio  od  utilizi  di  questa  veramente  immensa  edili- 
rrenlissima  scrittura ,  poiché  non  saprei  lodamela  a  bastanza 
anche  in  ciò,  die  riguarda  lo  siile  e  1'  uso  opportuno  di  alcuni 
vocaboli.  Abbraccia  pio  di  due  limi:  parti  di  tutto  il  codice, 
ed  t  preceduta  da  una  bella  lettera  dedicatoria  del  Cerri  al 
papa.  Noterò,  clic  parlandoci  lo  (ine  dell'  opera  dello  stato, 
ani'-  dcllr   rendili'  della  sopiadiii'.la  tdll^re^aHiiir  in  [pirli' 

fioche  ne  rese  il  rialto  al  jotvrno  1/  fieiór  Domenica  Carmelitana 
Scalzo,  ascesero  in  quell'  anno  1677,  ad  un  milione,  quattro- 
cento, e  ottani' olio  mila  srudi  romani  die  corri  sporidi  ino  a 
circa  otto  milioni  di  franchi. 


337.    (  JilSSlOtlS  £lUNGÌBES.  ) 

(io.'i.  Notizia  delle  l'ani :<;1hi  nobili  veneziane. 

Contiene  questo  codice  per  ordine  alfabetico  una  notizia 
delle  nobili  fainiijlie  ili  Venezia  ,  incominciandosi  (Lilla  filini- 
glia  Antelmi,  e  terminandosi  colla  famiglia  Zuslo.  È  in  fine 
110,1  tavola  de'  nomi  ili  lutti-  le  ('ainii;lie,  di  cui  si  fa  menzione, 
e  fu  scritto  l'anno  iti  53,  e  con  molla  dilige  ma.  Ma  che  importa 


,4i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

al  Icliore  di  questo  codice  r  Io  credo  veramente,  nulla;  ma  ho 
detto  noi  mio  proemio,  dir  non  può  stabilirsi  l'assoluta  inu- 
tilità di  un'  opera  qualunque,  e  che  pur  qualche  cosa  può 
apprendersi  anche  da  un  almanacco.  \  ede  il  discreto  lettore, 
ch'i  in  diiiri.-,  i:iinlr:iddì!c  hl:  ik'-y.i. 

3£l5.  (utaaiotia  étbahoèbbs. ) 
655.  Vita  di  irà  Paolo  Sai-pi. 

É  in  questo  codice  la  vii»  di  Fra  Paolo  Saipi  scritta  da  frà 
Fulgenzio,  già  alle  stampe,  di  cui  abbiamo  copia  in  altri  co— 
■  li  ri .  >  <  |  ni  è  M'iinvItissiniiL.  Vin  -apici  leu  munii-  tume  non 
ci  in  lessare  ai  tutto  inutili'  quieti.;  codice,  nò  conni  liberarmi 
iiupniii'iiitniti!  dall'  obbligo,  the  mi  sono  assunto  di  dar 
notiiia  di  tutt'i  manoscritti  italiani  della  regia  Biblioteca. 


Digiiized  by  Google 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
DELLA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA, 

I  QCAL1  EHAiNO  IN  ADDIETRO 
NELLA  BIB  JJOTEC  A  DI  SAN  VITTORE. 


523.   (  SAINT- VICIOIl.  ) 

650.  Il  Dee  uni  e  roii  e  di  Giovanni  Boccaccio. 

Cartaceo,  in  faglili  [ii  :--..!r .  rumini  ]i:-.' aerile,  lardi,  di  pigine  43o,  verso 
la  lice  del  «coli  Aiv".  di  Irnijiia  rjunservtuione. 

Il  I  IriMiLicn.ii  li  'di  nì'jvai  iti!  lioccaet  in  è.  il  con  lenii  lu  ili  questo 
codice,  clic  seni  II  rami  doversi  riporre  fra  i  più  ragguardevoli 
della  Biblioteca  si  pur  l'importanza  dell'  opera  classica ,  che  per 
la  sua  vetustà,  il  scrino  ili  due  colonne,  ed  L  caratteri  sono 
appunto  di  quella  forma  <■  con  i|iii.lle  abbivi  in  ture,  che  incoii- 

I'ohmiiio  | -.1  ■  i ■  data  certa  coinè  vedreiim,  eli'  esso  appartiene  ai 
~opr.ii  idei  to  ;e(-olo.  L'ortografia  ù  al  H.iiln  ili  ffin-'  Lenijii  ,  f  iiié 
In 'il  bruiva  .r  tempi  no.-ari  ;  di  ciò  non  oc.roiTc  parlarne.  Ma  in- 
loriiu  a  qnidlti  die  pin  imporla  [nd  mei  ito  mtriiisi™  del  codice, 
vale  a  dire  intorni,  a  cui  che  concerne  ia  sua  lezione,  panni 
poter  asserire,  che  la  copia  fu  tratta  da  huon  esemplare,  poi- 
ché per  l' esame  che  ne  ho  fatto  qua  e  là  non  accadetemi  mai 
di  ritrovarvi  alcuni  di  que'  controssensi  o  straffàlcioni ,  de' 

(piali   pur  liuppo  latino  malconci    pi  cuochi  tulli    i  lecchi 


7Ì0  MANOSCRITTI  ITALIANI 

iiiitiionn'itti  dei  Dee  ?ronc;  o  almemi  così  avvenne  a  medi 

osservare  in  ijiir'  [inr.lii  vanii  die  del  -creili)  mv"  la  lorluna  mi  ha 
conceduto  di  poter  vedere,  essendo  dessi,  come  ben  sanno  i 
miei  lettori,  di  somma  rarità.  Io  non  ordisco  affermare,  che 

come  dice  il  Gamba  (p-ij;.  3  7  della  sna  S.rtr),  dobbiamo  con- 
lessan.'  :ii  ii. ni  avere  uno  stilo  dei  lanlì  ìavmà  l'utli  d;il  liurrac- 
cio,  ridotto  ti  ™i(iHi'j[|c  jififv.ii  e  in/illuiiLili  lezione,  mi  pare  clic 
lo  studioso  aiuiiiui'-  uVllii  nostra  lingua,  volendo  riprodurre 
alla  luce  questo,  t-h'è  certo  il  pili  n  lclit-i-  j n-i  t-lit:  il  piti  classico 
di  niesser  Giovauni ,  non  perderebbe  forse  il  suo  tempo  nel 
ruiiMill.u-e  aur  ini  il  toiiice  prr-rn  le.  l'rco'.r  l'opera  la  'l'avola 
dello  novelle;  la  quali?  'l'avola  distra  fiatami' ti  te  è  imperfetta, 
ma  per  buona  sorte  non  manca  del  primo  loglio,  sul  principio 

mirabile  eonscrvazionc.  Finisce  il  rodici:  in  questo  modo  :  Qui 
finisse  Ulihni  ih  h  cento  novelle  ihiiimuto  Chameivu  prenri/ie  lihu- 
hlto  ckmpìtlab)  iK  M.  (ìiumnni  lha.ln.icci  da  Cataldo.  Amen.  Nel 
dolio  discordo  da  l.'.^fi  l'oscolo  pr.:!  nesso  ti  Ila  ed'uione  del  De- 
camoroiie  reteiilemenlc  lai.l.i  in  Londra,  nel  quale  si  fa  men- 
zione di  alcuni  prc/.iosi  etiti  i-i  del  Decamerone  medesimo,  non 
si  trova  un  cenno  intorno  al  presente,  cll'eì  certo  non  conos- 


Oigilized  By  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  7.I7 


417.  [S,„T-V,CTU„, 

667.  Notizie  intorno  alla  Chiusa  Ai  «sai  iti  dna,  scritte 
da  I.  M.  Vanslebio  di  ErJbrdia. 

Sul  principio  ■li'll.i  ini:n:;  pn^in.-i  1i';!ii''si  cosi:  l.a  China 
Altuandrina fondata  da  S.  Afarco,  la  quale  è  la  Chiesa  Alili  Copti 
di  Egitto ,  fedelmente  rappresentata  in  quanto  alla  sua  dottrina  et 
i  :  nel  C'.nn,  i.'Kd'n imo  ivìh.tuìh  uvUi  tinnì  1  G"1.;  e  1  G'v'i;  :  '.  io 
Conitantinopoli  perfetta  nctf  anno  ìGjà.daJ.  M.  Vansléio  di  Er- 

mito  del  presente  coiiicc ,  che  per  ogni  rispetto  sembrami  an- 
noverarsi possa  fra  fi  prelibi  delia  rudii  l'ibi  bieca.  Sia  E,.n 

(armene ,  ma  io  per  me  non  dubito  di  credernela  degnissima. 
Non  saprei  pur  dire,  se  l'autore  fosse  Italiano  ;  ma  egli  è  certo 
che  scrisse  in  buono  stile  e  con  Lelia  dii.ione.  Francamente 
intanto  assicuro  i  lettori  di  due  cose;  la  prima  ,  che  ii  manos- 
critto n'è  l' autografo;  1:  t\e  stiano  in  i'i'dei .  perché  anche  troppi 
indiai  il  dichiarimi!  (alo;  e.  In  se  fondi ,  eh' ci  contiene  no- 
tizie si  importanti,  e  forse  nuove,  intomo  all'  interiore  dell* 
Egitto,  ed  a' cosi  ■uni  de' Copti .  clic  la  lor  lettura  n'è  assai  pia- 
cevole non  che  molto  instruttiva.  E  vero,  che  l'opera  per  la 
pili  parte  concerne  i  riti  osservati  dagli  ecclesiastici ,  e  gene- 
ralmente da' cristiani  in  qui:  paesi ,  ma  è  vero  altresì ,  che  per 
far  questo  fu  costretto  l'autore  ad  introdurvi  qui  è  là  alcune 
altre  notizie,  che  possono  grandemente  servire  alla  storia  di 


j4S  MANOSCRITTI  ITALIANI 

quelle  regioni.  L'opera  è  divisa  in  capitoli,  e  v'  ha  in  sul  prin- 

iv.pi.j  In  l,ni.-j  delle  materie,  iIi'.^m  eojilcn grmcj. 


6Ó8.  Il  Canzoniere  ed  Ì  Trionli  di  Francesco  Petrarca. 


llCamnnioro,  ori  i  Trionfi  di  l'i-.inrcsco  l'cliMrca  è  li  conte- 
nuto di  quieto  bellissimo  codice.  É  ornato  di  qualche  piccini» 
miniatura;  i  caratteri  non  possono  desiderarsi  più  nitidi, 
si  come  sono  costantemente  uniformi  dal  primo  all'ultimo 


ccl.tua.ta ,  le  lezioni  clic  e  pe'  confronti  che  : 

|iri;li  stllrlj  rio  letterati,  f  per  hi  sana  eiilii 
accolte  dalla  repubblica  letteraria,  tutte  si  r 
questo  codice.  Ma  l'amanuensi:  non  era  nonio  di  lettere;  e 
quindi  qualora  scontravasi  con  qualche  abbreviatura,  o  con 
qualche  vocabolo  mtÌIIii  co.si ,  elio  non  ne  inlendos.se  bone  il 
significalo,  corcava  d'indovinarlo  jmr  proprio.  Tali  mutazioni 
0  alterazioni  poro  Mino  si  facili  ari  esseri'  corrette,  e  ridotte 
alla  primitiva  ed  originale  lor  denatura ,  che  lo  studioso  let- 
tore il  fa  da  per  se  sema  meditazione  o  fatica  alcuna.  In 
somma  egli  è  uno  de'  più  bei  cedici,  che  delle  volgari  poesie 
del  mio  divino  poeta  io  m'abbia  veduto. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  74g 


981.  (s.int-victok.| 

G&9.  Discorsi.  Kelj/ioni,  Narrazioni.  Capitoli, 
ed  allri  sedili  concernenti  la  politica,  a  l'ainininislraiioi»; 
di  alcuni  Stati. 


In  questo  codici'  sono  In1  scrini  (  mi  mi'  I",  V  c  VII")  ile  quali 
ha  la  Biblioteca  più  copie  in  allri  codici,  si  come  facilmente 
potrà  il  lettoni  ai  \  elicisene,  l'ur  ne  darò  secondo  il  mio  metodo 
la  notizia  di  tutti  anche  perchè  la  scrittura  è  qui  in  tatù  sopra 


di 


di  Roma  al  tempo  di  Papa  Pio  V  fatta  alla  Repubblica  di  Venezia 
dai  sii/'  Miritele  Sultana  (rimiti  107  1 .  IV"  Dlsearsa  sopra  la  «nota 
•■lezioni' da  furai  del  He  ili  l'ululila.  Non  v'ha  nome  di  autore.  Fu 
scrino  qnrslo  discorso  «-iso  In  lini:  del  secolo  \vi*.  V"  Rela- 
■eìoae  dello  staio  del  retpu,  di  i-nmela ,  fatta  alla  HepMHca  di  Ve- 
ne:ia  dal  sitf  (itoi-uiiiu  Lurmra  .lie.le.t.it.i-.ttaiv  pirsio  la  corte  Cris- 
tiane di  Ho  l'.'lt:  pili  li:ipi::atili  ilei  1;  tirai  di  ytipull ,  nella  iprale  si 
lenita  della  wildllii  i-I  ijenntle: ;a  tati  ;  altre  n  i  li),  dilli-  Città  et  'l'erre 
ninniti  più  t.iiit.<it!trn  In  il  ili  r-ssn  :  Hit  numero  dilli  Jrm-firoei,  ol  Ves- 
eoel,  Principi,  Duciti,  Marchesi,  Cauti  et  llaroaì,  elio  in  aael  regno 


,5o  MANOSCRITTI  ITALIANI 

il'  rilnicano;  con  inaile  <:in\>  d.yiu  a  hoimmlc  notizie.  Il  clic  paren- 
domi suggello  grande ,  lui  giutiiaitii  essere  coaieneeole  dì  farne  «noi 
participi  V.  S.  Illma.  come  a  quella  che  sempre  si  è  dilctiata  di 
degnici  bonomie  BOX.  Alh  quale  nostro  Signore  doni  il  compimento 
d'ogni  suo  giusto  dtsìderìi.  Muri  •'■  dichiaralo  il  minio  dell*  autore, 
nò  del  personaggi"  <"'  I"  'Ini  "'alci  [juicio  M'.ntto,  di' è  dì  buona 
dettatura,  e  sembrami  avvicinarsi  alla  fine  del  secolo  CTI*.  Il  tì- 

quello,  die  vid  ritrovai.  VII"  ed  ultimo.  SloriJdet  Conclave 
fatto  per  morte  di  Innocenzo  X" ,  nel  anale  fa  eletto  Papa  il  cardi- 
nale Chigi  Rotai  Sttnese ,  che  si  chiamò  poi  Alessandro  VII',  il  dì 
7  Aprile  1 603. 

1028.  (iM-im] 

GGo.  Collezione  di  senili  scientifici  di  autori  diversi, 
e  diverso  tempo. 

Cariai»,  in  4"  granile,  (arcieri  ciusiii,  .li  pajnic  Scio,  iccili  ini*  e  imi". 

Oui>ki  rac^iianLcvc.ili'  ijuilicv  ru-i ^>i'i't'j  eli  pcrgami'ua  ,  dm  ha 
la  forma  ili  un  portafoglio  allaccialo  con  bindelle  pur  in  per- 
gamena, contiene  scritti  di  autori  E  tempi  diversi ,  e  di  varie 
materie  tulle  pero  scientifiche.  Fin  Irascrivo  i  titoli  come  vi  si 
leggono.  1°  Trattato  —  sa  l'ino  dei  Compasso  di  pivportionc  a  be- 

divisoin  problemi,  rie"  quii  li  si  ili'i  la  Milii/.inrm;  ed  in  fine  sono 
disegnati;  a  penna  le  liguri!  "tori nitritile  nììusmj  a'  sopraddetti 
problemi.  Non  v'  ba  nome  di  autore;  la  scrittura  n'è  (liligen- 
lissima,  ed  è  opera  del  secolo  ivin°.  11"  È  una  ben  lunga  dis- 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,5. 
scrtazione  intorni)  alla  Cilibi-ira  di  .  1 1 ■  ■  ■  1 1'  ;n-t|  1 1 ■  1 1 ■  < i  tu .  clic 
couclo  gli  ordini  'lati  da  Lui^i  \)V".  dovevi!  coiuluiTe  h  neijne 
n'  giardini  di  l'erxiilles,  parte  per  iw«i?t  sei  feri:,  e  parie  per  «pera 
«rotata.  L'anturi;  di  questa  disst!i 'ljziuuc>  di  cui  Intesi  il  nome, 
dichiara  in  sul  fine,  ch'egli  sciisse  xipra  (jnnslu  arj>om<;iitci 
soltanto  per  uhliidi ri;  «  c'ir  /i«  io/mi  i/i  toc  il  rumandu  assoluta. 
Essa  è  di']  senili)  x\  n".  Ili"  .Menni  piolileiiii  sul  Ih  pratica  ieliuu- 
grafica,  11  primod'essi  problemi  ì:  questo  :  Dola  il  lume,  e.  dati, 
art  prisma  ili  parulteloijrtiiitiiti  irU'trttjtili ,  Iti  mi  itisi-  sia  tu  !  SDij^etro 
piano,  ritmare  in  esso  soffilo  piana  l'umbra  dei  proposto  prisma. 
Io  fine  dell'  operetta ,  clic  del  secolo  XYir*,  ed  essa  pur  ano- 
nima ,  sono  le  ligure  aìluinr.  J  supiudiletti  problunii.  1V°  Cono 
di  fazioni,  su  l  Alitine!  ita  minore,  h'  incomincia  dulìe:  il  eli  ni /lui  li 
jrt'iiei-.ili  ,  -i  tu  unii  in  ci  ii  in  vii  :i /.li  ii  m  ili  idi- 11  ili  jiruLlcini  il1 
più  di  Ilici  li  ,1  scii^l'uTsi  della  srioiiia  sopraddetta.  V.'ed  ultimo. 
Altro  e  lunuo  corsa  di  lezioni  sa  la  geometria  pratica,  o  con. ciò 
finisco  il  codice.  Il  corso  è  diviso  in  1 5o  pioposiiinoi ,  la  più 
p.ii  te  del  Ir  ipi idi  nsj-iuinh  Li  |ir.iii'.,;i  di  issa  (sci  eo*a  nuli' arie  mi- 
litare, e  specialmente  nelle  lurlilicaaioni.  h  qui  pur  laciulo  U 
nome  dell'  autore,  il  cui  scritto  è  del  secolo  sul".  V.  molto  pro- 
li, ihilr.  r.lic  melina  di  qnesle  opere  alilita  in, li  veduta  In  lina'. 
Essa  potrebbe  forse,  considerarsi  una  raccolta  di  quelle  lezioni, 
ebe  ì  maestri  religiosi  Vittorini  dettavano  dalla  cattedra  a'  loro 


75: 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


1035.  (siUT-TKrroa.) 
661.  Rime  di  Giovanni  Batista  Stroiii  (  il  vecchio). 

Cwtacrfl,  ìli  ,1'.  Rirallfri  ruisivi.  ili  paginr  ifll  ,  «col"  in*. 

aW*C™.».;Ì.««.Sm=;i(il.rrf,b].»On,o',»Biìi„,,- 
drilli,  eh  a  videe  la  li:eo  111  e'ironzo  1'  anno  I  j;)3,  in  V;  ma 
sono  canzoni  0  sonetti ,  elie  io  credo  doversi  annoverare  tra 
le  molle  poesie  inedite  del  sopraddetto  autore,  dello  quali, 
secoudoché  re  ii'in.slriiisi'.e  il  tlairilia,  la  ineiuione  il  Maglia- 
bucli i  in  1111  opuscolo  riportino  nel  IVd  graie,  di  Mibnu. 
nulli"  XLV  ,  anno  1 8 1  a.  La  copia  presente  di  queste  rime  fu 
ii-n/.i  iluhbio  l'utili  ii'  tempi  deli'  untore  .  e  panni  elle  anelli-  i 
caratteri  ne  facciano  lede.  01  Lee  ili  eio,  essa  e  diligente  cosi  ed 

ma  un  uomo  di  lettere,  ehe  ne  pigliò  l' innari™.  In  fine  ilei 
codice  è  la  Tavola  dolio  rime.  E  sarchi)'  egli  questo  Torso  un 
autografo?  Non  saprei  ciò  uilenniire.  né  negare.  Trascrivo  il 
primo  quaternario  di  due  sonetti ,  clic  mi  vengono  a  caso  sotto 
degli  occhi.  L'uno  sta  alla  pagina  33,  e  leggevisi  in  princi- 
pio: Sopra  una  donali  francai ,  cliinmnta  Violette,  a  richiesta  di 

Entrò  di  primavera  in  un  beli' borio  (Pctr  ) 
11  pargoletto  Amor,  rome  T  Cicl  volse, 
Edi  quattro  viole,  ch'ei  vi  colse. 
Quasi'  una  sola  futi,  clic-  'n  seno  io  porto. 

L'altro  che  sta  alla  pagina  11  a  comincia  così  : 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  753 


l'ungenti  spine,  e  dure  ombre  acerbe. 
Deli  che  l  tenero  pie,  quella  mia  pura 
Neve,  ohimè,  non  vi  calchi  haggiate  cura, 
(Se  mai  sempre  fiorile  li  Gel  vi  serbe). 

Gli  studiosi  lettori  si  giovino  di  queste  poche  notizie. 

1054.  tliMT-TOin.) 

66a.  La.  puttana  errante  di  Venezia;  leggenda  di  Lorenio 
Veniero. 

L'argomento  di  che  si  tratta  nel  presente  codice  e  dichia- 
rato da  bel  principio  cosi  :  ìm  /njji  nrf.i  ài  ibi  pulitina  errante  di 
Venezia,  del  signor  Lorenzo  Veniero.  Veritas  odium  parti.  Essa  le g- 
gcnda  è  poetica,  ed  e  diviso  in  quattro  canti,  composti  tutti 
in  ottava  rima.  Le  cose  che  vi  si  leggono  sono  taìi,  che  forse 
moverebbero  lo  stomaco  anche  a  coloro,  che  pur  non  son  ni- 
mici  di  siffatte  letture.  La  l'iiv.i i it-  incomhida  così:  «Beati 
»  ciilaro  che  iipronn  le.  orecchie  del  cuori.1  alia  i;iaii  tromba  del 
4  quinto  F.viuiiiel  Ul.i  ..er  f'iiovtinii  Enreiiiicio  :  et  guai  a  coloro, 
a  clic  iijili  ineawi'.i  ■Vcm:<ii:i  di  mosser  Petrarca  daranno  fede. 

■  Per  ciò  clie  l'uno  è  candela  accesa  de'  buoni  socii,  l'altro  è 

■  tenebre  di  chi  gli  crede,  ■  ce.  Mi  fu  detto,  che  queste  poesie 
siano  state  gii  date  alle  stampe  in  Venezia  ,  ma  non  seppesi 
indicarmi  per  quale  stampatore,  ed  in  qual  anno. 


754 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


1006.  [o^i-ranciu) 
663.  Raccolta  di  sentii  la  più  parie  pulititi. 

Oilanj       [il  t'i:;liii.  i.inilli  ri  ■  ■n-.vi.  i .  .lì  fcuii.  m.  uìl  mi'  c  imi", 

falle  da  principi  u  da  papi,  Essi:  ptm  sono  tutte  latine,  ed 
alcune  spettano  al  secolo  altre  a)  secolo  xvu°.  Sono  poi 
nell'  ultima  parte  del  coditi!  rancai  te  altre  scritture  italiane, 
delle  quali  trascrivo  gli  ar-umcnti.  ('  liiji.rmutianc  di  quanto  i 
passalo  fa  il  Cardinale  Paceccho  el  ii  marchese  di  Pescara  nel  pi- 
gliare il  possesso  del  i-.-jih.  d:  \<iji;h  :  la  quale  ir,  forni  aiionc  è  se- 
guitata d'altra,  per  la  quale  si  dà  uu tizia  del  possesso  presti 
del  sopraddetto  i.'jiw  di  .Vipi/i  <  Lai  ma  relitte  di  l'escara  per 
la  maestà  cattolica.  11°  Supplirti  dei  l'ubiti  del  regno  dì  Napoli 
al  Papa  a  fmc  che  ft.i-.uui:;  liU-i'.uinhii  tìetchare  In  rjiurisdiìiune 
inni  l'piiaijiiilii  utili  liiiri,  ntimda  In  Jispniìiiinii  de'  sacri  Canoni. 
JIT  I  >::-!-..  ji^t  i  sopra  1  '  .i  i  1 1  < .  i  L  t  i  i  del  p.;ji.'i.  ialiti  ntl  ii/rupo  the  il 
pontefice  Pio  V"  insigni  ilei  titolo  di  gran  duca  di  Toscana 
Cosimo  de'  Medici.  IV"  Altro  discorso,  pel  quale  si  dimostra 

rami'  tneiitalii vide  M  ■('u  t         u(  !\>:ii\:t.ie  prittl-.y  u.'iri  (Zi:/  rylìlll  (.'u:  d 

f  acqua.  —  Cuii.iideiiiii.nie  n-f.ra  I'  eilt.eiii.ione  delle  acque  nel  con- 
iali-! di  Lh'fjnu,  e  stipili  il.  nmiiincK  il  iknn  del  suo  alveo  antico. 
L'autore  di  questo  scritto,  ili  cui  lacesi  il  nome,  ne  fa  la  de- 
dicazione al  cardinali:  (inastavi Mano.  VII"  ed  ultimo.  Modo 


Olgiiizad  &/ Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  KE.  7à5 
ci  forma  tentila  nr!  prestali:  il  dnito  iji'u-.imrutti  di  fedeltà  ni  ter,  ■ 
lìissimo  Don  Filippi'  III"  il  Austri»  per  In  iiixcesiiiuie  nei  regno  ili 
Cintiglio;  in  Mmlriil  rulli  ('.Iwni  ili  Sun  lIi.eiiiti.nto  il  din  ili 
iiormilirt'  ]j84-  Dopo  ili  l'io  segui'  iiTi.i  statistica  di  tutte  le 
rendite  e  s]ut  di  esso  )Ce,im  io  (pie.ll'  arino.  Di  qnalcaino  di 
questi  scrini  abbiamo  copia  in  aìtri  codici,  ma  debbo  por  no- 
tare clic  la  scrittura  del  presento  codice  .'■  assai  diligente  dal 
principio  ni  fine. 

1067.  (S..M-V,™,) 

'ih  ■!    lìila/ioni  'ii  alenili  Conclavi;  emulivi-  altri  scritti 
di  argomenti  diversi. 


Dà  principio  a  questo  coi.liee  la  toria  del  conclave  per  morte 
del  papa  Clemente  Vili',  dove  fu  creato  sommo  pontefice  il 
cardinale  Alessandro  de'  Medici,  chiamato  di  poi  I.eoi:e  Al '. 
Della  storia  di  questo  celebre  Conclave  sono  già  altre  copio 
nella  Biblioteca.  Non  è  annunciato  il  presente  codice,  che  pel 
solo  contenuto  in  essa  storia,  ma  altri  scritti  vi  si  compren- 
dono, de'  quali,  uxelliiatone  uno  solo,  abbia  ino  qualche  altra 
copia ,  e  sono  ì  seguenti  :  1"  Namaiene  di  molli  belli  particolari 
che  accaddero  nella  elezione  in  sommo  Pontefice  del  Cardinale  Bor- 
ghese, chiamatoli  di  jmi  Paolo  V.  IV  Relatione  del  Conduce  fatto 
dopo  la  morte  di  Leone  XI',  nel  osale  fa  eletto  Papa  il  Cardinale 
Borghese  delta  Paoh  V'  ;  della  quale  Relazione  è  piìi  d'  una  copia 
in  idiii  codi:1)  della  liililio'.fc.a.  Ili"  Di/crsc  ni  firma  di  prognos- 
tico sopra  il  fatimi  Punte/ice  per  In  unirti  ili  Lumie  XJ°.  IV°  Altro 
Discorso  sopra  la  sedia  t'attinte  ili  '.'.Inumile  Vili",  e  eia  che  si  pro- 
gnosticava innanzi  la  morte  sua.  V*  Raccolta  di  Pasquinate,  e  di 


,56  MANOSCRITTI  ITALIANI 

poi; «0.-41  ci  dia  mono  di  r:e:ui.'n'.c  \  Ili'.  VI'  Tra  ita:  ione  som- 
maria di  tulle  le  tose  che  lurursrro  l'alimi  i  figli,  uni  Conclave  del 
l'apa  Clemente  17//°.  VII"  Relatione  del  t'.m-ithcTc  <■  l'ro'.uriiiorc 
Delfini:  alla  Rij.uliliUci:  di  Vciicnu,  ritornato  Ambasciatore  da  Ilenia 
per  essa  Repubblica  fanno  i5g5.  Questa  lunghissima  c  vera- 
hh'ilIi.'  pulì  liei  liehtiiuiu:  è  itìvisa  in  capitoli,  ed  è  diversa  da 
(|in'lb  (iti  In  sli-fsn  De  Ili  iio,  'Ji'lia  i|u'.!<;  ò  conia  io  ni  hi  codici. 

Dichiarazione  dei  quatta)  modi,  ps  asoli  si  fa  l'elettione  ilei 
'■ululili,  Pontefice  Vicarili  ili  Cristo.  IV  Copia  jcilclc  ili  tulio  ornili, 
che  il  Papa  Clementi!  Vili'  disse  in  un  Concilio™  a  Cardinali  contro 
il  Ile  di  Navarca  il  dì  ao  dicembre  1 5g3.  Questo  scritto  è  latino, 
come  altri  scritti  pur  latini  si  con  tallonilo  nel  presente  coditu, 
ma  volli  annunziarlo  per  la  i-in  nolai'ils  del  suo  argomento. 
X"  ed  ultimo.  Discorso  del  Cantinole  di  Carpi  indiritto  a  Carlo  V 
Cesare  fanno  i543.,  intorno  al  molto  di  dominare. 

1068.  (H-n-nom.] 

665.  Notizie  e  Relazioni  di  alcuni  Conclavi;  giuntivi  alili 
scritti  di  vario  argomento. 


ILcccttO  due  o  tre  scritti  latini ,  gli  altri  tutti  che  si  conten- 
gono in  questo  codice  «inni  ìialiani,  e  sono  molti.  Dovrà 
quindi  contentarmi  di  dar  la  notizia  de'  loro  argomenti  come 
stanno  compendiosa  inerì  tu  dielnarali  nel  codice  stesso;  e  sono  : 
1°  Elezione  di  Papa  Pio  V°.  Il"  Conclave  nel  quale  fa  cisuto  Papa 
Gregorio  XIII°  tanno  ìby-i.  111°  Conciaie  Ma  sede  vacante  di 
Papa  Sisto  V,  ove  fa  creato  Papa  Urbano  VIP.  IV'  Conclave  della 
sede  vacante  di  Papa  Urbano  VIP,  nel  quale  fa  creato  Papa 


DELLA  BIBLIOTECA  DEI.  RE.  ;5; 
Gregaria  XIII"  farina  i5go.  V"  Conciare  nel  ijnale  fu  creato  Papa 
Irtiitiieitzo  l-K"  l'anno  i  jyi .  VI'  Cai,elm-e  ili  Pupa  Clemente  i  li!', 
nel  anale  si  trattano  sommariamente  tutte  k  core  che  in  mio  sotto 
occorse:  ciò  che  fu  nel?  anno  l5oa.  VII"  Relazione  dei  governo  della 

pur  anonima,  della  Repubblica  di  Lacca,  ÌX°  Epistola,  anonima, 
al  Pupa  Pi''  V''  il:  ila  etani::  ;.t  ritiriti  Sua  .Santità  a  (ala-are  in  Unum 
gli  Ebrei  e  le  Cortigiane,  X'  Parere  del  Gran  Cosmo  de'  Mettici  Gran 
Duca  di  Toscana  sopra  la  corte  di  Roma.  XI'  Nola  di  tatti  li  Tito- 
lati di  Spagna  con  le  loro  Casale  e  con  le  lor  rendite  che  ritraggono 
di  là  dove  hanno  i  laro  stati  ed  abitazioni  ;  scritta  il  di  3o  maggio 
in  Madrid  l'anno  i  :j8i  .  MI'  Dinar»:  ad  un  «miVo  sai  modo  di 
parlare.  È  veramente  piacevole  a  leggersi.  Non  v'ha  nome  di 
aulore.  HII"  Discorso,  in  cui  si  dimostra  come  l'imperio  dipenda 
dai  Papi.  Altra  copia  del  disnjrsi)  millesimo  ne  abbiamo  in- 
dicata all'  artie"  V  del  codice  segnato  n"  610,  ed  è  più  cor- 
retta. XIV.  Ragguaglio  della  priqicniit  tiii  principe  Don  Cario 
d'Austria;  di  Madrid  a  :>(1  di genmmi  l'anni;  1  !>(Ì8.  XV"  Conside- 
razione dtlie  cose  sfic  i!  di  tono  osscrritrc  da  coloro  eh:-  roalionei  cedere 
U  mondo  con  occhia  giudicioso.  Non  v'ha  nome  di  autore.  XV[*Ci"j- 
corao  intorno  a  ciò,  ila  dire  Iure  un  cavaliere  assediato  in  una  't'erra. 
XVII'  Detta  natura  et  ipitiìitii  thtji'  Ingleii  et  tnm  cintami ,  et  molti 
tdlri.  bc'ìi purlit-tdnri  tlt  epul'a  Xiaiene.  XX  UV  Da:  ri; ione  della  e-nlt 
di  Rama.  XIX"  Disenfiti  iti  la  prrcrtlcn:a  tra  In  P  ranetti  e  la  Spaglia: 

ben  diverso  da  quello,  ebe sopra  lo  stesso  argomento  abbiamo 
in  altri  codici.  XX°  Piveisieni  per  la  tjuerret,  da  distijnà  l'n/.a 
Clemente  VIP  contro  l'imperatore  Carlo  V.  XXP  Redazione  del 
governo  di  Roma,  filiti  alla  lìepubl-ltcu  di  Venezia  dal  cavaliere  Del- 
fino, ritornati)  Ambasciatore  di  e.-sa  Repubblica  presso  di  quella  Corte 
tanno  i5g8.  XXII"  (dnunicii  nella  i/itale  si  dimostra  come  la  casa 
di  Francia,  cioè  come  il  conte  Carlo  sia  stata  investito  del  regno  di 


758  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Napoli ,  c  come  abbia  durala  questa  signorìa  de  Francesi  nel  dello 
regno  per  fino  allo  eonijithla  ohe  fece  il  Ite  Alfonso]'  ili  rasa  a"  Ara- 
gona; la  sopraddetta  investitura  fu  fatto  l'anno  ia3o.  XXIU'io 
.  Altissimo  et  Ejct-lli-nlifstiwi  Monarci/a  dell'i  Impali  Ottomani,  con  la 
l.elle;;a  ilei  ijuali:  Ialite  pcai-ineie  ho  eonijiiistale  a  ijormiata  dopo 
la  volontà  e!  permissioni  dell'  i-Aceno;  il  mirre  ei  ntiaiiinliimciiio 
Noitro  è  tale,  ec.  ce.  Seguono  di  poi  i  comandamenti  ed  ordini 
ili  questo  prineipe  l'Aie.  Ili  .Sciiiiid),  i  ,;unli  suoi,  vera i] !■  tj (e  ;il 
di  là,  quasi  dirci,  d'ogni  umano  pensare.  XXl\'°Lo  vita delRc 
diSeotta,  al  preseli!'-  ehiomalo  olio  rumini  il'  Inghilterra.  XXV*  Sen- 
tenze et  detti  applicali  a  Inni  i  Principi  et  Potentati  del  mondo. 
XXV1°  fleto;  in  (le  olio  lieptihhliea  di  Vni?:i,t  del  clariisimo  messere 
(iioì-anni  Michele,  tornili,-}  Aiel-aseialoic  dulìa  serenissima  Regina 
Maria  d'Inghilterra  formo  i55y.  È  divisa  in  Ire  parli.  XXVH'ed 
ultimo.  Ragiona  ni  mio  di  Carlo  V  imperatore  al  Re  Filippo  ino 
liijlinola  inloriio  al  modo  di  gtirr nutre  i  suoi  stati  in  tempo  di  pace  e  di 
guerra.  Di  questi  il  ne  ultimi  .-[-.ritti,  e  crisi  di  ([nello  e!  ir;  abbia  in 
riportata  all'  arlic"  XXI  del  pi-esi-iile  endice  li.i  la  Biblioteca  ai- 
tir  copie  ;  ma  e  bene  clic  si  sappia  clic  lii:tn  ciò  r. ] i l ■  in  (peste 
importantissimo  endice  si  coni  prendi;  è  mullu  diligente  mei  ile 

1086.   (  S«KT-«CTOil.  ) 

666.  Dialogo  tra  il  Re  Cattolico  e  il  Duca  d'Alva, 
scritto  dal  Giustiniani. 

Cartaceo,  in  foglio,  caratteri  corsivi,  di  pagine  S5o,  «colo  ira*, 

Il  ciiiil  lo  del  la  j-.iii  parie  del  presente  cor  liei-  è.  (unir  li  il;. 

giamo  snl  principio,  l-l.rtiaiit  d'un  liere  escript  de  la  main  de  jeu 
momienrk  chanet-llier  de  (Hospital.  Havvi  però  anche  uno  scrino 


Oigitizad  tjy  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  75g 
italiano,  clic  ha  il  seguente  titolo  :  DinL'/o  i.r-.i  'ìli.'  GiilA:/.;  !f 
il  Duca  d'Aita  descrìtto  da  llrniivd"  CiuMaxiiim  Hr.hiijlb  Geaueese; 
•J\-::  !Ì  tramt  ;c  IN  ìi::t<  il  riusriiiiìi  a  ■  /(!(('  l'i'  iìi'.j  <  \l!:i. 

ili  Geno™,  v  «Wjiu  farri  rimi  Juriezm  ;  uni  altre  particolarità.  V. 
lo  stesso  dialogo,  clic  loggia""1»  all'  arlic  IV  "del  codice  segnato 
nuni*  jSa;  ma  qui  la  lezione  è  assai  più  corretta  di  quella; 
ed  oltre  a  ciò  abbiamo  in  questa  copia  nuche  ia  notizia  del 
tempo,  il)  cui  fu  scritto  il  sopraddetta  piacevolissimo  dialogo, 
cioè  ilcU'  anno  i5i6. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 
DELLA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA, 

1  QUALI  EBANO  INNANZI 
NELLA  BIBLIOTECA  DEL  PRESIDENTE  BOUHIER. 


28.    (  BOL'HIER.  ] 

667.  Lettere  di  fra  Pnoìo  Sarpi. 
Cartaceo,  [n  foglio,  caratteri  conivi,  ili  ]Hgine  700,  «Min  ira*, 

li  rnnii'iinlo  di  questo  rau'^u arU^volr:  codio":  è  {liclii.icitt,  pel 
seguente  suo  titolo:  lettera  italiane  del  frate  Paolo  Serpi  delt 
Ordine  de  Serti  di  Mark,  scritte  di  Venezia  al  signor  de  Vhh 
Grelet  in  Parigi,  dall'  1 1  dicembre  1 607  lino  al  1  settembre  16 18  ; 
con  alcune  altre  lettere  dello  stesso  Sarpi  dirette  al  signor  (ì;lht  pur 
in  Parigi.  Le  lettere  sono  in  tutte  lai.  Intorno  alla  importanza 
somma  delle  cose,  che  contengono,  6  inutile  ch'io  ne  dica  a' 
miei  lettori;  ami  son  certo,  che  il  solo  annunzio  di  queste 
lettere  del  Saqii  per  la  più  parti;  politiche,  0  ben  pi'ohaliil- 
mente  tutte  inedite,  <rli  punii  in  cjaiiiWiino  ili'sidi'rio  ili 
li'ggi'i'l'1.  La  Ietterò ,  l'In'  aprendo  il  corlir.e-  vn  ninni  so  Ilo  (irgli 
ocelli  incoi  li  ioci.'i  co-i  :  »  niif-.b  misliitM  nel  L'overno  ecclesias- 
■  lieo  mi  par  una  composilionc  di  olio  et  acqua  ,  che  non  pos- 
sono inai  meschiarsi  insieme,  eperà  in  questi  tempi  non  è 
<  poco,  che  alcuni  Papisti  non  siano  affatto  Gesuiti.  ■  La  Ict- 


MANOSCR.  [TAL  DELLA  BIBLIOT.  DEL  RE.  7fii 
ter*  6  di  Venezia,  come  tutte  l'altre,  ed  b  del  rti  g  di  aprile 
itii3.,  i!  per  ciò  il  Settore,  r.ui  sarà  conceduto  il  tempo  die  a 
me  malica  per  esani  in  li  re  ad  una  ad  una  le  lettere  tutte  che 
nelle  vane  edizioni  delle  opere  ili  fra  Paulo  si  pubblicarono, 
potrà  conoscere  se  questa  fu  posta  in  luce  o  no,  e  quindi  per 
essa  con  viemaggior  fondamenti!  argomentare  sopra  tutte  l'al- 
tre, che  nei  presente  codice  si  contengono. 


lìfi*.    Discorsa.  Hi-.l.i'.ioni .  Sommarli, 
ed  altri  scritti  roneenienli  la  polìtica,  o  i'  amministrazione 
di  alcuni  Stati. 


In  questo  codice,  di  r : i l i  lece  acquisiti  la  biblioteca  del  pre- 
ndente BouMer  l'anno  Iji3,  come  leggesi  sul  principio,  e  al 
quale  In  apposto  il  titolo  di  iti-!;. inni  dirersr,  si  contengono 
gli  scritti  seguenti;  di  alcuni  de'  quali  benché  abbiasi  copia 
in  altri  codici  della  regia  Hibliotcca,  pur  ne  do  l'argomento 
per  quelle  slesse  ragioni,  che  si  addussero  altrove.  1"  Relazione 
fatta  alla  siatiùrìn  ili  Imeni:  dal  ìvdnli-  Marcantonio  Barbara  delli 
ittifutii  per  esso  lui  trattati  cui  Turchi  per  lo  spaliti  di  anni  sci,  ne 
^aali  stolte  liailv  in  Costantinopoli  per  la  IlepiMlira  Veneta ,  fino  olla 
Pace  segnata  l'anno  II"  Altra  Retatane  fatta  alla  signoria 

di  Venezia  dal  sigr  tiiaromo  Sorauzo,  ritornalo  amhascialore 
e  bailo  per  la  veneta  repubblica  da  sultau  Aniurath  impera- 
tore ile'  Turchi  l'anno  i;>7K,  sopra  gli  alliiri  ch'esso  Sorauzo 
ebbe  a  proporre  o  conchiudere  eoi  medesimo  imperatore. 
111°  Sommario  di  tutte  l'entrate,  che  aveva  la  sede  apostolica 


76i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

IV  ÌWoh'dJ intorno  alla  corte  di  Roma,  fatta  l'anno  L  jo.5  alla 
signoria  ili  Venezia  ilal  cavaliere  e  procuratore  Giovanni  Del- 
fi in i  .  ]  ilin'ili:[i:!fui  t.  ni  lisciatore  deil:i  M'IU'ia  ri:|!UÌ>h]|f-:t  presso 
la  sopraddetta  corte.  \  "  Altra  relazione  alla  stessa  veneta  signnria 
falla  I'  anno  I  Hill  noli;  ir  Timi  111:1.10  Gì  ni  il  ri  ni  in!  inni)  il  11 1 . 
■Millo  del  rT^rm  Hi  S|1,im[iìl.  \  I  ìnstruzìuiì'j  in  In  in  11  alia  religioni!, 
e  stato  del  re  di  Elbiopia,  chiamato  il  prete  Gianni.  Non  ba 
iimini  Hi  autore,  ed  è  diversa  d'altre  che  abbiamo  in  più  codici, 
eccello  qui'] la  die  li'fwsi        arile''  VII"  ilei  codice  segnalo 


mei  figliuolo  d'Ainuratb  imperatore  de'  Turelii.  Ne  lia  la 
lìibliotcca  altra  copia,  ma  la  presente  è  latta  con  maggior  dili- 
genza. Vili"  Àveerùmenù  civili ,  morali  r  pulitici  tratti  dagli  An- 
nali di  Cornelio  Tacilo.  Ijel li.-si ino  ed  importantissimo  scrino, 
del  quale  è  taciuto  il  nome  dell'  autor».  Non  e  a  mia  notizia, 
per  le  indagini ,  clic  ne  lio  fatte,  eli'  ci  sia  slato  posto  in  luce  . 
ina  sembrami  clic  la  meriterebbe-  IX"  ed  ultimo.  Diseano  sopra 
il  libro  primo  d;  filini  ci  io  Taciti!  :  del  q  ti  ale  sorba  i:si  più  copie 
in  altri  codici  della  Biblioteca ,  si  come  in  quello  eli'  e.  segnalo 
num'a65,  arlic"  X". 


DlgiiizM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  763 


io,.  Lettera  di  Stanislao  Santineìli  a  Giovanni  Francesco 
Baldini  intorno  ad  una  medaglia  di  Vaoallalo. 


I  amliensi  in  quesiti  cori  ice  ili  coiiiri  ilei  la  --  i.tt!-ra  dei  Padre 
Sliiiusliiii  Stiiitiitrtii  Sumiisrn  ni  tiiii-iviidisstmt<  l'adre  Don  Gian 
.;-»  lìnUuii  delia  in:\L::iìiia  tklyìoac-,  C'ensuìtorc  adi-.-  iajrv 
j rf((«.- («ni  r/c/r  /.'J'/jiv  e  ifc'  ff.'d,  «yjm  In  j/eer/a.-mne  iM/ii  mc- 
dgftit  </i  Vaia/iato,  t/ie  f  or(«  -jussla  iscrizione:  VABALLATHUS 
UCK1MDK.  —  Coilex  Biblmheca  Salariarne  jidccili.  Così  leg- 
giamo nella  prima  faccia  di  questo  codice.  Poche  cogniiioni 
soii  iieccswie  ilp^ìì  htudj  ai<  li<  ulu;;i<  i  |ht  conoscere  eliclo 
scritLore  di  questa  lettera  i'u  uomo  (lutato  delle,  più  profonde 
dottrine,  e  pienu  di  e  rudi /ieri:'  ;  .si  ci  uno  f  ubi-  sappiamo  clie  le 
medaglie  del  V aballato  noti  sono  generalmente  di  molla  rarità, 
tlii'l  uri  u  risl.inti'  ri'.uli  Ianni)  Iiì:si'  j-ii  a  ma  luci  ili  I  ;i  li  .sturi  j  la  let- 
tura di  questa  lettela.  >ic  ilo  per  tanto  le  prime  e  le  ultime  lince, 
per  le  quali  si  riesca  a  sapere  s'essa  è  inedita,  o  no.  Comincia 
cosi:  «  Amico ,  acciocché  non  vi  si  mova  la  bile  al  primo  ve- 
■■  tieni  (il>Ui<i.iIo  ri  Ic^er.'  una  u-lteva  e.nsi  lini^.i .  vi  rlin'i  Inslo, 
.  eh'  ella  contiene  la  spic^ìonc  d'una  medaglia.  L'amore  r.Iic 

•  avete  per  tutti  gli  studj  di  antichità  vi  farà  voloutieri  inter. 
■  rompere  qualunque  altra  applicazione,  •  ec.  E  termina  cosi  : 
.  Col  fine  del  discorso  tenuti)  su  la  medaglia  io  lo  line  allalet- 
.  tara,  o  amico.  .Sensale  il  ledii,  ancor  voi,  e  per  segno  di  aver 

•  gradito  il  racconto  che  vi  liti  fatto,  scrivetemi  ciò  che  avreste 


764  MANOSCRITTI  ITALIANI 

.  delio  voi .  tft  ù  lo-i.e  litro vaio  ncll"  occasione.  -        copia  e 

di  li  gen  temente  eseguila. 

111.  |.o~) 

67Ò.  Lettere  del  Cardinale  Seripando  al  Cardinale 
Borromeo. 

Cartaceo,  io  A\  caratteri  coitivi ,  Ai  pagine  duo ,  neohl  jentf, 

Comprende:  questo  codice  la  copia  di  molte  lettere  scritte  di 
Trento  dal  curili u;.ie  ( pi n ■l  uiin  Seri p.u :< t>.<  .il  i:;in liliali1  Carlo 
Borromeo  in  Roma  l'anno  1 563 ,  le  quali  trattano  tutte  sudi' 
argomento  del  concilio  Iridentiiio.  Per  una  lettera  autografa 
del  signor  Oudi»  ■irrida  il  di  1  :'i  dicembre  1  il  si^'  presi- 
dente fiouhìer  a  Dijon;  la  quale  lettera  è  ben  opportunamente 
inerita  in  que.-to  volimi-;  m  fornisce  ehc  la  pio  | .lì ite.  delle  so- 
praddette lettere  non  furono  mai  date  alla  luce,  e  che  anzi  al- 
tre vol'.e  rio  sia  raduto  in  animo  di  tare  a  qiialcheduuo,  poiché 

sig'  Oudin  al  sii;-  Boubicr,  i- -je  suppose  <jiic  mous'  l'assionèi 

-pièces;  car  apiv.j  toni,  (pionpie  je  soìh  dans  Ics  roaximes 
■  gallicancs  et  qne  je  me  di'daiv  en  tonte  orension  pour  nos 
<  liberti,  je  no  voudrais  que,  •  eie.  Altre  lettore  italiano  sopra 
lo  stesso  argomento  del  tridentino  concilio,  ma  d'altro  scrit- 
tore, abbiamo  nel  codice  segnato  num"  a3i ,  0  cosi  pure  nel 
codice  segnalo  num"  373. 


DtpJtoM  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  765 


115.  (Ncmj 

671.  Instruzione  intorno  alla  venula  diZinimì  Soldano 
nel  secolo  xv°. 


Questo  prezioso  codicetlo,  clic  n'è  pur  i'orìginale,  e  di  cui 
io  penso  clie  probabilmente  non  sarà  copia  altrove,  contiene 
una  istruzione,  che  dà  il  maestro  della  religione  degli  os- 
pitalieri di  Sodi  (detta  comunemente  la  religione  di  Malta) 

ciò  che  fu  verso  la  fine  del  secolo  quìntodecimo.  Sono  vera- 
mente importanti  gli  avvisi  tiri  i  consigli  clic  si  danno  nella 
sopraddetta  circostanza,  1;  fa  molto  j  11. 11:  e  re  il  1  esserli  jwr  co- 
noscere in  pochi  traili  la  [li  versila  tirili:  massi  me  si  |H>I  il  ielie  die 
religiose,  le  qLi.il:  guidavano  gli  uomini  in  quel  secolo,  e  gli 
guidano  adesso.  Le  ultime  linee  dell'  instruzione  sono  queste  : 
«Et  per  certo  deve  essere  l'odio  fra  terno  che  postposita  lo  rc- 
m  vi 'in  il  in  ili'  li  ci  [ieri  [jnt'-rili  Lai  lia  minio  (tequile  questo  pcti- 
■  posito.  Dio  sa  quello  adopera.  Li  eflbcti  indicheranno  lo  bene 

-  mini  millesimo  quadringcntcsimo  ms""  secundo.  ■  Dopo 
le  quali  parole  sta  impresso  il  sigillo  autentico  del  Gran 
Maestro. 


766 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


116.  (hooSub.) 

672.  Le  cose  più  notabili  antiche,  che  oggidì  non  sono, 
e  quelle  che  novamenlc  si  sono  trovate;  libri  due  di 
Guido  Pancirolo. 

Il  titolo  dell'  opera  .  clic  nel  presente  codice  si  contiene,  è 
dichiarato  iìcIIo  prima  pagina  per  le  seguenti  parole  :  Rac- 
colta  di  Guido  Panciroio  J.C.  delle  con  più  notahili,  che  hmevano 
ali  amichi,  etho^idì  non  sono;  ci  di  facile  cho  ai  nono  novamenlc 
trmte.  Libri  il.  Al  Serenissimo  Duca  di  Sacbia.  Scrìsse  il  Panci- 
roio. come  ognun  sa ,  questa  sua  opr  i  ci  [die  ora  forse  non  è 
pili  in  quell'ai  la  estimazioni' ,  in  cui  lene-vasi  ne'  tempi  andati  ) 
in  lingua  italiana  ,  eh'  era  pur  la  sua.  Molte  edizioni  della  tra- 
ducono in  Ialino  ne  sono  state  falle  coi  couienLi  del  Salmuth 
dapprima  in  Amberga  l'anno  1  Sgg  ,  indi  in  Francforl  l'anno 
ifi3o,  poi  ivi  l'anno  i6j6,  oltre  una  versione  francese  Fatta 
dal  de  La  Nouo  e  pubblicala  in  Lione  Tanno  1 6 1 7  ;  ma  non  fo- 
n-si mai  menzione  dai  pili  de  misi  ri  bibliografi  di  mia  edizione 
in  lingua  italiana;  cosicché  io  pensava,  che  generalmente  si 

lingua  francese  fossero  ■itale  falle  non  gii  -opra  una  stampa, 
ina  sopra  il  ina  miseri  Ilo  ilei  l'anrirolo.  La  cosa  va  però  allri- 
inentì,  perciocché  in  una  nota  eh' è  in  questo  stesso  codice 
leggcsi  cosi  :  fu  lithlviliwi  lloat-ltirftana.  Pari.  Il-,  pag.  ina, 
rccmsclur  liti  lilit'f  irti!,  lini/,  fuitatripl.  iiitti  editos,  sub  hoc  Mulo  : 
Haavlta  tirar,  d'ultime  <■«.«  pili  se/jiitiinte  1  ti--  ittlAcm  t/li  antichi,  ri 
d'alcune  altre  travate  da  moderni,  del  Dottore  Guido  PanciroUi,  in  i°, 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  7U7 


le  rlilléreiue  tra  il  pi-:  sei  ili'  iiiauuacritto,  v  il  sop  rad  ile  Ilo  vo- 
lume stampato,  die  non  mi  riuscì  di  poicr  v.-ilere;  e  tanto  più 
i-In-  "ti  noUisi  s'iliili.  <jii:ili-lir  itij-ì'i  in  [  liluLi  i>  (Voli  [in]  ii/io 
fieli"  opera  ;  la  quale,  per  ciò  clic  concerni'  Li  diligenza  ili-M' 
amanuense,  è  qui  .usai  Lene  e  cepiTcttimicntr  li-ascritta.  Iti  line 
del  codice  e  una  tavolo  olfoliclica  delle  malcrie  clic  vi  si  Irat- 
lano.  Del  resto  1'  opera  i:  citala  mieli  1:  dall'  Ha  m  11  alia  pag.  5liy 
(lei  tomo  IP  della  ma  IlìliliotiTii  ilalìima  stampata  in  Milano 
l'anno  1771. 

673.  Relazioni  piiliiidio  e  diplomatiche  di  autori 
ed  argomenti  diversi. 


Sono  lutti  italiani  gli  scritti ,  clie  si  contengono  in  questo 
codice,  benché  sul  principio  notisi ,  clic  sono  francesi  in  parie, 
e  in  pirli'  il. illuni.  Di  ideimi  puro  .ibiii.imo  al tii ■  copi-;  urlla 
llihlìotcca.  T  rasi-ai  vn  gli  argomenti  ili  tutti,  e  sono:  1°  Relazione 
lutiti  .c'/'i  Repubblica  di  Venezia  dal  sign.  Vinrcnzn  Cassoni  intorni, 
alla  città  di  Fiorenza.  IP  Altra  Mozioni  /alta  alla  stessa  Repubblica 
dai  sigli.  Placido  Ragazzoni  sopra  il  regno  di  Sicilia.  111°  Ricordi 
tlell  Imperatore  Carlo  V"  dati  ni  sim  fiijiiunlti  in  Angusta.  IV°  Rela- 
zione sullo  stutn  iti  i'irii\u  fatta  a!  Si:rtiili.  limiti  dalsig.  Paolo  Tie- 
polo  Ambasciatore,  nel  tempo  che  regnarono  i  due  Pontefici  Pio  IV- 
b  Pio  V.  V  Storia  del  Conclave  di  Papa  Gregorio  XIV,  nella 
quale  si  racconta  distintamente  tallo  dò  che  in  esso  occorse,  fauno 


j68  MANOSCRITTI  ITALIANI 

i5gi.  W  Notizia  della  Corte  di  Roma,  con  aa  lungo  discorso  in- 

tinm  Arene  relatione  della  Carle  di  Roma  eli  tulli  li  suoi  Offilii. 

ìli  Sul  filie  .'il  fa  palese  eli   egli  ''t:i  lllìl'ilr  li.    M>ills\:;rj!UV  I  .<!'!- 

nardri  vi'sccno  ili  finterà ,  iil  j ( i l;.  lf  icsmvalu  era  stato  pmuiassu 
|ip'  linoni  iilli/.i  di'l  rari  lina  le  Siili  libraio. 


inalidii-,  e  >;;i!isl iilic 


Iteliclic  ili  quali'lii'  sci-ilio  ,  clic  si  contini!'  in  ([licito  collii!'  , 
sia  altra  copia  nella  Bibliolfca.  jiurc  i-ssi-ndu  qui  tutti  co» 
molta  rliiijicn/ii  i-ijKu  t.iii .  emuli  ;„  vt.,„  ^[imi  t ,,tt'  i  codici  ch'in 
l'j.iniinai  ilf.'lij  Ijihiifì'iT'ii  in  i  ..lilii'lro  flou  li  ti  r,  cnsi  sniu  j : i Ti 
darò  ì)  titolo  di  ciascheduno,  <•  suiio  i  Sfruculi  :  I'  Relazione 
sopra  lo  Stalo  Ottomano,  sali*  sw  forni,  automi,  e  governo.  È  di- 
visa in  quattro  libri ,  e  ttou  ha  nome  di  autore,  li0  Relazione 
Mio  stato  potimi  etl  amministrativo  del  nono  di  Spagna ,  fatta  allo 
signorìa  di  Venezia  dn  Toiìiiiiom,  <)>tilnrini  l'anno  l5g3.  nei  suo 
ritorno  Mf  ambascerìa  presso  la  Corte  Cattolica.  111°  Altra  lun- 
ghissima Relazione  del  regno  d,  Polonia,  riferita  dal?  Abate  Bog- 
giero  tanno  1M8.  «  l'io  l\  I'.  V°,  rìtomnak  dalla  sua  Nun- 
ziatura, al  Re  Si<iiimtuit!i,  Aar/usto.  IV"  miseriamone  sai  costami, 
ricchezze,  forze,  aualiUt,  tiquujvajia,  c  mah  di  ./vi: renare  delti  Paeti- 


Oigitized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DLL  UE.  ,69 
Bassi.  Non  li*  nome  di  autore,  e  fu  strilla  l'anno  i57$. 
V"  Altra  Dissertazione  sullo  Simo  di  Milano ,  e  della  Lombaniia  in 
generale;  i-  ili  questa  pure  liun  e.  dichiarato  li  notili'  doli'  autori-. 
VI"  Altra  sullo  sialo  di  Parma  r  Piaceri:»,  scritto  ila  Francesi» 
Maria  Viulardo.  VII"  Altra  auoiiima  sullo  stato  dì  Fiorenti  ,  fatto 
al/a  signorìa  ili  Vene;ia  dal  suo  Ambasciatole  inesso  il  Principe 
Francesco  Medici,  e  all'  occasione  delle  none  di  questo  Prìncipr. 
Vili"  Altra  anonima  sullo  stato  del  Serenissimo  Duca  d  Urbino. 
IX"  Altra  sullo  stato  di  Sicilia .  riferita  a  S.  M.  Cattolica  da  Don 
Pietro  degli  Agostini.  X"  Tmttatn  anonimo,  sul  modo  di  net/oliare, 

XI"  Altro  Trattalo  anonimo,  delle  cose  eh» si  rixiaawperfar  bene 
ima  Mozióne  nel  ritorno  da  una  Ambasceria.  Di  questi  due  Trat- 
ti! li .  di;'  quali  non  i-  curia  in  altri  endici ,  in-  lui  letta  qualche 
parie,  e  semliraiui  clie  Mano  due  sfritti  da  l'arsene  rollio. 
XII"  ed  ultimo  Storia  del  Consoci-  per  morte  di  inn'ven:in  IX". 
oie  fu  crealo  Clemente  Vili'.  Ne  nhhiaiiio  (ria  altre  copie. 


MANOSCRITTI  ITALIANI 

DELLA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA. 

]  QDAL1  HANNO  ]L  DENOMINATIVO 


ARMADIO  COLL INFERRATA. 


A.   1.    («EtìMIEO  KulLLÉK.  ) 

It arenila  ili  scrini  d'autori,  tempi ,  ed  argomenti 
diversi. 

bta  corner-rato"* 

Il  titolo  prii c ral r ,  clic  In  tl.ilo  ji  jirrwtilc  endice  e  queste: 
Raccolta  rfi  pane  ieri«nre.  Ma  «■diamone  gli  argomenti.  I"  Pro- 
testo .li  Alessandro  VII' fatto  a  di  18.  Fciiraro  1 6fi4.  per  dnm"  «I 

Alexander  P.  V.  ì  li.  ,,,,11,11  propria.  II"  Mozione  di  Scipione  Ca- 
mpane lui  Intaineiiti,  dritti  Regina  Bona  di  Polonia.  111°  Itela-Jone 
stillo  sta  tu  ili  \ti/«ih.  u-nllit  -Iti  (ingialliti  l.tppianaiia.  I\"  Capitoti 
ira-  l'Imperatori-  Cariti  V  id  il  Duca  Maurino.  V  Discorso  /«[lo 
ni  Duca  di  Savoia  per  i  Deputati  tlrtjlt  Stati  di  l'roimzti  il  di 


Oigiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ;7i 
19.  .¥0™  1  Sgo.  VI"  Commentarli  del  regno  di  Francia,  scrini  ili: 
Miritele  St>rititi<>,  Amhasriatore  renetu.  Vegga  il  leLLore,  se  così 
■  ■lì  piani»,  l'ari  imi  1;  i"  ilei  ri 'die..'  •^irnslu  riunì"  fi  18.  VII"  Patii 
tra  Celare  ed  il  He  Christianissimo  nelt'  anno  1  ;»/i  d.  Vili"  Discorso 
ville  santissime  messe  di  Cristo.  Nini  ha  nome  ili  autore.  IX'  De- 
palazionc  di  nn  Luogo-Tenente  Generale  in  Italia,  fatta  dal  Re  d, 
Francia  ranno  1  553.  al  sit/nor  Pietre  Stoni.  X"  Relazione  (ano- 
nima) A/fo*,,,,  ifcft,  iWiib  ,/i.S'.,,-;,  ,'  del  P,in,p,.sno  fallacia, 

di  Napoli,  e  tose  notatali  areadale  in  /(«/«,  /«nnn  1  Tuo.  XII"  tet- 
ta* alla  burlesca  di  Scipione  Mettili,  scrìtte  fra  ali  anni  j.588. 
e  i58y,  XIII"  Rugijoaijlio  delle  [or*  TunJiesehe  nett  turno  1S83. 
XIV"  Copio  (/i  unii  federa  »»  r/(j  .SVnnni  Binili  deaerale  ili 
Muri:  itti'  tiapinitorc  ite'  Tttri-hi  sopra  frf  /.risii  n'i W:i  Coletta  e  di 
Tonisi.  XV"  /.ucb.-ii  i/ufn  (fri/  /'«p  l'nn/u  /I'"  /„t  /!»■  l'esseauie  di 
Carlo  V'.  XVI"  finyyiiiii/fi'ii  i/i7/«  pritiior.ia  it/  Principe  Don  Carlo 
','"  lii.ifnn,  Hcimhla  nelf  nono  1  ,'iii.S.  ,\\  II"  Cmi.  ■/,!,■'■  di'!  ]>ìi|j,i  Cli;. 
monti»  Vili"  nell'anno  1  5yj,  X\  111"  Discorso  sopra  il  Conclave 
rli  papa  Innoccni.o  IX".  Xl\'  .Se  «in  in  ni,  if,  j  Captiteli  formoli  Ira  \ 
Caeiimali  nella  sede  rotante  di  Papa  Paolo  IV-  l'anno  ifióg.,  ir 
rti  fi  i/u ira  11 11 11  i/riirurr  i/u  ipf/  fVijw.  ifn  mi™  iJr/I..  ih  ijjirf  (.'■,«- 
c/bw;.  XX"  In Ini ;,',j,r  (/,■/  mm.'u  -./ir  1  ( /ni  11)1  issar)  ,l/ii.'ilii'i'.i  /innm. 
b  (Ultóre  Belle  estrazioni  de  spnalt  t-d  nitri  cast.  XM"  Alenar  profezie 
de' futuri  Pontefici.  XXII"  Copia  di  lettera  scritta  dal  Gran  Turco 
al  ìie  Cattolico  l'anno  i585.  XX11I"  Noti  de  salari,  dilli  Ojjir.i. 
del  Palazzo  et  della  Sede  Apostolica.  XXIV"  Discono  sopii,  le  cose 
sei/aiti:  in  Franca  mimiti.  «Ih:  elezione  ilei  He  Eruca  II  '.  XXV"  Sto- 
ria ilei  enne  Imi' ,  in  cui  fu  m!i'ì<(i  il  [iii|>ii  '  !  i»!  in  111".  \X\  I"  Dis- 
corso (anonimo)  Milla  oi'ifint»  ile'  chierici  delia  Camera  Apos- 
tolica, X,\VN°  Sturili  ilei  conclave,  nel  quale  fu  eletto  papa 
Paolo  11°.  XXV1I1"  Discorso  soui-a  il  titolo  ili  (iran  duca  dato  dal 


-/Ti  MANOSCRITTI  ITALIANI 

papa  Pio  V"  al  duca  di  Firenze  Cosmo  de'  Medici.  XXIX"  Copia 
della  lattaia,  che  scrisse  il.  re  dì  Francia  Errico  IV  ailì  ves- 
riivi  del  regno  dopo  aver  ottenuta  V  assoluzione  da  Cle- 
mente Vili".  XXX'  Discorsa  sulle  meati  dC  elle  ,1  Re  a"  Inohillerra 
ìlenrieo  Vili .  XXXI'  lintnitlcratiimc  intorno  all'  ultima  scrittura  , 
die  fu  pubblicala  iu  materia  della  sede  puniscale  «calile. 
XWII 1  Discorsi* .  diviso  in  dm:  parti,  sopra  il  conclave,  ebe  fu 
fatto  per  la  morte  di  Pio  IV'.  XXXIII"  Dkhlaramw  Mìe  alio 
cose,  che  line  Jan  Krritc,  IV;  per  meri-  «ssWhn,-  le  quali  otto  cose 
sono  scrille  in  latino.  XWIY"  l.citctn  pastorale  di  Giovali 
l'Yancrsi  (i  irMmii  (li  \  i'iic  Ili- al  popoli.  ili-Ila  sua  ci  Ila  .  dio- 
cesi. XXXV'  Ccnsiilcnilcini  iiiUfrnn  alla  i.ivpt  trattata  et  conclusa 
ai  tempii  dì  Più  V",  eoa  un  l/rci-c  ■  tlcll/-  /titillili  ili  Sita  San- 

ila. XXXVI"  Relazione,  anonima ,  sul  governo  della  repubblica 
di  Genova.  XXXVII-  Nota  cronologica  di  tutti  li  lìc  di  Francia, 
i  quali  sono  stati  ammalati,  scacciati ,  o  privati  della  corona. 
Sion  giunge  la  Nota  che  fino  ad  Errico  HI".  XXXV 1116  Discorso 
filili)  orila  Hill'  \.  caiil.'  (li  papa  Giulio  III"  -opra  la  orca;. ioni' 
del  nuovo  papa.  Non  lia  nome  di  auloio.  \\_\]X"  Gyiin  di  una 
lettera  scrilta  il  di  a  di  gcunaro  logli  dal  Ile  ili  l'Vancia  al 
cardinale  Gondi.  XI."  Sul  mi.i.v  Ji  jireijan-  Dit,  ti  fine  che  cuticola 
un  Pontefice  Santo.  XU"  Lettcradd  re  di  Francia  (Errico  IV), 
scritta  il  di  no  settembre  i  595 ,  a  Monsignor  di  J'erot, ,  nella 
quale  si  rallegra  per  l'avviso  datogli  come  il  papa  Cle- 
mente Vili"  abliia  l'animo  risoluto  di  assolverlo.  XLII"  ed  ul- 
timo. Scrittura  di  Camllu  Capilup/i  sullo  Strulaitet,„m  di  àtrio  IX" 
lic  ili  Vrnl'.cin  icntiv  tjasparo  /Il  l'.liliijny  ci  sn)ait::i  t/aiii/ntli .  Ili- 
Mli  ili  Dm,  mot  .  il  tifila  t'Àristinaissiimi  Ijitnitu.  Vede  senza  più 
il  lelraiv  .li  'pianta  impoi'lf  n/a  sin  ii  prcsenle  rodiei'.  desìi 
scritti  del  quale,  cccelluatiue  due  o  tre,  non  serbasi  altra 
copia  nella  lìiblioieca. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE. 


77? 


A.   2.    I»»,..  UBII.LÉF.) 

(irli.  Discorso  su  In  ipiislioui'  si'  si  può  e  i;o!ivcnj!a  ricevere 
nel  sono  della  Chiesa  il  He  Enrico  IV". 


1]  titolo  i>  i'.lr^oiii i>nl(i  rie!  |nraenli'  r.mlir.e  è  come  segue  : 
Diiiniw  fiin  el  tnlluliiii  stilila  i  iiiji  tili.i.'im:  nei/ntio  di  Frantili, 
tiralo  mi  uml"  ili  (((([■jd'.uic  itiilaslit-ii .  il  ili.-yosl.ii  in  tini-  quesiti  el 
due  toiirtwinni  ;  primi'  se  si  pub;  l'altro  se  è  amreniente  ili  nceiere 
al  j [Trarli  ili  Stillili  C.liieMi  il  III-  II, 'm  in.  lÌHthi/mi..  Ouraki  discorro 
è  precedili"  da  una  lellera  dala  ili  \  finr>7.ia  a'  in  inabili  i  ììij-j. 
intitolala  cosi  :  ,1/  Serenissimo  fVma/«-  H  lìttelteittissimo  Senato 
tenuto.  Fra  tlimiannt  Dominio)  Favonio  de'  Serajjim  Areiteseoto  di 

Sjiilttlt.i.  stilili!-  .7  j.tl-p.lilil  ullist'l-flliuil,:.  1 .11  I  Ila  Ile  li™.a  dello  piT- 

lin..  re.  it..  in  Ilo  (|iics!o  ni  i!ii!il(  r  il  rietine  cSiCr  il  l'i 'ili  ci  -  sir 
noti  l'autografo,  cerio  l'autentico  clic  il  de'  .Seraflini  oliera'  al 
«Pilato  veneto;  dal  quale  ò  ben  proballile  (poiché  il  discorso 
è  in  difesa  del  He  ),  clic  sin  sialo  t  ma  messo  ail  Enrico.  È  vera- 
mente curioso  e  piacevole  a  lecersi. 


77* 


MANOSCRITTI  ITALIANI 


«77 .  Registro  di  tutte  le  rendite,  "appari silenti  a  incardino 
Anguissola. 


Le  proprietà  limi  tulli  dell'  ilhiAre  italiana  l'amplia  Ad- 
^usciola  il  Angiussola  di  l'iaccnza,  c  prove  ni™  li  tutti  dn  Ber- 
nardo Angli  issai»,  furami  divisi  in  tri-  parli;  cioè  I'   f 

Ritardino  figliuoli!  ili  l'.-sn  Hcrnarda,  l'altra  a  L  a  n  celio  tic 
libinolo  pure  (li  lìerimrdo.  e  Li  te™  n  llcrnardiuo  [\ ipiilir 
de'  sopraddetti  Iralelli  l'iicardiiio  e  Lance!  In  «ti.  Queslo  codice 
contiene  appunto  il  registra  di  tutte  le  possessioni,  livelli, 
minile,  ec,  clic  appartenevano  a  Incardino.  Il  endice  è  cer- 
tamente t'autentico,  che  spettava  alla  funivia  di  lui.  Come 


rdine.  Anguilla  in  Vigono,  che 
od  .li,  elicli  duca  Ottavio  farnese 


19- di 


,  V  He  di  Spagna 
Utobre  i55G.  cura 
1  il  pupillo  l'in 


te  uun  là  tulio  il  endice..  Alcuni  d'essi  registri  siine 
ma  Li  più  parie  sono  in  lingua  italiana. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  yjS 


678.  Poema  in  lode  del  Pontefice  Leone  X". 

CarUEMi.in  V.  tsu  .Itl.  ri  luridi .  ili  pirinp  ini!,  seminivi", 


nimo,  che  Fu  scritto  nell'anno  lòia;  è  in' lode  de)  papa 
Leone  X"i  e  li]  compiuto  nell'anno  l5l3  dopo  l' elezione  al 
sommo  pontificato  di  osso  Leoni!  X".  Qneslo  poema,  cb'c  me- 
llito, non  ha  titolo  alcuno  ;  ma  li;  virtù  di  quel  papa,  e  piti 

l'i  DO  l'idi  (Ili'  all'  ,11  li  Oli'  In  dalli  di  :,lfiri,llr  ll.'l  Munir  di  Ci,  ■  Li 

nella  città  di  b'abbriano.  formano  l'argomento  di  luti'  i  canti 
ilei  |viema  medesimo.  Il  nome  dell' .autore  11011  risulta  d'alcun 
Inopi  del  codice,  ma  ([minto  inlln  sua  patria  poti'clihc  rirsu- 

an'vj  ili  quel  Monti',  ma  snprall.ullo  «'i  le  continue  lodi  ch'ei 
fa  della  città  medesima.  Legge»  in  sul  principio  del  volume 
la  copia  del  giudiao,  clic  1'  Ali.  Quadrio  diede  di  questo  poe- 
tico componimento,  e  oieuie  di  meglio  in  potrei  fare  clic 
trascriverlo,  e  |iorlo  i[ni  sotto  tirali  neelii  do'  miei  lettori.  .  11 

.  |int'illa  .{cosi  il  Quadrio)  ■  non  è  a  Dal  lo  si  1  piati,;  au/.i  ji  luo;>il 

•  a  luogo  ha  cosi'  mollo  spiritose  e  linone;  ina  si  il  copista  uno 

■  è  stato  troppo  buono;  perei  occhi"  a  inopi  .1  luogo  vi  ha  degli 

■  errori.  Quando  però  quegli  poema  l'ossi'  ridotto  nll'ortogralia 

■  moderna,  e  l'ossero  accomodali  i  versi  guasti,  sarebbe  compo- 

■  nimento  da  far  nelle  stampe  la  sua  comparsa,  per  que'  tempi 
«  che  fu  composto.  ■  Ecco  il  ^iudiiio  dei  Quadrio  pei*  ciò  che 


77<i  MANOSCRITTI  ITALIANI 

spetta  al  lucrili]  lellerarin  di  que.sl'  opera  .  cri  il  lellnre  dovrà 
Ivii  coiileiiìar-eiir.  I  ..i  a. la  cosa  pero  ili  io  ni'])  ])OJMi  menare 
|">'-i  Inniri.i  i  questo  iliie-lre  •fiilloir  r  coiu'ei  ponili  in  dub- 
bio so  quel)'  anno  in  cui  fu  « po.sto  il  presento  poema,  ciò 
è  a  dire  se  i  tempi  ili  Leone:  \"  lusserò.  L'onernlmentc  par- 
lando. Favorevoli  »  no  ahi'  .sciiuui'  ,  allo  lettere,  alle  arti.  Il 
codice,  ch'i  nella  sua  prima  Ii'u:ìIiii-h  originale,  è  adorno 
di  disegni  eseguili  . .  1 1  .e  riu'ila,  .Iella  diiiii'liMull-  ri:  llillr. 
la  pagina  ,  ed  allusivi  agli  argomenti,  che  particolarmente  si 
tra  Unno,  l'issi  miih>  conservatissimi  ;  ma  qiuiilo  all'  arte,  con- 
vicri  dire  il  veni,  non  hanno  meriti]  alcuno;  ed  ancorché  si 
vogliano  mi|i|hh  i  t  open-  di  un  impararne,  pur  som,  tali ,  clic 
e  pel  disegno  e  per  l'i  ove  mimi  e  elavauo  ben  poco  a  presagire 

A.  k  '.   Uphojbe  cmllée.  ) 
fi 7 ri.  Hela/iemi  lailr  alla  Hrpuhldica  V ern  ia  il'  éi Sci rn i  .suoi 
Ambasciatori. 


Cartaceo,  in  V  pianile .  .jrill.it  .■■isl,i.  di  |u^-inu  Bufi,  wcoto  \\iia. 


ambasciatori  nel  loro  ritorno  da  quelle  Corti,  alle  quali  erano 
slati  inviali.  Ma  poiché  di  tulle  le  relazioni,  che  nel  presente 
codici:  si  coinpiviiiloiiu  possedè  In  regia  Tlihlùjteca  alili:  cernir 
enr,  pili  li-  i  cirall.-i  i  .  ■■  <oo  i!ili^eil/.:i  in.iL'^-.niv  >::■'"■  ni  le  ,  niente 
quindi  più  occorre  aggi  ungere  intornei  a  queslo  volume;  sulla 
imililità  assoluta  del  quale  lo  non  saprei  tunie  non  confor- 
marmi all'  avviso  di:'  miei  lettori,  i  quali  perù  discreti  comi: 


□igiiized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  77; 
sono  vorranno  por  risovvenirsi ,  oh'  io  mi  proposi  di  dar  no- 
tizia llì  tUtl"  Ì  Cullici   italiani  C-sigilli  ili  ([lli'Stj  Ir-ia  ;ili]sli]ic;i 

Diblioleca. 


fiNo.  Discorsi,  l.elleri',  lìela/ioui  ni  altri  scrini  di  autori, 
di  argomenli,  c  di  tempi  diversi. 

(.diesili  cuilicc,  di'ti  sema  legatura  iilcunn,  si  corni'  l'auli'- 
rcdciiic  si  mulilo  mini"  670.  appartenne  un  tempo  ad  una 
liihliotcc.a  assai  rinomala,  e  contieni'  li'  seguenti  operette, 
molte  di  numero ,  e  non  pociie  di  pregio.  1°  Relationc  iti  Re  de- 
riamimi  alla  Repnllliea  d,  Vat-lm,  del  doriamo  et  Mostnuimo 
Michele  Soriano  dmltaeìaton  Veneto,  Limalo  da  Sua  Maestà.  In 
fine  della  relazione  leggesi  cosi  :  Riferita  in  Senato  a  11.  di 
Moire  i557.  et  I'  Amtitiseiat.tr  IMt:  la  catena  di  tutti  li  voti,  ila 
quattro  in  fiton.  11°  Altra  relazione  dello  stesso  Surìano  ritornato 
ambasciatore  dal  vi'  ili  Spagna.  Ili"  .Mi iu  sulla  corte  ili  Spa- 
gna, della  quale  non  v'ha  il  nome  dell'  autore,  e  Fu  traila, 
come  ivi  si  legge,  da  un  codice  della  biblioteca  Estense. 
IV  Altra  sulla  corte  di  [Soma,  fatta  al  Senato  veneto  a'  aa  di 
novelli bre  1  (ia.ì ,  e  di  questa  pin  i:  lacesi  11  1 10:11  r  ilei V  ambas- 
ciatore, ma  per  le  date  qui  riferite  potrà,  voi  e  ut  I  osi .  facil- 
mente venirsene  in  cognizione.  V°  Lettera  del  Cardinale  di 
l'aonit  He  di  /'Vnii'.iu  .-'(■.,■■  f.-r  ti  fienntia  dr  Veneziani  intorno  ai 
Gesuiti.  Ha  la  data  di  Roma  de'  5  aprile  LG07.  VI*  Vita  del 
CariHruik  /'"/■''.  Non  v'ba  nome  di  autore,  e  incomincia  cosi  : 
.A  mia  sa  li  sia  li  on  e  era  rictiiesla  ili  molli  ebe  inslanza  me 


Olgiiizsd  by  Google 


77S  MANOSCRITTI  ITALIANI 

«  n'hanno  falla,  propongomi  di  scrivere  la  vita,  t  ce.  VII*  Ui'j- 
liosla  .t nssmaliviii  dil  Conte  Cai'mi  su  la  Protesta  del  sig.  Mar- 
i  Inviti  Laraiidinu  Amliaseiaterc  straordinaria  del  He  Ckristianiaima 
oppressa  il  austro  Simln  Pillili-  Piij  il  Tniimeiizo  f,V.  Vili"  Srritlnrn 
presentata  dalli  Signori  Ambasciatori  al  Sari»  Coìla/mit  di  i  i>.  Feb- 
braio 1675.  mluruii  itili-  <>fi .(.:,  f((  ihijinrie  ad  issi  [ulte  ilal  Cardinali: 
Altieri.  IX°  Risposili  alia  icrittara  fatta  da  ihni  Zelanti  rei  persuader! 
al  Papa,  clic  nmi  putii  tenia  lymn  perento  e  perdita  di  ri  pillatimi, 
roncedere  le  ll.dle  itili  miiniiuiti  'ini  Ile  ili  l'rtwiit  alle  Chiese  ea- 
■  \Kti ,  sì  primo  non  n'eìisce  la  ltfan.Ho.  nimic  si  asarpa  il  Re  in 
dette  Chiesi  contro  la  Costitatione  del  Concilio  II:  di  Lione.  X"  Una 
lunga  satira  cernirci  iì  c-ai-ilinuli;  ili  lìidi.iLieu  .  elio  ha  per  titolo: 
L'Ambasciatore  Chimerico  del  sigma  Cardinale  di  /iiWwfotri.  XP  Co- 
pia (li  Una  lettera  «  ritta  ài  Ilenia  dal  sajtioe  V.  .,V.  ad  nn  suo 
amica  in  Framfort  circa  lartcttioar  òdi  Imperniare  dell'  anno  1677. 
XII°  Copia  della  lettera  scritta  dal  Ite  (  che  fu  Luigi  XIV"]  all' 
I-Ite.  lientis'  sinnor  Marchese  di  S'  Cianumi  suo  Ambasciatare  straor- 
dinario in  Rama,  irritili  in  Foiilitttiehleaa  a  ili  M  ottobir  ìli.li. 
XIII"  Altra  copiti  della  Lettera  scritta  dal  signor  Marchete  di 
St-Ciamont  Ambasciatore  art/ordinaria  dei  Re  Cristianissimo  in 
Rama  off  /immelmi*  Cardinale  Antonie  Barberino.  XIV*  Dis- 
corso politica  scritta  e  indirittti  al  Re  di  Spagna  da  Diego 
ili  Lanka.  Ha  la  data  di  Roma  de'  tj  di  agosto  dell 
anno  :G.Ì7  ;  ed  è  seguitalo  d'altro  discorso  politico,' anonimo , 
e.  indiritto  all'  ambasciatore  ili  Spagna  in  Roma.  XV?  Copia 
di  una  Lettera  dell'Abate  P.  A.  Paolo  di  Cosenza  al  Principe  di 
lìissignana.  XVI'  Marnile  snpplicatione  al  Sommo  Pontefice  circa  il 
rinvia  di  i.-vurrdre       Itiri.liei  ulto  Sant'i  Fedi:  CoUnltea.  Vili  Ila 

data ,  nè  sottoscrizione  alcuna  ,  ina  certo  fu  scritta  nel  secolo 
acstodecimo.  XVII' Memori*  e  lettere  del  signor  ìltimcuìhStntm 
negli  anni  i55ó  e  ]555.  È  una  ben  copiosa  0  ragguardevole 


Oigitized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE.  779 
volizione  (li  tali  memorie,  le  quali,  come  leggesi  sul  prin- 
cipio, sono  state  tratte  ex  Archiviti  BiUioiheùac  Estensis. 
XV III1  InstniUeynt.  :•  Miiì;ùi}i\v:c  i\r.n\ii  .  Jii./i.'wi  u'i  Ik-tu  tuiliiia!» 
dn  iS'nslm  Sii/tim  Xanziti  Strm:riliiinriii  ,»"«  M'iesiil  r/f/f"  Impern- 
iare Fenlinandi}  Secondo;  la  quale  instruiionc  è  data  di  Roma 
a'  i  3  di  gennaio  dell'  un  ini  ili  li  :>..  XIV  Mrnioi-i.;  ini  urini  all'- 
jiiiixi^iilivi'  ili'lla  Ca.vi  Colonna,  lue.  11 1 1  iiici^J  il  il  tj-j;  dall' anno 
tifla ,  e  .proseguendosi  fiuo  all'  anno  i684  i  nel  qual  anno  il 
principe  Alessandro  Colonna  fu  mandato  ambasciatore  in 
Francia  per  la  nirti;  Romana.  XX'  iTi-riniuii-o  i'emnì  per  1.11,- 
truttiane  d'ini  nltiimi  l'rinàpe  ,  suprn  /(  ; .  firimi  libri  dì  Cornelia 
Tacito.  Opera  politica  distinta  in  f  «altro  litri  dell'  Abate  Orafi 
Uliectuno,  Trufo-y,  J.i/.ir  reni  «inai  Principe  HinMj  '.'im.'ii.vn'c  n"  lùie. 
Nini  «  che  il  lihi-.i  priimi,  e  ir:  duplice  impin.  Trascrivo  le 
pinne  lineo  di  queste,  che  putremmo  ehianij re  C-i--<!ti:r.:i;tcm 
sapra m  i  hliri  ili  l'.i'rurlii:  'l'ucil-..  ì ,  «pera  ÌTii'imiiriria  rosi  ;  ■  I.D 
«m  i  ìm  iv  ili  principi  è  il  più  pericoloso  ardimento,  cb e  possa 
■  occupare  gli  sforzi  ili  una  penna.  Pochi  san  ciò  far  bene;  e 

•  molli  hall  ciò  per  male.  I.o  scriver  ili  loro  per  lodargli,  è 
.  adulatone;  per  insegnargli,  e  vanità;  per  correggergli,  è 

•  superbia.  Chi  scrive  ha  l' ulililigo  ili  dire  la  verità,  ma  non 
ha  In  licenza  ;  e  se  pur  se  la  arroga,  è  temerario;  e  se  latras- 

•  cura,  è  bugiardo,  »  ce.  ce.  forse  non  offresi  in  questo  scritto 
uno  de'  più  belli  esempj  dì  purità  della  nostra  Tavella,  ma 
sembrami  pulcr  affermare  ,  clic  quanto  alla  .-.o stanza  delie  cose 
che  vi  si  trattano,  ed  al  modo  con  cui  si  trattano,  l'Oraffi  ne 
sapesse  assai  bene  del  fatto  suo.  XXI  Discorso  sopra  il  rego- 
la me  ni»,  clic  deve  introdursi  sul  nepotismo  dei  papi.  XXII"  Me- 
moria sul  trattato  che  si  fece  in  Inghilterra  contro  la  regina 
Elisabetta.  KNIII"  Copia  di  una  lettera  scritta  'lai  Papa  Alessan- 
dro FU'  al  Re  di  Francia  (Luigi  XIV")  a'  17.  di  Gennaio  nell' 


IT  AL.  DELL/ 


IT.  DEL  UE. 


nome  di  Sua  Maestà  Cattolica,  dato  di  licjgto  lì  2  7.  Febbraio  ,  649. 
XXV  Copia  «Idi.  .Solenne  riatta:»**  f«Ua  ila  Fitloriv  Ava- 
ile-  II;  Duca  di  Sau.ja  e  Principe  di  Plenum,:  de  min  editti  pub- 
blicali li  3i.  Gennaro  e  9.  di  Aprili  Tanno  1G8G.,  /lei-  reiterale 
istilli:!-  ili  l'typulriiza  Slniìiirra.  nini™  r  jin.j'  fujditi  di  Lucermi, 
San  Martino,  e  luoghi  adiacenti.  XX\  i"  ed  ultimo.  È  uno  scritto 
co»  questo  titillo:  L'.t/mliyista  rvnftiiato;  ossia  risposta  alle  calan- 
uti- ili  1111  difin suri  tirila  ijiitirn  l'innity:  aiiilrr.  la  mi-sm  r  ijiiistizin 
delle  armi  G-sam.  Nulla  io  dirò  sulla  imporlama  ili  ]  presento 
radice;  ma  a  euiiliirtn  ili  ilii  ptr  avvcritin-ii  volt-se  giovarsi 
r!' .tlciuia  delie  upenilte,  ilie  in  essu  si  (.■onteiigiiiiii,  si  sappia, 
die  la  serilltira  è  In  tutte  nitidissima  ,  ed  a  li  a  stanai!  corretta. 


OigiiizM  By  Google 


SOLO  MANOSCRITTO  ITALIANO 

CHE  HA  LA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA, 

GOL  DENOMBMTIVO 

SAINT-MAGLOIRE. 


.  Genealogia  delle  principali  famiglie  nobili 
dell'Europa. 


Questo  rai^guaidevolc  codim  contiene  la  etnologia  r.lt-Hi.- 
principali  famiglie  nobili  o  per  antichità  di  origine,  o  per 
gloria  di  azioni ,  o  per  parentele  illustri ,  di  tutta  l'Europa.  Le 
genealogie  cominciano  insù  la  metà  del  secolo  xv',  c  giungono 

nuche  un  po' primii ,  ina  non  ol  impastami  il  siipiaddetto  ter- 
mino nel  lor  iinirc.  Il  lavorìi  In  fallo  curi  luridissime  poi  Irei  - 
tudini.  Chi  sia  stato  l'autor»,  o  più  veramente  gli  autori  (poi- 
che  moke  tic  tono  le  piTirii::;  di  rji.i(.'ii;j  immenso  travaglio  ,  ciò 
non  risulla  in  alcun  lungo  ilei  rullici:.  Ma  (piando  io  penso 
alla  multipliciti  e  dirci  qnasi  diluirla  di  cure,  e  di  pensieri, 
i:  di  (atiiilii: ,  che  per  ,i:iiii  molli  ,idi)|iei  ù  e  sta  adoperando  l'e- 
ruditissimo nostro  conte  Lilla  di  Milano  per  In  sua  beli'  opera 


78j  MANOSI] R.  ITAL.  DELLA  B1BLIOT.  DEL  BE. 
della  ^l'ii'.-ilo^'iii  delle  -.ni.'  o.ilùli  i'd  illn.j:ri  f.mnjdie  italiano. 
Mimi  convinto  o-;t;ic  iiii|iu:,sibik.  clic  un  sol  uomo  giunger 
]io tesso  il  tallio  ili  compire  mi  lavoro  lale  ijualc  hhii|iiith1i:-ì 
iii  i ^ in-:- Li>  codn '■.  Lasciando  in  dunque  di  \r-.r  locuzione  di ■' ir- 
li.ibi  li  cil  illii.-.!  ri  le migri  in  -|..i!:r.i!,.|i'.  moscia ite  ,  Ir.incfiSl  ,  .llc- 
iininne .  liaiuiiiiuglic,  oc,  mi  collimerò  a  ihu  Millanto  i  nomi 
ili  (|iielln  tiiuiijilio  ii;iliaiK.  delta  quelli  trovasi  qui  In  jjuutiii- 
logia.  Rsso  Munì  li'  scj/neuti.  (^iiHiiilojjiu  delle  famiglie.,  Gri- 
ma  Irla.  Calvilla,  (.(in/a^ii .  diijli  Di. si  ni,  ,\  un  idolo  .  di  Capila, 
di'  Caraccioii  lìossi .  ile'  Miiry.au  i  ,  Sanse  verino ,  d'Aquino, 
Ciisligliimi,  Scaìi^iri ,  delln  lìovorc,  e  Bevilacqua.  L'erudito 
lettore  ni  ancili-  snhitu,  che  in  quoto  iiiniii'i'o  min  sono  tom- 
|il'i',.'  lutti'  le  rie ilnl  1  od  illii-ll  i  liu:ÌL;'io  il'Ilalia,  i:  e.lie  unii  non 
|>ocli(i  ne  mancali  (i  di  lini  illustri,  si  comi1  de'  Modici  di  Tos- 
ai un  ,  ile'  l'a[>plÌLm  di  l'adova  ,  do  Tt'iviil/.ti  ili  Milano,  ec.  ce, 
ma  (ialini  citi  non  tolga  il  inerii"  in!  il  pii'^iu  intniisico  del 
indici'  presente,  qualora  ci  risoweiijjliianm  di' ci  contiene  le 
-onciilo^ii-  di  un  ^ran  numero  (lolle  nubili  |aioci|uli  Luui^lio 
di  tutto  l'Europi. 


DigiitzM  by  Google 


MANOSCRITTI  ITALIANI 

DELLA  REGIA  PUBBLICA  BIBLIOTECA, 

I  ODALI  tl.VW)  IL  DENOMINATIVO 
FONDO  DI  RISERVA. 


682.  Il  Canzoniere  di  Francesco  Petrarca]  giuntevi  altre 
operette  di  autori  diversi. 


11  titolo,  che  in  lettere  il  oro  sin  impresso  sui  dorso  del  prc- 
sirnli'  <:odic^  è  :  l 'rlraraì  il  ì',.<ii;mi>.  r<!  tiìln  './/.i:.t..U  ;i:  n'e  appunto 
questo  il  contenuto.  Quant'  è  al  canzoniere ,  diciamo  dapprima 
del  pregio  suo  intrin&ico  concernente  la  lezione;  poi  della  ma- 
teriale sua  scrittura;  ed  in  fine  de'  suoi  ornamenti.  Ciré»  la 
lezione;  per  alcuni  de' possi  che  ho  esaminati,  la  cui  lezione 
cesi  ne  vecchi  manoscritti,  come  neiie  edizioni  clie  successi- 
vamente si  fecero,  è  d'ordinario  guasta  □  alterata,  posso  in 
buona  fede  accertare  il  lettore»  che  il  codice  è  di  molto  me- 
rito, e  che  questa  copia  e  stata  tratto  se  non  immediata- 
mente dallo  scritto  autografo,  certo  da  .buon  esemplare  tolto 
da  autografo.  Circa  alla  materiale  sua  scrittura;  essa  non  pud 


7Hd  MANOSCRITTI  ITALIANI 

de-irdi'r.irsi  in;  pli'i  dili^cnio.  ni!  l'i"  niliih  ria!  [inruipioal  line. 
D,i  uliimo  qtiant'  r  .tuj.1i  ornamenti  ;  essi  [iure  si  meritano  molla 
■  inde.  Le  pergamcnf  sono  tulle  liollr.  ranilide,  e  lieti  conser- 
vate. Vliasul  |iiiiicipio  uno  stemma  in  miniatura  fmìssiiua  ad 
oro  c  colori,  elio  ragionevolmente  può  riferirsi  al  possessore 

liei  tl.il  1 1 >  .  1.(1  veri   [me! a  Ili-I  Llir-lo  imi'  aquila  Mirinoli Idia  rlil 

una  corona,  eri  .'il  di  solici  no  Meme  in  piedi ,  e  ne  piccolo  stelle 
in  un  campo  azzurro  stillo  di  Ini.  Nulla  io  dirò  nò  d'una  leste 

di  dieci  pagine ,  nelle  (piali  sono  dipìnti  de'  ragli  ^uccelli  di 

servamele  più  facilmente,  o  per  adornare  vicmaggiorrocote  il 
codio.'.  Binisi  nuli  rlelilm  Incero  d'unii  elojranie  e  Inni  eliminila 
miniatura  mi  oro  e  colori,  eli' è  in  sul  principio  della  s-.Tonrì,-, 
parie  ilei  Canzoniere ,  e  ile  graziosi  lavori  ili  [lenna,  da' quali 
pressoeiiè  tiitl"  i  eonipoiiiiin'iil i  [irendui;.!  rtirniucianienlo.  In 
somma  è  uno  de'  più  ragguardevoli  codici  de)  canzoniere  del 
Petrarca  posseduti  dalla  i-e^ia  llililioteca.  —  Quant'é  poi  agli 
opuscoli,  de'  quali  si  parla  nel  titolo ,  ossi  puro  meritano  molta 
eiinsiilera/inne,  perolii'  quasi  lui  li  di  nuluri  nn.slri  classici  edili 
0  inediti ,  0  con  simuli  dlliiieiu.a  e  correliime  Ir.msr.ritti.  Si  da 
[ni  nei  pio  il  e:-si  npiisoi.li  r  imi  la  ben  nulli  l-.pist-.ir.t  iti  ii,".--.<,-vm  (",,'- 
ninni  Bui™,  i  i  fi  .'il  '■.'.'(  r-  l'ihn  ili-  /Imi.',  e  creilo  clic  il  valoiilissiino 
fiat  n  l'in  consulti  rehlie  ben  \  olenlic.ri  aneli  e  ir.ieslo-  sciiiu,.  |n,|l 

a  parer  mio,  degnissimo  ili  lode;  all.ro  snncLki  ilello  slos.so  au- 
tore iniiiri/zalo  al  ci  idi  nule  l.iessai'inno  ;  una  ti  - 1  t.-j ni  Ti 'oii  oro 
ilo  Preti  a  Sigismondo  Malatcsli  ;  allra  ad  una  donzella  di  jrn- 
•jtiUtri-  r rifui-.  ,   alleo  e  molti-  l'ispcinsive  di   essa  damigella  al 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  ,85 
Marescotto;  altra,  e  ili  ben  elegante  dettatola,  mandala  ad  un 

itMijnijkv  iJ  jtr:':,l.iilili-  •lujHi-n  ((.■/uiym-v  ./«  min  s!w  b.yf-.nh-i  iim.j- 
«■■sfi  njì/ui^'ii  i  ri  énla  'hi  ijr.hsin  m-crckia :  ed  È  seguitalii  dalla 
risposta  del  aiviilii'ii'  uti'Tili!  meno  pii;n-.evr>lf  ,i  lciryi"i-sì  ;  altra 
diO'illerina  Ma  L'i  ■.=.<■(  ili  i  .ni  I-,  il  Mi  M.iljli.-sti;  r  i|Ui'sta  è  data  ili 
ISclogn.'i  :.{  iio  giugno  1 4  ó  J  ;  ni  in  fini-  alcuni  uni  cui  del  sci- 

|  ìi-ntli  I  ri  dì  Ui  rr.j,  >l  lo  i  r:rl  il1;  Iti  :i       i  ;!!<;:  iMmt-ì.  l'"ii>  |>iÌio,l 

deli'  dinne  [jae.ii:c  ili1]  rollici',  in  lir.e  il.  un  soneUe-  in  lede  di 
un  (linvaiini  llritli  celrWe  canlaliuv .  Ii'gp'si  a  rarattcri  n»i 
i-  ina  indoli  :  fWf.yr-irius  Zt:tnl,!t)l\!ti\iì.  l'in)  ereilersì  i.lie 
ifissi.:  quello  il  propri  da  rio  del  codice;  :ua  il  lepore,  volendolo, 
potrà  accertarsene  per  quello  stemma,  clic  s'è  descritto  di 

683.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Àìlighierì. 


La  Divina  Commedia  di  Dante  Àltighieri  è  compresa  in 
questo  liiil  endice,  l'issa  è  .'prilla  n  dui'  mimine  in  ciascheduna 
panini!.  Menile  li)-o v in-.: i li-.":  antiotarion:  o  dicli:aiM/.ÌLmL  in  lin- 
gua latini»  Iugulisi  "<"'  niaienù  delle  l'acre  d"  intorno  al  testo, 
ed  alcune  pili'  dilijeeiilenieiile  Mino  stale  iiilnidotte  fra  ima 
linea  e  l'altra  dal  testo  medesimo.  Mon  risulta  d'alcun  luogo 
chi  ne  sia  stalo  l'autore,  nè  io  saprei  a  chi  poter  attribuirle. 
Densi  non  dubito  di  asserire ,  eli' esse  sono  assai  giudiciosc  e 
piene  di  succo.  Circa  alla  lezione  mi  pare  sia  un  codice  da 
tenersi  in  qualche  pregio,  non  solo  per  ciò  c!ie  concerne  la 
materialità  della  scrittura,  l'ortografia,  e  specialmente  la  gram- 
matica (perciocché  l'amanuense  n'era  bene  instruUo),  ma 


;B6  MANOSCRITTI  ITALIANI 
tiziaiiilio,  tfcneralmunte  parlando,  In  verità  e  l'interini  ili 
ijiirHc  lcr.ioTii ,  chi'  ci  lasciò  scrii  le  il  poeta.  Dico,  genera  l- 
iimnic  parlando,  poiché  le  due  famose  terzine  del  canto  min" 
dell'  inferno,  eh'  io  nel  descrivere  il  codi™  (lolla  slessa  Divina 
Commedia  segnato  num*  i  mi  proposi  di  dar  a'  miei  lettori 
j«T  «ìngiii  drilli  Ji'iionc  di  ci.isdiediiii  codice  contenente  l'o- 
pera medesima  ,  nel  presente  leggonsi  come  segue  : 
.  . .   .  .ond  i  mi  diedi 

Evi  ( 1 1 1 ■_■  ili  li  diijm.ii  |'OÌ  •III1  tur-  mniri 
Pogcia  più  chef  dolor  polpi  digiuno 
Qoaado  ebbe  (lido  do  colli  ocelli  torli 

|lÌ|IE<'y;j  ll  >i  |:  ,[>  ]|HS,'J'l  i - 1 >  di'llli 

Che  lui'  a  [osso  come  duri  un  forti. 

Non  v'ha  argomento  o  proemio  olcuuo,  che  preceda  le  Ire 
parti  della  Coinioi'ilin  ,  ni'  .ilcinm  pur  ne  hanno  i  capitoli  di 
n,i:irlnxliin,i  dVfsr  |i.:"ìi  ;  ed  m  fino  dell"  ullirii.i  .  cidi-  il:  I  l':i- 
indi-u,  li'jjjji'si  .soltanto  elisi  :  i'j-pì'u-il  Gvm-ìlin  ììnntis.  Huijlìtrii 
Fkraitiai.  Dopo  di  che  segue  il — Dimvstrameato  Mie.  ehenudla 
di  Duate fatto  per  Iacopo  ino  fyliuob ,  cioè  a  dire  il  ben  noto  ca- 
pitolo che  leggiamo  in  altri  coitici  ed  in  molte  edisioni,  il 

con  questo  capitolo  termina  il  l'.o'rìirc,  dir  m'cu raiurnte  appar- 
tiene al  secolo  x(v',  come  dichiarai  da  principio. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  787 


5.    (FOSDS  DE  SE5EHVE.  ) 

G84.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Aliigliieri. 

'.I^i'.rima'..  1:1  icpH..  cnLid."  .  i.ii-^i-^-  di  pagine  4So. 

secolo  in*,  mal  conservato. 

Comprendesi  pur  in  questo  codice  ia  Divina  Commedia  di 
Dante  Allighieri,  ma  i  difettosa  della  seconda  cantica,  cioè  del 
Purgatorio.  Il  testo  vi  è  disposto  in  una  colonna  nel  bel  mczio 
dello  pagina,  i  cui  margini  sono  furai  zeppi  di  conienti  in 
Lllinn.  ile  quali  diremn  I.J-.1  pnen.  Preenle  il  lesto  un  Lreve 
proemio  pur  in  latino;  ed  in  fine  della  seconda  colemia .  rti'ó 
l'ultima  di  questo  proemio,  leggesi  il  nome  di  colili  che 
.-.triste  il  codice  per  le  sni;n.'iiti  primle  :  ../  •inihus  peni)  (chiu- 
dendo il  suo  dire  culle  pone  dell'  inferno]  Ectimi)  do  Pilis  qui 
Anne  /l'urani  stri/ut!  il-'fatdalm-  Dai  itiuiliu.  f'eiiìanas  ad  lilere 
atpoitiionem.  Ed  alla  pagina  ao8  in  line  del  comcnto  della 
1'  cantica  dell'  Inferno  si  conosce  altresì  il  tempo,  nel  quali" 
il  de  Pili  trascrisse  qui  la  Divina  Commedia  .  lefjgendovisi  le' 
linei'  clic  <i:gnonii  ;  Onerici;  l> l'.ren.im  ■■.OHtirv.ivw.  t{  ijinr'eifrii 
pini:  per  ilei  miserirtiiiimm  ikf'nuialnr  Iktinas  de  Pilli  •fui  hit 
i:-':pnl  di.-:  prilKÌtitt-.t:        J<(|  uiiììniint.  I:  siili"  «m'.'i.j;iw|e.iir;i.-! 

prima.  1  conienti  clic,  come  dissi  qui  poco  sopra,  attorniano 
il  testo  sono  quelli  ben  noti  di  [iiacopn  lìelln  Lana  lìtilojjuese 
libinolo  ti:  Filippi!  della  Leo;.  Li  icrissc  questi  coment!  in 
liihfjini  nostra  voi  gii  ni,  ma  liirono  poi  trasportali  io  Ialino  da 
Alberico  ili  Rosali' .  Tinsi:  rivo  euri  pia  eoi  e  le  parole,  che  com- 
provano tutto  questo,  non  essendo  facile  di  ri  neon  Ira  re  negli 
antichi  codici  di  Dante  riunite  tante  ]iarlieolari  notiiie  sì  come 
nel  presente.  Pielt'  ultima  pagina  per  tónto  leggesi  cosi  : 


,88  MANOSCRITTI  ITALIANI 

ti.  Cementimi  totias  huius  lomaiie  compositi!  quidam  Dominus  Ja- 

illills  ile  ili  /.rifili  lìitlionicillis   Liei  ll<iii!lls  <!■  rfffVrir.  .'i    t!lt"li"ltt>  ;  il 

fini  filins  fratrls  Phìlippi  de  la  Lana  Ordinis  Gaudenliam.  Et  feci! 
in  sermone,  rnbfiiri  Tnsn>.  1:1  wi  :it<ìil:tli:n  leih-iittiiin  stllllcrc  rome- 
iiiin:i  transitila  ile  ■ttlipiri  lasni  in  y  rimirili,  uni  lileraiiiln  /;'(,■"  .-/ mi- 
ntili il'  Rutiliti!  ptrrjumemis  et  si  ijnis  tir/celai  [urrt  renimi!  pere. 
Sul  priliripio  del  cnilii'il  >1  InyijfjMO  r  1  l i in  linivi  roiiipumim'llti 
poetici,  chi:  danni  >  in  coni  peni  liu  <r[i  ii  i^omi  ■!  ili  ili  liitte  tre  le 
cantiche  dell'  Aìhghicri,  ed  il  laro  autore  n'6  Giacopo  di  lui 
figliuolo,  che  li  mandò  a  Guido  Polenta  il  di  i"  del  mese  di 
aprile  dell'  anno  ììì  t ,  si  come  lodisi  ciliarmente  alla  pa- 
gina sesta...  Julius  fall  per  .(V,! ''min  jiìiin.i  D'ietis  !  i  p:i  ipsiliil 
missili  ad  magnificimi  e!  siipieiitem  niitilmi  Duin  'nnitii  Gaidonem  de 
l'ulema  unii',  niiìksiino  tre;e:it^sip:u  ii-jesinu-  serunA.  t'ie  piatte  mai- 
sis  Aprilis.  Uno  di  essi  componimeli  ti  i;  ijuirllu  ben  conosciuto, 
che  incomincia  :  0  voi  che  siete  dal  verace  lame,  ee.  Venendo  ora 
a  hi  quali-In-  fra  mia  sulla  Iojhuki  ile!  pvdsentn  «ulice;  per 
l'esame  die  in  vari!  lunghi  un  lui  l'alto,  mi  sembra  che  il  de 
l'ili  ali])!;;  attinto  a  buona  fonti!,  poiché  vi-  noti  può  ti  ira!  i'ss.crc 
i)  codice  da  consultarsi  in  tutte  quelle  Iciioni ,  che  danno  tut- 
tavia molto  a  pensare  il'  L'Iti  iati ,  pur  È  uno  de'  codici  più 
corretti,  che  della  Divina  Commedia  si  rincontrino,  libero 


la  più  parie  i  sodici  ti!  ossa  Diurna  Cun  mi/dia.  Trascrivo  le 
due  terrine,  nelle'  (piai!  avrà  11  k-tHuc  anelli'  no  salili  iliil' 
urloLiriil'iii  piirt!tiilai,.'ili'l  rio  l'ili,  u  di  ir  udì'  uiii;:.iiui.'ik..i'  di? 
survi  di  esempio  : 

<>i.i  min  a  hi::ji';uc'lii  ;-jrjpiu  iLiis.jiiuo 

f\l  filli!  d!  li  H : 1 1 ] n j 1 1Tb j  puoi  liii;  l'in  rilucili 

Punse  la  pi»  che!  dolor  puolol  digiuno. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  HE. 


Qusnd  ebbe  dello  ciò  ciion  gli  occhi  tuoni 

Ripresili  teschio  misero  co  demi 

Chi'  Iìloid  iil-tj.Kst!.  '.'Lioiiiu  limi  can  fiiorti- 

Pensoclic  al  nostro  valente  letterato  e  grande  ammiratore  dell' 
Allighimi  flig.  Filippo  Scolari  riosciruUic  'li  niello  gradimento 
l'esame  e  lo  studio  di  questo  codice. 


685.  La  Divina  Commedia  di  Dante:  Alighieri. 

6 empie» desi  jiur  in  questo  codice  la  Divina  Commedia  di 
Dante  Alligbicri.  Essa  è  come» tata  in  lingua  latina,  ni  i  lunghi 
e  ben  noiosi  tomenti,  din  slanno  idi'  intonili  del  Lolo  ne'  mar- 
gini, gli  ricoprono  tulli.  Condii  sili  mole  il  nome  del  loro 
autore;  che  quanto  a  ine,  non  ne  ho  né  il  tempo,  nè  la  vo- 
lontà. Circa  alla  integriti!  o  almeno  mediocre  honlà  della  le- 
zione,  nwi  ne  parliamo.  La  seconda  delle  dm?  telline  ,  die 
abbiamo  prese  per  '.aggio  o  indili»  del  maggiore  o  minor  me- 
rito de'  codici  Danteschi ,  leggesi  cosi ,  coinè  fedelmente 
trascrivo  ; 

Quanti  ebbe  detto  ciò  con  gli  occhi  torli 

Che1  foro  in  sino  ali  osso  chomc  dun  cham  forti. 

Per  quest'  ultimo  verso  può  giudicarsi  della  valentìa  dell' 
amanuense,  o  di  qua!  pregio  Tosse  quel  codice,  da  cui  egli 
trasse  questa  copia.  In  somma  non  possiamo  far  lode  che 


79„  MANOSCRITTI  ITALIANI 

delia  materiale  scrittura,  la  quale  è  veramente  mirabile  per 
!.:  Leila  sua  uniiuiiiiil.i  (Ini  primo  sino  rill"  ultimo  verso  della 
commedia.  In  line  del  rodi"'  leggonsi  le  seguenti  parole  : 
Ezjtlici!  tenia  pars  cimialìe  Dttntìs  Ahjhrii  Ae  Fhimcia.  4d  laa- 
tlan  mutiipntmtis  Ih  i  l'ali  a  ,1  F'ìiìn  iv.uiuu,  Sani  ti  Amen 


686.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Ailighìeri. 


Altro  codice  che  contiene  la  Divina  Commedia  di  Dante 
Allighieri.  Il  testo  vi  è  scritto  in  due  colonne .  a'  margini  delle 
quali,  e  spesso  pure  tra  l  una  e  l'altra  linea  del  testo  m*le- 

htt'iee  S'jpr.l  UH  Iiì 'Ti 'le  M  lidio,  riconobbi  o.--oie  .  cui  potili! 
differenze,  quello  stesse,  elio  legniamo  nel  codice  segnato 
iiurn"  701.  Ma  dove  in  quello,  mrne  udiremo,  mancano  al 
ttitlo  nella  parte  tona  della  Commedia  eioè  del  Paradiso,  nel 
presente  ci  sono,  ami  sono  assai  più  lunghe  dell'  altre  nelle 
prime  due  cantiche  ;  dal  clie  puii  di  leggeri  dedursi,  che  i 
contenti  od  annotazioni  fntic  al  testo  del  l'a-adiso  in  questo 

11, dice  -ii  no  il' il  111'  Ini'e.  VI  l  i  1  pm  le  ^'Titolila  converrà  IUIU 

meco  facilmente  ^11  sLinliu.si  lettori  lii'ijnoseendo  la  diversità 
delio  stili:  e  liei  irjji.-L.-L-i.Hc  l,iti:iu  tra  queste  annotano:)!  ;l 
Paradiso,  e  l'altre  al  Purgatorio  e  all'Inferno.  Innanzi  ch'en- 
triamo a  dire  del  inorilo  dei  p-cinite  codice  quanto  alla  sua 
leiione,  non  so  nniane.rnii  dal  trascrivere  il  titolo  dell'  ultima 
cantica  (lei  f'itr.nliso.  die  le^c.-i  cosi  :  Cùmaaiti  il  prilli;  canto 
■ii  I  l'apatisti  tk  'e  lee -vi  ceimmi  i  I  Ialiti-  -tìl-.-fliir-'i .  ,/tu  1  Ifj.ij,  ec; 


Digilized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE:  ;ul 
ed  è  questa  la  seconda  -volta,  che,  fra  i  molti  codici  di  Dante 
ch'ebbi  sotto  degli  occhi,  ho  veduta  divisa  in  tre  commedie  la 
Divina  Commedia.  Del  resto  quanto  alla  lezione  tiou  può  ve- 
ramente il  letture  esserne  satisfatto,  nini  dovrà  fam  \r.  mara- 
viglie riconoscendola  in  alcuni  luoghi  uon  pur  guasta  per 
imperiiia  o  negligenza  dell'  amanuense,  ma  quasi  sarei  per 
dire  maliziosamente  alterata  e.  travisata.  Le  uustre  dui;  leiv.iui! 
del  canto  ISXill"  dell'  Inferno  ne  siano  la  prova,  i.n  sola  prima 
ci  può  bastare,  e  leggesi  cosi  : 

Edua  di  lichiamai  p0  che  fu,  morti 
Poi  che  più  che  lor  potei  digiuno. 

In  quest'  ultimo  verso  si  vede  che  il  dottore  che  lo  ridusse  a 
quella  lezione  intendeva  che  Dante  volesse  dire  cosi  ;  ynan- 
tun/i/e fissero  giovani,  esani,  e  rokasli,  ciò  non  «stante  la  man- 
canza del  din  tolse  loro  le  fune,  r  ilunUim  al  [tue  soccombere.  DÌ 
corali  correzioni  ne  troviamo  parecchie,  c  quindi  non  aggiungo 

6.    (  FONDS  DE  néSBRYE.  ) 

687.  Trattato  della  origine  e  discendenza  delia  casa 
de'  Medici. 

Cartaceo,  in  foglia,  caratteri  conivi,  di  pagine  fino,  secolo  irr. 

L'argomento,  di  che  sì  tratta  in  lutto  questo  codice,  é  : 
Orione  ci  daecttdetaa  della  Reale  Casa  de'  Medici;  il  quale  titolo 
sta  rinchiuso  in  un  grazioso  lavoro  di  penna.  L'opera  è  pre- 
ceduta da  un  Indice  di  talli  i  discendenti  della  casa  de'  Malici, 
dove  l'ultimo  e  Giovanni  di  Cosimo  I'gVan  duca  di  Firenze. 


7()*  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Medici,  e  non  essendo  in  questo  indicato  il  nome  dell' autore 

inni  sa  pivi  ■  diin'.  rinvi-nirln  ni''  inni  e;  li  ibli  oprali  ,  :lc'  (piali 
però  zi'"1  esaminai  udii  pochi.  Con  sapendo  quindi  se  sia  stalo 
pubblicato  ii  no,  ne  trasr rivirò  a  lume  de'  lellori  le  prime,  e 
l' ultime  linee.  Esso  incomincia  cosi  :  "  Se  anliiliil.i  dì  origine , 
.  se  eccellenza  di  uomini,  ir-  per  1  inibii  tempo  cui  itimi  ila  domi- 
li in  r  mi-.i  ri- li        ri  inijii'cu  pori. i  cu  (il  li:  fa  mi        (  iii.ircic/ii  ,  .- 

■  risuartU'vuli  sopra  li'  altri!  In  rnoilono  ,  la  famiglia  ile'  Medici 
.  per  tutti  questi  rispetti,  e  per  l'altci;.a  (Scilo  piò  sublimi  di- 
r  unii  a,  die  in  lei  [i-jplf.iulimo,  è  chiaiissbua  ,  ed  è  una  delle 

■  principali,  die  li  avesse  mai,  (i  elio  liahliia  al  preseule  la.tiris- 
liiiuili'i.  I  Ialino  per  ciò  ceco  u  lei  oiiu  pochi,  clic,  ., oc.  li  termina 

•  rolli»  scendili  panile  :  «  ii  con  ipiesto  porremo  line  al  prc- 
■.  sente  Traila  lo  havemlo  descritto  quarto  ■:•  è  potuto  da  me 
.  trovare  della  origine  e  descendcnia  della  casa  de  Medici .  e 

■  delle  vite  de'  Principi  e  Principesse  di  Toscana. .  In  fine  e  un 
acrur.ilis.'-irao  Albero  j.'enealoL;iro  (Idia  >->pi-.viiiolta  limi  lejia  . 
il  .piale  ha  qui --In  ti !,:L,  :  /.,i  (,',iv(  ile  Mnliri  divellili  lite  da  Ot- 
timo Padre  Ma  l'ama  .figlio  di  Giannini;  ed  al  di  sotto  di  esso 
Albero  le™esi  l'iseri/aonc  srgnr.me  :  ì.-i  lieal.  Caia  il-  Sìedui. 
elle  lui  leijimln  (il  Tasinlia,  din  elidente  dn  l.uieu:i,  jiiflio  dìGiotanni 
d' Acerarda.  La  iliii^en/r-  somma  con  r.m  è  scritto  questo  co- 
dice, ed  i  lavori  eleganti  a  penna,  che  qua  e  la  l'adornano, 
mito  induce  a  e.  ri  'il  e  re  eh' fi  sia  stato  offerto  in  dono  a  qualche 
alto  personaggio.  Del  resto  sopra  questo  stesso  argomento  della 
famiglia  de'  Medici  può  pur  consultarsi  con  molta  utilità  il 
codice  ch'6  segnato  num"  3  5  i . 


DigiiizM  &y  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  793 


7.    (  FOMIS  DE  FIE9BR«I.) 

688.  La.  Divina  Commedia  di  Dalile  Alighieri. 

Cariano,  in  foKlio.  caratteri  tondi,  di  pigine  300.  sccol»  IV. 

La  Divina  flntntnndia  ili  Dami;  Aili^liL-ii  è  pur  il  riiiiteiiuki 
di  questo  codice.  Non  v'iia  alai»  proemiti ,  uri  anunl.u.inu  i, 
ne  j^imi le;  e  sollanlo  in  fine  del  volume  ed  immediataiin'iile 
dopo  V  ultimo  verso: 

L'amor  rl.e  moie  l  sole  e  l'altre  stelle, 
legurs't  rosi  :  lùrplirit  lynn'-li.i  Ihtntis    ìlnijlrnt    l'Io  mi  n'iti. 

quel  le  Viole  ••  sì  strane,  slorpialnri',  all'  quali,  come  aliliinui 
dello  altrnvi.\  iiinhiroiin  'n1k;|in-|.'  iti  i!i-an  parie  le.  verdi  le  ro- 
di lettere,  o  almeno  fosse  ìnstrtilto  della  quantità  de'  piedi, 
che  formano  il  viirjo.  ciò  veranie  ritti  non  può  dirsi  ;  percioc- 
clié  r.on  allrcllaula  facilità  aggiunge  una  sillalia  n  un  articoli) 
dove  non  occorre,  con  quanta  il  lascia  in  pi'tuia- ove  il  verso 
ne.  ab  bisogna .  Ma  queste  .loinc/.iotii  taci!  inculi.'  fi.  '  ■  1 1 1 .  ■  t  i  '  1 .1 1 1  ■  3 
da  citi  legge.  Per  altro -le  due  temine  del  canto  HI  11  f  dell' 
Inferno  vi  si  leggono  cosi  : 


Lt  \lnn  ili  J.-II  dilaniai  poi  elle  far  morti 
Poscia  più  che  1  dolor  potè  1  digiuno.   ■  ■ 


7(l1  MANOSCRITTI  ITALIANI 

Quando  cbbc-rlctto  ciò  con  gli  ocelli  torli 
Riprese  1  lesdiio  misero  co  i  demi 
Che  furo  a  1  osso  come  li  un  cari  forti. 

I  curatlcri  sono  nitidi  da  capo  a  fondo.  Le  prime  iniziali  di 
i-i  a  sdì  «lima  delie  tre  parli  della  Divina  Commedia  sono  mi- 
niate ad  uro  c  colori;  c  non  sono  le  caotiche  precedute,  che 
dal  siilo  lor  titolo. 

8.    (fOSDS  DE  SESE[IVE. ) 

(iHij.  Il  Canzoni. ti'  ili  lYaiutiso.o  Petrarca. 

Comprendevi  in  cruesto  codice  il  canzoniere  di  l'Va  nccsco 
Petrarca.  li  preceduto  da  una  Tavola  dei  componi  memi ,  e  co- 

-i  come  in  line  ilei  endice  nessuna  snliofn'ij.iottc  si  lcu«v  .  die 
l  i^uaidi  il  nomi;  di  chi  scrisse,  od  il  tempo  in  cui  fu  scritto. 
Bensì  è  un  po'  fuor  dell'  usato  ciò  che  loggosi  in  line  delia 
prima  parie  del  canzoniere,  ed  in  line  defili  seconda.  In  line 
della  prima,  elio  come  cenuri  sa  fu  composta  in  vita  di  Laura, 
lesesi  cosi  :  Finis  vilae  Menu  ed  in  line  della  seconda,  che  fu 
composta  in  morte  di  lei  :  Finita  la  Morte  ài  tauro.  Il  posses- 
•ore  dei  presente  codice  fu  un  Giovanni  Batista  Deli .  il  ijiulc 

il lii.ili'M  ;  ma  a  lionle  di  tulio  questo,  si  com'è  evidente, 
ledendone  io  ipni  là  ideimi  de'  somali,  cli'ei  ne  trasse  la  sua 
i  (i|iki  ih  buon  i'--;[ri|ijajc  in  ciò  eh''  concerne  I'  integrila  del 


Diojtized  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  7n!> 
lesto,  cosi  non  potè  pur  dirci  quasi  volendolo,  alterarlo  o  dif- 
furmarlo  al  tutto.  Esempigrazia  poteva  egli  bensì  per  sua 
ignoranza  anzi  balordaggine  scrivere  il  primo  verso  del  so- 
lidi fiori  nfclici  et  ben  naie  herbe, 

credendo  forse  cìie  Yct  anteposto  al filici  volesse  dire  in,  e 
quindi  in  vece  ili  scriver»  v  fil.u-.i  nt-iivessc  mj.-iwi-,  ina  «on  gote 
nei  secondo  verso  clie  trovò  >ciUtu  eliiiirumoete  cosi  : 

Che  Mattinili».  |  sanilo,  |i:.-!i,ff  suole, 

irasIiinuiiiT  il  /it-itsaiiilu  in  /Hisutiiila .  tome  piti  troppo  leg- 
giamo in  non  potili  de'  vece til  nuditi  del  e.m/onier.: .  i:  nienti' 
meno  io  molle  edizioni.  In  somma  (ino  accertarsi  il  lettore, 

die  quaii  t' è  alla  lofio  ne  e,  fi  r.iloien'o  furiando,  un  codice 

ila  tenersi  in  qualche  predio,  e  l'orse  a  poter  pure  rnnMilt.nsi 
eoo  qnalllie  utilità,  li  disii  ^eTteriilmenle  piollnilo,  ponili 
non  da  per  tutto  sono  squilli le  quelle  lezioni,  ebe  ormai 
dalia  repubblica  letteraria  .  e  dalla  giusta  e  sana  critica  fu- 
rono ricevute  ed  approvate. 


Ugo.  La  Divina  (ioiuineilia  ili  Ostile.  AHighieri. 

La  Divino  Commedia  dell'  Alligliien  è  il  contenuto  di 
questo  codice.  Non  lia  data  del  tempo  in  cui  fu  scritto,  ina  per 
la  forma  de'  caratteri,  e  pcr'le  miniature  che  ornano  tutto  il 
■  olii  me  .  poi  clic  non  solo  il  principio  (Ielle  Ire  canlnlie,  ma 


796  MANOSCRITTI  ITALIANI 

r|s?.i!:t,:  cli'll'  uri  errati  a  e  della  piii]ì''^^i,riLLLrj .  panni  |>r>t^ri- 

rra  lierif  in  strutto  della  lingua  nostra  e  delle  regole  del  verseg- 
gia re,  non  essendomi  accinto  per  q  uri  lo  -lui  Ilo.  che  n  hiiigo  a 
luogo  ne  J10  fatto,  di  taluna  di  epifll«  gravi  scorrezioni,  le  quali 
derivano  piò  dalia  ignoranza  c!ie  dalla  m-ll ìkui..,.  Circa  ;j! i;i 
lezione  del  lesto,  in  l.i  riscontrai  general  111  ente  conformo  a 
quella  del  rodici!  segnato  num"  088,  per  cui  potrei) bc  dedursi, 
che  tutti  e  due  (pesti  codici,  benedi'  scritti  da  diversa  penna 
e  torse,  in  tempo  diverso,  sic  no  stili  tratti  dall'  esemplare  mi- 
.desi ino.  In  fine  del  minili.!  lesesi  :  Questo  r  ii.'i.-r  Cu/iimla  j>ulo 
/xv  >o  /(■■;  /»«)/'  '  r!r  Zìjinli  .  m7  <(■««(.■  e-iv  rissi  ma  metile  ■lirhiani  In  in- 
umana di  Dante  ne  la  sua  Comctììa.  K  già  nolo  il  capitolo  che 
incomincia  :  Orni  ::ln'  jr'r.'e  tlal  r,™r  lume,  ee,;  e  eoo  esso  ca- 
pitolo termina  il  codice. 

10.  (  nonna  de  utsmvE.  ) 

(irpi.  La  Duina  (ioiiitnfda  di  Dante  Mliglucn. 
Mrmhranitco,  in  foglili.  Minimi  ].™«tii-  limiti,  di  lagìne  .1011,  scrolli  n«, 
ben  OWKmtD. 

È  pur  in  questo  bel  codice  la  Divina  Commedia  di  Dante 
Alighieri.  I"lt!;^iii1.is.sini;i  e  nitida  n  k  la  scrii  1  lira  a  due  colonne, 
e  ciislanteineiiti'  iinil'onne  dal  jicineipio  ai  line.  iSon  v'ha  to- 
mento alcuno,  ma  ciascun  capitolo  d'ognuna  delle  tre  parti 
è  preceduto  da  un  breve  argomento.  In  fine  del  volume,  io 
caratteri  rossi  e  dell'amanuense  medesimo,  che  trascrisse 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  797 
lutto  il  codice  lftjij{Oiisi  rpieslc  parole  :  Rrplkil  iikr  rumtdit 
Dunùs  Muiflii'iii  ile  Fiorellini  fi  en  cililas  sii  numi  Unire  iriiruatiiiis 
miìlo  trtceMrsiim  ile  mense  Munii  Sale  in  miele  Inni,  nova  in  «tra. 

(V(/Mv,i(.  .Iiu.'li  ;  parole,  del  I' ii(!poi1nji/:i  tlélli'  (juali  ln-n  -'ai 
vcile  In  studioso  leiton-.  Quanto  iil  lesto .  mi  ji;i re  die  la  lo- 
zione .liane  gè neraj  niente  hnona  ,  e  die  la  presente  copia  sia 
slata  tratta  ih  au  codice,  non  dirò  de' più  preziosi,  ma  certo 

...    i.     .       i    i  i 
gono;  ed  anello  per  queste  si  vede ,  che  non  si  trovano  pur 
due  ..oli  rollici  ili  Dante,  i  (piali  si  oiiilormino  appuntino 
nella  iHIurn  ili  sei  soli  versi  : 

 .,  ondio  mi  diedi 

tjj:i  (-lece  :i"luaM  i  nl.hi  sovra  ciaSCUlltì- 

Kt  .lui'  di  lidiinm.ii  po  l'ho  Tur  morti 
Poscia  pili  cimi  dolor  potei  digiuno. 
Quan debile  detto  ciò  coliiocctd  torti 
Illuvie!  usi-liid  limerò  coJrini 
Clic  fuor  alloaso  come  duii  can  fòrti. 


6gì.  H  Canzoniere  ed  i  Trionb.  di  Francesco  Petrarca;  ed 
i  Sonetti  0  le  Canzoni  di  Dante  Allighicri.. 

In  due  parti  è  diviso  questo  tanto  prezioso,  quanto  ma- 
culiti! codice.  Nella  prima  si  compre  cileno  il  Can/ouiere 
ed  i  Trionli  di  Francesco  Petrarca.  Precede  dna  Tavola  de' 


79R  MANOSCRITTI  ITALIANI 

'■i.rii]:'iiiir]]H  1:1  i  .  >■  principio  co'  T  .-ioidi,  (ir  linose  e  lini' 

miniami!'  gli  ninano  tutti,  liìsc  aldiriri-.iano  finterà  pagina  , 
dipinte  maeslrcvnl  inculi'  ad  ino  e  vivaci  rubri  ;  e  se  alcun  che 
può  dirsi  sulla  poca  lor  COrrciione  pud  disegeo,  ugni  eki^io 
si  meritano  per  lutii  gli  iiltri  rispetti.  Oltre  a  < |ii 1 1-  grandi 
ìniiiiulure,  servono  poi  di  h. ■  i i' oioamenlo  nnclie  l'iillic  delie 
minali  il!  oro  .■  coli'ri  .  non  solamente  in  sul  coni  innamori  lo 
il' libili  Trinnlo,  tilt  altresì  di  r.iasd  ieri  una  Jri  /.ina  de'  Trionfi 
medesimi.  I  car.iiii.-ri  .Mino  nilidi  ila  capo  a  fondo  del  volume; 
e  se  l'amanuense  ni  da  a  conoscere  inesperto  si  dell'  regole 
delln  nostra  favella,  elio  di-I  n'iseggiurc ,  b  leeone  però  ci  là 
vedere  ch'egli  trascrisse  da  ottimo  esemplare;  per  cui  in 
innesta,  parli:  altresì .  di' è  i-ertaini-iitr  la  più  importante,  della 
integrità  del  testo,  posso  con  buona  Fede  affermare  essere  il 
presente  codice  uno  de'  più  pre/.ioìi,  e  Le  ilei  In  poesie  volgari 
del  Petrarca  sona  in  questa  biblioteca ,  e  di'  io  ni  abbia  ve- 
lluti. La  scrollila  parti'  del  codil  i'  contieni'  le  poesie  minori 
di  Dante  Alighieri  con  questo  titolo  :  Incipit  Ber  Soncciornn.  et 
ijiiilili-iiiunm  /),;!! (rs  Hii/L-rii  imi  l'Unitissimi  i'm'U:  l'h'ii-iitiiii. 
/.ivi.-  rum  fri::  i in:  Incorni  nei :nio  col  nonetto  :  ■■  A  ciascun  aliu.i 
-  presa  e  gentil  core;  -  e  terminano  eoo  la  Cannone  Manata 
riunì"  ìvii°.  .Io  mi  son  pargoletta  bella  e  nova.-  Sembrami 
che  anche  ijuest.i  seconda  parte  del  codice  potrebbe  all'  uopo 
consultarsi  con  mollo  frutto.  .Sono  in  line  le  vile  del  Petrarca 
■  ■■li  limite  scrii  te  d.i  i.cuimrdo  A  re  lino,  li  urli'  u  li  inni  gioii, 
dopo  le  parole  :  Finisce  la  rita  ili  Umile  itili  maser  Francesco  ì'e- 
(mira  Pneti  Fimi-mini  ;  leggesi  rosi  :  ,\ri;(i  anai  Domini  ncccclyi* 
del  mese  di  Febbraio  .jn  '-umpiuto  ili  ii  licere  adi  xYliii. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  79c| 


al  massimo  delti  'Eroi  Laiyi  decimo  quarto  Re  di  Francia,  Ne-  ' 

di  seta ,  ed  ornala  della  coroua  reale ,  dello  stemma  di  Fran- 
cia, c  di  graziosi  arabeschi  all'  intorno,  il  lutto  di  ricamo  in 
oro  e  in  argenti]  Ed  essendo  sialo  nlli'rio  questo  civlice  in  ar- 
gouir:]!'.!  (li  devo^ii.ltie  uTS)  quel  |^'at!  [in1?!.! juicio ,  può  Hi 
legiferi  irn;iL[i]iarri[:  il  lellore  hi  niaijililiei-e/.a  ,  •■  (|i:inr!i  il 
grado  delle  cure,  che  avrà  adoperate  il  Balestrieri  a  line  di 
renderlo  vi'.'  mJL'poninjuli'  ac;1/ .11  eveìc  agli  cechi  <k'ì  nir,iiaie,i 
É  legato  in  seta  cremisi  ;  e  in  una  parte  e  Dell'  altra  delle  co- 
pèrte sono  incassati  in  .argento  quattro  piccoli  tondi  di- 
pinti sopra  porcellana,  ne  (piali  si  raffigurano  emblemi  al- 
lusivi alla  polenia  ed  all' immoralità  di  quel  principe.  Le 
porgamene  sono  fine  e  sr.i-llissmio  ,  e  uuie  .  mima  ecmnala. 
hanno  un  contorno  lavorato  in  oro,  che  le  riquadrano.  I 
caratteri  pure  ione  belli,  nitidi,  ed  uniformi  dal  principio 
al  fine.  È  ornato  in  oltre  il  volume  di  selle  miniature  della 
graildera.il  preme  a  pocu  di  rulla  la  papilla.  Queste  miniature 
però  quanto  sonu  piene  di  spirito  per  ciò  che  riguarda  l'in- 
venzione, lantoa  dir  vero  sono  meschine  nella  lor  esecuzione 
si  rispetto  al  disegno,  che  al  colorito.  Circa  il  predio  lette- 
rario della  supraddelta  punirà  min  pesi  zinne  .  mi  paro  ch'essa 


Soci  MANOSCRITTI  ITALIANI 

non  ne  sin  priv.i ,  ami  monti  d'  essere  conosciuta,  se  pur 
11.111  111  (111 in  .il  li'  >taulpe  ,  fio  clic  unii  rn'ilu.  \rll  opera  ile^li 
fr.riltori  l'anuc:;i:nii  de!  padre  A I IV ■ ,  ■■  di  I  mio  diligili iwnii» 
liiiriliiuiiU'iiT  il  sij;'  rjtynliriv  Alicelo  IW./.ana  non  si  trova  ri- 
cordato il  nome  ili  Pier  Gio.  Balestrieri. 

52'".  1  pouds  de  nésanve.  ) 

6g4.  Il  Canzoniere  od  i  Trionfi  di  Francesco  Petrarca;  e 
le  Canzoni,  i  Sonetti  ed  altre  poesie  di  Dalile  Alli^diieri. 


.  E  diviso  in  due 
prima  si  comprende 

Petrarca  ;  nella  seeoi 

di  Durile  Alighieri, 
sono  preceduti  da  m 
mincianiento  di  que 
dclla  gì 

fine* 


Rovani'  viislil»  ili  nero,  die  per  salvarsi  dalla  lempira  va  a 
Stringere  il  ramo  di  un  alloro,  ch'è  piantato  vicino  al  lido. 
Vede  il  lettore,  clie  quivi  seni.-,  dubbio  è  raffiguralo  il  Poeta; 
il  cui  rill'ulUi  i'  pili-  dipinto  in  .ina  iiiiTia^ii.i  p.-L.  india  pal  li 
inferiore  d  essa  minia  ima ,  nv'  L'i  sia  appuntu  seduto  all'  cimbra 


Oigiiized  By  Google. 


DELLA  DIBLEOTECA  DEL  RE. 


no  Poeta  faremmo  messere  Francesco  Petrarca.  Ogni  Trionfo 
■dulo  da  una  squisitissima  miniatura  allusiva  .ir.rgo- 
del  Trionfo  medesimo,  lo  non  ini  farò  a  descrivere 


p»rticolaimenie  queste  sei  miniatore,  perchè  ciò  richieder  blu- 
troppo  tempo  ed  altra  p.mna  più  esperta  cìie  In  mia  per  fonie 
conoscere  tulle  le  singolari  loro  bellone.  Hanno  anche  un 
pregio,  ebe  non  è  comune  a  così  falle  opere  d'arte  di  più 
secoli,  ed  è  quello  della  massima  levo  conserva /.ione-,  per  cui 
sembrano  dipiule  a' giorni  misi  ri.  Niente  pur  dirà  de'  lìori, 
arabeschi,  medaglie  elle  si. ini  io  a'  marcii  ni  d'ogni  prinia  pagina 
di  ciaschc.duu  Trionfo;  ilieule  delia  prolusione  dell' oro  nulle 
iniziali,  e  Min  solo  delle  ma;ii:.™le  sul  princìpio  de'  Trionfi, 
ma  i  /'a  ridi  e  a!  principio  d\:^ni  ìe!'7.:na  :  ne  i!  li.:  l'(  lime  (l'Uc 
pendamene,  li  il  le  seri  te  e  i  Ji.  [  1  ■  I  i  :  !  ■  ■  il  il  la  |.|  i -11  m  ai:'  illl  inni  ;  ih  - ile' 
caralteri  nilidissimì  ed  uniformi  dal  principio  al  fine  del 
coilirc  ;  né  da  ni  limo  d^lla  sua  sicssa  legatura,  ebe  rassomiglia 
quella  degli  anlii'hi  messili  ,  ornala  ili  rieehe  lamini'  d'argento 
dorato,  e  di  moli:  lavori  j  niello,  de'  (piali  è  mi  peccalo  clic 
niellili  Munì  siali  piT  Ir  ingiuri'  ilei  tempii  dislnitti  ;  si  come 
pur  la  dispiacere,  clic  non  vi  rimandano  più  i  quattro  ferma- 
gli,  i  quali  oltre  all'elegante  loro  esecuzione  saranno  l'orse 
stali  adorni  ili  qualche  pielra  preziosa,  coni' era  il  costume  del 
secolo  iv'  ne'  eodici  di  allo  preiiio.  Ma  per  finirla  quando  ho 
fallo  sapere,  die  in  sulla  prima  pagina  del  Trionfo  dell'  Amore 
e  nel  liei  menu  della  miniatimi .  di  i  ni  lui  già  detto  qui  sopra, 
stanno  dipinti  i  gigli  di  Francia,  e  che  conseguentemente 
queslo  endice  o  !:  sialo  strillo  per  comandamento  di  Luigi  XI", 
o  n  ò  stato  fatto  a  lui  un  dono  da  qualche  gran  perso- 
naggio, ciò  basterà  a  persuadersi  anche  senza  vederlo  della 


MANOSCRITTI  ITALIANI 

:  della  prima  [«irle 

'  del  volume  è  la  vita  del  Petrarca  già  nota,  e  piò  volle  data  in 
luci!,  die  incoiuìiieia  :  I1' mut  es-.o  l'elrana  /inuma  <U  i/randr  in- 
gegno et  non  di  minor  eirli  ce;  e  dopo  di  essa  vita  leggesi  la 
seguente  solloscriiione  :  5i'(/ilo  per  marni  'li  Antonio  S\ìuhaUi 
io-i!' anno  il.  ecce,  i.ssi".  in  l'uni Indi  M^nr  In  parie  seconda 
del  codice,  nella  quale,  come  s'  ó  dello,  si  contengono  le 
canzoni  ed  allic  poesie  dell  '  Allighieri ,  le  quali  sono  precedute 
da  questo  titolo  :  huvminviann  e  S-.mecli  et  le  Camene  liei  Divini- 
Poeta  Danti-  Mliijinm  noUlnsiiim  Cittadina  Fiorentino.  Sonecta 
pinw.Dojio  I'1  quali  |>tir.-ie,e.v.e  |  H)  n;  il  ile  une  ili  vaglie  ih  mia  hi  ir 
adoro  e  colori,  e  la  vita  di  Dalile  scritta  da  Leonardo  Aretino; 
in  line  della  quale  leggesi  cosi  :  u.  ecce,  lsivl".  Adi  aitimi'  di 
Setleìiilire.  Si-riplD  et  /init"  jier  A.  Sinilialiii  in  Firenzi  dalla  quale 
ioUo.cii/.iotie  i":.ulta,  ci)!-  pT  Li  1 1  =  i- nr?  un  anno  <  liuti  il  lavoro 
dell'  aniaiiut  ii.se.  iìiiu-iv-ivmi  poi  ii-.sai.--.inio  per  l'onore  ilei  mio 
poeta,  e  dell'  Allighierì,  e  della  letteratura,  che  tante  solleci- 

codico,  e  nessuno  per  ciò  che  piò  impila,  cioè  per  lalceila 
della  lezione.  Mio  malgrado  debbo  dire,  eh' è  il  più  bello  e 
veduto,  e 


:  im^ii 


l't  nella  lesione 


del  testo.  i\  (liei.'  i!  v.  rii.  elle  vedendo  io  a  prima  fiutila  eli' 

meco  medesimo;  ma  ben  poco  durù  la  mia  gioia  alìorachè 
posimi  a  leggerne  alcuni  versi. 


□igiazed  by  Google 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  8o3 


92.    I*  C  1'.   [  FC1KC3  DE  nésECVE:  ) 

60,3.  Lettere  it.ili.inn  del  Ordinale  Maiarino  indinne  a 
vani  Principi  e  persona;^  italiani. 

Contengono  questi  due  volumi  una  ragguardevole  raccolta 
di  tutte  ìe  ledere  italiane  scritto  a  diversi  principi,  e  pcr- 
s<jua>r«j  italiiini.  ridili,  letterati,  artisti,  sopra  varii  argo- 
menti e  iu  diUèri'iiti  Irnipi  dal  celebre  Cardinale  Maiarino. 
f!  primo  volume  comprende  Ir  lettere,  eh' ri  scrisse  dal  prin- 
cipio dell'  anno  l645'a  tutto  infora  l'anno  i6Ì8r  ed  il  secon- 
do quelle,  che  scrisse  dall'anno  iG4o  a  ludo  Tanno  i65o.  Se 

ritorcile  ne  rendono  oltrommodo  piacevole  la  lettura.  Olire 
di  ciò  dubbiamo  jinr  riconoscere  di  si, nini. i  miporlaiivia  que.-la 
raccolta  per  la  storia  ili  quel  tempo,  per  nini  oc  l'accende  poli- 
tichedella  ['rancia  cosi  che  dell'  Italia,  e  per  alcuni  fatti  par- 
ticolari, i  quidi  -.1  raccniuai  ulano  . 1 1 ] . t  lede  di  rhi  Irgye,  ma  non 
si  pulii)  lira  mi.  niHiciliiioiite  poira  trova  r-i  altrove  una  copia  di 
tulle  queste  lellere  sparse  qua  e  là  nell'Italia,  pere  li' essendo 
state  scritte  tulle  dì  Parigi,  non  poteva  che  cpii  serbarsene  co- 
pia di  tutte,  si  coin'ù  avvenuto. 

Di  esso  celebro  cardinali!  e  ministro  di  sialo  jiossede  pur  la 
iTsjia  l'ililiotrcu  quindici  piccoli  liìiriccini  in  l'orina  di  diciot- 
tositno,  dir  polivo  uno  eli  ia  ma  re  ^ifrihili,  tulli  scritti  di  propria 
mano  di  lui,  ne'  i[n;di  un  dai  a  nula  mio  non  solo  le  così!,  eh  Vi  do- 
veva o  voleva  dire  nei  consiglio  della  reggente  oalla  reggente 


Sntì  MANOSCRITTI  ITALIANI 

slessa ,  ma  tulle  quelle  altresì  che  mediata  mente  o  immediata- 

quindi  note  e  mcmorii'  ciioni.niiit-.lir.  poi L Lit:l n- ,  diplmuMiclir , 
redigili-.!',  .imuiitiiMraliic  si  pub]  ilici  l>'  ebr  priva  Ir,  r  in  somma 
i!  o:ni  L;<;i!t'[i'  •■  A  n«ni  'ipeue.  I.j  raccolta  ikilc  qaili  mi-morir 
comprese  in  ipic'  li  ti  rimili  r  vera men le  curiosa.  E  siccome  non 
poebe concernono b  :.l<irj;i  di  l'rain.i  ;.  ijind  tempo,  e  quindi  no- 
velli lumi  recar  ora  possonoad essa  storia ,  così  il  ch.sig.  Guiiol 
ministro  di  pubblica  istruzioni! ,  l' autore  appunto  dui  corso,  si 
giustamente  applaudito.  d>  s!-jna  mw.Ls-iat .  c . j i  ■. : i  pn.r  in  In,-,, 
negli  anni  1828  —  .io  in  sei  volumi  in  8°,  ha  ferinamente  in 
animo  di  renderurlr  1  m  1 . ■  di  pubblica  ragione. 

-      7001.  (  TOM»  DE  timen.  ) 
6g6.  La  DivbiKi  (.ouirnedin  di  Dalile  Alligliicri. 


La  Divina  Commedia  dell'  Allighieri  eonlicitsi  purin  questo 
colliri'.  Essa  '■'  suri  un  a  due  colniiiii!.  Non  solo  (ulte  e  tre  le  parti 
della  Commedia  ,  ma  cinschcdunc.apilolo  ,1  li  rei  £.  preceduto  da 
un  breve  argomento,  il  quale  nel  primo  rapitolo  dell'Inferno 
è  dettato  cosi  :  hdmùmàa  la  Coihcdia  di  Dante  AUeghìsri  poeta 
fioritine  nella  quale  tradii  Me  pene  et  paulmmti  ile  i-ìtii  et  dementi 
eprimiì  Mie  ri;Wi  làmie  mm  lidia  piimn  nula  in  ijiiute  si  'Jiiwivi 
ifèfna  ne  laqaùle  l'autore  fa  pnihemìo  alocta  hptra.  Indi  senza  più 
si  dì  principio  al  testo: 

Nel  mezzo  dd  i.iuiiii  dnuislj^L  \  if.i 
MirUrovai  p.  una  selva  scura,  re.; 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  BE.  8o5 
Ed  in  fine  dei  codice,  dopo  l'ultimo  verso: 

Lomar  chd  move  il  soli.'  i.L  hltre  stelle, 
leggesi  la  sottosrriiione  sesjueiiLe  :  /''im'iu  ilHiiro  di  Dante  Al- 
lei/ltwit  filtriti  fiturnliiin  Hiflttllf  pani'  ili  lynesttì  fili:  «fila  citili  ili  /(«- 
venia  fi  <S  di  Sonia  Cro»  adì  xnn.  del  mese  de  («tenore.  Anni  dai. 
H.  CCC.  MI.  Lutimi  nmma  ir..jaif^tit.  u:  jiinr.  Ih-ti  ijnttitis.  .4mr.il. 
Amen.  Quanto  »  meriti  dell' amanuense,  eccello  la  costante 
itnilonnil.i  ilei  tarnlterf  dal  prinripio  al  line,  sono  ben  dii 
poco.  E  cosi  tjiiiiiilo  alla  kv.iunc,  pur  l'c-ainc  che  a  luogo  ,1 
luogo  ne  Ilo  fatto,  non  pcssn  Neramente  dime  bene.  Le  due 
terzine  del  eanl<>  uvin"  dell'  Inferii. >  vi  .si  limono  così  : 

dir  i- 1 ■  ■  I io  iili::eii-nhwvi.i  i  l.ì i un-. 

Kducdi  lirhiamai  poi  cl.r=  fur  morti 

Tuscia  che  più  il  dolor  polo  ii  digiuno 

Quandebbe  deciti  rio  celli  occhi  torli 

beM.il  i,  ili  lii  i  l'i.. il!  il  il  il  ir  ni  i' leu  in-  fi<;LL]v;  lini  in  li  irmi  ;i  queste, 
guarda  e  passa. 

7002.    (  FONDS  HI  1ÌSEBVB.  ) 

697.  La  Divina  Commedia  di  Danle  Alighieri. 
IJjr'.j.n  11 ,  il.  i'j-lin  ii-.ind,' ,  i.n  il 'l  i  1    1  iii!l;,i!i:l   .Li  |.i::inr.  ."..ju.  ercoli  *v. 
di  Isuoni  consemzionc. 

La  Divi  11  il  <  idlntlu-rl  iii  dell'  Al  ligi]  ieri  eniiliensi  pur  in  (pleMii 
codice.  Il  testo  non  è  in  alcun  luogo  preceduto  da  titolo 


8o6  MANOSCRITTI  ITALIANI 

mi  argomento  ,  ne  v'ha  di  Sui;-  ;dc;iin  sottoscrizione.  Comincia 

senza  più  il  volume  co)  primo  verso  : 

Noi  meno  del  caiiiin  di  nostra  vita; 
i-  snnza  più  termina  coli'  iti  limo  : 

l.amor  che  move  il  sol  e  i  altre  sielle. 
I  Miii  sei  primi  cnpiloli  (Iella  parie  prima,  rne  il.-M" J iilc-j-jif? . 
hanno  un  comenlo,  il  rpmle  (':  dispogli  all'intorno  dei  testo. 
Iflnvien  dire,  die  o  il  corni ntat' ire  non  abbia  potuto  andar 

quel  poco  itmlio  elio  ne  lui  faUo,  io  non  saprei  a  chi  attri- 


ti], i  i  !■■  lui  :nl  ln  :ni'  ehi  s"[.i.i  '  i.i -■■  !;i;n' i 
Fi  due  di  lii  liianiai  jioy  die  fuor  morii 
Possia  pui  clic!  itnlor  potei  digiuno. 
Qu.indcbhc  ditto  eio  coligli  ocelli  torli 

l.ìobhisn.o  dir  dunque.  olio  queMn  è  un  bel  codice  per  i'ol- 
lima  sua  conservazione,  c  niente  meno  per  l'cgii;ig:iririi:i  e 
nitidezza  de'  caratteri  con  cui  e  scrino,  ma  clic  gli  studiosi 
del  nostro  l'oda  non  no  trarrebbero  frutto  nel  consultamelo 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE, 


.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Allighici- 


La  Divina  Commedia  dell' ,\llie.lntTÌ  col  cemento  di  Benve- 
nuto d'Imola  comprendevi  in  questo  bel  codice.  Il  testo  del 
Poeta  è  nel  maa.n  it.-lla  jki^ì  n/i  stri  Un  con  cjhm  1 1 1  ■]•!  gotici,  ed 
i  conienti  l'attorniano  in  caratteri  tondi.  Si  dà  principio  .il  uh 
lumi'  con  1,1  uhi  iV.  liiiiiìc  c.!j]]ij>u-.1:i  rial  I '■(!(■-■, iì  t- io  :  vii  i'  ilivisii 
in  a  8  capitoli.  È  preceduta  dalle  seguenti  linee  scritto  con  ca- 
ratteri rossi  ;  'Jjii  itiehomineia  la  i  ila  ci  cosinnu  de  io  eaxelleitta /w  la 
e  al,/a  re.  Da  ale  AUr/jltim  di  Firenze  honort  et'jiaria  de  la  iiliomtljior,'ii- 
(ino;  scripto  et  aliùtnposto  par  lo  famosissima  lineimi  Menar  Giurarmi 
livellatele  da  Citrtaldn  de  la  nriifini  ufi!  stilili:  i  /  eh-.staiiiiii.il  eluris- 
lima  hmtmii  Dalile  Aib-jliieii  a-.:  la  tua:  l-titò, ,  et  dalle  opere  elnmi- 
pOstepcr  lai  iucliaaiiim  llljaìiaeiiij  ale.  Hi  in  lineila  jiriina  l.'.:iapiiaia  In- 
dia la  sententia  ile  Solane  la  tjuak  è  mal  set/uit»  per  <//,'  fiorentini 
aliarne  Voi  udirete.  Ed  infine  della  vita  le^onsi  questi  due  versi: 
Zoni  Zanchani  Ila  scriplo  per  amore 
Per  quei  da  Certaldo  et  Dante  al  suo  honore. 

Dopo  di  ciò  seguono  i  soliti  proemii  latini  di  Benvenuto 
intorno  alici  Divino  Omini mi i.i  ;  indi  alla  pagina  vi*  si  dà  prin- 
cipio al  U'slo,  sempre  acromi  ;i^!iati>  dui  l'omcijti  d'esso  Ben- 
venuto, frulla  dirò  del  pregio  d'essi  ben  noti  conienti  (  sieno 
pure  di  Jacopo  della  Lana  a  ad  incerto  autore  attribuiti,  ben- 
ché nel  codice  ebe  abbiain  per  le  mani  leggasi  chiaro  :  Scriptum 


floS  MAJiOSCRITTI  ITALIANI 

su^er  Diadhcm  per  ìt-M/iui-uin  liuti  r,  nitdtr.i  iti-  Iamìti  '  poirlic  ir- 
ati dello  n  haslaii/n,  specialmente  da  chi  ebbe  l'agio  e  i.i 
pazienza  ili  inebrili  i>  studiarli  tutti,  lisammai  qui  e  la  questo 
magnìfico  e  grandissimo  codice,  e  sembrami  che,  gcncral- 
inenlo  parlalldri,  pel  ciò  elle  entieeme  hi  ieiìoiH'  1 1  ■  ■  I  testo  min 
firj.-.i  L'ini iicar.-i  do'  più  corretti,  ma  non  flidihnii  iifnpnr 
riporre  fra  il  n  liniero  de'  più  difettosi.  Le  due  temile  del  calilo 
\\\H\°.  dell' liil'cnio  vi  :i  ledono  precisamente  scritte  cosi  : 

Gin  ciucilo  a  braiiclinìar  sopra  giascuno 

K  lini  ili  li  chiamai  poi  die  tir  moni. 

Poscia  pili  cliel  dolor  potei  digiuno. 

*.}:■-  I:1!'};-:  li'.l!:'  'i"  i.'i.-L'i LO.i . i  (Olii 

Riprese!  teschio  misero  cho  dcnli 
Che  furo  .-dosso  chomc  dim  eban  forti. 

Seni' altre,  sottoscrizioni  tonnina  il  codice  coli' ultimo  verso 
ddla  Commedia  : 

L'amor  che  move]  sol  e  lallrc  stelle; 
e  l'nl  lini  e  parole  dei  fomento  sono  queste  :  Al  qual  fine  Reper- 
ti la  vita  beata  ne  la  quale  e  honore  e  gloria  perpetua  m  seehaìa 
seelinliinim.  Amen.  Il  eorlice  non  può  voiamrnte  desiderarsi  di 
più  bella  conserva /.ioni.'.  Fu  ne'  tempi  aildielro  in  proprietà  di 
mi  (il  andi.)  Mi  menni,  il  cui  mime  e  impresso  a  caratteri  d'oro 
in  ainliorlne  le  parli  della  li, perla,  uve  applllllo  legasi  :  (."friii- 

iiìis  Monanni. 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  809 


7002.    (  FONDS  DE  RESER.E.  ) 

699.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Allighieri. 

Carlawo.  in  A"  ubi  mirri .  caf.ilti  ri  smuiijuliii.  di  pt'inc  .U.rj.  wil-  i^. 

Compri' ndoii  per  in  <[in^l..i  i  urlio;  In  Diurni  C 0 1 1  u  11  ■  ^ 1 1 ;i  di 
I  buio  Alligliicri .  ma  non  ullrr.'  sana  lezione  ;  anzi  pel  contrario 
storpiata  e  guasta  in  nidltìssmii  1 1 1 1  1 .  Alla  pagina  3a8  finisce 
cosi  :  Dea  grati/a.  Filala  odi  j  ino  di  /jenain  inxtti.vim°.  Indi 
è  il  Capitolo  jalto  da  )  noono  fi/lumlo  di  iìaiili:  nrtijuale  bnm-inenlt 
dichiara  la  inlcntione  del  padre  nelle  sae  Comedo:  amiii:;  ic.ndoìi 
iliill'.l  prl-ì:  Htt.  liii  !■  hi  fami  :  i!  (piali!  <;;l].ilr.li>  -ia  rjirh.  1  j  !"  i  1 1  { .  i  j  1 .  jt  J 
■  O  voi  clic  siete  dal  verace  lume,  ce.  c  dopo  di  ciò  leggonsì 
questo  parole  :  Finito  t  t/nesto  libi-o  finito  lo  bonamno  di  Filippo 
Adiutori.  Et  quello  lancilo  dice  aoemelo  fatto  Dante: 

Aleundro  lasciò  la  Signoria 

Di  tutto  1  monJo.  et  Sanson  la  forici». 

Et  Absalon  lasciò  la  sua  bellona 

A'  vermi  che  la  mangio q  tutu  via; 

Aristotil  la  sua  pbitesopliia.  ce. 

De  i/riiliai  .liii-'.'t.  ììiA'tn  c-  il  m.'Uiv  ili  Ailiinari  Ira  gli  scrit- 
tori nella  nostra  ìingua,  ma  nel  presente  codice  non  se  nesos- 


8io  MANOSCRITTI  ITALIANI 

7002.    (  FOSDS  Di  BÌSEH1E.  ) 

700.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Alighieri. 

Membranaceo,  in  gran  tesi  imi  H  j;  L  i  .> .  rai.-ii.ieri  woiigolici .  leculo  i>°. 


La  Divina  Commedia  di-Ji"  Alligideri  e  uni  prendesi  in  questo 
codice.  Il  tes'.o  ■:  strillo  in  piceola  re-loniu  nel  bel  mezzo  della 
pagina,  e  tutto  il  rimanente  dei  margine  e  ricoperto  con 
minutissimi  caratteri  da  un  lungo  e  noioso  eonion'-o  tir  i  icito 
medesimo ,  ed  è  io  lingua  latina.  Precede  una  Tavola  non  dei 
rapitoli  delle  tre  eanucìie,  ma  d'Ole  pi'iiic: ipsli  <:■■>■!:  ehc  in 
essi  capitoli  si  Irritano;  l.i  quale  Tavola  comincia  dal  render 
conio  del  rapitolo  vili".  ..Ioli' Inferno ,  e  quindi  manca  d'una 
pagina  p'rlo  meno.  Dopo  di  questa  Tavola  .segue  uu  proemio, 
esso  pur  in  latino,  su  i  meri  e  della  Divina  ("01  lunedia ,  e  sopra 
i  fatti  più  importanti,  ne'  quali  s'intrattiene  il  poeta.  Alprinci- 
|)indi  i-iaschednna  delle  Ire  emide  Ite  r  mia  «rami  issi  olii  iniziale 
in  miniatura  ad  oro  e  colori,  nella  quale  s' ingegnò  il  pittore  di 
r,i| ipresen tare  l'ai  giinieiilo  0  li  sn««elti>  principale  di  ciascuna 


scrisse,   oltreché  ignaro  della  nostra  favella,  ebbe  pur  la 

disgrazia  di  3 un-  scilo  degli  nerbi  un  j  si  itso  r ■  ^( > r  1 1  ;  1  i ■ . .  .Se  ne 

gìudìcld  dalle  due  terzine,  ebe  stanno  scritte  cosi: 


Già  ceco  abrancliolar  sopra  ciaslìiuno 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  IlE.  811 
Et  iliie  diì  chiainay  puoydie  fuor  moti 
Po-mia  più  cìir>l  dolili  ]mi)lu  ni  ilcjfìunu, 
Quando  ebbe  dona  eia  cogliceli!  ioni 

Penna  posteriore  sostituì  al  forte  i)  furar,  ma  originarìa- 
meiile  stava  scritto  farle.  V.  si  noti,  che  queste -due  terzine 
sono  forse  delle  mcn  guasto  nellii  lo/.ioue  di  Millo  l'.dliv.  \ol 
Invilii  ri:  qnevn  fcd'-...,  ni  innami  ,\lh  i'n.v.  1I.1  !ei! 
gesi  :  Mtiiretli  Muti  ri  rirmVr.p-fllll.  I'.  dopo  di  ciò  leggonsi  le  pa- 
ini'' seguenti:  .Vaili;  Jco.ìhiìs  iìi::tiii;k-:  Ci::i.::ii.;\  .yif.rloìiiiii  Cchi 
et  Jitliani  de  Urbe.  ìfiBo. 

7002.    [  FONDS  DE  KiSEUVS.  ) 

701.  La  Divina  Commedia  di  Dante  Alighieri. 

Muntila  rcat  co,  in  foglio  gronde,  car.iti.Ti  jin™»-!:.  umili,  ili  pginc  Suo. 
secolo  jv*,  di  tiurìna  coiiscrvaLÌoue- 

Benché  sol  doini  rkd  niosenle  endice,  ch'esco  poi-  cuo- 
tiene  la  Divina  (iomiiicilia  di  Dante,  sia  scritto  ami  im- 
presso a  lettere  d'oro  Secolo  xiV,  pur  io  credo,  tene  esa- 
nimata la  forni ;t  ilo'  ourailoji ,  i]  pnn  leccamento,  c  la  qualità 
delle  ahhre vùlturi',  eli' osso  apioii-ien*;.!  :A  socolu  quinUidc- 
cimo.  11  Lesto,  di' è  disjjteLfi  a  duo  colonne,  in  OL'in  l'accie,  c 

opportuni  e  convenienti.  Essi  sono,  diversi  da  quelli,  clic  si 
leggono  nel  codice  segnalo  num"  Gtìj,  dove  sono  anche  nini  in 
più  hrevi.  Qui  però  non  si  estendono  oltre  in  seconda  cantica. 
Il  Paradiso  sembra  in  vista  scritto  dal  medesimo  amanuense, 


Sia  MANOSCRITTI  ITALIANI 

mi  inslitucnduse-ne  un  piccolo  conli-onto  sì  conosce  su- 
dilo dò  non  esser  h'i'o.  '■  clic  fu  impililo  :i  qcesla  ter/.a  (.■ari- 
li t.i  qnalelie  ter  1 1 1]  i(i  dopo;  e  le  perdimene  Me*so  più  nitidi;  a 
candido  ne  danno  indizio  ccilissimo.  i\<jii  v'Iiu  in  line  sottoscri- 
lione  alcuna.  Non  può  riporsi  il  presente  codice  nel  numero 
de'  pio  guasti  nella  le/ione  ,  ma  nuli,.  |  jij  i-  ollio  ili  si  ridila  re  , 
por  cui  -li  studiosi  po-:jnno  sperarne  un  qualche  frutto  dell' 
(Mulinarlo  in  ipie'  passi ,  die  (Ialino  loc  incentivo  a  tante  quis- 
lioni.  Trascrivo  le  duo  lor/ine.  come  qui  si  leggono: 


Gir  cicche  abrancchr  so™  ciascuno. 

Quanrj'bc  (ledo  ciò  m  li  oclii  imli. 
Riprese  il  teatino  misero  co  ideati. 
Che  Iman  losso  come  di  con  foni. 

I.a  prima  bramii'  iniiiali:  di  ciascheduna  delle  Ire  caulielie 
è  dipinta  in  miniatura  ad  oro  e  colori ,  e  quella  della  cantica 
prima  cioè  dell' liii'crno  rateili  udì:  il  ritrailo  del  poeta. 

(l3.  )  7015.    (  FOSDS  DE  PÉ5FHVE.  ) 

7oa.  D  Cai  v/.o  ii  io  re  od  i  Ti  ioidi  di  Francesco  Petrarca. 

Contiene  questo  codice  il  Caniouicre  ed  i  Trionli  di  Fran- 
cesco l'etrjrca.  il  titolo  sul  principio  della  pi  ima  pagina  è  co- 
me segue  :  Li  Svasiti  Otnzonr  et  \e  nidiate  ili  M.  Francesco  Pe- 
iranàa.  Ed  in  fino  deìCamoniere  leggesi  così  :  Finiscono  i  Sonetti 


DELLA  BIBLIOTECA  DEL  RE.  Si3 

t  le  Caria,™  e  le  Ballale  e  Madriali  di  M.  Francesco  Pclrarcho 
ni'itu  formo  ijh  iinliitii.  Non  v'ha  sollosrri/aonc  alcuna  in  fini; 
de  Trionfi.  Non  si  può  due,  ebe  il  presente  codice  abbia  qual- 
che meiit''  per  una  ra^a  me  o  per  I  allea  ,  polche  in  •■'.'[il.i  non 
ni]  ha  nessuno,  uè  pei-  la  partii  materia:.:  ilei  la  scnLtnra,  tu':  per 

i|!l''ll,t  ocH'crìoijrLliii  oile.i  pn  i^iamnnlo,  i:  limici  n  o  per 

quella  della  lezione,  che  vie  o  guasta  od  alterala  da  per  tutto, 
duini  che  ne  In  un  tempo  il  po>se-sore  cercò  (li  currcge.eiue 
t|U;i  li  alcune  storpiature  ,  ina  o  nou  u  ebbe  l'agio,  o  non  sep- 
pe, o  non  volle  farvi  tutte  le  correzioni,  o  tutte  quelle  alni  imi 
ch'erano  lo  più  necessarie. 

7252.    [  fONDS  ut  RÉ SERVE.  ) 

7o3.  La  Divina  ComiiK'.lia  ili  Dante  Alliglii«rì. 

Membranaceo,  in  fucili,  rarali-ri  [in-.;:.,  iliu  louli .  di  ]U-iiii^  suo ,  &cco!o  ìit", 
<  il-?  in  ^ii!  pii^ir-.,  il.l        il..::  itene?  conservato. 

Condensi  pur  io  questo  codice  la  Divina  Commedia.  Mon 

le  cantiche  od  i  capitoli,  di'  data  o  ;  ut  le*  cri?  ione  alcuna  ,  e  lui- 
lauto  in  line  d'ognuni!  tifile  li1.'  iMUÌ:ili''  li'iiee^i  :  (.''■)!!;.' i. 'idi  .'■ 
("/n/f .'/e.  Pur^atoiio,  il  l\l  l  a  disti;  i/i  ì)v.i<lc  Aìhirfo.im  ili  Fimi;,'. 
Dea  Gralias.  Amili.  Codice  è  questo,  die  meri  la  molto  rispoilr. , 
perche  siluramenti!  h  allo  ili  buon  esemplari:,  come  parvenu 
poter  conoscere  per  lo  studio  che  ce  ho  fatto  in  più  luoghi, 
ftnclie  l'amanuense  d  'vc  lodarsi  ;  pereii)  r.heo  per  din  Iti  delia 
somma  sua  diligenza,  o  ]icr  frutto  di  propria  [ostruzione  (ciò 
eh' è  più  probabile)  trascrissi;  il  testo  così,  che  non  gli  si  pos- 
sono mai  fare  qui;'  rimproveri,  ebe  d'ordinario  si  meritano 
gli  amanuensi  di  quel  secolo  per  le  gravi  scorrezioni  e  sopra 


fiA  MANOSCR.  ITAL.  DELLA  BIBL.  DEL  RE. 
lutln  per  h<  y.m-pialui'e<lc.'vrr;i .  clic  in  tónti  cullici  della  Divina 
Commedia  si  ri  n  con  tra  no.  F,  henrJife  le  due  terzine  del  canto 
xxxni*.  dei)' Inferno,  ch'io  diedi  per  saggio  della  leiionc  in 
lutti  codici  della  Divina  Commedia  esistenti  inonesta  regia 
Biblioteca  non  possano  rendere  al  tutto  soddisfatti  i  lettori 
com'essestamio  w.rille  cH  preseiitc-  cnrliw,  [un'  io  credo  olici 
m'iiiTilniniti'  yio."ii  coiiHnììiirM  con  ijti ;i  1  r  i n'  nliliUi.  I.eggunsi 


Posci.i  più  l'In'  I  ili-Ini  pulci  didimi.-.. 
Quando  ebbe  dello  ciò  cogli  ncclii  torli 
Riprese  1  teschio  misero  eo  denti 
Che  fuoro  allosso  come  dun  cu  forti. 

I Vestii  ,  i:\si:  ([iic.tii  h 1 3  (  odici'  inanelli  de'  | >■  i tu i  dirci  opi- 
nali dell'  Inferno  1  Termina  col  iwn  noto  onitolo:  «  0  voi  clic 
siete  dal  verace  lume»  ec.  disposto  coni'  è  nel  codice  segnalo 
num-  6no. 


FINE. 


[NDICE  GENERALE 


DIVISO  IN  TRE  TAVOLE; 


TAVOLA  PRIMA, 


Dlgrliistì  ay  Google 


TAVOLA  DE'  NOMI 


Digiti; ad  B/  Google 


OigiiizeO  by  Google 


OigiitieO  by  Google 


OigrUzeO  Dy  Google 


Dlgrlustì  by  Google 


D  IgilUeO  Si  .Cooglc 


DlgrtuBtì  by  Google 


Olgilized  Google 


DlgrtizeO  by  Google 


-ir- Farcirti^  ici. 


TAVOLA  SECONDA, 


Qlgrtusd  Google 


CaiiÌRlii,  h^fN,  Ùj2i  IÉÉi  Coi™,  hi, 

•  :.,ua  :  Duerno  di  :..i<'ii.3i  i,  ih.  jj^.  CiIiumn. 

CaUgo,  3jS.436  Corfu.  iig. 

Caudogm.  O0-.  Conica,  sii,  5i|8.  845. 

Cafnlonia.  3iq.  !.. 1 1 1 .. ■.  |-:  li.    .  .  i.J ■ . 

cididi ,  43o.  è!>3,  Éii,  osa.  ima.  6S3.  osa ,  sb^ 

ii-i-i»,  348.  SdO.  Gi,4.  jm,  ■jcl,  ju6.         jjB.  i3i. 


F 

Ferrini,  ioli,  3fHL.  3j_L  34a.  3fi>.  Mjl.      Francia,  rjj.  1_|6,  2J}6.  IflL  3t>l>. 

'.lo,  £■(■':■.  ti^_        ;3i.  tìi.  321  ino.  ^Si  5li  34a.  349.  34rj, 

i-iiivira.  .i-s  Lii.     -!iìli  L^ii      ::Jl  ^  h!L  3*».  asL 

iiti.  Vii.  .'.'in-  «,r,  ti....  i^v.  iiC.      -.S'..  ili.  '.js.  ili:,.  i>,;. 

533.  5ao.  iCa.  iti,  0j35.  floO.  Boj. 

Fir!f  (isolodì).  ili.  0i!L.  <hlt  Sìa,  03j,  834.  fiSj,  Cfil 

Fi.cD*e.  97-   L^l  li  iti  UH:         0;^].  [122.  Ofii.  LìL  LiSr.  liio.  lit.i, 

■,T.v         ;S.i:  110  314.  31:.  344.        i^i  LLil  '^11  l^li  '±!h 

.vi.  ìù.    ;..  ak.  i-i.  't'ì.      t^:-  ;'>■  121  7'V  7:'. 

3Rci  3fli.  4i}.  4i8.  Aig,  Ù11.  4aa,       7_7_7_.  778,  8o4. 
ÌM,  1MÌL  03c  Gic  C4 1 .  Oid,  C80. 


QiginzeO  by  Google 


£  éstfàs.  i8i.4Si.iM. 

j_  .V±    IM^  ijj/ 


IllrflJlUTa  ,            1  Mi.  nlli,  j.ii,  llj.                             ■  i  ■            .  .  I  ■.  I       l-  1      ...  '.. 

Uu.   ni    1U.  i^V  Qtt.  :ÌSb,  3^  /|.-',           iiS.  V.i.   il.',  ili..  VA', 

SV.  dA  Lti    Vi  Usi  Liiiii  ìji,  hi  >>■.•  isi.  lìu 

680.  ufi,  j3o.  jìs.  211,  ^  Sa.  Sia  SìL  lai:  ^  fisi:  lui. 


■       '-h  -i  M"..>.:.i:..  -.i>,  lll 

Unni,.,!.,  i3i    i.i.  -l.ìi.  Vii;.  .Vii.  Modem.  ;3i,  78o, 

3q7.  Jùo. 


>gi(l1H»iiic«ilc),lifiL 
.Mi!..  i.l-lli-Miiiliaj,  ìjl  j3j. 
«.U.  Slii  j;8,  i3t,  li3g,  683.  GjB, 


DlgrlusOb/  Cooglc 


nane;,  SEI  2*Eb  ZÌI  7='.  J*7<  ili  77" 

Ss[lIJ.  j£V           33i.  .ìj...           3^7.  Kami.  ì',:,. 

it!L  àói.  ÌJii  J;,n.           j'jia.  MC.  Ncobou^.  iil 

il-j.  SV  Ai^  Sui  [Lil,  MlH.flTt. 

SiB.  533.  fin.  B35.  M3.  j^j,  rjo. 

o 

ninnila  .  3Sij,  330.  3^  Or.  irlo.  3Sr, 


l'i,            Si-:.,  in.  ■■.<■.  lii.    ivi^.ii.i. ili             -:-■>.  ini_ 

(31. :  I--  .         -V  -Li,.  f.r.i, .  iV-,1,  n-\  W.  .-,«1,  f-ii  ;■]'.. 

IVr.il.  sii,  S-f.  v^i  Nili,  jivi.        r^n.  tJB,  770. 

ftAnÉ  Wft<>»-  Pornu»llo.  aflS.  ÌM.             Qlk,  Sfii. 

IVi. Sin.  [M,  fi;n.  SSi  jiS,  jSr 

Paupi ,  Ma  Porto-Maone .  Gii 

l'inceri.  ;.yj.  Vili  ■  ì-...         y.  1 7.      i'ruvonz*  .  !tlÌL- 77"' 

yfi,  -Mi  U±  Maaà. -n. 


tagan.ìSSàìS^                             JiS.  Ji^  ^iL  Sia.  ììi  Safi, 

liciiLk' ili  Ltriiiuidu.  li,s,  7.6'A                      hi,  itiL-  iii,  •>■>-,  '"■  !i'-  'ili 

.  Iì.iìii,,  tl'll,.!...  7:';i                                5J[|,  ivi.  3Jmj,  I?»"    -A.T-i . 

RLinoim.  Sjj.                                      381.  38S.  3B,.  388,  )8u.  3^.  in. 

H.nùni.Mrl                                        Ardi  '^'ì          b-X  :•.'>■  ■'»>;. 

PodUim                                                   ['J_3,  ili,  355.  &  sii  1* 

Noma,   fi3.    i3t.    il',   jn-j.  j 77          !£L  <,iri.  'ili 

jjn..  Soi,  3oa,  3J3,  iii,  Jji,       CJu,  Mj"  Llji,  tiV  Or.'i  W. 


IWnii.n. 


x.  13i,  ili.  lit 


Spjfna.   iji,  njrj.  sfii,  ,(,0,  iti  li 

Jl-S.  lui,  ili,  ili!,  A±L 

ili.        il',.  ■ì'.'ì.  :<:.i,  l:,7  :n 

ì-:,.        >.,,  i=L.  ^  -, 

i-. .    ■  |.  iin  :.. ...  ^  ■., 

ùiA  'Jl>,  ai,  i': 

lLìlL       Hi-  ""'V-  ni 

'iST,  I.,,:,.  7 ■  ■■  ■ .  -„■,.  -.1.  - 

;i7;  :;lv,  il!.-  tì±  : 

7J-.  "li".  TjOL  777- 


Inni»,  "■rij.         "'li 'i,  --<■ 

il,  iSb  Sik.  flj 
Lìl  i^i  ^  '  :-.i: 


Di  -Hi.  mi  ffil,  30i.  ,i7a. 


>3VÌÌ*:'q.  j.i'i.  [jìij,      Vtnt.iL  jÌl  iìl  sii  liS.  jSi,  li 


Dlqlliietì  Google 


TAVOLA  DE'  NOMI  DE'  LUOGHI 


Dlgrtiiea  by  Google 


TAVOLA  TERZA, 


Digiiized  Dy  Google 


ClllBISPItUDENZA  CANONICA    E  l\STlTUZIOM  Di  OUDJM 
RELIGIOSI. 


DigiiizM  by  Google 


DC,i,nL.  :l/lf«a»tr«li  vhmli.  &0S,5°5.  Sau,  di  Panna  e  Kiw,  ì7a. 


DigiiizMBy  Google 


DigiiizM  Dy  Google 


Digiti;  sa  Google 


OigilizeO  Dy  Google 


DigiiizM  &y  Google 


OLgiiizM  &y  Google 


DigiiizM  by  Google 


Oigitized  by  Google 


DELLE  MATE  IME. 


□  igilized  By  Google 


!}ì  l'rivMr.  Di  f;j[L[iiiali,-  Pri-laLi  iH-  ih,.,  .A". 

lassasi 

=j=ir  iiiifi 


ì=£k  gli 


Digiti;  sO  b/  Cooglt 


OigrluaO  Dy  Google 


DlgrtizMb/  Google 


I   i  -i;'-.  ii i ' r.  mrd.-.i-li.  I:  l  ..l..-,l!.l.i       I '.d  i  :  Ì-..N    :  ni  ■  :l  .  .Idi..  -IL:.  -  Il  V-  |.di  .-.n 


tiiit.i  .il  Din.  .li  tanio  AgoiiiiKi,  311 


|-!(„ -i,i„i„.         .S.-,!„-  %,■!.(  .li  III  .ir-,,.  Il,c™„™n!i  rlllnrin   Ili"  ili  Fraiii-iii 

□  al.  Farìantenlo  di  Pmigi  TaonD  i  Joy,  Go 

•  ™i  M.ilii-od.lla)  «oleario per  Pie-  .strili..^  .ioli  Al>.  Marni,  al  Po-.eliee. 

mdaHtpoli,  uamcdel  I\e  Sino,  pn-ajn™care  un  cri 

htnùiakhrsl  dilli»  ai  WiliiiiUaUiina.  (Ilio  generale.  Suo. 

r.|.i-.i  .ir!  panila  Rnliii»,  700.  Aiaiie  fld  J\f 

Irfltere  ili  Paolo  Apoiloto  a  Sene™,  ori*-  pio.  a3i. 

IH*,!),!.. 
I1  !.■  ili  sin  Girolamo,  i-ì  ritrì  «ritti  ili 


 li  l'Iill.m"  in!1..  1  ili..  J.i  lli:  ]■.., i, ,,. ,.,f,  1,  |..- , .  .  ,l|  ,  ,li  \  ,-,rr.. 

gWucfl.oia,  x„.10,8B. 

I).„„.li.  cimale.  ™ia.  dell'  Ali,  dilla      ...  ,|,        :,!< -il.  ili!  ,1,  ni.,,..  11. .il,,.  „, 

Prudenin  del  Lutinola,  «li.   ,|j  „llL;,i„  Seritìi.ri  ili  maiwkii 


Oigiiized  by  Google 


Digiti; M  Oy  Coagli! 


TESTI  DI  LINGUA 

PfdoilDa,  che  il  comprendano  ne  rodici  daSCrìtó  in  qatMO  VoloM 


aile.Ved!Akrainni.TmotiP.  Cii.ipsnslUTMnp.jii.  opere  varie. 
Allibisi  Dei  le,  Divi.u  Comuinìii        V.  Campanella.  Tavoli  I". 

. . p:L i a  tini- ni  ina  1  ponili .  Mi>. 

Cicerone  Marco  Tullio.  Lettera  ithii  n  In 


diTrojl.  6S,  109. 
Conti  Giulio  (de')  Li  belli  mano.  icii. 
re.  190.  Croniche  antiche  dell'  Itatii.  V.  Italia. 

Reni  Paolo.  Diicotso  sulla  liberi!  re-        Tavola  [■. 


ih. 


Brliavola  Antonio.  Vila  ili  Gesù  Crislo, 
.03. 

Cr.p  i:lir,ic.^c-.ffjn.  l'nnogirkn  in  loiln 


Oigilized  by  Google 


limili.. Iti  Immillili. Stala  il:  Firei 


Trionfi.  V.  Pctmrca.Ttt'.I'. 
i-.ln  .  m:'  Wìzl.'j-     l'i-n.  !r;i  l.ii.vibru.  nu.l'^llinìv ,  i' 
nogralo.  ìBfl.        Volo  Marra,  il  Milione.  Suo. 
HcdiTrosoPom-     Porzio  Simona,  Trailato  sulla  ramle 


Ma.  Siri»™.  ViLi.il  S.  CU  Ieri  ii  «  ,1 

\la:;,iloMi  I-'iiviifii,  J.eUcrr.  60,637. 
U-nn'lti 'Manin  i//o.  mio  vira.  Tuo. 
M-ijLiLi.  il  (Uulinri  il      CameroDe  il 
Napoli  ta  ni  prigioni,  in  Torino 

M. 

Franti'*».  Suw.  311. 


^  Ih  IliiiN.  il  Miniar  -If  I^  rr.^irtHirfi.  fi]  ji( 


TulUioiuiUbrcvilàtltl  (empj.  luij. 


Un-rli  ì*i\a  (degli],  il  Ditlanumilu,     Villini  (iiiwmiii.  Sluiit.  V.  Villani. 

■St.  Ili,  JJfl.  T.Y.I-. 
Vndii.SloriiidSFiHiiie.  jiì.liìi.       Vintili»,  l'Euà*,  117.  n<- 

Mi  si  chiederà,  e  ben  ragionevoli»™  te,  il  perche  io  abbia  qui 
posto  F elenca  tirile  sopraddetto  opere,  e  non  nel  luogo  loro  più 
conwraientn,  cioè  odia 'l'avola  MI";  rispondo.  Sindoni i  accorto. 

I      I  ]  n    II    I    [    n  »   M,  Ilo 

fatta  questo  giunta  al  volume. 


Oigiiized  by  Google 


Digiiized  0/  Google